Wikibooks itwikibooks https://it.wikibooks.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.43.0-wmf.2 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikibooks Discussioni Wikibooks File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Progetto Discussioni progetto Ripiano Discussioni ripiano TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Wikibooks:Bar 4 19157 453041 452815 2024-04-25T20:19:56Z MediaWiki message delivery 19950 /* Vota ora per selezionare i membri del primo U4C */ nuova sezione wikitext text/x-wiki {{Bar|discussioni_in_evidenza=}}{{Nascondi titolo}} '''Ultima modifica''': {{#time:j F Y, H:i|{{REVISIONTIMESTAMP}} }} '''Utente''': {{REVISIONUSER}} == Do you use Wikidata in Wikimedia sibling projects? Tell us about your experiences == <div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr"> ''Note: Apologies for cross-posting and sending in English.'' Hello, the '''[[m:WD4WMP|Wikidata for Wikimedia Projects]]''' team at Wikimedia Deutschland would like to hear about your experiences using Wikidata in the sibling projects. If you are interested in sharing your opinion and insights, please consider signing up for an interview with us in this '''[https://wikimedia.sslsurvey.de/Wikidata-for-Wikimedia-Interviews Registration form]'''.<br> ''Currently, we are only able to conduct interviews in English.'' The front page of the form has more details about what the conversation will be like, including how we would '''compensate''' you for your time. For more information, visit our ''[[m:WD4WMP/AddIssue|project issue page]]'' where you can also share your experiences in written form, without an interview.<br>We look forward to speaking with you, [[m:User:Danny Benjafield (WMDE)|Danny Benjafield (WMDE)]] ([[m:User talk:Danny Benjafield (WMDE)|talk]]) 08:53, 5 January 2024 (UTC) </div> <!-- Messaggio inviato da User:Danny Benjafield (WMDE)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Global_message_delivery/Targets/WD4WMP/ScreenerInvite&oldid=26027495 --> == Giornata della Memoria 28 gennaio 2024 Triennale Milano e coinvolgimento progetti fratelli == Buondì a tutti, in vista della Giornata della Memoria 2024, la taskforce dedicata all'argomento basata sul progetto Wikipedia sta organizzando un [[w:it:Wikipedia:Raduni/Giornata della Memoria 2024 - Resilienza dei Testimoni di Geova: il giudizio degli storici sulla persecuzione subita dal regime nazista|evento/raduno che comprenderà conferenza, editathon e mostra fotografica]]. Anche in vista di quanto ragionato all'itWikiCon di Bari 2023, per migliorare la partecipazione sui progetti fratelli (WikiBooks, WikiQuote, WikiVoyage, WikiSource, ecc.), vorrei coinvolgere anche WikiBooks, in particolare in relazione al progetto in erba della [[w:it:Discussioni progetto:Persecuzioni, deportazioni e crimini del periodo nazi-fascista/Per bocca degli esecutori: I nazisti ammettono sterminio e camere a gas#Per il Giorno della Memoria 2024 presentazione delle schede di ricerca che sostengono ammissioni e dichiarazioni dei nazisti sull'Olocausto|raccolta di schede dei criminali di guerra]], da far confluire in un WikiBook (vedi discussione). Ho creato una [[w:it:Wikipedia:Raduni/Giornata della Memoria 2024 - Resilienza dei Testimoni di Geova: il giudizio degli storici sulla persecuzione subita dal regime nazista/Editathon#Progetti fratelli|sezione dedicata a WikiBooks]] nell'evento, che siete invitati ad ampliare, per contribuire all'editathon o eventualmente proporre qualche attività per il giorno 27 come si pensava per la passeggiata per costruire l'[[wikivoyage:it:Itinerario della Memoria a Milano|itinerario Wikivoyage]]. Siete ad ogni modo tutti invitati ad iscrivervi e partecipare all'[[w:it:Wikipedia:Raduni/Giornata della Memoria 2024 - Resilienza dei Testimoni di Geova: il giudizio degli storici sulla persecuzione subita dal regime nazista|editathon e conferenza che si terranno il giorno 28 gennaio 2024, presso la Triennale di Milano]] (editathon anche online, ovviamente!). Grazie! --'''''s'''''[[Utente:Mattia Luigi Nappi|<span style="color:#FF7010; font-family:Arial Black">Nappy</span>]]<sub>[[Discussioni utente:Mattia Luigi Nappi|ML]]</sub> 00:21, 20 dic 2023 (CET) == Reusing references: Can we look over your shoulder? == ''Apologies for writing in English.'' The Technical Wishes team at Wikimedia Deutschland is planning to [[m:WMDE Technical Wishes/Reusing references|make reusing references easier]]. For our research, we are looking for wiki contributors willing to show us how they are interacting with references. * The format will be a 1-hour video call, where you would share your screen. [https://wikimedia.sslsurvey.de/User-research-into-Reusing-References-Sign-up-Form-2024/en/ More information here]. * Interviews can be conducted in English, German or Dutch. * [[mw:WMDE_Engineering/Participate_in_UX_Activities#Compensation|Compensation is available]]. * Sessions will be held in January and February. * [https://wikimedia.sslsurvey.de/User-research-into-Reusing-References-Sign-up-Form-2024/en/ Sign up here if you are interested.] * Please note that we probably won’t be able to have sessions with everyone who is interested. Our UX researcher will try to create a good balance of wiki contributors, e.g. in terms of wiki experience, tech experience, editing preferences, gender, disability and more. If you’re a fit, she will reach out to you to schedule an appointment. We’re looking forward to seeing you, [[m:User:Thereza Mengs (WMDE)| Thereza Mengs (WMDE)]] <!-- Messaggio inviato da User:Thereza Mengs (WMDE)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=WMDE_Technical_Wishes/Technical_Wishes_News_list_all_village_pumps&oldid=25956752 --> ==Inizio PCTO in Emilia-Romagna== Ciao. Segnalo l'inizio del [[Progetto:WikiDonne/PCTO ERT 2024|percorso PCTO]] che WikiDonne ha avviato per il 2024 in Emilia-Romagna: [[Progetto:Scuole/Liceo Bassi di Bologna|sede di Bologna]] (su donne e lavoro) e [[Progetto:Scuole/Liceo Tassoni di Modena|Modena]] (su donne e Resistenza). Domani è il primo incontro, spero non ci siano intoppi (blocchi IP o altro). Sarebbe utile avere il flag di creatore utenze, ma qui non l'ho mai fatto e non so nemmeno dove chiederlo. Ogni aiuto è benvenuto, grazie, --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|disc.]]) 11:55, 17 gen 2024 (CET) :{{ping|Camelia.boban}} Scusa, ho letto solo ora (purtroppo durante la settimana non sono molto presente qui). Serve ancora il flag? E per quanto tempo potrebbe servirti? Nel caso avvisami e te lo assegno. &mdash; [[Utente:Hippias|<span style="font-family:Georgia, serif">Hippias</span>]] <sup>([[Discussioni utente:Hippias|msg]])</sup> 14:45, 20 gen 2024 (CET) ::Grazie {{ping|Hippias}}, abbiamo fatto. Fortunatamento i ragazzi avevano fatto la registrazione prima dell'incontro. Abbiamo avuto problemi nell'accedere al sito (blocco della scuola sui progetti Wikimedia), ma questa è un'altra cosa. Nel caso avessi bisogno di altro (il PCTO finisce a maggio), ti scrivo magari direttamente sulla tua pagina utente. --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|disc.]]) 16:55, 20 gen 2024 (CET) == Voto del regolamento del comitato di coordinamento del codice universale di condotta. == <section begin="announcement-content" /> :''[[m:Special:MyLanguage/wiki/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter/Announcement - voting opens|Su Meta-wiki trovi questo messaggio tradotto in altre lingue.]] [https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Special:Translate&group=page-{{urlencode:wiki/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter/Announcement - voting opens}}&language=&action=page&filter= {{int:please-translate}}]'' Ciao a tutti, Vi contatto per annunciare che è aperto il voto per il regolamento del [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee|Comitato di coordinamento del codice universale di condotta]] (U4C). I volontari delle comunità possono [[m:Special:MyLanguage/Universal_Code_of_Conduct/Coordinating_Committee/Charter/Voter_information|votare e commentare il regolamento tramite SecurePoll]] da ora fino al '''2 febbraio 2024'''. Coloro che hanno espresso commenti durante l'elaborazione delle [[foundation:Special:MyLanguage/Policy:Universal_Code_of_Conduct/Enforcement_guidelines|linee guida di applicazione del codice universale di condotta]] noteranno le similitudini nel processo. La [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter|versione attuale del regolamento del comitato di coordinamento del codice universale di condotta]] è su Meta-wiki, sono disponibili le traduzioni. Leggi il regolamento, vota e condividi questo annuncio con gli altri volontari. Il comitato di creazione dello U4C conta sulla tua partecipazione. A nome del team del progetto UCoC,<section end="announcement-content" /> [[m:User:RamzyM (WMF)|RamzyM (WMF)]] 19:07, 19 gen 2024 (CET) <!-- Messaggio inviato da User:RamzyM (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Global_message_delivery&oldid=25853527 --> == Attenzione! Lavori in corso. ;-) == Salve a tutti, ho invitato i miei studenti a creare un'utenza Wikimedia per creare insieme il libro [[Introduzione alla stampa 3D]]. Le loro utenze le trovate [[Utente:Galessandroni/3H|qua]]. Se fanno danni, per favore, avvisatemi che ho un discreto potere persuasivo. Sui risultati, invece, non posso garantire. [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 17:06, 23 gen 2024 (CET) == Utenze di coppia per PCTO ERT == Ciao. Alcuni ragazzi, dovendo [[Progetto:Scuole/Liceo Alessandro Tassoni di Modena|lavorare]] in coppia, hanno creato [[Utente:Vielo.07|un'utenza unica]] per lavorare. Non vedo da nessuna parte se sia accettoto oppure i ragazzi devono fare un'altra utenza, ping {{ping|Hippias}}, Grazie, --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|disc.]]) 15:56, 30 gen 2024 (CET) ::Risolto, grazie, hanno fatto le utenze mancanti. :[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|disc.]]) 22:34, 30 gen 2024 (CET) == Ultimi giorni per votare per il regolamento del comitato di coordinamento del codice universale di condotta == <section begin="announcement-content" /> :''[[m:Special:MyLanguage/wiki/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter/Announcement - voting reminder|Su Meta-wiki trovi questo messaggio tradotto in altre lingue.]] [https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Special:Translate&group=page-{{urlencode:wiki/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter/Announcement - voting reminder}}&language=&action=page&filter= {{int:please-translate}}]'' Ciao a tutti, Vi contatto per ricordare a tutti che periodo utile per votare per il regolamento del [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee|Comitato di coordinamento del codice universale di condotta]] (U4C) si concluderà il '''2 febbraio'''. I volontari delle comunità possono [[m:Special:MyLanguage/Universal_Code_of_Conduct/Coordinating_Committee/Charter/Voter_information|votare e commentare il regolamento tramite SecurePoll]] fino al 2 febbraio. Coloro che hanno espresso commenti durante l'elaborazione delle [[foundation:Special:MyLanguage/Policy:Universal_Code_of_Conduct/Enforcement_guidelines|linee guida di applicazione del codice universale di condotta]] noteranno le similitudini nel processo. La [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter|versione attuale del regolamento del comitato di coordinamento del codice universale di condotta]] è su Meta-wiki, sono disponibili le traduzioni. Leggi il regolamento, vota e condividi questo annuncio con gli altri volontari. Il comitato di creazione dello U4C conta sulla tua partecipazione. Cordiali saluti,<section end="announcement-content" /> [[m:User:RamzyM (WMF)|RamzyM (WMF)]] 17:59, 31 gen 2024 (CET) <!-- Messaggio inviato da User:RamzyM (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Global_message_delivery&oldid=25853527 --> == IMPORTANTE: Revisione dell'attività degli amministratori == Ciao. Nel 2013 è stata adottata, come da [[:m:Requests for comment/Activity levels of advanced administrative rights holders/Summary/it|consenso della comunità globale]], una policy che riguarda la rimozione dei "diritti avanzati" (di amministratore, burocrate, amministratore dell'interfaccia, ecc): come stabilito da questa linea guida, gli [[:m:Stewards/it|Steward]] stanno rivedendo le attività degli amministratori su tutti i wiki della Wikimedia Foundation che non hanno una policy locale sull'inattività. Per quanto a nostra conoscenza, il vostro progetto non dispone di un processo formale per rimuovere i "diritti avanzati" dagli account inattivi. Ciò significa che gli steward si occuperanno di ciò applicando la policy sulla [[:m:Admin activity review/it|revisione dell'attività degli amministratori]]. Abbiamo stabilito che i seguenti utenti soddisfano i criteri di inattività (nessuna modifica e nessuna azione di registro per più di 2 anni): #[[Speciale:Contributi/Pietrodn|Pietrodn]] (burocrate, amministratore, amministratore dell'interfaccia) Questi utenti riceveranno presto un avviso, in cui si chiederà loro di avviare una discussione comunitaria (se abbiano intenzione di mantenere alcuni o tutti i loro diritti). Invece, se gli utenti non dovessero rispondere, i loro diritti avanzati verranno rimossi dagli steward. In ogni caso, se voi, in quanto comunità, voleste creare un vostro processo di revisione dell'attività degli amministratori che sostituisca quello globale, o voleste prendere un'altra decisione riguardo i detentori di quei diritti che risultassero inattivi, o aveste già una policy approvata che non abbiamo notato, vi preghiamo di avvisarci nell'[[:m:Stewards' noticeboard|apposita pagina su Meta-Wiki]], in modo che possiamo venire a conoscenza di non dover procedere con la revisione dei diritti nel vostro progetto. Grazie, [[Utente:Superpes15|Superpes15]] ([[Discussioni utente:Superpes15|disc.]]) 18:53, 7 feb 2024 (CET) == <span lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr">Announcing the results of the UCoC Coordinating Committee Charter ratification vote</span> == <div lang="en" dir="ltr" class="mw-content-ltr"> <section begin="announcement-content" /> :''[[m:Special:MyLanguage/wiki/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter/Announcement - results|You can find this message translated into additional languages on Meta-wiki.]] [https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Special:Translate&group=page-{{urlencode:wiki/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter/Announcement - results}}&language=&action=page&filter= {{int:please-translate}}]'' Dear all, Thank you everyone for following the progress of the Universal Code of Conduct. I am writing to you today to announce the outcome of the [[m:Special:MyLanguage/Universal_Code_of_Conduct/Coordinating_Committee/Charter/Voter_information|ratification vote]] on the [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter|Universal Code of Conduct Coordinating Committee Charter]]. 1746 contributors voted in this ratification vote with 1249 voters supporting the Charter and 420 voters not. The ratification vote process allowed for voters to provide comments about the Charter. A report of voting statistics and a summary of voter comments will be published on Meta-wiki in the coming weeks. Please look forward to hearing about the next steps soon. On behalf of the UCoC Project team,<section end="announcement-content" /> </div> [[m:User:RamzyM (WMF)|RamzyM (WMF)]] 19:23, 12 feb 2024 (CET) <!-- Messaggio inviato da User:RamzyM (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Global_message_delivery&oldid=26160150 --> == Avrei finito ma... == Ciao a tutti. Ho scritto [[Robotica educativa]]. Il lavoro è terminato, mancherebbe solo un bel PDF che probabilmente farò in LaTeX o affini, ma non subito. Nel frattempo, avevo aggiunto un capitolo sulla [[Robotica unplugged]] che penso di trasformare in un altro testo (tratta un argomento differente e non chiuderebbe mai il testo). Il punto è che se andiamo [https://it.wikibooks.org/wiki/Speciale:EspandiTemplate?wpInput=%7B%7BTemplate:Bollettino%7C1=Robotica_educativa%7D%7D#Bollettino qui] troviamo tutte le pagine che ho spostato (come sottomoduli dell'ancora inesistente [[Robotica unplugged]]) per via dei <nowiki>#RINVIA</nowiki> generati dallo spostamento delle pagine. '''Domanda''': devo nominare queste pagine per la cancellazione a una, a una? Dopodiché, per quel che mi riguarda, il libro può andare in stampa. Ogni contributo, revisione, miglioramento, ecc., ecc. sarà benvenuto. Grazie a tutti, [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 15:43, 22 feb 2024 (CET) :{{ping|Galessandroni}} Non ti preoccupare, appena ho tempo (magari già oggi, più tardi) vado a cercare i redirect e li elimino. Secondo me conviene già creare anche la pagina principale di ''Robotica unplugged'', anche se è ancora un abbozzo, perché così sarebbe tutto più ordinato e facile da trovare per lavorarci. Per dubbi, chiedi pure e buon lavoro. &mdash; [[Utente:Hippias|<span style="font-family:Georgia, serif">Hippias</span>]] <sup>([[Discussioni utente:Hippias|msg]])</sup> 15:52, 22 feb 2024 (CET) ::{{ping|Hippias}} Emmm... sì, è nella lista delle cose da fare insieme a [[Introduzione alla stampa 3D]]. Questa seconda sarà un PCTO (scritta dai miei studenti). Siate umani con loro, mi raccomando. [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 16:42, 22 feb 2024 (CET) == [[Introduzione alla stampa 3D]] == Per favore, non contribuite a questo testo, almeno fino alla fine dell'anno scolastico. E' un PCTO della mia classe (sul quale i ragazzi saranno valutati) e verrà realizzato insieme a Wikimedia Italia. Poi, liberi tutti! Grazie e... ogni suggerimento è benvenuto! [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 19:51, 27 feb 2024 (CET) == Sono disponibili la relazione sulla ratifica del regolamento del comitato U4C e l'invito a candidati per il comitato == <section begin="announcement-content" /> :''[[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Election/2024/Announcement – call for candidates| Puoi trovare questo messaggio tradotto in altre lingue su Meta-wiki.]] [https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Special:Translate&group=page-{{urlencode:Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Election/2024/Announcement – call for candidates}}&language=&action=page&filter= {{int:please-translate}}]'' Buongiorno, vi scrivo per fornirvi due informazioni importanti. In primo luogo è ora disponibile la [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter/Vote results|relazione sui commenti sulla la ratifica del regolamento del Comitato di coordinamento del codice universale di condotta (U4C)]]. In secondo luogo, fino al 1° aprile 2024 è aperto l'invito a presentare candidature per lo U4C. Il [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee|Comitato di coordinamento del codice universale di condotta]] (U4C) è un comitato globale il cui scopo è quello di provvedere all'attuazione coerente ed equa del codice universale di condotta. I volontari delle comunità dei progetti sono invitati a presentare le loro candidature per il comitato U4C. Per maggiori informazioni sulle responsabilità dello U4C, vi invito a fare riferimento al [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Charter|regolamento del comitato U4C]]. Da regolamento di sono 16 posti: otto sono a disposizione per le comunità in senso ampio e 8 sono a carattere regionale in modo da assicurare che il comitato rappresenti la diversità del movimento. Maggiori informazioni e come presentare la candidatura si trovano su [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Election/2024|Meta-wiki]]. A nome del Team del progetto UCoC,<section end="announcement-content" /> [[m:User:RamzyM (WMF)|RamzyM (WMF)]] 17:24, 5 mar 2024 (CET) <!-- Messaggio inviato da User:RamzyM (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Global_message_delivery&oldid=26276337 --> == Selezione del 2024 dei membri del Board di Wikimedia Foundation == <section begin="announcement-content" /> : ''[[m:Special:MyLanguage/Wikimedia Foundation elections/2024/Announcement/Selection announcement| Potete trovare questo messaggio tradotto in altre lingue su Meta-wiki.]]'' : ''<div class="plainlinks">[[m:Special:MyLanguage/Wikimedia Foundation elections/2024/Announcement/Selection announcement|{{int:interlanguage-link-mul}}]] • [https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Special:Translate&group=page-{{urlencode:Wikimedia Foundation elections/2024/Announcement/Selection announcement}}&language=&action=page&filter= {{int:please-translate}}]</div>'' Buongiorno, Quest'anno termina il mandato di 4 (quattro) dei membri del Board di Wikimedia Foundation scelti dalla comunità e dagli affiliati [1]. Il Board invita tutto il movimento a partecipare al processo di selezione di quest'anno e a votare per trovare dei membri per questi seggi. Il [[m:Special:MyLanguage/Wikimedia Foundation elections committee|comitato elettorale]] supervisionerà questo processo con il supporto del personale di Wikimedia Foundation [2]. Il Comitato per la governance del Board ha creato un gruppo di lavoro per la selezione del Board, il gruppo è composto da Dariusz Jemielniak, Nataliia Tymkiv, Esra'a Al Shafei, Kathy Collins e Shani Evenstein Sigalov, che non possono essere candidati al processo di selezione degli amministratori della comunità e degli affiliati per il 2024 [3]. Il gruppo ha il compito di supervisionare il processo di selezione dei membri del Board per il 2024 e di tenere informato il Board. Maggiori dettagli sui ruoli del Comitato elettorale, del Board e dello staff sono disponibili qui [4]. Di seguito il calendario pianificato: * Maggio 2024: Invito a presentare candidature e domande * Giugno 2024: Gli affiliati votano per la pre-selezione di 12 candidati (non vi sarà pre-selezione se si presentano 15 o meno candidati) [5]. * Giugno-agosto 2024: campagna elettorale * Fine agosto/inizio settembre 2024: due settimane di votazione comunitaria * Ottobre-novembre 2024: Controllo del background dei candidati selezionati * Riunione del Board nel dicembre 2024: entrata in carica dei nuovi amministratori Per saperne di più sul processo di selezione per il 2024 - compresa la tempistica dettagliata, il processo di candidatura, le regole della campagna e i criteri di eleggibilità degli elettori - si può consultare la [[m:Special:MyLanguage/Wikimedia Foundation elections/2024|questa pagina Meta-wiki]]. '''Volontari delle elezioni''' Un altro modo per partecipare al processo di selezione del 2024 è quello di essere un volontario elettorale. I volontari elettorali sono un ponte tra il comitato elettorale e la rispettiva comunità. Aiutano a garantire che la loro comunità sia rappresentata e la mobilitano a votare. Per saperne di più sul programma e sulle modalità di adesione, consultare questa [[m:Special:MyLanguage/Wikimedia Foundation elections/2024/Election Volunteers|pagina su meta-wiki]]. Cordiali saluti, [[m:Special:MyLanguage/User:Pundit|Dariusz Jemielniak]] (Governance Committee Chair, Board Selection Working Group) [1] https://meta.wikimedia.org/wiki/Special:MyLanguage/Wikimedia_Foundation_elections/2021/Results#Elected [2] https://foundation.wikimedia.org/wiki/Committee:Elections_Committee_Charter [3] https://foundation.wikimedia.org/wiki/Minutes:2023-08-15#Governance_Committee [4] https://meta.wikimedia.org/wiki/Wikimedia_Foundation_elections_committee/Roles [5] Anche se il numero ideale è di 12 candidati per 4 seggi aperti, il processo di pre-selezione verrà attivato se ci sono più di 15 candidati, perché gli 1-3 candidati che vengono eliminati potrebbero sentirsi esclusi e sarebbe molto faticoso per gli affiliati portare avanti il processo di pre-selezione per eliminare solo 1-3 candidati dalla lista dei candidati.<section end="announcement-content" /> [[User:MPossoupe_(WMF)|MPossoupe_(WMF)]]20:56, 12 mar 2024 (CET) <!-- Messaggio inviato da User:MPossoupe (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Global_message_delivery&oldid=26349432 --> == La tua wiki presto sarà in modalità solo lettura == <section begin="server-switch"/><div class="plainlinks"> [[:m:Special:MyLanguage/Tech/Server switch|Leggi questo messaggio in un'altra lingua]] • [https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Special:Translate&group=page-Tech%2FServer+switch&language=&action=page&filter= {{int:please-translate}}] [[foundation:|Wikimedia Foundation]] scambierà il traffico tra i suoi data center. Lo scopo è accertarsi che Wikipedia e le altre wiki Wikimedia riescano a rimanere online anche dopo un disastro. Tutto il traffico sarà commutato il giorno '''{{#time:j xg|2024-03-20|it}}'''. Il test avrà inizio alle '''[https://zonestamp.toolforge.org/{{#time:U|2024-03-20T14:00|en}} {{#time:H:i e|2024-03-20T14:00}}]'''. Sfortunatamente, a causa di alcune limitazioni di [[mw:Special:MyLanguage/Manual:What is MediaWiki?|MediaWiki]], tutte le attività di modifica dovranno essere interrotte mentre si effettua il cambio. Ci scusiamo per il disagio, stiamo lavorando per minimizzarlo in futuro. '''Sarai in grado di leggere, ma non di modificare, tutte le wiki per un breve periodo di tempo.''' *Il giorno {{#time:l j xg Y|2024-03-20|it}} non sarà possibile effettuare modifiche per al massimo un'ora. *Se proverai a modificare o a salvare durante il periodo di sospensione, vedrai apparire un messaggio d'errore. Speriamo che nessuna modifica venga persa durante questi pochi minuti, ma non possiamo garantirlo. Se vedi apparire il messaggio di errore, per cortesia attendi fino a che non sia tornato tutto alla normalità. Da quel momento potrai salvare le tue modifiche. È comunque consigliabile fare prima una copia delle modifiche, per essere pronti a ogni eventualità. ''Altre conseguenze'': *I processi in background saranno più lenti e alcuni potrebbero interrompersi. I link rossi potrebbero non essere aggiornati velocemente come al solito. Se crei una voce per cui esiste già un link entrante a partire da un'altra voce, il collegamento rimarrà rosso più a lungo del solito. Alcuni script in esecuzione di lunga durata dovranno essere fermati. * La distribuzione del codice dovrebbe avvenire normalmente come le altre settimane. Tuttavia, alcuni blocchi nell'aggiornamento del codice potrebbero avvenire puntualmente se l'operazione lo dovesse richiedere in seguito. * [[mw:Special:MyLanguage/GitLab|GitLab]] non sarà disponibile per circa 90 minuti. Il progetto potrebbe essere posticipato se necessario. Puoi [[wikitech:Switch_Datacenter|leggere la tabella di marcia su wikitech.wikimedia.org]]. Ogni cambiamento sarà annunciato nella tabella di marcia. Ci saranno ulteriori avvisi riguardo a questo test. Un banner apparirà su tutte le wiki 30 minuti prima dell'inizio dell'operazione. '''Per favore, condividi queste informazioni con la tua comunità.'''</div><section end="server-switch"/> [[user:Trizek (WMF)|Trizek (WMF)]], 01:01, 15 mar 2024 (CET) <!-- Messaggio inviato da User:Trizek (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Non-Technical_Village_Pumps_distribution_list&oldid=25636619 --> == Se copio da me medesimo è copyviol? == Salve a tutti, nel paragrafo [[Robotica unplugged/Non te lo dico|Non te lo dico]] di [[Robotica unplugged]] (e - di questo passo - in altri che devo ancora scrivere) secondo [https://copyvios.toolforge.org/?lang=it&project=wikibooks&oldid=452055&action=search&use_engine=1&use_links=1 Earwig's '''Copyvio Detector'''] c'è materiale copiato. In effetti è vero, ma ho copiato da un mio articolo. Non ho firmato cessioni di copyright (per l'IEEE ho firmato un documento di questo tipo, quindi me lo ricorderei), pertanto l'autore sono io e i diritti sono miei. '''DOMANDA''': posso copiare il mio materiale senza pormi problemi o devo cambiare testo/forma, ecc. Perdonatemi, è un semplice fatto di pigrizia, oltre che era scritto bene. Grazie e ciao,<br> [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 17:44, 5 apr 2024 (CEST) :Ciao {{ping|Galessandroni}}, domanda ostica! Credo che dipenda dalle clausole previste dall'editore con cui hai pubblicato. Non hai ceduto il tuo diritto d'autore, ma può darsi che l'editore conservi ancora il diritto di pubblicazione del testo, e se lo pubblichi altrove potrebbe decidere di rivalersi su di te per danni (è un'ipotesi puramente teorica, eh!). Bisogna vedere cosa prevede il contratto di edizione, quanto dura, quali sono i canali di pubblicazione ecc. Però per risponderti con certezza servirebbe un esperto in diritto d'autore. Proverei a chiedere all'oracolo o allo sportello informazioni su Wikipedia, lì hai maggiori probabilità di trovare qualcuno che se sa più di me. &mdash; [[Utente:Hippias|<span style="font-family:Georgia, serif">Hippias</span>]] <sup>([[Discussioni utente:Hippias|msg]])</sup> 18:07, 5 apr 2024 (CEST) ::Grazie @[[Utente:Hippias|Hippias]], tra parentesi nel capitolo [[Robotica unplugged/Bibliografia|Bibliografia]] l'articolo è citato. Io ho inviato sì il mio articolo, ma non ho mai firmato nulla. L'editore è l'Università Politecnica delle Marche e il curatore un caro amico, sul versante legale non vedo problemi. ::Ma se la mettiamo così, per prudenza cambio la prosa (mi costa pochissimo) e ne usciamo tutti più tranquilli.<br> [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 19:33, 5 apr 2024 (CEST) :::@[[Utente:Hippias|Hippias]] ho seguito il tuo consiglio. Ora secondo [https://copyvios.toolforge.org/?lang=it&project=wikibooks&oldid=452067&action=search&use_engine=1&use_links=1 Earwig's '''Copyvio Detector'''] è tutto a posto. Mi secca molto il fatto che non posso usare quello che '''io''' ho scritto di mio pugno. Ma questa è un'altra storia e, come era solito dire Michael Ende, dovrà essere raccontata un'altra volta.<br> [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 19:59, 5 apr 2024 (CEST) ::::{{ping|Galessandroni}} Il problema è che il diritto d'autore è un tema scivoloso e quando si pubblica un testo in genere si cede il diritto di pubblicazione a un editore. Purtroppo però non ho proprio idea di come si regolino le riviste scientifiche sul fronte copyright degli autori, farò delle ricerche perché può essere interessante per il futuro. Nel dubbio, modificare il testo è stata la scelta più saggia (dubito che l'università sarebbe mai passata per le vie legali, però avrebbe potuto pretendere la cancellazione del testo, quindi c'era il rischio di seccature...). &mdash; [[Utente:Hippias|<span style="font-family:Georgia, serif">Hippias</span>]] <sup>([[Discussioni utente:Hippias|msg]])</sup> 21:38, 5 apr 2024 (CEST) :::::Grazie @[[Utente:Hippias|Hippias]], :::::Nelle riviste scientifiche (vedi il mio [https://scholar.google.it/citations?user=IiN-pToAAAAJ trascurabile caso personale]) si lavora quasi sempre con '''cessione di copyright'''. E lì i dubbi non ci sono. :::::Poi, esistono altre riviste, le cosiddette ''open access'', che usano licenze Creative Commons ma le più disparate. La maggior parte la CC BY, quindi perfettamente compatibili con noi. Ma alcune usano la CC BY-NC-SA. :::::Inutile dire che ogni autore vuole essere citato, pertanto una rivista che cita per danni un'altra perché un articolo viene riportato (virgolettato e con citazione) corrisponderebbe a un suicidio aziendale. Ma pure questa è un'altra storia.<br> [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 19:28, 6 apr 2024 (CEST) == Perché Amazon sì e AliExpress no? == Salve a tutti, Nel capitolo [[Robotica unplugged/ViBot]] descrivo come costruire un robottino. Un punto importante è fornire il costo. Ora, se utilizzo Amazon nessuno batte ciglio. Se inserisco un link ad AliExpress (molto più economico, anche se lento e con una politica resi pessima) vengo additato come il peggiore dei criminali. Morale: AliExpress costa circa un decimo di Amazon, ma non perché ha una politica verso i lavoratori poco etica. Le cose nelle due aziende sono equipollenti, semplicemente Amazon spedisce velocemente e ha una buona politica resi; invece AliExpress spedisce lentamente e la sua politica resi lascia a desiderare. Ma i prezzi su AliExpress sono circa un quinto/un decimo di quelli di Amazon e - per grandi quantità - se un componente è difettoso ci ho comunque guadagnato. MORALE: perché posso consigliare ai lettori solo il venditore più caro?<br> [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 16:33, 11 apr 2024 (CEST) :Ciao {{ping|Galessandroni}}, giusta osservazione. Quello di cui parli però non è un filtro locale, sembra una impostazione globale di Wikimedia. Resta da capire perché AliExpress è bloccato e Amazon no. Provo a pingare {{ping|Wim b}} che ne sa sempre di più ;) &mdash; [[Utente:Hippias|<span style="font-family:Georgia, serif">Hippias</span>]] <sup>([[Discussioni utente:Hippias|msg]])</sup> 14:51, 12 apr 2024 (CEST) ::{{Ping|Galessandroni}} Confermo che hai fatto attivare la black list anti-spam, che è globale. Oltretutto, se non ho visto male anche Amazon.com sarebbe bloccata, a appunto, .com… --[[User talk:Wim b|Wim b]] 12:52, 13 apr 2024 (CEST) :::@[[Utente:Wim b|Wim b]] grazie per la risposta. :::Non voglio fare il monello e utilizzare un mio server ''ad minchiam'' che rimanda alla qualunque. Sarebbe un comportamento decisamente scorretto, inoltre: se abbiamo deciso che AliExpress e Amazon.com sono brutti, cattivi et coetera un motivo ci sarà. :::Tuttavia, perché dire "qui puoi acquistare il mio materiale con un click" e "qua divertiti un po' tu a cercare, ma sappi che ti costerà molto meno". :::Tutto qui e... prometto che ora mi taccio per sempre, sennò questa discussione non finirà mai (anche perché credo questo sia il bar sbagliato). :::E, (tra parentesi) grazie per le risposte,<br> [[Utente:Galessandroni|<span style="color:green">'''Giacomo Alessandroni'''</span>]] <sup>[[Discussioni Utente:Galessandroni|<span style="color:blue">'''Parliamone!'''</span>]]</sup> 17:58, 17 apr 2024 (CEST) ::::{{ping|Galessandroni}} Ha tutta l'aria di essere una svista di chi gestisce il filtro globale, se glielo si fa presente sono abbastanza sicuro che aggiungerà anche la versione italiana di Amazon alla lista nera ;) &mdash; [[Utente:Hippias|<span style="font-family:Georgia, serif">Hippias</span>]] <sup>([[Discussioni utente:Hippias|msg]])</sup> 14:41, 19 apr 2024 (CEST) == Vota ora per selezionare i membri del primo U4C == <section begin="announcement-content" /> :''[[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Election/2024/Announcement – vote opens|Puoi trovare questo messaggio tradotto in altre lingue su Meta-wiki.]] [https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Special:Translate&group=page-{{urlencode:Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Election/2024/Announcement – vote opens}}&language=&action=page&filter= {{int:please-translate}}]'' Buongiorno, vi scrivo per informarvi che il periodo di votazione per il Comitato di coordinamento per il Codice universale di condotta (U4C) è aperto fino al 9 maggio 2024. Leggete le informazioni sulla [[m:Special:MyLanguage/Universal Code of Conduct/Coordinating Committee/Election/2024|pagina di votazione su Meta-wiki]] per saperne di più sul voto e sull'idoneità al voto. Il Comitato di coordinamento del Codice universale di condotta (U4C) è un gruppo globale dedicato all'attuazione equa e coerente dello UCoC. I membri della comunità sono stati invitati a presentare le loro candidature per l'U4C. Per maggiori informazioni e per le responsabilità dell'U4C, si prega di [[m:Special:MyLanguage/Codice universale di condotta/Comitato di coordinamento/Carta|rivedere la carta dell'U4C]]. Vi preghiamo di condividere questo messaggio con i membri della vostra comunità affinché anche loro possano partecipare. A nome del Team del progetto UCoC,<section end="announcement-content" /> [[m:User:RamzyM (WMF)|RamzyM (WMF)]] 22:19, 25 apr 2024 (CEST) <!-- Messaggio inviato da User:RamzyM (WMF)@metawiki usando l'elenco su https://meta.wikimedia.org/w/index.php?title=Distribution_list/Global_message_delivery&oldid=26390244 --> 76151fgbarqqmv681pl7crcl3goxul2 Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Barcellona Pozzo di Gotto/Barcellona Pozzo di Gotto - Basilica minore di San Sebastiano 0 46628 453046 397219 2024-04-26T09:11:15Z 2001:B07:A56:CDE0:8943:196B:63D:370F wikitext text/x-wiki {{disposizioni foniche di organi a canne}} [[File:Organo-barcellona.jpg|miniatura|Organo chiesa S.Sebastiano, Barcellona Pozzo di Gotto]] * '''Costruttore:''' Tamburini * '''Anno:''' 1966 * '''Restauri/modifiche:''' * '''Registri:''' 41 * '''Canne:''' ? * '''Trasmissione:''' elettrica * '''Consolle:''' mobile * '''Tastiere:''' 3 di 61 note * '''Pedaliera:''' radiale di 32 note * '''Collocazione:''' ai lati del presbiterio {| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;" | style="vertical-align:top" | | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''I - ''Positivo (espressivo)''''' ---- |- |Principale || 8' |- |Flauto a camino || 8' |- |Ottava || 4' |- |XV || 2' |- |Ripieno 4 file || 1 1/3' |- |Sesquialtera 2 file || 2 2/3 1 3/5' |- |<span style="color:#8b0000;">Cromorno</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |Tremolo |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''II - ''Grande Organo''''' ---- |- |Principale || 16' |- |Principale || 8' |- |Flauto traverso || 8' |- |Corno camoscio || 8' |- |Ottava || 4' |- |Flauto in VIII || 4' |- |XV || 2' |- |Ripieno 6 file || 1 1/3' |- |<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Tromba orizzontale</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |Chiarina || 4' |- |Voce umana || 8' |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''III - ''Recitativo espressivo''''' ---- |- |Bordone || 16' |- |Corno di notte || 8' |- |Salicionale || 8' |- |Viola da gamba || 8' |- |Flauto a becco || 4' |- |Nazardo || 2 2/3' |- |Flautino || 2' |- |Ripieno 3 file || 2' |- |<span style="color:#8b0000;">Oboe</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |Voce celeste || 8' |- |Tremolo |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Pedale''' ---- |- |Contrabbasso || 16' |- |Subbasso || 16' |- |Bordone || 16' |- |Basso || 8' |- |Flauto tappato || 8' |- |Bordone || 8' |- |Quinta decima || 4' |- |Flauto || 4' |- |Ripieno 4 file || 2 2/3' |- |<span style="color:#8b0000;">Trombone</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Fagotto</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Chiarina</span> || <span style="color:#8b0000;">4'</span> |- |} |} {{Avanzamento|100%|4 settembre 2020}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]] psewlxo35v46u2i4s4cj9m5jgo6sk7x 453047 453046 2024-04-26T09:13:30Z Josam93 50962 wikitext text/x-wiki {{disposizioni foniche di organi a canne}} [[File:Organo-barcellona.jpg|miniatura|Organo chiesa S.Sebastiano, Barcellona Pozzo di Gotto]] * '''Costruttore:''' Tamburini * '''Anno:''' 1966 * '''Restauri/modifiche:''' * '''Registri:''' 41 * '''Canne:''' ? * '''Trasmissione:''' elettrica * '''Consolle:''' mobile * '''Tastiere:''' 3 di 61 note * '''Pedaliera:''' radiale di 32 note * '''Collocazione:''' ai lati del presbiterio {| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;" | style="vertical-align:top" | | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''I - ''Positivo (espressivo)''''' ---- |- |Principale || 8' |- |Flauto a camino || 8' |- |Ottava || 4' |- |XV || 2' |- |Ripieno 4 file || 1 1/3' |- |Sesquialtera 2 file || 2 2/3 1 3/5' |- |<span style="color:#8b0000;">Cromorno</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |Tremolo |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''II - ''Grande Organo''''' ---- |- |Principale || 16' |- |Principale || 8' |- |Flauto traverso || 8' |- |Corno camoscio || 8' |- |Ottava || 4' |- |Flauto in VIII || 4' |- |XV || 2' |- |Ripieno 6 file || 1 1/3' |- |<span style="color:#8b0000;">Tromba</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Tromba orizzontale</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Chiarina</span> || <span style="color:#8b0000;">4'</span> |- |Voce umana || 8' |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''III - ''Recitativo espressivo''''' ---- |- |Bordone || 16' |- |Corno di notte || 8' |- |Salicionale || 8' |- |Viola da gamba || 8' |- |Flauto a becco || 4' |- |Nazardo || 2 2/3' |- |Flautino || 2' |- |Ripieno 3 file || 2' |- |<span style="color:#8b0000;">Oboe</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |Voce celeste || 8' |- |Tremolo |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Pedale''' ---- |- |Contrabbasso || 16' |- |Subbasso || 16' |- |Bordone || 16' |- |Basso || 8' |- |Flauto tappato || 8' |- |Bordone || 8' |- |Quinta decima || 4' |- |Flauto || 4' |- |Ripieno 4 file || 2 2/3' |- |<span style="color:#8b0000;">Trombone</span> || <span style="color:#8b0000;">16'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Fagotto</span> || <span style="color:#8b0000;">8'</span> |- |<span style="color:#8b0000;">Chiarina</span> || <span style="color:#8b0000;">4'</span> |- |} |} {{Avanzamento|100%|4 settembre 2020}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne]] fbyh8z9pcqy7qi60w3x93b60mqk3gzj Disposizioni foniche di organi a canne/Italia/Emilia-Romagna/Provincia di Ferrara/Fiscaglia/Massa Fiscaglia - Chiesa dei Santi Pietro e Giacomo 0 51142 453050 441041 2024-04-26T11:42:15Z 5.90.60.235 wikitext text/x-wiki {{Disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore''': Giuseppe Cipriani * '''Anno''': 1838 * '''Restauri''': Fratelli Puggina (1870, ammodernamento), Annibale Puggina (1898, restauro), allievi di Puggina (1901, restauro), Eliseo Strozzi (1911, restauro e modifiche)<ref>Vennero aggiunti Campanelli e Grancassa, rimossi nei restauri successivi</ref>, Organaria Marciana (1959, restauro), Ruffatti (2004-2008, restauro) * '''Registri''': 34<ref>Comandi dei registri «a incastro» costituiti da manette lignee a scorrimento orizzontale. </ref> * '''Canne''': non rilevato * '''Trasmissione''': meccanica * '''Consolle''': a finestra, al centro della parete anteriore della cassa * '''Tastiere''': 1 di 56 note con prima ottava cromatica (''Do1-Sol5'', Bassi/Soprani ?) * '''Pedaliera''': a leggio di 21 note con prima ottava scavezza (''Do1-Do3'') * '''Collocazione''': in corpo unico, sulla cantoria in controfacciata * '''Accessori''': ''Tiratutti'' del Ripieno<ref>Pedaletto a incastro sul lato destro della finestra, sopra alla pedaliera</ref>, ''Organo Eco''<ref>Pedaletto a incastro al centro della finestra, sopra alla pedaliera</ref>,''Tremolo''<ref>Pedaletto a incastro sul lato sinistro della finestra, sopra alla pedaliera</ref>, ''Espressione''<ref>Pedaletto a incastro sul lato sinistro della finestra, accanto alla pedaliera, per apertura delle gelosie laterali</ref> * '''Note''': la disposizione fonica è stata ricavata dall'annotazione della tavola dei registri {| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;" | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Colonna di sinistra - ''Concerto''' ---- |- |Voce Umana||8' |- |Viola||8' Bassi |- |Viola||8' Soprani |- |Flauto in VIII||4' Bassi |- |Flauto in VIII||4' Soprani |- |Flauto in XII||2.2/3' |- |Flauto Dolce||8' Soprani |- |Eco - Flautone||16' Soprani |- |Eco - Flutta||8' Soprani |- |Eco - Trombe||16' Soprani |- |Eco - Clarinetto||8' Soprani |- |Ottavino||2' Soprani |- |Trombe||8' Bassi |- |Trombe||8' Soprani |- |Corno Inglese||16' Soprani |- |Fagotto||8' Bassi |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Colonna di destra - ''Ripieno''' ---- |- |Principale||8' Bassi |- |Principale||8' Soprani |- |Principale||16' Bassi |- |Principale||16' Soprani |- |Ottava||4' Bassi |- |Ottava||4' Soprani |- |Quintadecima||2' |- |Decimanona||1.1/3' |- |Vigesima Seconda||1' |- |Vigesima Sesta||2/3' |- |Vigesima Nona||1/2' |- |Trigesima Terza||1/3' |- |Trigesima Sesta||1/4' |- |} {| border="0" | colspan=2 | '''Pedale''' ---- |- |Contrabbassi||16' |- |Ottava ||8' |- |Duodecima ||5.1/3' |- |Quintadecima ||4' |- |Bombardone ||16' |- |} |} ==Note== <references /> ==Bibliografia== {{cita libro| nome=Roberto | cognome=Manzoli | titolo=Massafiscaglia. Storia di una comunità | città=Ferrara | editore=Este Edition | anno=2016 | pp=214-225 | ISBN=8867041657 }} ==Altri progetti== {{ip|w=Chiesa dei Santi Pietro e Giacomo (Fiscaglia)|w_preposizione=sulla|w_etichetta=Chiesa dei Santi Pietro e Giacomo (Fiscaglia)}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Massafiscaglia- Chiesa dei Santi Pietro e Giacomo]] 6525inkl5pxoihkb1ez14x87ipeu5e9 453051 453050 2024-04-26T11:42:48Z 5.90.60.235 wikitext text/x-wiki {{Disposizioni foniche di organi a canne}} * '''Costruttore''': Giuseppe Cipriani * '''Anno''': 1838 * '''Restauri''': Fratelli Puggina (1870, ammodernamento), Annibale Puggina (1898, restauro), allievi di Puggina (1901, restauro), Eliseo Strozzi (1911, restauro e modifiche)<ref>Vennero aggiunti Campanelli e Grancassa, rimossi nei restauri successivi</ref>, Organaria Marciana (1959, restauro), Ruffatti (2004-2008, restauro) * '''Registri''': 34<ref>Comandi dei registri «a incastro» costituiti da manette lignee a scorrimento orizzontale. </ref> * '''Canne''': non rilevato * '''Trasmissione''': meccanica * '''Consolle''': a finestra, al centro della parete anteriore della cassa * '''Tastiere''': 1 di 56 note con prima ottava cromatica (''Do1-Sol5'', Bassi/Soprani ?) * '''Pedaliera''': a leggio di 21 note con prima ottava scavezza (''Do1-Do3'') * '''Collocazione''': in corpo unico, sulla cantoria in controfacciata * '''Accessori''': ''Tiratutti'' del Ripieno<ref>Pedaletto a incastro sul lato destro della finestra, sopra alla pedaliera</ref>, ''Organo Eco''<ref>Pedaletto a incastro al centro della finestra, sopra alla pedaliera</ref>,''Tremolo''<ref>Pedaletto a incastro sul lato sinistro della finestra, sopra alla pedaliera</ref>, ''Espressione''<ref>Pedaletto a incastro sul lato sinistro della finestra, accanto alla pedaliera, per apertura delle gelosie laterali</ref> * '''Note''': la disposizione fonica è stata ricavata dall'annotazione della tavola dei registri {| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;" | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Colonna di sinistra - ''Concerto''' ---- |- |Voce Umana||8' |- |Viola||8' Bassi |- |Viola||8' Soprani |- |Flauto in VIII||4' Bassi |- |Flauto in VIII||4' Soprani |- |Flauto in XII||2.2/3' |- |Flauto Dolce||8' Soprani |- |Eco - Flautone||16' Soprani |- |Eco - Flutta||8' Soprani |- |Eco - Trombe||16' Soprani |- |Eco - Clarinetto||8' Soprani |- |Ottavino||2' Soprani |- |Trombe||8' Bassi |- |Trombe||8' Soprani |- |Corno Inglese||16' Soprani |- |Fagotto||8' Bassi |- |} | style="vertical-align:top" | {| border="0" | colspan=2 | '''Colonna di destra - ''Ripieno''' ---- |- |Principale||8' Bassi |- |Principale||8' Soprani |- |Principale||16' Bassi |- |Principale||16' Soprani |- |Ottava||4' Bassi |- |Ottava||4' Soprani |- |Quintadecima||2' |- |Decimanona||1.1/3' |- |Vigesima Seconda||1' |- |Vigesima Sesta||2/3' |- |Vigesima Nona||1/2' |- |Trigesima Terza||1/3' |- |Trigesima Sesta||1/4' |- |} {| border="0" | colspan=2 | '''Pedale''' ---- |- |Contrabbassi||16' |- |Ottava ||8' |- |Duodecima ||5.1/3' |- |Quintadecima ||4' |- |Bombardone ||8' |- |} |} ==Note== <references /> ==Bibliografia== {{cita libro| nome=Roberto | cognome=Manzoli | titolo=Massafiscaglia. Storia di una comunità | città=Ferrara | editore=Este Edition | anno=2016 | pp=214-225 | ISBN=8867041657 }} ==Altri progetti== {{ip|w=Chiesa dei Santi Pietro e Giacomo (Fiscaglia)|w_preposizione=sulla|w_etichetta=Chiesa dei Santi Pietro e Giacomo (Fiscaglia)}} [[Categoria:Disposizioni foniche di organi a canne|Massafiscaglia- Chiesa dei Santi Pietro e Giacomo]] 252gegyrmwb67neug4m5qdg86y9k04c Wikibooks:GUS2Wiki 4 51801 453038 452754 2024-04-25T19:32:13Z Alexis Jazz 37143 Updating gadget usage statistics from [[Special:GadgetUsage]] ([[phab:T121049]]) wikitext text/x-wiki {{#ifexist:Project:GUS2Wiki/top|{{/top}}|This page provides a historical record of [[Special:GadgetUsage]] through its page history. To get the data in CSV format, see wikitext. To customize this message or add categories, create [[/top]].}} I dati che seguono sono estratti da una copia ''cache'' del database, il cui ultimo aggiornamento risale al 2024-04-25T09:30:08Z. Un massimo di {{PLURAL:5000|un risultato è disponibile|5000 risultati è disponibile}} in cache. {| class="sortable wikitable" ! 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L'Inquisizione perseguitava soprattutto i [[w:converso|conversos]] ebrei (chiamati dagli spagnoli ''marranos'', che significa “maiali”) – quegli ebrei che si erano convertiti al cattolicesimo per evitare la persecuzione ma che erano sempre sospettati di “ricadere” nelle pratiche ebraiche o di essere segretamente ebrei. Tra il 1480 e il 1808 caddero vittime dell'Inquisizione circa {{FORMATNUM:350000}} conversos spagnoli; molti furono bruciati sul rogo. Alcuni fuggirono a Salonicco (Salonicco), Venezia, Amsterdam, Londra e nel Nuovo Mondo, in particolare in Messico. I cuori degli ebrei in tutto il Mediterraneo erano galvanizzati dalla speranza che il Messia sarebbe apparso da un momento all'altro e l'universo sarebbe stato guarito e perfezionato. Le sofferenze di quel periodo furono spesso interpretate dai cabalisti e da altri leader religiosi ebrei come i “dolori del parto” del messia, orchestrati da Dio per far precipitare l'era messianica. In effetti apparvero diverse figure di messia e “profeti”, che fecero appello sia ai conversos che agli ebrei apertamente praticanti. Offrivano la speranza per una soluzione politica alla sofferenza degli ebrei, così come la forza spirituale per sopportarla. Alcuni erano decisi a guidare eserciti di veri credenti per sconfiggere le “potenze del male” e riportare gli ebrei in Terra Santa; alcuni altri cercavano di influenzare il destino attraverso la preghiera, i miracoli e la magia (a volte chiamata [[w:Cabala pratica|Cabala pratica]]); altri (soprattutto conversos) trovarono significato nel rinnovare il loro impegno nei confronti dei riti e dei costumi religiosi ebraici tradizionali. E altri ancora si concentrarono sullo sviluppo di una consapevolezza spirituale interiore – l'esperienza diretta di Dio attraverso quella che è stata chiamata Cabala estatica, un percorso che forniva una realtà alternativa alle tragiche circostanze in cui si trovavano. La maggior parte dei messia e dei leader spirituali che apparvero, combinavano elementi di tutti questi approcci. La convinzione che Dio si fosse interessato direttamente del loro benessere inviando loro un messia portò conforto. [[w:Moshe Idel|Moshe Idel]], nella sua opera perspicace ''Messianic Mystics'', propone che sia stata la rivelazione divina, o un'esperienza mistica di qualche tipo, a dare impulso a ciascuna delle figure messianiche. Per alcuni si trattava di una rivelazione irripetibile, vissuta attraverso la grazia di Dio, che cambiava la vita, mentre altri sostennero la comunione interiore tramite i loro sforzi dedicati e concentrati nella meditazione, generalmente utilizzando il modello abulafiano delle pratiche dei nomi. Idel lo definisce "the ecstatic model, in which the major messianic activity occurred on the intellectual level, and in personal ecstasy as a prophetic experience".<ref> Idel, ''Messianic Mystics'', p. 127. Utilizza il termine “intellettuale” per indicare l'uso della mente e delle tecniche mentali per scopi di concentrazione.</ref> Questi messia tradussero le loro esperienze interiori nella base della loro missione esterna, ma pochi insegnarono apertamente le loro pratiche di meditazione a grandi gruppi di discepoli. Alcuni messia tentarono di influenzare il potere divino utilizzando i ''kavanot'' cabalistici e gli ''yihudim'' lurianici, ripetendo e manipolando i santi nomi e le preghiere per realizzare il ''tikun olam''. Cercarono di accelerare la redenzione creando l'armonia cosmica e “riparando” l’universo, sulla falsariga dei ''tikunim'' di Luria. Alcuni dei messia che apparvero, come Rabbi [[:en:w:Joseph De La Reina|Joseph De La Reina]] alla fine del XV secolo, andarono anche oltre. Credevano di poter costringere il Messia ad apparire impegnandosi in atti magici che avrebbero effettivamente alterato la storia. C'era una serie di libri che pretendevano di essere stati scritti da Dio stesso (ma che in realtà erano scritti da cabalisti anonimi) che contenevano incantesimi magici che potevano distruggere il reame demoniaco. Le esperienze mistiche dei praticanti "were viewed as a means of attaining and eventually transmitting magical information. Heavenly revelation is now the channel for the descent of supernal magic, the main tool for the annihilation of the powers of evil as well as bringing of the redemption".<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 129.</ref> Tra i messia apparsi in questo periodo c'era un calzolaio converso di nome Ludovico Diaz, di Setubal, Portogallo; tra i suoi discepoli c'era il medico converso del vescovo del Portogallo, che tornò all'ebraismo. Alla fine, lui e i suoi seguaci furono condannati dall'Inquisizione e bruciati vivi. Ines de Herrera era una profetessa di una famiglia conversa che ricevette la visita dello spirito di sua madre dopo la sua morte, consigliandole di impegnarsi in atti di carità. Poi le fu data un'esperienza interiore di luce, che le portò messaggi dai reami superni sulla venuta del profeta Elia, che avrebbe annunciato il messia. Ella predisse che alcuni segni sarebbero apparsi dal cielo per annunciare la sua venuta. In una visione vide le anime di coloro che erano stati torturati e bruciati dall'Inquisizione. Digiunava frequentemente, secondo la legge ebraica, e osservava il Sabbath, esortando i suoi seguaci a fare lo stesso. A quel tempo, in tutta l'Europa cattolica, le pratiche religiose ebraiche ordinarie come il digiuno, la carità, l'osservanza del Sabbath e le leggi alimentari ebraiche divennero dichiarazioni estreme di fede nell'ebraismo e nel messia. Un altro profeta apparve nello stesso periodo vicino a Venezia tra gli ebrei ashkenaziti.<ref>Gli ebrei che discendevano dalla comunità spagnola venivano chiamati ''[[w:sefarditi|sefarditi]]'', anche se alla fine vivevano in paesi come la Polonia. Gli ebrei originari del resto d'Europa venivano chiamati [[w:aschenaziti|ashkenaziti]], anche se non provenivano dalla stessa Germania.</ref> Asher Leimlin della Germania fu attivo nell'Italia settentrionale solo per pochi anni del XVI secolo, anche se la sua reputazione fu poi diffusa in tutta Europa dai suoi seguaci. Studente del misticismo del nome secondo Abulafia e del vocabolario dell'ascesa interiore nel carro, la merkavah, documenta il suo uso di combinazioni di lettere e nomi per viaggiare nei reami celesti e ricevere rivelazioni divine, alcune da un'entità femminile chiamata ''Tefillah'' (preghiera), che insiste sull'importanza della corretta recitazione delle preghiere. Leimlin predisse l'imminente venuta del messia e invocò atti di pentimento, carità e digiuno. Quando morì e il messia non era ancora apparso, molti dei suoi discepoli persero la fede nell'ebraismo e si convertirono al cristianesimo. Un'altra figura messianica dopo l'espulsione fu Rabbi [[:en:w:Abraham ben Eliezer Halevi|Abraham ben Eliezer ha-Levi]], che sviluppò una serie di veglie chiamate ''mishmarot'' (lunghe sessioni di preghiere extra) che secondo lui avrebbero aiutato ad alleviare le sofferenze delle persone nel periodo precedente la venuta del messia. Altre espressioni religiose tradizionali furono reindirizzate verso fini messianici. Erano attività pericolose a quei tempi, a causa della minaccia dell'Inquisizione. Tuttavia, Rabbi Abraham diffuse coraggiosamente i suoi scritti riguardanti “il segreto della redenzione” a un pubblico entusiasta in gran parte dell'Europa. All'inizio del XVII secolo, in Messico si verificò un fenomeno interessante, quando tra i conversos apparvero diverse donne messia. Tra loro spiccano Dona Juana Enriquez e Ines Pereira, che in realtà erano venerate come potenziali madri del messia, poiché era impossibile concepire il messia come se non fosse maschio! Tuttavia il braccio dell'Inquisizione le raggiunse; furono accusate di “giudaizzare” e condannate a morte. Dona Juana Enriquez ispirava così tanta fede nei suoi seguaci che l'Inquisizione riferì: {{citazione|Tra i giudaizzanti di questo regno, venne acclamata come la perfetta e santa ebrea perché la vedevano [come] una grande digiunatrice e recitatrice di preghiere... [Fu venerata anche] per le tante elemosine che dispensava a coloro che osservavano la sua legge decaduta o per le loro buone azioni... Forse, a causa del suo falso zelo, molti morirono come ebrei. Ella li fece prestare ascolto alla legge di Mosè nei loro ultimi respiri, dicendo loro che ciò era necessario alla loro salvezza. Una donna non potrebbe essere più audace.|Citato in Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', pp. 101–102}} I seguaci di Ines Pereira credevano intensamente nel suo ruolo messianico. È difficile non pensare a parallelismi con il culto della Vergine Maria nel cattolicesimo. {{citazione|Sembra che non appena fu abbastanza grande per usare la ragione, cominciò a giudaizzare perché all'età di sette anni osservava la legge di Mosè. La ragione di ciò era che tutti i suoi parenti... erano falsamente convinti che questa giovane ebrea avrebbe dato alla luce il messia. [Un parente] convinse i suoi figli e le sue figlie di ciò e così li costrinse a osservare la legge di Mosè. Anche per questo, da giovane, la vestirono con una tunica di voile. La posizionavano poi al centro del salotto e la circondavano di candele accese. La veneravano e l'adoravano come la persona dalla quale sarebbe nato il loro redentore e capo. Senza dubbio lo aspettavano durante la sua prima gravidanza, e quando nacque il bambino tutti i suoi parenti digiunarono [come espressione di ringraziamento al Signore].|Citato in Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 102}} === David Reubeni e Shlomo Molkho === {{vedi anche|:en:w:David Reubeni|:en:w:Solomon Molcho|etichetta1=David Reubeni|etichetta2=Shlomo Molkho}} David Reubeni e Shlomo Molkho furono due importanti figure messianiche della prima metà del XVI secolo che combinarono la loro visione politica esteriore di liberazione con quella mistica e magica. L’attrazione di entrambe queste figure era basata sul mito delle dieci tribù perdute che si sarebbero radunate e avrebbero marciato verso Gerusalemme sotto la guida del Messia. Reubeni assunse il suo nome come simbolo della tribù perduta di [[w:Ruben (Bibbia)|Reuben]] (רְאוּבֵן ''Rəʾūven''). Probabilmente era di origine ebraica araba, anche se il suo preciso luogo di origine non è mai stato stabilito. Viaggiò in Italia e in altre zone d'Europa, dove affermò di essere fratello di un re ebreo in una terra lontana e capo della sua forza militare, la cui missione era quella di riconquistare la Terra Santa dai turchi con l'aiuto di truppe ebraiche e cristiane radunate da tutta Europa. Fu accettato dal Papa e da altri governanti cristiani che inizialmente gli offrirono protezione, a patto che non giudaizzasse i loro conversos. Un giovane portoghese di nome [[w:Shlomo Molcho|Diogo Pires]], di una famiglia conversa, incontrò Reubeni alla corte di Giovanni II del Portogallo nel 1525. Pires vide in Reubeni il comandante delle forze del messia e si rigiudaizzò, “travolto, come altri conversos, in passione apocalittica”.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 104.</ref> Cambiò il suo nome in [[w:Shlomo Molcho|Shlomo Molkho]] (che significa “Salomone suo re”) e si circoncise. Molkho scrisse della sua esperienza mistica interna al momento della sua circoncisione: {{citazione|E dopo che fui sigillato con il sigillo del mio Creatore, mi apparvero cose terribili, grandi e potenti, e grandi segreti, e mi fecero conoscere le cose nascoste della sapienza della santa Kabbalah e le grandi combinazioni tra le sefirot e mi mostrò i tesori della sapienza e illuminò il mio cuore con l'insegnamento del nostro Dio. E poi mi ordinarono di andare nel regno di Turchia... Ma ora dirò la verità davanti a colui che ha fatto il cielo e la terra, che non mi sono circonciso né ho viaggiato secondo il comando della carne e del sangue, ma secondo la volontà del Signore nostro Dio.|Shlomo Molkho, ''The Beast of the Reed'' {{Lingue|he}}, A. Z. Aescoly, cur., (Parigi, 1938), pp. 7–8}} Da un giorno all'altro, a quanto pare miracolosamente, Molkho divenne esperto nella Cabala, cosa attestata da tutte le autorità del suo tempo che erano stupite dal suo genio e dalla portata della sua conoscenza. Sembra avesse molte rivelazioni divine, iniziate anche prima della sua circoncisione e continuate per tutta la sua vita. Le rivelazioni ruotavano attorno ai segreti della redenzione e al senso nascosto dei testi biblici, e si traducevano in una chiara visione messianica. Affermando di essere il messia, Molkho, insieme a Reubeni, che era diventato il suo profeta, intraprese un programma di predicazione ai conversos di tutta Europa; visitarono anche vari governanti europei per ottenerne il sostegno alla loro campagna militare per liberare la Terra Santa. Molkho insegnava che il Messia esiste in ogni momento, in ogni generazione, come forza positiva che neutralizza le energie negative e impure attive nella creazione. Idel commenta che "the messiah is conceived of as the antidote to the impure influx descending from above. In fact, he must return in every generation in order to ensure the preservation of the world, to maintain the cosmos against the centrifugal force of chaos. Therefore, the redemptive role of the messiah is not only a matter of a certain final act or series of acts performed during the ''eschaton'' (the final days), but is an ongoing activity performed throughout common history".<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 150.</ref> Il ruolo del messia qui ricorda la leggenda dello ''tsadik'' (il giusto o virtuoso) che sostiene il mondo. A volte è manifesto e a volte nascosto, ma la sua presenza nel mondo è essenziale per la sua continuazione. Nel brano seguente, Molkho definisce la sua idea in termini di incarnazione del messia dal tempo di Abele, figlio del primo uomo, Adamo, attraverso Mosè, fino ad ogni messia che si incarna per vincere il potere del male, simboleggiato come serpente del Giardino dell'Eden. {{citazione|Abele è Mosè, che è Abele, perché tutte le liberazioni sono compiute da lui, perché la sua anima trasmigrerà nel messia, ed è per questo che lui [Mosè] è stato sepolto all'estero. “Qual è il guadagno dell’uomo da tutto il suo lavoro che fatica sotto il sole”, se la redenzione non arriva? E lui [Salomone] rispose: “Una generazione va, un’altra generazione viene”, cioè è una necessità che il messia venga, perché egli è [equivalente al] potere di Satana [e] del serpente, e ha rimosso l’impurità del il serpente dal mondo, e questa è la ragione per cui se ne va, perché nello stesso momento e tempo in cui Israele si pentirà, sarà immediatamente redento... Questo è il motivo per cui in ogni generazione ci fu una persona [discendente] dai [figli di] Israele, degna e preparata per diventare il messia e compiere ciò che è stato scritto... “perché una generazione va e un’altra generazione viene, e la terra rimane per sempre”. [Ciò è] perché non può sussistere senza il messia, a causa dell'impurità del serpente... perché l'impurità del serpente si estende su tutte le sfere e proviene dal potere della settima sfera inferiore, che è quella della luna.|MS. Moscow-Guensburg}} [[File:Molcho.jpg|100px|right|Firma di Molkho con bandiera]] Reubeni e Molkho seguirono stili di vita ascetici che li facevano apparire santi e lontani dalle preoccupazioni mondane. Ispiravano pentimento e atti di carità. Conosciuti principalmente dalle generazioni successive come maghi con conoscenze segrete e capacità di predire il futuro, cercarono di utilizzare tecniche magiche, ottenute attraverso rivelazioni, per realizzare l'era messianica. Decorarono i “santi nomi divini” su speciali bandiere, scudi e spade.<ref>La bandiera di Molkho con i nomi divini è esposta nel Museo Ebraico di Praga.</ref> Quindi esercitavano un forte fascino su cristiani, ebrei, conversos e cripto-ebrei (quegli ebrei che praticavano la loro religione in segreto fingendosi cristiani). Durante i loro viaggi, Molkho e Reubeni si misero in pericolo e alla fine furono giustiziati dall'Inquisizione, probabilmente con l'accusa di aver convinto i conversos a tornare all'ebraismo. La loro esecuzione ispirò una maggiore fede nella loro purezza e nel martirio – la “santificazione del nome di Dio”. Molkho fu amico di [[w:Joseph Karo|Joseph Karo]], il famoso studioso del Talmud e codificatore legale, e la sua morte angosciò molto Karo. Da quel momento in poi, Karo sentìla voce di Mosè, della Mishnah e della Shekhinah che parlavano attraverso Molkho. Si trasferì a Safed, dove divenne uno dei principali cabalisti di Safed, compagno di Cordovero e Luria. === Sabbatai Zevi === {{vedi pedia|Sabbatai Zevi|Nathan di Gaza}} [[File:Brockhaus and Efron Jewish Encyclopedia e13 783-0.jpg|150px|left|Sabbatai Zevi]] [[File:Nathan of Gaza.jpg|150px|right|Nathan di Gaza]] Nel 1648, il massacro di {{FORMATNUM:100000-200000}} ebrei in Ucraina (il [[w:Rivolta di Chmel'nyc'kyj|pogrom di Chmielnicki]]) riaffermò la convinzione della comunità ebraica che fosse giunto il momento apocalittico. Desideravano ardentemente che Dio mandasse loro il messia che avrebbe portato la salvezza e la liberazione dalla sofferenza. Che il Messia potesse apparire nel loro tempo era una chiara possibilità per gli ebrei di quel periodo, come lo era in molti altri periodi della storia. Quanto peggiore è la situazione mondana, tanto maggiore è l'impulso che spinge il Messia a rivelarsi. Tale era la loro fede nell'amore e nella protezione divina! Come accennato in precedenza, si credeva che in ogni generazione ci fosse una persona degna che potesse essere il Messia per quel tempo, a condizione che le persone lo meritassero.<ref>Scholem scrive: “The talmudic statement that God had intended to make [the biblical eighth–seventh century bce] King Hezekiah the messiah indicated to the kabbalists that God sent a spark of the messiah-soul into this world in every generation.” (Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trans., p. 56.) Un libro cabalistico comunemente letto ai tempi di Sabbatai, citato da Scholem, dice:: “In every generation He creates one perfectly righteous man, worthy – like Moses – on whom Shekhinah rests, provided that also his generation merits it; . . . he will redeem Israel, but everything depends on the transmigration of the souls and their purification. It is in the hands of God whether to prolong or to hasten the creation of souls.” (''Emek ha-melekh'' [Valley of the King], folio 33a., cit. in Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., p. 56.)</ref> [[w:Nathan di Gaza|Nathan di Gaza]], che visse in Terra Santa e fu un ardente studioso della Cabala di Luria, si dichiarò il profeta del messia a venire. Seguendo le sue esperienze spirituali interiori, profetizzò che l'apparizione del Messia era imminente. Nel frattempo, nel 1648, [[w:Sabbatai Zevi|Sabbatai Zevi]] (1626–1676), un solitario studente ebreo di legge e misticismo a Izmir, in Turchia, esperto negli insegnamenti mistici lurianici e abulafiani, ebbe un'esperienza di illuminazione interiore e si rivelò come il messia. Recitò pubblicamente il nome “esplicito” proibito di Dio e annunciò che era giunto il momento della redenzione. Purtroppo, però, la sua dichiarazione fu accolta con freddezza e venne scomunicato dalle autorità religiose. Bandito da Izmir, Sabbatai andò a Salonicco, dove persistette nella sua chiamata divina; poi, durante un viaggio in Israele, incontrò Nathan di Gaza, che gli confermò che era davvero lui il messia. Per circa i successivi quindici anni, Sabbatai e Nathan portarono la notizia della messianicità di Sabbatai a un numero lentamente crescente di devoti nelle comunità ebraiche del bacino del Mediterraneo, dalla Turchia all'Inghilterra, all'Egitto e alla Palestina. Sebbene i rabbini nella maggior parte dei paesi inizialmente respinsero le sue affermazioni, alla fine quasi tutti sottoscrissero il suo ruolo di messia. C'era tra gli ebrei una grande estasi ed eccitazione per il fatto che finalmente il Messia fosse arrivato, che Dio non li avesse abbandonati alla sofferenza eterna. Credevano che sarebbero tornati in Terra Santa in trionfo. La pietra angolare dell'insegnamento di Sabbatai era la sua esperienza di una rivelazione personale di Dio, che chiamò ''sod ha-elohut'', il segreto della divinità, la cui vera natura rivelò solo a pochi discepoli ai quali fece giurare di mantenere il segreto. Si ritiene tuttavia che alla maggior parte di loro lo abbia rivelato solo parzialmente, poiché non avevano un livello spirituale sufficientemente elevato per comprenderlo. Non scrisse mai della sua rivelazione né ne parlò pubblicamente e non ci sono descrizioni di prima mano di ciò che intendesse, anche se sembrava essere basato sul viaggio spirituale interiore di Sabbatai e sulla sua esperienza mistica del Dio interiore.<ref>Un libro attribuito a Sabbatai, il ''Raza de-mehimanuta'' (Mistero della vera fede), che tratta questo insegnamento segreto, è considerato un falso scritto da Abraham Miguel Cardozo, uno dei suoi discepoli, che lo attribuì al suo maestro. (Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 109.)</ref> Shabatai diceva spesso di avere esperienza del “suo Dio”.<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 197.</ref> Non usava la terminologia cabalistica o alcun linguaggio umano per descrivere questa esperienza di Dio. [[:en:w:Yehuda Liebes|Yehuda Liebes]], studioso israeliano contemporaneo di misticismo ebraico, commenta: “The God known to Shabatai Tsevi was more easily found in his soul than in his mind. In a letter to his brother, referring to his previous incarnations as well as his current life, he wrote that his God was the true One that only I have known for generations and for whom I have so strenuously toiled”.<ref>Lettera pubblicata da A. Amarillo, “Sabbatean Documents from the Saul Amarillo Collection” {{he}}, ''Sefunot'' 5 (1961): 266–268; cit. in Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 110.</ref> Ci sono resoconti in un documento chiamato ''Apocalisse Yemenita'' che Sabbatai visse uno specifico evento mistico nel 1650, quando durante la sua meditazione ascese attraverso i sette livelli interni delle sefirot, da ''malkut'' attraverso ''hesed'', fino a raggiungere finalmente la terza sefirah di ''binah'' (comprensione), che è considerata la "madre" o la fonte di tutte le sefirot sottostanti.<ref>Cfr. Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., pp. 146–47; Idel, ''Messianic Mystics'', p 193.</ref> Scholem propone che questo sia ciò che Sabbatai intendeva con il segreto della divinità: che egli si fondeva al livello di ''binah'', entrando così nel reame divino e sperimentando la divinità. È possibile che questa sia l'esperienza descritta da molti sufi e mistici indiani, del proprio vero sé superiore identico a Dio – si realizza la propria vera identità spirituale, che è dell'essenza di Dio – uno stato che i mistici indiani chiamano "Io Sono Quello". I metodi utilizzati da Nathan e Sabbatai per ottenere la rivelazione di Dio probabilmente coinvolgevano alcune tecniche di meditazione cabalistica insegnate da Abulafia, Luria e altri mistici ebrei, ed erano il risultato di uno sforzo prolungato e concentrato. Nathan “dichiara esplicitamente che certe cose che gli vennero da ‘anime elevate e sante’ furono ‘rivelate... per mezzo del potere della concentrazione meditativa e delle formule di unificazione (''hitbodedut'' e ''yihudim'')’”.<ref>Come citato in Scholem, ''Researches in Sabbateanism'', p. 19; cit. Idel, ''Messianic Mystics'', p. 198.</ref> ''Hitbodedut'', come abbiamo visto in precedenza discutendo l'uso biblico e sufi del termine, implica l'autoisolamento dalle distrazioni esterne ed sono tecniche di concentrazione mentale che combinano nomi divini. Nathan disse inoltre di aver ricevuto rivelazioni sul Messia da un angelo. Nathan insegnò che la statura del messia non dipende dal suo essere un operatore di miracoli, ma piuttosto dalla sua trasformazione in un essere divino, “il carro della Luce di Vita”, attraverso un processo mistico. Questa trasformazione “investe il messia con un nuovo tipo di esistenza, che gli permette di essere chiamato divino”.<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 203.</ref> Nathan sentiva che i risultati ottenuti da Gesù erano rovinati dai suoi miracoli. [[w:Moshe Idel|Moshe Idel]] riassume: {{citazione|Having built up the possibility that a man may become a complete divine being, Nathan now turns to the personality of his messiah. He argues that unlike the mystical attainment of the messiah, which is defined in terms of becoming a merkavah, a chariot of the divinity, Jesus’ claim to incarnation is built upon another argument, which turned out to be the reason for Jesus’ failure and ultimately the reason for the deception of the Jewish people. He proved to be a false messiah because the standard for measurement of this claim was his ability to perform signs and wonders. Herein lies the fault, for the people believed primarily in this magical aspect of his messianism...<br/> Actually, Nathan of Gaza alters the popular Jewish attitude toward Jesus. According to the Shabatean prophet, the theological problem was not that Jesus was deified, as many Jewish thinkers would argue, for that is just the rank that the messiah should attain. The cardinal failure was in Jesus presenting himself as a wonder worker. It may then be inferred that the process of deification of the messiah will take place only after he has perfected the lower world. This transformation into the chariot of the Light of Life invests the messiah with a new type of existence, which allows him to be called divine. By being absorbed into the divine structure, apparently after following a certain mystical path, one is able to be deified and so become messiah.|Idel, ''Messianic Mystics'', pp. 202–203}} Se i miracoli di Gesù raccontati nei Vangeli siano effettivamente avvenuti o meno a livello fisico, o se fossero riferimenti simbolici alla guarigione interiore, al nutrimento e al risveglio da uno stato di morte spirituale, non è nostra preoccupazione.<ref>Si veda in merito la mia ''[[Serie cristologica]]''.</ref> Tuttavia, è degno di nota il fatto che Natan usò le storie dei miracoli di Gesù per illustrare una verità importante: che la dipendenza dai miracoli non può portare molto lontano spiritualmente. La redenzione spirituale – la liberazione dello spirito – non può essere realizzata attraverso un agente esterno. Ciò eliminerebbe qualsiasi ruolo che l'individuo deve svolgere nel processo. L'individuo deve fare uno sforzo e impegnarsi per una vita spirituale. Yehuda Liebes, nel suo illuminante studio sulla vita e la carriera di Sabbatai, afferma che Sabbatai era interessato principalmente a una redenzione spirituale, piuttosto che politica. Stava cercando di riscattare la religione stessa, di rinnovarla attraverso l'insegnamento della vera esperienza di Dio. La sua redenzione della religione significava liberare l'anima individuale dalle restrizioni della religione stessa. Il vero esilio, per Sabbatai, “è l'esilio della religione, e il suo luogo di esilio è la tradizione fossilizzata, che ha da tempo dimenticato le sue radici e i suoi scopi”.<ref>Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 106.</ref> Scrisse a suo fratello: “Poiché non hanno il vero Dio, la loro Torah non è Torah”. {{citazione|A sense that the Torah had fossilized, coupled with a hope for reform and renewal, had once resulted in a dramatic and ritual breakthrough in ''halakhic'' [legal] prohibitions, mainly those under penalty of karet [transgressions punishable with death by Heaven], turning them into commandments. Shabateans had an ambivalent attitude to religion: On the one hand, they aspired to its renewal, reform, and redemption; and on the other, they wanted to destroy, punish, and relinquish religion. This was their attitude to other religions as well. Latent in this phenomenonis also the explanation of one of Shabateanism’s greatest paradoxes – a movement for the redemption of Judaism that at times leads to apostasy.|Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 106}} L'affermazione di Sabbatai alla sua divinità, ad aver avuto l'esperienza personale di Dio, era eretica rispetto alla religione ebraica classica, poiché significava che un essere umano poteva diventare Dio attraverso la pratica mistica. Sebbene Abulafia e la sua cerchia avessero scritto sulla ''unio mystica'' (unione mistica), il raggiungimento di quell'alto livello spirituale era generalmente considerato impossibile per i mortali; era solo per esseri soprannaturali. Ciò dimostra che convenzionalmente si presupponeva che gli esseri umani, mentre si trovavano nel corpo, non potessero subire una trasformazione spirituale totale. Si presuppone che l'uomo non possa liberarsi totalmente della sua natura fisica. Tuttavia, secondo alcuni studiosi, le esperienze e gli scritti di numerosi mistici ebrei smentiscono tale assunto e dimostrano che sono possibili vari gradi di unione mistica. In definitiva, era inconcepibile per l'establishment ebraico tradizionale immaginare un messia che iniziasse la sua vita come un essere umano comune. Era più facile concepire un essere soprannaturale, nato soprannaturale, che avrebbe portato la redenzione in un futuro nebuloso. La pretesa di divinità da parte di Sabbatai portava con sé anche il presupposto di fondo che lui e la sua esperienza fossero più alti della Torah e del Talmud, la struttura legale ereditata della religione. Stava dichiarando la sua libertà di agire indipendentemente dalla legge rabbinica e dalla moralità convenzionale, in un'audace dichiarazione di una nuova era governata da una legge superiore – la sua stessa legge acquisita attraverso la sua percezione di Dio. Per molti aspetti Sabbatai non era interessato alla percezione che il pubblico aveva di lui; era totalmente immerso e governato dalla sua personale esperienza mistica. Perfino Nathan di Gaza non riuscì a capirlo e proiettò le sue proprie convinzioni e interpretazioni cabalistiche delle azioni e delle dichiarazioni di Sabbatai.<ref>Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 100.</ref> Nel 1664, dopo che i suoi primi due matrimoni furono annullati perché non consumati, Sabbatai sposò Sarah, una donna di discutibile virtù. È stato ipotizzato che Sabbatai vedesse se stesso come il profeta Osea, a cui Dio ordinò di sposare una prostituta per dimostrare l'infedeltà del popolo di Israele verso Dio e l'eterna fedeltà di Dio alla Sua alleanza con loro. Sarah fu proiettata come la donna caduta diventata vergine attraverso il suo matrimonio con Sabbatai, che l'aveva redenta e resa virtuosa. I discepoli di Sabbatai lo elevarono allo status di re e Sarah a regina. La redenzione era basata sulla loro accettazione di Sabbatai come messia e sulla loro fede nella sua divinità. Avrebbero fatto qualunque cosa lui avesse detto loro di fare, che avesse senso o no, che seguisse norme morali o meno. Era al di sopra della legge e poteva agire come voleva. Creò perfino una nuova preghiera: “Benedetto sii tu, o Dio, che hai permesso ciò che è proibito”. Alcune delle sue azioni, come il matrimonio con Sarah e la noncuranza dei divieti religiosi, furono spiegate utilizzando il concetto lurianico delle ''kelipot'', i gusci di materia grezza che imprigionano le scintille di luce liberate al momento della creazione. Nathan usò il concetto per spiegare perché Sabbatai avesse bisogno di compiere certe azioni immorali – per liberare le scintille imprigionate dalle ''kelipot''. Doveva discendere nel reame del male (le ''kelipot'') per liberare il bene (le scintille) che vi era imprigionato. Fu questa metafora a diventare il principio guida di Sabbatai e dei suoi seguaci. Nel 1666, Sabbatai si proclamò pubblicamente messia e fu denunciato al Sultano, che vide il potenziale di instabilità e slealtà emergere nella comunità ebraica. Sabbatai venne arrestato e imprigionato per un breve periodo. Nello stesso anno fu portato davanti al Sultano e gli furono offerte due opzioni: la morte o la conversione all'Islam. Scelse la conversione. Fu nominato Guardiano del palazzo del Sultano a [[w:Edirne|Edirne Sarayi]], una posizione d'onore. A Edirne, vicino ai confini greco e bulgaro nella Turchia occidentale, Sabbatai ricevette la visita di alcuni dei suoi discepoli, molti dei quali lo seguirono nell'apostasia. Durante gli anni trascorsi a Edirne, Sabbatai visse momenti di illuminazione interiore, dopo i quali predicò l'importanza della conversione all'Islam. Come vedremo più avanti, è possibile che durante questo periodo abbia avuto contatti con mistici musulmani sufi, il che spiegherebbe la sua ricettività alla conversione. Nel 1668 ebbe la “grande illuminazione” e insistette affinché i suoi seguaci si convertissero, dicendo che se non lo avessero fatto non sarebbe stato in grado di intercedere per loro presso Dio o di ricondurli in Terra Santa.<ref>Resoconti di Paul Rycaut, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 177.</ref> Sabbatai disse di aver adottato l'Islam perché Dio lo aveva voluto. Inizialmente non fornì altro motivo. Successivamente, Sabbatai e Nathan attribuirono la sua conversione alla necessità di raccogliere le scintille di luce sparse tra le ''kelipot'', i frammenti di materia grossolana. Per fare ciò, dovette scendere lui stesso in quel reame di grossolanità. Un altro motivo per la conversione, come propose in seguito Nathan per eliminare voci di vigliaccheria e tornaconto, fu che Sabbatai stava andando in esilio (nell'Islam) come espiazione per l'infedeltà del popolo di Israele, proprio come la Shekhinah è in esilio. Convertendosi diventava sacrificio e martire.<ref>Il lettore moderno non farà a meno di pensare che Sabbatai fu un gran furbacchione!</ref> Natan citerà il passo biblico: "Sei trafitto a causa delle iniquità del popolo" (cfr. {{passo biblico2|Isaia|53:5}}). In una lettera scrisse: "Sappiate dunque... che [è] lui e nessun altro, e oltre a lui non c'è salvatore d'Israele. E anche se si è messo sul capo la bella mitra [il turbante dell'Islam], la sua santità non è profanata, perché Dio ha giurato con la sua mano destra che non ingannerà. Questo è uno dei misteri di Dio, e nessuno che abbia qualche conoscenza dei misteri della Torah lo considererà strano."<ref>Corrispondenza di Jacob Sasportas, ''Sisath nobel Sevi'' (The Fading Flower of Tsevi), copia manoscritta fatta da Dr. Z. Schwarz, Isaiah Tishby, curr. (Gerusalemme, 1953), pp. 260–62; anche Baruch d'Arezzo, pp. 59–61 (con varienti minori); citato in Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., p. 741.</ref> Le affannate spiegazioni di Nathan avevano lo scopo di rendere accettabile ai suoi seguaci la conversione e il comportamento enigmatico (e, diciamolo, ipocritamente pavido) di Sabbatai. È difficile dire se Sabbatai condividesse queste idee, poiché non era sempre coerente nelle sue dichiarazioni. Il punto chiave è che Sabbatai fu sempre convenientemente fedele al suo Dio personale, alla volontà di Dio così come gli veniva, indipendentemente dalle tradizioni e dai tabù della religione. Scrisse in un messaggio ai suoi seguaci, citato in ''The Lost Messiah'' di [[:en:w:John Freely|John Freely]]: {{citazione|Know ye... that I recognized with great clarity that the true God... has willed that I should come with all my heart into the Islamic religion, the religion of Ishmael, to permit what it permits, and to forbid what it forbids, and to nullify the Torah of Moses until the time of the End.|Sabbatai citato in una lettera da Nathan ai loro seguaci, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', pp. 177–178}} Continua liberamente con la sostanza del messaggio di Sabbatai: {{citazione|Shabatai goes on to say that it is important for the glory of God that he should bring into Islam all those to whom he would reveal the Mystery of His Godhead. He answers those who said that he had become a Muslim on the strength of a vision, and that when the illumination left him he would regret what he had done. “This is not so,” he insists, ”for I did this on my own, through the great power and strength of the Truth and Faith which no wind in the world and no sages and prophets can cause me to leave my place... Thus speaks the master of Truth and Faith, the Turco [Turk] and Mesurman [Egyptian].”}} Durante questo periodo, racconta Israel Hazzan, uno dei devoti discepoli di Sabbatai che rimase ebreo, Sabbatai continuò a cantare sia canzoni sacre che canzoni d'amore secolari spagnole, inclusa la sua preferita, "Meliselda", che coloro che non ne capivano il significato mistico pensavano essere una lasciva canzone d'amore. (Quanto simile era la confusione di coloro che consideravano il biblico Cantico dei Cantici come una raccolta mondana di canti d'amore!) <blockquote> MELISELDA<br/> Sul monte io ascesi,<br/> Al fiume scesi,<br/> Meliselda lì incontrai,<br/> La figlia del re brillante e bella.<br/> Lì ho visto la ragazza splendente<br/> Mentre usciva dal bagno.<br/> La sua fronte arcuata scura come la notte,<br/> Il suo volto una scintillante spada di luce,<br/> Le sue labbra come coralli rossi e luminosi,<br/> La sua carne come latte, così incantevole e radiosa. <ref>Cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 85.</ref> </blockquote> In precedenza, prima della sua conversione, Sabbatai aveva insegnato il significato mistico di questa canzone. Vedeva se stesso, il messia, come lo sposo della Torah, che era l'incarnazione della Shekhinah, la presenza immanente “femminile” di Dio nella creazione. La Shekhinah, la Torah, era la sua sposa. Nella descrizione della bella Meliselda, Sabbatai comprese il profondo simbolismo mistico. Cantava spesso questa canzone alla Torah. Hazzan descrisse le vette spirituali che Sabbatai raggiunse nella sua meditazione dopo la sua conversione: “Quando Amirah<ref>Acronimo della designazione usata per Sabbatai: “Nostro Signore e Re, Sua Maestà sia esaltata!”</ref> praticava la solitudine con la sua anima santa, univa la sua anima [ai quattro mondi soprannaturali del cosmo cabalistico] e io vedevo tutto questo. Sia benedetto il Signore che mi è stato concesso di vedere il suo volto quando praticava questa solitudine".<ref>Israel Hazzan, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 179.</ref> Hazzan notò anche che Sabbatai e i suoi discepoli ricevevano spesso le visite di Nathan, e insieme facevano i preparativi per la seconda venuta o manifestazione di Sabbatai come messia, che avrebbe avuto luogo sette anni dopo la sua apostasia, nel 1673-74, "a quel punto Sabbatai avrebbe finito di ‘raccogliere il seme che era stato seminato tra i Gentili’". Ad un certo punto Sabbatai rivelò al gruppo che “Dio era come un giovane glorioso che gli somigliava [cioè, Sabbatai stesso]”.<ref>Israel Hazzan, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 179.</ref> È stato anche registrato che durante il suo esilio Sabbatai fu un buon amico di un derviscio sufi turco, un famoso poeta e mistico di nome Mahomet Niyazi (morto nel 1694, chiamato anche Niyazi Misri Dede). Niyazi era associato all'ordine dei dervisci [[w:Bektashi|Bektashi]]; arrivò a Edirne intorno al 1670, e fu allora che apparentemente incontrò Sabbatai, se non prima durante precedenti visite a Costantinopoli. I Bektashi erano noti per le loro credenze non ortodosse e persino eretiche e per le ostentate convenzioni religiose, inclusa l'incorporazione di pratiche mistiche cristiane e di altre pratiche non musulmane. Apparentemente, Sabbatai rimase nel monastero (''tekke'') di Niyazi durante le sue visite a Costantinopoli e lì fu iniziato all'ordine Bektashi. Ciò implica che divenne discepolo di Niyazi e accettò Niyazi come suo maestro. È probabile che Niyazi e Sabbatai trovassero una grande comunanza nei loro approcci altrettanto eretici. Scrive Freely: "Shabatai and Niyazi seemed to have a strong influence upon one another, which, given the extreme unorthodoxy of their views, could only take each of them even further from the accepted religious beliefs of Judaism and Islam".<ref>Freely, ''Lost Messiah'', p. 182.</ref> In molti modi la vita e gli insegnamenti di Sabbatai sono formati da una prospettiva tratta dalla Cabala; e la Cabala stessa, secondo lo studioso contemporaneo Paul Fenton, fu influenzata dal misticismo islamico durante il primo periodo del suo sviluppo in Spagna, sede dell'Islam in Europa. È in questo contesto che Fenton esamina le reciproche influenze del misticismo sufi ed ebraico su Niyazi e Shabatai. Fenton sottolinea che pochi studiosi hanno considerato l'influenza del sufismo sugli insegnamenti di Sabbatai fin dall'inizio della sua vocazione. Afferma che “the missing issue [in Scholem’s ‘masterful’ study of Shabatai] is the investigation of the role played by Shabatai’s Islamic background in forming his personality and doctrine”.<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi” in ''Approaches to Judaism in Medieval Times'', vol. III, no. 134, p. 81.</ref> Una delle aree di somiglianza esaminate da Fenton è l'uso del valore numerico delle lettere arabe negli scritti mistici di Niyazi, in un modo simile all'uso cabalistico della ''[[w:ghematria|gematria]]''. Menziona anche la fede dei Bektashi nella “reincarnazione e nella manifestazione divina in forma umana”,<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi,” p. 82.</ref> concetti paralleli alla fede di Sabbatai nel suo ruolo messianico. In entrambe le religioni prevaleva un'atmosfera di fervore messianico. Si pensava anche che Niyazi fosse l'adempimento delle predizioni messianiche. Fenton ripercorre la storia di Sabbatai e i probabili contatti con Niyazi. Conclude che ci sono buone possibilità che dal 1666 fino al suo esilio in Montenegro nel 1672 o 1673, Sabbatai possa essere stato un visitatore abituale del ''tekke'' di Niyazi: "Were it true, this tradition would also indicate that from its very inception, the Shabatean movement had contacts with the Dervish and Bektashi milieu. This concurs with the unambiguous testimony of Israel Hazzan, who reports that while in Edirne, Shabatai was wont to participate in Dervish prayer circles which would consist in the innumerable repetitions of the name of God. Later, as it is known, the Shabateans adopted a certain number of Bektashi doctrines and rituals".<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi,” p. 84.</ref> È del tutto possibile che Sabbatai e Niyazi condividessero un approccio universalista alla spiritualità, basato sulle loro esperienze mistiche interiori. Sembra che Sabbatai inizialmente avesse sperimentato un certo grado di realizzazione spirituale e avesse attirato un ampio seguito, alimentato dalle sue dichiarazioni e da quelle di Nathan sulla sua messianicità. Nonostante il fervore messianico che lo circondava e la sua convinzione di essere il messia, sentiva tuttavia che pochi dei suoi discepoli, se non nessuno, lo capivano. Ciò che intendeva con “messia” e “Dio” e ciò che essi comprendevano e proiettavano su di lui potrebbero essere state cose molto diverse. Il destino di Sabbatai lo portò all'Islam e infine all'iniziazione da parte di un derviscio sufi in un ordine mistico, i cui insegnamenti erano basati sulla trascendenza dei confini religiosi. Non si sa quale ruolo abbia avuto la sua conversione in questa trasformazione finale. La sua missione di rinnovamento spirituale lo portò a colmare la propria anima di una forma di devozione e di pratica mistica che esisteva al di fuori della pratica e del credo religioso ortodosso. La sua realizzazione spirituale portava con sé la convinzione che i confini restrittivi della religione dovessero essere infranti per poter percepire Dio direttamente. Sabbatai era piuttosto radicale e forse nessuno dei suoi seguaci capiva cosa stesse facendo o dicendo veramente. Anche in vita, per non parlare delle generazioni successive, fu interpretato come un sostenitore della conversione e del sincretismo multireligioso. Ma questa potrebbe essere stata solo una briciola della sua realizzazione spirituale. È anche difficile autenticare o valutare le accuse di comportamento immorale, ma è possibile che una certa confusione mentale e morale sia derivata dal concetto di discesa nel reame del male per liberare il bene. La conversione di Sabbatai all'Islam causò una grande crisi e frammentazione nella comunità ebraica. Aveva galvanizzato gli ebrei di tutto il bacino del Mediterraneo, e persino del Nord Europa, con le sue pretese di messia e la promessa di una redenzione imminente. Nonostante la sua conversione, molti erano ancora aggrappati alla fede in lui. Tra i suoi seguaci c'erano un gran numero di conversos o marrani, discendenti degli ebrei che erano stati costretti a convertirsi al cattolicesimo durante l'Inquisizione, ma erano tornati all'ebraismo nel secolo e mezzo successivo. Non erano così attaccati alle rigide osservanze dell'ebraismo e furono in grado di accettare il concetto di conversione. Molti di loro adottarono le usanze musulmane in superficie, ma continuarono con le osservanze ebraiche in privato. Una setta di questi seguaci sabbatei, conosciuta come [[w:Dunmeh|Dunmeh]], sopravvisse come comunità musulmana separata in Turchia fino al XX secolo. Ma per la maggior parte degli ebrei che non seguirono Sabbatai nella conversione o non accettarono il suo approccio sincretistico, la conversione di Sabbatai fu un tradimento e persero la fede in lui come messia. Nonostante il fatto che Sabbatai fosse diventato la figura messianica più influente nella storia religiosa ebraica dai tempi di Gesù, divenne rapidamente un tabù parlare di lui nei circoli religiosi convenzionali, e fu denigrato dalla maggior parte degli scrittori delle generazioni successive. Un altro impatto delle attività di Sabbatai (e delle attività di altri “messia” che lo seguirono) fu che la Cabala, che aveva goduto di un'accettazione quasi universale ai suoi tempi, divenne un anatema, poiché era associata all'eresia e all'apostasia. Tuttavia, molte delle idee di Sabbatai, in particolare la necessità di scendere nel reame del male per liberare il bene, influenzarono gli insegnamenti cabalistici e penetrarono anche nello chassidismo, in una forma diversa. La pratica del misticismo cabalistico fu comunque nascosta in alcuni luoghi, finché non riemerse sotto forma di chassidismo un secolo dopo. Dopo la morte di Sabbatai nel 1676, ci fu una proliferazione di movimenti messianici in Polonia e in altre aree d’Europa. Molte delle figure messianiche erano discepoli di Sabbatai o erano ispirati dai suoi successi e dal suo ruolo messianico. Alcuni erano sinceramente convinti della loro vocazione messianica; offrivano guida spirituale alla comunità ebraica secondo la loro percezione della volontà divina, insegnavano "segreti" cabalistici e sollecitavano il pentimento per prepararsi al tempo messianico. Altri sembravano voler portar avanti i propri interessi personali, cavalcando le onde dell'eccitazione e dell'isteria, e ricevendo la riverenza incondizionata della comunità ebraica disperata e credulona che era facilmente influenzata da storie di miracoli, mitologie complesse e previsioni di redenzione messianica. Quanto segue darà un'idea della varietà di messia che seguirono Sabbatai. La maggior parte di questi individui viaggiarono molto, portando i loro insegnamenti – generalmente variazioni dell'eredità sabbateana – ai discepoli in Europa, Nord Africa e Terra Santa. Anche la presenza di maestri imperfetti che tradiscono i propri discepoli può avere una conseguenza positiva in quanto può creare il desiderio che appaia un vero maestro spirituale o messia. Il fatto che alcuni messia si siano rivelati falsi non dissuase la gente dalla ricerca, anche se diede luogo a scomuniche occasionali e crisi spirituali. I maestri arrivarono in ogni dimensione, forma e colore, per così dire: studiosi, ignoranti, sabbatei, esperti di etica; divini, mondani; taumaturghi, maghi; asceti, sensualisti; insegnanti di meditazione; donne che avrebbero dato alla luce il messia. Era come se una diga si fosse rotta sulle possibilità spirituali, mentre maestri di ogni tipo emergevano in superficie per rivendicare quelle anime segnate per loro e per il loro insegnamento. [[:en:w:Abraham Miguel Cardoso|Abraham Miguel Cardozo]] (1626-1706) fu uno stretto discepolo di Sabbatai che non si convertì all'Islam, riservandolo come un atto sacro appropriato solo per il Messia. Fu espulso sia da Tunisi che da Tripoli a causa dei suoi insegnamenti eretici sabbatei e, al suo arrivo a Izmir, annunciò di essere il messia. Una recente biografia presenta Cardozo come un cabalista che era molto più di un semplice seguace di Sabbatai: "He was one of the most vivid, complex, and original personalities to emerge within Judaism during the seventeenth century... Cardozo lived not only in a different world from ours but in a different universe. His was not the universe of Newton and Descartes, but the magical universe of kabbalistic mysticism, which has mostly vanished today".<ref>Halperin, ''Abraham Miguel Cardozo'', Introduzione, p. xxi.</ref> Yehoshua Heschel Tsoref (1633–1700ca) fu un altro messia di questo periodo, attivo in Lituania e Polonia. Un gioielliere incolto, viveva uno stile di vita ascetico ed era devoto a Sabbatai. Quando Sabbatai si convertì, Tsoref ne fu ispirato e si impegnò a portare il messaggio di Sabbatai in Polonia. Molti ebrei polacchi fecero pellegrinaggi per vederlo e ascoltare le sue storie e profezie. È probabile che il suo libro, ''Sefer ha-tsoref'', fosse uno dei testi esoterici che ispirarono il [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]], primo maestro chassidico, cinquant'anni dopo. Hayim ben Shlomo (1655ca–1716ca) era conosciuto come Mal’akh (l'angelo). Si autoproclamò messia in attesa della seconda venuta di Sabbatai. Il Mal’akh era attivo in Polonia, Italia, Israele e Turchia, ed era piuttosto controverso a causa del suo insegnamento delle pratiche sabbatee radicali. Dopo essere stato espulso da Israele e dalla Turchia, tornò in Polonia per insegnare. Yehuda Leib Prossnitz (1670–1730) era un venditore ambulante senza istruzione, un asceta che raccoglieva grandi gruppi di seguaci, tra cui molti bambini. Il suo ministero spirituale iniziò quando ricevette visioni e sogni di Luria e Sabbatai. Nel 1724, dopo aver incontrato alcuni aderenti al messianismo sabbateo, si dichiarò messia della stirpe di Giuseppe. Sebbene scomunicato e bandito da diverse comunità ebraiche, i suoi insegnamenti furono tramandati mediante un discepolo stretto a [[w:Jonathan Eybeschutz|Yonatan Eybeschuetz]], che divenne un popolare insegnante sabbateo e mago folk. === Jacob Frank === [[File:Jakub Frank.jpg|150px|right|thumb|[[:en:w:Jacob Frank|Jacob Frank]], ritratto del 1895]] {{vedi anche|:en:w:Jacob Frank|etichetta1=Jacob Frank}} Fu in questo periodo di fermento spirituale e di anelito messianico che [[:en:w:Jacob Frank|Jacob Frank]] (1726–1791), uno dei messia più influenti del XVIII secolo, lasciò il segno. Seguace di Sabbatai, Frank si convertì inizialmente all'Islam e poi al cattolicesimo, portando con sé i suoi seguaci: "He was a fearless and physically powerful figure but uneducated and disdainful of religious traditions, above all the Jewish rabbinic elite. His messianic activities were at the local level, in Poland and Moravia for the most part, but were imbued, as had been those of Luria and Tsevi, with cosmic significance and the mystic vision".<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 167.</ref> Una volta convertitosi al cattolicesimo, denunciò l'ebraismo e si impegnò in numerose controversie pubbliche sponsorizzate dalla Chiesa con i rabbini riguardanti la legge ebraica, le pratiche religiose e il Talmud. Naturalmente la sua parte vinse sempre e numerose copie del Talmud furono bruciate. Come base per i suoi insegnamenti, sviluppò una mitologia complessa basata sullo sabbateismo, sulla Cabala lurianica, sullo Zohar e su altre fonti rabbiniche. La teologia di Frank era basata sul concetto di “doppiezza”, ovvero la duplicazione in questo mondo di tutto ciò che si trova nei reami superiori. Interpretò il concetto in modo letterale. Dio divenne il Grande Fratello, il doppio superno di Frank. Chiamò i suoi discepoli fratelli e sorelle e li immaginò duplicati nella corte del Grande Fratello. Insegnò che le forme incarnate delle potenze divine nei reami superiori erano riflessi inferiori di potenze ancor più elevate. Dio stesso ha un potere inferiore per svolgere la sua opera nel mondo materiale. Le forze positive e negative dei reami superiori, che derivavano dall'Unità superna, erano incarnate come esseri buoni e cattivi. Insegnò che in questo mondo materiale esistono accenni alla realtà dei reami superiori. Frank sviluppò uno schema per guidare le azioni dei suoi seguaci. Tutto doveva essere contrario. Tutte le leggi e i rituali ebraici ortodossi dovevano essere infranti e violati. Niente è ciò che sembra; ciò che è ritenuto santo è mortale, e il timore reverenziale deve essergli spogliato per smascherare ciò che è reale. In tal modo si realizza la riparazione del santo.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 180.</ref> Frank si elevò allo status di imperatore e proiettò sua figlia Ewa, che chiamò "la matronita", nella figura della Vergine Maria, attirando molti seguaci al suo santuario. Nonostante la sua teologia apparentemente bizzarra, esercitava un grande fascino sulla comunità ebraica del suo tempo. Esausta dalle persecuzioni delle autorità cristiane e del governo, e sofferente per le rigide esigenze religiose dell'ebraismo dell'Europa orientale del XVIII secolo, che richiedeva sia impegno pratico che intellettuale, la comunità ebraica trovò negli insegnamenti di Frank un percorso di assimilazione alla società nonebraica che permetteva loro di mantenere ancora un certo senso di identità ebraica, anche se la posizione di Frank era eretica. Con il passare della storia, molte famiglie ebree e non-ebree in quella parte d'Europa condividono origini frankiste. === Moshe Chaim Luzzatto === [[File:Young Ramchal.jpg|150px|right|thumb|Il RaMHaL da giovane]] {{vedi pedia|Mosè Luzzatto}} Una delle figure messianiche post-Sabbatai più significative fu [[w:Mosè Luzzatto|Moshe Hayim Luzzatto]] (1707–1747), nato a [[w:Padova|Padova]], in Italia, e morto ad [[w:Acri (Israele)|Akko]] in Terra Santa. Proveniente da una famiglia benestante, Luzzatto era ben istruito nelle discipline umanistiche e scientifiche secolari, scriveva teatro e poesie e parlava italiano e latino. Era anche uno studioso dei tradizionali testi ebraici rabbinici come il Talmud, e un devoto cabalista. Luzzatto, detto anche il ''Ramhal'' (acronimo ebr. RaMHaL, רמח"ל – dalle iniziali del suo nome)<ref>'''Mosè Luzzatto''' (in ebraico משה חיים לוצאטו, ''Moshe Chaim Luzzatto'', ma il nome si trova scritto anche come ''Moses Chaim'' o ''Moses Hayyim''), conosciuto anche con l'acronimo ebraico di '''RaMCHaL''' (o '''RaMHaL''', רמח"ל), (Padova, 1707 – Acri, 6 maggio 1746).</ref> rivelò la sua vocazione messianica alla sua cerchia di discepoli, che chiamò Santa Società. Fin dalla giovinezza, affermò di essere un canale per le rivelazioni di un ''maggid'', un angelo che aveva parlato attraverso di lui durante i suoi stati meditativi. Scrisse un'eccellente rassegna del sistema cabalistico lurianico, nonché un'opera popolare sull'etica, ''Mesilat yesharim'' ("Il Percorso del Giusto"), un manuale sul sentiero della vita santa che porta al raggiungimento dello spirito divino. Ne oscurò e nascose consapevolmente le idee cabalistiche e mistiche sottostanti, e così trovò l'accettazione nella più ampia comunità ebraica come guida per uno stile di vita etico. Il primo brano citato di seguito è tratto da una lettera scritta da uno dei suoi discepoli, Yekuthiel Gordon, a Rabbi Mordecai Yoffe, raccontandogli dei doni spirituali di Luzzatto, in particolare che un ''maggid'' gli era apparso ordinandogli di insegnare alcuni esercizi spirituali ai suoi discepoli e dandogli la conoscenza delle loro successive incarnazioni e molti altri segreti divini. La lettera è illuminante perché rivela lo stretto rapporto devozionale che Gordon aveva con il suo maestro, e il contesto religioso biblico e cabalistico in cui Luzzatto ricevette la sua rivelazione e inquadrò i suoi insegnamenti. Mostra anche che era considerato il successore e trasmettitore della saggezza spirituale ricevuta dai maestri dell'antichità, come Rabbi Akiva del periodo rabbinico, "membri dell'Accademia Celeste" (varie figure religiose storiche e leggendarie) e l'Ari (Rabbi Isaac Luria). Gli esercizi che insegnava ai suoi discepoli erano ''tikunim'', tecniche meditative lurianiche (che implicano permutazioni dei nomi divini) e altre azioni speciali da compiere con completa dedizione e ''kavanah'', al fine di riparare o perfezionare la disarmonia cosmica in cui era presumibilmente caduto il mondo. Secondo la struttura concettuale cabalistica, era dovere del messia insegnare queste tecniche al fine di redimere il mondo e ripristinare l'armonia primordiale all'interno della Divinità. <blockquote> I come regarding things of the Torah to inform my lord of the choice gift the Holy One, blessed be He, has granted to us from his treasure store. There is here a young man, tender in years, no older than the age of twenty-three. He is a holy man, my master and teacher, the holy lamp, the man of God, his honor Rabbi Moses Hayim Luzzatto. For these past two and a half years a ''maggid'' has been revealed to him, a holy and tremendous angel who reveals wondrous mysteries to him. Even before he reached the age of fourteen he knew all the writings of the Ari by heart. He is very modest, telling nothing of this even to his own father and obviously not to anyone else. It was by the counsel of the Lord that I discovered it by accident, here is not the place to describe how. For the past month I have been ministering to him, drawing water from his well, happy the eye that has seen all this and happy the ear that has heard of it. He is a spark of Akiva ben Joseph. Eight months have passed since the time that the holy and tremendous angel was first revealed to him. He delivered to him numerous mysteries and imparted the methods by means of which he could summon to him the members of the Heavenly Academy. With the approval of the Holy One, blessed be He, and his Shekhinah, he ordered him to compose a Book of the Zohar, called in Heaven, the Second Zohar, in order that a great ''tikun'' known to us should be carried out. This is what happens. The angel speaks out of his mouth but we, his disciples, hear nothing. The angel begins to reveal to him great mysteries. Then my master orders Elijah to come to him and he comes to impart mysteries of his own... He knows all men’s previous incarnations and all the ''tikunim'' they have to carry out and he knows the science of reading the lines of the hand and face. To sum up, nothing is hidden from him. At first permission was only granted to reveal to him the mysteries of the Torah but now all things are revealed to him. But no one outside our circle knows of it. He told to me personally a great secret regarding why I have come here to study under him, for nothing occurs without reason. He told me about my soul and the ''tikunim'' I have to perform.<ref>Lettere pubblicate in {{en}} da S. Ginzburg in ''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto u-benei doro'' (''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto and Members of His Generation'') (ebraico: 1937), pp. 18–20; cit. anche in Jacobs, ''Schocken Book of Jewish Mystical Testimonies'', pp. 169–170. Riporto, come altrove, la versione originale in lingua inglese del traduttore in calce.</ref> </blockquote> La maggior parte degli scritti di Luzzatto sono entrati nella letteratura cabalistica, ma alcuni sono intrisi di un tipo di devozione generalmente associata al hasidismo. Per questo motivo è considerato un'importante figura di transizione tra la Cabala lurianica classica e il hasidismo. Nel suo libro ''Derekh ha-shem'' (La Via del Nome), discute l'importanza del maestro spirituale nel canalizzare la volontà divina nel reame dell'uomo. Scrive che il maestro agisce come una lente che focalizza la divina luce interiore e ci permette di vedere Dio: {{citazione|L'esperienza profetica deve avvenire attraverso intermediari. Un essere umano non può attaccarsi direttamente alla gloria di Dio, percependola come vede un uomo in piedi di fronte a lui. La percezione di Dio implicata nella vera profezia [esperienza spirituale] deve quindi avvenire attraverso i servi di Dio, il cui compito è fornire una tale visione. Questi intermediari agiscono quindi come lenti attraverso le quali l'individuo vede la Gloria.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'' (La Via del Nome), 3:3:5–3:4:1<ref>Cfr. anche Kaplan, ''Meditation and the Bible'', p. 32.</ref>}} Sottolinea la necessità di un maestro spirituale di prim’ordine: {{citazione|È quindi fondamentale che coloro che lottano per la vera profezia lo facciano sotto la guida di un maestro profeta.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'', 3:4:10}} Descrive le qualifiche del maestro profeta: {{citazione|Deve avere una conoscenza adeguata dei metodi profetici, ed essere in grado di insegnare ai suoi discepoli cosa deve fare ciascuno per raggiungere il risultato desiderato, secondo il proprio particolare livello di preparazione.<br/> Quando i profeti neofiti iniziano a percepire rivelazioni, il profeta principale continua a guidarli. Egli li istruisce e comunica loro ciò che ancora manca nella loro ricerca, sulla base di ciò che viene loro rivelato. Fino a quando non raggiungeranno la piena profezia, avranno bisogno di un maestro per tutto questo. Anche se qualche influenza e rivelazione potrebbero aver cominciato a giungere a loro, ciò di per sé non è sufficiente per portarli immediatamente alla meta finale. Prima di poter raggiungere tale obiettivo, hanno bisogno di molta guida e formazione, ciascuno secondo il suo grado di preparazione.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'', 3:4:2, 4}} Luzzatto prese molto sul serio la sua missione e si sentì profondamente responsabile del benessere spirituale dei propri discepoli. Il passaggio seguente è tratto da una lettera che Luzzatto scrisse a Rabbi Benjamin ben Eliezer ha-Kohen Vitale, un famoso cabalista e suocero del maestro di Luzzatto, Rabbi Isaiah Basson. Spiega il suo rifiuto di fuggire dall'Italia a causa della responsabilità che sente di guidare spiritualmente i suoi giovani discepoli. {{citazione|Lode al Dio d'Israele, molte persone ora rinunciano ai propri peccati per cercare il Signore. Tutti i timorati di Dio vengono ogni giorno da me per ascoltare le nuove cose che il Signore mi dice. I giovani che in precedenza avevano camminato sulle vie delle vanità giovanili, ora, grazie a Dio, si sono allontanati dalla via malvagia per ritornare al Signore, e ciascuno di loro viene da me per ricevere ''tikunim'' per le sue azioni passate. Sono venuti solo ieri; li abbandonerò dunque andando in un altro paese? Una cosa del genere non può essere giusta! Ho l'obbligo di incoraggiarli finché i loro piedi non saranno saldamente piantati, come spero, nella via del Signore. Inoltre è impossibile contare su un miracolo portando con me il mio libro a causa del pericolo del censore.<ref>“Pericolo da parte del censore” significa pericolo da parte delle autorità cristiane che potrebbero considerare il libro offensivo per la fede cristiana e confiscarlo.</ref> Tuttavia mi sento obbligato a rivelare al tuo onore, la cui anima mi è tanto cara, i misteri di Dio nella misura in cui mi è consentito farlo e nei limiti di questa lettera. Con l'occhio del tuo grande e puro intelletto vedrai quanto profonde siano queste questioni, perché profondi sono i pensieri del Signore.<ref>Lettere pubblicate da S. Ginzburg in ''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto u-benei doro'', pp. 36–40; cit. in Louis Jacobs, ''Schocken Book of Jewish Mystical Testimonies'', pp. 172–173.</ref>}} Poiché affermava di essere il messia e parlava di avere un ''maggid'', e poiché predisse che alcuni dei suoi scritti avrebbero sostituito la Bibbia durante il tempo del messia, Luzzatto fu sospettato di essere uno sabbateo (cosa che invece non era) e di impegnarsi in attività eretiche. Fu scomunicato dalle autorità religiose ebraiche e molte delle sue opere furono bandite. Alla fine fuggì dall'Italia in Terra Santa dove, poco dopo, morì di peste. Fu solo postumo che divenne rispettato come un influente cabalista e insegnante di ''[[:en:w:musar literature|mussar]]'', la vita etica. ==== Bibliografia del Ramhal ==== {{Doppia immagine verticale|right|Luzatto Lashon Limudim.jpg|Luzatto Derek hokma.jpg|150|Edizione 1833 di ''Lashon limudim''|Edizione 1836 di ''Derech Chochma''}} {{Doppia immagine verticale|right|Mesilat Yesharim.jpg|לישרים תהלה.jpg|150|Edizione 1740 di ''Mesilat Yesharim''|Edizione 1799 di ''Layesharim Tehila''}} [[File:מאמר על ההגדות.jpg|150px|thumb|right|Edizione 1783<br/> מאמר על ההגדות]] Di seguito è riportata una selezione dei libri scritti dal RaMHaL, רמח"ל:<ref>Le informazioni bibliografiche provengono principalmente da {{Cita web |url=http://www.torah.org/learning/ramchal/classes/special2.html |titolo=Ramchal |editore=Torah.org |data= |accesso=24 aprile 2024 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130510095809/http://www.torah.org/learning/ramchal/classes/special2.html |dataarchivio=10 maggio 2013 }}</ref> * ''Ma'aseh Shimshon'' ("La storia di Sansone"); * ''Lashon Limudim'' ("Una lingua per insegnare"); * ''Migdal Oz'' ("Una Torre di Forza"); * ''Zohar Kohelet'' ("Lo Zohar al Libro di Ecclesiaste"); * ''Shivim Tikikunim'' ("Settanta Tikkunim"): in parallelo con i settanta Tikkunei Zohar; * ''Zohar Tinyanah'' ("Un secondo Zohar"): non esiste più; * ''Klallot Haillan'' o ''Klalut Hailan'' ("Gli elementi principali dell'Albero [della Vita]"): sinopsi dell'opera cabalistica basilare dell'ARI; * ''Ma'amar Hashem'' ("Un discorso su Dio"); * ''Ma'amar HaMerkava'' ("Un discorso sul Carro"); * ''Ma'amer Shem Mem-Bet'' ("Un discorso sulle 42 lettere del Nome [di Dio]"); * ''Ma'amar HaDin'' ("Un discorso sul Giudizio [Divino]"); * ''Ma'amar HaChochma'' o ''Maamar Ha'hokhma'' ("Un discorso sulla Saggezza"): si concentra su [[w:Rosh haShana|Rosh haShana]], [[w:Yom Kippur|Yom Kippur]] e [[w:Pesach|Pesach]] da una prospettiva cabalistica; * ''Ma'amar HaGeulah'' ("Un discorso sulla Redenzione" o "La Grande Redenzione"); * ''Ma'amar HaNevuah'' ("Un discorso sulla Profezia"); * ''Mishkanei Elyon'' o ''Mishkane 'Elyon'' ("Torri Esaltate"): un'interpretazione cabalstica del Tempio Santo con un'illustrazione della dimensioni del [[w:Terzo Tempio|Terzo Tempio]]; * ''Ain Yisrael'' ("Il Pozzo d'Israele"); * ''Ain Yaakov'' ("Il Pozzo di Giacobbe"); * ''Milchamot Hashem'' ("Le Guerre di Dio"): che difende la [[w:Cabala ebraica|Cabala ebraica]] contro i suoi detrattori; * ''Kinnaot Hashem Tzivakot'' o ''Kinat H' Tsevaot'' ("Difese ardenti per il Signore degli Eserciti"): offre particolari sulla redenzione e sul Messia; * ''Adir Bamarom'' ("[Dio è] Potente nell'Alto"), commentario della '''Iddrah Rabbah''' ("La Grande Camera della Trebbiatura"): sezione dello [[Zohar]]; * ''Iggrot Pitchei Chochma v'Da'at'' o ''Klale Pit'he 'Hokhma Veda'at'' ("Lettere [che servono] come Introduzione alla Saggezza e alla Conoscenza"): spiega certi principi eruditi della fede ebraica secondo la Cabala; * ''Sefer Daniel'' ("Il Libro di Daniele"): commentario esoterico di questa opera biblica; * ''Tiktu Tephilot'' ("515 Preghiere"): si focalizza sulle preghiere per la rivelazione della sovranità di Dio; * ''Kitzur Kavvanot'' ("Intenzioni abbreviate"): permette al lettore di avere una panoramica delle preghiere e intendimenti dell'ARI; * ''Ma'amar HaVechuach'' ("Discorso [che serve come] argomento"): mette a confronto un cabalista con un razionalista, ognuno che cerca di difendere il proprio punto di vista; * ''Klach Pitchei Chochma'' o ''Kala'h Pitkhe 'Hokhma'' ("138 introduzioni alla Saggezza"): una delle opere più importanti del Ramchal, poiché espone il suo pensiero sulla natura simbolica degli scritti dell'ARI e delle rispettive spiegazioni del Ramchal; * ''Areichat Klallot HaEilan'' ("Dizionario dei Principali Elementi dell'Albero [della Vita]"); * ''Klallim'' ("Elementi Principali"): serie di brevi presentazioni sui maggiori principi dei sistemi cabalistici; * ''Da'at Tevunot'' o ''Da'ath Tevunoth'' ("Il Cuore conosce" o "Sapere le ragioni"): opera che spiega la dualità del positivo e negativo che esiste a tutti i livelli della realtà, affermando che questa è la base per cui Dio "mostra il Suo Volto o Lo occulta" all'umanità, e la doppia esistenza del bene e del male; * ''Peirush al Midrash Rabbah'' ("Commentario di Midrash Rabbah"): non tanto cabalistico quanto simbolico; * ''Derech Hashem'' o ''Derekh Hashem'' ("La Via di Dio"): una delle sue opere più rinomate. Un'esposizione succinta delle fondamenta della fede ebraica, che tratta anche degli obblighi dell'umanità su questa terra e le sue relazioni con Dio; * ''Ma'amar al HaAggadot'' ("Discorso sull'Aggadah"): che spiega che la letteratura [[w:Haggadah|aggadica]] non è letterale ma metaforica; * ''Ma'amar HaIkkurim'' o ''Maamar Ha'ikarim'' ("Discorso sulle Cose Fondamentali"): breve esposizione delle fondamenta della religione ebraica simile a "La Via di Dio" e che concerne certe altre tematiche; * ''Derech Chochma'' o ''Sepher Derekh 'Hokhma'' ("La Via della Saggezza"): che serve come dialogo tra un giovane e un saggio, con quest'ultimo che prepara un corso sulla Torah che duri tutta la vita e culmini con lo studio della Cabala; * ''Vichuach HaChocham V'HaChassid'' ("L'argomentazione tra il Saggio e il Pio"): che è in verità la prima stesura di ''Messilat Yesharim'' recentemente ritrovato; * ''Messilat Yesharim'' o ''Mesilat Yesharim'' ("Il Percorso del Giusto"): la sua opera più famosa che permette ai lettori di arricchirsi gradualmente in devozione - scritto quando aveva 33 anni (nel 1740); * ''Sefer HaDikduk'' ("Il Libro della Grammatica"); * ''Sefer HaHigayon'' ("Il Libro della Logica"): espone il giusto modo di pensare e analizzare; * ''Ma'amar al HaDrasha'' ("Un discorso sulle Omelie"): incoraggia lo studio di Cabala e [[w:Mussar|Mussar]]; * ''Sefer Hamalitza'' ("Il Libro dello Stile"): offre l'arte di scrivere accuratamente e di esprimersi correttamente; * ''Derech Tevunot'' ("La Via della Comprensione"): spiega il modo di pensare talmudico; * ''LaYesharim Tehilla'' ("Sia lode al Giusto"): un'opera drammatica. ===== Pubblicazioni italiane ===== <small>''(parziale)''</small> * Moseh Chajijm Luzzatto, ''Centotrentotto porte di sapienza'' [estratto], in ''Mistica ebraica'', a cura di [[w:Giulio Busi|Giulio Busi]], Einaudi, Torino 1995, pp.&nbsp;591–624. * Moseh Chajijm Luzzatto, ''Il sentiero dei giusti'', a cura di Massimo Giuliano, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000 ISBN 8821542378 *''L'epistolario di Mošeh Ḥayyim Luzzatto'', a cura di Natascia Danieli, Giuntina, Firenze 2006 ISBN 8880572717 * Moshe Chaim Luzzatto, ''KLaCh Pischey Chokhmah. 138 Aperture di Saggezza'', Providence University, 2007 ISBN 9781897352236 * Moshe Chaim Luzzatto, ''Derech Ha-shem: La Via Di Dio'', Providence University, 2007 ISBN 978-1897352229 * Moshè Chayìm Luzzatto, ''Articolo sui principi: Amsterdam 1743'', trad. di Ralph Anzarouth, Morashà, Milano 2010 * Gadi Luzzatto - Mauro Perani (edd.), ''Ramhal. Pensiero ebraico e kabbalah tra Padova ed Eretz Israel'', Esedra, Padova 2010 * [https://www.medialibrary.it/media/ricercaopen.aspx?selcrea=304411 Opere di Mosè Luzzatto], su MLOL, ''Horizons Unlimited'' {{clear}} === Messia yemeniti === {{vedi anche|:en:w:Yemenite Jews|etichetta1=Ebrei yemeniti (con voci correlate)}} {{clear}} === Un ritorno all'interiorità === {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|75%|24 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 13]] 2tpubgnzkkaut72kcahpt32nivzyffc 453030 453029 2024-04-25T16:22:50Z Monozigote 19063 /* I messia dell'era post-Inquisizione */ testo wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Moshe Chaim Luzzatto (ramhal) - Wall painting in Acre, Israel.jpg|580px|Affresco raffigurante il Ramhal, [[w:Mosè Luzzatto|Mosè Luzzatto]]}} == I messia dell'era post-Inquisizione == [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} La brutalità dell'[[w:Inquisizione spagnola|Inquisizione spagnola]], iniziata nel 1492 e durata più di tre secoli, fu essa stessa il terrificante culmine di un secolo di massacri, torture, conversioni forzate ed esilio. L'Inquisizione perseguitava soprattutto i [[w:converso|conversos]] ebrei (chiamati dagli spagnoli ''marranos'', che significa “maiali”) – quegli ebrei che si erano convertiti al cattolicesimo per evitare la persecuzione ma che erano sempre sospettati di “ricadere” nelle pratiche ebraiche o di essere segretamente ebrei. Tra il 1480 e il 1808 caddero vittime dell'Inquisizione circa {{FORMATNUM:350000}} conversos spagnoli; molti furono bruciati sul rogo. Alcuni fuggirono a Salonicco (Salonicco), Venezia, Amsterdam, Londra e nel Nuovo Mondo, in particolare in Messico. I cuori degli ebrei in tutto il Mediterraneo erano galvanizzati dalla speranza che il Messia sarebbe apparso da un momento all'altro e l'universo sarebbe stato guarito e perfezionato. Le sofferenze di quel periodo furono spesso interpretate dai cabalisti e da altri leader religiosi ebrei come i “dolori del parto” del messia, orchestrati da Dio per far precipitare l'era messianica. In effetti apparvero diverse figure di messia e “profeti”, che fecero appello sia ai conversos che agli ebrei apertamente praticanti. Offrivano la speranza per una soluzione politica alla sofferenza degli ebrei, così come la forza spirituale per sopportarla. Alcuni erano decisi a guidare eserciti di veri credenti per sconfiggere le “potenze del male” e riportare gli ebrei in Terra Santa; alcuni altri cercavano di influenzare il destino attraverso la preghiera, i miracoli e la magia (a volte chiamata [[w:Cabala pratica|Cabala pratica]]); altri (soprattutto conversos) trovarono significato nel rinnovare il loro impegno nei confronti dei riti e dei costumi religiosi ebraici tradizionali. E altri ancora si concentrarono sullo sviluppo di una consapevolezza spirituale interiore – l'esperienza diretta di Dio attraverso quella che è stata chiamata Cabala estatica, un percorso che forniva una realtà alternativa alle tragiche circostanze in cui si trovavano. La maggior parte dei messia e dei leader spirituali che apparvero, combinavano elementi di tutti questi approcci. La convinzione che Dio si fosse interessato direttamente del loro benessere inviando loro un messia portò conforto. [[w:Moshe Idel|Moshe Idel]], nella sua opera perspicace ''Messianic Mystics'', propone che sia stata la rivelazione divina, o un'esperienza mistica di qualche tipo, a dare impulso a ciascuna delle figure messianiche. Per alcuni si trattava di una rivelazione irripetibile, vissuta attraverso la grazia di Dio, che cambiava la vita, mentre altri sostennero la comunione interiore tramite i loro sforzi dedicati e concentrati nella meditazione, generalmente utilizzando il modello abulafiano delle pratiche dei nomi. Idel lo definisce "the ecstatic model, in which the major messianic activity occurred on the intellectual level, and in personal ecstasy as a prophetic experience".<ref> Idel, ''Messianic Mystics'', p. 127. Utilizza il termine “intellettuale” per indicare l'uso della mente e delle tecniche mentali per scopi di concentrazione.</ref> Questi messia tradussero le loro esperienze interiori nella base della loro missione esterna, ma pochi insegnarono apertamente le loro pratiche di meditazione a grandi gruppi di discepoli. Alcuni messia tentarono di influenzare il potere divino utilizzando i ''kavanot'' cabalistici e gli ''yihudim'' lurianici, ripetendo e manipolando i santi nomi e le preghiere per realizzare il ''tikun olam''. Cercarono di accelerare la redenzione creando l'armonia cosmica e “riparando” l’universo, sulla falsariga dei ''tikunim'' di Luria. Alcuni dei messia che apparvero, come Rabbi [[:en:w:Joseph De La Reina|Joseph De La Reina]] alla fine del XV secolo, andarono anche oltre. Credevano di poter costringere il Messia ad apparire impegnandosi in atti magici che avrebbero effettivamente alterato la storia. C'era una serie di libri che pretendevano di essere stati scritti da Dio stesso (ma che in realtà erano scritti da cabalisti anonimi) che contenevano incantesimi magici che potevano distruggere il reame demoniaco. Le esperienze mistiche dei praticanti "were viewed as a means of attaining and eventually transmitting magical information. Heavenly revelation is now the channel for the descent of supernal magic, the main tool for the annihilation of the powers of evil as well as bringing of the redemption".<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 129.</ref> Tra i messia apparsi in questo periodo c'era un calzolaio converso di nome Ludovico Diaz, di Setubal, Portogallo; tra i suoi discepoli c'era il medico converso del vescovo del Portogallo, che tornò all'ebraismo. Alla fine, lui e i suoi seguaci furono condannati dall'Inquisizione e bruciati vivi. Ines de Herrera era una profetessa di una famiglia conversa che ricevette la visita dello spirito di sua madre dopo la sua morte, consigliandole di impegnarsi in atti di carità. Poi le fu data un'esperienza interiore di luce, che le portò messaggi dai reami superni sulla venuta del profeta Elia, che avrebbe annunciato il messia. Ella predisse che alcuni segni sarebbero apparsi dal cielo per annunciare la sua venuta. In una visione vide le anime di coloro che erano stati torturati e bruciati dall'Inquisizione. Digiunava frequentemente, secondo la legge ebraica, e osservava il Sabbath, esortando i suoi seguaci a fare lo stesso. A quel tempo, in tutta l'Europa cattolica, le pratiche religiose ebraiche ordinarie come il digiuno, la carità, l'osservanza del Sabbath e le leggi alimentari ebraiche divennero dichiarazioni estreme di fede nell'ebraismo e nel messia. Un altro profeta apparve nello stesso periodo vicino a Venezia tra gli ebrei ashkenaziti.<ref>Gli ebrei che discendevano dalla comunità spagnola venivano chiamati ''[[w:sefarditi|sefarditi]]'', anche se alla fine vivevano in paesi come la Polonia. Gli ebrei originari del resto d'Europa venivano chiamati [[w:aschenaziti|ashkenaziti]], anche se non provenivano dalla stessa Germania.</ref> Asher Leimlin della Germania fu attivo nell'Italia settentrionale solo per pochi anni del XVI secolo, anche se la sua reputazione fu poi diffusa in tutta Europa dai suoi seguaci. Studente del misticismo del nome secondo Abulafia e del vocabolario dell'ascesa interiore nel carro, la merkavah, documenta il suo uso di combinazioni di lettere e nomi per viaggiare nei reami celesti e ricevere rivelazioni divine, alcune da un'entità femminile chiamata ''Tefillah'' (preghiera), che insiste sull'importanza della corretta recitazione delle preghiere. Leimlin predisse l'imminente venuta del messia e invocò atti di pentimento, carità e digiuno. Quando morì e il messia non era ancora apparso, molti dei suoi discepoli persero la fede nell'ebraismo e si convertirono al cristianesimo. Un'altra figura messianica dopo l'espulsione fu Rabbi [[:en:w:Abraham ben Eliezer Halevi|Abraham ben Eliezer ha-Levi]], che sviluppò una serie di veglie chiamate ''mishmarot'' (lunghe sessioni di preghiere extra) che secondo lui avrebbero aiutato ad alleviare le sofferenze delle persone nel periodo precedente la venuta del messia. Altre espressioni religiose tradizionali furono reindirizzate verso fini messianici. Erano attività pericolose a quei tempi, a causa della minaccia dell'Inquisizione. Tuttavia, Rabbi Abraham diffuse coraggiosamente i suoi scritti riguardanti “il segreto della redenzione” a un pubblico entusiasta in gran parte dell'Europa. All'inizio del XVII secolo, in Messico si verificò un fenomeno interessante, quando tra i conversos apparvero diverse donne messia. Tra loro spiccano Dona Juana Enriquez e Ines Pereira, che in realtà erano venerate come potenziali madri del messia, poiché era impossibile concepire il messia come se non fosse maschio! Tuttavia il braccio dell'Inquisizione le raggiunse; furono accusate di “giudaizzare” e condannate a morte. Dona Juana Enriquez ispirava così tanta fede nei suoi seguaci che l'Inquisizione riferì: {{citazione|Tra i giudaizzanti di questo regno, venne acclamata come la perfetta e santa ebrea perché la vedevano [come] una grande digiunatrice e recitatrice di preghiere... [Fu venerata anche] per le tante elemosine che dispensava a coloro che osservavano la sua legge decaduta o per le loro buone azioni... Forse, a causa del suo falso zelo, molti morirono come ebrei. Ella li fece prestare ascolto alla legge di Mosè nei loro ultimi respiri, dicendo loro che ciò era necessario alla loro salvezza. Una donna non potrebbe essere più audace.|Citato in Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', pp. 101–102}} I seguaci di Ines Pereira credevano intensamente nel suo ruolo messianico. È difficile non pensare a parallelismi con il culto della Vergine Maria nel cattolicesimo. {{citazione|Sembra che non appena fu abbastanza grande per usare la ragione, cominciò a giudaizzare perché all'età di sette anni osservava la legge di Mosè. La ragione di ciò era che tutti i suoi parenti... erano falsamente convinti che questa giovane ebrea avrebbe dato alla luce il messia. [Un parente] convinse i suoi figli e le sue figlie di ciò e così li costrinse a osservare la legge di Mosè. Anche per questo, da giovane, la vestirono con una tunica di voile. La posizionavano poi al centro del salotto e la circondavano di candele accese. La veneravano e l'adoravano come la persona dalla quale sarebbe nato il loro redentore e capo. Senza dubbio lo aspettavano durante la sua prima gravidanza, e quando nacque il bambino tutti i suoi parenti digiunarono [come espressione di ringraziamento al Signore].|Citato in Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 102}} === David Reubeni e Shlomo Molkho === {{vedi anche|:en:w:David Reubeni|:en:w:Solomon Molcho|etichetta1=David Reubeni|etichetta2=Shlomo Molkho}} David Reubeni e Shlomo Molkho furono due importanti figure messianiche della prima metà del XVI secolo che combinarono la loro visione politica esteriore di liberazione con quella mistica e magica. L’attrazione di entrambe queste figure era basata sul mito delle dieci tribù perdute che si sarebbero radunate e avrebbero marciato verso Gerusalemme sotto la guida del Messia. Reubeni assunse il suo nome come simbolo della tribù perduta di [[w:Ruben (Bibbia)|Reuben]] (רְאוּבֵן ''Rəʾūven''). Probabilmente era di origine ebraica araba, anche se il suo preciso luogo di origine non è mai stato stabilito. Viaggiò in Italia e in altre zone d'Europa, dove affermò di essere fratello di un re ebreo in una terra lontana e capo della sua forza militare, la cui missione era quella di riconquistare la Terra Santa dai turchi con l'aiuto di truppe ebraiche e cristiane radunate da tutta Europa. Fu accettato dal Papa e da altri governanti cristiani che inizialmente gli offrirono protezione, a patto che non giudaizzasse i loro conversos. Un giovane portoghese di nome [[w:Shlomo Molcho|Diogo Pires]], di una famiglia conversa, incontrò Reubeni alla corte di Giovanni II del Portogallo nel 1525. Pires vide in Reubeni il comandante delle forze del messia e si rigiudaizzò, “travolto, come altri conversos, in passione apocalittica”.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 104.</ref> Cambiò il suo nome in [[w:Shlomo Molcho|Shlomo Molkho]] (che significa “Salomone suo re”) e si circoncise. Molkho scrisse della sua esperienza mistica interna al momento della sua circoncisione: {{citazione|E dopo che fui sigillato con il sigillo del mio Creatore, mi apparvero cose terribili, grandi e potenti, e grandi segreti, e mi fecero conoscere le cose nascoste della sapienza della santa Kabbalah e le grandi combinazioni tra le sefirot e mi mostrò i tesori della sapienza e illuminò il mio cuore con l'insegnamento del nostro Dio. E poi mi ordinarono di andare nel regno di Turchia... Ma ora dirò la verità davanti a colui che ha fatto il cielo e la terra, che non mi sono circonciso né ho viaggiato secondo il comando della carne e del sangue, ma secondo la volontà del Signore nostro Dio.|Shlomo Molkho, ''The Beast of the Reed'' {{Lingue|he}}, A. Z. Aescoly, cur., (Parigi, 1938), pp. 7–8}} Da un giorno all'altro, a quanto pare miracolosamente, Molkho divenne esperto nella Cabala, cosa attestata da tutte le autorità del suo tempo che erano stupite dal suo genio e dalla portata della sua conoscenza. Sembra avesse molte rivelazioni divine, iniziate anche prima della sua circoncisione e continuate per tutta la sua vita. Le rivelazioni ruotavano attorno ai segreti della redenzione e al senso nascosto dei testi biblici, e si traducevano in una chiara visione messianica. Affermando di essere il messia, Molkho, insieme a Reubeni, che era diventato il suo profeta, intraprese un programma di predicazione ai conversos di tutta Europa; visitarono anche vari governanti europei per ottenerne il sostegno alla loro campagna militare per liberare la Terra Santa. Molkho insegnava che il Messia esiste in ogni momento, in ogni generazione, come forza positiva che neutralizza le energie negative e impure attive nella creazione. Idel commenta che "the messiah is conceived of as the antidote to the impure influx descending from above. In fact, he must return in every generation in order to ensure the preservation of the world, to maintain the cosmos against the centrifugal force of chaos. Therefore, the redemptive role of the messiah is not only a matter of a certain final act or series of acts performed during the ''eschaton'' (the final days), but is an ongoing activity performed throughout common history".<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 150.</ref> Il ruolo del messia qui ricorda la leggenda dello ''tsadik'' (il giusto o virtuoso) che sostiene il mondo. A volte è manifesto e a volte nascosto, ma la sua presenza nel mondo è essenziale per la sua continuazione. Nel brano seguente, Molkho definisce la sua idea in termini di incarnazione del messia dal tempo di Abele, figlio del primo uomo, Adamo, attraverso Mosè, fino ad ogni messia che si incarna per vincere il potere del male, simboleggiato come serpente del Giardino dell'Eden. {{citazione|Abele è Mosè, che è Abele, perché tutte le liberazioni sono compiute da lui, perché la sua anima trasmigrerà nel messia, ed è per questo che lui [Mosè] è stato sepolto all'estero. “Qual è il guadagno dell’uomo da tutto il suo lavoro che fatica sotto il sole”, se la redenzione non arriva? E lui [Salomone] rispose: “Una generazione va, un’altra generazione viene”, cioè è una necessità che il messia venga, perché egli è [equivalente al] potere di Satana [e] del serpente, e ha rimosso l’impurità del il serpente dal mondo, e questa è la ragione per cui se ne va, perché nello stesso momento e tempo in cui Israele si pentirà, sarà immediatamente redento... Questo è il motivo per cui in ogni generazione ci fu una persona [discendente] dai [figli di] Israele, degna e preparata per diventare il messia e compiere ciò che è stato scritto... “perché una generazione va e un’altra generazione viene, e la terra rimane per sempre”. [Ciò è] perché non può sussistere senza il messia, a causa dell'impurità del serpente... perché l'impurità del serpente si estende su tutte le sfere e proviene dal potere della settima sfera inferiore, che è quella della luna.|MS. Moscow-Guensburg}} [[File:Molcho.jpg|100px|right|Firma di Molkho con bandiera]] Reubeni e Molkho seguirono stili di vita ascetici che li facevano apparire santi e lontani dalle preoccupazioni mondane. Ispiravano pentimento e atti di carità. Conosciuti principalmente dalle generazioni successive come maghi con conoscenze segrete e capacità di predire il futuro, cercarono di utilizzare tecniche magiche, ottenute attraverso rivelazioni, per realizzare l'era messianica. Decorarono i “santi nomi divini” su speciali bandiere, scudi e spade.<ref>La bandiera di Molkho con i nomi divini è esposta nel Museo Ebraico di Praga.</ref> Quindi esercitavano un forte fascino su cristiani, ebrei, conversos e cripto-ebrei (quegli ebrei che praticavano la loro religione in segreto fingendosi cristiani). Durante i loro viaggi, Molkho e Reubeni si misero in pericolo e alla fine furono giustiziati dall'Inquisizione, probabilmente con l'accusa di aver convinto i conversos a tornare all'ebraismo. La loro esecuzione ispirò una maggiore fede nella loro purezza e nel martirio – la “santificazione del nome di Dio”. Molkho fu amico di [[w:Joseph Karo|Joseph Karo]], il famoso studioso del Talmud e codificatore legale, e la sua morte angosciò molto Karo. Da quel momento in poi, Karo sentìla voce di Mosè, della Mishnah e della Shekhinah che parlavano attraverso Molkho. Si trasferì a Safed, dove divenne uno dei principali cabalisti di Safed, compagno di Cordovero e Luria. === Sabbatai Zevi === {{vedi pedia|Sabbatai Zevi|Nathan di Gaza}} [[File:Brockhaus and Efron Jewish Encyclopedia e13 783-0.jpg|150px|left|Sabbatai Zevi]] [[File:Nathan of Gaza.jpg|150px|right|Nathan di Gaza]] Nel 1648, il massacro di {{FORMATNUM:100000-200000}} ebrei in Ucraina (il [[w:Rivolta di Chmel'nyc'kyj|pogrom di Chmielnicki]]) riaffermò la convinzione della comunità ebraica che fosse giunto il momento apocalittico. Desideravano ardentemente che Dio mandasse loro il messia che avrebbe portato la salvezza e la liberazione dalla sofferenza. Che il Messia potesse apparire nel loro tempo era una chiara possibilità per gli ebrei di quel periodo, come lo era in molti altri periodi della storia. Quanto peggiore è la situazione mondana, tanto maggiore è l'impulso che spinge il Messia a rivelarsi. Tale era la loro fede nell'amore e nella protezione divina! Come accennato in precedenza, si credeva che in ogni generazione ci fosse una persona degna che potesse essere il Messia per quel tempo, a condizione che le persone lo meritassero.<ref>Scholem scrive: “The talmudic statement that God had intended to make [the biblical eighth–seventh century bce] King Hezekiah the messiah indicated to the kabbalists that God sent a spark of the messiah-soul into this world in every generation.” (Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trans., p. 56.) Un libro cabalistico comunemente letto ai tempi di Sabbatai, citato da Scholem, dice:: “In every generation He creates one perfectly righteous man, worthy – like Moses – on whom Shekhinah rests, provided that also his generation merits it; . . . he will redeem Israel, but everything depends on the transmigration of the souls and their purification. It is in the hands of God whether to prolong or to hasten the creation of souls.” (''Emek ha-melekh'' [Valley of the King], folio 33a., cit. in Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., p. 56.)</ref> [[w:Nathan di Gaza|Nathan di Gaza]], che visse in Terra Santa e fu un ardente studioso della Cabala di Luria, si dichiarò il profeta del messia a venire. Seguendo le sue esperienze spirituali interiori, profetizzò che l'apparizione del Messia era imminente. Nel frattempo, nel 1648, [[w:Sabbatai Zevi|Sabbatai Zevi]] (1626–1676), un solitario studente ebreo di legge e misticismo a Izmir, in Turchia, esperto negli insegnamenti mistici lurianici e abulafiani, ebbe un'esperienza di illuminazione interiore e si rivelò come il messia. Recitò pubblicamente il nome “esplicito” proibito di Dio e annunciò che era giunto il momento della redenzione. Purtroppo, però, la sua dichiarazione fu accolta con freddezza e venne scomunicato dalle autorità religiose. Bandito da Izmir, Sabbatai andò a Salonicco, dove persistette nella sua chiamata divina; poi, durante un viaggio in Israele, incontrò Nathan di Gaza, che gli confermò che era davvero lui il messia. Per circa i successivi quindici anni, Sabbatai e Nathan portarono la notizia della messianicità di Sabbatai a un numero lentamente crescente di devoti nelle comunità ebraiche del bacino del Mediterraneo, dalla Turchia all'Inghilterra, all'Egitto e alla Palestina. Sebbene i rabbini nella maggior parte dei paesi inizialmente respinsero le sue affermazioni, alla fine quasi tutti sottoscrissero il suo ruolo di messia. C'era tra gli ebrei una grande estasi ed eccitazione per il fatto che finalmente il Messia fosse arrivato, che Dio non li avesse abbandonati alla sofferenza eterna. Credevano che sarebbero tornati in Terra Santa in trionfo. La pietra angolare dell'insegnamento di Sabbatai era la sua esperienza di una rivelazione personale di Dio, che chiamò ''sod ha-elohut'', il segreto della divinità, la cui vera natura rivelò solo a pochi discepoli ai quali fece giurare di mantenere il segreto. Si ritiene tuttavia che alla maggior parte di loro lo abbia rivelato solo parzialmente, poiché non avevano un livello spirituale sufficientemente elevato per comprenderlo. Non scrisse mai della sua rivelazione né ne parlò pubblicamente e non ci sono descrizioni di prima mano di ciò che intendesse, anche se sembrava essere basato sul viaggio spirituale interiore di Sabbatai e sulla sua esperienza mistica del Dio interiore.<ref>Un libro attribuito a Sabbatai, il ''Raza de-mehimanuta'' (Mistero della vera fede), che tratta questo insegnamento segreto, è considerato un falso scritto da Abraham Miguel Cardozo, uno dei suoi discepoli, che lo attribuì al suo maestro. (Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 109.)</ref> Shabatai diceva spesso di avere esperienza del “suo Dio”.<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 197.</ref> Non usava la terminologia cabalistica o alcun linguaggio umano per descrivere questa esperienza di Dio. [[:en:w:Yehuda Liebes|Yehuda Liebes]], studioso israeliano contemporaneo di misticismo ebraico, commenta: “The God known to Shabatai Tsevi was more easily found in his soul than in his mind. In a letter to his brother, referring to his previous incarnations as well as his current life, he wrote that his God was the true One that only I have known for generations and for whom I have so strenuously toiled”.<ref>Lettera pubblicata da A. Amarillo, “Sabbatean Documents from the Saul Amarillo Collection” {{he}}, ''Sefunot'' 5 (1961): 266–268; cit. in Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 110.</ref> Ci sono resoconti in un documento chiamato ''Apocalisse Yemenita'' che Sabbatai visse uno specifico evento mistico nel 1650, quando durante la sua meditazione ascese attraverso i sette livelli interni delle sefirot, da ''malkut'' attraverso ''hesed'', fino a raggiungere finalmente la terza sefirah di ''binah'' (comprensione), che è considerata la "madre" o la fonte di tutte le sefirot sottostanti.<ref>Cfr. Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., pp. 146–47; Idel, ''Messianic Mystics'', p 193.</ref> Scholem propone che questo sia ciò che Sabbatai intendeva con il segreto della divinità: che egli si fondeva al livello di ''binah'', entrando così nel reame divino e sperimentando la divinità. È possibile che questa sia l'esperienza descritta da molti sufi e mistici indiani, del proprio vero sé superiore identico a Dio – si realizza la propria vera identità spirituale, che è dell'essenza di Dio – uno stato che i mistici indiani chiamano "Io Sono Quello". I metodi utilizzati da Nathan e Sabbatai per ottenere la rivelazione di Dio probabilmente coinvolgevano alcune tecniche di meditazione cabalistica insegnate da Abulafia, Luria e altri mistici ebrei, ed erano il risultato di uno sforzo prolungato e concentrato. Nathan “dichiara esplicitamente che certe cose che gli vennero da ‘anime elevate e sante’ furono ‘rivelate... per mezzo del potere della concentrazione meditativa e delle formule di unificazione (''hitbodedut'' e ''yihudim'')’”.<ref>Come citato in Scholem, ''Researches in Sabbateanism'', p. 19; cit. Idel, ''Messianic Mystics'', p. 198.</ref> ''Hitbodedut'', come abbiamo visto in precedenza discutendo l'uso biblico e sufi del termine, implica l'autoisolamento dalle distrazioni esterne ed sono tecniche di concentrazione mentale che combinano nomi divini. Nathan disse inoltre di aver ricevuto rivelazioni sul Messia da un angelo. Nathan insegnò che la statura del messia non dipende dal suo essere un operatore di miracoli, ma piuttosto dalla sua trasformazione in un essere divino, “il carro della Luce di Vita”, attraverso un processo mistico. Questa trasformazione “investe il messia con un nuovo tipo di esistenza, che gli permette di essere chiamato divino”.<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 203.</ref> Nathan sentiva che i risultati ottenuti da Gesù erano rovinati dai suoi miracoli. [[w:Moshe Idel|Moshe Idel]] riassume: {{citazione|Having built up the possibility that a man may become a complete divine being, Nathan now turns to the personality of his messiah. He argues that unlike the mystical attainment of the messiah, which is defined in terms of becoming a merkavah, a chariot of the divinity, Jesus’ claim to incarnation is built upon another argument, which turned out to be the reason for Jesus’ failure and ultimately the reason for the deception of the Jewish people. He proved to be a false messiah because the standard for measurement of this claim was his ability to perform signs and wonders. Herein lies the fault, for the people believed primarily in this magical aspect of his messianism...<br/> Actually, Nathan of Gaza alters the popular Jewish attitude toward Jesus. According to the Shabatean prophet, the theological problem was not that Jesus was deified, as many Jewish thinkers would argue, for that is just the rank that the messiah should attain. The cardinal failure was in Jesus presenting himself as a wonder worker. It may then be inferred that the process of deification of the messiah will take place only after he has perfected the lower world. This transformation into the chariot of the Light of Life invests the messiah with a new type of existence, which allows him to be called divine. By being absorbed into the divine structure, apparently after following a certain mystical path, one is able to be deified and so become messiah.|Idel, ''Messianic Mystics'', pp. 202–203}} Se i miracoli di Gesù raccontati nei Vangeli siano effettivamente avvenuti o meno a livello fisico, o se fossero riferimenti simbolici alla guarigione interiore, al nutrimento e al risveglio da uno stato di morte spirituale, non è nostra preoccupazione.<ref>Si veda in merito la mia ''[[Serie cristologica]]''.</ref> Tuttavia, è degno di nota il fatto che Natan usò le storie dei miracoli di Gesù per illustrare una verità importante: che la dipendenza dai miracoli non può portare molto lontano spiritualmente. La redenzione spirituale – la liberazione dello spirito – non può essere realizzata attraverso un agente esterno. Ciò eliminerebbe qualsiasi ruolo che l'individuo deve svolgere nel processo. L'individuo deve fare uno sforzo e impegnarsi per una vita spirituale. Yehuda Liebes, nel suo illuminante studio sulla vita e la carriera di Sabbatai, afferma che Sabbatai era interessato principalmente a una redenzione spirituale, piuttosto che politica. Stava cercando di riscattare la religione stessa, di rinnovarla attraverso l'insegnamento della vera esperienza di Dio. La sua redenzione della religione significava liberare l'anima individuale dalle restrizioni della religione stessa. Il vero esilio, per Sabbatai, “è l'esilio della religione, e il suo luogo di esilio è la tradizione fossilizzata, che ha da tempo dimenticato le sue radici e i suoi scopi”.<ref>Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 106.</ref> Scrisse a suo fratello: “Poiché non hanno il vero Dio, la loro Torah non è Torah”. {{citazione|A sense that the Torah had fossilized, coupled with a hope for reform and renewal, had once resulted in a dramatic and ritual breakthrough in ''halakhic'' [legal] prohibitions, mainly those under penalty of karet [transgressions punishable with death by Heaven], turning them into commandments. Shabateans had an ambivalent attitude to religion: On the one hand, they aspired to its renewal, reform, and redemption; and on the other, they wanted to destroy, punish, and relinquish religion. This was their attitude to other religions as well. Latent in this phenomenonis also the explanation of one of Shabateanism’s greatest paradoxes – a movement for the redemption of Judaism that at times leads to apostasy.|Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 106}} L'affermazione di Sabbatai alla sua divinità, ad aver avuto l'esperienza personale di Dio, era eretica rispetto alla religione ebraica classica, poiché significava che un essere umano poteva diventare Dio attraverso la pratica mistica. Sebbene Abulafia e la sua cerchia avessero scritto sulla ''unio mystica'' (unione mistica), il raggiungimento di quell'alto livello spirituale era generalmente considerato impossibile per i mortali; era solo per esseri soprannaturali. Ciò dimostra che convenzionalmente si presupponeva che gli esseri umani, mentre si trovavano nel corpo, non potessero subire una trasformazione spirituale totale. Si presuppone che l'uomo non possa liberarsi totalmente della sua natura fisica. Tuttavia, secondo alcuni studiosi, le esperienze e gli scritti di numerosi mistici ebrei smentiscono tale assunto e dimostrano che sono possibili vari gradi di unione mistica. In definitiva, era inconcepibile per l'establishment ebraico tradizionale immaginare un messia che iniziasse la sua vita come un essere umano comune. Era più facile concepire un essere soprannaturale, nato soprannaturale, che avrebbe portato la redenzione in un futuro nebuloso. La pretesa di divinità da parte di Sabbatai portava con sé anche il presupposto di fondo che lui e la sua esperienza fossero più alti della Torah e del Talmud, la struttura legale ereditata della religione. Stava dichiarando la sua libertà di agire indipendentemente dalla legge rabbinica e dalla moralità convenzionale, in un'audace dichiarazione di una nuova era governata da una legge superiore – la sua stessa legge acquisita attraverso la sua percezione di Dio. Per molti aspetti Sabbatai non era interessato alla percezione che il pubblico aveva di lui; era totalmente immerso e governato dalla sua personale esperienza mistica. Perfino Nathan di Gaza non riuscì a capirlo e proiettò le sue proprie convinzioni e interpretazioni cabalistiche delle azioni e delle dichiarazioni di Sabbatai.<ref>Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 100.</ref> Nel 1664, dopo che i suoi primi due matrimoni furono annullati perché non consumati, Sabbatai sposò Sarah, una donna di discutibile virtù. È stato ipotizzato che Sabbatai vedesse se stesso come il profeta Osea, a cui Dio ordinò di sposare una prostituta per dimostrare l'infedeltà del popolo di Israele verso Dio e l'eterna fedeltà di Dio alla Sua alleanza con loro. Sarah fu proiettata come la donna caduta diventata vergine attraverso il suo matrimonio con Sabbatai, che l'aveva redenta e resa virtuosa. I discepoli di Sabbatai lo elevarono allo status di re e Sarah a regina. La redenzione era basata sulla loro accettazione di Sabbatai come messia e sulla loro fede nella sua divinità. Avrebbero fatto qualunque cosa lui avesse detto loro di fare, che avesse senso o no, che seguisse norme morali o meno. Era al di sopra della legge e poteva agire come voleva. Creò perfino una nuova preghiera: “Benedetto sii tu, o Dio, che hai permesso ciò che è proibito”. Alcune delle sue azioni, come il matrimonio con Sarah e la noncuranza dei divieti religiosi, furono spiegate utilizzando il concetto lurianico delle ''kelipot'', i gusci di materia grezza che imprigionano le scintille di luce liberate al momento della creazione. Nathan usò il concetto per spiegare perché Sabbatai avesse bisogno di compiere certe azioni immorali – per liberare le scintille imprigionate dalle ''kelipot''. Doveva discendere nel reame del male (le ''kelipot'') per liberare il bene (le scintille) che vi era imprigionato. Fu questa metafora a diventare il principio guida di Sabbatai e dei suoi seguaci. Nel 1666, Sabbatai si proclamò pubblicamente messia e fu denunciato al Sultano, che vide il potenziale di instabilità e slealtà emergere nella comunità ebraica. Sabbatai venne arrestato e imprigionato per un breve periodo. Nello stesso anno fu portato davanti al Sultano e gli furono offerte due opzioni: la morte o la conversione all'Islam. Scelse la conversione. Fu nominato Guardiano del palazzo del Sultano a [[w:Edirne|Edirne Sarayi]], una posizione d'onore. A Edirne, vicino ai confini greco e bulgaro nella Turchia occidentale, Sabbatai ricevette la visita di alcuni dei suoi discepoli, molti dei quali lo seguirono nell'apostasia. Durante gli anni trascorsi a Edirne, Sabbatai visse momenti di illuminazione interiore, dopo i quali predicò l'importanza della conversione all'Islam. Come vedremo più avanti, è possibile che durante questo periodo abbia avuto contatti con mistici musulmani sufi, il che spiegherebbe la sua ricettività alla conversione. Nel 1668 ebbe la “grande illuminazione” e insistette affinché i suoi seguaci si convertissero, dicendo che se non lo avessero fatto non sarebbe stato in grado di intercedere per loro presso Dio o di ricondurli in Terra Santa.<ref>Resoconti di Paul Rycaut, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 177.</ref> Sabbatai disse di aver adottato l'Islam perché Dio lo aveva voluto. Inizialmente non fornì altro motivo. Successivamente, Sabbatai e Nathan attribuirono la sua conversione alla necessità di raccogliere le scintille di luce sparse tra le ''kelipot'', i frammenti di materia grossolana. Per fare ciò, dovette scendere lui stesso in quel reame di grossolanità. Un altro motivo per la conversione, come propose in seguito Nathan per eliminare voci di vigliaccheria e tornaconto, fu che Sabbatai stava andando in esilio (nell'Islam) come espiazione per l'infedeltà del popolo di Israele, proprio come la Shekhinah è in esilio. Convertendosi diventava sacrificio e martire.<ref>Il lettore moderno non farà a meno di pensare che Sabbatai fu un gran furbacchione!</ref> Natan citerà il passo biblico: "Sei trafitto a causa delle iniquità del popolo" (cfr. {{passo biblico2|Isaia|53:5}}). In una lettera scrisse: "Sappiate dunque... che [è] lui e nessun altro, e oltre a lui non c'è salvatore d'Israele. E anche se si è messo sul capo la bella mitra [il turbante dell'Islam], la sua santità non è profanata, perché Dio ha giurato con la sua mano destra che non ingannerà. Questo è uno dei misteri di Dio, e nessuno che abbia qualche conoscenza dei misteri della Torah lo considererà strano."<ref>Corrispondenza di Jacob Sasportas, ''Sisath nobel Sevi'' (The Fading Flower of Tsevi), copia manoscritta fatta da Dr. Z. Schwarz, Isaiah Tishby, curr. (Gerusalemme, 1953), pp. 260–62; anche Baruch d'Arezzo, pp. 59–61 (con varienti minori); citato in Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., p. 741.</ref> Le affannate spiegazioni di Nathan avevano lo scopo di rendere accettabile ai suoi seguaci la conversione e il comportamento enigmatico (e, diciamolo, ipocritamente pavido) di Sabbatai. È difficile dire se Sabbatai condividesse queste idee, poiché non era sempre coerente nelle sue dichiarazioni. Il punto chiave è che Sabbatai fu sempre convenientemente fedele al suo Dio personale, alla volontà di Dio così come gli veniva, indipendentemente dalle tradizioni e dai tabù della religione. Scrisse in un messaggio ai suoi seguaci, citato in ''The Lost Messiah'' di [[:en:w:John Freely|John Freely]]: {{citazione|Know ye... that I recognized with great clarity that the true God... has willed that I should come with all my heart into the Islamic religion, the religion of Ishmael, to permit what it permits, and to forbid what it forbids, and to nullify the Torah of Moses until the time of the End.|Sabbatai citato in una lettera da Nathan ai loro seguaci, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', pp. 177–178}} Continua liberamente con la sostanza del messaggio di Sabbatai: {{citazione|Shabatai goes on to say that it is important for the glory of God that he should bring into Islam all those to whom he would reveal the Mystery of His Godhead. He answers those who said that he had become a Muslim on the strength of a vision, and that when the illumination left him he would regret what he had done. “This is not so,” he insists, ”for I did this on my own, through the great power and strength of the Truth and Faith which no wind in the world and no sages and prophets can cause me to leave my place... Thus speaks the master of Truth and Faith, the Turco [Turk] and Mesurman [Egyptian].”}} Durante questo periodo, racconta Israel Hazzan, uno dei devoti discepoli di Sabbatai che rimase ebreo, Sabbatai continuò a cantare sia canzoni sacre che canzoni d'amore secolari spagnole, inclusa la sua preferita, "Meliselda", che coloro che non ne capivano il significato mistico pensavano essere una lasciva canzone d'amore. (Quanto simile era la confusione di coloro che consideravano il biblico Cantico dei Cantici come una raccolta mondana di canti d'amore!) <blockquote> MELISELDA<br/> Sul monte io ascesi,<br/> Al fiume scesi,<br/> Meliselda lì incontrai,<br/> La figlia del re brillante e bella.<br/> Lì ho visto la ragazza splendente<br/> Mentre usciva dal bagno.<br/> La sua fronte arcuata scura come la notte,<br/> Il suo volto una scintillante spada di luce,<br/> Le sue labbra come coralli rossi e luminosi,<br/> La sua carne come latte, così incantevole e radiosa. <ref>Cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 85.</ref> </blockquote> In precedenza, prima della sua conversione, Sabbatai aveva insegnato il significato mistico di questa canzone. Vedeva se stesso, il messia, come lo sposo della Torah, che era l'incarnazione della Shekhinah, la presenza immanente “femminile” di Dio nella creazione. La Shekhinah, la Torah, era la sua sposa. Nella descrizione della bella Meliselda, Sabbatai comprese il profondo simbolismo mistico. Cantava spesso questa canzone alla Torah. Hazzan descrisse le vette spirituali che Sabbatai raggiunse nella sua meditazione dopo la sua conversione: “Quando Amirah<ref>Acronimo della designazione usata per Sabbatai: “Nostro Signore e Re, Sua Maestà sia esaltata!”</ref> praticava la solitudine con la sua anima santa, univa la sua anima [ai quattro mondi soprannaturali del cosmo cabalistico] e io vedevo tutto questo. Sia benedetto il Signore che mi è stato concesso di vedere il suo volto quando praticava questa solitudine".<ref>Israel Hazzan, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 179.</ref> Hazzan notò anche che Sabbatai e i suoi discepoli ricevevano spesso le visite di Nathan, e insieme facevano i preparativi per la seconda venuta o manifestazione di Sabbatai come messia, che avrebbe avuto luogo sette anni dopo la sua apostasia, nel 1673-74, "a quel punto Sabbatai avrebbe finito di ‘raccogliere il seme che era stato seminato tra i Gentili’". Ad un certo punto Sabbatai rivelò al gruppo che “Dio era come un giovane glorioso che gli somigliava [cioè, Sabbatai stesso]”.<ref>Israel Hazzan, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 179.</ref> È stato anche registrato che durante il suo esilio Sabbatai fu un buon amico di un derviscio sufi turco, un famoso poeta e mistico di nome Mahomet Niyazi (morto nel 1694, chiamato anche Niyazi Misri Dede). Niyazi era associato all'ordine dei dervisci [[w:Bektashi|Bektashi]]; arrivò a Edirne intorno al 1670, e fu allora che apparentemente incontrò Sabbatai, se non prima durante precedenti visite a Costantinopoli. I Bektashi erano noti per le loro credenze non ortodosse e persino eretiche e per le ostentate convenzioni religiose, inclusa l'incorporazione di pratiche mistiche cristiane e di altre pratiche non musulmane. Apparentemente, Sabbatai rimase nel monastero (''tekke'') di Niyazi durante le sue visite a Costantinopoli e lì fu iniziato all'ordine Bektashi. Ciò implica che divenne discepolo di Niyazi e accettò Niyazi come suo maestro. È probabile che Niyazi e Sabbatai trovassero una grande comunanza nei loro approcci altrettanto eretici. Scrive Freely: "Shabatai and Niyazi seemed to have a strong influence upon one another, which, given the extreme unorthodoxy of their views, could only take each of them even further from the accepted religious beliefs of Judaism and Islam".<ref>Freely, ''Lost Messiah'', p. 182.</ref> In molti modi la vita e gli insegnamenti di Sabbatai sono formati da una prospettiva tratta dalla Cabala; e la Cabala stessa, secondo lo studioso contemporaneo Paul Fenton, fu influenzata dal misticismo islamico durante il primo periodo del suo sviluppo in Spagna, sede dell'Islam in Europa. È in questo contesto che Fenton esamina le reciproche influenze del misticismo sufi ed ebraico su Niyazi e Shabatai. Fenton sottolinea che pochi studiosi hanno considerato l'influenza del sufismo sugli insegnamenti di Sabbatai fin dall'inizio della sua vocazione. Afferma che “the missing issue [in Scholem’s ‘masterful’ study of Shabatai] is the investigation of the role played by Shabatai’s Islamic background in forming his personality and doctrine”.<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi” in ''Approaches to Judaism in Medieval Times'', vol. III, no. 134, p. 81.</ref> Una delle aree di somiglianza esaminate da Fenton è l'uso del valore numerico delle lettere arabe negli scritti mistici di Niyazi, in un modo simile all'uso cabalistico della ''[[w:ghematria|gematria]]''. Menziona anche la fede dei Bektashi nella “reincarnazione e nella manifestazione divina in forma umana”,<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi,” p. 82.</ref> concetti paralleli alla fede di Sabbatai nel suo ruolo messianico. In entrambe le religioni prevaleva un'atmosfera di fervore messianico. Si pensava anche che Niyazi fosse l'adempimento delle predizioni messianiche. Fenton ripercorre la storia di Sabbatai e i probabili contatti con Niyazi. Conclude che ci sono buone possibilità che dal 1666 fino al suo esilio in Montenegro nel 1672 o 1673, Sabbatai possa essere stato un visitatore abituale del ''tekke'' di Niyazi: "Were it true, this tradition would also indicate that from its very inception, the Shabatean movement had contacts with the Dervish and Bektashi milieu. This concurs with the unambiguous testimony of Israel Hazzan, who reports that while in Edirne, Shabatai was wont to participate in Dervish prayer circles which would consist in the innumerable repetitions of the name of God. Later, as it is known, the Shabateans adopted a certain number of Bektashi doctrines and rituals".<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi,” p. 84.</ref> È del tutto possibile che Sabbatai e Niyazi condividessero un approccio universalista alla spiritualità, basato sulle loro esperienze mistiche interiori. Sembra che Sabbatai inizialmente avesse sperimentato un certo grado di realizzazione spirituale e avesse attirato un ampio seguito, alimentato dalle sue dichiarazioni e da quelle di Nathan sulla sua messianicità. Nonostante il fervore messianico che lo circondava e la sua convinzione di essere il messia, sentiva tuttavia che pochi dei suoi discepoli, se non nessuno, lo capivano. Ciò che intendeva con “messia” e “Dio” e ciò che essi comprendevano e proiettavano su di lui potrebbero essere state cose molto diverse. Il destino di Sabbatai lo portò all'Islam e infine all'iniziazione da parte di un derviscio sufi in un ordine mistico, i cui insegnamenti erano basati sulla trascendenza dei confini religiosi. Non si sa quale ruolo abbia avuto la sua conversione in questa trasformazione finale. La sua missione di rinnovamento spirituale lo portò a colmare la propria anima di una forma di devozione e di pratica mistica che esisteva al di fuori della pratica e del credo religioso ortodosso. La sua realizzazione spirituale portava con sé la convinzione che i confini restrittivi della religione dovessero essere infranti per poter percepire Dio direttamente. Sabbatai era piuttosto radicale e forse nessuno dei suoi seguaci capiva cosa stesse facendo o dicendo veramente. Anche in vita, per non parlare delle generazioni successive, fu interpretato come un sostenitore della conversione e del sincretismo multireligioso. Ma questa potrebbe essere stata solo una briciola della sua realizzazione spirituale. È anche difficile autenticare o valutare le accuse di comportamento immorale, ma è possibile che una certa confusione mentale e morale sia derivata dal concetto di discesa nel reame del male per liberare il bene. La conversione di Sabbatai all'Islam causò una grande crisi e frammentazione nella comunità ebraica. Aveva galvanizzato gli ebrei di tutto il bacino del Mediterraneo, e persino del Nord Europa, con le sue pretese di messia e la promessa di una redenzione imminente. Nonostante la sua conversione, molti erano ancora aggrappati alla fede in lui. Tra i suoi seguaci c'erano un gran numero di conversos o marrani, discendenti degli ebrei che erano stati costretti a convertirsi al cattolicesimo durante l'Inquisizione, ma erano tornati all'ebraismo nel secolo e mezzo successivo. Non erano così attaccati alle rigide osservanze dell'ebraismo e furono in grado di accettare il concetto di conversione. Molti di loro adottarono le usanze musulmane in superficie, ma continuarono con le osservanze ebraiche in privato. Una setta di questi seguaci sabbatei, conosciuta come [[w:Dunmeh|Dunmeh]], sopravvisse come comunità musulmana separata in Turchia fino al XX secolo. Ma per la maggior parte degli ebrei che non seguirono Sabbatai nella conversione o non accettarono il suo approccio sincretistico, la conversione di Sabbatai fu un tradimento e persero la fede in lui come messia. Nonostante il fatto che Sabbatai fosse diventato la figura messianica più influente nella storia religiosa ebraica dai tempi di Gesù, divenne rapidamente un tabù parlare di lui nei circoli religiosi convenzionali, e fu denigrato dalla maggior parte degli scrittori delle generazioni successive. Un altro impatto delle attività di Sabbatai (e delle attività di altri “messia” che lo seguirono) fu che la Cabala, che aveva goduto di un'accettazione quasi universale ai suoi tempi, divenne un anatema, poiché era associata all'eresia e all'apostasia. Tuttavia, molte delle idee di Sabbatai, in particolare la necessità di scendere nel reame del male per liberare il bene, influenzarono gli insegnamenti cabalistici e penetrarono anche nello chassidismo, in una forma diversa. La pratica del misticismo cabalistico fu comunque nascosta in alcuni luoghi, finché non riemerse sotto forma di chassidismo un secolo dopo. Dopo la morte di Sabbatai nel 1676, ci fu una proliferazione di movimenti messianici in Polonia e in altre aree d’Europa. Molte delle figure messianiche erano discepoli di Sabbatai o erano ispirati dai suoi successi e dal suo ruolo messianico. Alcuni erano sinceramente convinti della loro vocazione messianica; offrivano guida spirituale alla comunità ebraica secondo la loro percezione della volontà divina, insegnavano "segreti" cabalistici e sollecitavano il pentimento per prepararsi al tempo messianico. Altri sembravano voler portar avanti i propri interessi personali, cavalcando le onde dell'eccitazione e dell'isteria, e ricevendo la riverenza incondizionata della comunità ebraica disperata e credulona che era facilmente influenzata da storie di miracoli, mitologie complesse e previsioni di redenzione messianica. Quanto segue darà un'idea della varietà di messia che seguirono Sabbatai. La maggior parte di questi individui viaggiarono molto, portando i loro insegnamenti – generalmente variazioni dell'eredità sabbateana – ai discepoli in Europa, Nord Africa e Terra Santa. Anche la presenza di maestri imperfetti che tradiscono i propri discepoli può avere una conseguenza positiva in quanto può creare il desiderio che appaia un vero maestro spirituale o messia. Il fatto che alcuni messia si siano rivelati falsi non dissuase la gente dalla ricerca, anche se diede luogo a scomuniche occasionali e crisi spirituali. I maestri arrivarono in ogni dimensione, forma e colore, per così dire: studiosi, ignoranti, sabbatei, esperti di etica; divini, mondani; taumaturghi, maghi; asceti, sensualisti; insegnanti di meditazione; donne che avrebbero dato alla luce il messia. Era come se una diga si fosse rotta sulle possibilità spirituali, mentre maestri di ogni tipo emergevano in superficie per rivendicare quelle anime segnate per loro e per il loro insegnamento. [[:en:w:Abraham Miguel Cardoso|Abraham Miguel Cardozo]] (1626-1706) fu uno stretto discepolo di Sabbatai che non si convertì all'Islam, riservandolo come un atto sacro appropriato solo per il Messia. Fu espulso sia da Tunisi che da Tripoli a causa dei suoi insegnamenti eretici sabbatei e, al suo arrivo a Izmir, annunciò di essere il messia. Una recente biografia presenta Cardozo come un cabalista che era molto più di un semplice seguace di Sabbatai: "He was one of the most vivid, complex, and original personalities to emerge within Judaism during the seventeenth century... Cardozo lived not only in a different world from ours but in a different universe. His was not the universe of Newton and Descartes, but the magical universe of kabbalistic mysticism, which has mostly vanished today".<ref>Halperin, ''Abraham Miguel Cardozo'', Introduzione, p. xxi.</ref> Yehoshua Heschel Tsoref (1633–1700ca) fu un altro messia di questo periodo, attivo in Lituania e Polonia. Un gioielliere incolto, viveva uno stile di vita ascetico ed era devoto a Sabbatai. Quando Sabbatai si convertì, Tsoref ne fu ispirato e si impegnò a portare il messaggio di Sabbatai in Polonia. Molti ebrei polacchi fecero pellegrinaggi per vederlo e ascoltare le sue storie e profezie. È probabile che il suo libro, ''Sefer ha-tsoref'', fosse uno dei testi esoterici che ispirarono il [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]], primo maestro chassidico, cinquant'anni dopo. Hayim ben Shlomo (1655ca–1716ca) era conosciuto come Mal’akh (l'angelo). Si autoproclamò messia in attesa della seconda venuta di Sabbatai. Il Mal’akh era attivo in Polonia, Italia, Israele e Turchia, ed era piuttosto controverso a causa del suo insegnamento delle pratiche sabbatee radicali. Dopo essere stato espulso da Israele e dalla Turchia, tornò in Polonia per insegnare. Yehuda Leib Prossnitz (1670–1730) era un venditore ambulante senza istruzione, un asceta che raccoglieva grandi gruppi di seguaci, tra cui molti bambini. Il suo ministero spirituale iniziò quando ricevette visioni e sogni di Luria e Sabbatai. Nel 1724, dopo aver incontrato alcuni aderenti al messianismo sabbateo, si dichiarò messia della stirpe di Giuseppe. Sebbene scomunicato e bandito da diverse comunità ebraiche, i suoi insegnamenti furono tramandati mediante un discepolo stretto a [[w:Jonathan Eybeschutz|Yonatan Eybeschuetz]], che divenne un popolare insegnante sabbateo e mago folk. === Jacob Frank === [[File:Jakub Frank.jpg|150px|right|thumb|[[:en:w:Jacob Frank|Jacob Frank]], ritratto del 1895]] {{vedi anche|:en:w:Jacob Frank|etichetta1=Jacob Frank}} Fu in questo periodo di fermento spirituale e di anelito messianico che [[:en:w:Jacob Frank|Jacob Frank]] (1726–1791), uno dei messia più influenti del XVIII secolo, lasciò il segno. Seguace di Sabbatai, Frank si convertì inizialmente all'Islam e poi al cattolicesimo, portando con sé i suoi seguaci: "He was a fearless and physically powerful figure but uneducated and disdainful of religious traditions, above all the Jewish rabbinic elite. His messianic activities were at the local level, in Poland and Moravia for the most part, but were imbued, as had been those of Luria and Tsevi, with cosmic significance and the mystic vision".<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 167.</ref> Una volta convertitosi al cattolicesimo, denunciò l'ebraismo e si impegnò in numerose controversie pubbliche sponsorizzate dalla Chiesa con i rabbini riguardanti la legge ebraica, le pratiche religiose e il Talmud. Naturalmente la sua parte vinse sempre e numerose copie del Talmud furono bruciate. Come base per i suoi insegnamenti, sviluppò una mitologia complessa basata sullo sabbateismo, sulla Cabala lurianica, sullo Zohar e su altre fonti rabbiniche. La teologia di Frank era basata sul concetto di “doppiezza”, ovvero la duplicazione in questo mondo di tutto ciò che si trova nei reami superiori. Interpretò il concetto in modo letterale. Dio divenne il Grande Fratello, il doppio superno di Frank. Chiamò i suoi discepoli fratelli e sorelle e li immaginò duplicati nella corte del Grande Fratello. Insegnò che le forme incarnate delle potenze divine nei reami superiori erano riflessi inferiori di potenze ancor più elevate. Dio stesso ha un potere inferiore per svolgere la sua opera nel mondo materiale. Le forze positive e negative dei reami superiori, che derivavano dall'Unità superna, erano incarnate come esseri buoni e cattivi. Insegnò che in questo mondo materiale esistono accenni alla realtà dei reami superiori. Frank sviluppò uno schema per guidare le azioni dei suoi seguaci. Tutto doveva essere contrario. Tutte le leggi e i rituali ebraici ortodossi dovevano essere infranti e violati. Niente è ciò che sembra; ciò che è ritenuto santo è mortale, e il timore reverenziale deve essergli spogliato per smascherare ciò che è reale. In tal modo si realizza la riparazione del santo.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 180.</ref> Frank si elevò allo status di imperatore e proiettò sua figlia Ewa, che chiamò "la matronita", nella figura della Vergine Maria, attirando molti seguaci al suo santuario. Nonostante la sua teologia apparentemente bizzarra, esercitava un grande fascino sulla comunità ebraica del suo tempo. Esausta dalle persecuzioni delle autorità cristiane e del governo, e sofferente per le rigide esigenze religiose dell'ebraismo dell'Europa orientale del XVIII secolo, che richiedeva sia impegno pratico che intellettuale, la comunità ebraica trovò negli insegnamenti di Frank un percorso di assimilazione alla società nonebraica che permetteva loro di mantenere ancora un certo senso di identità ebraica, anche se la posizione di Frank era eretica. Con il passare della storia, molte famiglie ebree e non-ebree in quella parte d'Europa condividono origini frankiste. === Moshe Chaim Luzzatto === [[File:Young Ramchal.jpg|150px|right|thumb|Il RaMHaL da giovane]] {{vedi pedia|Mosè Luzzatto}} Una delle figure messianiche post-Sabbatai più significative fu [[w:Mosè Luzzatto|Moshe Hayim Luzzatto]] (1707–1747), nato a [[w:Padova|Padova]], in Italia, e morto ad [[w:Acri (Israele)|Akko]] in Terra Santa. Proveniente da una famiglia benestante, Luzzatto era ben istruito nelle discipline umanistiche e scientifiche secolari, scriveva teatro e poesie e parlava italiano e latino. Era anche uno studioso dei tradizionali testi ebraici rabbinici come il Talmud, e un devoto cabalista. Luzzatto, detto anche il ''Ramhal'' (acronimo ebr. RaMHaL, רמח"ל – dalle iniziali del suo nome)<ref>'''Mosè Luzzatto''' (in ebraico משה חיים לוצאטו, ''Moshe Chaim Luzzatto'', ma il nome si trova scritto anche come ''Moses Chaim'' o ''Moses Hayyim''), conosciuto anche con l'acronimo ebraico di '''RaMCHaL''' (o '''RaMHaL''', רמח"ל), (Padova, 1707 – Acri, 6 maggio 1746).</ref> rivelò la sua vocazione messianica alla sua cerchia di discepoli, che chiamò Santa Società. Fin dalla giovinezza, affermò di essere un canale per le rivelazioni di un ''maggid'', un angelo che aveva parlato attraverso di lui durante i suoi stati meditativi. Scrisse un'eccellente rassegna del sistema cabalistico lurianico, nonché un'opera popolare sull'etica, ''Mesilat yesharim'' ("Il Percorso del Giusto"), un manuale sul sentiero della vita santa che porta al raggiungimento dello spirito divino. Ne oscurò e nascose consapevolmente le idee cabalistiche e mistiche sottostanti, e così trovò l'accettazione nella più ampia comunità ebraica come guida per uno stile di vita etico. Il primo brano citato di seguito è tratto da una lettera scritta da uno dei suoi discepoli, Yekuthiel Gordon, a Rabbi Mordecai Yoffe, raccontandogli dei doni spirituali di Luzzatto, in particolare che un ''maggid'' gli era apparso ordinandogli di insegnare alcuni esercizi spirituali ai suoi discepoli e dandogli la conoscenza delle loro successive incarnazioni e molti altri segreti divini. La lettera è illuminante perché rivela lo stretto rapporto devozionale che Gordon aveva con il suo maestro, e il contesto religioso biblico e cabalistico in cui Luzzatto ricevette la sua rivelazione e inquadrò i suoi insegnamenti. Mostra anche che era considerato il successore e trasmettitore della saggezza spirituale ricevuta dai maestri dell'antichità, come Rabbi Akiva del periodo rabbinico, "membri dell'Accademia Celeste" (varie figure religiose storiche e leggendarie) e l'Ari (Rabbi Isaac Luria). Gli esercizi che insegnava ai suoi discepoli erano ''tikunim'', tecniche meditative lurianiche (che implicano permutazioni dei nomi divini) e altre azioni speciali da compiere con completa dedizione e ''kavanah'', al fine di riparare o perfezionare la disarmonia cosmica in cui era presumibilmente caduto il mondo. Secondo la struttura concettuale cabalistica, era dovere del messia insegnare queste tecniche al fine di redimere il mondo e ripristinare l'armonia primordiale all'interno della Divinità. <blockquote> I come regarding things of the Torah to inform my lord of the choice gift the Holy One, blessed be He, has granted to us from his treasure store. There is here a young man, tender in years, no older than the age of twenty-three. He is a holy man, my master and teacher, the holy lamp, the man of God, his honor Rabbi Moses Hayim Luzzatto. For these past two and a half years a ''maggid'' has been revealed to him, a holy and tremendous angel who reveals wondrous mysteries to him. Even before he reached the age of fourteen he knew all the writings of the Ari by heart. He is very modest, telling nothing of this even to his own father and obviously not to anyone else. It was by the counsel of the Lord that I discovered it by accident, here is not the place to describe how. For the past month I have been ministering to him, drawing water from his well, happy the eye that has seen all this and happy the ear that has heard of it. He is a spark of Akiva ben Joseph. Eight months have passed since the time that the holy and tremendous angel was first revealed to him. He delivered to him numerous mysteries and imparted the methods by means of which he could summon to him the members of the Heavenly Academy. With the approval of the Holy One, blessed be He, and his Shekhinah, he ordered him to compose a Book of the Zohar, called in Heaven, the Second Zohar, in order that a great ''tikun'' known to us should be carried out. This is what happens. The angel speaks out of his mouth but we, his disciples, hear nothing. The angel begins to reveal to him great mysteries. Then my master orders Elijah to come to him and he comes to impart mysteries of his own... He knows all men’s previous incarnations and all the ''tikunim'' they have to carry out and he knows the science of reading the lines of the hand and face. To sum up, nothing is hidden from him. At first permission was only granted to reveal to him the mysteries of the Torah but now all things are revealed to him. But no one outside our circle knows of it. He told to me personally a great secret regarding why I have come here to study under him, for nothing occurs without reason. He told me about my soul and the ''tikunim'' I have to perform.<ref>Lettere pubblicate in {{en}} da S. Ginzburg in ''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto u-benei doro'' (''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto and Members of His Generation'') (ebraico: 1937), pp. 18–20; cit. anche in Jacobs, ''Schocken Book of Jewish Mystical Testimonies'', pp. 169–170. Riporto, come altrove, la versione originale in lingua inglese del traduttore in calce.</ref> </blockquote> La maggior parte degli scritti di Luzzatto sono entrati nella letteratura cabalistica, ma alcuni sono intrisi di un tipo di devozione generalmente associata al hasidismo. Per questo motivo è considerato un'importante figura di transizione tra la Cabala lurianica classica e il hasidismo. Nel suo libro ''Derekh ha-shem'' (La Via del Nome), discute l'importanza del maestro spirituale nel canalizzare la volontà divina nel reame dell'uomo. Scrive che il maestro agisce come una lente che focalizza la divina luce interiore e ci permette di vedere Dio: {{citazione|L'esperienza profetica deve avvenire attraverso intermediari. Un essere umano non può attaccarsi direttamente alla gloria di Dio, percependola come vede un uomo in piedi di fronte a lui. La percezione di Dio implicata nella vera profezia [esperienza spirituale] deve quindi avvenire attraverso i servi di Dio, il cui compito è fornire una tale visione. Questi intermediari agiscono quindi come lenti attraverso le quali l'individuo vede la Gloria.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'' (La Via del Nome), 3:3:5–3:4:1<ref>Cfr. anche Kaplan, ''Meditation and the Bible'', p. 32.</ref>}} Sottolinea la necessità di un maestro spirituale di prim’ordine: {{citazione|È quindi fondamentale che coloro che lottano per la vera profezia lo facciano sotto la guida di un maestro profeta.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'', 3:4:10}} Descrive le qualifiche del maestro profeta: {{citazione|Deve avere una conoscenza adeguata dei metodi profetici, ed essere in grado di insegnare ai suoi discepoli cosa deve fare ciascuno per raggiungere il risultato desiderato, secondo il proprio particolare livello di preparazione.<br/> Quando i profeti neofiti iniziano a percepire rivelazioni, il profeta principale continua a guidarli. Egli li istruisce e comunica loro ciò che ancora manca nella loro ricerca, sulla base di ciò che viene loro rivelato. Fino a quando non raggiungeranno la piena profezia, avranno bisogno di un maestro per tutto questo. Anche se qualche influenza e rivelazione potrebbero aver cominciato a giungere a loro, ciò di per sé non è sufficiente per portarli immediatamente alla meta finale. Prima di poter raggiungere tale obiettivo, hanno bisogno di molta guida e formazione, ciascuno secondo il suo grado di preparazione.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'', 3:4:2, 4}} Luzzatto prese molto sul serio la sua missione e si sentì profondamente responsabile del benessere spirituale dei propri discepoli. Il passaggio seguente è tratto da una lettera che Luzzatto scrisse a Rabbi Benjamin ben Eliezer ha-Kohen Vitale, un famoso cabalista e suocero del maestro di Luzzatto, Rabbi Isaiah Basson. Spiega il suo rifiuto di fuggire dall'Italia a causa della responsabilità che sente di guidare spiritualmente i suoi giovani discepoli. {{citazione|Lode al Dio d'Israele, molte persone ora rinunciano ai propri peccati per cercare il Signore. Tutti i timorati di Dio vengono ogni giorno da me per ascoltare le nuove cose che il Signore mi dice. I giovani che in precedenza avevano camminato sulle vie delle vanità giovanili, ora, grazie a Dio, si sono allontanati dalla via malvagia per ritornare al Signore, e ciascuno di loro viene da me per ricevere ''tikunim'' per le sue azioni passate. Sono venuti solo ieri; li abbandonerò dunque andando in un altro paese? Una cosa del genere non può essere giusta! Ho l'obbligo di incoraggiarli finché i loro piedi non saranno saldamente piantati, come spero, nella via del Signore. Inoltre è impossibile contare su un miracolo portando con me il mio libro a causa del pericolo del censore.<ref>“Pericolo da parte del censore” significa pericolo da parte delle autorità cristiane che potrebbero considerare il libro offensivo per la fede cristiana e confiscarlo.</ref> Tuttavia mi sento obbligato a rivelare al tuo onore, la cui anima mi è tanto cara, i misteri di Dio nella misura in cui mi è consentito farlo e nei limiti di questa lettera. Con l'occhio del tuo grande e puro intelletto vedrai quanto profonde siano queste questioni, perché profondi sono i pensieri del Signore.<ref>Lettere pubblicate da S. Ginzburg in ''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto u-benei doro'', pp. 36–40; cit. in Louis Jacobs, ''Schocken Book of Jewish Mystical Testimonies'', pp. 172–173.</ref>}} Poiché affermava di essere il messia e parlava di avere un ''maggid'', e poiché predisse che alcuni dei suoi scritti avrebbero sostituito la Bibbia durante il tempo del messia, Luzzatto fu sospettato di essere uno sabbateo (cosa che invece non era) e di impegnarsi in attività eretiche. Fu scomunicato dalle autorità religiose ebraiche e molte delle sue opere furono bandite. Alla fine fuggì dall'Italia in Terra Santa dove, poco dopo, morì di peste. Fu solo postumo che divenne rispettato come un influente cabalista e insegnante di ''[[:en:w:musar literature|mussar]]'', la vita etica. ==== Bibliografia del Ramhal ==== {{Doppia immagine verticale|right|Luzatto Lashon Limudim.jpg|Luzatto Derek hokma.jpg|150|Edizione 1833 di ''Lashon limudim''|Edizione 1836 di ''Derech Chochma''}} {{Doppia immagine verticale|right|Mesilat Yesharim.jpg|לישרים תהלה.jpg|150|Edizione 1740 di ''Mesilat Yesharim''|Edizione 1799 di ''Layesharim Tehila''}} [[File:מאמר על ההגדות.jpg|150px|thumb|right|Edizione 1783<br/> מאמר על ההגדות]] Di seguito è riportata una selezione dei libri scritti dal RaMHaL, רמח"ל:<ref>Le informazioni bibliografiche provengono principalmente da {{Cita web |url=http://www.torah.org/learning/ramchal/classes/special2.html |titolo=Ramchal |editore=Torah.org |data= |accesso=24 aprile 2024 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130510095809/http://www.torah.org/learning/ramchal/classes/special2.html |dataarchivio=10 maggio 2013 }}</ref> * ''Ma'aseh Shimshon'' ("La storia di Sansone"); * ''Lashon Limudim'' ("Una lingua per insegnare"); * ''Migdal Oz'' ("Una Torre di Forza"); * ''Zohar Kohelet'' ("Lo Zohar al Libro di Ecclesiaste"); * ''Shivim Tikikunim'' ("Settanta Tikkunim"): in parallelo con i settanta Tikkunei Zohar; * ''Zohar Tinyanah'' ("Un secondo Zohar"): non esiste più; * ''Klallot Haillan'' o ''Klalut Hailan'' ("Gli elementi principali dell'Albero [della Vita]"): sinopsi dell'opera cabalistica basilare dell'ARI; * ''Ma'amar Hashem'' ("Un discorso su Dio"); * ''Ma'amar HaMerkava'' ("Un discorso sul Carro"); * ''Ma'amer Shem Mem-Bet'' ("Un discorso sulle 42 lettere del Nome [di Dio]"); * ''Ma'amar HaDin'' ("Un discorso sul Giudizio [Divino]"); * ''Ma'amar HaChochma'' o ''Maamar Ha'hokhma'' ("Un discorso sulla Saggezza"): si concentra su [[w:Rosh haShana|Rosh haShana]], [[w:Yom Kippur|Yom Kippur]] e [[w:Pesach|Pesach]] da una prospettiva cabalistica; * ''Ma'amar HaGeulah'' ("Un discorso sulla Redenzione" o "La Grande Redenzione"); * ''Ma'amar HaNevuah'' ("Un discorso sulla Profezia"); * ''Mishkanei Elyon'' o ''Mishkane 'Elyon'' ("Torri Esaltate"): un'interpretazione cabalstica del Tempio Santo con un'illustrazione della dimensioni del [[w:Terzo Tempio|Terzo Tempio]]; * ''Ain Yisrael'' ("Il Pozzo d'Israele"); * ''Ain Yaakov'' ("Il Pozzo di Giacobbe"); * ''Milchamot Hashem'' ("Le Guerre di Dio"): che difende la [[w:Cabala ebraica|Cabala ebraica]] contro i suoi detrattori; * ''Kinnaot Hashem Tzivakot'' o ''Kinat H' Tsevaot'' ("Difese ardenti per il Signore degli Eserciti"): offre particolari sulla redenzione e sul Messia; * ''Adir Bamarom'' ("[Dio è] Potente nell'Alto"), commentario della '''Iddrah Rabbah''' ("La Grande Camera della Trebbiatura"): sezione dello [[Zohar]]; * ''Iggrot Pitchei Chochma v'Da'at'' o ''Klale Pit'he 'Hokhma Veda'at'' ("Lettere [che servono] come Introduzione alla Saggezza e alla Conoscenza"): spiega certi principi eruditi della fede ebraica secondo la Cabala; * ''Sefer Daniel'' ("Il Libro di Daniele"): commentario esoterico di questa opera biblica; * ''Tiktu Tephilot'' ("515 Preghiere"): si focalizza sulle preghiere per la rivelazione della sovranità di Dio; * ''Kitzur Kavvanot'' ("Intenzioni abbreviate"): permette al lettore di avere una panoramica delle preghiere e intendimenti dell'ARI; * ''Ma'amar HaVechuach'' ("Discorso [che serve come] argomento"): mette a confronto un cabalista con un razionalista, ognuno che cerca di difendere il proprio punto di vista; * ''Klach Pitchei Chochma'' o ''Kala'h Pitkhe 'Hokhma'' ("138 introduzioni alla Saggezza"): una delle opere più importanti del Ramchal, poiché espone il suo pensiero sulla natura simbolica degli scritti dell'ARI e delle rispettive spiegazioni del Ramchal; * ''Areichat Klallot HaEilan'' ("Dizionario dei Principali Elementi dell'Albero [della Vita]"); * ''Klallim'' ("Elementi Principali"): serie di brevi presentazioni sui maggiori principi dei sistemi cabalistici; * ''Da'at Tevunot'' o ''Da'ath Tevunoth'' ("Il Cuore conosce" o "Sapere le ragioni"): opera che spiega la dualità del positivo e negativo che esiste a tutti i livelli della realtà, affermando che questa è la base per cui Dio "mostra il Suo Volto o Lo occulta" all'umanità, e la doppia esistenza del bene e del male; * ''Peirush al Midrash Rabbah'' ("Commentario di Midrash Rabbah"): non tanto cabalistico quanto simbolico; * ''Derech Hashem'' o ''Derekh Hashem'' ("La Via di Dio"): una delle sue opere più rinomate. Un'esposizione succinta delle fondamenta della fede ebraica, che tratta anche degli obblighi dell'umanità su questa terra e le sue relazioni con Dio; * ''Ma'amar al HaAggadot'' ("Discorso sull'Aggadah"): che spiega che la letteratura [[w:Haggadah|aggadica]] non è letterale ma metaforica; * ''Ma'amar HaIkkurim'' o ''Maamar Ha'ikarim'' ("Discorso sulle Cose Fondamentali"): breve esposizione delle fondamenta della religione ebraica simile a "La Via di Dio" e che concerne certe altre tematiche; * ''Derech Chochma'' o ''Sepher Derekh 'Hokhma'' ("La Via della Saggezza"): che serve come dialogo tra un giovane e un saggio, con quest'ultimo che prepara un corso sulla Torah che duri tutta la vita e culmini con lo studio della Cabala; * ''Vichuach HaChocham V'HaChassid'' ("L'argomentazione tra il Saggio e il Pio"): che è in verità la prima stesura di ''Messilat Yesharim'' recentemente ritrovato; * ''Messilat Yesharim'' o ''Mesilat Yesharim'' ("Il Percorso del Giusto"): la sua opera più famosa che permette ai lettori di arricchirsi gradualmente in devozione - scritto quando aveva 33 anni (nel 1740); * ''Sefer HaDikduk'' ("Il Libro della Grammatica"); * ''Sefer HaHigayon'' ("Il Libro della Logica"): espone il giusto modo di pensare e analizzare; * ''Ma'amar al HaDrasha'' ("Un discorso sulle Omelie"): incoraggia lo studio di Cabala e [[w:Mussar|Mussar]]; * ''Sefer Hamalitza'' ("Il Libro dello Stile"): offre l'arte di scrivere accuratamente e di esprimersi correttamente; * ''Derech Tevunot'' ("La Via della Comprensione"): spiega il modo di pensare talmudico; * ''LaYesharim Tehilla'' ("Sia lode al Giusto"): un'opera drammatica. ===== Pubblicazioni italiane ===== <small>''(parziale)''</small> * Moseh Chajijm Luzzatto, ''Centotrentotto porte di sapienza'' [estratto], in ''Mistica ebraica'', a cura di [[w:Giulio Busi|Giulio Busi]], Einaudi, Torino 1995, pp.&nbsp;591–624. * Moseh Chajijm Luzzatto, ''Il sentiero dei giusti'', a cura di Massimo Giuliano, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000 ISBN 8821542378 *''L'epistolario di Mošeh Ḥayyim Luzzatto'', a cura di Natascia Danieli, Giuntina, Firenze 2006 ISBN 8880572717 * Moshe Chaim Luzzatto, ''KLaCh Pischey Chokhmah. 138 Aperture di Saggezza'', Providence University, 2007 ISBN 9781897352236 * Moshe Chaim Luzzatto, ''Derech Ha-shem: La Via Di Dio'', Providence University, 2007 ISBN 978-1897352229 * Moshè Chayìm Luzzatto, ''Articolo sui principi: Amsterdam 1743'', trad. di Ralph Anzarouth, Morashà, Milano 2010 * Gadi Luzzatto - Mauro Perani (edd.), ''Ramhal. Pensiero ebraico e kabbalah tra Padova ed Eretz Israel'', Esedra, Padova 2010 * [https://www.medialibrary.it/media/ricercaopen.aspx?selcrea=304411 Opere di Mosè Luzzatto], su MLOL, ''Horizons Unlimited'' === Messia yemeniti === {{vedi anche|:en:w:Yemenite Jews|etichetta1=Ebrei yemeniti (con voci correlate)}} Lo Yemen era stato un importante centro della vita ebraica fin dal X secolo, e diverse importanti figure messianiche vi apparvero tra il XII e la fine del XIX secolo. Alcuni furono ispirati da Sabbatai e dalla Cabala lurianica, altri si ispirarono alle tradizioni messianiste musulmane. Poiché prestavano servizio all'isolata comunità ebraica dello Yemen, non sono stati studiati frequentemente. C'era una certa mistica nelle leggende che circondavano le origini degli ebrei yemeniti, e molti pensavano che rappresentassero le dieci tribù perdute, un tema che era intessuto negli insegnamenti di tutti i messia yemeniti. L'ascetismo e il bisogno di pentimento comunitario erano altri due aspetti importanti dei movimenti messianici yemeniti. L'argomento è discusso in dettaglio nell'opera completa di [[:en:w:Harris Lenowitz|Harris Lenowitz]], ''The Jewish Messiahs''.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', pp. 225–262.</ref> === Un ritorno all'interiorità === {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|75%|24 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 13]] e1ps01gih4cxx2nonhgh4014snkzhqm 453031 453030 2024-04-25T16:48:12Z Monozigote 19063 /* Un ritorno all'interiorità */ pic wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Moshe Chaim Luzzatto (ramhal) - Wall painting in Acre, Israel.jpg|580px|Affresco raffigurante il Ramhal, [[w:Mosè Luzzatto|Mosè Luzzatto]]}} == I messia dell'era post-Inquisizione == [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} La brutalità dell'[[w:Inquisizione spagnola|Inquisizione spagnola]], iniziata nel 1492 e durata più di tre secoli, fu essa stessa il terrificante culmine di un secolo di massacri, torture, conversioni forzate ed esilio. L'Inquisizione perseguitava soprattutto i [[w:converso|conversos]] ebrei (chiamati dagli spagnoli ''marranos'', che significa “maiali”) – quegli ebrei che si erano convertiti al cattolicesimo per evitare la persecuzione ma che erano sempre sospettati di “ricadere” nelle pratiche ebraiche o di essere segretamente ebrei. Tra il 1480 e il 1808 caddero vittime dell'Inquisizione circa {{FORMATNUM:350000}} conversos spagnoli; molti furono bruciati sul rogo. Alcuni fuggirono a Salonicco (Salonicco), Venezia, Amsterdam, Londra e nel Nuovo Mondo, in particolare in Messico. I cuori degli ebrei in tutto il Mediterraneo erano galvanizzati dalla speranza che il Messia sarebbe apparso da un momento all'altro e l'universo sarebbe stato guarito e perfezionato. Le sofferenze di quel periodo furono spesso interpretate dai cabalisti e da altri leader religiosi ebrei come i “dolori del parto” del messia, orchestrati da Dio per far precipitare l'era messianica. In effetti apparvero diverse figure di messia e “profeti”, che fecero appello sia ai conversos che agli ebrei apertamente praticanti. Offrivano la speranza per una soluzione politica alla sofferenza degli ebrei, così come la forza spirituale per sopportarla. Alcuni erano decisi a guidare eserciti di veri credenti per sconfiggere le “potenze del male” e riportare gli ebrei in Terra Santa; alcuni altri cercavano di influenzare il destino attraverso la preghiera, i miracoli e la magia (a volte chiamata [[w:Cabala pratica|Cabala pratica]]); altri (soprattutto conversos) trovarono significato nel rinnovare il loro impegno nei confronti dei riti e dei costumi religiosi ebraici tradizionali. E altri ancora si concentrarono sullo sviluppo di una consapevolezza spirituale interiore – l'esperienza diretta di Dio attraverso quella che è stata chiamata Cabala estatica, un percorso che forniva una realtà alternativa alle tragiche circostanze in cui si trovavano. La maggior parte dei messia e dei leader spirituali che apparvero, combinavano elementi di tutti questi approcci. La convinzione che Dio si fosse interessato direttamente del loro benessere inviando loro un messia portò conforto. [[w:Moshe Idel|Moshe Idel]], nella sua opera perspicace ''Messianic Mystics'', propone che sia stata la rivelazione divina, o un'esperienza mistica di qualche tipo, a dare impulso a ciascuna delle figure messianiche. Per alcuni si trattava di una rivelazione irripetibile, vissuta attraverso la grazia di Dio, che cambiava la vita, mentre altri sostennero la comunione interiore tramite i loro sforzi dedicati e concentrati nella meditazione, generalmente utilizzando il modello abulafiano delle pratiche dei nomi. Idel lo definisce "the ecstatic model, in which the major messianic activity occurred on the intellectual level, and in personal ecstasy as a prophetic experience".<ref> Idel, ''Messianic Mystics'', p. 127. Utilizza il termine “intellettuale” per indicare l'uso della mente e delle tecniche mentali per scopi di concentrazione.</ref> Questi messia tradussero le loro esperienze interiori nella base della loro missione esterna, ma pochi insegnarono apertamente le loro pratiche di meditazione a grandi gruppi di discepoli. Alcuni messia tentarono di influenzare il potere divino utilizzando i ''kavanot'' cabalistici e gli ''yihudim'' lurianici, ripetendo e manipolando i santi nomi e le preghiere per realizzare il ''tikun olam''. Cercarono di accelerare la redenzione creando l'armonia cosmica e “riparando” l’universo, sulla falsariga dei ''tikunim'' di Luria. Alcuni dei messia che apparvero, come Rabbi [[:en:w:Joseph De La Reina|Joseph De La Reina]] alla fine del XV secolo, andarono anche oltre. Credevano di poter costringere il Messia ad apparire impegnandosi in atti magici che avrebbero effettivamente alterato la storia. C'era una serie di libri che pretendevano di essere stati scritti da Dio stesso (ma che in realtà erano scritti da cabalisti anonimi) che contenevano incantesimi magici che potevano distruggere il reame demoniaco. Le esperienze mistiche dei praticanti "were viewed as a means of attaining and eventually transmitting magical information. Heavenly revelation is now the channel for the descent of supernal magic, the main tool for the annihilation of the powers of evil as well as bringing of the redemption".<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 129.</ref> Tra i messia apparsi in questo periodo c'era un calzolaio converso di nome Ludovico Diaz, di Setubal, Portogallo; tra i suoi discepoli c'era il medico converso del vescovo del Portogallo, che tornò all'ebraismo. Alla fine, lui e i suoi seguaci furono condannati dall'Inquisizione e bruciati vivi. Ines de Herrera era una profetessa di una famiglia conversa che ricevette la visita dello spirito di sua madre dopo la sua morte, consigliandole di impegnarsi in atti di carità. Poi le fu data un'esperienza interiore di luce, che le portò messaggi dai reami superni sulla venuta del profeta Elia, che avrebbe annunciato il messia. Ella predisse che alcuni segni sarebbero apparsi dal cielo per annunciare la sua venuta. In una visione vide le anime di coloro che erano stati torturati e bruciati dall'Inquisizione. Digiunava frequentemente, secondo la legge ebraica, e osservava il Sabbath, esortando i suoi seguaci a fare lo stesso. A quel tempo, in tutta l'Europa cattolica, le pratiche religiose ebraiche ordinarie come il digiuno, la carità, l'osservanza del Sabbath e le leggi alimentari ebraiche divennero dichiarazioni estreme di fede nell'ebraismo e nel messia. Un altro profeta apparve nello stesso periodo vicino a Venezia tra gli ebrei ashkenaziti.<ref>Gli ebrei che discendevano dalla comunità spagnola venivano chiamati ''[[w:sefarditi|sefarditi]]'', anche se alla fine vivevano in paesi come la Polonia. Gli ebrei originari del resto d'Europa venivano chiamati [[w:aschenaziti|ashkenaziti]], anche se non provenivano dalla stessa Germania.</ref> Asher Leimlin della Germania fu attivo nell'Italia settentrionale solo per pochi anni del XVI secolo, anche se la sua reputazione fu poi diffusa in tutta Europa dai suoi seguaci. Studente del misticismo del nome secondo Abulafia e del vocabolario dell'ascesa interiore nel carro, la merkavah, documenta il suo uso di combinazioni di lettere e nomi per viaggiare nei reami celesti e ricevere rivelazioni divine, alcune da un'entità femminile chiamata ''Tefillah'' (preghiera), che insiste sull'importanza della corretta recitazione delle preghiere. Leimlin predisse l'imminente venuta del messia e invocò atti di pentimento, carità e digiuno. Quando morì e il messia non era ancora apparso, molti dei suoi discepoli persero la fede nell'ebraismo e si convertirono al cristianesimo. Un'altra figura messianica dopo l'espulsione fu Rabbi [[:en:w:Abraham ben Eliezer Halevi|Abraham ben Eliezer ha-Levi]], che sviluppò una serie di veglie chiamate ''mishmarot'' (lunghe sessioni di preghiere extra) che secondo lui avrebbero aiutato ad alleviare le sofferenze delle persone nel periodo precedente la venuta del messia. Altre espressioni religiose tradizionali furono reindirizzate verso fini messianici. Erano attività pericolose a quei tempi, a causa della minaccia dell'Inquisizione. Tuttavia, Rabbi Abraham diffuse coraggiosamente i suoi scritti riguardanti “il segreto della redenzione” a un pubblico entusiasta in gran parte dell'Europa. All'inizio del XVII secolo, in Messico si verificò un fenomeno interessante, quando tra i conversos apparvero diverse donne messia. Tra loro spiccano Dona Juana Enriquez e Ines Pereira, che in realtà erano venerate come potenziali madri del messia, poiché era impossibile concepire il messia come se non fosse maschio! Tuttavia il braccio dell'Inquisizione le raggiunse; furono accusate di “giudaizzare” e condannate a morte. Dona Juana Enriquez ispirava così tanta fede nei suoi seguaci che l'Inquisizione riferì: {{citazione|Tra i giudaizzanti di questo regno, venne acclamata come la perfetta e santa ebrea perché la vedevano [come] una grande digiunatrice e recitatrice di preghiere... [Fu venerata anche] per le tante elemosine che dispensava a coloro che osservavano la sua legge decaduta o per le loro buone azioni... Forse, a causa del suo falso zelo, molti morirono come ebrei. Ella li fece prestare ascolto alla legge di Mosè nei loro ultimi respiri, dicendo loro che ciò era necessario alla loro salvezza. Una donna non potrebbe essere più audace.|Citato in Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', pp. 101–102}} I seguaci di Ines Pereira credevano intensamente nel suo ruolo messianico. È difficile non pensare a parallelismi con il culto della Vergine Maria nel cattolicesimo. {{citazione|Sembra che non appena fu abbastanza grande per usare la ragione, cominciò a giudaizzare perché all'età di sette anni osservava la legge di Mosè. La ragione di ciò era che tutti i suoi parenti... erano falsamente convinti che questa giovane ebrea avrebbe dato alla luce il messia. [Un parente] convinse i suoi figli e le sue figlie di ciò e così li costrinse a osservare la legge di Mosè. Anche per questo, da giovane, la vestirono con una tunica di voile. La posizionavano poi al centro del salotto e la circondavano di candele accese. La veneravano e l'adoravano come la persona dalla quale sarebbe nato il loro redentore e capo. Senza dubbio lo aspettavano durante la sua prima gravidanza, e quando nacque il bambino tutti i suoi parenti digiunarono [come espressione di ringraziamento al Signore].|Citato in Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 102}} === David Reubeni e Shlomo Molkho === {{vedi anche|:en:w:David Reubeni|:en:w:Solomon Molcho|etichetta1=David Reubeni|etichetta2=Shlomo Molkho}} David Reubeni e Shlomo Molkho furono due importanti figure messianiche della prima metà del XVI secolo che combinarono la loro visione politica esteriore di liberazione con quella mistica e magica. L’attrazione di entrambe queste figure era basata sul mito delle dieci tribù perdute che si sarebbero radunate e avrebbero marciato verso Gerusalemme sotto la guida del Messia. Reubeni assunse il suo nome come simbolo della tribù perduta di [[w:Ruben (Bibbia)|Reuben]] (רְאוּבֵן ''Rəʾūven''). Probabilmente era di origine ebraica araba, anche se il suo preciso luogo di origine non è mai stato stabilito. Viaggiò in Italia e in altre zone d'Europa, dove affermò di essere fratello di un re ebreo in una terra lontana e capo della sua forza militare, la cui missione era quella di riconquistare la Terra Santa dai turchi con l'aiuto di truppe ebraiche e cristiane radunate da tutta Europa. Fu accettato dal Papa e da altri governanti cristiani che inizialmente gli offrirono protezione, a patto che non giudaizzasse i loro conversos. Un giovane portoghese di nome [[w:Shlomo Molcho|Diogo Pires]], di una famiglia conversa, incontrò Reubeni alla corte di Giovanni II del Portogallo nel 1525. Pires vide in Reubeni il comandante delle forze del messia e si rigiudaizzò, “travolto, come altri conversos, in passione apocalittica”.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 104.</ref> Cambiò il suo nome in [[w:Shlomo Molcho|Shlomo Molkho]] (che significa “Salomone suo re”) e si circoncise. Molkho scrisse della sua esperienza mistica interna al momento della sua circoncisione: {{citazione|E dopo che fui sigillato con il sigillo del mio Creatore, mi apparvero cose terribili, grandi e potenti, e grandi segreti, e mi fecero conoscere le cose nascoste della sapienza della santa Kabbalah e le grandi combinazioni tra le sefirot e mi mostrò i tesori della sapienza e illuminò il mio cuore con l'insegnamento del nostro Dio. E poi mi ordinarono di andare nel regno di Turchia... Ma ora dirò la verità davanti a colui che ha fatto il cielo e la terra, che non mi sono circonciso né ho viaggiato secondo il comando della carne e del sangue, ma secondo la volontà del Signore nostro Dio.|Shlomo Molkho, ''The Beast of the Reed'' {{Lingue|he}}, A. Z. Aescoly, cur., (Parigi, 1938), pp. 7–8}} Da un giorno all'altro, a quanto pare miracolosamente, Molkho divenne esperto nella Cabala, cosa attestata da tutte le autorità del suo tempo che erano stupite dal suo genio e dalla portata della sua conoscenza. Sembra avesse molte rivelazioni divine, iniziate anche prima della sua circoncisione e continuate per tutta la sua vita. Le rivelazioni ruotavano attorno ai segreti della redenzione e al senso nascosto dei testi biblici, e si traducevano in una chiara visione messianica. Affermando di essere il messia, Molkho, insieme a Reubeni, che era diventato il suo profeta, intraprese un programma di predicazione ai conversos di tutta Europa; visitarono anche vari governanti europei per ottenerne il sostegno alla loro campagna militare per liberare la Terra Santa. Molkho insegnava che il Messia esiste in ogni momento, in ogni generazione, come forza positiva che neutralizza le energie negative e impure attive nella creazione. Idel commenta che "the messiah is conceived of as the antidote to the impure influx descending from above. In fact, he must return in every generation in order to ensure the preservation of the world, to maintain the cosmos against the centrifugal force of chaos. Therefore, the redemptive role of the messiah is not only a matter of a certain final act or series of acts performed during the ''eschaton'' (the final days), but is an ongoing activity performed throughout common history".<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 150.</ref> Il ruolo del messia qui ricorda la leggenda dello ''tsadik'' (il giusto o virtuoso) che sostiene il mondo. A volte è manifesto e a volte nascosto, ma la sua presenza nel mondo è essenziale per la sua continuazione. Nel brano seguente, Molkho definisce la sua idea in termini di incarnazione del messia dal tempo di Abele, figlio del primo uomo, Adamo, attraverso Mosè, fino ad ogni messia che si incarna per vincere il potere del male, simboleggiato come serpente del Giardino dell'Eden. {{citazione|Abele è Mosè, che è Abele, perché tutte le liberazioni sono compiute da lui, perché la sua anima trasmigrerà nel messia, ed è per questo che lui [Mosè] è stato sepolto all'estero. “Qual è il guadagno dell’uomo da tutto il suo lavoro che fatica sotto il sole”, se la redenzione non arriva? E lui [Salomone] rispose: “Una generazione va, un’altra generazione viene”, cioè è una necessità che il messia venga, perché egli è [equivalente al] potere di Satana [e] del serpente, e ha rimosso l’impurità del il serpente dal mondo, e questa è la ragione per cui se ne va, perché nello stesso momento e tempo in cui Israele si pentirà, sarà immediatamente redento... Questo è il motivo per cui in ogni generazione ci fu una persona [discendente] dai [figli di] Israele, degna e preparata per diventare il messia e compiere ciò che è stato scritto... “perché una generazione va e un’altra generazione viene, e la terra rimane per sempre”. [Ciò è] perché non può sussistere senza il messia, a causa dell'impurità del serpente... perché l'impurità del serpente si estende su tutte le sfere e proviene dal potere della settima sfera inferiore, che è quella della luna.|MS. Moscow-Guensburg}} [[File:Molcho.jpg|100px|right|Firma di Molkho con bandiera]] Reubeni e Molkho seguirono stili di vita ascetici che li facevano apparire santi e lontani dalle preoccupazioni mondane. Ispiravano pentimento e atti di carità. Conosciuti principalmente dalle generazioni successive come maghi con conoscenze segrete e capacità di predire il futuro, cercarono di utilizzare tecniche magiche, ottenute attraverso rivelazioni, per realizzare l'era messianica. Decorarono i “santi nomi divini” su speciali bandiere, scudi e spade.<ref>La bandiera di Molkho con i nomi divini è esposta nel Museo Ebraico di Praga.</ref> Quindi esercitavano un forte fascino su cristiani, ebrei, conversos e cripto-ebrei (quegli ebrei che praticavano la loro religione in segreto fingendosi cristiani). Durante i loro viaggi, Molkho e Reubeni si misero in pericolo e alla fine furono giustiziati dall'Inquisizione, probabilmente con l'accusa di aver convinto i conversos a tornare all'ebraismo. La loro esecuzione ispirò una maggiore fede nella loro purezza e nel martirio – la “santificazione del nome di Dio”. Molkho fu amico di [[w:Joseph Karo|Joseph Karo]], il famoso studioso del Talmud e codificatore legale, e la sua morte angosciò molto Karo. Da quel momento in poi, Karo sentìla voce di Mosè, della Mishnah e della Shekhinah che parlavano attraverso Molkho. Si trasferì a Safed, dove divenne uno dei principali cabalisti di Safed, compagno di Cordovero e Luria. === Sabbatai Zevi === {{vedi pedia|Sabbatai Zevi|Nathan di Gaza}} [[File:Brockhaus and Efron Jewish Encyclopedia e13 783-0.jpg|150px|left|Sabbatai Zevi]] [[File:Nathan of Gaza.jpg|150px|right|Nathan di Gaza]] Nel 1648, il massacro di {{FORMATNUM:100000-200000}} ebrei in Ucraina (il [[w:Rivolta di Chmel'nyc'kyj|pogrom di Chmielnicki]]) riaffermò la convinzione della comunità ebraica che fosse giunto il momento apocalittico. Desideravano ardentemente che Dio mandasse loro il messia che avrebbe portato la salvezza e la liberazione dalla sofferenza. Che il Messia potesse apparire nel loro tempo era una chiara possibilità per gli ebrei di quel periodo, come lo era in molti altri periodi della storia. Quanto peggiore è la situazione mondana, tanto maggiore è l'impulso che spinge il Messia a rivelarsi. Tale era la loro fede nell'amore e nella protezione divina! Come accennato in precedenza, si credeva che in ogni generazione ci fosse una persona degna che potesse essere il Messia per quel tempo, a condizione che le persone lo meritassero.<ref>Scholem scrive: “The talmudic statement that God had intended to make [the biblical eighth–seventh century bce] King Hezekiah the messiah indicated to the kabbalists that God sent a spark of the messiah-soul into this world in every generation.” (Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trans., p. 56.) Un libro cabalistico comunemente letto ai tempi di Sabbatai, citato da Scholem, dice:: “In every generation He creates one perfectly righteous man, worthy – like Moses – on whom Shekhinah rests, provided that also his generation merits it; . . . he will redeem Israel, but everything depends on the transmigration of the souls and their purification. It is in the hands of God whether to prolong or to hasten the creation of souls.” (''Emek ha-melekh'' [Valley of the King], folio 33a., cit. in Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., p. 56.)</ref> [[w:Nathan di Gaza|Nathan di Gaza]], che visse in Terra Santa e fu un ardente studioso della Cabala di Luria, si dichiarò il profeta del messia a venire. Seguendo le sue esperienze spirituali interiori, profetizzò che l'apparizione del Messia era imminente. Nel frattempo, nel 1648, [[w:Sabbatai Zevi|Sabbatai Zevi]] (1626–1676), un solitario studente ebreo di legge e misticismo a Izmir, in Turchia, esperto negli insegnamenti mistici lurianici e abulafiani, ebbe un'esperienza di illuminazione interiore e si rivelò come il messia. Recitò pubblicamente il nome “esplicito” proibito di Dio e annunciò che era giunto il momento della redenzione. Purtroppo, però, la sua dichiarazione fu accolta con freddezza e venne scomunicato dalle autorità religiose. Bandito da Izmir, Sabbatai andò a Salonicco, dove persistette nella sua chiamata divina; poi, durante un viaggio in Israele, incontrò Nathan di Gaza, che gli confermò che era davvero lui il messia. Per circa i successivi quindici anni, Sabbatai e Nathan portarono la notizia della messianicità di Sabbatai a un numero lentamente crescente di devoti nelle comunità ebraiche del bacino del Mediterraneo, dalla Turchia all'Inghilterra, all'Egitto e alla Palestina. Sebbene i rabbini nella maggior parte dei paesi inizialmente respinsero le sue affermazioni, alla fine quasi tutti sottoscrissero il suo ruolo di messia. C'era tra gli ebrei una grande estasi ed eccitazione per il fatto che finalmente il Messia fosse arrivato, che Dio non li avesse abbandonati alla sofferenza eterna. Credevano che sarebbero tornati in Terra Santa in trionfo. La pietra angolare dell'insegnamento di Sabbatai era la sua esperienza di una rivelazione personale di Dio, che chiamò ''sod ha-elohut'', il segreto della divinità, la cui vera natura rivelò solo a pochi discepoli ai quali fece giurare di mantenere il segreto. Si ritiene tuttavia che alla maggior parte di loro lo abbia rivelato solo parzialmente, poiché non avevano un livello spirituale sufficientemente elevato per comprenderlo. Non scrisse mai della sua rivelazione né ne parlò pubblicamente e non ci sono descrizioni di prima mano di ciò che intendesse, anche se sembrava essere basato sul viaggio spirituale interiore di Sabbatai e sulla sua esperienza mistica del Dio interiore.<ref>Un libro attribuito a Sabbatai, il ''Raza de-mehimanuta'' (Mistero della vera fede), che tratta questo insegnamento segreto, è considerato un falso scritto da Abraham Miguel Cardozo, uno dei suoi discepoli, che lo attribuì al suo maestro. (Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 109.)</ref> Shabatai diceva spesso di avere esperienza del “suo Dio”.<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 197.</ref> Non usava la terminologia cabalistica o alcun linguaggio umano per descrivere questa esperienza di Dio. [[:en:w:Yehuda Liebes|Yehuda Liebes]], studioso israeliano contemporaneo di misticismo ebraico, commenta: “The God known to Shabatai Tsevi was more easily found in his soul than in his mind. In a letter to his brother, referring to his previous incarnations as well as his current life, he wrote that his God was the true One that only I have known for generations and for whom I have so strenuously toiled”.<ref>Lettera pubblicata da A. Amarillo, “Sabbatean Documents from the Saul Amarillo Collection” {{he}}, ''Sefunot'' 5 (1961): 266–268; cit. in Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 110.</ref> Ci sono resoconti in un documento chiamato ''Apocalisse Yemenita'' che Sabbatai visse uno specifico evento mistico nel 1650, quando durante la sua meditazione ascese attraverso i sette livelli interni delle sefirot, da ''malkut'' attraverso ''hesed'', fino a raggiungere finalmente la terza sefirah di ''binah'' (comprensione), che è considerata la "madre" o la fonte di tutte le sefirot sottostanti.<ref>Cfr. Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., pp. 146–47; Idel, ''Messianic Mystics'', p 193.</ref> Scholem propone che questo sia ciò che Sabbatai intendeva con il segreto della divinità: che egli si fondeva al livello di ''binah'', entrando così nel reame divino e sperimentando la divinità. È possibile che questa sia l'esperienza descritta da molti sufi e mistici indiani, del proprio vero sé superiore identico a Dio – si realizza la propria vera identità spirituale, che è dell'essenza di Dio – uno stato che i mistici indiani chiamano "Io Sono Quello". I metodi utilizzati da Nathan e Sabbatai per ottenere la rivelazione di Dio probabilmente coinvolgevano alcune tecniche di meditazione cabalistica insegnate da Abulafia, Luria e altri mistici ebrei, ed erano il risultato di uno sforzo prolungato e concentrato. Nathan “dichiara esplicitamente che certe cose che gli vennero da ‘anime elevate e sante’ furono ‘rivelate... per mezzo del potere della concentrazione meditativa e delle formule di unificazione (''hitbodedut'' e ''yihudim'')’”.<ref>Come citato in Scholem, ''Researches in Sabbateanism'', p. 19; cit. Idel, ''Messianic Mystics'', p. 198.</ref> ''Hitbodedut'', come abbiamo visto in precedenza discutendo l'uso biblico e sufi del termine, implica l'autoisolamento dalle distrazioni esterne ed sono tecniche di concentrazione mentale che combinano nomi divini. Nathan disse inoltre di aver ricevuto rivelazioni sul Messia da un angelo. Nathan insegnò che la statura del messia non dipende dal suo essere un operatore di miracoli, ma piuttosto dalla sua trasformazione in un essere divino, “il carro della Luce di Vita”, attraverso un processo mistico. Questa trasformazione “investe il messia con un nuovo tipo di esistenza, che gli permette di essere chiamato divino”.<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 203.</ref> Nathan sentiva che i risultati ottenuti da Gesù erano rovinati dai suoi miracoli. [[w:Moshe Idel|Moshe Idel]] riassume: {{citazione|Having built up the possibility that a man may become a complete divine being, Nathan now turns to the personality of his messiah. He argues that unlike the mystical attainment of the messiah, which is defined in terms of becoming a merkavah, a chariot of the divinity, Jesus’ claim to incarnation is built upon another argument, which turned out to be the reason for Jesus’ failure and ultimately the reason for the deception of the Jewish people. He proved to be a false messiah because the standard for measurement of this claim was his ability to perform signs and wonders. Herein lies the fault, for the people believed primarily in this magical aspect of his messianism...<br/> Actually, Nathan of Gaza alters the popular Jewish attitude toward Jesus. According to the Shabatean prophet, the theological problem was not that Jesus was deified, as many Jewish thinkers would argue, for that is just the rank that the messiah should attain. The cardinal failure was in Jesus presenting himself as a wonder worker. It may then be inferred that the process of deification of the messiah will take place only after he has perfected the lower world. This transformation into the chariot of the Light of Life invests the messiah with a new type of existence, which allows him to be called divine. By being absorbed into the divine structure, apparently after following a certain mystical path, one is able to be deified and so become messiah.|Idel, ''Messianic Mystics'', pp. 202–203}} Se i miracoli di Gesù raccontati nei Vangeli siano effettivamente avvenuti o meno a livello fisico, o se fossero riferimenti simbolici alla guarigione interiore, al nutrimento e al risveglio da uno stato di morte spirituale, non è nostra preoccupazione.<ref>Si veda in merito la mia ''[[Serie cristologica]]''.</ref> Tuttavia, è degno di nota il fatto che Natan usò le storie dei miracoli di Gesù per illustrare una verità importante: che la dipendenza dai miracoli non può portare molto lontano spiritualmente. La redenzione spirituale – la liberazione dello spirito – non può essere realizzata attraverso un agente esterno. Ciò eliminerebbe qualsiasi ruolo che l'individuo deve svolgere nel processo. L'individuo deve fare uno sforzo e impegnarsi per una vita spirituale. Yehuda Liebes, nel suo illuminante studio sulla vita e la carriera di Sabbatai, afferma che Sabbatai era interessato principalmente a una redenzione spirituale, piuttosto che politica. Stava cercando di riscattare la religione stessa, di rinnovarla attraverso l'insegnamento della vera esperienza di Dio. La sua redenzione della religione significava liberare l'anima individuale dalle restrizioni della religione stessa. Il vero esilio, per Sabbatai, “è l'esilio della religione, e il suo luogo di esilio è la tradizione fossilizzata, che ha da tempo dimenticato le sue radici e i suoi scopi”.<ref>Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 106.</ref> Scrisse a suo fratello: “Poiché non hanno il vero Dio, la loro Torah non è Torah”. {{citazione|A sense that the Torah had fossilized, coupled with a hope for reform and renewal, had once resulted in a dramatic and ritual breakthrough in ''halakhic'' [legal] prohibitions, mainly those under penalty of karet [transgressions punishable with death by Heaven], turning them into commandments. Shabateans had an ambivalent attitude to religion: On the one hand, they aspired to its renewal, reform, and redemption; and on the other, they wanted to destroy, punish, and relinquish religion. This was their attitude to other religions as well. Latent in this phenomenonis also the explanation of one of Shabateanism’s greatest paradoxes – a movement for the redemption of Judaism that at times leads to apostasy.|Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 106}} L'affermazione di Sabbatai alla sua divinità, ad aver avuto l'esperienza personale di Dio, era eretica rispetto alla religione ebraica classica, poiché significava che un essere umano poteva diventare Dio attraverso la pratica mistica. Sebbene Abulafia e la sua cerchia avessero scritto sulla ''unio mystica'' (unione mistica), il raggiungimento di quell'alto livello spirituale era generalmente considerato impossibile per i mortali; era solo per esseri soprannaturali. Ciò dimostra che convenzionalmente si presupponeva che gli esseri umani, mentre si trovavano nel corpo, non potessero subire una trasformazione spirituale totale. Si presuppone che l'uomo non possa liberarsi totalmente della sua natura fisica. Tuttavia, secondo alcuni studiosi, le esperienze e gli scritti di numerosi mistici ebrei smentiscono tale assunto e dimostrano che sono possibili vari gradi di unione mistica. In definitiva, era inconcepibile per l'establishment ebraico tradizionale immaginare un messia che iniziasse la sua vita come un essere umano comune. Era più facile concepire un essere soprannaturale, nato soprannaturale, che avrebbe portato la redenzione in un futuro nebuloso. La pretesa di divinità da parte di Sabbatai portava con sé anche il presupposto di fondo che lui e la sua esperienza fossero più alti della Torah e del Talmud, la struttura legale ereditata della religione. Stava dichiarando la sua libertà di agire indipendentemente dalla legge rabbinica e dalla moralità convenzionale, in un'audace dichiarazione di una nuova era governata da una legge superiore – la sua stessa legge acquisita attraverso la sua percezione di Dio. Per molti aspetti Sabbatai non era interessato alla percezione che il pubblico aveva di lui; era totalmente immerso e governato dalla sua personale esperienza mistica. Perfino Nathan di Gaza non riuscì a capirlo e proiettò le sue proprie convinzioni e interpretazioni cabalistiche delle azioni e delle dichiarazioni di Sabbatai.<ref>Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 100.</ref> Nel 1664, dopo che i suoi primi due matrimoni furono annullati perché non consumati, Sabbatai sposò Sarah, una donna di discutibile virtù. È stato ipotizzato che Sabbatai vedesse se stesso come il profeta Osea, a cui Dio ordinò di sposare una prostituta per dimostrare l'infedeltà del popolo di Israele verso Dio e l'eterna fedeltà di Dio alla Sua alleanza con loro. Sarah fu proiettata come la donna caduta diventata vergine attraverso il suo matrimonio con Sabbatai, che l'aveva redenta e resa virtuosa. I discepoli di Sabbatai lo elevarono allo status di re e Sarah a regina. La redenzione era basata sulla loro accettazione di Sabbatai come messia e sulla loro fede nella sua divinità. Avrebbero fatto qualunque cosa lui avesse detto loro di fare, che avesse senso o no, che seguisse norme morali o meno. Era al di sopra della legge e poteva agire come voleva. Creò perfino una nuova preghiera: “Benedetto sii tu, o Dio, che hai permesso ciò che è proibito”. Alcune delle sue azioni, come il matrimonio con Sarah e la noncuranza dei divieti religiosi, furono spiegate utilizzando il concetto lurianico delle ''kelipot'', i gusci di materia grezza che imprigionano le scintille di luce liberate al momento della creazione. Nathan usò il concetto per spiegare perché Sabbatai avesse bisogno di compiere certe azioni immorali – per liberare le scintille imprigionate dalle ''kelipot''. Doveva discendere nel reame del male (le ''kelipot'') per liberare il bene (le scintille) che vi era imprigionato. Fu questa metafora a diventare il principio guida di Sabbatai e dei suoi seguaci. Nel 1666, Sabbatai si proclamò pubblicamente messia e fu denunciato al Sultano, che vide il potenziale di instabilità e slealtà emergere nella comunità ebraica. Sabbatai venne arrestato e imprigionato per un breve periodo. Nello stesso anno fu portato davanti al Sultano e gli furono offerte due opzioni: la morte o la conversione all'Islam. Scelse la conversione. Fu nominato Guardiano del palazzo del Sultano a [[w:Edirne|Edirne Sarayi]], una posizione d'onore. A Edirne, vicino ai confini greco e bulgaro nella Turchia occidentale, Sabbatai ricevette la visita di alcuni dei suoi discepoli, molti dei quali lo seguirono nell'apostasia. Durante gli anni trascorsi a Edirne, Sabbatai visse momenti di illuminazione interiore, dopo i quali predicò l'importanza della conversione all'Islam. Come vedremo più avanti, è possibile che durante questo periodo abbia avuto contatti con mistici musulmani sufi, il che spiegherebbe la sua ricettività alla conversione. Nel 1668 ebbe la “grande illuminazione” e insistette affinché i suoi seguaci si convertissero, dicendo che se non lo avessero fatto non sarebbe stato in grado di intercedere per loro presso Dio o di ricondurli in Terra Santa.<ref>Resoconti di Paul Rycaut, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 177.</ref> Sabbatai disse di aver adottato l'Islam perché Dio lo aveva voluto. Inizialmente non fornì altro motivo. Successivamente, Sabbatai e Nathan attribuirono la sua conversione alla necessità di raccogliere le scintille di luce sparse tra le ''kelipot'', i frammenti di materia grossolana. Per fare ciò, dovette scendere lui stesso in quel reame di grossolanità. Un altro motivo per la conversione, come propose in seguito Nathan per eliminare voci di vigliaccheria e tornaconto, fu che Sabbatai stava andando in esilio (nell'Islam) come espiazione per l'infedeltà del popolo di Israele, proprio come la Shekhinah è in esilio. Convertendosi diventava sacrificio e martire.<ref>Il lettore moderno non farà a meno di pensare che Sabbatai fu un gran furbacchione!</ref> Natan citerà il passo biblico: "Sei trafitto a causa delle iniquità del popolo" (cfr. {{passo biblico2|Isaia|53:5}}). In una lettera scrisse: "Sappiate dunque... che [è] lui e nessun altro, e oltre a lui non c'è salvatore d'Israele. E anche se si è messo sul capo la bella mitra [il turbante dell'Islam], la sua santità non è profanata, perché Dio ha giurato con la sua mano destra che non ingannerà. Questo è uno dei misteri di Dio, e nessuno che abbia qualche conoscenza dei misteri della Torah lo considererà strano."<ref>Corrispondenza di Jacob Sasportas, ''Sisath nobel Sevi'' (The Fading Flower of Tsevi), copia manoscritta fatta da Dr. Z. Schwarz, Isaiah Tishby, curr. (Gerusalemme, 1953), pp. 260–62; anche Baruch d'Arezzo, pp. 59–61 (con varienti minori); citato in Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., p. 741.</ref> Le affannate spiegazioni di Nathan avevano lo scopo di rendere accettabile ai suoi seguaci la conversione e il comportamento enigmatico (e, diciamolo, ipocritamente pavido) di Sabbatai. È difficile dire se Sabbatai condividesse queste idee, poiché non era sempre coerente nelle sue dichiarazioni. Il punto chiave è che Sabbatai fu sempre convenientemente fedele al suo Dio personale, alla volontà di Dio così come gli veniva, indipendentemente dalle tradizioni e dai tabù della religione. Scrisse in un messaggio ai suoi seguaci, citato in ''The Lost Messiah'' di [[:en:w:John Freely|John Freely]]: {{citazione|Know ye... that I recognized with great clarity that the true God... has willed that I should come with all my heart into the Islamic religion, the religion of Ishmael, to permit what it permits, and to forbid what it forbids, and to nullify the Torah of Moses until the time of the End.|Sabbatai citato in una lettera da Nathan ai loro seguaci, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', pp. 177–178}} Continua liberamente con la sostanza del messaggio di Sabbatai: {{citazione|Shabatai goes on to say that it is important for the glory of God that he should bring into Islam all those to whom he would reveal the Mystery of His Godhead. He answers those who said that he had become a Muslim on the strength of a vision, and that when the illumination left him he would regret what he had done. “This is not so,” he insists, ”for I did this on my own, through the great power and strength of the Truth and Faith which no wind in the world and no sages and prophets can cause me to leave my place... Thus speaks the master of Truth and Faith, the Turco [Turk] and Mesurman [Egyptian].”}} Durante questo periodo, racconta Israel Hazzan, uno dei devoti discepoli di Sabbatai che rimase ebreo, Sabbatai continuò a cantare sia canzoni sacre che canzoni d'amore secolari spagnole, inclusa la sua preferita, "Meliselda", che coloro che non ne capivano il significato mistico pensavano essere una lasciva canzone d'amore. (Quanto simile era la confusione di coloro che consideravano il biblico Cantico dei Cantici come una raccolta mondana di canti d'amore!) <blockquote> MELISELDA<br/> Sul monte io ascesi,<br/> Al fiume scesi,<br/> Meliselda lì incontrai,<br/> La figlia del re brillante e bella.<br/> Lì ho visto la ragazza splendente<br/> Mentre usciva dal bagno.<br/> La sua fronte arcuata scura come la notte,<br/> Il suo volto una scintillante spada di luce,<br/> Le sue labbra come coralli rossi e luminosi,<br/> La sua carne come latte, così incantevole e radiosa. <ref>Cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 85.</ref> </blockquote> In precedenza, prima della sua conversione, Sabbatai aveva insegnato il significato mistico di questa canzone. Vedeva se stesso, il messia, come lo sposo della Torah, che era l'incarnazione della Shekhinah, la presenza immanente “femminile” di Dio nella creazione. La Shekhinah, la Torah, era la sua sposa. Nella descrizione della bella Meliselda, Sabbatai comprese il profondo simbolismo mistico. Cantava spesso questa canzone alla Torah. Hazzan descrisse le vette spirituali che Sabbatai raggiunse nella sua meditazione dopo la sua conversione: “Quando Amirah<ref>Acronimo della designazione usata per Sabbatai: “Nostro Signore e Re, Sua Maestà sia esaltata!”</ref> praticava la solitudine con la sua anima santa, univa la sua anima [ai quattro mondi soprannaturali del cosmo cabalistico] e io vedevo tutto questo. Sia benedetto il Signore che mi è stato concesso di vedere il suo volto quando praticava questa solitudine".<ref>Israel Hazzan, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 179.</ref> Hazzan notò anche che Sabbatai e i suoi discepoli ricevevano spesso le visite di Nathan, e insieme facevano i preparativi per la seconda venuta o manifestazione di Sabbatai come messia, che avrebbe avuto luogo sette anni dopo la sua apostasia, nel 1673-74, "a quel punto Sabbatai avrebbe finito di ‘raccogliere il seme che era stato seminato tra i Gentili’". Ad un certo punto Sabbatai rivelò al gruppo che “Dio era come un giovane glorioso che gli somigliava [cioè, Sabbatai stesso]”.<ref>Israel Hazzan, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 179.</ref> È stato anche registrato che durante il suo esilio Sabbatai fu un buon amico di un derviscio sufi turco, un famoso poeta e mistico di nome Mahomet Niyazi (morto nel 1694, chiamato anche Niyazi Misri Dede). Niyazi era associato all'ordine dei dervisci [[w:Bektashi|Bektashi]]; arrivò a Edirne intorno al 1670, e fu allora che apparentemente incontrò Sabbatai, se non prima durante precedenti visite a Costantinopoli. I Bektashi erano noti per le loro credenze non ortodosse e persino eretiche e per le ostentate convenzioni religiose, inclusa l'incorporazione di pratiche mistiche cristiane e di altre pratiche non musulmane. Apparentemente, Sabbatai rimase nel monastero (''tekke'') di Niyazi durante le sue visite a Costantinopoli e lì fu iniziato all'ordine Bektashi. Ciò implica che divenne discepolo di Niyazi e accettò Niyazi come suo maestro. È probabile che Niyazi e Sabbatai trovassero una grande comunanza nei loro approcci altrettanto eretici. Scrive Freely: "Shabatai and Niyazi seemed to have a strong influence upon one another, which, given the extreme unorthodoxy of their views, could only take each of them even further from the accepted religious beliefs of Judaism and Islam".<ref>Freely, ''Lost Messiah'', p. 182.</ref> In molti modi la vita e gli insegnamenti di Sabbatai sono formati da una prospettiva tratta dalla Cabala; e la Cabala stessa, secondo lo studioso contemporaneo Paul Fenton, fu influenzata dal misticismo islamico durante il primo periodo del suo sviluppo in Spagna, sede dell'Islam in Europa. È in questo contesto che Fenton esamina le reciproche influenze del misticismo sufi ed ebraico su Niyazi e Shabatai. Fenton sottolinea che pochi studiosi hanno considerato l'influenza del sufismo sugli insegnamenti di Sabbatai fin dall'inizio della sua vocazione. Afferma che “the missing issue [in Scholem’s ‘masterful’ study of Shabatai] is the investigation of the role played by Shabatai’s Islamic background in forming his personality and doctrine”.<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi” in ''Approaches to Judaism in Medieval Times'', vol. III, no. 134, p. 81.</ref> Una delle aree di somiglianza esaminate da Fenton è l'uso del valore numerico delle lettere arabe negli scritti mistici di Niyazi, in un modo simile all'uso cabalistico della ''[[w:ghematria|gematria]]''. Menziona anche la fede dei Bektashi nella “reincarnazione e nella manifestazione divina in forma umana”,<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi,” p. 82.</ref> concetti paralleli alla fede di Sabbatai nel suo ruolo messianico. In entrambe le religioni prevaleva un'atmosfera di fervore messianico. Si pensava anche che Niyazi fosse l'adempimento delle predizioni messianiche. Fenton ripercorre la storia di Sabbatai e i probabili contatti con Niyazi. Conclude che ci sono buone possibilità che dal 1666 fino al suo esilio in Montenegro nel 1672 o 1673, Sabbatai possa essere stato un visitatore abituale del ''tekke'' di Niyazi: "Were it true, this tradition would also indicate that from its very inception, the Shabatean movement had contacts with the Dervish and Bektashi milieu. This concurs with the unambiguous testimony of Israel Hazzan, who reports that while in Edirne, Shabatai was wont to participate in Dervish prayer circles which would consist in the innumerable repetitions of the name of God. Later, as it is known, the Shabateans adopted a certain number of Bektashi doctrines and rituals".<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi,” p. 84.</ref> È del tutto possibile che Sabbatai e Niyazi condividessero un approccio universalista alla spiritualità, basato sulle loro esperienze mistiche interiori. Sembra che Sabbatai inizialmente avesse sperimentato un certo grado di realizzazione spirituale e avesse attirato un ampio seguito, alimentato dalle sue dichiarazioni e da quelle di Nathan sulla sua messianicità. Nonostante il fervore messianico che lo circondava e la sua convinzione di essere il messia, sentiva tuttavia che pochi dei suoi discepoli, se non nessuno, lo capivano. Ciò che intendeva con “messia” e “Dio” e ciò che essi comprendevano e proiettavano su di lui potrebbero essere state cose molto diverse. Il destino di Sabbatai lo portò all'Islam e infine all'iniziazione da parte di un derviscio sufi in un ordine mistico, i cui insegnamenti erano basati sulla trascendenza dei confini religiosi. Non si sa quale ruolo abbia avuto la sua conversione in questa trasformazione finale. La sua missione di rinnovamento spirituale lo portò a colmare la propria anima di una forma di devozione e di pratica mistica che esisteva al di fuori della pratica e del credo religioso ortodosso. La sua realizzazione spirituale portava con sé la convinzione che i confini restrittivi della religione dovessero essere infranti per poter percepire Dio direttamente. Sabbatai era piuttosto radicale e forse nessuno dei suoi seguaci capiva cosa stesse facendo o dicendo veramente. Anche in vita, per non parlare delle generazioni successive, fu interpretato come un sostenitore della conversione e del sincretismo multireligioso. Ma questa potrebbe essere stata solo una briciola della sua realizzazione spirituale. È anche difficile autenticare o valutare le accuse di comportamento immorale, ma è possibile che una certa confusione mentale e morale sia derivata dal concetto di discesa nel reame del male per liberare il bene. La conversione di Sabbatai all'Islam causò una grande crisi e frammentazione nella comunità ebraica. Aveva galvanizzato gli ebrei di tutto il bacino del Mediterraneo, e persino del Nord Europa, con le sue pretese di messia e la promessa di una redenzione imminente. Nonostante la sua conversione, molti erano ancora aggrappati alla fede in lui. Tra i suoi seguaci c'erano un gran numero di conversos o marrani, discendenti degli ebrei che erano stati costretti a convertirsi al cattolicesimo durante l'Inquisizione, ma erano tornati all'ebraismo nel secolo e mezzo successivo. Non erano così attaccati alle rigide osservanze dell'ebraismo e furono in grado di accettare il concetto di conversione. Molti di loro adottarono le usanze musulmane in superficie, ma continuarono con le osservanze ebraiche in privato. Una setta di questi seguaci sabbatei, conosciuta come [[w:Dunmeh|Dunmeh]], sopravvisse come comunità musulmana separata in Turchia fino al XX secolo. Ma per la maggior parte degli ebrei che non seguirono Sabbatai nella conversione o non accettarono il suo approccio sincretistico, la conversione di Sabbatai fu un tradimento e persero la fede in lui come messia. Nonostante il fatto che Sabbatai fosse diventato la figura messianica più influente nella storia religiosa ebraica dai tempi di Gesù, divenne rapidamente un tabù parlare di lui nei circoli religiosi convenzionali, e fu denigrato dalla maggior parte degli scrittori delle generazioni successive. Un altro impatto delle attività di Sabbatai (e delle attività di altri “messia” che lo seguirono) fu che la Cabala, che aveva goduto di un'accettazione quasi universale ai suoi tempi, divenne un anatema, poiché era associata all'eresia e all'apostasia. Tuttavia, molte delle idee di Sabbatai, in particolare la necessità di scendere nel reame del male per liberare il bene, influenzarono gli insegnamenti cabalistici e penetrarono anche nello chassidismo, in una forma diversa. La pratica del misticismo cabalistico fu comunque nascosta in alcuni luoghi, finché non riemerse sotto forma di chassidismo un secolo dopo. Dopo la morte di Sabbatai nel 1676, ci fu una proliferazione di movimenti messianici in Polonia e in altre aree d’Europa. Molte delle figure messianiche erano discepoli di Sabbatai o erano ispirati dai suoi successi e dal suo ruolo messianico. Alcuni erano sinceramente convinti della loro vocazione messianica; offrivano guida spirituale alla comunità ebraica secondo la loro percezione della volontà divina, insegnavano "segreti" cabalistici e sollecitavano il pentimento per prepararsi al tempo messianico. Altri sembravano voler portar avanti i propri interessi personali, cavalcando le onde dell'eccitazione e dell'isteria, e ricevendo la riverenza incondizionata della comunità ebraica disperata e credulona che era facilmente influenzata da storie di miracoli, mitologie complesse e previsioni di redenzione messianica. Quanto segue darà un'idea della varietà di messia che seguirono Sabbatai. La maggior parte di questi individui viaggiarono molto, portando i loro insegnamenti – generalmente variazioni dell'eredità sabbateana – ai discepoli in Europa, Nord Africa e Terra Santa. Anche la presenza di maestri imperfetti che tradiscono i propri discepoli può avere una conseguenza positiva in quanto può creare il desiderio che appaia un vero maestro spirituale o messia. Il fatto che alcuni messia si siano rivelati falsi non dissuase la gente dalla ricerca, anche se diede luogo a scomuniche occasionali e crisi spirituali. I maestri arrivarono in ogni dimensione, forma e colore, per così dire: studiosi, ignoranti, sabbatei, esperti di etica; divini, mondani; taumaturghi, maghi; asceti, sensualisti; insegnanti di meditazione; donne che avrebbero dato alla luce il messia. Era come se una diga si fosse rotta sulle possibilità spirituali, mentre maestri di ogni tipo emergevano in superficie per rivendicare quelle anime segnate per loro e per il loro insegnamento. [[:en:w:Abraham Miguel Cardoso|Abraham Miguel Cardozo]] (1626-1706) fu uno stretto discepolo di Sabbatai che non si convertì all'Islam, riservandolo come un atto sacro appropriato solo per il Messia. Fu espulso sia da Tunisi che da Tripoli a causa dei suoi insegnamenti eretici sabbatei e, al suo arrivo a Izmir, annunciò di essere il messia. Una recente biografia presenta Cardozo come un cabalista che era molto più di un semplice seguace di Sabbatai: "He was one of the most vivid, complex, and original personalities to emerge within Judaism during the seventeenth century... Cardozo lived not only in a different world from ours but in a different universe. His was not the universe of Newton and Descartes, but the magical universe of kabbalistic mysticism, which has mostly vanished today".<ref>Halperin, ''Abraham Miguel Cardozo'', Introduzione, p. xxi.</ref> Yehoshua Heschel Tsoref (1633–1700ca) fu un altro messia di questo periodo, attivo in Lituania e Polonia. Un gioielliere incolto, viveva uno stile di vita ascetico ed era devoto a Sabbatai. Quando Sabbatai si convertì, Tsoref ne fu ispirato e si impegnò a portare il messaggio di Sabbatai in Polonia. Molti ebrei polacchi fecero pellegrinaggi per vederlo e ascoltare le sue storie e profezie. È probabile che il suo libro, ''Sefer ha-tsoref'', fosse uno dei testi esoterici che ispirarono il [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]], primo maestro chassidico, cinquant'anni dopo. Hayim ben Shlomo (1655ca–1716ca) era conosciuto come Mal’akh (l'angelo). Si autoproclamò messia in attesa della seconda venuta di Sabbatai. Il Mal’akh era attivo in Polonia, Italia, Israele e Turchia, ed era piuttosto controverso a causa del suo insegnamento delle pratiche sabbatee radicali. Dopo essere stato espulso da Israele e dalla Turchia, tornò in Polonia per insegnare. Yehuda Leib Prossnitz (1670–1730) era un venditore ambulante senza istruzione, un asceta che raccoglieva grandi gruppi di seguaci, tra cui molti bambini. Il suo ministero spirituale iniziò quando ricevette visioni e sogni di Luria e Sabbatai. Nel 1724, dopo aver incontrato alcuni aderenti al messianismo sabbateo, si dichiarò messia della stirpe di Giuseppe. Sebbene scomunicato e bandito da diverse comunità ebraiche, i suoi insegnamenti furono tramandati mediante un discepolo stretto a [[w:Jonathan Eybeschutz|Yonatan Eybeschuetz]], che divenne un popolare insegnante sabbateo e mago folk. === Jacob Frank === [[File:Jakub Frank.jpg|150px|right|thumb|[[:en:w:Jacob Frank|Jacob Frank]], ritratto del 1895]] {{vedi anche|:en:w:Jacob Frank|etichetta1=Jacob Frank}} Fu in questo periodo di fermento spirituale e di anelito messianico che [[:en:w:Jacob Frank|Jacob Frank]] (1726–1791), uno dei messia più influenti del XVIII secolo, lasciò il segno. Seguace di Sabbatai, Frank si convertì inizialmente all'Islam e poi al cattolicesimo, portando con sé i suoi seguaci: "He was a fearless and physically powerful figure but uneducated and disdainful of religious traditions, above all the Jewish rabbinic elite. His messianic activities were at the local level, in Poland and Moravia for the most part, but were imbued, as had been those of Luria and Tsevi, with cosmic significance and the mystic vision".<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 167.</ref> Una volta convertitosi al cattolicesimo, denunciò l'ebraismo e si impegnò in numerose controversie pubbliche sponsorizzate dalla Chiesa con i rabbini riguardanti la legge ebraica, le pratiche religiose e il Talmud. Naturalmente la sua parte vinse sempre e numerose copie del Talmud furono bruciate. Come base per i suoi insegnamenti, sviluppò una mitologia complessa basata sullo sabbateismo, sulla Cabala lurianica, sullo Zohar e su altre fonti rabbiniche. La teologia di Frank era basata sul concetto di “doppiezza”, ovvero la duplicazione in questo mondo di tutto ciò che si trova nei reami superiori. Interpretò il concetto in modo letterale. Dio divenne il Grande Fratello, il doppio superno di Frank. Chiamò i suoi discepoli fratelli e sorelle e li immaginò duplicati nella corte del Grande Fratello. Insegnò che le forme incarnate delle potenze divine nei reami superiori erano riflessi inferiori di potenze ancor più elevate. Dio stesso ha un potere inferiore per svolgere la sua opera nel mondo materiale. Le forze positive e negative dei reami superiori, che derivavano dall'Unità superna, erano incarnate come esseri buoni e cattivi. Insegnò che in questo mondo materiale esistono accenni alla realtà dei reami superiori. Frank sviluppò uno schema per guidare le azioni dei suoi seguaci. Tutto doveva essere contrario. Tutte le leggi e i rituali ebraici ortodossi dovevano essere infranti e violati. Niente è ciò che sembra; ciò che è ritenuto santo è mortale, e il timore reverenziale deve essergli spogliato per smascherare ciò che è reale. In tal modo si realizza la riparazione del santo.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 180.</ref> Frank si elevò allo status di imperatore e proiettò sua figlia Ewa, che chiamò "la matronita", nella figura della Vergine Maria, attirando molti seguaci al suo santuario. Nonostante la sua teologia apparentemente bizzarra, esercitava un grande fascino sulla comunità ebraica del suo tempo. Esausta dalle persecuzioni delle autorità cristiane e del governo, e sofferente per le rigide esigenze religiose dell'ebraismo dell'Europa orientale del XVIII secolo, che richiedeva sia impegno pratico che intellettuale, la comunità ebraica trovò negli insegnamenti di Frank un percorso di assimilazione alla società nonebraica che permetteva loro di mantenere ancora un certo senso di identità ebraica, anche se la posizione di Frank era eretica. Con il passare della storia, molte famiglie ebree e non-ebree in quella parte d'Europa condividono origini frankiste. === Moshe Chaim Luzzatto === [[File:Young Ramchal.jpg|150px|right|thumb|Il RaMHaL da giovane]] {{vedi pedia|Mosè Luzzatto}} Una delle figure messianiche post-Sabbatai più significative fu [[w:Mosè Luzzatto|Moshe Hayim Luzzatto]] (1707–1747), nato a [[w:Padova|Padova]], in Italia, e morto ad [[w:Acri (Israele)|Akko]] in Terra Santa. Proveniente da una famiglia benestante, Luzzatto era ben istruito nelle discipline umanistiche e scientifiche secolari, scriveva teatro e poesie e parlava italiano e latino. Era anche uno studioso dei tradizionali testi ebraici rabbinici come il Talmud, e un devoto cabalista. Luzzatto, detto anche il ''Ramhal'' (acronimo ebr. RaMHaL, רמח"ל – dalle iniziali del suo nome)<ref>'''Mosè Luzzatto''' (in ebraico משה חיים לוצאטו, ''Moshe Chaim Luzzatto'', ma il nome si trova scritto anche come ''Moses Chaim'' o ''Moses Hayyim''), conosciuto anche con l'acronimo ebraico di '''RaMCHaL''' (o '''RaMHaL''', רמח"ל), (Padova, 1707 – Acri, 6 maggio 1746).</ref> rivelò la sua vocazione messianica alla sua cerchia di discepoli, che chiamò Santa Società. Fin dalla giovinezza, affermò di essere un canale per le rivelazioni di un ''maggid'', un angelo che aveva parlato attraverso di lui durante i suoi stati meditativi. Scrisse un'eccellente rassegna del sistema cabalistico lurianico, nonché un'opera popolare sull'etica, ''Mesilat yesharim'' ("Il Percorso del Giusto"), un manuale sul sentiero della vita santa che porta al raggiungimento dello spirito divino. Ne oscurò e nascose consapevolmente le idee cabalistiche e mistiche sottostanti, e così trovò l'accettazione nella più ampia comunità ebraica come guida per uno stile di vita etico. Il primo brano citato di seguito è tratto da una lettera scritta da uno dei suoi discepoli, Yekuthiel Gordon, a Rabbi Mordecai Yoffe, raccontandogli dei doni spirituali di Luzzatto, in particolare che un ''maggid'' gli era apparso ordinandogli di insegnare alcuni esercizi spirituali ai suoi discepoli e dandogli la conoscenza delle loro successive incarnazioni e molti altri segreti divini. La lettera è illuminante perché rivela lo stretto rapporto devozionale che Gordon aveva con il suo maestro, e il contesto religioso biblico e cabalistico in cui Luzzatto ricevette la sua rivelazione e inquadrò i suoi insegnamenti. Mostra anche che era considerato il successore e trasmettitore della saggezza spirituale ricevuta dai maestri dell'antichità, come Rabbi Akiva del periodo rabbinico, "membri dell'Accademia Celeste" (varie figure religiose storiche e leggendarie) e l'Ari (Rabbi Isaac Luria). Gli esercizi che insegnava ai suoi discepoli erano ''tikunim'', tecniche meditative lurianiche (che implicano permutazioni dei nomi divini) e altre azioni speciali da compiere con completa dedizione e ''kavanah'', al fine di riparare o perfezionare la disarmonia cosmica in cui era presumibilmente caduto il mondo. Secondo la struttura concettuale cabalistica, era dovere del messia insegnare queste tecniche al fine di redimere il mondo e ripristinare l'armonia primordiale all'interno della Divinità. <blockquote> I come regarding things of the Torah to inform my lord of the choice gift the Holy One, blessed be He, has granted to us from his treasure store. There is here a young man, tender in years, no older than the age of twenty-three. He is a holy man, my master and teacher, the holy lamp, the man of God, his honor Rabbi Moses Hayim Luzzatto. For these past two and a half years a ''maggid'' has been revealed to him, a holy and tremendous angel who reveals wondrous mysteries to him. Even before he reached the age of fourteen he knew all the writings of the Ari by heart. He is very modest, telling nothing of this even to his own father and obviously not to anyone else. It was by the counsel of the Lord that I discovered it by accident, here is not the place to describe how. For the past month I have been ministering to him, drawing water from his well, happy the eye that has seen all this and happy the ear that has heard of it. He is a spark of Akiva ben Joseph. Eight months have passed since the time that the holy and tremendous angel was first revealed to him. He delivered to him numerous mysteries and imparted the methods by means of which he could summon to him the members of the Heavenly Academy. With the approval of the Holy One, blessed be He, and his Shekhinah, he ordered him to compose a Book of the Zohar, called in Heaven, the Second Zohar, in order that a great ''tikun'' known to us should be carried out. This is what happens. The angel speaks out of his mouth but we, his disciples, hear nothing. The angel begins to reveal to him great mysteries. Then my master orders Elijah to come to him and he comes to impart mysteries of his own... He knows all men’s previous incarnations and all the ''tikunim'' they have to carry out and he knows the science of reading the lines of the hand and face. To sum up, nothing is hidden from him. At first permission was only granted to reveal to him the mysteries of the Torah but now all things are revealed to him. But no one outside our circle knows of it. He told to me personally a great secret regarding why I have come here to study under him, for nothing occurs without reason. He told me about my soul and the ''tikunim'' I have to perform.<ref>Lettere pubblicate in {{en}} da S. Ginzburg in ''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto u-benei doro'' (''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto and Members of His Generation'') (ebraico: 1937), pp. 18–20; cit. anche in Jacobs, ''Schocken Book of Jewish Mystical Testimonies'', pp. 169–170. Riporto, come altrove, la versione originale in lingua inglese del traduttore in calce.</ref> </blockquote> La maggior parte degli scritti di Luzzatto sono entrati nella letteratura cabalistica, ma alcuni sono intrisi di un tipo di devozione generalmente associata al hasidismo. Per questo motivo è considerato un'importante figura di transizione tra la Cabala lurianica classica e il hasidismo. Nel suo libro ''Derekh ha-shem'' (La Via del Nome), discute l'importanza del maestro spirituale nel canalizzare la volontà divina nel reame dell'uomo. Scrive che il maestro agisce come una lente che focalizza la divina luce interiore e ci permette di vedere Dio: {{citazione|L'esperienza profetica deve avvenire attraverso intermediari. Un essere umano non può attaccarsi direttamente alla gloria di Dio, percependola come vede un uomo in piedi di fronte a lui. La percezione di Dio implicata nella vera profezia [esperienza spirituale] deve quindi avvenire attraverso i servi di Dio, il cui compito è fornire una tale visione. Questi intermediari agiscono quindi come lenti attraverso le quali l'individuo vede la Gloria.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'' (La Via del Nome), 3:3:5–3:4:1<ref>Cfr. anche Kaplan, ''Meditation and the Bible'', p. 32.</ref>}} Sottolinea la necessità di un maestro spirituale di prim’ordine: {{citazione|È quindi fondamentale che coloro che lottano per la vera profezia lo facciano sotto la guida di un maestro profeta.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'', 3:4:10}} Descrive le qualifiche del maestro profeta: {{citazione|Deve avere una conoscenza adeguata dei metodi profetici, ed essere in grado di insegnare ai suoi discepoli cosa deve fare ciascuno per raggiungere il risultato desiderato, secondo il proprio particolare livello di preparazione.<br/> Quando i profeti neofiti iniziano a percepire rivelazioni, il profeta principale continua a guidarli. Egli li istruisce e comunica loro ciò che ancora manca nella loro ricerca, sulla base di ciò che viene loro rivelato. Fino a quando non raggiungeranno la piena profezia, avranno bisogno di un maestro per tutto questo. Anche se qualche influenza e rivelazione potrebbero aver cominciato a giungere a loro, ciò di per sé non è sufficiente per portarli immediatamente alla meta finale. Prima di poter raggiungere tale obiettivo, hanno bisogno di molta guida e formazione, ciascuno secondo il suo grado di preparazione.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'', 3:4:2, 4}} Luzzatto prese molto sul serio la sua missione e si sentì profondamente responsabile del benessere spirituale dei propri discepoli. Il passaggio seguente è tratto da una lettera che Luzzatto scrisse a Rabbi Benjamin ben Eliezer ha-Kohen Vitale, un famoso cabalista e suocero del maestro di Luzzatto, Rabbi Isaiah Basson. Spiega il suo rifiuto di fuggire dall'Italia a causa della responsabilità che sente di guidare spiritualmente i suoi giovani discepoli. {{citazione|Lode al Dio d'Israele, molte persone ora rinunciano ai propri peccati per cercare il Signore. Tutti i timorati di Dio vengono ogni giorno da me per ascoltare le nuove cose che il Signore mi dice. I giovani che in precedenza avevano camminato sulle vie delle vanità giovanili, ora, grazie a Dio, si sono allontanati dalla via malvagia per ritornare al Signore, e ciascuno di loro viene da me per ricevere ''tikunim'' per le sue azioni passate. Sono venuti solo ieri; li abbandonerò dunque andando in un altro paese? Una cosa del genere non può essere giusta! Ho l'obbligo di incoraggiarli finché i loro piedi non saranno saldamente piantati, come spero, nella via del Signore. Inoltre è impossibile contare su un miracolo portando con me il mio libro a causa del pericolo del censore.<ref>“Pericolo da parte del censore” significa pericolo da parte delle autorità cristiane che potrebbero considerare il libro offensivo per la fede cristiana e confiscarlo.</ref> Tuttavia mi sento obbligato a rivelare al tuo onore, la cui anima mi è tanto cara, i misteri di Dio nella misura in cui mi è consentito farlo e nei limiti di questa lettera. Con l'occhio del tuo grande e puro intelletto vedrai quanto profonde siano queste questioni, perché profondi sono i pensieri del Signore.<ref>Lettere pubblicate da S. Ginzburg in ''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto u-benei doro'', pp. 36–40; cit. in Louis Jacobs, ''Schocken Book of Jewish Mystical Testimonies'', pp. 172–173.</ref>}} Poiché affermava di essere il messia e parlava di avere un ''maggid'', e poiché predisse che alcuni dei suoi scritti avrebbero sostituito la Bibbia durante il tempo del messia, Luzzatto fu sospettato di essere uno sabbateo (cosa che invece non era) e di impegnarsi in attività eretiche. Fu scomunicato dalle autorità religiose ebraiche e molte delle sue opere furono bandite. Alla fine fuggì dall'Italia in Terra Santa dove, poco dopo, morì di peste. Fu solo postumo che divenne rispettato come un influente cabalista e insegnante di ''[[:en:w:musar literature|mussar]]'', la vita etica. ==== Bibliografia del Ramhal ==== {{Doppia immagine verticale|right|Luzatto Lashon Limudim.jpg|Luzatto Derek hokma.jpg|150|Edizione 1833 di ''Lashon limudim''|Edizione 1836 di ''Derech Chochma''}} {{Doppia immagine verticale|right|Mesilat Yesharim.jpg|לישרים תהלה.jpg|150|Edizione 1740 di ''Mesilat Yesharim''|Edizione 1799 di ''Layesharim Tehila''}} [[File:מאמר על ההגדות.jpg|150px|thumb|right|Edizione 1783<br/> מאמר על ההגדות]] Di seguito è riportata una selezione dei libri scritti dal RaMHaL, רמח"ל:<ref>Le informazioni bibliografiche provengono principalmente da {{Cita web |url=http://www.torah.org/learning/ramchal/classes/special2.html |titolo=Ramchal |editore=Torah.org |data= |accesso=24 aprile 2024 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130510095809/http://www.torah.org/learning/ramchal/classes/special2.html |dataarchivio=10 maggio 2013 }}</ref> * ''Ma'aseh Shimshon'' ("La storia di Sansone"); * ''Lashon Limudim'' ("Una lingua per insegnare"); * ''Migdal Oz'' ("Una Torre di Forza"); * ''Zohar Kohelet'' ("Lo Zohar al Libro di Ecclesiaste"); * ''Shivim Tikikunim'' ("Settanta Tikkunim"): in parallelo con i settanta Tikkunei Zohar; * ''Zohar Tinyanah'' ("Un secondo Zohar"): non esiste più; * ''Klallot Haillan'' o ''Klalut Hailan'' ("Gli elementi principali dell'Albero [della Vita]"): sinopsi dell'opera cabalistica basilare dell'ARI; * ''Ma'amar Hashem'' ("Un discorso su Dio"); * ''Ma'amar HaMerkava'' ("Un discorso sul Carro"); * ''Ma'amer Shem Mem-Bet'' ("Un discorso sulle 42 lettere del Nome [di Dio]"); * ''Ma'amar HaDin'' ("Un discorso sul Giudizio [Divino]"); * ''Ma'amar HaChochma'' o ''Maamar Ha'hokhma'' ("Un discorso sulla Saggezza"): si concentra su [[w:Rosh haShana|Rosh haShana]], [[w:Yom Kippur|Yom Kippur]] e [[w:Pesach|Pesach]] da una prospettiva cabalistica; * ''Ma'amar HaGeulah'' ("Un discorso sulla Redenzione" o "La Grande Redenzione"); * ''Ma'amar HaNevuah'' ("Un discorso sulla Profezia"); * ''Mishkanei Elyon'' o ''Mishkane 'Elyon'' ("Torri Esaltate"): un'interpretazione cabalstica del Tempio Santo con un'illustrazione della dimensioni del [[w:Terzo Tempio|Terzo Tempio]]; * ''Ain Yisrael'' ("Il Pozzo d'Israele"); * ''Ain Yaakov'' ("Il Pozzo di Giacobbe"); * ''Milchamot Hashem'' ("Le Guerre di Dio"): che difende la [[w:Cabala ebraica|Cabala ebraica]] contro i suoi detrattori; * ''Kinnaot Hashem Tzivakot'' o ''Kinat H' Tsevaot'' ("Difese ardenti per il Signore degli Eserciti"): offre particolari sulla redenzione e sul Messia; * ''Adir Bamarom'' ("[Dio è] Potente nell'Alto"), commentario della '''Iddrah Rabbah''' ("La Grande Camera della Trebbiatura"): sezione dello [[Zohar]]; * ''Iggrot Pitchei Chochma v'Da'at'' o ''Klale Pit'he 'Hokhma Veda'at'' ("Lettere [che servono] come Introduzione alla Saggezza e alla Conoscenza"): spiega certi principi eruditi della fede ebraica secondo la Cabala; * ''Sefer Daniel'' ("Il Libro di Daniele"): commentario esoterico di questa opera biblica; * ''Tiktu Tephilot'' ("515 Preghiere"): si focalizza sulle preghiere per la rivelazione della sovranità di Dio; * ''Kitzur Kavvanot'' ("Intenzioni abbreviate"): permette al lettore di avere una panoramica delle preghiere e intendimenti dell'ARI; * ''Ma'amar HaVechuach'' ("Discorso [che serve come] argomento"): mette a confronto un cabalista con un razionalista, ognuno che cerca di difendere il proprio punto di vista; * ''Klach Pitchei Chochma'' o ''Kala'h Pitkhe 'Hokhma'' ("138 introduzioni alla Saggezza"): una delle opere più importanti del Ramchal, poiché espone il suo pensiero sulla natura simbolica degli scritti dell'ARI e delle rispettive spiegazioni del Ramchal; * ''Areichat Klallot HaEilan'' ("Dizionario dei Principali Elementi dell'Albero [della Vita]"); * ''Klallim'' ("Elementi Principali"): serie di brevi presentazioni sui maggiori principi dei sistemi cabalistici; * ''Da'at Tevunot'' o ''Da'ath Tevunoth'' ("Il Cuore conosce" o "Sapere le ragioni"): opera che spiega la dualità del positivo e negativo che esiste a tutti i livelli della realtà, affermando che questa è la base per cui Dio "mostra il Suo Volto o Lo occulta" all'umanità, e la doppia esistenza del bene e del male; * ''Peirush al Midrash Rabbah'' ("Commentario di Midrash Rabbah"): non tanto cabalistico quanto simbolico; * ''Derech Hashem'' o ''Derekh Hashem'' ("La Via di Dio"): una delle sue opere più rinomate. Un'esposizione succinta delle fondamenta della fede ebraica, che tratta anche degli obblighi dell'umanità su questa terra e le sue relazioni con Dio; * ''Ma'amar al HaAggadot'' ("Discorso sull'Aggadah"): che spiega che la letteratura [[w:Haggadah|aggadica]] non è letterale ma metaforica; * ''Ma'amar HaIkkurim'' o ''Maamar Ha'ikarim'' ("Discorso sulle Cose Fondamentali"): breve esposizione delle fondamenta della religione ebraica simile a "La Via di Dio" e che concerne certe altre tematiche; * ''Derech Chochma'' o ''Sepher Derekh 'Hokhma'' ("La Via della Saggezza"): che serve come dialogo tra un giovane e un saggio, con quest'ultimo che prepara un corso sulla Torah che duri tutta la vita e culmini con lo studio della Cabala; * ''Vichuach HaChocham V'HaChassid'' ("L'argomentazione tra il Saggio e il Pio"): che è in verità la prima stesura di ''Messilat Yesharim'' recentemente ritrovato; * ''Messilat Yesharim'' o ''Mesilat Yesharim'' ("Il Percorso del Giusto"): la sua opera più famosa che permette ai lettori di arricchirsi gradualmente in devozione - scritto quando aveva 33 anni (nel 1740); * ''Sefer HaDikduk'' ("Il Libro della Grammatica"); * ''Sefer HaHigayon'' ("Il Libro della Logica"): espone il giusto modo di pensare e analizzare; * ''Ma'amar al HaDrasha'' ("Un discorso sulle Omelie"): incoraggia lo studio di Cabala e [[w:Mussar|Mussar]]; * ''Sefer Hamalitza'' ("Il Libro dello Stile"): offre l'arte di scrivere accuratamente e di esprimersi correttamente; * ''Derech Tevunot'' ("La Via della Comprensione"): spiega il modo di pensare talmudico; * ''LaYesharim Tehilla'' ("Sia lode al Giusto"): un'opera drammatica. ===== Pubblicazioni italiane ===== <small>''(parziale)''</small> * Moseh Chajijm Luzzatto, ''Centotrentotto porte di sapienza'' [estratto], in ''Mistica ebraica'', a cura di [[w:Giulio Busi|Giulio Busi]], Einaudi, Torino 1995, pp.&nbsp;591–624. * Moseh Chajijm Luzzatto, ''Il sentiero dei giusti'', a cura di Massimo Giuliano, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000 ISBN 8821542378 *''L'epistolario di Mošeh Ḥayyim Luzzatto'', a cura di Natascia Danieli, Giuntina, Firenze 2006 ISBN 8880572717 * Moshe Chaim Luzzatto, ''KLaCh Pischey Chokhmah. 138 Aperture di Saggezza'', Providence University, 2007 ISBN 9781897352236 * Moshe Chaim Luzzatto, ''Derech Ha-shem: La Via Di Dio'', Providence University, 2007 ISBN 978-1897352229 * Moshè Chayìm Luzzatto, ''Articolo sui principi: Amsterdam 1743'', trad. di Ralph Anzarouth, Morashà, Milano 2010 * Gadi Luzzatto - Mauro Perani (edd.), ''Ramhal. Pensiero ebraico e kabbalah tra Padova ed Eretz Israel'', Esedra, Padova 2010 * [https://www.medialibrary.it/media/ricercaopen.aspx?selcrea=304411 Opere di Mosè Luzzatto], su MLOL, ''Horizons Unlimited'' === Messia yemeniti === {{vedi anche|:en:w:Yemenite Jews|etichetta1=Ebrei yemeniti (con voci correlate)}} Lo Yemen era stato un importante centro della vita ebraica fin dal X secolo, e diverse importanti figure messianiche vi apparvero tra il XII e la fine del XIX secolo. Alcuni furono ispirati da Sabbatai e dalla Cabala lurianica, altri si ispirarono alle tradizioni messianiste musulmane. Poiché prestavano servizio all'isolata comunità ebraica dello Yemen, non sono stati studiati frequentemente. C'era una certa mistica nelle leggende che circondavano le origini degli ebrei yemeniti, e molti pensavano che rappresentassero le dieci tribù perdute, un tema che era intessuto negli insegnamenti di tutti i messia yemeniti. L'ascetismo e il bisogno di pentimento comunitario erano altri due aspetti importanti dei movimenti messianici yemeniti. L'argomento è discusso in dettaglio nell'opera completa di [[:en:w:Harris Lenowitz|Harris Lenowitz]], ''The Jewish Messiahs''.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', pp. 225–262.</ref> === Un ritorno all'interiorità === A metà del XVIII secolo, l'impulso messianico che aveva informato il cabalismo per sei secoli si rivolse all'interno per concentrarsi sulla salvezza individuale. Il leader non era più solo un messia politico-mistico, divenne un salvatore delle masse, un maestro del cammino interiore; offriva la possibilità di uno stile di vita spirituale che chiunque poteva seguire attraverso la vera devozione a un maestro e ai suoi insegnamenti. <blockquote> <center>IL POTERE DELL'AMORE</center> Un mistico una volta disse che il vero amore nasce quando dimentichiamo noi stessi e ci fondiamo nell'altro, quando due diventano uno. Sicuramente l'amore dei hasidim per il [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] era così intenso che quando lo ricordavano, erano letteralmente alla sua presenza. Dimenticavano se stessi e i loro mali e diventavano lui. Ecco una storia raccontata dal filosofo [[w:Martin Buber|Martin Buber]] nel suo ''[[:en:w:Tales of the Hasidim|Tales of the Hasidim]]'': {{citazione|''A rabbi whose grandfather had been a disciple of the Ba’al Shem Tov was asked to tell a story. “A story,” he said, “must be told in such a way that it constitutes help in itself.” And he told: “My grandfather was lame. Once they asked him to tell a story about his teacher. And he related how the holy Ba’al Shem used to hop and dance while he prayed. My grandfather rose as he spoke, and he was so swept away by his story that he himself began to hop and dance to show how the master had done. From that hour on he was cured of his lameness. That’s the way to tell a story!”''|Buber, ''Tales of the Hasidim'', pp. xvii-xviii}} </blockquote> [[File:Todros Geller - From Land to Land - 1927 - Hassidic - 0061.png|center|250px|Danza hasidica]] == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|75%|24 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 13]] kyie3s0is84p5xb0pgqm1f30fz0hfl1 453032 453031 2024-04-25T16:49:47Z Monozigote 19063 /* Note */ avanz. wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Moshe Chaim Luzzatto (ramhal) - Wall painting in Acre, Israel.jpg|580px|Affresco raffigurante il Ramhal, [[w:Mosè Luzzatto|Mosè Luzzatto]]}} == I messia dell'era post-Inquisizione == [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} La brutalità dell'[[w:Inquisizione spagnola|Inquisizione spagnola]], iniziata nel 1492 e durata più di tre secoli, fu essa stessa il terrificante culmine di un secolo di massacri, torture, conversioni forzate ed esilio. L'Inquisizione perseguitava soprattutto i [[w:converso|conversos]] ebrei (chiamati dagli spagnoli ''marranos'', che significa “maiali”) – quegli ebrei che si erano convertiti al cattolicesimo per evitare la persecuzione ma che erano sempre sospettati di “ricadere” nelle pratiche ebraiche o di essere segretamente ebrei. Tra il 1480 e il 1808 caddero vittime dell'Inquisizione circa {{FORMATNUM:350000}} conversos spagnoli; molti furono bruciati sul rogo. Alcuni fuggirono a Salonicco (Salonicco), Venezia, Amsterdam, Londra e nel Nuovo Mondo, in particolare in Messico. I cuori degli ebrei in tutto il Mediterraneo erano galvanizzati dalla speranza che il Messia sarebbe apparso da un momento all'altro e l'universo sarebbe stato guarito e perfezionato. Le sofferenze di quel periodo furono spesso interpretate dai cabalisti e da altri leader religiosi ebrei come i “dolori del parto” del messia, orchestrati da Dio per far precipitare l'era messianica. In effetti apparvero diverse figure di messia e “profeti”, che fecero appello sia ai conversos che agli ebrei apertamente praticanti. Offrivano la speranza per una soluzione politica alla sofferenza degli ebrei, così come la forza spirituale per sopportarla. Alcuni erano decisi a guidare eserciti di veri credenti per sconfiggere le “potenze del male” e riportare gli ebrei in Terra Santa; alcuni altri cercavano di influenzare il destino attraverso la preghiera, i miracoli e la magia (a volte chiamata [[w:Cabala pratica|Cabala pratica]]); altri (soprattutto conversos) trovarono significato nel rinnovare il loro impegno nei confronti dei riti e dei costumi religiosi ebraici tradizionali. E altri ancora si concentrarono sullo sviluppo di una consapevolezza spirituale interiore – l'esperienza diretta di Dio attraverso quella che è stata chiamata Cabala estatica, un percorso che forniva una realtà alternativa alle tragiche circostanze in cui si trovavano. La maggior parte dei messia e dei leader spirituali che apparvero, combinavano elementi di tutti questi approcci. La convinzione che Dio si fosse interessato direttamente del loro benessere inviando loro un messia portò conforto. [[w:Moshe Idel|Moshe Idel]], nella sua opera perspicace ''Messianic Mystics'', propone che sia stata la rivelazione divina, o un'esperienza mistica di qualche tipo, a dare impulso a ciascuna delle figure messianiche. Per alcuni si trattava di una rivelazione irripetibile, vissuta attraverso la grazia di Dio, che cambiava la vita, mentre altri sostennero la comunione interiore tramite i loro sforzi dedicati e concentrati nella meditazione, generalmente utilizzando il modello abulafiano delle pratiche dei nomi. Idel lo definisce "the ecstatic model, in which the major messianic activity occurred on the intellectual level, and in personal ecstasy as a prophetic experience".<ref> Idel, ''Messianic Mystics'', p. 127. Utilizza il termine “intellettuale” per indicare l'uso della mente e delle tecniche mentali per scopi di concentrazione.</ref> Questi messia tradussero le loro esperienze interiori nella base della loro missione esterna, ma pochi insegnarono apertamente le loro pratiche di meditazione a grandi gruppi di discepoli. Alcuni messia tentarono di influenzare il potere divino utilizzando i ''kavanot'' cabalistici e gli ''yihudim'' lurianici, ripetendo e manipolando i santi nomi e le preghiere per realizzare il ''tikun olam''. Cercarono di accelerare la redenzione creando l'armonia cosmica e “riparando” l’universo, sulla falsariga dei ''tikunim'' di Luria. Alcuni dei messia che apparvero, come Rabbi [[:en:w:Joseph De La Reina|Joseph De La Reina]] alla fine del XV secolo, andarono anche oltre. Credevano di poter costringere il Messia ad apparire impegnandosi in atti magici che avrebbero effettivamente alterato la storia. C'era una serie di libri che pretendevano di essere stati scritti da Dio stesso (ma che in realtà erano scritti da cabalisti anonimi) che contenevano incantesimi magici che potevano distruggere il reame demoniaco. Le esperienze mistiche dei praticanti "were viewed as a means of attaining and eventually transmitting magical information. Heavenly revelation is now the channel for the descent of supernal magic, the main tool for the annihilation of the powers of evil as well as bringing of the redemption".<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 129.</ref> Tra i messia apparsi in questo periodo c'era un calzolaio converso di nome Ludovico Diaz, di Setubal, Portogallo; tra i suoi discepoli c'era il medico converso del vescovo del Portogallo, che tornò all'ebraismo. Alla fine, lui e i suoi seguaci furono condannati dall'Inquisizione e bruciati vivi. Ines de Herrera era una profetessa di una famiglia conversa che ricevette la visita dello spirito di sua madre dopo la sua morte, consigliandole di impegnarsi in atti di carità. Poi le fu data un'esperienza interiore di luce, che le portò messaggi dai reami superni sulla venuta del profeta Elia, che avrebbe annunciato il messia. Ella predisse che alcuni segni sarebbero apparsi dal cielo per annunciare la sua venuta. In una visione vide le anime di coloro che erano stati torturati e bruciati dall'Inquisizione. Digiunava frequentemente, secondo la legge ebraica, e osservava il Sabbath, esortando i suoi seguaci a fare lo stesso. A quel tempo, in tutta l'Europa cattolica, le pratiche religiose ebraiche ordinarie come il digiuno, la carità, l'osservanza del Sabbath e le leggi alimentari ebraiche divennero dichiarazioni estreme di fede nell'ebraismo e nel messia. Un altro profeta apparve nello stesso periodo vicino a Venezia tra gli ebrei ashkenaziti.<ref>Gli ebrei che discendevano dalla comunità spagnola venivano chiamati ''[[w:sefarditi|sefarditi]]'', anche se alla fine vivevano in paesi come la Polonia. Gli ebrei originari del resto d'Europa venivano chiamati [[w:aschenaziti|ashkenaziti]], anche se non provenivano dalla stessa Germania.</ref> Asher Leimlin della Germania fu attivo nell'Italia settentrionale solo per pochi anni del XVI secolo, anche se la sua reputazione fu poi diffusa in tutta Europa dai suoi seguaci. Studente del misticismo del nome secondo Abulafia e del vocabolario dell'ascesa interiore nel carro, la merkavah, documenta il suo uso di combinazioni di lettere e nomi per viaggiare nei reami celesti e ricevere rivelazioni divine, alcune da un'entità femminile chiamata ''Tefillah'' (preghiera), che insiste sull'importanza della corretta recitazione delle preghiere. Leimlin predisse l'imminente venuta del messia e invocò atti di pentimento, carità e digiuno. Quando morì e il messia non era ancora apparso, molti dei suoi discepoli persero la fede nell'ebraismo e si convertirono al cristianesimo. Un'altra figura messianica dopo l'espulsione fu Rabbi [[:en:w:Abraham ben Eliezer Halevi|Abraham ben Eliezer ha-Levi]], che sviluppò una serie di veglie chiamate ''mishmarot'' (lunghe sessioni di preghiere extra) che secondo lui avrebbero aiutato ad alleviare le sofferenze delle persone nel periodo precedente la venuta del messia. Altre espressioni religiose tradizionali furono reindirizzate verso fini messianici. Erano attività pericolose a quei tempi, a causa della minaccia dell'Inquisizione. Tuttavia, Rabbi Abraham diffuse coraggiosamente i suoi scritti riguardanti “il segreto della redenzione” a un pubblico entusiasta in gran parte dell'Europa. All'inizio del XVII secolo, in Messico si verificò un fenomeno interessante, quando tra i conversos apparvero diverse donne messia. Tra loro spiccano Dona Juana Enriquez e Ines Pereira, che in realtà erano venerate come potenziali madri del messia, poiché era impossibile concepire il messia come se non fosse maschio! Tuttavia il braccio dell'Inquisizione le raggiunse; furono accusate di “giudaizzare” e condannate a morte. Dona Juana Enriquez ispirava così tanta fede nei suoi seguaci che l'Inquisizione riferì: {{citazione|Tra i giudaizzanti di questo regno, venne acclamata come la perfetta e santa ebrea perché la vedevano [come] una grande digiunatrice e recitatrice di preghiere... [Fu venerata anche] per le tante elemosine che dispensava a coloro che osservavano la sua legge decaduta o per le loro buone azioni... Forse, a causa del suo falso zelo, molti morirono come ebrei. Ella li fece prestare ascolto alla legge di Mosè nei loro ultimi respiri, dicendo loro che ciò era necessario alla loro salvezza. Una donna non potrebbe essere più audace.|Citato in Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', pp. 101–102}} I seguaci di Ines Pereira credevano intensamente nel suo ruolo messianico. È difficile non pensare a parallelismi con il culto della Vergine Maria nel cattolicesimo. {{citazione|Sembra che non appena fu abbastanza grande per usare la ragione, cominciò a giudaizzare perché all'età di sette anni osservava la legge di Mosè. La ragione di ciò era che tutti i suoi parenti... erano falsamente convinti che questa giovane ebrea avrebbe dato alla luce il messia. [Un parente] convinse i suoi figli e le sue figlie di ciò e così li costrinse a osservare la legge di Mosè. Anche per questo, da giovane, la vestirono con una tunica di voile. La posizionavano poi al centro del salotto e la circondavano di candele accese. La veneravano e l'adoravano come la persona dalla quale sarebbe nato il loro redentore e capo. Senza dubbio lo aspettavano durante la sua prima gravidanza, e quando nacque il bambino tutti i suoi parenti digiunarono [come espressione di ringraziamento al Signore].|Citato in Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 102}} === David Reubeni e Shlomo Molkho === {{vedi anche|:en:w:David Reubeni|:en:w:Solomon Molcho|etichetta1=David Reubeni|etichetta2=Shlomo Molkho}} David Reubeni e Shlomo Molkho furono due importanti figure messianiche della prima metà del XVI secolo che combinarono la loro visione politica esteriore di liberazione con quella mistica e magica. L’attrazione di entrambe queste figure era basata sul mito delle dieci tribù perdute che si sarebbero radunate e avrebbero marciato verso Gerusalemme sotto la guida del Messia. Reubeni assunse il suo nome come simbolo della tribù perduta di [[w:Ruben (Bibbia)|Reuben]] (רְאוּבֵן ''Rəʾūven''). Probabilmente era di origine ebraica araba, anche se il suo preciso luogo di origine non è mai stato stabilito. Viaggiò in Italia e in altre zone d'Europa, dove affermò di essere fratello di un re ebreo in una terra lontana e capo della sua forza militare, la cui missione era quella di riconquistare la Terra Santa dai turchi con l'aiuto di truppe ebraiche e cristiane radunate da tutta Europa. Fu accettato dal Papa e da altri governanti cristiani che inizialmente gli offrirono protezione, a patto che non giudaizzasse i loro conversos. Un giovane portoghese di nome [[w:Shlomo Molcho|Diogo Pires]], di una famiglia conversa, incontrò Reubeni alla corte di Giovanni II del Portogallo nel 1525. Pires vide in Reubeni il comandante delle forze del messia e si rigiudaizzò, “travolto, come altri conversos, in passione apocalittica”.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 104.</ref> Cambiò il suo nome in [[w:Shlomo Molcho|Shlomo Molkho]] (che significa “Salomone suo re”) e si circoncise. Molkho scrisse della sua esperienza mistica interna al momento della sua circoncisione: {{citazione|E dopo che fui sigillato con il sigillo del mio Creatore, mi apparvero cose terribili, grandi e potenti, e grandi segreti, e mi fecero conoscere le cose nascoste della sapienza della santa Kabbalah e le grandi combinazioni tra le sefirot e mi mostrò i tesori della sapienza e illuminò il mio cuore con l'insegnamento del nostro Dio. E poi mi ordinarono di andare nel regno di Turchia... Ma ora dirò la verità davanti a colui che ha fatto il cielo e la terra, che non mi sono circonciso né ho viaggiato secondo il comando della carne e del sangue, ma secondo la volontà del Signore nostro Dio.|Shlomo Molkho, ''The Beast of the Reed'' {{Lingue|he}}, A. Z. Aescoly, cur., (Parigi, 1938), pp. 7–8}} Da un giorno all'altro, a quanto pare miracolosamente, Molkho divenne esperto nella Cabala, cosa attestata da tutte le autorità del suo tempo che erano stupite dal suo genio e dalla portata della sua conoscenza. Sembra avesse molte rivelazioni divine, iniziate anche prima della sua circoncisione e continuate per tutta la sua vita. Le rivelazioni ruotavano attorno ai segreti della redenzione e al senso nascosto dei testi biblici, e si traducevano in una chiara visione messianica. Affermando di essere il messia, Molkho, insieme a Reubeni, che era diventato il suo profeta, intraprese un programma di predicazione ai conversos di tutta Europa; visitarono anche vari governanti europei per ottenerne il sostegno alla loro campagna militare per liberare la Terra Santa. Molkho insegnava che il Messia esiste in ogni momento, in ogni generazione, come forza positiva che neutralizza le energie negative e impure attive nella creazione. Idel commenta che "the messiah is conceived of as the antidote to the impure influx descending from above. In fact, he must return in every generation in order to ensure the preservation of the world, to maintain the cosmos against the centrifugal force of chaos. Therefore, the redemptive role of the messiah is not only a matter of a certain final act or series of acts performed during the ''eschaton'' (the final days), but is an ongoing activity performed throughout common history".<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 150.</ref> Il ruolo del messia qui ricorda la leggenda dello ''tsadik'' (il giusto o virtuoso) che sostiene il mondo. A volte è manifesto e a volte nascosto, ma la sua presenza nel mondo è essenziale per la sua continuazione. Nel brano seguente, Molkho definisce la sua idea in termini di incarnazione del messia dal tempo di Abele, figlio del primo uomo, Adamo, attraverso Mosè, fino ad ogni messia che si incarna per vincere il potere del male, simboleggiato come serpente del Giardino dell'Eden. {{citazione|Abele è Mosè, che è Abele, perché tutte le liberazioni sono compiute da lui, perché la sua anima trasmigrerà nel messia, ed è per questo che lui [Mosè] è stato sepolto all'estero. “Qual è il guadagno dell’uomo da tutto il suo lavoro che fatica sotto il sole”, se la redenzione non arriva? E lui [Salomone] rispose: “Una generazione va, un’altra generazione viene”, cioè è una necessità che il messia venga, perché egli è [equivalente al] potere di Satana [e] del serpente, e ha rimosso l’impurità del il serpente dal mondo, e questa è la ragione per cui se ne va, perché nello stesso momento e tempo in cui Israele si pentirà, sarà immediatamente redento... Questo è il motivo per cui in ogni generazione ci fu una persona [discendente] dai [figli di] Israele, degna e preparata per diventare il messia e compiere ciò che è stato scritto... “perché una generazione va e un’altra generazione viene, e la terra rimane per sempre”. [Ciò è] perché non può sussistere senza il messia, a causa dell'impurità del serpente... perché l'impurità del serpente si estende su tutte le sfere e proviene dal potere della settima sfera inferiore, che è quella della luna.|MS. Moscow-Guensburg}} [[File:Molcho.jpg|100px|right|Firma di Molkho con bandiera]] Reubeni e Molkho seguirono stili di vita ascetici che li facevano apparire santi e lontani dalle preoccupazioni mondane. Ispiravano pentimento e atti di carità. Conosciuti principalmente dalle generazioni successive come maghi con conoscenze segrete e capacità di predire il futuro, cercarono di utilizzare tecniche magiche, ottenute attraverso rivelazioni, per realizzare l'era messianica. Decorarono i “santi nomi divini” su speciali bandiere, scudi e spade.<ref>La bandiera di Molkho con i nomi divini è esposta nel Museo Ebraico di Praga.</ref> Quindi esercitavano un forte fascino su cristiani, ebrei, conversos e cripto-ebrei (quegli ebrei che praticavano la loro religione in segreto fingendosi cristiani). Durante i loro viaggi, Molkho e Reubeni si misero in pericolo e alla fine furono giustiziati dall'Inquisizione, probabilmente con l'accusa di aver convinto i conversos a tornare all'ebraismo. La loro esecuzione ispirò una maggiore fede nella loro purezza e nel martirio – la “santificazione del nome di Dio”. Molkho fu amico di [[w:Joseph Karo|Joseph Karo]], il famoso studioso del Talmud e codificatore legale, e la sua morte angosciò molto Karo. Da quel momento in poi, Karo sentìla voce di Mosè, della Mishnah e della Shekhinah che parlavano attraverso Molkho. Si trasferì a Safed, dove divenne uno dei principali cabalisti di Safed, compagno di Cordovero e Luria. === Sabbatai Zevi === {{vedi pedia|Sabbatai Zevi|Nathan di Gaza}} [[File:Brockhaus and Efron Jewish Encyclopedia e13 783-0.jpg|150px|left|Sabbatai Zevi]] [[File:Nathan of Gaza.jpg|150px|right|Nathan di Gaza]] Nel 1648, il massacro di {{FORMATNUM:100000-200000}} ebrei in Ucraina (il [[w:Rivolta di Chmel'nyc'kyj|pogrom di Chmielnicki]]) riaffermò la convinzione della comunità ebraica che fosse giunto il momento apocalittico. Desideravano ardentemente che Dio mandasse loro il messia che avrebbe portato la salvezza e la liberazione dalla sofferenza. Che il Messia potesse apparire nel loro tempo era una chiara possibilità per gli ebrei di quel periodo, come lo era in molti altri periodi della storia. Quanto peggiore è la situazione mondana, tanto maggiore è l'impulso che spinge il Messia a rivelarsi. Tale era la loro fede nell'amore e nella protezione divina! Come accennato in precedenza, si credeva che in ogni generazione ci fosse una persona degna che potesse essere il Messia per quel tempo, a condizione che le persone lo meritassero.<ref>Scholem scrive: “The talmudic statement that God had intended to make [the biblical eighth–seventh century bce] King Hezekiah the messiah indicated to the kabbalists that God sent a spark of the messiah-soul into this world in every generation.” (Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trans., p. 56.) Un libro cabalistico comunemente letto ai tempi di Sabbatai, citato da Scholem, dice:: “In every generation He creates one perfectly righteous man, worthy – like Moses – on whom Shekhinah rests, provided that also his generation merits it; . . . he will redeem Israel, but everything depends on the transmigration of the souls and their purification. It is in the hands of God whether to prolong or to hasten the creation of souls.” (''Emek ha-melekh'' [Valley of the King], folio 33a., cit. in Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., p. 56.)</ref> [[w:Nathan di Gaza|Nathan di Gaza]], che visse in Terra Santa e fu un ardente studioso della Cabala di Luria, si dichiarò il profeta del messia a venire. Seguendo le sue esperienze spirituali interiori, profetizzò che l'apparizione del Messia era imminente. Nel frattempo, nel 1648, [[w:Sabbatai Zevi|Sabbatai Zevi]] (1626–1676), un solitario studente ebreo di legge e misticismo a Izmir, in Turchia, esperto negli insegnamenti mistici lurianici e abulafiani, ebbe un'esperienza di illuminazione interiore e si rivelò come il messia. Recitò pubblicamente il nome “esplicito” proibito di Dio e annunciò che era giunto il momento della redenzione. Purtroppo, però, la sua dichiarazione fu accolta con freddezza e venne scomunicato dalle autorità religiose. Bandito da Izmir, Sabbatai andò a Salonicco, dove persistette nella sua chiamata divina; poi, durante un viaggio in Israele, incontrò Nathan di Gaza, che gli confermò che era davvero lui il messia. Per circa i successivi quindici anni, Sabbatai e Nathan portarono la notizia della messianicità di Sabbatai a un numero lentamente crescente di devoti nelle comunità ebraiche del bacino del Mediterraneo, dalla Turchia all'Inghilterra, all'Egitto e alla Palestina. Sebbene i rabbini nella maggior parte dei paesi inizialmente respinsero le sue affermazioni, alla fine quasi tutti sottoscrissero il suo ruolo di messia. C'era tra gli ebrei una grande estasi ed eccitazione per il fatto che finalmente il Messia fosse arrivato, che Dio non li avesse abbandonati alla sofferenza eterna. Credevano che sarebbero tornati in Terra Santa in trionfo. La pietra angolare dell'insegnamento di Sabbatai era la sua esperienza di una rivelazione personale di Dio, che chiamò ''sod ha-elohut'', il segreto della divinità, la cui vera natura rivelò solo a pochi discepoli ai quali fece giurare di mantenere il segreto. Si ritiene tuttavia che alla maggior parte di loro lo abbia rivelato solo parzialmente, poiché non avevano un livello spirituale sufficientemente elevato per comprenderlo. Non scrisse mai della sua rivelazione né ne parlò pubblicamente e non ci sono descrizioni di prima mano di ciò che intendesse, anche se sembrava essere basato sul viaggio spirituale interiore di Sabbatai e sulla sua esperienza mistica del Dio interiore.<ref>Un libro attribuito a Sabbatai, il ''Raza de-mehimanuta'' (Mistero della vera fede), che tratta questo insegnamento segreto, è considerato un falso scritto da Abraham Miguel Cardozo, uno dei suoi discepoli, che lo attribuì al suo maestro. (Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 109.)</ref> Shabatai diceva spesso di avere esperienza del “suo Dio”.<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 197.</ref> Non usava la terminologia cabalistica o alcun linguaggio umano per descrivere questa esperienza di Dio. [[:en:w:Yehuda Liebes|Yehuda Liebes]], studioso israeliano contemporaneo di misticismo ebraico, commenta: “The God known to Shabatai Tsevi was more easily found in his soul than in his mind. In a letter to his brother, referring to his previous incarnations as well as his current life, he wrote that his God was the true One that only I have known for generations and for whom I have so strenuously toiled”.<ref>Lettera pubblicata da A. Amarillo, “Sabbatean Documents from the Saul Amarillo Collection” {{he}}, ''Sefunot'' 5 (1961): 266–268; cit. in Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 110.</ref> Ci sono resoconti in un documento chiamato ''Apocalisse Yemenita'' che Sabbatai visse uno specifico evento mistico nel 1650, quando durante la sua meditazione ascese attraverso i sette livelli interni delle sefirot, da ''malkut'' attraverso ''hesed'', fino a raggiungere finalmente la terza sefirah di ''binah'' (comprensione), che è considerata la "madre" o la fonte di tutte le sefirot sottostanti.<ref>Cfr. Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., pp. 146–47; Idel, ''Messianic Mystics'', p 193.</ref> Scholem propone che questo sia ciò che Sabbatai intendeva con il segreto della divinità: che egli si fondeva al livello di ''binah'', entrando così nel reame divino e sperimentando la divinità. È possibile che questa sia l'esperienza descritta da molti sufi e mistici indiani, del proprio vero sé superiore identico a Dio – si realizza la propria vera identità spirituale, che è dell'essenza di Dio – uno stato che i mistici indiani chiamano "Io Sono Quello". I metodi utilizzati da Nathan e Sabbatai per ottenere la rivelazione di Dio probabilmente coinvolgevano alcune tecniche di meditazione cabalistica insegnate da Abulafia, Luria e altri mistici ebrei, ed erano il risultato di uno sforzo prolungato e concentrato. Nathan “dichiara esplicitamente che certe cose che gli vennero da ‘anime elevate e sante’ furono ‘rivelate... per mezzo del potere della concentrazione meditativa e delle formule di unificazione (''hitbodedut'' e ''yihudim'')’”.<ref>Come citato in Scholem, ''Researches in Sabbateanism'', p. 19; cit. Idel, ''Messianic Mystics'', p. 198.</ref> ''Hitbodedut'', come abbiamo visto in precedenza discutendo l'uso biblico e sufi del termine, implica l'autoisolamento dalle distrazioni esterne ed sono tecniche di concentrazione mentale che combinano nomi divini. Nathan disse inoltre di aver ricevuto rivelazioni sul Messia da un angelo. Nathan insegnò che la statura del messia non dipende dal suo essere un operatore di miracoli, ma piuttosto dalla sua trasformazione in un essere divino, “il carro della Luce di Vita”, attraverso un processo mistico. Questa trasformazione “investe il messia con un nuovo tipo di esistenza, che gli permette di essere chiamato divino”.<ref>Idel, ''Messianic Mystics'', p. 203.</ref> Nathan sentiva che i risultati ottenuti da Gesù erano rovinati dai suoi miracoli. [[w:Moshe Idel|Moshe Idel]] riassume: {{citazione|Having built up the possibility that a man may become a complete divine being, Nathan now turns to the personality of his messiah. He argues that unlike the mystical attainment of the messiah, which is defined in terms of becoming a merkavah, a chariot of the divinity, Jesus’ claim to incarnation is built upon another argument, which turned out to be the reason for Jesus’ failure and ultimately the reason for the deception of the Jewish people. He proved to be a false messiah because the standard for measurement of this claim was his ability to perform signs and wonders. Herein lies the fault, for the people believed primarily in this magical aspect of his messianism...<br/> Actually, Nathan of Gaza alters the popular Jewish attitude toward Jesus. According to the Shabatean prophet, the theological problem was not that Jesus was deified, as many Jewish thinkers would argue, for that is just the rank that the messiah should attain. The cardinal failure was in Jesus presenting himself as a wonder worker. It may then be inferred that the process of deification of the messiah will take place only after he has perfected the lower world. This transformation into the chariot of the Light of Life invests the messiah with a new type of existence, which allows him to be called divine. By being absorbed into the divine structure, apparently after following a certain mystical path, one is able to be deified and so become messiah.|Idel, ''Messianic Mystics'', pp. 202–203}} Se i miracoli di Gesù raccontati nei Vangeli siano effettivamente avvenuti o meno a livello fisico, o se fossero riferimenti simbolici alla guarigione interiore, al nutrimento e al risveglio da uno stato di morte spirituale, non è nostra preoccupazione.<ref>Si veda in merito la mia ''[[Serie cristologica]]''.</ref> Tuttavia, è degno di nota il fatto che Natan usò le storie dei miracoli di Gesù per illustrare una verità importante: che la dipendenza dai miracoli non può portare molto lontano spiritualmente. La redenzione spirituale – la liberazione dello spirito – non può essere realizzata attraverso un agente esterno. Ciò eliminerebbe qualsiasi ruolo che l'individuo deve svolgere nel processo. L'individuo deve fare uno sforzo e impegnarsi per una vita spirituale. Yehuda Liebes, nel suo illuminante studio sulla vita e la carriera di Sabbatai, afferma che Sabbatai era interessato principalmente a una redenzione spirituale, piuttosto che politica. Stava cercando di riscattare la religione stessa, di rinnovarla attraverso l'insegnamento della vera esperienza di Dio. La sua redenzione della religione significava liberare l'anima individuale dalle restrizioni della religione stessa. Il vero esilio, per Sabbatai, “è l'esilio della religione, e il suo luogo di esilio è la tradizione fossilizzata, che ha da tempo dimenticato le sue radici e i suoi scopi”.<ref>Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 106.</ref> Scrisse a suo fratello: “Poiché non hanno il vero Dio, la loro Torah non è Torah”. {{citazione|A sense that the Torah had fossilized, coupled with a hope for reform and renewal, had once resulted in a dramatic and ritual breakthrough in ''halakhic'' [legal] prohibitions, mainly those under penalty of karet [transgressions punishable with death by Heaven], turning them into commandments. Shabateans had an ambivalent attitude to religion: On the one hand, they aspired to its renewal, reform, and redemption; and on the other, they wanted to destroy, punish, and relinquish religion. This was their attitude to other religions as well. Latent in this phenomenonis also the explanation of one of Shabateanism’s greatest paradoxes – a movement for the redemption of Judaism that at times leads to apostasy.|Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 106}} L'affermazione di Sabbatai alla sua divinità, ad aver avuto l'esperienza personale di Dio, era eretica rispetto alla religione ebraica classica, poiché significava che un essere umano poteva diventare Dio attraverso la pratica mistica. Sebbene Abulafia e la sua cerchia avessero scritto sulla ''unio mystica'' (unione mistica), il raggiungimento di quell'alto livello spirituale era generalmente considerato impossibile per i mortali; era solo per esseri soprannaturali. Ciò dimostra che convenzionalmente si presupponeva che gli esseri umani, mentre si trovavano nel corpo, non potessero subire una trasformazione spirituale totale. Si presuppone che l'uomo non possa liberarsi totalmente della sua natura fisica. Tuttavia, secondo alcuni studiosi, le esperienze e gli scritti di numerosi mistici ebrei smentiscono tale assunto e dimostrano che sono possibili vari gradi di unione mistica. In definitiva, era inconcepibile per l'establishment ebraico tradizionale immaginare un messia che iniziasse la sua vita come un essere umano comune. Era più facile concepire un essere soprannaturale, nato soprannaturale, che avrebbe portato la redenzione in un futuro nebuloso. La pretesa di divinità da parte di Sabbatai portava con sé anche il presupposto di fondo che lui e la sua esperienza fossero più alti della Torah e del Talmud, la struttura legale ereditata della religione. Stava dichiarando la sua libertà di agire indipendentemente dalla legge rabbinica e dalla moralità convenzionale, in un'audace dichiarazione di una nuova era governata da una legge superiore – la sua stessa legge acquisita attraverso la sua percezione di Dio. Per molti aspetti Sabbatai non era interessato alla percezione che il pubblico aveva di lui; era totalmente immerso e governato dalla sua personale esperienza mistica. Perfino Nathan di Gaza non riuscì a capirlo e proiettò le sue proprie convinzioni e interpretazioni cabalistiche delle azioni e delle dichiarazioni di Sabbatai.<ref>Liebes, ''Jewish Myth and Messianism'', p. 100.</ref> Nel 1664, dopo che i suoi primi due matrimoni furono annullati perché non consumati, Sabbatai sposò Sarah, una donna di discutibile virtù. È stato ipotizzato che Sabbatai vedesse se stesso come il profeta Osea, a cui Dio ordinò di sposare una prostituta per dimostrare l'infedeltà del popolo di Israele verso Dio e l'eterna fedeltà di Dio alla Sua alleanza con loro. Sarah fu proiettata come la donna caduta diventata vergine attraverso il suo matrimonio con Sabbatai, che l'aveva redenta e resa virtuosa. I discepoli di Sabbatai lo elevarono allo status di re e Sarah a regina. La redenzione era basata sulla loro accettazione di Sabbatai come messia e sulla loro fede nella sua divinità. Avrebbero fatto qualunque cosa lui avesse detto loro di fare, che avesse senso o no, che seguisse norme morali o meno. Era al di sopra della legge e poteva agire come voleva. Creò perfino una nuova preghiera: “Benedetto sii tu, o Dio, che hai permesso ciò che è proibito”. Alcune delle sue azioni, come il matrimonio con Sarah e la noncuranza dei divieti religiosi, furono spiegate utilizzando il concetto lurianico delle ''kelipot'', i gusci di materia grezza che imprigionano le scintille di luce liberate al momento della creazione. Nathan usò il concetto per spiegare perché Sabbatai avesse bisogno di compiere certe azioni immorali – per liberare le scintille imprigionate dalle ''kelipot''. Doveva discendere nel reame del male (le ''kelipot'') per liberare il bene (le scintille) che vi era imprigionato. Fu questa metafora a diventare il principio guida di Sabbatai e dei suoi seguaci. Nel 1666, Sabbatai si proclamò pubblicamente messia e fu denunciato al Sultano, che vide il potenziale di instabilità e slealtà emergere nella comunità ebraica. Sabbatai venne arrestato e imprigionato per un breve periodo. Nello stesso anno fu portato davanti al Sultano e gli furono offerte due opzioni: la morte o la conversione all'Islam. Scelse la conversione. Fu nominato Guardiano del palazzo del Sultano a [[w:Edirne|Edirne Sarayi]], una posizione d'onore. A Edirne, vicino ai confini greco e bulgaro nella Turchia occidentale, Sabbatai ricevette la visita di alcuni dei suoi discepoli, molti dei quali lo seguirono nell'apostasia. Durante gli anni trascorsi a Edirne, Sabbatai visse momenti di illuminazione interiore, dopo i quali predicò l'importanza della conversione all'Islam. Come vedremo più avanti, è possibile che durante questo periodo abbia avuto contatti con mistici musulmani sufi, il che spiegherebbe la sua ricettività alla conversione. Nel 1668 ebbe la “grande illuminazione” e insistette affinché i suoi seguaci si convertissero, dicendo che se non lo avessero fatto non sarebbe stato in grado di intercedere per loro presso Dio o di ricondurli in Terra Santa.<ref>Resoconti di Paul Rycaut, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 177.</ref> Sabbatai disse di aver adottato l'Islam perché Dio lo aveva voluto. Inizialmente non fornì altro motivo. Successivamente, Sabbatai e Nathan attribuirono la sua conversione alla necessità di raccogliere le scintille di luce sparse tra le ''kelipot'', i frammenti di materia grossolana. Per fare ciò, dovette scendere lui stesso in quel reame di grossolanità. Un altro motivo per la conversione, come propose in seguito Nathan per eliminare voci di vigliaccheria e tornaconto, fu che Sabbatai stava andando in esilio (nell'Islam) come espiazione per l'infedeltà del popolo di Israele, proprio come la Shekhinah è in esilio. Convertendosi diventava sacrificio e martire.<ref>Il lettore moderno non farà a meno di pensare che Sabbatai fu un gran furbacchione!</ref> Natan citerà il passo biblico: "Sei trafitto a causa delle iniquità del popolo" (cfr. {{passo biblico2|Isaia|53:5}}). In una lettera scrisse: "Sappiate dunque... che [è] lui e nessun altro, e oltre a lui non c'è salvatore d'Israele. E anche se si è messo sul capo la bella mitra [il turbante dell'Islam], la sua santità non è profanata, perché Dio ha giurato con la sua mano destra che non ingannerà. Questo è uno dei misteri di Dio, e nessuno che abbia qualche conoscenza dei misteri della Torah lo considererà strano."<ref>Corrispondenza di Jacob Sasportas, ''Sisath nobel Sevi'' (The Fading Flower of Tsevi), copia manoscritta fatta da Dr. Z. Schwarz, Isaiah Tishby, curr. (Gerusalemme, 1953), pp. 260–62; anche Baruch d'Arezzo, pp. 59–61 (con varienti minori); citato in Scholem, ''Sabbatai Sevi'', Weblowsky, trad., p. 741.</ref> Le affannate spiegazioni di Nathan avevano lo scopo di rendere accettabile ai suoi seguaci la conversione e il comportamento enigmatico (e, diciamolo, ipocritamente pavido) di Sabbatai. È difficile dire se Sabbatai condividesse queste idee, poiché non era sempre coerente nelle sue dichiarazioni. Il punto chiave è che Sabbatai fu sempre convenientemente fedele al suo Dio personale, alla volontà di Dio così come gli veniva, indipendentemente dalle tradizioni e dai tabù della religione. Scrisse in un messaggio ai suoi seguaci, citato in ''The Lost Messiah'' di [[:en:w:John Freely|John Freely]]: {{citazione|Know ye... that I recognized with great clarity that the true God... has willed that I should come with all my heart into the Islamic religion, the religion of Ishmael, to permit what it permits, and to forbid what it forbids, and to nullify the Torah of Moses until the time of the End.|Sabbatai citato in una lettera da Nathan ai loro seguaci, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', pp. 177–178}} Continua liberamente con la sostanza del messaggio di Sabbatai: {{citazione|Shabatai goes on to say that it is important for the glory of God that he should bring into Islam all those to whom he would reveal the Mystery of His Godhead. He answers those who said that he had become a Muslim on the strength of a vision, and that when the illumination left him he would regret what he had done. “This is not so,” he insists, ”for I did this on my own, through the great power and strength of the Truth and Faith which no wind in the world and no sages and prophets can cause me to leave my place... Thus speaks the master of Truth and Faith, the Turco [Turk] and Mesurman [Egyptian].”}} Durante questo periodo, racconta Israel Hazzan, uno dei devoti discepoli di Sabbatai che rimase ebreo, Sabbatai continuò a cantare sia canzoni sacre che canzoni d'amore secolari spagnole, inclusa la sua preferita, "Meliselda", che coloro che non ne capivano il significato mistico pensavano essere una lasciva canzone d'amore. (Quanto simile era la confusione di coloro che consideravano il biblico Cantico dei Cantici come una raccolta mondana di canti d'amore!) <blockquote> MELISELDA<br/> Sul monte io ascesi,<br/> Al fiume scesi,<br/> Meliselda lì incontrai,<br/> La figlia del re brillante e bella.<br/> Lì ho visto la ragazza splendente<br/> Mentre usciva dal bagno.<br/> La sua fronte arcuata scura come la notte,<br/> Il suo volto una scintillante spada di luce,<br/> Le sue labbra come coralli rossi e luminosi,<br/> La sua carne come latte, così incantevole e radiosa. <ref>Cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 85.</ref> </blockquote> In precedenza, prima della sua conversione, Sabbatai aveva insegnato il significato mistico di questa canzone. Vedeva se stesso, il messia, come lo sposo della Torah, che era l'incarnazione della Shekhinah, la presenza immanente “femminile” di Dio nella creazione. La Shekhinah, la Torah, era la sua sposa. Nella descrizione della bella Meliselda, Sabbatai comprese il profondo simbolismo mistico. Cantava spesso questa canzone alla Torah. Hazzan descrisse le vette spirituali che Sabbatai raggiunse nella sua meditazione dopo la sua conversione: “Quando Amirah<ref>Acronimo della designazione usata per Sabbatai: “Nostro Signore e Re, Sua Maestà sia esaltata!”</ref> praticava la solitudine con la sua anima santa, univa la sua anima [ai quattro mondi soprannaturali del cosmo cabalistico] e io vedevo tutto questo. Sia benedetto il Signore che mi è stato concesso di vedere il suo volto quando praticava questa solitudine".<ref>Israel Hazzan, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 179.</ref> Hazzan notò anche che Sabbatai e i suoi discepoli ricevevano spesso le visite di Nathan, e insieme facevano i preparativi per la seconda venuta o manifestazione di Sabbatai come messia, che avrebbe avuto luogo sette anni dopo la sua apostasia, nel 1673-74, "a quel punto Sabbatai avrebbe finito di ‘raccogliere il seme che era stato seminato tra i Gentili’". Ad un certo punto Sabbatai rivelò al gruppo che “Dio era come un giovane glorioso che gli somigliava [cioè, Sabbatai stesso]”.<ref>Israel Hazzan, cit. in Freely, ''Lost Messiah'', p. 179.</ref> È stato anche registrato che durante il suo esilio Sabbatai fu un buon amico di un derviscio sufi turco, un famoso poeta e mistico di nome Mahomet Niyazi (morto nel 1694, chiamato anche Niyazi Misri Dede). Niyazi era associato all'ordine dei dervisci [[w:Bektashi|Bektashi]]; arrivò a Edirne intorno al 1670, e fu allora che apparentemente incontrò Sabbatai, se non prima durante precedenti visite a Costantinopoli. I Bektashi erano noti per le loro credenze non ortodosse e persino eretiche e per le ostentate convenzioni religiose, inclusa l'incorporazione di pratiche mistiche cristiane e di altre pratiche non musulmane. Apparentemente, Sabbatai rimase nel monastero (''tekke'') di Niyazi durante le sue visite a Costantinopoli e lì fu iniziato all'ordine Bektashi. Ciò implica che divenne discepolo di Niyazi e accettò Niyazi come suo maestro. È probabile che Niyazi e Sabbatai trovassero una grande comunanza nei loro approcci altrettanto eretici. Scrive Freely: "Shabatai and Niyazi seemed to have a strong influence upon one another, which, given the extreme unorthodoxy of their views, could only take each of them even further from the accepted religious beliefs of Judaism and Islam".<ref>Freely, ''Lost Messiah'', p. 182.</ref> In molti modi la vita e gli insegnamenti di Sabbatai sono formati da una prospettiva tratta dalla Cabala; e la Cabala stessa, secondo lo studioso contemporaneo Paul Fenton, fu influenzata dal misticismo islamico durante il primo periodo del suo sviluppo in Spagna, sede dell'Islam in Europa. È in questo contesto che Fenton esamina le reciproche influenze del misticismo sufi ed ebraico su Niyazi e Shabatai. Fenton sottolinea che pochi studiosi hanno considerato l'influenza del sufismo sugli insegnamenti di Sabbatai fin dall'inizio della sua vocazione. Afferma che “the missing issue [in Scholem’s ‘masterful’ study of Shabatai] is the investigation of the role played by Shabatai’s Islamic background in forming his personality and doctrine”.<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi” in ''Approaches to Judaism in Medieval Times'', vol. III, no. 134, p. 81.</ref> Una delle aree di somiglianza esaminate da Fenton è l'uso del valore numerico delle lettere arabe negli scritti mistici di Niyazi, in un modo simile all'uso cabalistico della ''[[w:ghematria|gematria]]''. Menziona anche la fede dei Bektashi nella “reincarnazione e nella manifestazione divina in forma umana”,<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi,” p. 82.</ref> concetti paralleli alla fede di Sabbatai nel suo ruolo messianico. In entrambe le religioni prevaleva un'atmosfera di fervore messianico. Si pensava anche che Niyazi fosse l'adempimento delle predizioni messianiche. Fenton ripercorre la storia di Sabbatai e i probabili contatti con Niyazi. Conclude che ci sono buone possibilità che dal 1666 fino al suo esilio in Montenegro nel 1672 o 1673, Sabbatai possa essere stato un visitatore abituale del ''tekke'' di Niyazi: "Were it true, this tradition would also indicate that from its very inception, the Shabatean movement had contacts with the Dervish and Bektashi milieu. This concurs with the unambiguous testimony of Israel Hazzan, who reports that while in Edirne, Shabatai was wont to participate in Dervish prayer circles which would consist in the innumerable repetitions of the name of God. Later, as it is known, the Shabateans adopted a certain number of Bektashi doctrines and rituals".<ref>Fenton, “Shabbetay Sebi,” p. 84.</ref> È del tutto possibile che Sabbatai e Niyazi condividessero un approccio universalista alla spiritualità, basato sulle loro esperienze mistiche interiori. Sembra che Sabbatai inizialmente avesse sperimentato un certo grado di realizzazione spirituale e avesse attirato un ampio seguito, alimentato dalle sue dichiarazioni e da quelle di Nathan sulla sua messianicità. Nonostante il fervore messianico che lo circondava e la sua convinzione di essere il messia, sentiva tuttavia che pochi dei suoi discepoli, se non nessuno, lo capivano. Ciò che intendeva con “messia” e “Dio” e ciò che essi comprendevano e proiettavano su di lui potrebbero essere state cose molto diverse. Il destino di Sabbatai lo portò all'Islam e infine all'iniziazione da parte di un derviscio sufi in un ordine mistico, i cui insegnamenti erano basati sulla trascendenza dei confini religiosi. Non si sa quale ruolo abbia avuto la sua conversione in questa trasformazione finale. La sua missione di rinnovamento spirituale lo portò a colmare la propria anima di una forma di devozione e di pratica mistica che esisteva al di fuori della pratica e del credo religioso ortodosso. La sua realizzazione spirituale portava con sé la convinzione che i confini restrittivi della religione dovessero essere infranti per poter percepire Dio direttamente. Sabbatai era piuttosto radicale e forse nessuno dei suoi seguaci capiva cosa stesse facendo o dicendo veramente. Anche in vita, per non parlare delle generazioni successive, fu interpretato come un sostenitore della conversione e del sincretismo multireligioso. Ma questa potrebbe essere stata solo una briciola della sua realizzazione spirituale. È anche difficile autenticare o valutare le accuse di comportamento immorale, ma è possibile che una certa confusione mentale e morale sia derivata dal concetto di discesa nel reame del male per liberare il bene. La conversione di Sabbatai all'Islam causò una grande crisi e frammentazione nella comunità ebraica. Aveva galvanizzato gli ebrei di tutto il bacino del Mediterraneo, e persino del Nord Europa, con le sue pretese di messia e la promessa di una redenzione imminente. Nonostante la sua conversione, molti erano ancora aggrappati alla fede in lui. Tra i suoi seguaci c'erano un gran numero di conversos o marrani, discendenti degli ebrei che erano stati costretti a convertirsi al cattolicesimo durante l'Inquisizione, ma erano tornati all'ebraismo nel secolo e mezzo successivo. Non erano così attaccati alle rigide osservanze dell'ebraismo e furono in grado di accettare il concetto di conversione. Molti di loro adottarono le usanze musulmane in superficie, ma continuarono con le osservanze ebraiche in privato. Una setta di questi seguaci sabbatei, conosciuta come [[w:Dunmeh|Dunmeh]], sopravvisse come comunità musulmana separata in Turchia fino al XX secolo. Ma per la maggior parte degli ebrei che non seguirono Sabbatai nella conversione o non accettarono il suo approccio sincretistico, la conversione di Sabbatai fu un tradimento e persero la fede in lui come messia. Nonostante il fatto che Sabbatai fosse diventato la figura messianica più influente nella storia religiosa ebraica dai tempi di Gesù, divenne rapidamente un tabù parlare di lui nei circoli religiosi convenzionali, e fu denigrato dalla maggior parte degli scrittori delle generazioni successive. Un altro impatto delle attività di Sabbatai (e delle attività di altri “messia” che lo seguirono) fu che la Cabala, che aveva goduto di un'accettazione quasi universale ai suoi tempi, divenne un anatema, poiché era associata all'eresia e all'apostasia. Tuttavia, molte delle idee di Sabbatai, in particolare la necessità di scendere nel reame del male per liberare il bene, influenzarono gli insegnamenti cabalistici e penetrarono anche nello chassidismo, in una forma diversa. La pratica del misticismo cabalistico fu comunque nascosta in alcuni luoghi, finché non riemerse sotto forma di chassidismo un secolo dopo. Dopo la morte di Sabbatai nel 1676, ci fu una proliferazione di movimenti messianici in Polonia e in altre aree d’Europa. Molte delle figure messianiche erano discepoli di Sabbatai o erano ispirati dai suoi successi e dal suo ruolo messianico. Alcuni erano sinceramente convinti della loro vocazione messianica; offrivano guida spirituale alla comunità ebraica secondo la loro percezione della volontà divina, insegnavano "segreti" cabalistici e sollecitavano il pentimento per prepararsi al tempo messianico. Altri sembravano voler portar avanti i propri interessi personali, cavalcando le onde dell'eccitazione e dell'isteria, e ricevendo la riverenza incondizionata della comunità ebraica disperata e credulona che era facilmente influenzata da storie di miracoli, mitologie complesse e previsioni di redenzione messianica. Quanto segue darà un'idea della varietà di messia che seguirono Sabbatai. La maggior parte di questi individui viaggiarono molto, portando i loro insegnamenti – generalmente variazioni dell'eredità sabbateana – ai discepoli in Europa, Nord Africa e Terra Santa. Anche la presenza di maestri imperfetti che tradiscono i propri discepoli può avere una conseguenza positiva in quanto può creare il desiderio che appaia un vero maestro spirituale o messia. Il fatto che alcuni messia si siano rivelati falsi non dissuase la gente dalla ricerca, anche se diede luogo a scomuniche occasionali e crisi spirituali. I maestri arrivarono in ogni dimensione, forma e colore, per così dire: studiosi, ignoranti, sabbatei, esperti di etica; divini, mondani; taumaturghi, maghi; asceti, sensualisti; insegnanti di meditazione; donne che avrebbero dato alla luce il messia. Era come se una diga si fosse rotta sulle possibilità spirituali, mentre maestri di ogni tipo emergevano in superficie per rivendicare quelle anime segnate per loro e per il loro insegnamento. [[:en:w:Abraham Miguel Cardoso|Abraham Miguel Cardozo]] (1626-1706) fu uno stretto discepolo di Sabbatai che non si convertì all'Islam, riservandolo come un atto sacro appropriato solo per il Messia. Fu espulso sia da Tunisi che da Tripoli a causa dei suoi insegnamenti eretici sabbatei e, al suo arrivo a Izmir, annunciò di essere il messia. Una recente biografia presenta Cardozo come un cabalista che era molto più di un semplice seguace di Sabbatai: "He was one of the most vivid, complex, and original personalities to emerge within Judaism during the seventeenth century... Cardozo lived not only in a different world from ours but in a different universe. His was not the universe of Newton and Descartes, but the magical universe of kabbalistic mysticism, which has mostly vanished today".<ref>Halperin, ''Abraham Miguel Cardozo'', Introduzione, p. xxi.</ref> Yehoshua Heschel Tsoref (1633–1700ca) fu un altro messia di questo periodo, attivo in Lituania e Polonia. Un gioielliere incolto, viveva uno stile di vita ascetico ed era devoto a Sabbatai. Quando Sabbatai si convertì, Tsoref ne fu ispirato e si impegnò a portare il messaggio di Sabbatai in Polonia. Molti ebrei polacchi fecero pellegrinaggi per vederlo e ascoltare le sue storie e profezie. È probabile che il suo libro, ''Sefer ha-tsoref'', fosse uno dei testi esoterici che ispirarono il [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]], primo maestro chassidico, cinquant'anni dopo. Hayim ben Shlomo (1655ca–1716ca) era conosciuto come Mal’akh (l'angelo). Si autoproclamò messia in attesa della seconda venuta di Sabbatai. Il Mal’akh era attivo in Polonia, Italia, Israele e Turchia, ed era piuttosto controverso a causa del suo insegnamento delle pratiche sabbatee radicali. Dopo essere stato espulso da Israele e dalla Turchia, tornò in Polonia per insegnare. Yehuda Leib Prossnitz (1670–1730) era un venditore ambulante senza istruzione, un asceta che raccoglieva grandi gruppi di seguaci, tra cui molti bambini. Il suo ministero spirituale iniziò quando ricevette visioni e sogni di Luria e Sabbatai. Nel 1724, dopo aver incontrato alcuni aderenti al messianismo sabbateo, si dichiarò messia della stirpe di Giuseppe. Sebbene scomunicato e bandito da diverse comunità ebraiche, i suoi insegnamenti furono tramandati mediante un discepolo stretto a [[w:Jonathan Eybeschutz|Yonatan Eybeschuetz]], che divenne un popolare insegnante sabbateo e mago folk. === Jacob Frank === [[File:Jakub Frank.jpg|150px|right|thumb|[[:en:w:Jacob Frank|Jacob Frank]], ritratto del 1895]] {{vedi anche|:en:w:Jacob Frank|etichetta1=Jacob Frank}} Fu in questo periodo di fermento spirituale e di anelito messianico che [[:en:w:Jacob Frank|Jacob Frank]] (1726–1791), uno dei messia più influenti del XVIII secolo, lasciò il segno. Seguace di Sabbatai, Frank si convertì inizialmente all'Islam e poi al cattolicesimo, portando con sé i suoi seguaci: "He was a fearless and physically powerful figure but uneducated and disdainful of religious traditions, above all the Jewish rabbinic elite. His messianic activities were at the local level, in Poland and Moravia for the most part, but were imbued, as had been those of Luria and Tsevi, with cosmic significance and the mystic vision".<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 167.</ref> Una volta convertitosi al cattolicesimo, denunciò l'ebraismo e si impegnò in numerose controversie pubbliche sponsorizzate dalla Chiesa con i rabbini riguardanti la legge ebraica, le pratiche religiose e il Talmud. Naturalmente la sua parte vinse sempre e numerose copie del Talmud furono bruciate. Come base per i suoi insegnamenti, sviluppò una mitologia complessa basata sullo sabbateismo, sulla Cabala lurianica, sullo Zohar e su altre fonti rabbiniche. La teologia di Frank era basata sul concetto di “doppiezza”, ovvero la duplicazione in questo mondo di tutto ciò che si trova nei reami superiori. Interpretò il concetto in modo letterale. Dio divenne il Grande Fratello, il doppio superno di Frank. Chiamò i suoi discepoli fratelli e sorelle e li immaginò duplicati nella corte del Grande Fratello. Insegnò che le forme incarnate delle potenze divine nei reami superiori erano riflessi inferiori di potenze ancor più elevate. Dio stesso ha un potere inferiore per svolgere la sua opera nel mondo materiale. Le forze positive e negative dei reami superiori, che derivavano dall'Unità superna, erano incarnate come esseri buoni e cattivi. Insegnò che in questo mondo materiale esistono accenni alla realtà dei reami superiori. Frank sviluppò uno schema per guidare le azioni dei suoi seguaci. Tutto doveva essere contrario. Tutte le leggi e i rituali ebraici ortodossi dovevano essere infranti e violati. Niente è ciò che sembra; ciò che è ritenuto santo è mortale, e il timore reverenziale deve essergli spogliato per smascherare ciò che è reale. In tal modo si realizza la riparazione del santo.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', p. 180.</ref> Frank si elevò allo status di imperatore e proiettò sua figlia Ewa, che chiamò "la matronita", nella figura della Vergine Maria, attirando molti seguaci al suo santuario. Nonostante la sua teologia apparentemente bizzarra, esercitava un grande fascino sulla comunità ebraica del suo tempo. Esausta dalle persecuzioni delle autorità cristiane e del governo, e sofferente per le rigide esigenze religiose dell'ebraismo dell'Europa orientale del XVIII secolo, che richiedeva sia impegno pratico che intellettuale, la comunità ebraica trovò negli insegnamenti di Frank un percorso di assimilazione alla società nonebraica che permetteva loro di mantenere ancora un certo senso di identità ebraica, anche se la posizione di Frank era eretica. Con il passare della storia, molte famiglie ebree e non-ebree in quella parte d'Europa condividono origini frankiste. === Moshe Chaim Luzzatto === [[File:Young Ramchal.jpg|150px|right|thumb|Il RaMHaL da giovane]] {{vedi pedia|Mosè Luzzatto}} Una delle figure messianiche post-Sabbatai più significative fu [[w:Mosè Luzzatto|Moshe Hayim Luzzatto]] (1707–1747), nato a [[w:Padova|Padova]], in Italia, e morto ad [[w:Acri (Israele)|Akko]] in Terra Santa. Proveniente da una famiglia benestante, Luzzatto era ben istruito nelle discipline umanistiche e scientifiche secolari, scriveva teatro e poesie e parlava italiano e latino. Era anche uno studioso dei tradizionali testi ebraici rabbinici come il Talmud, e un devoto cabalista. Luzzatto, detto anche il ''Ramhal'' (acronimo ebr. RaMHaL, רמח"ל – dalle iniziali del suo nome)<ref>'''Mosè Luzzatto''' (in ebraico משה חיים לוצאטו, ''Moshe Chaim Luzzatto'', ma il nome si trova scritto anche come ''Moses Chaim'' o ''Moses Hayyim''), conosciuto anche con l'acronimo ebraico di '''RaMCHaL''' (o '''RaMHaL''', רמח"ל), (Padova, 1707 – Acri, 6 maggio 1746).</ref> rivelò la sua vocazione messianica alla sua cerchia di discepoli, che chiamò Santa Società. Fin dalla giovinezza, affermò di essere un canale per le rivelazioni di un ''maggid'', un angelo che aveva parlato attraverso di lui durante i suoi stati meditativi. Scrisse un'eccellente rassegna del sistema cabalistico lurianico, nonché un'opera popolare sull'etica, ''Mesilat yesharim'' ("Il Percorso del Giusto"), un manuale sul sentiero della vita santa che porta al raggiungimento dello spirito divino. Ne oscurò e nascose consapevolmente le idee cabalistiche e mistiche sottostanti, e così trovò l'accettazione nella più ampia comunità ebraica come guida per uno stile di vita etico. Il primo brano citato di seguito è tratto da una lettera scritta da uno dei suoi discepoli, Yekuthiel Gordon, a Rabbi Mordecai Yoffe, raccontandogli dei doni spirituali di Luzzatto, in particolare che un ''maggid'' gli era apparso ordinandogli di insegnare alcuni esercizi spirituali ai suoi discepoli e dandogli la conoscenza delle loro successive incarnazioni e molti altri segreti divini. La lettera è illuminante perché rivela lo stretto rapporto devozionale che Gordon aveva con il suo maestro, e il contesto religioso biblico e cabalistico in cui Luzzatto ricevette la sua rivelazione e inquadrò i suoi insegnamenti. Mostra anche che era considerato il successore e trasmettitore della saggezza spirituale ricevuta dai maestri dell'antichità, come Rabbi Akiva del periodo rabbinico, "membri dell'Accademia Celeste" (varie figure religiose storiche e leggendarie) e l'Ari (Rabbi Isaac Luria). Gli esercizi che insegnava ai suoi discepoli erano ''tikunim'', tecniche meditative lurianiche (che implicano permutazioni dei nomi divini) e altre azioni speciali da compiere con completa dedizione e ''kavanah'', al fine di riparare o perfezionare la disarmonia cosmica in cui era presumibilmente caduto il mondo. Secondo la struttura concettuale cabalistica, era dovere del messia insegnare queste tecniche al fine di redimere il mondo e ripristinare l'armonia primordiale all'interno della Divinità. <blockquote> I come regarding things of the Torah to inform my lord of the choice gift the Holy One, blessed be He, has granted to us from his treasure store. There is here a young man, tender in years, no older than the age of twenty-three. He is a holy man, my master and teacher, the holy lamp, the man of God, his honor Rabbi Moses Hayim Luzzatto. For these past two and a half years a ''maggid'' has been revealed to him, a holy and tremendous angel who reveals wondrous mysteries to him. Even before he reached the age of fourteen he knew all the writings of the Ari by heart. He is very modest, telling nothing of this even to his own father and obviously not to anyone else. It was by the counsel of the Lord that I discovered it by accident, here is not the place to describe how. For the past month I have been ministering to him, drawing water from his well, happy the eye that has seen all this and happy the ear that has heard of it. He is a spark of Akiva ben Joseph. Eight months have passed since the time that the holy and tremendous angel was first revealed to him. He delivered to him numerous mysteries and imparted the methods by means of which he could summon to him the members of the Heavenly Academy. With the approval of the Holy One, blessed be He, and his Shekhinah, he ordered him to compose a Book of the Zohar, called in Heaven, the Second Zohar, in order that a great ''tikun'' known to us should be carried out. This is what happens. The angel speaks out of his mouth but we, his disciples, hear nothing. The angel begins to reveal to him great mysteries. Then my master orders Elijah to come to him and he comes to impart mysteries of his own... He knows all men’s previous incarnations and all the ''tikunim'' they have to carry out and he knows the science of reading the lines of the hand and face. To sum up, nothing is hidden from him. At first permission was only granted to reveal to him the mysteries of the Torah but now all things are revealed to him. But no one outside our circle knows of it. He told to me personally a great secret regarding why I have come here to study under him, for nothing occurs without reason. He told me about my soul and the ''tikunim'' I have to perform.<ref>Lettere pubblicate in {{en}} da S. Ginzburg in ''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto u-benei doro'' (''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto and Members of His Generation'') (ebraico: 1937), pp. 18–20; cit. anche in Jacobs, ''Schocken Book of Jewish Mystical Testimonies'', pp. 169–170. Riporto, come altrove, la versione originale in lingua inglese del traduttore in calce.</ref> </blockquote> La maggior parte degli scritti di Luzzatto sono entrati nella letteratura cabalistica, ma alcuni sono intrisi di un tipo di devozione generalmente associata al hasidismo. Per questo motivo è considerato un'importante figura di transizione tra la Cabala lurianica classica e il hasidismo. Nel suo libro ''Derekh ha-shem'' (La Via del Nome), discute l'importanza del maestro spirituale nel canalizzare la volontà divina nel reame dell'uomo. Scrive che il maestro agisce come una lente che focalizza la divina luce interiore e ci permette di vedere Dio: {{citazione|L'esperienza profetica deve avvenire attraverso intermediari. Un essere umano non può attaccarsi direttamente alla gloria di Dio, percependola come vede un uomo in piedi di fronte a lui. La percezione di Dio implicata nella vera profezia [esperienza spirituale] deve quindi avvenire attraverso i servi di Dio, il cui compito è fornire una tale visione. Questi intermediari agiscono quindi come lenti attraverso le quali l'individuo vede la Gloria.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'' (La Via del Nome), 3:3:5–3:4:1<ref>Cfr. anche Kaplan, ''Meditation and the Bible'', p. 32.</ref>}} Sottolinea la necessità di un maestro spirituale di prim’ordine: {{citazione|È quindi fondamentale che coloro che lottano per la vera profezia lo facciano sotto la guida di un maestro profeta.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'', 3:4:10}} Descrive le qualifiche del maestro profeta: {{citazione|Deve avere una conoscenza adeguata dei metodi profetici, ed essere in grado di insegnare ai suoi discepoli cosa deve fare ciascuno per raggiungere il risultato desiderato, secondo il proprio particolare livello di preparazione.<br/> Quando i profeti neofiti iniziano a percepire rivelazioni, il profeta principale continua a guidarli. Egli li istruisce e comunica loro ciò che ancora manca nella loro ricerca, sulla base di ciò che viene loro rivelato. Fino a quando non raggiungeranno la piena profezia, avranno bisogno di un maestro per tutto questo. Anche se qualche influenza e rivelazione potrebbero aver cominciato a giungere a loro, ciò di per sé non è sufficiente per portarli immediatamente alla meta finale. Prima di poter raggiungere tale obiettivo, hanno bisogno di molta guida e formazione, ciascuno secondo il suo grado di preparazione.|Moshe Hayim Luzzatto, ''Derekh ha-shem'', 3:4:2, 4}} Luzzatto prese molto sul serio la sua missione e si sentì profondamente responsabile del benessere spirituale dei propri discepoli. Il passaggio seguente è tratto da una lettera che Luzzatto scrisse a Rabbi Benjamin ben Eliezer ha-Kohen Vitale, un famoso cabalista e suocero del maestro di Luzzatto, Rabbi Isaiah Basson. Spiega il suo rifiuto di fuggire dall'Italia a causa della responsabilità che sente di guidare spiritualmente i suoi giovani discepoli. {{citazione|Lode al Dio d'Israele, molte persone ora rinunciano ai propri peccati per cercare il Signore. Tutti i timorati di Dio vengono ogni giorno da me per ascoltare le nuove cose che il Signore mi dice. I giovani che in precedenza avevano camminato sulle vie delle vanità giovanili, ora, grazie a Dio, si sono allontanati dalla via malvagia per ritornare al Signore, e ciascuno di loro viene da me per ricevere ''tikunim'' per le sue azioni passate. Sono venuti solo ieri; li abbandonerò dunque andando in un altro paese? Una cosa del genere non può essere giusta! Ho l'obbligo di incoraggiarli finché i loro piedi non saranno saldamente piantati, come spero, nella via del Signore. Inoltre è impossibile contare su un miracolo portando con me il mio libro a causa del pericolo del censore.<ref>“Pericolo da parte del censore” significa pericolo da parte delle autorità cristiane che potrebbero considerare il libro offensivo per la fede cristiana e confiscarlo.</ref> Tuttavia mi sento obbligato a rivelare al tuo onore, la cui anima mi è tanto cara, i misteri di Dio nella misura in cui mi è consentito farlo e nei limiti di questa lettera. Con l'occhio del tuo grande e puro intelletto vedrai quanto profonde siano queste questioni, perché profondi sono i pensieri del Signore.<ref>Lettere pubblicate da S. Ginzburg in ''Rabbi Moshe Hayim Luzzatto u-benei doro'', pp. 36–40; cit. in Louis Jacobs, ''Schocken Book of Jewish Mystical Testimonies'', pp. 172–173.</ref>}} Poiché affermava di essere il messia e parlava di avere un ''maggid'', e poiché predisse che alcuni dei suoi scritti avrebbero sostituito la Bibbia durante il tempo del messia, Luzzatto fu sospettato di essere uno sabbateo (cosa che invece non era) e di impegnarsi in attività eretiche. Fu scomunicato dalle autorità religiose ebraiche e molte delle sue opere furono bandite. Alla fine fuggì dall'Italia in Terra Santa dove, poco dopo, morì di peste. Fu solo postumo che divenne rispettato come un influente cabalista e insegnante di ''[[:en:w:musar literature|mussar]]'', la vita etica. ==== Bibliografia del Ramhal ==== {{Doppia immagine verticale|right|Luzatto Lashon Limudim.jpg|Luzatto Derek hokma.jpg|150|Edizione 1833 di ''Lashon limudim''|Edizione 1836 di ''Derech Chochma''}} {{Doppia immagine verticale|right|Mesilat Yesharim.jpg|לישרים תהלה.jpg|150|Edizione 1740 di ''Mesilat Yesharim''|Edizione 1799 di ''Layesharim Tehila''}} [[File:מאמר על ההגדות.jpg|150px|thumb|right|Edizione 1783<br/> מאמר על ההגדות]] Di seguito è riportata una selezione dei libri scritti dal RaMHaL, רמח"ל:<ref>Le informazioni bibliografiche provengono principalmente da {{Cita web |url=http://www.torah.org/learning/ramchal/classes/special2.html |titolo=Ramchal |editore=Torah.org |data= |accesso=24 aprile 2024 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130510095809/http://www.torah.org/learning/ramchal/classes/special2.html |dataarchivio=10 maggio 2013 }}</ref> * ''Ma'aseh Shimshon'' ("La storia di Sansone"); * ''Lashon Limudim'' ("Una lingua per insegnare"); * ''Migdal Oz'' ("Una Torre di Forza"); * ''Zohar Kohelet'' ("Lo Zohar al Libro di Ecclesiaste"); * ''Shivim Tikikunim'' ("Settanta Tikkunim"): in parallelo con i settanta Tikkunei Zohar; * ''Zohar Tinyanah'' ("Un secondo Zohar"): non esiste più; * ''Klallot Haillan'' o ''Klalut Hailan'' ("Gli elementi principali dell'Albero [della Vita]"): sinopsi dell'opera cabalistica basilare dell'ARI; * ''Ma'amar Hashem'' ("Un discorso su Dio"); * ''Ma'amar HaMerkava'' ("Un discorso sul Carro"); * ''Ma'amer Shem Mem-Bet'' ("Un discorso sulle 42 lettere del Nome [di Dio]"); * ''Ma'amar HaDin'' ("Un discorso sul Giudizio [Divino]"); * ''Ma'amar HaChochma'' o ''Maamar Ha'hokhma'' ("Un discorso sulla Saggezza"): si concentra su [[w:Rosh haShana|Rosh haShana]], [[w:Yom Kippur|Yom Kippur]] e [[w:Pesach|Pesach]] da una prospettiva cabalistica; * ''Ma'amar HaGeulah'' ("Un discorso sulla Redenzione" o "La Grande Redenzione"); * ''Ma'amar HaNevuah'' ("Un discorso sulla Profezia"); * ''Mishkanei Elyon'' o ''Mishkane 'Elyon'' ("Torri Esaltate"): un'interpretazione cabalstica del Tempio Santo con un'illustrazione della dimensioni del [[w:Terzo Tempio|Terzo Tempio]]; * ''Ain Yisrael'' ("Il Pozzo d'Israele"); * ''Ain Yaakov'' ("Il Pozzo di Giacobbe"); * ''Milchamot Hashem'' ("Le Guerre di Dio"): che difende la [[w:Cabala ebraica|Cabala ebraica]] contro i suoi detrattori; * ''Kinnaot Hashem Tzivakot'' o ''Kinat H' Tsevaot'' ("Difese ardenti per il Signore degli Eserciti"): offre particolari sulla redenzione e sul Messia; * ''Adir Bamarom'' ("[Dio è] Potente nell'Alto"), commentario della '''Iddrah Rabbah''' ("La Grande Camera della Trebbiatura"): sezione dello [[Zohar]]; * ''Iggrot Pitchei Chochma v'Da'at'' o ''Klale Pit'he 'Hokhma Veda'at'' ("Lettere [che servono] come Introduzione alla Saggezza e alla Conoscenza"): spiega certi principi eruditi della fede ebraica secondo la Cabala; * ''Sefer Daniel'' ("Il Libro di Daniele"): commentario esoterico di questa opera biblica; * ''Tiktu Tephilot'' ("515 Preghiere"): si focalizza sulle preghiere per la rivelazione della sovranità di Dio; * ''Kitzur Kavvanot'' ("Intenzioni abbreviate"): permette al lettore di avere una panoramica delle preghiere e intendimenti dell'ARI; * ''Ma'amar HaVechuach'' ("Discorso [che serve come] argomento"): mette a confronto un cabalista con un razionalista, ognuno che cerca di difendere il proprio punto di vista; * ''Klach Pitchei Chochma'' o ''Kala'h Pitkhe 'Hokhma'' ("138 introduzioni alla Saggezza"): una delle opere più importanti del Ramchal, poiché espone il suo pensiero sulla natura simbolica degli scritti dell'ARI e delle rispettive spiegazioni del Ramchal; * ''Areichat Klallot HaEilan'' ("Dizionario dei Principali Elementi dell'Albero [della Vita]"); * ''Klallim'' ("Elementi Principali"): serie di brevi presentazioni sui maggiori principi dei sistemi cabalistici; * ''Da'at Tevunot'' o ''Da'ath Tevunoth'' ("Il Cuore conosce" o "Sapere le ragioni"): opera che spiega la dualità del positivo e negativo che esiste a tutti i livelli della realtà, affermando che questa è la base per cui Dio "mostra il Suo Volto o Lo occulta" all'umanità, e la doppia esistenza del bene e del male; * ''Peirush al Midrash Rabbah'' ("Commentario di Midrash Rabbah"): non tanto cabalistico quanto simbolico; * ''Derech Hashem'' o ''Derekh Hashem'' ("La Via di Dio"): una delle sue opere più rinomate. Un'esposizione succinta delle fondamenta della fede ebraica, che tratta anche degli obblighi dell'umanità su questa terra e le sue relazioni con Dio; * ''Ma'amar al HaAggadot'' ("Discorso sull'Aggadah"): che spiega che la letteratura [[w:Haggadah|aggadica]] non è letterale ma metaforica; * ''Ma'amar HaIkkurim'' o ''Maamar Ha'ikarim'' ("Discorso sulle Cose Fondamentali"): breve esposizione delle fondamenta della religione ebraica simile a "La Via di Dio" e che concerne certe altre tematiche; * ''Derech Chochma'' o ''Sepher Derekh 'Hokhma'' ("La Via della Saggezza"): che serve come dialogo tra un giovane e un saggio, con quest'ultimo che prepara un corso sulla Torah che duri tutta la vita e culmini con lo studio della Cabala; * ''Vichuach HaChocham V'HaChassid'' ("L'argomentazione tra il Saggio e il Pio"): che è in verità la prima stesura di ''Messilat Yesharim'' recentemente ritrovato; * ''Messilat Yesharim'' o ''Mesilat Yesharim'' ("Il Percorso del Giusto"): la sua opera più famosa che permette ai lettori di arricchirsi gradualmente in devozione - scritto quando aveva 33 anni (nel 1740); * ''Sefer HaDikduk'' ("Il Libro della Grammatica"); * ''Sefer HaHigayon'' ("Il Libro della Logica"): espone il giusto modo di pensare e analizzare; * ''Ma'amar al HaDrasha'' ("Un discorso sulle Omelie"): incoraggia lo studio di Cabala e [[w:Mussar|Mussar]]; * ''Sefer Hamalitza'' ("Il Libro dello Stile"): offre l'arte di scrivere accuratamente e di esprimersi correttamente; * ''Derech Tevunot'' ("La Via della Comprensione"): spiega il modo di pensare talmudico; * ''LaYesharim Tehilla'' ("Sia lode al Giusto"): un'opera drammatica. ===== Pubblicazioni italiane ===== <small>''(parziale)''</small> * Moseh Chajijm Luzzatto, ''Centotrentotto porte di sapienza'' [estratto], in ''Mistica ebraica'', a cura di [[w:Giulio Busi|Giulio Busi]], Einaudi, Torino 1995, pp.&nbsp;591–624. * Moseh Chajijm Luzzatto, ''Il sentiero dei giusti'', a cura di Massimo Giuliano, San Paolo, Cinisello Balsamo 2000 ISBN 8821542378 *''L'epistolario di Mošeh Ḥayyim Luzzatto'', a cura di Natascia Danieli, Giuntina, Firenze 2006 ISBN 8880572717 * Moshe Chaim Luzzatto, ''KLaCh Pischey Chokhmah. 138 Aperture di Saggezza'', Providence University, 2007 ISBN 9781897352236 * Moshe Chaim Luzzatto, ''Derech Ha-shem: La Via Di Dio'', Providence University, 2007 ISBN 978-1897352229 * Moshè Chayìm Luzzatto, ''Articolo sui principi: Amsterdam 1743'', trad. di Ralph Anzarouth, Morashà, Milano 2010 * Gadi Luzzatto - Mauro Perani (edd.), ''Ramhal. Pensiero ebraico e kabbalah tra Padova ed Eretz Israel'', Esedra, Padova 2010 * [https://www.medialibrary.it/media/ricercaopen.aspx?selcrea=304411 Opere di Mosè Luzzatto], su MLOL, ''Horizons Unlimited'' === Messia yemeniti === {{vedi anche|:en:w:Yemenite Jews|etichetta1=Ebrei yemeniti (con voci correlate)}} Lo Yemen era stato un importante centro della vita ebraica fin dal X secolo, e diverse importanti figure messianiche vi apparvero tra il XII e la fine del XIX secolo. Alcuni furono ispirati da Sabbatai e dalla Cabala lurianica, altri si ispirarono alle tradizioni messianiste musulmane. Poiché prestavano servizio all'isolata comunità ebraica dello Yemen, non sono stati studiati frequentemente. C'era una certa mistica nelle leggende che circondavano le origini degli ebrei yemeniti, e molti pensavano che rappresentassero le dieci tribù perdute, un tema che era intessuto negli insegnamenti di tutti i messia yemeniti. L'ascetismo e il bisogno di pentimento comunitario erano altri due aspetti importanti dei movimenti messianici yemeniti. L'argomento è discusso in dettaglio nell'opera completa di [[:en:w:Harris Lenowitz|Harris Lenowitz]], ''The Jewish Messiahs''.<ref>Lenowitz, ''Jewish Messiahs'', pp. 225–262.</ref> === Un ritorno all'interiorità === A metà del XVIII secolo, l'impulso messianico che aveva informato il cabalismo per sei secoli si rivolse all'interno per concentrarsi sulla salvezza individuale. Il leader non era più solo un messia politico-mistico, divenne un salvatore delle masse, un maestro del cammino interiore; offriva la possibilità di uno stile di vita spirituale che chiunque poteva seguire attraverso la vera devozione a un maestro e ai suoi insegnamenti. <blockquote> <center>IL POTERE DELL'AMORE</center> Un mistico una volta disse che il vero amore nasce quando dimentichiamo noi stessi e ci fondiamo nell'altro, quando due diventano uno. Sicuramente l'amore dei hasidim per il [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] era così intenso che quando lo ricordavano, erano letteralmente alla sua presenza. Dimenticavano se stessi e i loro mali e diventavano lui. Ecco una storia raccontata dal filosofo [[w:Martin Buber|Martin Buber]] nel suo ''[[:en:w:Tales of the Hasidim|Tales of the Hasidim]]'': {{citazione|''A rabbi whose grandfather had been a disciple of the Ba’al Shem Tov was asked to tell a story. “A story,” he said, “must be told in such a way that it constitutes help in itself.” And he told: “My grandfather was lame. Once they asked him to tell a story about his teacher. And he related how the holy Ba’al Shem used to hop and dance while he prayed. My grandfather rose as he spoke, and he was so swept away by his story that he himself began to hop and dance to show how the master had done. From that hour on he was cured of his lameness. That’s the way to tell a story!”''|Buber, ''Tales of the Hasidim'', pp. xvii-xviii}} </blockquote> [[File:Todros Geller - From Land to Land - 1927 - Hassidic - 0061.png|center|250px|Danza hasidica]] == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 13]] glwhdbtj5udx85dqqc7r04y4cgr54yo Ispirazione mistica/Capitolo 14 0 54582 453035 452936 2024-04-25T17:26:18Z Monozigote 19063 /* Hasidismo: Un nuovo paradigma */ testo wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Schneur Zalman of Liadi.jpg|580px|Ritratto di [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (eseguito da Boris Schatz, 1878)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === === Il Ba’al Shem Tov === {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} === Discepoli === === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|25%|6 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] fi9ngulyurx6iv67ta3wv8fm3jwufom 453036 453035 2024-04-25T18:57:32Z Monozigote 19063 /* Contesto sociale */ testo wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Schneur Zalman of Liadi.jpg|580px|Ritratto di [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (eseguito da Boris Schatz, 1878)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === Gli ebrei avevano iniziato a emigrare in Polonia, Russia e Ucraina nel XVI secolo, come rifugio dall'oppressione che stavano subendo nell’Europa meridionale. Trovarono un'atmosfera di tolleranza e prosperità in cui la vita ebraica fiorì e lo studio della Torah raggiunse grandi vette con illustri insegnanti. Verso la metà del XVII secolo, tuttavia, le condizioni in Polonia cominciarono a degenerare e nel XVIII secolo la vita era diventata estremamente dura. Nel 1648 il conte ucraino Chmielnicki guidò bande armate di cosacchi in una serie di [[w:Rivolta di Chmel%27nyc%27kyj#Gli ebrei|pogrom contro gli ebrei]] – tra i {{FORMATNUM:100000}} e i {{FORMATNUM:500000}} furono uccisi (nessuno comunque conosce il numero esatto). Seguirono invasioni dalla Svezia e da altri paesi, in cui furono sempre presi di mira gli ebrei. Molte città furono completamente distrutte. La comunità ebraica fu notevolmente indebolita e la vita ebraica andò in declino. Ci fu una vasta oppressione da parte dei nobili e dei funzionari della chiesa, poiché gli ebrei divennero praticamente schiavi, vulnerabili e incapaci di difendersi. Il fascino di figure messianiche come Jacob Frank e Moses Hayim Luzzatto si fece sentire, ma fu limitato a piccoli gruppi di discepoli o comunità specifiche. L'uomo comune non aveva nessuno a cui rivolgersi. ==== Decadimento spirituale ==== Il declino della vita ebraica era visibile anche nel decadimento spirituale interiore, nella corruzione della leadership religiosa e nell'alienazione della gente comune. Tradizionalmente i rabbini avrebbero dovuto fornire guida alla comunità nelle questioni della vita quotidiana e nel culto prescritto. Tuttavia, nel corso del tempo, lo studio della Torah era degenerato in infinite discussioni cavillose su punti delicati del testo e della legge, e i bisogni religiosi della gente comune venivano trascurati. I rabbini studiavano i testi religiosi per ostentare la loro conoscenza e non per aiutare la gente. Servivano i bisogni dei ricchi e trascuravano gli ''am ha-arets'' (il semplice “uomo della terra”). In alcuni casi avevano addirittura acquistato le loro posizioni da funzionari governativi. Le preghiere avevano perso la loro scintilla di spiritualità. Si ripetevano in modo superficiale e mancava la devozione interiore. Lo studioso [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/dresner-samuel-hayim Samuel Dresner] ha condotto uno studio approfondito del primo hasidismo e dell'ambiente religioso e sociale dell'epoca. Attraverso le sue traduzioni degli scritti di Ya’akov Yosef di Polnoy (1710–1784), uno stretto discepolo del Ba’al Shem Tov (il primo maestro chassidico), possiamo ottenere un quadro della degenerazione della vita ebraica durante questo periodo. Racconta la seguente parabola sulla perdita dell'ispirazione spirituale: {{citazione|An apprentice learned his trade from a blacksmith. After he had mastered it, he made a list, point after point, of how to go about his craft. But he neglected to note down that he should first ignite a spark for the fire, as this was obvious.<br/> When he went to work at the king’s palace, he was unable to perform his duties as he had forgotten to light the spark. Finally he returned to his master, who reminded him of the first principle, which he had forgotten.|Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah''<ref>Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah'' (Revealer of the Hidden) (Lemberg, Druker ed., 1866) 16a, ''Ben porat Yosef'' (Son of the Fertile Vine of Yosef) (Balaban ed., n.d.), 17d, 99c; cfr. anche Dresner, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Zaddik/YxnjAAAAMAAJ?hl=en ''The Zaddik''], pp. 34–35.</ref>}} Il fuoco della devozione si era spento a causa della mancanza di guida spirituale. Ya’akov Yosef scrisse in modo eloquente del terribile abisso, del baratro che divideva gli studiosi religiosi dal popolo. Parlava degli abusi dei rabbini e dell'“orgoglio dei dotti” e sottolineava che c'era un urgente bisogno di un legame per sanare questa spaccatura. Usò l'esempio della Shekhinah, lo spirito santo che è in esilio dal suo amato, per illustrare quanto fosse profondo e devastante l'abisso e come influisse anche sul divino. Perché se le persone non hanno un'adeguata guida spirituale, non ci sarà nessuno che le avvicini a Dio. Dio desidera l'amore del Suo popolo, quindi la corruzione della leadership spirituale significa che Dio stesso sperimenta la perdita della loro devozione, “poiché la Shekhinah è in esilio, perché non abbiamo nessun leader, nessuno che ci dia forza”.<ref>Ya’akov Yosef, ''Toldot Ya’akov Yosef'' (Lemberg, Stand ed., 1863), 158d, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 83.</ref> === Il Ba’al Shem Tov === {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} === Discepoli === === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|25%|6 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] f2a077zedg5iwc4ralqlm5nzj2g3fue 453037 453036 2024-04-25T19:14:59Z Monozigote 19063 /* Il Ba’al Shem Tov */ testo wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Schneur Zalman of Liadi.jpg|580px|Ritratto di [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (eseguito da Boris Schatz, 1878)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === Gli ebrei avevano iniziato a emigrare in Polonia, Russia e Ucraina nel XVI secolo, come rifugio dall'oppressione che stavano subendo nell’Europa meridionale. Trovarono un'atmosfera di tolleranza e prosperità in cui la vita ebraica fiorì e lo studio della Torah raggiunse grandi vette con illustri insegnanti. Verso la metà del XVII secolo, tuttavia, le condizioni in Polonia cominciarono a degenerare e nel XVIII secolo la vita era diventata estremamente dura. Nel 1648 il conte ucraino Chmielnicki guidò bande armate di cosacchi in una serie di [[w:Rivolta di Chmel%27nyc%27kyj#Gli ebrei|pogrom contro gli ebrei]] – tra i {{FORMATNUM:100000}} e i {{FORMATNUM:500000}} furono uccisi (nessuno comunque conosce il numero esatto). Seguirono invasioni dalla Svezia e da altri paesi, in cui furono sempre presi di mira gli ebrei. Molte città furono completamente distrutte. La comunità ebraica fu notevolmente indebolita e la vita ebraica andò in declino. Ci fu una vasta oppressione da parte dei nobili e dei funzionari della chiesa, poiché gli ebrei divennero praticamente schiavi, vulnerabili e incapaci di difendersi. Il fascino di figure messianiche come Jacob Frank e Moses Hayim Luzzatto si fece sentire, ma fu limitato a piccoli gruppi di discepoli o comunità specifiche. L'uomo comune non aveva nessuno a cui rivolgersi. ==== Decadimento spirituale ==== Il declino della vita ebraica era visibile anche nel decadimento spirituale interiore, nella corruzione della leadership religiosa e nell'alienazione della gente comune. Tradizionalmente i rabbini avrebbero dovuto fornire guida alla comunità nelle questioni della vita quotidiana e nel culto prescritto. Tuttavia, nel corso del tempo, lo studio della Torah era degenerato in infinite discussioni cavillose su punti delicati del testo e della legge, e i bisogni religiosi della gente comune venivano trascurati. I rabbini studiavano i testi religiosi per ostentare la loro conoscenza e non per aiutare la gente. Servivano i bisogni dei ricchi e trascuravano gli ''am ha-arets'' (il semplice “uomo della terra”). In alcuni casi avevano addirittura acquistato le loro posizioni da funzionari governativi. Le preghiere avevano perso la loro scintilla di spiritualità. Si ripetevano in modo superficiale e mancava la devozione interiore. Lo studioso [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/dresner-samuel-hayim Samuel Dresner] ha condotto uno studio approfondito del primo hasidismo e dell'ambiente religioso e sociale dell'epoca. Attraverso le sue traduzioni degli scritti di Ya’akov Yosef di Polnoy (1710–1784), uno stretto discepolo del Ba’al Shem Tov (il primo maestro chassidico), possiamo ottenere un quadro della degenerazione della vita ebraica durante questo periodo. Racconta la seguente parabola sulla perdita dell'ispirazione spirituale: {{citazione|An apprentice learned his trade from a blacksmith. After he had mastered it, he made a list, point after point, of how to go about his craft. But he neglected to note down that he should first ignite a spark for the fire, as this was obvious.<br/> When he went to work at the king’s palace, he was unable to perform his duties as he had forgotten to light the spark. Finally he returned to his master, who reminded him of the first principle, which he had forgotten.|Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah''<ref>Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah'' (Revealer of the Hidden) (Lemberg, Druker ed., 1866) 16a, ''Ben porat Yosef'' (Son of the Fertile Vine of Yosef) (Balaban ed., n.d.), 17d, 99c; cfr. anche Dresner, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Zaddik/YxnjAAAAMAAJ?hl=en ''The Zaddik''], pp. 34–35.</ref>}} Il fuoco della devozione si era spento a causa della mancanza di guida spirituale. Ya’akov Yosef scrisse in modo eloquente del terribile abisso, del baratro che divideva gli studiosi religiosi dal popolo. Parlava degli abusi dei rabbini e dell'“orgoglio dei dotti” e sottolineava che c'era un urgente bisogno di un legame per sanare questa spaccatura. Usò l'esempio della Shekhinah, lo spirito santo che è in esilio dal suo amato, per illustrare quanto fosse profondo e devastante l'abisso e come influisse anche sul divino. Perché se le persone non hanno un'adeguata guida spirituale, non ci sarà nessuno che le avvicini a Dio. Dio desidera l'amore del Suo popolo, quindi la corruzione della leadership spirituale significa che Dio stesso sperimenta la perdita della loro devozione, “poiché la Shekhinah è in esilio, perché non abbiamo nessun leader, nessuno che ci dia forza”.<ref>Ya’akov Yosef, ''Toldot Ya’akov Yosef'' (Lemberg, Stand ed., 1863), 158d, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 83.</ref> === Il Ba’al Shem Tov === [[File:Besht Signature.jpg|250px|right|Firma del Besht]] {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} Fu in questa atmosfera che tra gli ebrei apparve un diverso tipo di maestro spirituale: il mistico che si staccò dalla complessità della Cabala e dallo studio religioso tradizionale, che offrì la liberazione all'anima dell'uomo comune, che riaccese il fuoco della spiritualità. Si trattava di Israel ben Eliezer, noto come [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] (maestro del buon nome), spesso chiamato semplicemente ''Besht'', acronimo del suo nome. I primi anni di vita del Ba’al Shem Tov sono oscurati dalla leggenda, non diversamente dalle storie dei primi anni di vita di molti santi e santoni in diverse culture. Le prime storie registrate su di lui sono conservate in una raccolta chiamata ''Shivhei ha-Besht'' (tradotta in inglese come ''In Praise of the Ba’al Shem Tov''). Nato nel 1698 a [[w:Okopy (Oblast' di Ternopil')|Okup]], un piccolo villaggio al confine russo-polacco, Israel rimase orfano in tenera età. Da ragazzo sembrava piuttosto ordinario e perfino poco intelligente, e quando crebbe non mostrò affatto la genialità o la comprensione dei testi religiosi che sarebbero richieste ad un uomo pio. Si accontentava invece di vagare nelle foreste godendosi la solitudine e la compagnia degli animali. Una volta terminata la scuola, al giovane Israel fu offerto un lavoro come aiutante nella sinagoga locale. Alla maggior parte delle persone appariva come un sempliciotto. Anche il suo futuro cognato cercò di scoraggiare la sorella dallo sposarlo, nonostante un contratto firmato dal padre, poiché pensava che il giovane Israel ignorasse il Talmud e la legge ebraica. Dopo il matrimonio, Israel trascorse un lungo periodo da recluso, cosa che lo preparò al suo ruolo di maestro spirituale. ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' narra la storia: {{citazione|He lived in a small village and made his living by keeping a tavern. After he brought brandy to his wife he would cross the river Prut and retire into seclusion in a house-like crevice that was cut into the mountain. He used to take one loaf of bread for one meal and eat once a week. He endured this way of life for several years. On the eve of the holy Sabbath he used to return home. His brother-in- law, Rabbi Gershon of Kotov, thought him to be an ignorant and boorish person, and he used to try to persuade his sister to obtain a divorce from him. But she refused since she knew his secret but did not reveal it to anybody.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §19, p. 34}} === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} === Discepoli === === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|25%|6 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] n1arpnbp1vpnenowsfsa5oysuktvlu5 453039 453037 2024-04-25T19:54:07Z Monozigote 19063 /* Il Ba’al Shem Tov */ testo wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Schneur Zalman of Liadi.jpg|580px|Ritratto di [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (eseguito da Boris Schatz, 1878)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === Gli ebrei avevano iniziato a emigrare in Polonia, Russia e Ucraina nel XVI secolo, come rifugio dall'oppressione che stavano subendo nell’Europa meridionale. Trovarono un'atmosfera di tolleranza e prosperità in cui la vita ebraica fiorì e lo studio della Torah raggiunse grandi vette con illustri insegnanti. Verso la metà del XVII secolo, tuttavia, le condizioni in Polonia cominciarono a degenerare e nel XVIII secolo la vita era diventata estremamente dura. Nel 1648 il conte ucraino Chmielnicki guidò bande armate di cosacchi in una serie di [[w:Rivolta di Chmel%27nyc%27kyj#Gli ebrei|pogrom contro gli ebrei]] – tra i {{FORMATNUM:100000}} e i {{FORMATNUM:500000}} furono uccisi (nessuno comunque conosce il numero esatto). Seguirono invasioni dalla Svezia e da altri paesi, in cui furono sempre presi di mira gli ebrei. Molte città furono completamente distrutte. La comunità ebraica fu notevolmente indebolita e la vita ebraica andò in declino. Ci fu una vasta oppressione da parte dei nobili e dei funzionari della chiesa, poiché gli ebrei divennero praticamente schiavi, vulnerabili e incapaci di difendersi. Il fascino di figure messianiche come Jacob Frank e Moses Hayim Luzzatto si fece sentire, ma fu limitato a piccoli gruppi di discepoli o comunità specifiche. L'uomo comune non aveva nessuno a cui rivolgersi. ==== Decadimento spirituale ==== Il declino della vita ebraica era visibile anche nel decadimento spirituale interiore, nella corruzione della leadership religiosa e nell'alienazione della gente comune. Tradizionalmente i rabbini avrebbero dovuto fornire guida alla comunità nelle questioni della vita quotidiana e nel culto prescritto. Tuttavia, nel corso del tempo, lo studio della Torah era degenerato in infinite discussioni cavillose su punti delicati del testo e della legge, e i bisogni religiosi della gente comune venivano trascurati. I rabbini studiavano i testi religiosi per ostentare la loro conoscenza e non per aiutare la gente. Servivano i bisogni dei ricchi e trascuravano gli ''am ha-arets'' (il semplice “uomo della terra”). In alcuni casi avevano addirittura acquistato le loro posizioni da funzionari governativi. Le preghiere avevano perso la loro scintilla di spiritualità. Si ripetevano in modo superficiale e mancava la devozione interiore. Lo studioso [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/dresner-samuel-hayim Samuel Dresner] ha condotto uno studio approfondito del primo hasidismo e dell'ambiente religioso e sociale dell'epoca. Attraverso le sue traduzioni degli scritti di Ya’akov Yosef di Polnoy (1710–1784), uno stretto discepolo del Ba’al Shem Tov (il primo maestro chassidico), possiamo ottenere un quadro della degenerazione della vita ebraica durante questo periodo. Racconta la seguente parabola sulla perdita dell'ispirazione spirituale: {{citazione|An apprentice learned his trade from a blacksmith. After he had mastered it, he made a list, point after point, of how to go about his craft. But he neglected to note down that he should first ignite a spark for the fire, as this was obvious.<br/> When he went to work at the king’s palace, he was unable to perform his duties as he had forgotten to light the spark. Finally he returned to his master, who reminded him of the first principle, which he had forgotten.|Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah''<ref>Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah'' (Revealer of the Hidden) (Lemberg, Druker ed., 1866) 16a, ''Ben porat Yosef'' (Son of the Fertile Vine of Yosef) (Balaban ed., n.d.), 17d, 99c; cfr. anche Dresner, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Zaddik/YxnjAAAAMAAJ?hl=en ''The Zaddik''], pp. 34–35.</ref>}} Il fuoco della devozione si era spento a causa della mancanza di guida spirituale. Ya’akov Yosef scrisse in modo eloquente del terribile abisso, del baratro che divideva gli studiosi religiosi dal popolo. Parlava degli abusi dei rabbini e dell'“orgoglio dei dotti” e sottolineava che c'era un urgente bisogno di un legame per sanare questa spaccatura. Usò l'esempio della Shekhinah, lo spirito santo che è in esilio dal suo amato, per illustrare quanto fosse profondo e devastante l'abisso e come influisse anche sul divino. Perché se le persone non hanno un'adeguata guida spirituale, non ci sarà nessuno che le avvicini a Dio. Dio desidera l'amore del Suo popolo, quindi la corruzione della leadership spirituale significa che Dio stesso sperimenta la perdita della loro devozione, “poiché la Shekhinah è in esilio, perché non abbiamo nessun leader, nessuno che ci dia forza”.<ref>Ya’akov Yosef, ''Toldot Ya’akov Yosef'' (Lemberg, Stand ed., 1863), 158d, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 83.</ref> === Il Ba’al Shem Tov === [[File:Besht Signature.jpg|250px|right|Firma del Besht]] {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} Fu in questa atmosfera che tra gli ebrei apparve un diverso tipo di maestro spirituale: il mistico che si staccò dalla complessità della Cabala e dallo studio religioso tradizionale, che offrì la liberazione all'anima dell'uomo comune, che riaccese il fuoco della spiritualità. Si trattava di Israel ben Eliezer, noto come [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] (maestro del buon nome), spesso chiamato semplicemente ''Besht'', acronimo del suo nome. I primi anni di vita del Ba’al Shem Tov sono oscurati dalla leggenda, non diversamente dalle storie dei primi anni di vita di molti santi e santoni in diverse culture. Le prime storie registrate su di lui sono conservate in una raccolta chiamata ''Shivhei ha-Besht'' (tradotta in inglese come ''In Praise of the Ba’al Shem Tov''). Nato nel 1698 a [[w:Okopy (Oblast' di Ternopil')|Okup]], un piccolo villaggio al confine russo-polacco, Israel rimase orfano in tenera età. Da ragazzo sembrava piuttosto ordinario e perfino poco intelligente, e quando crebbe non mostrò affatto la genialità o la comprensione dei testi religiosi che sarebbero richieste ad un uomo pio. Si accontentava invece di vagare nelle foreste godendosi la solitudine e la compagnia degli animali. Una volta terminata la scuola, al giovane Israel fu offerto un lavoro come aiutante nella sinagoga locale. Alla maggior parte delle persone appariva come un sempliciotto. Anche il suo futuro cognato cercò di scoraggiare la sorella dallo sposarlo, nonostante un contratto firmato dal padre, poiché pensava che il giovane Israel ignorasse il Talmud e la legge ebraica. Dopo il matrimonio, Israel trascorse un lungo periodo da recluso, cosa che lo preparò al suo ruolo di maestro spirituale. ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' narra la storia: {{citazione|He lived in a small village and made his living by keeping a tavern. After he brought brandy to his wife he would cross the river Prut and retire into seclusion in a house-like crevice that was cut into the mountain. He used to take one loaf of bread for one meal and eat once a week. He endured this way of life for several years. On the eve of the holy Sabbath he used to return home. His brother-in- law, Rabbi Gershon of Kotov, thought him to be an ignorant and boorish person, and he used to try to persuade his sister to obtain a divorce from him. But she refused since she knew his secret but did not reveal it to anybody.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §19, p. 34}} Successivamente, il Ba’al Shem Tov si trasferì da Okup in un'altra città dove lavorò come assistente dell'insegnante locale. E poi, quando rivelò la sua vera statura spirituale, si trasferì a [[w:Medžybiž|Miedzybozh]], nell'Ucraina occidentale, dove assunse il ruolo di maestro spirituale per un piccolo gruppo di discepoli che scelsero di vivere vicino a lui, e per molti altri che lo avrebbero visitato di tanto in tanto. Visse lì fino alla sua morte nel 1760. {{citazione|From the mid-1730’s on,... the Ba’al Shem Tov appears to be at the center of a group of men who see him as a source of inspiration and authority. These men, referred to in ''Shivhei ha-Besht'' as ''anshei segulato'' [his treasured people] all outranked him in family background, social status, and education... They saw him as having extraordinary mystical and spiritual qualities, as being endowed with inspiration and the gift of prophecy.|[[w:Rachel Elior|Elior]], ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 66}} Una storia in ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' mostra la riverenza con cui veniva tenuto il Besht. Inizia con il Besht che rivela la sua vera identità a uno studente di Rabbi Gershon. Gershon quindi ordina allo studente di andare dalla grande setta di cabalisti della città (che lui chiama hasidim) e anche dal rabbino della comunità e dire quanto segue: {{citazione|“There is a great light living near your community, and it will be worthwhile for you to seek him out and bring him to the town.”<br/> When all the hasidim and the rabbi heard these things, they decided that it must refer to the Besht. . . . All of them went to his village to invite him to come to town. The Besht had foreseen what would happen and he went toward the town as they were going out to see him. When they encountered each other they all went to a certain place in the forest where they made a chair out of the branches of trees. They placed him on the chair and they accepted him as their rabbi. And the Besht said Torah to them.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §15, p. 31. Con “torah” qui probabilmente s'intende un'interpretazione scritturale}} Il tema di una grande anima dissimulata da sempliciotto rustico risuona in molti periodi della storia spirituale ebraica. Molti dei maestri dell'ebraismo sono comparsi sulla scena della vita senza che la loro elevata natura spirituale fosse rivelata. Ad esempio, il profeta Mosè, nel momento in cui Dio lo chiamò a diventare il salvatore degli Israeliti, disse a Dio che era inarticolato, balbuziente, un semplice pastore non certo qualificato per essere una guida di uomini. Lo [[Zohar]] contiene anche molte storie simboliche che mostrano il vero maestro spirituale travestito da semplice “uomo della terra”. Nella serie di racconti che abbiamo letto in precedenza, appare come un mulattiere che accompagna due dotti rabbini in un viaggio. Quando ascolta la loro discussione, interrompe con un'interpretazione più profonda delle Scritture, e loro riconoscono che non è un normale conducente di animali. In un'altra storia, il maestro spirituale appare come un fanciullo. È solo quando parla con grande saggezza agli studiosi riuniti che riconoscono che non è un fanciullo ma il loro grande maestro. Ci sono molti altri esempi simili nella letteratura religiosa ebraica (e cristiana....). === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} === Discepoli === === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|25%|6 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] erpyv9bo58dlhai8c2aiegj1uhegxto 453040 453039 2024-04-25T20:12:01Z Monozigote 19063 /* Ba’alei shem: Maestri del Nome */ testo wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Schneur Zalman of Liadi.jpg|580px|Ritratto di [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (eseguito da Boris Schatz, 1878)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === Gli ebrei avevano iniziato a emigrare in Polonia, Russia e Ucraina nel XVI secolo, come rifugio dall'oppressione che stavano subendo nell’Europa meridionale. Trovarono un'atmosfera di tolleranza e prosperità in cui la vita ebraica fiorì e lo studio della Torah raggiunse grandi vette con illustri insegnanti. Verso la metà del XVII secolo, tuttavia, le condizioni in Polonia cominciarono a degenerare e nel XVIII secolo la vita era diventata estremamente dura. Nel 1648 il conte ucraino Chmielnicki guidò bande armate di cosacchi in una serie di [[w:Rivolta di Chmel%27nyc%27kyj#Gli ebrei|pogrom contro gli ebrei]] – tra i {{FORMATNUM:100000}} e i {{FORMATNUM:500000}} furono uccisi (nessuno comunque conosce il numero esatto). Seguirono invasioni dalla Svezia e da altri paesi, in cui furono sempre presi di mira gli ebrei. Molte città furono completamente distrutte. La comunità ebraica fu notevolmente indebolita e la vita ebraica andò in declino. Ci fu una vasta oppressione da parte dei nobili e dei funzionari della chiesa, poiché gli ebrei divennero praticamente schiavi, vulnerabili e incapaci di difendersi. Il fascino di figure messianiche come Jacob Frank e Moses Hayim Luzzatto si fece sentire, ma fu limitato a piccoli gruppi di discepoli o comunità specifiche. L'uomo comune non aveva nessuno a cui rivolgersi. ==== Decadimento spirituale ==== Il declino della vita ebraica era visibile anche nel decadimento spirituale interiore, nella corruzione della leadership religiosa e nell'alienazione della gente comune. Tradizionalmente i rabbini avrebbero dovuto fornire guida alla comunità nelle questioni della vita quotidiana e nel culto prescritto. Tuttavia, nel corso del tempo, lo studio della Torah era degenerato in infinite discussioni cavillose su punti delicati del testo e della legge, e i bisogni religiosi della gente comune venivano trascurati. I rabbini studiavano i testi religiosi per ostentare la loro conoscenza e non per aiutare la gente. Servivano i bisogni dei ricchi e trascuravano gli ''am ha-arets'' (il semplice “uomo della terra”). In alcuni casi avevano addirittura acquistato le loro posizioni da funzionari governativi. Le preghiere avevano perso la loro scintilla di spiritualità. Si ripetevano in modo superficiale e mancava la devozione interiore. Lo studioso [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/dresner-samuel-hayim Samuel Dresner] ha condotto uno studio approfondito del primo hasidismo e dell'ambiente religioso e sociale dell'epoca. Attraverso le sue traduzioni degli scritti di Ya’akov Yosef di Polnoy (1710–1784), uno stretto discepolo del Ba’al Shem Tov (il primo maestro chassidico), possiamo ottenere un quadro della degenerazione della vita ebraica durante questo periodo. Racconta la seguente parabola sulla perdita dell'ispirazione spirituale: {{citazione|An apprentice learned his trade from a blacksmith. After he had mastered it, he made a list, point after point, of how to go about his craft. But he neglected to note down that he should first ignite a spark for the fire, as this was obvious.<br/> When he went to work at the king’s palace, he was unable to perform his duties as he had forgotten to light the spark. Finally he returned to his master, who reminded him of the first principle, which he had forgotten.|Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah''<ref>Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah'' (Revealer of the Hidden) (Lemberg, Druker ed., 1866) 16a, ''Ben porat Yosef'' (Son of the Fertile Vine of Yosef) (Balaban ed., n.d.), 17d, 99c; cfr. anche Dresner, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Zaddik/YxnjAAAAMAAJ?hl=en ''The Zaddik''], pp. 34–35.</ref>}} Il fuoco della devozione si era spento a causa della mancanza di guida spirituale. Ya’akov Yosef scrisse in modo eloquente del terribile abisso, del baratro che divideva gli studiosi religiosi dal popolo. Parlava degli abusi dei rabbini e dell'“orgoglio dei dotti” e sottolineava che c'era un urgente bisogno di un legame per sanare questa spaccatura. Usò l'esempio della Shekhinah, lo spirito santo che è in esilio dal suo amato, per illustrare quanto fosse profondo e devastante l'abisso e come influisse anche sul divino. Perché se le persone non hanno un'adeguata guida spirituale, non ci sarà nessuno che le avvicini a Dio. Dio desidera l'amore del Suo popolo, quindi la corruzione della leadership spirituale significa che Dio stesso sperimenta la perdita della loro devozione, “poiché la Shekhinah è in esilio, perché non abbiamo nessun leader, nessuno che ci dia forza”.<ref>Ya’akov Yosef, ''Toldot Ya’akov Yosef'' (Lemberg, Stand ed., 1863), 158d, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 83.</ref> === Il Ba’al Shem Tov === [[File:Besht Signature.jpg|250px|right|Firma del Besht]] {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} Fu in questa atmosfera che tra gli ebrei apparve un diverso tipo di maestro spirituale: il mistico che si staccò dalla complessità della Cabala e dallo studio religioso tradizionale, che offrì la liberazione all'anima dell'uomo comune, che riaccese il fuoco della spiritualità. Si trattava di Israel ben Eliezer, noto come [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] (maestro del buon nome), spesso chiamato semplicemente ''Besht'', acronimo del suo nome. I primi anni di vita del Ba’al Shem Tov sono oscurati dalla leggenda, non diversamente dalle storie dei primi anni di vita di molti santi e santoni in diverse culture. Le prime storie registrate su di lui sono conservate in una raccolta chiamata ''Shivhei ha-Besht'' (tradotta in inglese come ''In Praise of the Ba’al Shem Tov''). Nato nel 1698 a [[w:Okopy (Oblast' di Ternopil')|Okup]], un piccolo villaggio al confine russo-polacco, Israel rimase orfano in tenera età. Da ragazzo sembrava piuttosto ordinario e perfino poco intelligente, e quando crebbe non mostrò affatto la genialità o la comprensione dei testi religiosi che sarebbero richieste ad un uomo pio. Si accontentava invece di vagare nelle foreste godendosi la solitudine e la compagnia degli animali. Una volta terminata la scuola, al giovane Israel fu offerto un lavoro come aiutante nella sinagoga locale. Alla maggior parte delle persone appariva come un sempliciotto. Anche il suo futuro cognato cercò di scoraggiare la sorella dallo sposarlo, nonostante un contratto firmato dal padre, poiché pensava che il giovane Israel ignorasse il Talmud e la legge ebraica. Dopo il matrimonio, Israel trascorse un lungo periodo da recluso, cosa che lo preparò al suo ruolo di maestro spirituale. ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' narra la storia: {{citazione|He lived in a small village and made his living by keeping a tavern. After he brought brandy to his wife he would cross the river Prut and retire into seclusion in a house-like crevice that was cut into the mountain. He used to take one loaf of bread for one meal and eat once a week. He endured this way of life for several years. On the eve of the holy Sabbath he used to return home. His brother-in- law, Rabbi Gershon of Kotov, thought him to be an ignorant and boorish person, and he used to try to persuade his sister to obtain a divorce from him. But she refused since she knew his secret but did not reveal it to anybody.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §19, p. 34}} Successivamente, il Ba’al Shem Tov si trasferì da Okup in un'altra città dove lavorò come assistente dell'insegnante locale. E poi, quando rivelò la sua vera statura spirituale, si trasferì a [[w:Medžybiž|Miedzybozh]], nell'Ucraina occidentale, dove assunse il ruolo di maestro spirituale per un piccolo gruppo di discepoli che scelsero di vivere vicino a lui, e per molti altri che lo avrebbero visitato di tanto in tanto. Visse lì fino alla sua morte nel 1760. {{citazione|From the mid-1730’s on,... the Ba’al Shem Tov appears to be at the center of a group of men who see him as a source of inspiration and authority. These men, referred to in ''Shivhei ha-Besht'' as ''anshei segulato'' [his treasured people] all outranked him in family background, social status, and education... They saw him as having extraordinary mystical and spiritual qualities, as being endowed with inspiration and the gift of prophecy.|[[w:Rachel Elior|Elior]], ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 66}} Una storia in ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' mostra la riverenza con cui veniva tenuto il Besht. Inizia con il Besht che rivela la sua vera identità a uno studente di Rabbi Gershon. Gershon quindi ordina allo studente di andare dalla grande setta di cabalisti della città (che lui chiama hasidim) e anche dal rabbino della comunità e dire quanto segue: {{citazione|“There is a great light living near your community, and it will be worthwhile for you to seek him out and bring him to the town.”<br/> When all the hasidim and the rabbi heard these things, they decided that it must refer to the Besht. . . . All of them went to his village to invite him to come to town. The Besht had foreseen what would happen and he went toward the town as they were going out to see him. When they encountered each other they all went to a certain place in the forest where they made a chair out of the branches of trees. They placed him on the chair and they accepted him as their rabbi. And the Besht said Torah to them.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §15, p. 31. Con “torah” qui probabilmente s'intende un'interpretazione scritturale}} Il tema di una grande anima dissimulata da sempliciotto rustico risuona in molti periodi della storia spirituale ebraica. Molti dei maestri dell'ebraismo sono comparsi sulla scena della vita senza che la loro elevata natura spirituale fosse rivelata. Ad esempio, il profeta Mosè, nel momento in cui Dio lo chiamò a diventare il salvatore degli Israeliti, disse a Dio che era inarticolato, balbuziente, un semplice pastore non certo qualificato per essere una guida di uomini. Lo [[Zohar]] contiene anche molte storie simboliche che mostrano il vero maestro spirituale travestito da semplice “uomo della terra”. Nella serie di racconti che abbiamo letto in precedenza, appare come un mulattiere che accompagna due dotti rabbini in un viaggio. Quando ascolta la loro discussione, interrompe con un'interpretazione più profonda delle Scritture, e loro riconoscono che non è un normale conducente di animali. In un'altra storia, il maestro spirituale appare come un fanciullo. È solo quando parla con grande saggezza agli studiosi riuniti che riconoscono che non è un fanciullo ma il loro grande maestro. Ci sono molti altri esempi simili nella letteratura religiosa ebraica (e cristiana....). === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} Dando uno sguardo più da vicino al Ba’al Shem Tov, dobbiamo esplorare il significato del suo nome. Il termine ''ba’al shem'' era usato già nel XVI secolo per un tipo di cabalista che utilizzava tecniche cabalistiche o “magiche” per proteggere le persone dai demoni e dagli spiriti maligni e per alleviarle da malattie e altri tipi di disgrazie. La fede nei demoni era comune sia tra gli ebrei che tra i non-ebrei in Europa, ed essi cercavano sollievo da fenomeni inspiegabili di cui attribuivano la colpa ai demoni. C’era una convinzione universale che oltrepassava i confini della religione e della classe secondo cui “demonic powers have a vast potential for impairing the health and welfare of human beings. As if that did not suffice, it was further believed that magical means could be used to mobilize these demonic powers and press them into the service of humans”.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 8.</ref> C'erano molti ''ba’alei shem'' che vagavano di villaggio in villaggio offrendo sollievo dalla sfortuna e dall'influenza dei demoni. Erano spesso chiamati cabalisti pratici – coloro che potevano applicare i misteri della Cabala a fini pratici. Oggi potremmo chiamarli maghi o guaritori; esorcizzavano gli spiriti maligni e insegnavano incantesimi che avrebbero protetto i neonati, le donne incinte e le coppie appena sposate dai poteri demoniaci. Conoscevano anche i rimedi naturali per molte malattie. I ciondoli e gli amuleti che crearono utilizzavano varie permutazioni e configurazioni dei nomi di Dio, degli angeli e delle preghiere.<ref>Si trattava di un uso diverso di ''yihudim'' (unificazioni) e ''kavanot' (esercizi di concentrazione) da quelli prescritti dai cabalisti come Luria, che stavano tentando di ristabilire l'equilibrio nel regno divino.</ref> Il ''ba’al ha-shem'' apparso nel tuo villaggio sarebbe intervenuto personalmente presso i cieli per tuo conto, oppure potresti acquistare i libri di incantesimi che vendeva e provare le formule tu stesso, da solo. Esistono numerose leggende infondate secondo cui Israel ben Eliezer era un membro dei ''[[:en:w:Tzadikim Nistarim|nistarim]]'', una società nascosta di ''ba’alei shem'', e aveva ereditato alcuni dei loro manoscritti segreti. Che ci sia o meno del vero in queste leggende dei ''nistarim'', sembra certo che Israel ben Eliezer, il Ba’al Shem Tov, iniziò la sua carriera come uno dei ''ba’alei shem'' che operavano miracoli. Ma poiché si riteneva che avesse straordinari poteri soprannaturali, fu chiamato Ba’al Shem ''Tov'', il "maestro del ''buon'' nome" di Dio, considerato più elevato e spiritualmente più evoluto rispetto ai normali ''ba’alei shem'' che derivavano la loro conoscenza dallo studio intellettuale dei testi cabalistici e magici, non dalle proprie esperienze spirituali e interiori. Testimoni descrivono gli straordinari poteri spirituali del Besht che attirarono molti seguaci: visione remota, capacità di predire il futuro, leggere le vite passate delle persone, ascoltare decreti divini e così via. Questi erano considerati doni della divina provvidenza, da utilizzare a beneficio della popolazione tutta.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 47.</ref> Anche le guarigioni avvenivano non solo attraverso incantesimi e sortilegi, ma attraverso le sue esperienze di preghiera estatica, stato in cui entrava quando pregava con totale ''devekut'' (adesione a Dio). Sembra abbastanza certo che la ragione per cui oggi ricordiamo il Ba’al Shem Tov è che egli non era solo un portatore di incantesimi ma un canale verso i reami divini, guida e protettore delle anime, un anello importante nella catena di trasmissione della conoscenza spirituale lungo le generazioni. === Discepoli === === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|25%|6 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] 779bs0n0s0lsk6df2xbqvl3spfskqkq 453042 453040 2024-04-25T20:40:42Z Monozigote 19063 /* Discepoli */ testo wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Schneur Zalman of Liadi.jpg|580px|Ritratto di [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (eseguito da Boris Schatz, 1878)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === Gli ebrei avevano iniziato a emigrare in Polonia, Russia e Ucraina nel XVI secolo, come rifugio dall'oppressione che stavano subendo nell’Europa meridionale. Trovarono un'atmosfera di tolleranza e prosperità in cui la vita ebraica fiorì e lo studio della Torah raggiunse grandi vette con illustri insegnanti. Verso la metà del XVII secolo, tuttavia, le condizioni in Polonia cominciarono a degenerare e nel XVIII secolo la vita era diventata estremamente dura. Nel 1648 il conte ucraino Chmielnicki guidò bande armate di cosacchi in una serie di [[w:Rivolta di Chmel%27nyc%27kyj#Gli ebrei|pogrom contro gli ebrei]] – tra i {{FORMATNUM:100000}} e i {{FORMATNUM:500000}} furono uccisi (nessuno comunque conosce il numero esatto). Seguirono invasioni dalla Svezia e da altri paesi, in cui furono sempre presi di mira gli ebrei. Molte città furono completamente distrutte. La comunità ebraica fu notevolmente indebolita e la vita ebraica andò in declino. Ci fu una vasta oppressione da parte dei nobili e dei funzionari della chiesa, poiché gli ebrei divennero praticamente schiavi, vulnerabili e incapaci di difendersi. Il fascino di figure messianiche come Jacob Frank e Moses Hayim Luzzatto si fece sentire, ma fu limitato a piccoli gruppi di discepoli o comunità specifiche. L'uomo comune non aveva nessuno a cui rivolgersi. ==== Decadimento spirituale ==== Il declino della vita ebraica era visibile anche nel decadimento spirituale interiore, nella corruzione della leadership religiosa e nell'alienazione della gente comune. Tradizionalmente i rabbini avrebbero dovuto fornire guida alla comunità nelle questioni della vita quotidiana e nel culto prescritto. Tuttavia, nel corso del tempo, lo studio della Torah era degenerato in infinite discussioni cavillose su punti delicati del testo e della legge, e i bisogni religiosi della gente comune venivano trascurati. I rabbini studiavano i testi religiosi per ostentare la loro conoscenza e non per aiutare la gente. Servivano i bisogni dei ricchi e trascuravano gli ''am ha-arets'' (il semplice “uomo della terra”). In alcuni casi avevano addirittura acquistato le loro posizioni da funzionari governativi. Le preghiere avevano perso la loro scintilla di spiritualità. Si ripetevano in modo superficiale e mancava la devozione interiore. Lo studioso [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/dresner-samuel-hayim Samuel Dresner] ha condotto uno studio approfondito del primo hasidismo e dell'ambiente religioso e sociale dell'epoca. Attraverso le sue traduzioni degli scritti di Ya’akov Yosef di Polnoy (1710–1784), uno stretto discepolo del Ba’al Shem Tov (il primo maestro chassidico), possiamo ottenere un quadro della degenerazione della vita ebraica durante questo periodo. Racconta la seguente parabola sulla perdita dell'ispirazione spirituale: {{citazione|An apprentice learned his trade from a blacksmith. After he had mastered it, he made a list, point after point, of how to go about his craft. But he neglected to note down that he should first ignite a spark for the fire, as this was obvious.<br/> When he went to work at the king’s palace, he was unable to perform his duties as he had forgotten to light the spark. Finally he returned to his master, who reminded him of the first principle, which he had forgotten.|Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah''<ref>Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah'' (Revealer of the Hidden) (Lemberg, Druker ed., 1866) 16a, ''Ben porat Yosef'' (Son of the Fertile Vine of Yosef) (Balaban ed., n.d.), 17d, 99c; cfr. anche Dresner, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Zaddik/YxnjAAAAMAAJ?hl=en ''The Zaddik''], pp. 34–35.</ref>}} Il fuoco della devozione si era spento a causa della mancanza di guida spirituale. Ya’akov Yosef scrisse in modo eloquente del terribile abisso, del baratro che divideva gli studiosi religiosi dal popolo. Parlava degli abusi dei rabbini e dell'“orgoglio dei dotti” e sottolineava che c'era un urgente bisogno di un legame per sanare questa spaccatura. Usò l'esempio della Shekhinah, lo spirito santo che è in esilio dal suo amato, per illustrare quanto fosse profondo e devastante l'abisso e come influisse anche sul divino. Perché se le persone non hanno un'adeguata guida spirituale, non ci sarà nessuno che le avvicini a Dio. Dio desidera l'amore del Suo popolo, quindi la corruzione della leadership spirituale significa che Dio stesso sperimenta la perdita della loro devozione, “poiché la Shekhinah è in esilio, perché non abbiamo nessun leader, nessuno che ci dia forza”.<ref>Ya’akov Yosef, ''Toldot Ya’akov Yosef'' (Lemberg, Stand ed., 1863), 158d, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 83.</ref> === Il Ba’al Shem Tov === [[File:Besht Signature.jpg|250px|right|Firma del Besht]] {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} Fu in questa atmosfera che tra gli ebrei apparve un diverso tipo di maestro spirituale: il mistico che si staccò dalla complessità della Cabala e dallo studio religioso tradizionale, che offrì la liberazione all'anima dell'uomo comune, che riaccese il fuoco della spiritualità. Si trattava di Israel ben Eliezer, noto come [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] (maestro del buon nome), spesso chiamato semplicemente ''Besht'', acronimo del suo nome. I primi anni di vita del Ba’al Shem Tov sono oscurati dalla leggenda, non diversamente dalle storie dei primi anni di vita di molti santi e santoni in diverse culture. Le prime storie registrate su di lui sono conservate in una raccolta chiamata ''Shivhei ha-Besht'' (tradotta in inglese come ''In Praise of the Ba’al Shem Tov''). Nato nel 1698 a [[w:Okopy (Oblast' di Ternopil')|Okup]], un piccolo villaggio al confine russo-polacco, Israel rimase orfano in tenera età. Da ragazzo sembrava piuttosto ordinario e perfino poco intelligente, e quando crebbe non mostrò affatto la genialità o la comprensione dei testi religiosi che sarebbero richieste ad un uomo pio. Si accontentava invece di vagare nelle foreste godendosi la solitudine e la compagnia degli animali. Una volta terminata la scuola, al giovane Israel fu offerto un lavoro come aiutante nella sinagoga locale. Alla maggior parte delle persone appariva come un sempliciotto. Anche il suo futuro cognato cercò di scoraggiare la sorella dallo sposarlo, nonostante un contratto firmato dal padre, poiché pensava che il giovane Israel ignorasse il Talmud e la legge ebraica. Dopo il matrimonio, Israel trascorse un lungo periodo da recluso, cosa che lo preparò al suo ruolo di maestro spirituale. ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' narra la storia: {{citazione|He lived in a small village and made his living by keeping a tavern. After he brought brandy to his wife he would cross the river Prut and retire into seclusion in a house-like crevice that was cut into the mountain. He used to take one loaf of bread for one meal and eat once a week. He endured this way of life for several years. On the eve of the holy Sabbath he used to return home. His brother-in- law, Rabbi Gershon of Kotov, thought him to be an ignorant and boorish person, and he used to try to persuade his sister to obtain a divorce from him. But she refused since she knew his secret but did not reveal it to anybody.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §19, p. 34}} Successivamente, il Ba’al Shem Tov si trasferì da Okup in un'altra città dove lavorò come assistente dell'insegnante locale. E poi, quando rivelò la sua vera statura spirituale, si trasferì a [[w:Medžybiž|Miedzybozh]], nell'Ucraina occidentale, dove assunse il ruolo di maestro spirituale per un piccolo gruppo di discepoli che scelsero di vivere vicino a lui, e per molti altri che lo avrebbero visitato di tanto in tanto. Visse lì fino alla sua morte nel 1760. {{citazione|From the mid-1730’s on,... the Ba’al Shem Tov appears to be at the center of a group of men who see him as a source of inspiration and authority. These men, referred to in ''Shivhei ha-Besht'' as ''anshei segulato'' [his treasured people] all outranked him in family background, social status, and education... They saw him as having extraordinary mystical and spiritual qualities, as being endowed with inspiration and the gift of prophecy.|[[w:Rachel Elior|Elior]], ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 66}} Una storia in ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' mostra la riverenza con cui veniva tenuto il Besht. Inizia con il Besht che rivela la sua vera identità a uno studente di Rabbi Gershon. Gershon quindi ordina allo studente di andare dalla grande setta di cabalisti della città (che lui chiama hasidim) e anche dal rabbino della comunità e dire quanto segue: {{citazione|“There is a great light living near your community, and it will be worthwhile for you to seek him out and bring him to the town.”<br/> When all the hasidim and the rabbi heard these things, they decided that it must refer to the Besht. . . . All of them went to his village to invite him to come to town. The Besht had foreseen what would happen and he went toward the town as they were going out to see him. When they encountered each other they all went to a certain place in the forest where they made a chair out of the branches of trees. They placed him on the chair and they accepted him as their rabbi. And the Besht said Torah to them.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §15, p. 31. Con “torah” qui probabilmente s'intende un'interpretazione scritturale}} Il tema di una grande anima dissimulata da sempliciotto rustico risuona in molti periodi della storia spirituale ebraica. Molti dei maestri dell'ebraismo sono comparsi sulla scena della vita senza che la loro elevata natura spirituale fosse rivelata. Ad esempio, il profeta Mosè, nel momento in cui Dio lo chiamò a diventare il salvatore degli Israeliti, disse a Dio che era inarticolato, balbuziente, un semplice pastore non certo qualificato per essere una guida di uomini. Lo [[Zohar]] contiene anche molte storie simboliche che mostrano il vero maestro spirituale travestito da semplice “uomo della terra”. Nella serie di racconti che abbiamo letto in precedenza, appare come un mulattiere che accompagna due dotti rabbini in un viaggio. Quando ascolta la loro discussione, interrompe con un'interpretazione più profonda delle Scritture, e loro riconoscono che non è un normale conducente di animali. In un'altra storia, il maestro spirituale appare come un fanciullo. È solo quando parla con grande saggezza agli studiosi riuniti che riconoscono che non è un fanciullo ma il loro grande maestro. Ci sono molti altri esempi simili nella letteratura religiosa ebraica (e cristiana....). === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} Dando uno sguardo più da vicino al Ba’al Shem Tov, dobbiamo esplorare il significato del suo nome. Il termine ''ba’al shem'' era usato già nel XVI secolo per un tipo di cabalista che utilizzava tecniche cabalistiche o “magiche” per proteggere le persone dai demoni e dagli spiriti maligni e per alleviarle da malattie e altri tipi di disgrazie. La fede nei demoni era comune sia tra gli ebrei che tra i non-ebrei in Europa, ed essi cercavano sollievo da fenomeni inspiegabili di cui attribuivano la colpa ai demoni. C’era una convinzione universale che oltrepassava i confini della religione e della classe secondo cui “demonic powers have a vast potential for impairing the health and welfare of human beings. As if that did not suffice, it was further believed that magical means could be used to mobilize these demonic powers and press them into the service of humans”.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 8.</ref> C'erano molti ''ba’alei shem'' che vagavano di villaggio in villaggio offrendo sollievo dalla sfortuna e dall'influenza dei demoni. Erano spesso chiamati cabalisti pratici – coloro che potevano applicare i misteri della Cabala a fini pratici. Oggi potremmo chiamarli maghi o guaritori; esorcizzavano gli spiriti maligni e insegnavano incantesimi che avrebbero protetto i neonati, le donne incinte e le coppie appena sposate dai poteri demoniaci. Conoscevano anche i rimedi naturali per molte malattie. I ciondoli e gli amuleti che crearono utilizzavano varie permutazioni e configurazioni dei nomi di Dio, degli angeli e delle preghiere.<ref>Si trattava di un uso diverso di ''yihudim'' (unificazioni) e ''kavanot' (esercizi di concentrazione) da quelli prescritti dai cabalisti come Luria, che stavano tentando di ristabilire l'equilibrio nel regno divino.</ref> Il ''ba’al ha-shem'' apparso nel tuo villaggio sarebbe intervenuto personalmente presso i cieli per tuo conto, oppure potresti acquistare i libri di incantesimi che vendeva e provare le formule tu stesso, da solo. Esistono numerose leggende infondate secondo cui Israel ben Eliezer era un membro dei ''[[:en:w:Tzadikim Nistarim|nistarim]]'', una società nascosta di ''ba’alei shem'', e aveva ereditato alcuni dei loro manoscritti segreti. Che ci sia o meno del vero in queste leggende dei ''nistarim'', sembra certo che Israel ben Eliezer, il Ba’al Shem Tov, iniziò la sua carriera come uno dei ''ba’alei shem'' che operavano miracoli. Ma poiché si riteneva che avesse straordinari poteri soprannaturali, fu chiamato Ba’al Shem ''Tov'', il "maestro del ''buon'' nome" di Dio, considerato più elevato e spiritualmente più evoluto rispetto ai normali ''ba’alei shem'' che derivavano la loro conoscenza dallo studio intellettuale dei testi cabalistici e magici, non dalle proprie esperienze spirituali e interiori. Testimoni descrivono gli straordinari poteri spirituali del Besht che attirarono molti seguaci: visione remota, capacità di predire il futuro, leggere le vite passate delle persone, ascoltare decreti divini e così via. Questi erano considerati doni della divina provvidenza, da utilizzare a beneficio della popolazione tutta.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 47.</ref> Anche le guarigioni avvenivano non solo attraverso incantesimi e sortilegi, ma attraverso le sue esperienze di preghiera estatica, stato in cui entrava quando pregava con totale ''devekut'' (adesione a Dio). Sembra abbastanza certo che la ragione per cui oggi ricordiamo il Ba’al Shem Tov è che egli non era solo un portatore di incantesimi ma un canale verso i reami divini, guida e protettore delle anime, un anello importante nella catena di trasmissione della conoscenza spirituale lungo le generazioni. === Discepoli === {{vedi anche|w:Dovber di Mezeritch|:en:w:Abraham Gershon of Kitov|:en:w:Jacob Joseph of Polonne|etichetta1=Dovber di Mezeritch|etichetta2=Abraham Gershon di Kitov|etichetta3=Ya’akov Yosef di Polnoy}} Il Besht aveva molti discepoli, ma ce n'erano tre o quattro che gli erano eccezionalmente vicini. Questi erano Rabbi Gershon, suo cognato, che inizialmente non era consapevole della sua grandezza spirituale, Rabbi [[w:Dovber di Mezeritch|Dov Baer]], noto come il Maggid (predicatore) di Mezherich,<ref>Letteralmente ''maggid'' significa “colui che racconta”. Era usato per indicare un angelo, considerato un messaggero di Dio. È stato utilizzato anche in tempi più recenti per indicare il predicatore o il leader della comunità ebraica, in quanto è colui che guida con l'influsso del divino.</ref> e Rabbi [[:en:w:Jacob Joseph of Polonne|Ya’akov Yosef di Polnoy]]. Erano tutti studiosi rinomati che inizialmente si facevano beffe dell'approccio devozionale e non scolastico del Ba’al Shem. Ma tutti furono profondamente commossi dal maestro quando entrarono in contatto con lui. E mentre Dov Baer divenne il successore del Besht, fu Ya’akov Yosef a registrare molti dei detti e delle omelie del suo maestro. La “conversione” o iniziazione di Rabbi Ya’akov Yosef rivela la capacità del maestro di influenzare il discepolo nel profondo. Non comportava un nuovo corso di studi o l'accettazione di nuovi dogmi, ma un cambiamento completo nella personalità e nello stile di vita di Rabbi Ya’akov Yosef: {{citazione|[Ya’akov Yosef] fino ad allora era stato un uomo duro, intraprendente, rigoroso nell'osservanza personale, dedito allo studio, distaccato dalla gente e dai suoi problemi, prone a scatti d'ira e alle affermazioni di autorità... Il cambiamento che il Besht operò nella sua anima fu il punto di svolta della sua vita. Raggiunse il nucleo del suo essere, gli aprì gli occhi su ciò che era stato e rivelò ciò che doveva diventare.|Dresner, ''The Zaddik'', p. 48}} Ci sono diverse storie e tradizioni che descrivono questa conversione. Il Ba’al Shem Tov entrò nella città di Sharogrod dove Ya’akov Yosef era rabbino e, con il suo dono della narrazione, attirò presto un pubblico. Ya’akov Yosef venne a sapere del Ba’al Shem e sentì che stava disturbando la pace radunando così tante persone attorno a sé. Andò ad affrontarlo ma il Ba’al Shem gli raccontò diverse storie: prima una, poi un'altra, poi un'altra ancora. Dopo tre racconti, Ya’akov Yosef “entrò in conversazione con lui e immediatamente ‘fu unito’ a lui”.<ref>Narrato in A. Kahana, ''Sefer ha-hasidut (Book of Piety)'' (Warsaw, n.p., 1922), p. 105; trad. e cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 39.</ref> “Entrare in conversazione” con il suo maestro descrive la loro comunione interiore, da anima ad anima, nella quale egli si “univa” a lui. Ciò implica un'iniziazione spirituale, dove il discepolo si fonde con il suo maestro a livello spirituale e quindi ha sempre la sua guida e protezione interiore. Secondo un’altra leggenda, il Ba’al Shem Tov raccontò a Ya’akov Yosef la storia di un rabbino che aveva picchiato crudelmente un portatore d’acqua, e che poi soffrì per anni perché non riusciva a trovare l’uomo per chiedergli scusa. Ya’akov Yosef si riconobbe nella descrizione del rabbino altezzoso e crudele, e fu profondamente commosso dalla conoscenza da parte di Ba’al Shem della sua colpa più segreta. Possiamo leggere nelle parole stesse di Rabbi Ya’akov Yosef ciò che accadde dopo uno dei suoi primi incontri con il Ba’al Shem Tov, quando si ritrovò a dubitare della spiritualità del Besht: {{citazione|Afterwards, during the prayer, I wept as never before in my life, and I realized that it was not my weeping. Later, when the Besht traveled to the land of Israel, I was left desolate until he returned. Then I began to travel to him and remained for some time with him. The Besht used to say that it was necessary to elevate me. After I had been with him for about five weeks, I asked, “When, sir, will you elevate me?”|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', p. 62, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 45 (dall'ebraico)}} ==== Lettera del Besht a Rabbi Gershon ==== {{clear}} === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|25%|6 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] a4oc2kqtnxlydcrjxj9dmn5caj3g8ne 453043 453042 2024-04-25T20:42:47Z Monozigote 19063 /* Note */ avanz. wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Schneur Zalman of Liadi.jpg|580px|Ritratto di [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (eseguito da Boris Schatz, 1878)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === Gli ebrei avevano iniziato a emigrare in Polonia, Russia e Ucraina nel XVI secolo, come rifugio dall'oppressione che stavano subendo nell’Europa meridionale. Trovarono un'atmosfera di tolleranza e prosperità in cui la vita ebraica fiorì e lo studio della Torah raggiunse grandi vette con illustri insegnanti. Verso la metà del XVII secolo, tuttavia, le condizioni in Polonia cominciarono a degenerare e nel XVIII secolo la vita era diventata estremamente dura. Nel 1648 il conte ucraino Chmielnicki guidò bande armate di cosacchi in una serie di [[w:Rivolta di Chmel%27nyc%27kyj#Gli ebrei|pogrom contro gli ebrei]] – tra i {{FORMATNUM:100000}} e i {{FORMATNUM:500000}} furono uccisi (nessuno comunque conosce il numero esatto). Seguirono invasioni dalla Svezia e da altri paesi, in cui furono sempre presi di mira gli ebrei. Molte città furono completamente distrutte. La comunità ebraica fu notevolmente indebolita e la vita ebraica andò in declino. Ci fu una vasta oppressione da parte dei nobili e dei funzionari della chiesa, poiché gli ebrei divennero praticamente schiavi, vulnerabili e incapaci di difendersi. Il fascino di figure messianiche come Jacob Frank e Moses Hayim Luzzatto si fece sentire, ma fu limitato a piccoli gruppi di discepoli o comunità specifiche. L'uomo comune non aveva nessuno a cui rivolgersi. ==== Decadimento spirituale ==== Il declino della vita ebraica era visibile anche nel decadimento spirituale interiore, nella corruzione della leadership religiosa e nell'alienazione della gente comune. Tradizionalmente i rabbini avrebbero dovuto fornire guida alla comunità nelle questioni della vita quotidiana e nel culto prescritto. Tuttavia, nel corso del tempo, lo studio della Torah era degenerato in infinite discussioni cavillose su punti delicati del testo e della legge, e i bisogni religiosi della gente comune venivano trascurati. I rabbini studiavano i testi religiosi per ostentare la loro conoscenza e non per aiutare la gente. Servivano i bisogni dei ricchi e trascuravano gli ''am ha-arets'' (il semplice “uomo della terra”). In alcuni casi avevano addirittura acquistato le loro posizioni da funzionari governativi. Le preghiere avevano perso la loro scintilla di spiritualità. Si ripetevano in modo superficiale e mancava la devozione interiore. Lo studioso [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/dresner-samuel-hayim Samuel Dresner] ha condotto uno studio approfondito del primo hasidismo e dell'ambiente religioso e sociale dell'epoca. Attraverso le sue traduzioni degli scritti di Ya’akov Yosef di Polnoy (1710–1784), uno stretto discepolo del Ba’al Shem Tov (il primo maestro chassidico), possiamo ottenere un quadro della degenerazione della vita ebraica durante questo periodo. Racconta la seguente parabola sulla perdita dell'ispirazione spirituale: {{citazione|An apprentice learned his trade from a blacksmith. After he had mastered it, he made a list, point after point, of how to go about his craft. But he neglected to note down that he should first ignite a spark for the fire, as this was obvious.<br/> When he went to work at the king’s palace, he was unable to perform his duties as he had forgotten to light the spark. Finally he returned to his master, who reminded him of the first principle, which he had forgotten.|Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah''<ref>Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah'' (Revealer of the Hidden) (Lemberg, Druker ed., 1866) 16a, ''Ben porat Yosef'' (Son of the Fertile Vine of Yosef) (Balaban ed., n.d.), 17d, 99c; cfr. anche Dresner, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Zaddik/YxnjAAAAMAAJ?hl=en ''The Zaddik''], pp. 34–35.</ref>}} Il fuoco della devozione si era spento a causa della mancanza di guida spirituale. Ya’akov Yosef scrisse in modo eloquente del terribile abisso, del baratro che divideva gli studiosi religiosi dal popolo. Parlava degli abusi dei rabbini e dell'“orgoglio dei dotti” e sottolineava che c'era un urgente bisogno di un legame per sanare questa spaccatura. Usò l'esempio della Shekhinah, lo spirito santo che è in esilio dal suo amato, per illustrare quanto fosse profondo e devastante l'abisso e come influisse anche sul divino. Perché se le persone non hanno un'adeguata guida spirituale, non ci sarà nessuno che le avvicini a Dio. Dio desidera l'amore del Suo popolo, quindi la corruzione della leadership spirituale significa che Dio stesso sperimenta la perdita della loro devozione, “poiché la Shekhinah è in esilio, perché non abbiamo nessun leader, nessuno che ci dia forza”.<ref>Ya’akov Yosef, ''Toldot Ya’akov Yosef'' (Lemberg, Stand ed., 1863), 158d, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 83.</ref> === Il Ba’al Shem Tov === [[File:Besht Signature.jpg|250px|right|Firma del Besht]] {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} Fu in questa atmosfera che tra gli ebrei apparve un diverso tipo di maestro spirituale: il mistico che si staccò dalla complessità della Cabala e dallo studio religioso tradizionale, che offrì la liberazione all'anima dell'uomo comune, che riaccese il fuoco della spiritualità. Si trattava di Israel ben Eliezer, noto come [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] (maestro del buon nome), spesso chiamato semplicemente ''Besht'', acronimo del suo nome. I primi anni di vita del Ba’al Shem Tov sono oscurati dalla leggenda, non diversamente dalle storie dei primi anni di vita di molti santi e santoni in diverse culture. Le prime storie registrate su di lui sono conservate in una raccolta chiamata ''Shivhei ha-Besht'' (tradotta in inglese come ''In Praise of the Ba’al Shem Tov''). Nato nel 1698 a [[w:Okopy (Oblast' di Ternopil')|Okup]], un piccolo villaggio al confine russo-polacco, Israel rimase orfano in tenera età. Da ragazzo sembrava piuttosto ordinario e perfino poco intelligente, e quando crebbe non mostrò affatto la genialità o la comprensione dei testi religiosi che sarebbero richieste ad un uomo pio. Si accontentava invece di vagare nelle foreste godendosi la solitudine e la compagnia degli animali. Una volta terminata la scuola, al giovane Israel fu offerto un lavoro come aiutante nella sinagoga locale. Alla maggior parte delle persone appariva come un sempliciotto. Anche il suo futuro cognato cercò di scoraggiare la sorella dallo sposarlo, nonostante un contratto firmato dal padre, poiché pensava che il giovane Israel ignorasse il Talmud e la legge ebraica. Dopo il matrimonio, Israel trascorse un lungo periodo da recluso, cosa che lo preparò al suo ruolo di maestro spirituale. ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' narra la storia: {{citazione|He lived in a small village and made his living by keeping a tavern. After he brought brandy to his wife he would cross the river Prut and retire into seclusion in a house-like crevice that was cut into the mountain. He used to take one loaf of bread for one meal and eat once a week. He endured this way of life for several years. On the eve of the holy Sabbath he used to return home. His brother-in- law, Rabbi Gershon of Kotov, thought him to be an ignorant and boorish person, and he used to try to persuade his sister to obtain a divorce from him. But she refused since she knew his secret but did not reveal it to anybody.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §19, p. 34}} Successivamente, il Ba’al Shem Tov si trasferì da Okup in un'altra città dove lavorò come assistente dell'insegnante locale. E poi, quando rivelò la sua vera statura spirituale, si trasferì a [[w:Medžybiž|Miedzybozh]], nell'Ucraina occidentale, dove assunse il ruolo di maestro spirituale per un piccolo gruppo di discepoli che scelsero di vivere vicino a lui, e per molti altri che lo avrebbero visitato di tanto in tanto. Visse lì fino alla sua morte nel 1760. {{citazione|From the mid-1730’s on,... the Ba’al Shem Tov appears to be at the center of a group of men who see him as a source of inspiration and authority. These men, referred to in ''Shivhei ha-Besht'' as ''anshei segulato'' [his treasured people] all outranked him in family background, social status, and education... They saw him as having extraordinary mystical and spiritual qualities, as being endowed with inspiration and the gift of prophecy.|[[w:Rachel Elior|Elior]], ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 66}} Una storia in ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' mostra la riverenza con cui veniva tenuto il Besht. Inizia con il Besht che rivela la sua vera identità a uno studente di Rabbi Gershon. Gershon quindi ordina allo studente di andare dalla grande setta di cabalisti della città (che lui chiama hasidim) e anche dal rabbino della comunità e dire quanto segue: {{citazione|“There is a great light living near your community, and it will be worthwhile for you to seek him out and bring him to the town.”<br/> When all the hasidim and the rabbi heard these things, they decided that it must refer to the Besht. . . . All of them went to his village to invite him to come to town. The Besht had foreseen what would happen and he went toward the town as they were going out to see him. When they encountered each other they all went to a certain place in the forest where they made a chair out of the branches of trees. They placed him on the chair and they accepted him as their rabbi. And the Besht said Torah to them.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §15, p. 31. Con “torah” qui probabilmente s'intende un'interpretazione scritturale}} Il tema di una grande anima dissimulata da sempliciotto rustico risuona in molti periodi della storia spirituale ebraica. Molti dei maestri dell'ebraismo sono comparsi sulla scena della vita senza che la loro elevata natura spirituale fosse rivelata. Ad esempio, il profeta Mosè, nel momento in cui Dio lo chiamò a diventare il salvatore degli Israeliti, disse a Dio che era inarticolato, balbuziente, un semplice pastore non certo qualificato per essere una guida di uomini. Lo [[Zohar]] contiene anche molte storie simboliche che mostrano il vero maestro spirituale travestito da semplice “uomo della terra”. Nella serie di racconti che abbiamo letto in precedenza, appare come un mulattiere che accompagna due dotti rabbini in un viaggio. Quando ascolta la loro discussione, interrompe con un'interpretazione più profonda delle Scritture, e loro riconoscono che non è un normale conducente di animali. In un'altra storia, il maestro spirituale appare come un fanciullo. È solo quando parla con grande saggezza agli studiosi riuniti che riconoscono che non è un fanciullo ma il loro grande maestro. Ci sono molti altri esempi simili nella letteratura religiosa ebraica (e cristiana....). === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} Dando uno sguardo più da vicino al Ba’al Shem Tov, dobbiamo esplorare il significato del suo nome. Il termine ''ba’al shem'' era usato già nel XVI secolo per un tipo di cabalista che utilizzava tecniche cabalistiche o “magiche” per proteggere le persone dai demoni e dagli spiriti maligni e per alleviarle da malattie e altri tipi di disgrazie. La fede nei demoni era comune sia tra gli ebrei che tra i non-ebrei in Europa, ed essi cercavano sollievo da fenomeni inspiegabili di cui attribuivano la colpa ai demoni. C’era una convinzione universale che oltrepassava i confini della religione e della classe secondo cui “demonic powers have a vast potential for impairing the health and welfare of human beings. As if that did not suffice, it was further believed that magical means could be used to mobilize these demonic powers and press them into the service of humans”.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 8.</ref> C'erano molti ''ba’alei shem'' che vagavano di villaggio in villaggio offrendo sollievo dalla sfortuna e dall'influenza dei demoni. Erano spesso chiamati cabalisti pratici – coloro che potevano applicare i misteri della Cabala a fini pratici. Oggi potremmo chiamarli maghi o guaritori; esorcizzavano gli spiriti maligni e insegnavano incantesimi che avrebbero protetto i neonati, le donne incinte e le coppie appena sposate dai poteri demoniaci. Conoscevano anche i rimedi naturali per molte malattie. I ciondoli e gli amuleti che crearono utilizzavano varie permutazioni e configurazioni dei nomi di Dio, degli angeli e delle preghiere.<ref>Si trattava di un uso diverso di ''yihudim'' (unificazioni) e ''kavanot' (esercizi di concentrazione) da quelli prescritti dai cabalisti come Luria, che stavano tentando di ristabilire l'equilibrio nel regno divino.</ref> Il ''ba’al ha-shem'' apparso nel tuo villaggio sarebbe intervenuto personalmente presso i cieli per tuo conto, oppure potresti acquistare i libri di incantesimi che vendeva e provare le formule tu stesso, da solo. Esistono numerose leggende infondate secondo cui Israel ben Eliezer era un membro dei ''[[:en:w:Tzadikim Nistarim|nistarim]]'', una società nascosta di ''ba’alei shem'', e aveva ereditato alcuni dei loro manoscritti segreti. Che ci sia o meno del vero in queste leggende dei ''nistarim'', sembra certo che Israel ben Eliezer, il Ba’al Shem Tov, iniziò la sua carriera come uno dei ''ba’alei shem'' che operavano miracoli. Ma poiché si riteneva che avesse straordinari poteri soprannaturali, fu chiamato Ba’al Shem ''Tov'', il "maestro del ''buon'' nome" di Dio, considerato più elevato e spiritualmente più evoluto rispetto ai normali ''ba’alei shem'' che derivavano la loro conoscenza dallo studio intellettuale dei testi cabalistici e magici, non dalle proprie esperienze spirituali e interiori. Testimoni descrivono gli straordinari poteri spirituali del Besht che attirarono molti seguaci: visione remota, capacità di predire il futuro, leggere le vite passate delle persone, ascoltare decreti divini e così via. Questi erano considerati doni della divina provvidenza, da utilizzare a beneficio della popolazione tutta.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 47.</ref> Anche le guarigioni avvenivano non solo attraverso incantesimi e sortilegi, ma attraverso le sue esperienze di preghiera estatica, stato in cui entrava quando pregava con totale ''devekut'' (adesione a Dio). Sembra abbastanza certo che la ragione per cui oggi ricordiamo il Ba’al Shem Tov è che egli non era solo un portatore di incantesimi ma un canale verso i reami divini, guida e protettore delle anime, un anello importante nella catena di trasmissione della conoscenza spirituale lungo le generazioni. === Discepoli === {{vedi anche|w:Dovber di Mezeritch|:en:w:Abraham Gershon of Kitov|:en:w:Jacob Joseph of Polonne|etichetta1=Dovber di Mezeritch|etichetta2=Abraham Gershon di Kitov|etichetta3=Ya’akov Yosef di Polnoy}} Il Besht aveva molti discepoli, ma ce n'erano tre o quattro che gli erano eccezionalmente vicini. Questi erano Rabbi Gershon, suo cognato, che inizialmente non era consapevole della sua grandezza spirituale, Rabbi [[w:Dovber di Mezeritch|Dov Baer]], noto come il Maggid (predicatore) di Mezherich,<ref>Letteralmente ''maggid'' significa “colui che racconta”. Era usato per indicare un angelo, considerato un messaggero di Dio. È stato utilizzato anche in tempi più recenti per indicare il predicatore o il leader della comunità ebraica, in quanto è colui che guida con l'influsso del divino.</ref> e Rabbi [[:en:w:Jacob Joseph of Polonne|Ya’akov Yosef di Polnoy]]. Erano tutti studiosi rinomati che inizialmente si facevano beffe dell'approccio devozionale e non scolastico del Ba’al Shem. Ma tutti furono profondamente commossi dal maestro quando entrarono in contatto con lui. E mentre Dov Baer divenne il successore del Besht, fu Ya’akov Yosef a registrare molti dei detti e delle omelie del suo maestro. La “conversione” o iniziazione di Rabbi Ya’akov Yosef rivela la capacità del maestro di influenzare il discepolo nel profondo. Non comportava un nuovo corso di studi o l'accettazione di nuovi dogmi, ma un cambiamento completo nella personalità e nello stile di vita di Rabbi Ya’akov Yosef: {{citazione|[Ya’akov Yosef] fino ad allora era stato un uomo duro, intraprendente, rigoroso nell'osservanza personale, dedito allo studio, distaccato dalla gente e dai suoi problemi, prone a scatti d'ira e alle affermazioni di autorità... Il cambiamento che il Besht operò nella sua anima fu il punto di svolta della sua vita. Raggiunse il nucleo del suo essere, gli aprì gli occhi su ciò che era stato e rivelò ciò che doveva diventare.|Dresner, ''The Zaddik'', p. 48}} Ci sono diverse storie e tradizioni che descrivono questa conversione. Il Ba’al Shem Tov entrò nella città di Sharogrod dove Ya’akov Yosef era rabbino e, con il suo dono della narrazione, attirò presto un pubblico. Ya’akov Yosef venne a sapere del Ba’al Shem e sentì che stava disturbando la pace radunando così tante persone attorno a sé. Andò ad affrontarlo ma il Ba’al Shem gli raccontò diverse storie: prima una, poi un'altra, poi un'altra ancora. Dopo tre racconti, Ya’akov Yosef “entrò in conversazione con lui e immediatamente ‘fu unito’ a lui”.<ref>Narrato in A. Kahana, ''Sefer ha-hasidut (Book of Piety)'' (Warsaw, n.p., 1922), p. 105; trad. e cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 39.</ref> “Entrare in conversazione” con il suo maestro descrive la loro comunione interiore, da anima ad anima, nella quale egli si “univa” a lui. Ciò implica un'iniziazione spirituale, dove il discepolo si fonde con il suo maestro a livello spirituale e quindi ha sempre la sua guida e protezione interiore. Secondo un’altra leggenda, il Ba’al Shem Tov raccontò a Ya’akov Yosef la storia di un rabbino che aveva picchiato crudelmente un portatore d’acqua, e che poi soffrì per anni perché non riusciva a trovare l’uomo per chiedergli scusa. Ya’akov Yosef si riconobbe nella descrizione del rabbino altezzoso e crudele, e fu profondamente commosso dalla conoscenza da parte di Ba’al Shem della sua colpa più segreta. Possiamo leggere nelle parole stesse di Rabbi Ya’akov Yosef ciò che accadde dopo uno dei suoi primi incontri con il Ba’al Shem Tov, quando si ritrovò a dubitare della spiritualità del Besht: {{citazione|Afterwards, during the prayer, I wept as never before in my life, and I realized that it was not my weeping. Later, when the Besht traveled to the land of Israel, I was left desolate until he returned. Then I began to travel to him and remained for some time with him. The Besht used to say that it was necessary to elevate me. After I had been with him for about five weeks, I asked, “When, sir, will you elevate me?”|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', p. 62, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 45 (dall'ebraico)}} ==== Lettera del Besht a Rabbi Gershon ==== {{clear}} === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|50%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] fou09esfhk8pvgex200rosfany8meyi 453044 453043 2024-04-25T20:53:08Z Monozigote 19063 /* La storia infinita */ cit. wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Schneur Zalman of Liadi.jpg|580px|Ritratto di [[w:Shneur Zalman|Schneur Zalman di Liadi]] (eseguito da Boris Schatz, 1878)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === Gli ebrei avevano iniziato a emigrare in Polonia, Russia e Ucraina nel XVI secolo, come rifugio dall'oppressione che stavano subendo nell’Europa meridionale. Trovarono un'atmosfera di tolleranza e prosperità in cui la vita ebraica fiorì e lo studio della Torah raggiunse grandi vette con illustri insegnanti. Verso la metà del XVII secolo, tuttavia, le condizioni in Polonia cominciarono a degenerare e nel XVIII secolo la vita era diventata estremamente dura. Nel 1648 il conte ucraino Chmielnicki guidò bande armate di cosacchi in una serie di [[w:Rivolta di Chmel%27nyc%27kyj#Gli ebrei|pogrom contro gli ebrei]] – tra i {{FORMATNUM:100000}} e i {{FORMATNUM:500000}} furono uccisi (nessuno comunque conosce il numero esatto). Seguirono invasioni dalla Svezia e da altri paesi, in cui furono sempre presi di mira gli ebrei. Molte città furono completamente distrutte. La comunità ebraica fu notevolmente indebolita e la vita ebraica andò in declino. Ci fu una vasta oppressione da parte dei nobili e dei funzionari della chiesa, poiché gli ebrei divennero praticamente schiavi, vulnerabili e incapaci di difendersi. Il fascino di figure messianiche come Jacob Frank e Moses Hayim Luzzatto si fece sentire, ma fu limitato a piccoli gruppi di discepoli o comunità specifiche. L'uomo comune non aveva nessuno a cui rivolgersi. ==== Decadimento spirituale ==== Il declino della vita ebraica era visibile anche nel decadimento spirituale interiore, nella corruzione della leadership religiosa e nell'alienazione della gente comune. Tradizionalmente i rabbini avrebbero dovuto fornire guida alla comunità nelle questioni della vita quotidiana e nel culto prescritto. Tuttavia, nel corso del tempo, lo studio della Torah era degenerato in infinite discussioni cavillose su punti delicati del testo e della legge, e i bisogni religiosi della gente comune venivano trascurati. I rabbini studiavano i testi religiosi per ostentare la loro conoscenza e non per aiutare la gente. Servivano i bisogni dei ricchi e trascuravano gli ''am ha-arets'' (il semplice “uomo della terra”). In alcuni casi avevano addirittura acquistato le loro posizioni da funzionari governativi. Le preghiere avevano perso la loro scintilla di spiritualità. Si ripetevano in modo superficiale e mancava la devozione interiore. Lo studioso [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/dresner-samuel-hayim Samuel Dresner] ha condotto uno studio approfondito del primo hasidismo e dell'ambiente religioso e sociale dell'epoca. Attraverso le sue traduzioni degli scritti di Ya’akov Yosef di Polnoy (1710–1784), uno stretto discepolo del Ba’al Shem Tov (il primo maestro chassidico), possiamo ottenere un quadro della degenerazione della vita ebraica durante questo periodo. Racconta la seguente parabola sulla perdita dell'ispirazione spirituale: {{citazione|An apprentice learned his trade from a blacksmith. After he had mastered it, he made a list, point after point, of how to go about his craft. But he neglected to note down that he should first ignite a spark for the fire, as this was obvious.<br/> When he went to work at the king’s palace, he was unable to perform his duties as he had forgotten to light the spark. Finally he returned to his master, who reminded him of the first principle, which he had forgotten.|Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah''<ref>Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah'' (Revealer of the Hidden) (Lemberg, Druker ed., 1866) 16a, ''Ben porat Yosef'' (Son of the Fertile Vine of Yosef) (Balaban ed., n.d.), 17d, 99c; cfr. anche Dresner, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Zaddik/YxnjAAAAMAAJ?hl=en ''The Zaddik''], pp. 34–35.</ref>}} Il fuoco della devozione si era spento a causa della mancanza di guida spirituale. Ya’akov Yosef scrisse in modo eloquente del terribile abisso, del baratro che divideva gli studiosi religiosi dal popolo. Parlava degli abusi dei rabbini e dell'“orgoglio dei dotti” e sottolineava che c'era un urgente bisogno di un legame per sanare questa spaccatura. Usò l'esempio della Shekhinah, lo spirito santo che è in esilio dal suo amato, per illustrare quanto fosse profondo e devastante l'abisso e come influisse anche sul divino. Perché se le persone non hanno un'adeguata guida spirituale, non ci sarà nessuno che le avvicini a Dio. Dio desidera l'amore del Suo popolo, quindi la corruzione della leadership spirituale significa che Dio stesso sperimenta la perdita della loro devozione, “poiché la Shekhinah è in esilio, perché non abbiamo nessun leader, nessuno che ci dia forza”.<ref>Ya’akov Yosef, ''Toldot Ya’akov Yosef'' (Lemberg, Stand ed., 1863), 158d, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 83.</ref> === Il Ba’al Shem Tov === [[File:Besht Signature.jpg|250px|right|Firma del Besht]] {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} Fu in questa atmosfera che tra gli ebrei apparve un diverso tipo di maestro spirituale: il mistico che si staccò dalla complessità della Cabala e dallo studio religioso tradizionale, che offrì la liberazione all'anima dell'uomo comune, che riaccese il fuoco della spiritualità. Si trattava di Israel ben Eliezer, noto come [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] (maestro del buon nome), spesso chiamato semplicemente ''Besht'', acronimo del suo nome. I primi anni di vita del Ba’al Shem Tov sono oscurati dalla leggenda, non diversamente dalle storie dei primi anni di vita di molti santi e santoni in diverse culture. Le prime storie registrate su di lui sono conservate in una raccolta chiamata ''Shivhei ha-Besht'' (tradotta in inglese come ''In Praise of the Ba’al Shem Tov''). Nato nel 1698 a [[w:Okopy (Oblast' di Ternopil')|Okup]], un piccolo villaggio al confine russo-polacco, Israel rimase orfano in tenera età. Da ragazzo sembrava piuttosto ordinario e perfino poco intelligente, e quando crebbe non mostrò affatto la genialità o la comprensione dei testi religiosi che sarebbero richieste ad un uomo pio. Si accontentava invece di vagare nelle foreste godendosi la solitudine e la compagnia degli animali. Una volta terminata la scuola, al giovane Israel fu offerto un lavoro come aiutante nella sinagoga locale. Alla maggior parte delle persone appariva come un sempliciotto. Anche il suo futuro cognato cercò di scoraggiare la sorella dallo sposarlo, nonostante un contratto firmato dal padre, poiché pensava che il giovane Israel ignorasse il Talmud e la legge ebraica. Dopo il matrimonio, Israel trascorse un lungo periodo da recluso, cosa che lo preparò al suo ruolo di maestro spirituale. ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' narra la storia: {{citazione|He lived in a small village and made his living by keeping a tavern. After he brought brandy to his wife he would cross the river Prut and retire into seclusion in a house-like crevice that was cut into the mountain. He used to take one loaf of bread for one meal and eat once a week. He endured this way of life for several years. On the eve of the holy Sabbath he used to return home. His brother-in- law, Rabbi Gershon of Kotov, thought him to be an ignorant and boorish person, and he used to try to persuade his sister to obtain a divorce from him. But she refused since she knew his secret but did not reveal it to anybody.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §19, p. 34}} Successivamente, il Ba’al Shem Tov si trasferì da Okup in un'altra città dove lavorò come assistente dell'insegnante locale. E poi, quando rivelò la sua vera statura spirituale, si trasferì a [[w:Medžybiž|Miedzybozh]], nell'Ucraina occidentale, dove assunse il ruolo di maestro spirituale per un piccolo gruppo di discepoli che scelsero di vivere vicino a lui, e per molti altri che lo avrebbero visitato di tanto in tanto. Visse lì fino alla sua morte nel 1760. {{citazione|From the mid-1730’s on,... the Ba’al Shem Tov appears to be at the center of a group of men who see him as a source of inspiration and authority. These men, referred to in ''Shivhei ha-Besht'' as ''anshei segulato'' [his treasured people] all outranked him in family background, social status, and education... They saw him as having extraordinary mystical and spiritual qualities, as being endowed with inspiration and the gift of prophecy.|[[w:Rachel Elior|Elior]], ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 66}} Una storia in ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' mostra la riverenza con cui veniva tenuto il Besht. Inizia con il Besht che rivela la sua vera identità a uno studente di Rabbi Gershon. Gershon quindi ordina allo studente di andare dalla grande setta di cabalisti della città (che lui chiama hasidim) e anche dal rabbino della comunità e dire quanto segue: {{citazione|“There is a great light living near your community, and it will be worthwhile for you to seek him out and bring him to the town.”<br/> When all the hasidim and the rabbi heard these things, they decided that it must refer to the Besht. . . . All of them went to his village to invite him to come to town. The Besht had foreseen what would happen and he went toward the town as they were going out to see him. When they encountered each other they all went to a certain place in the forest where they made a chair out of the branches of trees. They placed him on the chair and they accepted him as their rabbi. And the Besht said Torah to them.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §15, p. 31. Con “torah” qui probabilmente s'intende un'interpretazione scritturale}} Il tema di una grande anima dissimulata da sempliciotto rustico risuona in molti periodi della storia spirituale ebraica. Molti dei maestri dell'ebraismo sono comparsi sulla scena della vita senza che la loro elevata natura spirituale fosse rivelata. Ad esempio, il profeta Mosè, nel momento in cui Dio lo chiamò a diventare il salvatore degli Israeliti, disse a Dio che era inarticolato, balbuziente, un semplice pastore non certo qualificato per essere una guida di uomini. Lo [[Zohar]] contiene anche molte storie simboliche che mostrano il vero maestro spirituale travestito da semplice “uomo della terra”. Nella serie di racconti che abbiamo letto in precedenza, appare come un mulattiere che accompagna due dotti rabbini in un viaggio. Quando ascolta la loro discussione, interrompe con un'interpretazione più profonda delle Scritture, e loro riconoscono che non è un normale conducente di animali. In un'altra storia, il maestro spirituale appare come un fanciullo. È solo quando parla con grande saggezza agli studiosi riuniti che riconoscono che non è un fanciullo ma il loro grande maestro. Ci sono molti altri esempi simili nella letteratura religiosa ebraica (e cristiana....). === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} Dando uno sguardo più da vicino al Ba’al Shem Tov, dobbiamo esplorare il significato del suo nome. Il termine ''ba’al shem'' era usato già nel XVI secolo per un tipo di cabalista che utilizzava tecniche cabalistiche o “magiche” per proteggere le persone dai demoni e dagli spiriti maligni e per alleviarle da malattie e altri tipi di disgrazie. La fede nei demoni era comune sia tra gli ebrei che tra i non-ebrei in Europa, ed essi cercavano sollievo da fenomeni inspiegabili di cui attribuivano la colpa ai demoni. C’era una convinzione universale che oltrepassava i confini della religione e della classe secondo cui “demonic powers have a vast potential for impairing the health and welfare of human beings. As if that did not suffice, it was further believed that magical means could be used to mobilize these demonic powers and press them into the service of humans”.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 8.</ref> C'erano molti ''ba’alei shem'' che vagavano di villaggio in villaggio offrendo sollievo dalla sfortuna e dall'influenza dei demoni. Erano spesso chiamati cabalisti pratici – coloro che potevano applicare i misteri della Cabala a fini pratici. Oggi potremmo chiamarli maghi o guaritori; esorcizzavano gli spiriti maligni e insegnavano incantesimi che avrebbero protetto i neonati, le donne incinte e le coppie appena sposate dai poteri demoniaci. Conoscevano anche i rimedi naturali per molte malattie. I ciondoli e gli amuleti che crearono utilizzavano varie permutazioni e configurazioni dei nomi di Dio, degli angeli e delle preghiere.<ref>Si trattava di un uso diverso di ''yihudim'' (unificazioni) e ''kavanot' (esercizi di concentrazione) da quelli prescritti dai cabalisti come Luria, che stavano tentando di ristabilire l'equilibrio nel regno divino.</ref> Il ''ba’al ha-shem'' apparso nel tuo villaggio sarebbe intervenuto personalmente presso i cieli per tuo conto, oppure potresti acquistare i libri di incantesimi che vendeva e provare le formule tu stesso, da solo. Esistono numerose leggende infondate secondo cui Israel ben Eliezer era un membro dei ''[[:en:w:Tzadikim Nistarim|nistarim]]'', una società nascosta di ''ba’alei shem'', e aveva ereditato alcuni dei loro manoscritti segreti. Che ci sia o meno del vero in queste leggende dei ''nistarim'', sembra certo che Israel ben Eliezer, il Ba’al Shem Tov, iniziò la sua carriera come uno dei ''ba’alei shem'' che operavano miracoli. Ma poiché si riteneva che avesse straordinari poteri soprannaturali, fu chiamato Ba’al Shem ''Tov'', il "maestro del ''buon'' nome" di Dio, considerato più elevato e spiritualmente più evoluto rispetto ai normali ''ba’alei shem'' che derivavano la loro conoscenza dallo studio intellettuale dei testi cabalistici e magici, non dalle proprie esperienze spirituali e interiori. Testimoni descrivono gli straordinari poteri spirituali del Besht che attirarono molti seguaci: visione remota, capacità di predire il futuro, leggere le vite passate delle persone, ascoltare decreti divini e così via. Questi erano considerati doni della divina provvidenza, da utilizzare a beneficio della popolazione tutta.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 47.</ref> Anche le guarigioni avvenivano non solo attraverso incantesimi e sortilegi, ma attraverso le sue esperienze di preghiera estatica, stato in cui entrava quando pregava con totale ''devekut'' (adesione a Dio). Sembra abbastanza certo che la ragione per cui oggi ricordiamo il Ba’al Shem Tov è che egli non era solo un portatore di incantesimi ma un canale verso i reami divini, guida e protettore delle anime, un anello importante nella catena di trasmissione della conoscenza spirituale lungo le generazioni. === Discepoli === {{vedi anche|w:Dovber di Mezeritch|:en:w:Abraham Gershon of Kitov|:en:w:Jacob Joseph of Polonne|etichetta1=Dovber di Mezeritch|etichetta2=Abraham Gershon di Kitov|etichetta3=Ya’akov Yosef di Polnoy}} Il Besht aveva molti discepoli, ma ce n'erano tre o quattro che gli erano eccezionalmente vicini. Questi erano Rabbi Gershon, suo cognato, che inizialmente non era consapevole della sua grandezza spirituale, Rabbi [[w:Dovber di Mezeritch|Dov Baer]], noto come il Maggid (predicatore) di Mezherich,<ref>Letteralmente ''maggid'' significa “colui che racconta”. Era usato per indicare un angelo, considerato un messaggero di Dio. È stato utilizzato anche in tempi più recenti per indicare il predicatore o il leader della comunità ebraica, in quanto è colui che guida con l'influsso del divino.</ref> e Rabbi [[:en:w:Jacob Joseph of Polonne|Ya’akov Yosef di Polnoy]]. Erano tutti studiosi rinomati che inizialmente si facevano beffe dell'approccio devozionale e non scolastico del Ba’al Shem. Ma tutti furono profondamente commossi dal maestro quando entrarono in contatto con lui. E mentre Dov Baer divenne il successore del Besht, fu Ya’akov Yosef a registrare molti dei detti e delle omelie del suo maestro. La “conversione” o iniziazione di Rabbi Ya’akov Yosef rivela la capacità del maestro di influenzare il discepolo nel profondo. Non comportava un nuovo corso di studi o l'accettazione di nuovi dogmi, ma un cambiamento completo nella personalità e nello stile di vita di Rabbi Ya’akov Yosef: {{citazione|[Ya’akov Yosef] fino ad allora era stato un uomo duro, intraprendente, rigoroso nell'osservanza personale, dedito allo studio, distaccato dalla gente e dai suoi problemi, prone a scatti d'ira e alle affermazioni di autorità... Il cambiamento che il Besht operò nella sua anima fu il punto di svolta della sua vita. Raggiunse il nucleo del suo essere, gli aprì gli occhi su ciò che era stato e rivelò ciò che doveva diventare.|Dresner, ''The Zaddik'', p. 48}} Ci sono diverse storie e tradizioni che descrivono questa conversione. Il Ba’al Shem Tov entrò nella città di Sharogrod dove Ya’akov Yosef era rabbino e, con il suo dono della narrazione, attirò presto un pubblico. Ya’akov Yosef venne a sapere del Ba’al Shem e sentì che stava disturbando la pace radunando così tante persone attorno a sé. Andò ad affrontarlo ma il Ba’al Shem gli raccontò diverse storie: prima una, poi un'altra, poi un'altra ancora. Dopo tre racconti, Ya’akov Yosef “entrò in conversazione con lui e immediatamente ‘fu unito’ a lui”.<ref>Narrato in A. Kahana, ''Sefer ha-hasidut (Book of Piety)'' (Warsaw, n.p., 1922), p. 105; trad. e cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 39.</ref> “Entrare in conversazione” con il suo maestro descrive la loro comunione interiore, da anima ad anima, nella quale egli si “univa” a lui. Ciò implica un'iniziazione spirituale, dove il discepolo si fonde con il suo maestro a livello spirituale e quindi ha sempre la sua guida e protezione interiore. Secondo un’altra leggenda, il Ba’al Shem Tov raccontò a Ya’akov Yosef la storia di un rabbino che aveva picchiato crudelmente un portatore d’acqua, e che poi soffrì per anni perché non riusciva a trovare l’uomo per chiedergli scusa. Ya’akov Yosef si riconobbe nella descrizione del rabbino altezzoso e crudele, e fu profondamente commosso dalla conoscenza da parte di Ba’al Shem della sua colpa più segreta. Possiamo leggere nelle parole stesse di Rabbi Ya’akov Yosef ciò che accadde dopo uno dei suoi primi incontri con il Ba’al Shem Tov, quando si ritrovò a dubitare della spiritualità del Besht: {{citazione|Afterwards, during the prayer, I wept as never before in my life, and I realized that it was not my weeping. Later, when the Besht traveled to the land of Israel, I was left desolate until he returned. Then I began to travel to him and remained for some time with him. The Besht used to say that it was necessary to elevate me. After I had been with him for about five weeks, I asked, “When, sir, will you elevate me?”|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', p. 62, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 45 (dall'ebraico)}} ==== Lettera del Besht a Rabbi Gershon ==== {{clear}} === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} Quando la Bibbia dice che siamo creati “a immagine di Dio”, significa che tutti gli esseri umani condividono lo stesso nucleo divino, il ''ruah ha-kodesh'', che può essere percepito dentro di noi nella contemplazione e nella meditazione. Come ha scritto [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]]:<ref>Citazione da Scholem, ''Major Trends in Jewish Mysticism'', p. 350.</ref> <blockquote><div style="color: teal; text-align: center; font-size: 1.7em;"> ''The story is not ended, it has not yet become history, and<br/> ''the secret life it holds can break out tomorrow in you or<br/> ''in me. Under what aspects this invisible stream of Jewish<br/> ''mysticism will again come to the surface, we cannot tell.''<br/> </blockquote> == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|50%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] 16noncbaggjkrnzjm2ooid4ebmwbesx 453045 453044 2024-04-25T21:04:01Z Monozigote 19063 pic wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Der Kabbalist, aus Sbornik von Maxim Gorki, von E. M. Lilien.svg|580px|''Il Cabalista'', di [[:en:w:Ephraim Moses Lilien|Ephraim Moses Lilien]] (1905)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === Gli ebrei avevano iniziato a emigrare in Polonia, Russia e Ucraina nel XVI secolo, come rifugio dall'oppressione che stavano subendo nell’Europa meridionale. Trovarono un'atmosfera di tolleranza e prosperità in cui la vita ebraica fiorì e lo studio della Torah raggiunse grandi vette con illustri insegnanti. Verso la metà del XVII secolo, tuttavia, le condizioni in Polonia cominciarono a degenerare e nel XVIII secolo la vita era diventata estremamente dura. Nel 1648 il conte ucraino Chmielnicki guidò bande armate di cosacchi in una serie di [[w:Rivolta di Chmel%27nyc%27kyj#Gli ebrei|pogrom contro gli ebrei]] – tra i {{FORMATNUM:100000}} e i {{FORMATNUM:500000}} furono uccisi (nessuno comunque conosce il numero esatto). Seguirono invasioni dalla Svezia e da altri paesi, in cui furono sempre presi di mira gli ebrei. Molte città furono completamente distrutte. La comunità ebraica fu notevolmente indebolita e la vita ebraica andò in declino. Ci fu una vasta oppressione da parte dei nobili e dei funzionari della chiesa, poiché gli ebrei divennero praticamente schiavi, vulnerabili e incapaci di difendersi. Il fascino di figure messianiche come Jacob Frank e Moses Hayim Luzzatto si fece sentire, ma fu limitato a piccoli gruppi di discepoli o comunità specifiche. L'uomo comune non aveva nessuno a cui rivolgersi. ==== Decadimento spirituale ==== Il declino della vita ebraica era visibile anche nel decadimento spirituale interiore, nella corruzione della leadership religiosa e nell'alienazione della gente comune. Tradizionalmente i rabbini avrebbero dovuto fornire guida alla comunità nelle questioni della vita quotidiana e nel culto prescritto. Tuttavia, nel corso del tempo, lo studio della Torah era degenerato in infinite discussioni cavillose su punti delicati del testo e della legge, e i bisogni religiosi della gente comune venivano trascurati. I rabbini studiavano i testi religiosi per ostentare la loro conoscenza e non per aiutare la gente. Servivano i bisogni dei ricchi e trascuravano gli ''am ha-arets'' (il semplice “uomo della terra”). In alcuni casi avevano addirittura acquistato le loro posizioni da funzionari governativi. Le preghiere avevano perso la loro scintilla di spiritualità. Si ripetevano in modo superficiale e mancava la devozione interiore. Lo studioso [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/dresner-samuel-hayim Samuel Dresner] ha condotto uno studio approfondito del primo hasidismo e dell'ambiente religioso e sociale dell'epoca. Attraverso le sue traduzioni degli scritti di Ya’akov Yosef di Polnoy (1710–1784), uno stretto discepolo del Ba’al Shem Tov (il primo maestro chassidico), possiamo ottenere un quadro della degenerazione della vita ebraica durante questo periodo. Racconta la seguente parabola sulla perdita dell'ispirazione spirituale: {{citazione|An apprentice learned his trade from a blacksmith. After he had mastered it, he made a list, point after point, of how to go about his craft. But he neglected to note down that he should first ignite a spark for the fire, as this was obvious.<br/> When he went to work at the king’s palace, he was unable to perform his duties as he had forgotten to light the spark. Finally he returned to his master, who reminded him of the first principle, which he had forgotten.|Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah''<ref>Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah'' (Revealer of the Hidden) (Lemberg, Druker ed., 1866) 16a, ''Ben porat Yosef'' (Son of the Fertile Vine of Yosef) (Balaban ed., n.d.), 17d, 99c; cfr. anche Dresner, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Zaddik/YxnjAAAAMAAJ?hl=en ''The Zaddik''], pp. 34–35.</ref>}} Il fuoco della devozione si era spento a causa della mancanza di guida spirituale. Ya’akov Yosef scrisse in modo eloquente del terribile abisso, del baratro che divideva gli studiosi religiosi dal popolo. Parlava degli abusi dei rabbini e dell'“orgoglio dei dotti” e sottolineava che c'era un urgente bisogno di un legame per sanare questa spaccatura. Usò l'esempio della Shekhinah, lo spirito santo che è in esilio dal suo amato, per illustrare quanto fosse profondo e devastante l'abisso e come influisse anche sul divino. Perché se le persone non hanno un'adeguata guida spirituale, non ci sarà nessuno che le avvicini a Dio. Dio desidera l'amore del Suo popolo, quindi la corruzione della leadership spirituale significa che Dio stesso sperimenta la perdita della loro devozione, “poiché la Shekhinah è in esilio, perché non abbiamo nessun leader, nessuno che ci dia forza”.<ref>Ya’akov Yosef, ''Toldot Ya’akov Yosef'' (Lemberg, Stand ed., 1863), 158d, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 83.</ref> === Il Ba’al Shem Tov === [[File:Besht Signature.jpg|250px|right|Firma del Besht]] {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} Fu in questa atmosfera che tra gli ebrei apparve un diverso tipo di maestro spirituale: il mistico che si staccò dalla complessità della Cabala e dallo studio religioso tradizionale, che offrì la liberazione all'anima dell'uomo comune, che riaccese il fuoco della spiritualità. Si trattava di Israel ben Eliezer, noto come [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] (maestro del buon nome), spesso chiamato semplicemente ''Besht'', acronimo del suo nome. I primi anni di vita del Ba’al Shem Tov sono oscurati dalla leggenda, non diversamente dalle storie dei primi anni di vita di molti santi e santoni in diverse culture. Le prime storie registrate su di lui sono conservate in una raccolta chiamata ''Shivhei ha-Besht'' (tradotta in inglese come ''In Praise of the Ba’al Shem Tov''). Nato nel 1698 a [[w:Okopy (Oblast' di Ternopil')|Okup]], un piccolo villaggio al confine russo-polacco, Israel rimase orfano in tenera età. Da ragazzo sembrava piuttosto ordinario e perfino poco intelligente, e quando crebbe non mostrò affatto la genialità o la comprensione dei testi religiosi che sarebbero richieste ad un uomo pio. Si accontentava invece di vagare nelle foreste godendosi la solitudine e la compagnia degli animali. Una volta terminata la scuola, al giovane Israel fu offerto un lavoro come aiutante nella sinagoga locale. Alla maggior parte delle persone appariva come un sempliciotto. Anche il suo futuro cognato cercò di scoraggiare la sorella dallo sposarlo, nonostante un contratto firmato dal padre, poiché pensava che il giovane Israel ignorasse il Talmud e la legge ebraica. Dopo il matrimonio, Israel trascorse un lungo periodo da recluso, cosa che lo preparò al suo ruolo di maestro spirituale. ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' narra la storia: {{citazione|He lived in a small village and made his living by keeping a tavern. After he brought brandy to his wife he would cross the river Prut and retire into seclusion in a house-like crevice that was cut into the mountain. He used to take one loaf of bread for one meal and eat once a week. He endured this way of life for several years. On the eve of the holy Sabbath he used to return home. His brother-in- law, Rabbi Gershon of Kotov, thought him to be an ignorant and boorish person, and he used to try to persuade his sister to obtain a divorce from him. But she refused since she knew his secret but did not reveal it to anybody.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §19, p. 34}} Successivamente, il Ba’al Shem Tov si trasferì da Okup in un'altra città dove lavorò come assistente dell'insegnante locale. E poi, quando rivelò la sua vera statura spirituale, si trasferì a [[w:Medžybiž|Miedzybozh]], nell'Ucraina occidentale, dove assunse il ruolo di maestro spirituale per un piccolo gruppo di discepoli che scelsero di vivere vicino a lui, e per molti altri che lo avrebbero visitato di tanto in tanto. Visse lì fino alla sua morte nel 1760. {{citazione|From the mid-1730’s on,... the Ba’al Shem Tov appears to be at the center of a group of men who see him as a source of inspiration and authority. These men, referred to in ''Shivhei ha-Besht'' as ''anshei segulato'' [his treasured people] all outranked him in family background, social status, and education... They saw him as having extraordinary mystical and spiritual qualities, as being endowed with inspiration and the gift of prophecy.|[[w:Rachel Elior|Elior]], ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 66}} Una storia in ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' mostra la riverenza con cui veniva tenuto il Besht. Inizia con il Besht che rivela la sua vera identità a uno studente di Rabbi Gershon. Gershon quindi ordina allo studente di andare dalla grande setta di cabalisti della città (che lui chiama hasidim) e anche dal rabbino della comunità e dire quanto segue: {{citazione|“There is a great light living near your community, and it will be worthwhile for you to seek him out and bring him to the town.”<br/> When all the hasidim and the rabbi heard these things, they decided that it must refer to the Besht. . . . All of them went to his village to invite him to come to town. The Besht had foreseen what would happen and he went toward the town as they were going out to see him. When they encountered each other they all went to a certain place in the forest where they made a chair out of the branches of trees. They placed him on the chair and they accepted him as their rabbi. And the Besht said Torah to them.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §15, p. 31. Con “torah” qui probabilmente s'intende un'interpretazione scritturale}} Il tema di una grande anima dissimulata da sempliciotto rustico risuona in molti periodi della storia spirituale ebraica. Molti dei maestri dell'ebraismo sono comparsi sulla scena della vita senza che la loro elevata natura spirituale fosse rivelata. Ad esempio, il profeta Mosè, nel momento in cui Dio lo chiamò a diventare il salvatore degli Israeliti, disse a Dio che era inarticolato, balbuziente, un semplice pastore non certo qualificato per essere una guida di uomini. Lo [[Zohar]] contiene anche molte storie simboliche che mostrano il vero maestro spirituale travestito da semplice “uomo della terra”. Nella serie di racconti che abbiamo letto in precedenza, appare come un mulattiere che accompagna due dotti rabbini in un viaggio. Quando ascolta la loro discussione, interrompe con un'interpretazione più profonda delle Scritture, e loro riconoscono che non è un normale conducente di animali. In un'altra storia, il maestro spirituale appare come un fanciullo. È solo quando parla con grande saggezza agli studiosi riuniti che riconoscono che non è un fanciullo ma il loro grande maestro. Ci sono molti altri esempi simili nella letteratura religiosa ebraica (e cristiana....). === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} Dando uno sguardo più da vicino al Ba’al Shem Tov, dobbiamo esplorare il significato del suo nome. Il termine ''ba’al shem'' era usato già nel XVI secolo per un tipo di cabalista che utilizzava tecniche cabalistiche o “magiche” per proteggere le persone dai demoni e dagli spiriti maligni e per alleviarle da malattie e altri tipi di disgrazie. La fede nei demoni era comune sia tra gli ebrei che tra i non-ebrei in Europa, ed essi cercavano sollievo da fenomeni inspiegabili di cui attribuivano la colpa ai demoni. C’era una convinzione universale che oltrepassava i confini della religione e della classe secondo cui “demonic powers have a vast potential for impairing the health and welfare of human beings. As if that did not suffice, it was further believed that magical means could be used to mobilize these demonic powers and press them into the service of humans”.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 8.</ref> C'erano molti ''ba’alei shem'' che vagavano di villaggio in villaggio offrendo sollievo dalla sfortuna e dall'influenza dei demoni. Erano spesso chiamati cabalisti pratici – coloro che potevano applicare i misteri della Cabala a fini pratici. Oggi potremmo chiamarli maghi o guaritori; esorcizzavano gli spiriti maligni e insegnavano incantesimi che avrebbero protetto i neonati, le donne incinte e le coppie appena sposate dai poteri demoniaci. Conoscevano anche i rimedi naturali per molte malattie. I ciondoli e gli amuleti che crearono utilizzavano varie permutazioni e configurazioni dei nomi di Dio, degli angeli e delle preghiere.<ref>Si trattava di un uso diverso di ''yihudim'' (unificazioni) e ''kavanot' (esercizi di concentrazione) da quelli prescritti dai cabalisti come Luria, che stavano tentando di ristabilire l'equilibrio nel regno divino.</ref> Il ''ba’al ha-shem'' apparso nel tuo villaggio sarebbe intervenuto personalmente presso i cieli per tuo conto, oppure potresti acquistare i libri di incantesimi che vendeva e provare le formule tu stesso, da solo. Esistono numerose leggende infondate secondo cui Israel ben Eliezer era un membro dei ''[[:en:w:Tzadikim Nistarim|nistarim]]'', una società nascosta di ''ba’alei shem'', e aveva ereditato alcuni dei loro manoscritti segreti. Che ci sia o meno del vero in queste leggende dei ''nistarim'', sembra certo che Israel ben Eliezer, il Ba’al Shem Tov, iniziò la sua carriera come uno dei ''ba’alei shem'' che operavano miracoli. Ma poiché si riteneva che avesse straordinari poteri soprannaturali, fu chiamato Ba’al Shem ''Tov'', il "maestro del ''buon'' nome" di Dio, considerato più elevato e spiritualmente più evoluto rispetto ai normali ''ba’alei shem'' che derivavano la loro conoscenza dallo studio intellettuale dei testi cabalistici e magici, non dalle proprie esperienze spirituali e interiori. Testimoni descrivono gli straordinari poteri spirituali del Besht che attirarono molti seguaci: visione remota, capacità di predire il futuro, leggere le vite passate delle persone, ascoltare decreti divini e così via. Questi erano considerati doni della divina provvidenza, da utilizzare a beneficio della popolazione tutta.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 47.</ref> Anche le guarigioni avvenivano non solo attraverso incantesimi e sortilegi, ma attraverso le sue esperienze di preghiera estatica, stato in cui entrava quando pregava con totale ''devekut'' (adesione a Dio). Sembra abbastanza certo che la ragione per cui oggi ricordiamo il Ba’al Shem Tov è che egli non era solo un portatore di incantesimi ma un canale verso i reami divini, guida e protettore delle anime, un anello importante nella catena di trasmissione della conoscenza spirituale lungo le generazioni. === Discepoli === {{vedi anche|w:Dovber di Mezeritch|:en:w:Abraham Gershon of Kitov|:en:w:Jacob Joseph of Polonne|etichetta1=Dovber di Mezeritch|etichetta2=Abraham Gershon di Kitov|etichetta3=Ya’akov Yosef di Polnoy}} Il Besht aveva molti discepoli, ma ce n'erano tre o quattro che gli erano eccezionalmente vicini. Questi erano Rabbi Gershon, suo cognato, che inizialmente non era consapevole della sua grandezza spirituale, Rabbi [[w:Dovber di Mezeritch|Dov Baer]], noto come il Maggid (predicatore) di Mezherich,<ref>Letteralmente ''maggid'' significa “colui che racconta”. Era usato per indicare un angelo, considerato un messaggero di Dio. È stato utilizzato anche in tempi più recenti per indicare il predicatore o il leader della comunità ebraica, in quanto è colui che guida con l'influsso del divino.</ref> e Rabbi [[:en:w:Jacob Joseph of Polonne|Ya’akov Yosef di Polnoy]]. Erano tutti studiosi rinomati che inizialmente si facevano beffe dell'approccio devozionale e non scolastico del Ba’al Shem. Ma tutti furono profondamente commossi dal maestro quando entrarono in contatto con lui. E mentre Dov Baer divenne il successore del Besht, fu Ya’akov Yosef a registrare molti dei detti e delle omelie del suo maestro. La “conversione” o iniziazione di Rabbi Ya’akov Yosef rivela la capacità del maestro di influenzare il discepolo nel profondo. Non comportava un nuovo corso di studi o l'accettazione di nuovi dogmi, ma un cambiamento completo nella personalità e nello stile di vita di Rabbi Ya’akov Yosef: {{citazione|[Ya’akov Yosef] fino ad allora era stato un uomo duro, intraprendente, rigoroso nell'osservanza personale, dedito allo studio, distaccato dalla gente e dai suoi problemi, prone a scatti d'ira e alle affermazioni di autorità... Il cambiamento che il Besht operò nella sua anima fu il punto di svolta della sua vita. Raggiunse il nucleo del suo essere, gli aprì gli occhi su ciò che era stato e rivelò ciò che doveva diventare.|Dresner, ''The Zaddik'', p. 48}} Ci sono diverse storie e tradizioni che descrivono questa conversione. Il Ba’al Shem Tov entrò nella città di Sharogrod dove Ya’akov Yosef era rabbino e, con il suo dono della narrazione, attirò presto un pubblico. Ya’akov Yosef venne a sapere del Ba’al Shem e sentì che stava disturbando la pace radunando così tante persone attorno a sé. Andò ad affrontarlo ma il Ba’al Shem gli raccontò diverse storie: prima una, poi un'altra, poi un'altra ancora. Dopo tre racconti, Ya’akov Yosef “entrò in conversazione con lui e immediatamente ‘fu unito’ a lui”.<ref>Narrato in A. Kahana, ''Sefer ha-hasidut (Book of Piety)'' (Warsaw, n.p., 1922), p. 105; trad. e cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 39.</ref> “Entrare in conversazione” con il suo maestro descrive la loro comunione interiore, da anima ad anima, nella quale egli si “univa” a lui. Ciò implica un'iniziazione spirituale, dove il discepolo si fonde con il suo maestro a livello spirituale e quindi ha sempre la sua guida e protezione interiore. Secondo un’altra leggenda, il Ba’al Shem Tov raccontò a Ya’akov Yosef la storia di un rabbino che aveva picchiato crudelmente un portatore d’acqua, e che poi soffrì per anni perché non riusciva a trovare l’uomo per chiedergli scusa. Ya’akov Yosef si riconobbe nella descrizione del rabbino altezzoso e crudele, e fu profondamente commosso dalla conoscenza da parte di Ba’al Shem della sua colpa più segreta. Possiamo leggere nelle parole stesse di Rabbi Ya’akov Yosef ciò che accadde dopo uno dei suoi primi incontri con il Ba’al Shem Tov, quando si ritrovò a dubitare della spiritualità del Besht: {{citazione|Afterwards, during the prayer, I wept as never before in my life, and I realized that it was not my weeping. Later, when the Besht traveled to the land of Israel, I was left desolate until he returned. Then I began to travel to him and remained for some time with him. The Besht used to say that it was necessary to elevate me. After I had been with him for about five weeks, I asked, “When, sir, will you elevate me?”|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', p. 62, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 45 (dall'ebraico)}} ==== Lettera del Besht a Rabbi Gershon ==== {{clear}} === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} Quando la Bibbia dice che siamo creati “a immagine di Dio”, significa che tutti gli esseri umani condividono lo stesso nucleo divino, il ''ruah ha-kodesh'', che può essere percepito dentro di noi nella contemplazione e nella meditazione. Come ha scritto [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]]:<ref>Citazione da Scholem, ''Major Trends in Jewish Mysticism'', p. 350.</ref> <blockquote><div style="color: teal; text-align: center; font-size: 1.7em;"> ''The story is not ended, it has not yet become history, and<br/> ''the secret life it holds can break out tomorrow in you or<br/> ''in me. Under what aspects this invisible stream of Jewish<br/> ''mysticism will again come to the surface, we cannot tell.''<br/> </blockquote> == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|50%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] 358vomfhxwtdnb7668jzkzd6zgvfq72 453049 453045 2024-04-26T11:13:52Z Monozigote 19063 /* Discepoli */ testo wikitext text/x-wiki {{Ispirazione mistica}} {{Immagine grande|Der Kabbalist, aus Sbornik von Maxim Gorki, von E. M. Lilien.svg|580px|''Il Cabalista'', di [[:en:w:Ephraim Moses Lilien|Ephraim Moses Lilien]] (1905)}} == Hasidismo: Un nuovo paradigma == {{vedi anche|Rivelazione e Cabala|Messianismo Chabad e la redenzione del mondo|Ebraismo chassidico}} === Lo Tsadik come fondamento del mondo === Dopo l'età d'oro di Safed nel XVI secolo, la Cabala si diffuse ulteriormente nella società ebraica europea nei secoli XVII e XVIII, trasformata attraverso gli insegnamenti di Isaac Luria. Le associazioni di cabalisti continuarono a incontrarsi in piccoli gruppi proprio come ai tempi di Luria; il simbolismo e la teosofia di Luria penetrarono tutta la vita ebraica, anche tra i noncabalisti. Gli insegnamenti esoterici furono trasmessi da maestro a discepolo, da una generazione all'altra. I cabalisti erano un'élite di persone colte, interessate al simbolismo astratto di Dio e ai reami divini; lo scopo delle loro meditazioni era influenzare le relazioni di potere all'interno del reame divino e stimolare la venuta del messia. Sebbene nel sedicesimo secolo Rabbi [[w:Judah Loew|Judah Loew]] di Praga (il Maharal) avesse aperto la strada alla semplificazione della Cabala e a renderla rilevante per l'uomo comune, la maggioranza dei cabalisti aderiva ancora al vecchio modello. Lo stile di vita dei cabalisti era chiamato ''[[:en:w:Hasidut|hasidut]]'' (pietà) e i membri delle comunità cabalistiche erano spesso chiamati ''hasidim'', il termine usato per mistici e devoti in molti periodi storici. “Their purpose was to hasten redemption of the Shekhinah by withdrawing themselves from this world – the world of evil and exile – and seek proximity to the higher realms, of good and redemption”.<ref>Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 34.</ref> I hasidim cabalisti erano caratterizzati dal loro status di élite, dallo stile di vita ascetico e da pratiche complesse e segrete. Poiché il movimento hasidico che più tardi si sviluppò nella Polonia del XVIII secolo condivideva per i suoi aderenti la stessa terminologia dei hasidim cabalisti, gli studiosi hanno spesso chiamato i hasidim cabalisti ''"hasidim vecchio stile"''. In un certo senso, il hasidismo era una continuazione della Cabala, ma ne tolse l'eccessivo simbolismo, il rigido ascetismo e le complicate forme di culto e meditazione. Al posto delle penitenze ascetiche della Cabala, il hasidismo sottolineava un culto basato sulla gioia. La via per raggiungere Dio si trasformò da dottrina segreta per l'élite in un movimento popolare incentrato sui maestri viventi, o ''[[w:zaddiq|tsadikim]]'', che fungevano da intermediari per i loro discepoli con i reami divini. Il hasidismo, quindi, era (e continua ad essere) l'anello più recente nella catena del misticismo ebraico che si estende dall'antica letteratura e pratiche heikhalot e merkavah, alla prima e successiva Cabala, fino al diciottesimo secolo e al mondo moderno. Tuttavia è anche rivoluzionario in quanto applica i principi cabalistici alla popolazione in generale, portando il divino in ogni aspetto della vita in modo che tutta l'esistenza sia toccata dalla dimensione spirituale e ogni persona abbia il potenziale per essere redenta. La Cabala era stata screditata in una certa misura a causa della sua associazione con Sabbatai Zevi. Tuttavia, molti ebrei erano ancora profondamente influenzati dalla pretesa messianica di Sabbatai e dal suo uso del simbolismo cabalistico nello spiegare la sua missione di liberare il bene e il santo dal reame del male. Spesso c’era confusione nella mente delle masse su quali aspetti degli insegnamenti di Sabbatai potessero essere preservati e quali invece dovessero essere respinti. La paura di essere collegati a Sabbatai e ai suoi seguaci spinse la Cabala ancora più nella clandestinità, nella sicurezza di piccoli gruppi elitari di cabalisti in cui tutti si conoscevano intimamente. E, per quanto Sabbatai fosse ufficialmente denigrato, e perfino pronunciare il suo nome fosse diventato un tabù, il concetto del maestro incarnato in Sabbatai – come un essere quasi soprannaturale che, attraverso la sua influenza spirituale, poteva salvare le anime – anticipò il concetto hasidico dello tsadik. In effetti, è probabile che se Sabbatai non fosse esistito, non ci sarebbero stati precedenti per l'accettazione di un mediatore umano con il divino nella misura in cui fu adottato nel hasidismo. È come se, per una certa ironia della storia, fosse lui stesso il modello dello tsadik. === Contesto sociale === Gli ebrei avevano iniziato a emigrare in Polonia, Russia e Ucraina nel XVI secolo, come rifugio dall'oppressione che stavano subendo nell’Europa meridionale. Trovarono un'atmosfera di tolleranza e prosperità in cui la vita ebraica fiorì e lo studio della Torah raggiunse grandi vette con illustri insegnanti. Verso la metà del XVII secolo, tuttavia, le condizioni in Polonia cominciarono a degenerare e nel XVIII secolo la vita era diventata estremamente dura. Nel 1648 il conte ucraino Chmielnicki guidò bande armate di cosacchi in una serie di [[w:Rivolta di Chmel%27nyc%27kyj#Gli ebrei|pogrom contro gli ebrei]] – tra i {{FORMATNUM:100000}} e i {{FORMATNUM:500000}} furono uccisi (nessuno comunque conosce il numero esatto). Seguirono invasioni dalla Svezia e da altri paesi, in cui furono sempre presi di mira gli ebrei. Molte città furono completamente distrutte. La comunità ebraica fu notevolmente indebolita e la vita ebraica andò in declino. Ci fu una vasta oppressione da parte dei nobili e dei funzionari della chiesa, poiché gli ebrei divennero praticamente schiavi, vulnerabili e incapaci di difendersi. Il fascino di figure messianiche come Jacob Frank e Moses Hayim Luzzatto si fece sentire, ma fu limitato a piccoli gruppi di discepoli o comunità specifiche. L'uomo comune non aveva nessuno a cui rivolgersi. ==== Decadimento spirituale ==== Il declino della vita ebraica era visibile anche nel decadimento spirituale interiore, nella corruzione della leadership religiosa e nell'alienazione della gente comune. Tradizionalmente i rabbini avrebbero dovuto fornire guida alla comunità nelle questioni della vita quotidiana e nel culto prescritto. Tuttavia, nel corso del tempo, lo studio della Torah era degenerato in infinite discussioni cavillose su punti delicati del testo e della legge, e i bisogni religiosi della gente comune venivano trascurati. I rabbini studiavano i testi religiosi per ostentare la loro conoscenza e non per aiutare la gente. Servivano i bisogni dei ricchi e trascuravano gli ''am ha-arets'' (il semplice “uomo della terra”). In alcuni casi avevano addirittura acquistato le loro posizioni da funzionari governativi. Le preghiere avevano perso la loro scintilla di spiritualità. Si ripetevano in modo superficiale e mancava la devozione interiore. Lo studioso [https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/dresner-samuel-hayim Samuel Dresner] ha condotto uno studio approfondito del primo hasidismo e dell'ambiente religioso e sociale dell'epoca. Attraverso le sue traduzioni degli scritti di Ya’akov Yosef di Polnoy (1710–1784), uno stretto discepolo del Ba’al Shem Tov (il primo maestro chassidico), possiamo ottenere un quadro della degenerazione della vita ebraica durante questo periodo. Racconta la seguente parabola sulla perdita dell'ispirazione spirituale: {{citazione|An apprentice learned his trade from a blacksmith. After he had mastered it, he made a list, point after point, of how to go about his craft. But he neglected to note down that he should first ignite a spark for the fire, as this was obvious.<br/> When he went to work at the king’s palace, he was unable to perform his duties as he had forgotten to light the spark. Finally he returned to his master, who reminded him of the first principle, which he had forgotten.|Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah''<ref>Ya’akov Yosef, ''Tsofenat paneah'' (Revealer of the Hidden) (Lemberg, Druker ed., 1866) 16a, ''Ben porat Yosef'' (Son of the Fertile Vine of Yosef) (Balaban ed., n.d.), 17d, 99c; cfr. anche Dresner, [https://www.google.co.uk/books/edition/The_Zaddik/YxnjAAAAMAAJ?hl=en ''The Zaddik''], pp. 34–35.</ref>}} Il fuoco della devozione si era spento a causa della mancanza di guida spirituale. Ya’akov Yosef scrisse in modo eloquente del terribile abisso, del baratro che divideva gli studiosi religiosi dal popolo. Parlava degli abusi dei rabbini e dell'“orgoglio dei dotti” e sottolineava che c'era un urgente bisogno di un legame per sanare questa spaccatura. Usò l'esempio della Shekhinah, lo spirito santo che è in esilio dal suo amato, per illustrare quanto fosse profondo e devastante l'abisso e come influisse anche sul divino. Perché se le persone non hanno un'adeguata guida spirituale, non ci sarà nessuno che le avvicini a Dio. Dio desidera l'amore del Suo popolo, quindi la corruzione della leadership spirituale significa che Dio stesso sperimenta la perdita della loro devozione, “poiché la Shekhinah è in esilio, perché non abbiamo nessun leader, nessuno che ci dia forza”.<ref>Ya’akov Yosef, ''Toldot Ya’akov Yosef'' (Lemberg, Stand ed., 1863), 158d, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 83.</ref> === Il Ba’al Shem Tov === [[File:Besht Signature.jpg|250px|right|Firma del Besht]] {{vedi pedia|Ba'al Shem Tov}} Fu in questa atmosfera che tra gli ebrei apparve un diverso tipo di maestro spirituale: il mistico che si staccò dalla complessità della Cabala e dallo studio religioso tradizionale, che offrì la liberazione all'anima dell'uomo comune, che riaccese il fuoco della spiritualità. Si trattava di Israel ben Eliezer, noto come [[w:Ba'al Shem Tov|Ba’al Shem Tov]] (maestro del buon nome), spesso chiamato semplicemente ''Besht'', acronimo del suo nome. I primi anni di vita del Ba’al Shem Tov sono oscurati dalla leggenda, non diversamente dalle storie dei primi anni di vita di molti santi e santoni in diverse culture. Le prime storie registrate su di lui sono conservate in una raccolta chiamata ''Shivhei ha-Besht'' (tradotta in inglese come ''In Praise of the Ba’al Shem Tov''). Nato nel 1698 a [[w:Okopy (Oblast' di Ternopil')|Okup]], un piccolo villaggio al confine russo-polacco, Israel rimase orfano in tenera età. Da ragazzo sembrava piuttosto ordinario e perfino poco intelligente, e quando crebbe non mostrò affatto la genialità o la comprensione dei testi religiosi che sarebbero richieste ad un uomo pio. Si accontentava invece di vagare nelle foreste godendosi la solitudine e la compagnia degli animali. Una volta terminata la scuola, al giovane Israel fu offerto un lavoro come aiutante nella sinagoga locale. Alla maggior parte delle persone appariva come un sempliciotto. Anche il suo futuro cognato cercò di scoraggiare la sorella dallo sposarlo, nonostante un contratto firmato dal padre, poiché pensava che il giovane Israel ignorasse il Talmud e la legge ebraica. Dopo il matrimonio, Israel trascorse un lungo periodo da recluso, cosa che lo preparò al suo ruolo di maestro spirituale. ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' narra la storia: {{citazione|He lived in a small village and made his living by keeping a tavern. After he brought brandy to his wife he would cross the river Prut and retire into seclusion in a house-like crevice that was cut into the mountain. He used to take one loaf of bread for one meal and eat once a week. He endured this way of life for several years. On the eve of the holy Sabbath he used to return home. His brother-in- law, Rabbi Gershon of Kotov, thought him to be an ignorant and boorish person, and he used to try to persuade his sister to obtain a divorce from him. But she refused since she knew his secret but did not reveal it to anybody.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §19, p. 34}} Successivamente, il Ba’al Shem Tov si trasferì da Okup in un'altra città dove lavorò come assistente dell'insegnante locale. E poi, quando rivelò la sua vera statura spirituale, si trasferì a [[w:Medžybiž|Miedzybozh]], nell'Ucraina occidentale, dove assunse il ruolo di maestro spirituale per un piccolo gruppo di discepoli che scelsero di vivere vicino a lui, e per molti altri che lo avrebbero visitato di tanto in tanto. Visse lì fino alla sua morte nel 1760. {{citazione|From the mid-1730’s on,... the Ba’al Shem Tov appears to be at the center of a group of men who see him as a source of inspiration and authority. These men, referred to in ''Shivhei ha-Besht'' as ''anshei segulato'' [his treasured people] all outranked him in family background, social status, and education... They saw him as having extraordinary mystical and spiritual qualities, as being endowed with inspiration and the gift of prophecy.|[[w:Rachel Elior|Elior]], ''Mystical Origins of Hasidism'', p. 66}} Una storia in ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' mostra la riverenza con cui veniva tenuto il Besht. Inizia con il Besht che rivela la sua vera identità a uno studente di Rabbi Gershon. Gershon quindi ordina allo studente di andare dalla grande setta di cabalisti della città (che lui chiama hasidim) e anche dal rabbino della comunità e dire quanto segue: {{citazione|“There is a great light living near your community, and it will be worthwhile for you to seek him out and bring him to the town.”<br/> When all the hasidim and the rabbi heard these things, they decided that it must refer to the Besht. . . . All of them went to his village to invite him to come to town. The Besht had foreseen what would happen and he went toward the town as they were going out to see him. When they encountered each other they all went to a certain place in the forest where they made a chair out of the branches of trees. They placed him on the chair and they accepted him as their rabbi. And the Besht said Torah to them.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §15, p. 31. Con “torah” qui probabilmente s'intende un'interpretazione scritturale}} Il tema di una grande anima dissimulata da sempliciotto rustico risuona in molti periodi della storia spirituale ebraica. Molti dei maestri dell'ebraismo sono comparsi sulla scena della vita senza che la loro elevata natura spirituale fosse rivelata. Ad esempio, il profeta Mosè, nel momento in cui Dio lo chiamò a diventare il salvatore degli Israeliti, disse a Dio che era inarticolato, balbuziente, un semplice pastore non certo qualificato per essere una guida di uomini. Lo [[Zohar]] contiene anche molte storie simboliche che mostrano il vero maestro spirituale travestito da semplice “uomo della terra”. Nella serie di racconti che abbiamo letto in precedenza, appare come un mulattiere che accompagna due dotti rabbini in un viaggio. Quando ascolta la loro discussione, interrompe con un'interpretazione più profonda delle Scritture, e loro riconoscono che non è un normale conducente di animali. In un'altra storia, il maestro spirituale appare come un fanciullo. È solo quando parla con grande saggezza agli studiosi riuniti che riconoscono che non è un fanciullo ma il loro grande maestro. Ci sono molti altri esempi simili nella letteratura religiosa ebraica (e cristiana....). === Ba’alei shem: Maestri del Nome === {{vedi anche|:en:w:Tzadikim Nistarim|etichetta1=Tzadikim Nistarim}} Dando uno sguardo più da vicino al Ba’al Shem Tov, dobbiamo esplorare il significato del suo nome. Il termine ''ba’al shem'' era usato già nel XVI secolo per un tipo di cabalista che utilizzava tecniche cabalistiche o “magiche” per proteggere le persone dai demoni e dagli spiriti maligni e per alleviarle da malattie e altri tipi di disgrazie. La fede nei demoni era comune sia tra gli ebrei che tra i non-ebrei in Europa, ed essi cercavano sollievo da fenomeni inspiegabili di cui attribuivano la colpa ai demoni. C’era una convinzione universale che oltrepassava i confini della religione e della classe secondo cui “demonic powers have a vast potential for impairing the health and welfare of human beings. As if that did not suffice, it was further believed that magical means could be used to mobilize these demonic powers and press them into the service of humans”.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 8.</ref> C'erano molti ''ba’alei shem'' che vagavano di villaggio in villaggio offrendo sollievo dalla sfortuna e dall'influenza dei demoni. Erano spesso chiamati cabalisti pratici – coloro che potevano applicare i misteri della Cabala a fini pratici. Oggi potremmo chiamarli maghi o guaritori; esorcizzavano gli spiriti maligni e insegnavano incantesimi che avrebbero protetto i neonati, le donne incinte e le coppie appena sposate dai poteri demoniaci. Conoscevano anche i rimedi naturali per molte malattie. I ciondoli e gli amuleti che crearono utilizzavano varie permutazioni e configurazioni dei nomi di Dio, degli angeli e delle preghiere.<ref>Si trattava di un uso diverso di ''yihudim'' (unificazioni) e ''kavanot' (esercizi di concentrazione) da quelli prescritti dai cabalisti come Luria, che stavano tentando di ristabilire l'equilibrio nel regno divino.</ref> Il ''ba’al ha-shem'' apparso nel tuo villaggio sarebbe intervenuto personalmente presso i cieli per tuo conto, oppure potresti acquistare i libri di incantesimi che vendeva e provare le formule tu stesso, da solo. Esistono numerose leggende infondate secondo cui Israel ben Eliezer era un membro dei ''[[:en:w:Tzadikim Nistarim|nistarim]]'', una società nascosta di ''ba’alei shem'', e aveva ereditato alcuni dei loro manoscritti segreti. Che ci sia o meno del vero in queste leggende dei ''nistarim'', sembra certo che Israel ben Eliezer, il Ba’al Shem Tov, iniziò la sua carriera come uno dei ''ba’alei shem'' che operavano miracoli. Ma poiché si riteneva che avesse straordinari poteri soprannaturali, fu chiamato Ba’al Shem ''Tov'', il "maestro del ''buon'' nome" di Dio, considerato più elevato e spiritualmente più evoluto rispetto ai normali ''ba’alei shem'' che derivavano la loro conoscenza dallo studio intellettuale dei testi cabalistici e magici, non dalle proprie esperienze spirituali e interiori. Testimoni descrivono gli straordinari poteri spirituali del Besht che attirarono molti seguaci: visione remota, capacità di predire il futuro, leggere le vite passate delle persone, ascoltare decreti divini e così via. Questi erano considerati doni della divina provvidenza, da utilizzare a beneficio della popolazione tutta.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 47.</ref> Anche le guarigioni avvenivano non solo attraverso incantesimi e sortilegi, ma attraverso le sue esperienze di preghiera estatica, stato in cui entrava quando pregava con totale ''devekut'' (adesione a Dio). Sembra abbastanza certo che la ragione per cui oggi ricordiamo il Ba’al Shem Tov è che egli non era solo un portatore di incantesimi ma un canale verso i reami divini, guida e protettore delle anime, un anello importante nella catena di trasmissione della conoscenza spirituale lungo le generazioni. === Discepoli === {{vedi anche|w:Dovber di Mezeritch|:en:w:Abraham Gershon of Kitov|:en:w:Jacob Joseph of Polonne|etichetta1=Dovber di Mezeritch|etichetta2=Abraham Gershon di Kitov|etichetta3=Ya’akov Yosef di Polnoy}} Il Besht aveva molti discepoli, ma ce n'erano tre o quattro che gli erano eccezionalmente vicini. Questi erano Rabbi Gershon, suo cognato, che inizialmente non era consapevole della sua grandezza spirituale, Rabbi [[w:Dovber di Mezeritch|Dov Baer]], noto come il Maggid (predicatore) di Mezherich,<ref>Letteralmente ''maggid'' significa “colui che racconta”. Era usato per indicare un angelo, considerato un messaggero di Dio. È stato utilizzato anche in tempi più recenti per indicare il predicatore o il leader della comunità ebraica, in quanto è colui che guida con l'influsso del divino.</ref> e Rabbi [[:en:w:Jacob Joseph of Polonne|Ya’akov Yosef di Polnoy]]. Erano tutti studiosi rinomati che inizialmente si facevano beffe dell'approccio devozionale e non scolastico del Ba’al Shem. Ma tutti furono profondamente commossi dal maestro quando entrarono in contatto con lui. E mentre Dov Baer divenne il successore del Besht, fu Ya’akov Yosef a registrare molti dei detti e delle omelie del suo maestro. La “conversione” o iniziazione di Rabbi Ya’akov Yosef rivela la capacità del maestro di influenzare il discepolo nel profondo. Non comportava un nuovo corso di studi o l'accettazione di nuovi dogmi, ma un cambiamento completo nella personalità e nello stile di vita di Rabbi Ya’akov Yosef: {{citazione|[Ya’akov Yosef] fino ad allora era stato un uomo duro, intraprendente, rigoroso nell'osservanza personale, dedito allo studio, distaccato dalla gente e dai suoi problemi, prone a scatti d'ira e alle affermazioni di autorità... Il cambiamento che il Besht operò nella sua anima fu il punto di svolta della sua vita. Raggiunse il nucleo del suo essere, gli aprì gli occhi su ciò che era stato e rivelò ciò che doveva diventare.|Dresner, ''The Zaddik'', p. 48}} Ci sono diverse storie e tradizioni che descrivono questa conversione. Il Ba’al Shem Tov entrò nella città di Sharogrod dove Ya’akov Yosef era rabbino e, con il suo dono della narrazione, attirò presto un pubblico. Ya’akov Yosef venne a sapere del Ba’al Shem e sentì che stava disturbando la pace radunando così tante persone attorno a sé. Andò ad affrontarlo ma il Ba’al Shem gli raccontò diverse storie: prima una, poi un'altra, poi un'altra ancora. Dopo tre racconti, Ya’akov Yosef “entrò in conversazione con lui e immediatamente ‘fu unito’ a lui”.<ref>Narrato in A. Kahana, ''Sefer ha-hasidut (Book of Piety)'' (Warsaw, n.p., 1922), p. 105; trad. e cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 39.</ref> “Entrare in conversazione” con il suo maestro descrive la loro comunione interiore, da anima ad anima, nella quale egli si “univa” a lui. Ciò implica un'iniziazione spirituale, dove il discepolo si fonde con il suo maestro a livello spirituale e quindi ha sempre la sua guida e protezione interiore. Secondo un’altra leggenda, il Ba’al Shem Tov raccontò a Ya’akov Yosef la storia di un rabbino che aveva picchiato crudelmente un portatore d’acqua, e che poi soffrì per anni perché non riusciva a trovare l’uomo per chiedergli scusa. Ya’akov Yosef si riconobbe nella descrizione del rabbino altezzoso e crudele, e fu profondamente commosso dalla conoscenza da parte di Ba’al Shem della sua colpa più segreta. Possiamo leggere nelle parole stesse di Rabbi Ya’akov Yosef ciò che accadde dopo uno dei suoi primi incontri con il Ba’al Shem Tov, quando si ritrovò a dubitare della spiritualità del Besht: {{citazione|Afterwards, during the prayer, I wept as never before in my life, and I realized that it was not my weeping. Later, when the Besht traveled to the land of Israel, I was left desolate until he returned. Then I began to travel to him and remained for some time with him. The Besht used to say that it was necessary to elevate me. After I had been with him for about five weeks, I asked, “When, sir, will you elevate me?”|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', p. 62, cit. in Dresner, ''The Zaddik'', p. 45 (dall'ebraico)}} Rabbi [[w:Dovber di Mezeritch|Dov Baer, il Maggid di Mezherich]], fu testimone dello stato di estasi del Besht durante la sua prima visita a lui. Fu questa esperienza che portò questo grande studioso e mistico, cabalista e asceta che era stato un predicatore professionista e leader delle preghiere in molte comunità, nell’orbita del Ba’al Shem Tov, al quale divenne totalmente devoto. Secondo la tradizione, il Maggid incontrò probabilmente il Besht nel 1753. Le circostanze non sono del tutto chiare, ma ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'' narra che il Maggid non stava bene, a causa delle eccessive austerità e dei digiuni che praticava, e un altro hasid gli consigliò di cercare una cura dal Besht. Rimase vicino al Besht durante il suo periodo di convalescenza, e in un'occasione il Besht lo chiamò per leggere la Cabala con lui. Il Maggid lesse un paio di pagine e il Besht lo interruppe dicendo: {{citazione|Not like that, I shall read it out to you! He began to read, and while he read he trembled. He rose and said: “We are dealing with the affairs of the merkavah and I am sitting down.” So he stood up and continued to read.<br/> As he was talking he lay me down in the shape of a circle on the bed. I was not able to see him anymore. I only heard voices and saw frightening flashes and flares. And so it was for about two hours. I grew very frightened and that fear caused me to feel faint.|Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §62, p. 83, con rif. alla versione in Etkes, ''The Besht'', p. 183}} Il difetto del Maggid era che cercava di interpretare il testo intellettualmente, ma quando il Besht prese il libro e lo lesse, dimostrò la necessità di avvicinarlo nel senso di una rivelazione. Il Besht lo portò al livello interiore che Mosè aveva sperimentato sul Monte Sinai – dove udì suoni e vide fulmini dentro di sé – e che Ezechiele aveva percepito nella sua ascesa spirituale. E fu allora che il Maggid divenne discepolo del Besht, in virtù dell'esperienza interiore che gli trasmise. In un'altra occasione, in uno dei giorni santi, il Maggid si ammalò e lasciò presto la sala di preghiera, continuando le sue preghiere in una piccola stanza vicina. Prima di una parte del servizio, il Besht entrò nella stanza per indossare il suo ''kittel'', la veste normalmente indossata nei giorni più sacri: {{citazione|And the Maggid said that he realized the Besht was inspired by the Shekhinah, and that he was not in this world. And when the Besht put on his ''kittel'', it wrinkled around his shoulders. The great Maggid grasped the kittel in order to straighten it, and when he touched the Besht he himself began to tremble. He held on to the table that was there and the table began to tremble with him as well. The Besht went away, but this kept on until he prayed to the Blessed Lord, that he free him from this trembling, for he could no longer endure it.|Ben-Amos e Mintz, ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §36, p. 51}} Ci sono altre storie che descrivono gli stati estatici in cui entrava il Besht durante le sue preghiere. Sembrava non essere in questo mondo e gli altri venivano attratti da lui dalla forza del suo magnetismo. C'è inoltre una leggenda secondo cui, mentre il Besht stava pregando durante lo [[w:Yom Kippur|Yom Kippur]], il giorno più sacro del calendario ebraico, la sua coscienza entrò nei mondi interiori e vide che c'era un duro decreto divino contro gli ebrei perché le loro preghiere erano state bloccate ad un livello intermedio e non avevano raggiunto Dio. Racconta la sua esperienza: {{citazione|I had just one more gate to pass in order to arrive before the blessed Lord, blessed be He, and in that palace I found the prayers of fifty years which had not risen to their destination, and now that we had prayed on this Yom Kippur with proper kavanah all the prayers ascended and each prayer glowed as the bright dawn. I asked the prayers, “Why did you not rise beforehand?” They replied, “We were ordered to await Your Eminence to guide us.” I said to them, “Come with me.” And the gate was open.|Tradotto {{Lingue|en}} in Etkes, ''The Besht'', p. 92, con rif. a Ben-Amos e Mintz, trad. & cur., ''In Praise of the Ba’al Shem Tov'', §41, p. 56}} Poi descrive il superamento di un altro ostacolo quando un angelo arriva e chiude il cancello e non permette alle preghiere di salire. Allora chiede aiuto al Messia, che gli dà due nomi santi. Ciò gli permette di rilasciare il chiavistello e aprire il cancello e guidare nelle preghiere. Di conseguenza, il decreto negativo contro il popolo fu annullato. Questa leggenda rafforza il ruolo del Ba’al Shem Tov come guida spirituale degli ebrei, che assicura alle loro preghiere di raggiungere a destinazione – un modo simbolico per descrivere il suo ruolo di protettore del popolo, usando lo stesso simbolismo delle preghiere che salgono da un reame superno al successivo e che troviamo nella letteratura heikhalot. Anche il messia funge da aiutante del Ba’al Shem. È il Ba’al Shem che assume il ruolo di redentore. Sembrava considerarsi anche “un ponte e un tramite tra l’esistenza terrena e i mondi superiori”.<ref>Etkes, ''The Besht'', p. 110.</ref> Soprattutto, il Ba’al Shem Tov incarnava le qualità dell'amore e dell'impegno al benessere dei suoi discepoli. Quando conversava con loro, provavano un senso di comunione totale, di fusione di anima in anima, e quindi nell'anima divina. Tale è il significato della seguente storia raccontata sul Besht: {{citazione|Every evening after prayer the Ba’al Shem went to his room. Two candles were set in front of him and the mysterious Book of Creation ''[Sefer yetsirah]'' put on the table among other books. Then all those who needed his counsel were admitted in a body, and he spoke with them until the eleventh hour.<br/> One evening when the people left, one of them said to the man beside him how much good the words which the Ba’al Shem had directed to him had done him. But the other told him not to talk such nonsense, that they had entered the room together and from that moment on the master had spoken to no one except himself. A third, who had heard this, joined in the conversation with a smile, saying how curious that both were mistaken, for the rabbi had carried on an intimate conversation with him the entire evening. Then a fourth and a fifth made the same claim, and finally all began to talk at once and tell what they had experienced. But the next instant they all fell silent|Narrato in Dresner, ''The Zaddik'', pp. 189–190}} Leggendo i resoconti di Ya’akov Yosef, Dov Baer e altri, si ottiene un quadro completo dell'uomo: {{citazione|Above all, one gets a sense of the Ba’al Shem Tov’s ability to blur the borders between the divine and the human, between the fantastic and the real. . . . He was a man whose soul ascended to heaven, conversed with the inhabitants of the higher worlds, and learned their wisdom; he strolled in the Garden of Eden, but inspired his followers on earth with a profound sense of freedom, imagination, and creativity powered by the infinite resources of language as the link between man and God. He saw himself as part of the mystical chain of people who cross the line between earth and heaven – prophets and kabbalists, thinkers and visionaries, redeemers and messianic figures – and return inspired with novel ideas that reconfigure the relations between the heavenly and the earthly, new knowledge of God, and original insights that transform the world.|Elior, ''Mystical Origins of Hasidism'', pp. 66–67}} ==== Lettera del Besht a Rabbi Gershon ==== {{clear}} === La dottrina dello Tsadik === === Insegnamenti === === Fonte di grazia e saggezza === === La corte del Rebbe === === Rabbi Nahman di Bratslav === {{vedi pedia|Nachman di Breslov}} === Rabbi Shneur Zalman di Liadi e Habad-Lubavitch === {{vedi pedia|Shneur Zalman|Chabad Lubavitch}} === Altri Tsadikim === === La storia infinita === [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|left|28px|Albero della Vita]] [[File:Tree-of-Life Flower-of-Life Stage.svg|right|28px|Albero della Vita]] {{vedi anche|w:Template:Cabala|etichetta1=TABELLA CABALA: tutte le voci su Wikipedia}} {{clear}} Quando la Bibbia dice che siamo creati “a immagine di Dio”, significa che tutti gli esseri umani condividono lo stesso nucleo divino, il ''ruah ha-kodesh'', che può essere percepito dentro di noi nella contemplazione e nella meditazione. Come ha scritto [[w:Gershom Scholem|Gershom Scholem]]:<ref>Citazione da Scholem, ''Major Trends in Jewish Mysticism'', p. 350.</ref> <blockquote><div style="color: teal; text-align: center; font-size: 1.7em;"> ''The story is not ended, it has not yet become history, and<br/> ''the secret life it holds can break out tomorrow in you or<br/> ''in me. Under what aspects this invisible stream of Jewish<br/> ''mysticism will again come to the surface, we cannot tell.''<br/> </blockquote> == Note == {{Vedi anche|Serie misticismo ebraico|Serie delle interpretazioni|Serie maimonidea}} <div style="height: 200px; overflow: auto; padding: 3px; border:1px solid #AAAAAA; reflist4"><references/></div> {{Serie misticismo ebraico}} {{Avanzamento|50%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Ispirazione mistica|Capitolo 14]] qmllcvfibb0hfmthwvvkc4vbyt7ya7i Profili di donne emiliano-romagnole/Donne e lavoro/Imprenditrici A-L 0 54601 453027 452767 2024-04-25T16:05:26Z Hippias 18281 added [[Category:Profili di donne emiliano-romagnole]] using [[Help:Gadget-HotCat|HotCat]] wikitext text/x-wiki {{Profili di donne emiliano-romagnole}} <!--INIZIO INSERIMENTO BIOGRAFIE IN ORDINE ALFABETICO --> ==Sonia Bonfiglioli== {{citazione|quando sono convinta di aver ragione non mi ferma nessuno<ref name="infinito">Ugo Bertone, [https://infinito.tosettivalue.it/article/La_donna_che_governa_i_giri_dei_motori/Au7F5c9Ijb3f1QVh:G0aLBquvzEHNS6G3 La donna che governa i giri di motore], L'Europa delle donne - N.5 03/2019, Infinito</ref>}} '''Sonia Bonfiglioli''' (1967) è un'ingegnera e imprenditrice italiana, dal 2010 Presidente del Gruppo industriale Bonfiglioli<ref name="vanityfair">Nicoletyta Spolini, [https://www.vanityfair.it/mybusiness/donne-nel-mondo/15/3/25/sonia-bonfiglioli Sonia Bonfiglioli. presidente e ad Bonfiglioli Spa], Vanity Fair, 25 marzo 2015</ref>. ===Biografia=== Dopo la laurea in ingegneria meccanica e due master (di cui uno alla Profingest di Bologna, nel 1992 e un'altro in finanza della London School of Economics), all età di a 25 anni, entra nell'azienda di famiglia, facendo gavetta nei vari reparti, dal montaggio, all'ufficcio tecnico, per passare al reparto vendite e marketing e fino alle relazioni con il sindacato<ref name="cv">[https://www.confindustriaemilia.it/flex/files/1/7/3/D.018abcf5ad5a538390d7/CV_Sonia_Bonfiglioli.pdf CV Sonia Bonfiglioli.pdf]</ref>. Sposata con un dentista, hanno insieme due figli. ===Carriera=== {{citazione|La crescita di un'azienda è una conseguenza, non un fine in sé. Se fai le cose giuste la crescita viene. Altrimenti non ha senso prendersela con gli altri<ref name="infinito"/>}} Diventa amministratrice delegata del gruppo Bonfiglioli - il quinto gruppo mondiale dei riduttori - nel 2008 e alla morte del padre Clementino (orfano di guerra diplomato all'istituto tecnico Aldini Valeriani e fondatore, nell'aprile 1956, di Costruzioni Meccaniche Bonfiglioli<ref name="ilrestodelcarlino">[https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/economia/sonia-bonfiglioli-figli-c46d1310 Bologna, Sonia Bonfiglioli ai figli: "In azienda, ma prima la gavetta"], Confindustria Emilia, 20 lugglio 2022</ref>) avvenuta nel 2010, diventa presidente del Consiglio di amministrazione. {{citazione|Si dice sempre che in Italia abbiamo pochi laureati. In realtà abbiamo pochi laureati dove servono. Capisco che sia assai più difficile Ingegneria di altri corsi di studio. Ma è assurdo vedere tante intelligenze, specie delle donne, indirizzate a corsi di studio che non garantiscono un futuro professionale. Non mancano le donne da noi. Ma, purtroppo le donne ingegneri in Italia non sono numerose e, per lo più, sono concentrate nel campo dell'ingegneria gestionale. Sono davvero poche quelle che hanno studiano ingegneria dell'automazione<ref name="infinito"/>}} A giugno del 2016 a Sonia Bonfiglioli viene assegnata la Mela d'Oro della XXVIII Edizione del Premio Marisa Bellisario per la sezione Imprenditoria. Il 28 febbraio 2024, "per disaccordi sulla distribuzione degli utili", Bonfiglioli si dimette dal Consiglio di amministrazione dell'Aeroporto Marconi, nel quale era consigliere indipendente e presidente del Comitato per la remunerazione<ref>[https://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/cronaca/colpo-di-scena-al-marconi-sonia-bonfiglioli-lascia-il-cda-674d78fb Colpo di scena al Marconi. Sonia Bonfiglioli lascia il Cda], Il Resto del Carlino, 29 febbraio 2024</ref>. ===Premi e riconoscimenti=== * Cavaliere del lavoro (2015)<ref name="cv"/>. * Premio Marisa Bellisario (2016) * Cittadina Onoraria doi Forlì (2017)<ref name="cv"/>. * EY Imprenditore dell'anno, XXVIesima edizione del premio (2018)<ref name="ansa">[https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2018/11/20/ey-sonia-bonfiglioli-e-prima-donna-imprenditore-dellanno_4af6a0e0-b53d-42ed-a5a1-97419f0bc77f.html Ey: Sonia Bonfiglioli è prima donna "imprenditore dell'anno"], ANSA, 20 novembre 2018</ref>. == Simona Brighetti == <small>''Voce scritta dalla coppia 4: [[Utente:Ems2222/Sandbox|Emma]] e [[Utente:Coso.it/Sandbox|Giulia]]''</small> [[File:Simona Brighetti.jpg|miniatura|destra|250px|Simona Brighetti mentre lavora nel suo ufficio nella Biblioteca delle Donne]] '''Simona Brighetti''' è una bibliotecaria, responsabile del Patto per la Lettura della città di Bologna ed ex-campionessa di nuoto italiana<ref>[https://www.worldaquatics.com/athletes/1138257/simona-brighetti Personal Best Results], World Aquatics</ref>. === Biografia === Simona Brighetti è nata nel 1967, il 16 novembre. Ha iniziato la sua carriera di nuoto a 15 anni, vincendo la sua prima medaglia nel 1982<ref name="coni">[https://www.coni.it/it/attivita-istituzionali/onorificenze/home/scheda-persona/schedaatleta.html?cognome=BRIGHETTI&nome=SIMONA&id=112162 Scheda Atleta], CONI</ref>. === Carriera === Nel nuoto, specializzata nella staffetta mista 4X100 m mista, vince due medaglie di bronzo nel 1982 e nel 1996. Partecipa inoltre ai Campionati Mondiali (Guayaquil, Ecuador, 1982); prende parte anche all' Eurojunior (importante manifestazione internazionale di nuoto) ad Innsbruck in Austria, vincendo la medaglia d'argento<ref name="coni"/>. == Valeria Corazza == <small>''Voce scritta dalla coppia (gruppo) 14: [[Utente:SIMBALADD/Sandbox|Omar]], [[Utente:Fazzoletti profumati/Sandbox|Tommaso]] e [[Utente:Chietaah/Sandbox|Francesca]]''</small> '''Valeria Corazza''' è un'imprenditrice italiana, fondatrice dell'Associazione Psoriasici Italiani APIAFCO. ===Biografia=== Valeria Corazza nasce a Bologna nel 1948 ed entrambi i suoi genitori verranno ricordati nella storia industriale della città: il padre, Natalino Corazza fonda nel 1953 le officine Meccaniche Corazza, azienda che diventerà leader mondiale del settore delle macchine automatiche per l'imballaggio e che nel 1975, dopo la morte del fondatore, passerà nelle mani della figlia. === Carriera === Dopo venticinque anni le officine Corazza vengono cedute prima al gruppo Morningside, in seguito nel 2010 al gruppo IMA. Oltre ad essersi affermata come imprenditrice, Corazza entra anche nel mondo dell'associazionismo in ricordo del padre e fonda nel 2015 la Fondazione Natalino Corazza per la ricerca sulla psoriasi e le patologie oncodermatologiche. Nel 2017 fonda APIAFCO - che significa: Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza - ETS che è diventata punto di riferimento per i malati di [[w:psoriasi|psoriasi]]<ref>{{cita pubblicazione|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/speciali/alfasigma/psoriasi-e-estate-alfasigma-intervista-valeria-corazza-presidente-apiafco-b6347058|titolo=Psoriasi e Estate, Alfasigma intervista Valeria Corazza, Presidente APIAFCO |data=3 agosto 2022|pubblicazione=Il Resto del Carlino}}</ref> e [[w:Dermatite atopica|dermatite atopica]]. == Imelde Corelli Grappadelli == <small>''Voce scritta dalla coppia 6: [[Utente:Gunkan Sake Philadelphia/Sandbox|Roberto]] e [[Utente:Goggas/Sandbox|Elena]]''</small> '''Imelde Corelli Grappadelli''' è un'artista orafa italiana. [[File:Imelde.jpg|miniatura|Imelde Corelli che tiene in braccio una sua opera, raffigurante i suoi tre personaggi principali: Gentile Budrioli, Ginevra Sforza e Giovanni II Bentivoglio]] === Biografia === Nata a Lugo<ref>Comune italiano nella provincia di Ravenna, in Emilia Romagna, chiamato "Lugo di Romagna"</ref>, in provincia di Ravenna, il 13 novembre 1955. È un’artista, orafa, scultrice e archeologa laureata con lode a Bologna in una tesi sperimentale: “Elementi della tecnologia dell’oro nell’antichità”. Frequenta negli anni ‘70 il laboratorio orafo di Mario Renazzi e Giuseppe Ferri, vicino a [[w:Piazza_Maggiore|Piazza Maggiore]]. Qui impara le tecniche di martellatura<ref>Lavorazione a colpi di martello o di mazza</ref>, lavorazione a sbalzo<ref>Lavorazione del metallo in piastra sottile in modo da far risaltare le figure in rilievo</ref>, uso di cesello<ref>Strumento utilizzato per schiacciare il metallo</ref> e bulino<ref>Strumento utilizzato per tagliare il metallo</ref>, lavorazione a traforo<ref>Tecnica artistica che consiste nel ritaglio di un gioiello a partire da un disegno antecedentemente scelto</ref> e filigrana<ref>Lavorazione ad intreccio di sottili fili d'oro e d'argento</ref>, granulazione<ref>Tecnica di decorazione con minuscoli grani sferici aurei saldati fra di loro</ref> e fusione in osso di seppia<ref>Colatura del metallo sull'osso di seppia così da creare effetti plastici sul gioiello</ref>. Completa poi la sua formazione lavorativa nell'oreficeria a [[w:Milano|Milano]] presso l'Istituto Gemmologico Italiano ed è diventata perito [[w:Gemmologia|gemmologo]], affiancando questo titolo all'attività di storica dell'arte del gioiello. === Carriera === Le sue prime opere sono realizzate in terracotta decorata da ricchi gioielli. Col trascorrere del tempo, la sua scultura si è evoluta, utilizzando materiali più pregiati come il bronzo, [[w:Maiolica|terracotta maiolicata]]<ref>La terracotta smaltata e cotta nuovamente</ref> e metallo. Il suo lavoro influenzato dalla corrente artistica "Patafisica<ref>[https://imeldecorelligioielli.blogspot.com/ ''Blog di Imelde Corelli'']</ref>", ovvero dalle vicende storiche e dai personaggi del rinascimento bolognese; [[w:Giovanni_II_Bentivoglio|Giovanni II Bentivoglio]], [[w:Ginevra_Sforza|Ginevra Sforza]], [[w:Ginevra_Sforza|Gentile Budrioli]] "strega enormissima<ref>Soprannome attribuitole per le numerose accuse di stregoneria</ref>". L'esordio della sua carriera è avvenuto nel 1987-1988 con una prima mostra presso il museo Civico archeologico di Bologna, alla quale l'artista ha partecipato con una fibula avente granulazione etrusca. La partecipazione ad altre collettive tenutesi al Circolo artistico (1989, 1990, 1991) le permettono di essere riconosciuta ufficialmente come artista Patafisica. La sua prima mostra personale, intitolata "Archeopatafisica", ha luogo presso la galleria Fattoadarte nel 1991 a cura dalla critica [[w:Maria_Simonetta_Bondoni_Pastorio|Simonetta Bondoni Pastorio]]. Seguono le esposizioni alla galleria d'arte L'Ariete nel 1994 e la Rocca di Bentivoglio a Bazzano nel 1998. Quando smette di nuotare, inizia la sua carriera lavorativa nell'amministrazione comunale della città di Bologna, occupandosi dei progetti culturali e artistici legati a "Bologna 2000". In seguito, inizia a lavorare in Sala Borsa come bibliotecaria vincendo un concorso, spostandosi poi a lavorare presso il Settore Cultura del Comune di Bologna<ref>Intervista di Teresa Malice, [https://breachingthewalls.eu/portfolio-item/simona-brighetti/ Simona Brighetti], Breaching the walls</ref>. Negli ultimi tre anni è stata presidente della biblioteca italiana delle Donne e lavora anche nella biblioteca Cabral di Bologna. Dal 2018 è la responsabile del Patto per la Lettura di Bologna, un patto che ha come scopo quello di preservare e sviluppare la cultura in tutte le sue forme. == Cheti Corsini == <small>''Voce scritta dalla coppia 8: [[Utente:Awykiti306/Sandbox|Matilde]] e [[Utente:Anonimahaj/Sandbox|Hajar]]''</small> '''Cheti Corsini''' è stata una manager italiana nell'ambito della cultura, responsabile dell'Unità intermedia Teatri e produzioni culturali dell'Area Cultura e dei rapporti con l'Università del Comune di Bologna. ===Biografia=== Nata a Villafranca di Verona il 21 giugno 1952, nel 1975 ottiene una laurea in Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bologna. ===Carriera=== Dall'anno 1976 all’anno 1980 è stata socia fondatrice dello studio di comunicazione Officina Immagine, al quale collabora attivamente elaborando e coordinando progetti di comunicazione di committenza sia pubblica che privata; negli stessi anni presta servizio al Comune di Budrio collaborando, tra l'altro, alla programmazione e alla gestione del Teatro Consorziale. Dal 1980 al 1986 è bibliotecaria e operatrice culturale al Comune di Castenaso, per poi diventare, dal 1987 al 1992, responsabile della biblioteca dei Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, curando tra l'altro le iniziative di divulgazione e l'ufficio stampa per le mostre temporanee allestite al Museo Civico Medievale. Dal 1997 al 1999 è membro del Consiglio d’Amministrazione dell'Associazione Teatrale Emilia Romagna (ATER) in qualità di tecnico esperto del settore. Diventa parte dello staff della Programmazione Culturale di Bologna 2000 Città Europea della Cultura, coordinandone il programma. Dal marzo 2002 al 31 dicembre 2004 diventa dirigente del Comune di Bologna e responsabile dell'ufficio Eventi e Marketing Urbano. Collabora con vari enti, tra cui la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, tenendo una serie di docenze nell'ambito della comunicazione manageriale per il patrimonio culturale e lo spettacolo. Nell'anno 2010 diventa responsabile presso il Settore Marketing territoriale del Comune di Bologna dell’Unità Operativa Accoglienza. Nell'anno 2005 diventa responsabile per il Settore Cultura del Comune di Bologna dell’ufficio Promozione e Attività Culturali e  dell’Ufficio Sistema Spettacolo e Promozione Giovani Artisti.<ref>[https://www.emiliaromagnateatro.com/wp-content/uploads/2017/09/Curriculum-Vitae-2015-Cheti-Corsini-Consigliere.pdf Curriculum Vitae 2015 Cheti Corsini Consigliere], Emilia Romagna Teatro</ref> == Aisha Coulibaly == <small>''Voce scritta dalla coppia 5: [[Utente:Poke.dj/Sandbox|Sofia]] e [[Utente:Bibliotecario.it/Sandbox|Martina]]''</small> '''Aisha Coulibaly''' è un'attivista italo-ivoriana. === Biografia === È nata a Foggia (FG), in Puglia, ma è cresciuta a Bologna. Sua madre è italiana e suo padre ivoriano. È attivista per i migranti nei campi, come faceva suo padre. Suo padre, Lassina Coulibaly, era uno dei primi migranti arrivati in Italia dalla Costa d'Avorio ed era il presidente della fondazione Africa Unite il cui scopo era la promozione dell'integrazione dei migranti e la difesa dei loro diritti<ref name=open>[https://www.open.online/2020/10/09/migranti-piattaforma-mygrants-per-integrazione-intervista-a-aisha-coulibaly/ L’idea di Aisha Coulibaly che ha dato vita a Mygrants, quando la lotta per l’integrazione passa attraverso lo smartphone – L’intervista], ''Open'', 9 ottobre 2020</ref>. Da bambina aiutava suo padre a scrivere le storie dei migranti che si rivolgevano all'associazione e per questo, dopo la morte di suo padre, prende le redini del comando e oltre a proseguire con il progetto, lo rende più moderno. Grazie a suo padre lei ha intrapreso questo progetto e gli è grata per averle insegnato a perseverare. ===Carriera=== Aisha Coulibaly ha ereditato dal padre la sua missione: aiutare i migranti a integrarsi, però l'ha portata su un altro fronte: quello digitale. Dunque 3 anni dopo la morte del padre, nel 2017, è nata Mygrants.<ref name=open /> Ha aperto la piattaforma insieme al suo ragazzo Cris ed è stata creata per aiutare tutti i migranti che una volta arrivati in Italia hanno bisogno di trovare lavoro. Soprattutto offre corsi di formazione e li aiuta ad entrare in contatto con chi offre lavoro. I corsi si basano su una tecnologia chiamata "microlearning" ed esistono diversi percorsi, composti da vari livelli. I percorsi di formazione più richiesti sono quelli per lavorare nelle industrie manifatturiere e l'accoglienza negli alberghi e ristoranti. Ad oggi Mygrants ha supportato oltre 1200 ingressi lavorativi e conta all'incirca 88mila utenti. I migranti che aderiscono alla piattaforma hanno meno di 35 anni e sono generalmente uomini. La maggior parte arriva da stati come la Nigeria, il Burkina Fasu o la Costa d'Avorio. L'obbiettivo finale è creare dei canali per permettere ai migranti di viaggiare liberamente verso i Paesi d'Europa, attraverso un aumento della diffusione della piattaforma in Africa. == Katia Gruppioni == <small>''Voce scritta dalla coppia 2: [[Utente:Letuz/Sandbox|Letizia]] e [[Utente:BIGALV333/Sandbox|Alessandra]]''</small> '''Katia Gruppioni''' è una manager italiana della multinazionale Sira Group. === Biografia === Katia Gruppioni è nata e cresciuta a Pianoro, in provincia di Bologna. Si è diplomata al Collegio San Giuseppe in lingue estere nel 1981 e nel 2007 si è laureata alla Alma Graduate School di Bologna in Executive Master in Business Administration (EMBA V)<ref>[https://www.aidda.org/socie/katia-gruppioni Katia Gruppioni]</ref>. Vive attualmente in Italia ma per lavoro, ha vissuto anche negli Stati Uniti, a Pechino, a Shanghai ed a Hong Kong. Conosce tre lingue tra cui l’italiano, l’inglese ed il francese. È madre di due figli e anche nonna di Edoardo e Tommaso. È da sempre una persona curiosa, attiva e determinata ma anche introspettiva ed una grande osservatrice. Ha una forte passione per la scrittura ed è anche una blogger. Inoltre, ama la tecnologia, la musica, la lealtà, la gentilezza, il canto, viaggiare e praticare sport. === Carriera === Katia Gruppioni è attualmente Responsabile dei Progetti Speciali e delle Relazioni Internazionali per il Gruppo Sira Group e Sira Industrie spa, Azionista e Vice Presidente della Holding Sira Group spa, Consigliere di Amministrazione di diverse imprese italiane e cinesi, saggista e pubblicista. Specializzata in contatti e relazioni internazionali ed istituzionali, la sua expertise si concretizza su un’azione svolta a cavallo di due continenti: Europa ed Asia, ma non limitatamente ad essi. Membro attivo di importanti circoli ed associazioni nel mondo, tra cui: AIDDA, di cui è Presidente per l’Emilia Romagna<ref>[https://www.radioradicale.it/scheda/653184/limpresa-delle-donne-innovazione-sviluppo-sostenibile-europa?i=4350798 L'Impresa delle donne. Innovazione, sviluppo sostenibile, Europa]</ref>, Osservatorio Asia, di cui è membro del comitato scientifico, Comitato Leonardo per la protezione del made in Italy nel mondo, Fondazione Italia Cina, Confindustria; China Club. <!--FINE INSERIMENTO BIOGRAFIE --> == Note == <references/> == Collegamenti esterni == * [https://www.bonfiglioli.com/italy/it Sito ufficiale] Bonfiglioli * [https://www.elettromeccanica-gruppioni.it/ Elettromeccanica Gruppioni], sito ufficiale * [https://www.culturabologna.it/lang/eng/events/imelde-corelli-grappadelli-archeopatafisica ''Imelde Corelli: Cultura Bologna''] * [https://cittadellamusica.comune.bologna.it/lang/en/events/imelde-corelli-grappadelli-archeopatafisica ''Comune di Bologna, città della musica: Imelde Corelli''] [[Categoria:Profili di donne emiliano-romagnole|Imprenditrici A-L]] fsm0vk3x24gyswqsi1bhf6pndeqtd7l Template:Fisica nucleare e subnucleare 10 54604 453017 452589 2024-04-25T15:10:04Z Hippias 18281 fix wikitext text/x-wiki {{Sommario V |titolo = Fisica nucleare e subnucleare |contenuto = Fisica nucleare # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Primi fatti e definizioni}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Proprietà dei nuclei atomici}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Il deutone}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Riassunto delle principali proprietà dell'interazione fra nucleoni}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Stabilità dei nuclei e decadimenti radioattivi}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/I decadimenti}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Modelli per nuclei medi e pesanti}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Il modello a gas di Fermi}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Il modello a goccia di liquido}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Modello a shell}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Introduzione ai decadimenti}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Decadimenti alpha}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Decadimenti beta}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Decadimenti gamma}} Fisica subnucleare # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/La fisica subnucleare}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Cinematica delle particelle elementari}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Collisioni}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/La scoperta delle particelle elementari}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Da Thomson a Rutherford}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/I raggi cosmici}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/I mesoni K}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/La storia dei leptoni}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Simmetrie}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Il modello a quark}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Trattazione quantistica dell'elettromagnetismo}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Teoria delle interazioni forti}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Teoria delle interazioni deboli}} # {{modulo|Fisica nucleare e subnucleare/Unificazione elettrodebole}} }}<noinclude>[[categoria:Template sommario]] [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare| ]]</noinclude> 9dmlpqmznii5ux3xa5jq21p12invukv Fisica nucleare e subnucleare/Il modello a goccia di liquido 0 54616 453015 452601 2024-04-25T14:47:42Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Abbiamo già accennato in ''[[../Riassunto delle principali proprietà dell'interazione fra nucleoni|Riassunto delle principali proprietà dell'interazione fra nucleoni]]'' al fatto che le interazioni fra i nucleoni assomigliano a quelle fra le molecole di un fluido (sostanzialmente perché sono a corto raggio). In questo modello consideriamo dunque il nucleo come una "goccia di liquido" di data dimensione. Ci sono anche altre analogie fra le proprietà di un fluido e quelle di un nucleo: ad esempio, la densità di materia è costante all'interno del nucleo, e indipendente dalle sue dimensioni, così come la densità di una goccia di liquido è costante, e indipendente dalle dimensioni della goccia; inoltre, il calore richiesto per far evaporare una frazione fissa della goccia è indipendente dalle proprietà della goccia, così come l'energia di legame media per nucleone è indipendente (all'incirca) dal nucleo. Studiando l'andamento dell'energia di legame in funzione di <math>A</math>, che questo modello si proporrebbe di spiegare, si possono trarre molte informazioni interessanti. Ad esempio, risulta che questa tende a salire fino a un certo valore (in corrispondenza di <math>\text{Fe}</math>), per poi tornare a scendere: questo significa che i nuclei più leggeri del ferro tendono ad accrescersi (perché diventano più stabili), mentre quelli più pesanti tendono a scindersi (sempre per lo stesso motivo). Si vede poi che, per nuclei leggeri, quelli con <math>A</math> multiplo di 4 hanno energie di legame particolarmente alte, ossia sono molto stabili. Ciò può suggerire che poiché le particelle <math>\alpha</math> sono particolarmente stabili, i nuclei con numero di massa multiplo di 4 tendano ad organizzarsi in "blocchi" fatti proprio da particelle <math>\alpha</math>. I parametri che entrano in gioco in questo modello, per sua natura, sono quelli che identificano un liquido e lo differenziano dagli altri: ad esempio, la densità, la tensione superficiale e la carica elettrica della goccia di liquido. Considerando un liquido classico, una goccia carica di liquido si troverà in uno stato un po' più instabile rispetto alla configurazione in cui la goccia non è carica: infatti, l'interazione coulombiana tende a "separare" la goccia in gocce più piccole. Detto <math>\beta</math> un generico parametro che quantifica la deformazione della goccia (ad esempio può essere il rapporto fra due semiassi della goccia), si ha: Energia in funzione della deformazione e, al variare dell'energia coulombiana: Energia totale in funzione della deformazione Anche per i nuclei avviene qualcosa di simile: per <math>Z</math> minore di 92, la somma di energia di superficie e coulombiana è tale da rendere il sistema stabile, mentre oltre <math>Z=92</math> i nuclei non sono più stabili. == Formula semi-empirica di massa == Ci proponiamo dunque di determinare una formula, detta formula semi-empirica di massa, che permetta di ricavare l'energia di legame in funzione di <math>Z</math>, <math>A</math> e dunque <math>N</math>. Come vedremo, oltre ai termini di volume, superficie e interazione coulombiana, dovremo considerare altri due contributi, detti di simmetria e di accoppiamento. Bisogna poi riuscire a spiegare anche perché la tabella degli elementi<ref>Si tratta di una tabella, con <math>N</math> in ascissa e <math>Z</math> in ordinata, nella quale ogni casella viene riempita se corrisponde a un elemento esistente.</ref> non è completamente riempita: in particolare, bisogna poter spiegare perché gli elementi stabili si trovino in una determinata zona, detta valle di stabilità. Vedremo che questo è dovuto sì a motivazioni energetiche, ma anche alla possibilità di decadimenti di tipo <math>\beta</math>. Dunque, i vari contributi da tenere in conto sono: '''Termine di volume''': è dovuto alla saturazione della massa, dato che le interazioni fra nucleoni sono a corto raggio. Proprio perché questo raggio d'interazione è finito, l'energia di volume non sarà proporzionale al numero di coppie nucleone-nucleone presenti nel nucleo (ossia <math>A^2</math>), ma a quello dei singoli nucleoni (ossia <math>A</math>). Pertanto, il primo termine presente in questa formula di massa dovrà contenere un termine lineare in <math>A</math>: <math>BE=a_V A+ \cdots </math> ove <math>a_V</math> è una costante dipendente dalle proprietà dell'interazione fra nucleoni, e ci riserviamo di ricavarla empiricamente dai dati sperimentali. Dunque, il contributo all'energia di legame media <math>BE/A</math> dovuto al termine di volume è costante, e ad esso dovremo aggiungere i successivi termini correttivi. '''Termine di superficie''': nei liquidi classici "nasce" dalla presenza della tensione superficiale, e in modo analogo anche per i nuclei: un nucleone vicino alla superficie interagisce con un numero minore di nucleoni rispetto a quelli che si trovano più vicini al centro del sistema. Dobbiamo dunque sottrarre a <math>BE</math> un termine proporzionale alla superficie del nucleo, che sarà proporzionale ad <math>A^{2/3}</math> (perché <math>S\propto R^2</math>, e <math>R \propto A^{1/3}</math>). Dunque: <math>BE=a_V A -a_S A^{2/3}+\cdots </math> Il termine di superficie in <math>BE/A</math>, quindi, sarà proporzionale a <math>A^{1/3}</math>, e pertanto sarà sempre meno importante al crescere del nucleo (come avevamo già intuito). '''Termine coulombiano''': è l'energia legata alla distribuzione di carica all'interno del nucleo. A priori non è detto che la carica sia uniformemente distribuita nel nucleo: potremmo infatti supporre che, in analogia a quello che succede in un conduttore, i protoni tendano a situarsi sulla superficie del nucleo. Sperimentalmente, però (lo si vede con processi d'urto fatti con elettroni ad alte energie, come già accennato), risulta che effettivamente la carica è distribuita uniformemente all'interno del nucleo, e la distribuzione di carica in funzione della distanza dal centro del nucleo ha sostanzialmente lo stesso aspetto della distribuzione di massa. Pertanto, l'energia elettrostatica del nucleo è quella di una distribuzione sferica uniforme di carica, ossia: <math>E_{{\text{Coulomb }}}=\frac35 \frac{(Ze)^2}{4\pi \varepsilon_0 R} </math> e poiché <math>R =r_0 A^{1/3}</math>, con <math>r_{0}</math> raggio dei nucleoni, si avrà: <math>BE=a_V A -a_S A^{2/3} -a_C \frac{Z^2}{A^{1/3}} </math> ove <math>a_C=\frac35 \frac{e^2}{4\pi \varepsilon_0}\frac{1}{r_0}\approx 0.7\text{ MeV}</math>. Per via della presenza di <math>Z^2</math>, il contributo coulombiano diventa sempre più importante al crescere del nucleo. '''Termine di simmetria''': deriva dal fatto che il nucleo è un sistema misto composto da due categorie di oggetti (protoni e neutroni). Osservando la tabella degli elementi, si nota che la valle di stabilità giace sulla diagonale della tabella fino al <math>{}^{40}\text{Ca}</math>, che è l'ultimo nucleo stabile con <math>N=Z</math>: dopodiché, la valle si "piega" verso la zona <math>N>Z</math>. Ciò accade perché il termine coulombiano diventa sempre più importante, e quindi sono necessari molti neutroni all'interno del nucleo per renderlo stabile (ossia, sfruttare l'interazione forte esercitata dai neutroni aggiuntivi per bilanciare la repulsione reciproca dei protoni). La presenza del termine di simmetria è dovuta sostanzialmente a due ragioni. Per quanto riguarda la prima, finora noi abbiamo sempre trattato protoni e neutroni come particelle identiche, ma sappiamo che le interazioni protone-protone e neutrone-neutrone non sono uguali a quella protone-neutrone. In particolare, l'interazione protone-neutrone è più forte delle altre; supponiamo ad esempio che sia il doppio delle altre due (ossia che, detti <math>v_{pn}</math> il potenziale dell'interazione protone-neutrone e <math>v_{pp}=v_{nn}=v</math> quello delle interazioni protone-protone e neutrone-neutrone, allora <math>v_{pn}=2v</math>), e che un nucleo abbia numero atomico <math>Z</math> e di massa <math>A</math>. Ci chiediamo: qual è la configurazione più stabile del sistema? Dobbiamo considerare termini dovuti alle interazioni neutrone-neutrone, protone-protone e protone-neutrone nel nucleo. Si determina che la configurazione più stabile (ossia il minimo dell'energia) è quella con <math>N=Z</math>; in particolare, si determina che il termine che contribuisce all'energia di legame è: <math>\frac{v}{2}\left[3A-\frac{(N-Z)^2}{A} \right] </math> Il primo contributo verrà "inglobato" nel termine di volume perché proporzionale ad <math>A</math>, mentre il secondo è detto propriamente termine di simmetria, ed è proprio quello che ha un minimo per <math>N=Z</math>. Se dunque non fosse presente l'interazione coulombiana, la valle di stabilità giacerebbe sempre sulla diagonale <math>Z=N</math> della tabella degli elementi. La seconda ragione che giustifica la presenza del termine di simmetria è legata al principio di esclusione di Pauli: il nucleo è infatti un sistema di fermioni, e quindi la sua funzione d'onda dev'essere antisimmetrica rispetto allo scambio di due particelle. Nel modello a buca di potenziale, protoni e neutroni si muovono nello stesso "potenziale medio", e i livelli di energia saranno gli stessi per protoni e neutroni, se <math>N=Z</math>. Se invece <math>Z<N</math> alcuni neutroni andranno ad occupare livelli di energia più alti. Supponiamo infatti di avere un nucleo con <math>N=Z</math> e di poter "trasformare" dei protoni in neutroni: per il principio di esclusione di Pauli questi nuovi neutroni potranno occupare solo gli stati liberi più alti, e dunque dovremo fornire loro dell'energia per poterli occupare. In altre parole, trasformare protoni in neutroni ha un costo energetico, che risulta sempre più grande al crescere del numero di protoni "trasformati", e si determina che è proporzionale a <math>(N-Z)^2</math>. Pertanto, il sistema con energia minima sarà proprio quello con <math>N=Z</math>. Ora, poiché i nucleoni sono fermioni e si muovono "liberamente" nel nucleo, cosa accade nel caso in cui due di essi si urtino? Uno dei due nucleoni potrebbe "saltare" a un livello più alto: tuttavia, questo può risultare molto distante dal livello in cui si trova la particella che ha subito l'urto, e quindi questa può non acquisire abbastanza energia per effettuare la transizione. Ciò che accade, dunque, è che i nucleoni non possono scontrarsi, ovvero si muovono "ignorando" la presenza di tutti gli altri nucleoni. '''Termine di accoppiamento''': per ogni dato elemento, non esiste un solo isotopo stabile. Sperimentalmente, in generale i sistemi pari-pari (ossia quelli con un numero pari di protoni e di neutroni) sembrano essere favoriti rispetto ai sistemi pari-dispari e ancora di più rispetto a quelli dispari-dispari (nel senso che la stragrande maggioranza degli isotopi stabili è di tipo pari-pari, mentre pari-dispari e ancora di più dispari-dispari sono più rari).<ref>Notiamo anche che i sistemi pari-dispari restano sempre tali anche se avviene un decadimento, sia di tipo <math>\alpha</math> che <math>\beta</math>.</ref> Nella formula semi-empirica di massa dovremo dunque tener conto di un termine che implementi questa caratteristica dei nuclei. Si tratta di un termine che normalmente viene parametrizzato associando al nucleo un'energia detta di accoppiamento <math>E_{{\text{pairing }}}</math> (è cioè l'energia guadagnata quando i nucleoni si appaiano) pari a + 12 MeV +12\text{ MeV} per sistemi pari-pari, <math>0\text{ MeV}</math> per sistemi pari-dispari e <math>-12\text{ MeV}</math> per sistemi dispari-dispari. Per <math>A</math> dispari, ad esempio <math>A=121</math>, l'energia di legame in funzione di <math>Z</math> ha il seguente andamento: Andamento dell'energia di legame in funzione di <math>Z</math> per <math>A=121</math> e i punti giacciono su una parabola. Dunque, lungo la retta <math>A=\text{dispari}</math> della tabella degli elementi si trova un solo elemento stabile. Per <math>A</math> pari, ad esempio <math>A=122</math>, si ha invece: Andamento dell'energia di legame in funzione di <math>Z</math> per <math>A=122</math> Tutti i sistemi che giacciono sulla "parabola bassa" sono stabili,<ref>Infatti, non possono decadere "in un colpo solo" nello stato con <math>Z</math> pari più basso, perché prima si trova uno stato con <math>Z</math> dispari, che ha energia più alta. In realtà, però, esistono processi come il doppio decadimento <math>\beta</math>, nel quale appunto un sistema può decadere facendo "due passi in un colpo solo". Tuttavia, questo decadimento è incredibilmente poco probabile, e pertanto non lo consideriamo.</ref> e dunque per <math>A</math> fissato esistono più elementi stabili al variare di <math>Z</math>. Un esempio di nucleo dispari-dispari stabile (nel senso di poco instabile, perché comunque è instabile) è <math>{}^{40}\text{K}</math> (nel quale <math>Z=19</math>, <math>N=21</math>). Da un punto di vista energetico la situazione è: Andamento dell'energia di legame in funzione di <math>Z</math> per <math>A=40</math> e il sistema può decadere sia in <math>{}^{40}\text{Ar}</math> che <math>{}^{40}\text{Ca}</math>, dato che <math>{}^{40}\text{K}</math> è uno dei pochi elementi che può decadere sia con un processo di tipo <math>\beta^+</math> che di tipo <math>\beta^-</math>. Insomma, per concludere si ha: <math>BE=a_V A -a_S A^{2/3} -a_C \frac{Z^2}{A^{1/3}} -a_{{\text{symm }}}\frac{(N-Z)^2}{A}+E_{{\text{pairing }}} </math> Poiché però stiamo trattando sistemi molto complessi, può darsi che ci sia qualche falla qua e là nel modello. Ciò che questo modello prevede, una volta determinate le varie costanti, è: Previsione del modello ove il valore medio risulta di circa <math>8\text{ MeV}</math>. Sperimentalmente, questa curva ha un buon accordo con i dati, ma di tanto in tanto ci sono degli elementi con un'energia di legame maggiore di quella prevista, a ben determinati <math>Z</math> o <math>N</math>: Numeri magici Queste "deviazioni" dal modello avvengono in corrispondenza dei cosiddetti numeri magici: <math>Z,N=2,8,20,50,82,126,\dots </math> In generale, nuclei con questi valori di <math>Z</math> o <math>N</math> sono più legati degli altri, e sono detti nuclei magici. Se questi hanno sia <math>N</math> che <math>Z</math> uguale a un numero magico sono particolarmente stabili, e sono detti nuclei doppiamente magici. Alcuni di questi sono: <math>{}^4 \text{He} \quad {}^{16}\text{O} \quad {}^{40}\text{Ca} \quad {}^{208}\text{Pb} </math> == Note == <references /> {{avanzamento|75%|14 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|Il modello a goccia di liquido]] nhwco1hjnc3zqre2zod1qs6m0zpuw29 Fisica nucleare e subnucleare/Modello a shell 0 54618 453048 452603 2024-04-26T10:01:01Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Mediamente, dunque, i nuclei sembrano soddisfare il modello a goccia di liquido e la formula semi-empirica, ma con alcune peculiari deviazioni da questo comportamento, con elementi particolarmente legati. Questo fatto ricorda un po' l'esistenza dei gasi nobili (per determinati valori di <math>Z</math> esistono elementi particolarmente stabili, perché in corrispondenza di questi <math>Z</math> determinate shell elettroniche vengono "chiuse"). Seguendo questo parallelismo si potrebbe pensare che i nucleoni si muovano su orbitali fra loro indipendenti. È questa l'idea fondamentale del modello a shell, che ora analizzeremo. In questo modello pensiamo l'hamiltoniana del sistema come <math>H=T+V</math>, ove <math>T</math> è il contributo cinetico e <math>V</math> quello potenziale. In generale: <math>H=\sum_i T_i + \sum_{i\neq j}V_{ij} </math> ove <math>V_{ij}</math> è il potenziale d'interazione fra le particelle <math>i</math> e <math>j</math>. Approssimiamo il termine di energia potenziale con un potenziale medio: pensiamo il sistema come soggetto a un pontenziale medio <math>u</math> all'interno del quale i nuclei sono indipendenti. Dunque: <math>H \approx \sum_i T_i +\sum_i u(\vec{r}_i)=\sum_i (T_i+u_i) </math> Poiché l'hamiltoniano è separabile, la funzione d'onda del sistema sarà fattorizzabile (con l'opportuna antisimmetrizzazione): <math>\psi (\vec{r}_1, \dots , \vec{r}_A, \text{spin},\text{isospin})=\prod_i \Phi_n (\vec{r}_i) </math> ove <math>\Phi_n</math> sono gli autostati di <math>T+u</math>. Si avrà pertanto: <math>(T+u)\Phi_n (\vec{r})=E_n \Phi_n (\vec{r}) \quad \Rightarrow \quad H \Psi_k (\vec{r}_1,\dots ,\vec{r}_A) = \epsilon_k \Psi_k (\vec{r}_1,\dots ,\vec{r}_A) </math> ove <math>k</math> è l'indice che indica il numero d'ordine associato agli autostati legati (<math>k\in \lbrace n_1, \dots , n_A \rbrace</math>), e <math>\epsilon = \sum_i E_i</math> (l'energia totale è la somma delle energie delle particelle singole). Si ha dunque: <math>H'-H=\Delta V </math> ove <math>H=T-V</math> e <math>H'</math> è l'hamiltoniana approssimata. Non abbiamo però ancora detto nulla sulla forma di <math>u</math>. == Potenziale armonico == Potremmo ipotizzare, ad esempio, che il sistema sia soggetto a un potenziale armonico. Risolviamo dunque il problema con un solo nucleone; dopodiché, si tratterà semplicemente di riempire gli stati che determineremo con altri nucleoni. Consideriamo dunque: <math>H=T-\frac12 kr^2 </math> ossia un potenziale armonico isotropo. Come noto, in una dimensione (ossia <math>H=T-\frac12 kx^2</math>) le autofunzioni dell'hamiltoniana hanno come autovalori <math>E_n = \hbar \omega (n+\frac12)</math> con <math>n</math> intero (zero incluso). Per il problema tridimensionale, invece, esprimendo le autofunzioni <math>\Phi</math> di <math>H</math> in coordinate cartesiane, l'hamiltoniana risulterà separabile: <math>H=H_x+H_y+H_z </math> e dunque la funzione d'onda sarà fattorizzabile: <math>\Phi_k (x,y,z)=\Phi_{n_x}(x)\Phi_{n_y}(y)\Phi_{n_z}(z) </math> con <math>k = \lbrace n_x, n_y, n_z \rbrace</math>. L'energia del sistema è: <math>E_k = E_{n_x}+E_{n_y}+E_{n_z}=\frac32 \hbar \omega +\underbrace{(n_x+n_y+n_z)}_{N}\hbar \omega </math> Dunque, anche in tre dimensioni lo spettro energetico è composto da stati equispaziati a passi di <math>\hbar \omega</math>. Questi stati, in generale, saranno degeneri: si ha infatti <math>N=2n+L</math>, ove <math>n</math> è il numero di nodi della funzione (escluse l'origine e l'infinito), e <math>L</math> è il momento angolare totale. Si possono dunque avere più coppie <math>(n,L)</math> che portano allo stesso <math>N</math>, e dunque si possono avere più stati con la stessa energia. Infatti: <math>N=0 \longrightarrow n=0,L=0 </math> <math>N=1 \longrightarrow n=0,L=1 </math> <math>N=2 \longrightarrow n=0,L=2 \text{ oppure } n=1,L=0 </math> <math>N=3 \longrightarrow n=0,L=3 \text{ oppure } n=1,L=1 </math> eccetera. Tradizionalmente, in fisica nucleare gli stati con diverso momento angolare vengono indicati con lettere minuscole: <math>L=0\rightarrow s \quad L=1 \rightarrow p \quad L=2 \rightarrow d \quad L=3 \rightarrow f \quad L=4 \rightarrow g \quad L=5 \rightarrow h \quad \cdots </math> (a partire da <math>L=3</math> si segue l'ordine alfabetico). Pertanto, ogni stato si indicherà con la sua lettera minuscola e il suo valore di <math>n</math>; ad esempio <math>0s</math> corrisponde a uno stato con <math>n=0</math> e <math>L=0</math>, mentre <math>1s</math> corrisponde a <math>n=1</math> e <math>L=0</math>. Tenendo conto anche dello spin, la degenerazione complessiva dei livelli è: <math>N=0\rightarrow 2 \quad N=1 \rightarrow 6 \quad N=2 \rightarrow 12 \quad N=3 \rightarrow 20 </math> Infatti, ogni livello con un dato valore di <math>L</math> è <math>2L+1</math> volte degenere, e tenendo conto dello spin la degenerazione diventa <math>2(2L+1)</math>. Pertanto, la degenerazione complessiva in <math>N</math> dei livelli è: <math>N=0 \longrightarrow 2(0+1)=2 \quad N=1 \longrightarrow 2(2+1)=6 \quad N=2 \longrightarrow 2(4+1)+2(0+1)=12 </math> <math>N=3 \longrightarrow 2(6+1)+2(2+1)=20 </math> e così via. Pertanto, i primi "orbitali" si "chiudono" (ossia vengono completamente riempiti) con 2, 2+6=8 e 12+8=20 nucleoni; si tratta proprio dei primi tre numeri magici. Tuttavia, il quarto livello viene riempito con 20+20=40 nucleoni, che non è un numero magico (dovrebbe essere 50). Siamo dunque sulla giusta strada, ma evidentemente è sbagliato l'approccio, ossia il potenziale armonico non è quello ottimale (è troppo semplice per descrivere un sistema così complicato). == Potenziale di Woods-Saxon == Dobbiamo dunque pensare a un diverso potenziale <math>V(r)</math>. Consideriamo la densità di massa all'interno del nucleo. Questa può essere modellizzata come: <math>\rho (r)=\frac{\rho_0}{1+e^{\frac{r-R}{a}}} </math> ove <math>a</math> è la "diffusività" della distribuzione di materia (pari a circa mezzo fm), e <math>R</math> è il raggio del nucleo. Potremmo dunque supporre che <math>V(r)</math> abbia la stessa forma, ossia: <math>V(r)=-\frac{V_0}{1+e^{\frac{r-R}{a}}} </math> detto '''potenziale di Woods-Saxon'''. [[File:Woods_Saxon_potential2.svg|center|400px]] Dobbiamo dunque determinare gli stati legati di questo potenziale. Il problema è che l'equazione agli autovalori per il potenziale di Woods-Saxon non è risolubile analiticamente, ma solo numericamente. Ciò che si determina è che le sequenze di stati sono simili a quelle dell'oscillatore armonico, per gli stati più bassi. La degenerazione degli stati con <math>N=2</math>, <math>N=3</math>, <math>N=4</math> è rimossa dal potenziale di Woods-Saxon. Rifacendo il conto di prima, si determina che le varie "shell" si chiudono a 2, 8, 20, 40 e 70 nucleoni. Il problema, dunque, non è ancora risolto. Ora, nel caso atomico gli elettroni si muovono nel potenziale coulombiano, ma gli effetti relativistici fanno sì che si debbano considerare termini di interazione spin-orbita. Assumiamo dunque che anche il nostro potenziale nucleare contenga termini di interazione spin-orbita: <math>H=T+V(r)+V_{SP}\vec{L}\cdot \vec{S} </math> ove <math>V_{SP}</math> dipende dall'accoppiamento del momento angolare con lo spin (ossia dall'orientazione relativa fra <math>\vec{L}</math> e <math>\vec{S}</math>). Questo termine di interazione spin-orbita fa sì che <math>H</math> sia tale che: <math>[H,L^2]=0 \quad [H,L_z] \neq 0 </math> ossia, il potenziale totale non è più centrale. Le autofunzioni non saranno quindi più caratterizzate dai numeri quantici <math>n</math>, <math>\ell</math>, <math>m_\ell</math> perché <math>m_\ell</math> non è più un buon numero quantico. Quello che fa il termine spin-orbita è rendere gli autostati di <math>J^2</math> e <math>J_z</math>, ove: <math>\vec{J}=\vec{L}+\vec{S} \quad [H,J^2]=[H,J_z]=0 </math> e pertanto gli autostati saranno caratterizzati dai numeri quantici <math>n</math>, <math>\ell</math>, <math>s</math>, <math>j</math> e <math>m_j</math>. Dette <math>\left| \ell ,m_\ell \right\rangle</math> le autofunzioni di <math>L^2</math> e <math>L_z</math> e <math>\left| s,m_s \right\rangle</math> quelle di <math>S^2</math> e <math>S_z</math>, si ha che il prodotto <math>\left| \ell ,m_\ell \right\rangle \left| s,m_s \right\rangle</math> vive nello spazio del momento angolare totale. Supponiamo <math>\ell =3</math> e <math>s=1/2</math>; allora lo spazio di <math>\left| \ell ,m_\ell \right\rangle</math> è a 7 dimensioni, mentre quello di <math>\left| s,m_s \right\rangle</math> è bidimensionale, e pertanto lo spazio prodotto è a 14 dimensioni. Il problema è che <math>\left| \ell ,m_\ell \right\rangle \left| s,m_s \right\rangle</math> non sono autostati di <math>J^2</math> e <math>J_z</math>, ma una loro combinazione lineare (sono comunque una base). Dunque: <math>\left| j,m_j \right\rangle =\sum_{\ell ,s}C_{\ell s}\left| \ell ,m_\ell \right\rangle \left| s,m_s \right\rangle </math> col vincolo che <math>m_j=m_\ell +m_s</math>, e i <math>C_{\ell s}</math> sono i coefficienti di Clebsch-Gordan. Questo fa sì che, in generale, accoppiando due momenti angolari <math>\ell_1</math> e <math>\ell_2</math> si avrà <math>|\ell_1 -\ell_2|<\ell_{{\text{TOT }}}<\ell_1 +\ell_2</math>. Nel caso <math>\ell =3</math>, <math>s=1/2</math>, si avrà <math>j=5/2</math> o <math>j=7/2</math>. Quello che fa il termine di spin-orbita è di separare i livelli <math>j=5/2</math>, <math>j=7/2</math> che finora erano degeneri. Risolviamo dunque l'equazione agli autovalori del nuovo hamiltoniano con tecniche perturbative. In particolare, se <math>H=H_0 +\Delta V</math>, con <math>H_0 \varphi_n = E_n \varphi_n</math> (ossia <math>\varphi_n</math> e <math>E_n</math> sono rispettivamente le autofunzioni e gli autovalori dell'hamiltoniano imperturbato), si ha: <math>E_n '= E_n + \frac{\left\langle \varphi_n \right|\Delta V \left| \varphi_n \right\rangle }{\left\langle \varphi_n | \varphi_n \right\rangle } </math> Nel nostro caso, dette <math>\Phi_{\ell ,s}(r)\chi</math> le autofunzioni del potenziale di Woods-Saxon (con <math>\chi</math> le funzioni d'onda di spin): <math>E_n '= E_n +\frac{\left\langle \Phi_{\ell ,s}(r)\chi \right|V_{SP}(r)\vec{L}\cdot \vec{S}\left| \Phi_{\ell ,s}(r)\chi \right\rangle }{\left\langle \Phi_{\ell ,s}(r)\chi | \Phi_{\ell ,s}(r)\chi \right\rangle } </math> In questa base, però, non sappiamo fare il conto. Passando alla base di autostati di <math>J^2</math> e <math>J_z</math>: <math>E_n '= E_n +\frac{\left\langle \varphi_{\ell ,s,j,m_j}(r)\chi \right|V_{SP}(r)\vec{L}\cdot \vec{S}\left| \varphi_{\ell ,s,j,m_j}(r)\chi \right\rangle }{\left\langle \varphi_{\ell ,s,j,m_j}(r)\chi | \varphi_{\ell ,s,j,m_j}(r)\chi \right\rangle } </math> Si ha: <math>\left\langle \varphi_{\ell ,s,j,m_j}(r)\chi \right|V_{SP}(r)\vec{L}\cdot \vec{S}\left| \varphi_{\ell ,s,j,m_j}(r)\chi \right\rangle =\left\langle \varphi_\ell (r) \right|V_{SP}\left| \varphi_\ell (r) \right\rangle \left\langle \ell s j m_j \right|\vec{L}\cdot \vec{S}\left| \ell s j m_j \right\rangle </math> con <math>\vec{L}\cdot \vec{S}=\frac12 (J^2 -L^2 -S^2)</math>. Poiché <math>S=1/2</math>, <math>J=L+1/2</math> oppure <math>J=L-1/2</math>. Se <math>J=L+1/2</math>, si avrà: <math>\left\langle \ell s j m_j \right|\vec{L}\cdot \vec{S}\left| \ell s j m_j \right\rangle =\frac{\left(L+\frac12\right)\left(L+\frac32\right)-L(L+1)-\frac34}{2}=\frac{L}{2} </math> Se invece <math>J=L-1/2</math>: <math>\left\langle \ell s j m_j \right|\vec{L}\cdot \vec{S}\left| \ell s j m_j \right\rangle =\frac{\left(L-\frac12\right)\left(L+\frac12\right)-L(L+1)-\frac34}{2}=-\frac{L+1}{2} </math> Pertanto, indipendentemente da <math>V_{SP}(r)</math>, i due stati verranno separati, e l'entità della separazione è proporzionale a <math>L</math>. Scegliamo come convenzione che gli stati che vengono "spostati verso il basso" siano quelli con splitting positivo. Ciò che dunque accade è che per livelli alti (ad esempio quelli a partire dalla terza shell in poi) lo splitting sarà talmente grande da diventare compatibile con le distanze fra le varie shell, riorganizzando i livelli di energia (si parla spesso di livelli intrusi). In particolare: Livelli di energia del potenziale di Woods-Saxon con il termine d'interazione spin-orbita Dunque, il livello <math>0g9/2</math> si è avvicinato al livello precedente (<math>1p1/2</math>), entrando a far parte della quarta shell. Il livello <math>0g9/2</math> è occupato da 10 nucleoni, e pertanto la "chiusura" della terza shell non avverrà più a 40, bensì a 50 nucleoni, che era esattamente quello che volevamo accadesse. Analogamente, la chiusura a 70 nucleoni del livello successivo (la quarta shell) ora avviene a 82 perché il livello <math>0h11/2</math> si è avvicinato al quarto gruppo, ed è occupato da 12 nucleoni. L'inserimento del termine di spin-orbita, dunque, rende ben conto della disposizione dei numeri magici. == Generalizzazione a più nucleoni == Accettando dunque che i corretti livelli di particella singola siano caratterizzati dai buoni numeri quantici <math>\ell</math>, <math>s</math>, <math>j</math> e <math>m_j</math>, vediamo cosa accade se invece di un singolo nucleone riempiamo questi stati con molte particelle. Supponiamo ad esempio di avere due particelle in uno stato con momento angolare <math>j</math>; il momento angolare totale dovrebbe essere <math>J=2j</math> e <math>M_J=2j,2j-1,\dots ,-2j</math>. Non stiamo però tenendo conto del principio di esclusione di Pauli. Consideriamo dunque due particelle in uno stato con <math>j=7/2</math>, e una di esse con <math>m_j=7/2</math>; allora, il massimo <math>M_J</math> ottenibile è <math>7/2+5/2=6</math>: non si può insomma avere <math>J=7</math>, ma dovrà necessariamente essere <math>J=6</math>. Il vincolo dell'antisimmetria della funzione d'onda complessiva, insomma, pone restrizioni al momento angolare totale di un sistema di particelle su uno stesso livello. Se ad esempio supponiamo di riempire completamente il livello che stiamo considerando, si avrà che ci possiamo "mettere" 8 particelle; ci chiediamo: quanto vale il momento angolare totale di quest'insieme di particelle? Per via del principio di esclusione di Pauli, le particelle occuperanno tutti gli stati disponibili, da quello con spin <math>7/2</math> a quello con spin <math>-7/2</math>: pertanto, la somma di tutti i momenti angolari è zero. Insomma, "chiudendo" completamente un livello di particella singola, il momento angolare totale della shell è necessariamente nullo. Supponiamo dunque di avere un sistema di molti nucleoni, che occupano completamente una serie di livelli ma ne lasciano "scoperto" uno. Ad esempio, consideriamo <math>{}^{17}\text{O}</math>: ha <math>Z=8</math> e <math>N=9</math>. Quale sarà il momento angolare totale del sistema? In questo schema, 16 oggetti (tutti i nucleoni tranne il neutrone in <math>0d5/2</math>) danno contributo nullo al momento angolare totale: è solo l'ultimo neutrone a determinare il momento angolare totale di <math>{}^{17}\text{O}</math>. Ci aspettiamo dunque che nello stato fondamentale <math>{}^{17}\text{O}</math> abbia spin <math>5/2</math>. Ora, questo sistema di 17 oggetti è a simmetria sferica, dunque oltre ad avere un buon valore di momento angolare dovrà anche avere parità definita. Dobbiamo dunque determinare la parità dei livelli, che andrà come <math>(-1)^\ell</math>. La parità totale del sistema sarà il prodotto di tutte le parità: poiché in ogni livello c'è un numero pari di particelle, la parità di un livello chiuso sarà sempre positiva, e quindi la parità complessiva di <math>{}^{17}\text{O}</math> sarà determinata da quella del neutrone in <math>0d5/2</math>, che è positiva. Pertanto, lo stato fondamentale di <math> {}^{17}\text{O}</math> è <math>5/2^+</math>. Per quanto abbiamo visto, ci aspettiamo che i livelli energetici nel modello a shell siano degeneri in <math>J</math>; sperimentalmente, però, questa degenerazione risulta rimossa. Ciò è dovuto al fatto che c'è un'interazione residua fra i nucleoni, della quale non stiamo tenendo conto, ma che invece è presente.<ref>Quest'interazione è "contenuta" nel termine di accoppiamento della formula semi-empirica di massa.</ref> Il modello a shell, dunque, risulta non più del tutto affidabile per sistemi con più di un nucleone. Considerando i risultati che abbiamo già visto, quest'interazione residua <math>\Delta V</math> sarà attrattiva e tale da favorire sistemi con spin totale nullo. Ciò può anche essere interpretato in modo semi-classico: se ad esempio un sistema di due nucleoni ha spin totale nullo, ciò significa che le due particelle orbitano in "versi opposti", e ciò è energeticamente "favorito" perché questi due nucleoni "si incontreranno spesso"; se lo spin totale non fosse nullo, infatti, i due nucleoni dovrebbero orbitare nello stesso verso, e dunque tenderebbero a rimanere sempre alla stessa distanza fra loro, quando invece "vorrebbero attrarsi". Supponiamo ad esempio che l'interazione residua sia a raggio il più corto possibile, ovvero supponiamo <math>\Delta V = -V_0 \delta (\vec{r}_1-\vec{r}_2)</math>, ove <math>\vec{r}_1</math> e <math>\vec{r}_2</math> sono le posizioni dei due nucleoni. Considerandola come un'interazione residua piccola, possiamo sfruttare la teoria delle perturbazioni per determinare la variazione di energia <math>\Delta E</math> indotta da questo termine come: <math>\Delta E = \left\langle \varphi (r_1) \varphi (r_2) \right|\Delta V \left| \varphi (r_1) \varphi (r_2) \right\rangle </math> Si determina che <math>\Delta E</math> è massima per <math>J=0</math>, e decresce al crescere di <math>J</math>; dunque, una semplice interazione di tipo delta di Dirac è in grado di spiegare perché singole coppie di nucleoni preferiscono accoppiarsi a spin totale nullo. Perciò, tutti i nuclei pari-pari avranno stato fondamentale con spin nullo, e saranno quindi energeticamente favoriti. == Note == <references/> {{Avanzamento|100%|26 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|Modello a shell]] 8bb7rkfsikrqgft946jgtrc6yy1ndyp Fisica nucleare e subnucleare/Introduzione ai decadimenti 0 54619 453016 452604 2024-04-25T15:09:21Z Hippias 18281 Hippias ha spostato la pagina [[Fisica nucleare e subnucleare/Introduzione sui decadimenti]] a [[Fisica nucleare e subnucleare/Introduzione ai decadimenti]] senza lasciare redirect: preposizione corretta wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Esistono processi nei quali i nuclei possono cambiare stato, ossia i decadimenti; i principali decadimenti, che noi studieremo, sono quelli di tipo <math>\alpha</math>, <math>\beta</math> e <math>\gamma</math>. Il nome di questi tre decadimenti è dovuto al tipo di radiazione che viene emessa nel processo (rispettivamente, particelle <math>\alpha</math>, elettroni o radiazione elettromagnetica). Questi tre tipi di decadimento sono completamente indipendenti fra loro: all'interno di una stessa sequenza di decadimento si può avere una combinazione arbitraria di processi <math>\alpha</math>, <math>\beta</math> e <math>\gamma</math> ; insomma, non è vero che uno stesso elemento può decadere solo <math>\alpha</math>, <math>\beta</math> o <math>\gamma</math>. Ad esempio, <math>{}^{238}\text{U}</math> decade <math>\alpha</math> in <math>{}^{234}\text{Th}</math>, che a sua volta decade <math>\beta^-</math> in <math>{}^{234}\text{Pa}</math>, il quale ancora decade in stati eccitati di <math>{}^{234}\text{U}</math>, i quali decadono poi nello stato fondamentale emettendo radiazione <math>\gamma</math>. Teniamo a mente poi che esistono altri tipi di decadimenti, detti esotici perché molto più rari. In un tipo di decadimento esotico, ad esempio, la "particella" emessa è un nucleo di <math>{}^{14}\text{C}</math> (ad esempio nel processo <math>{}^{223}\text{Ra}\longrightarrow {}^{209}\text{Pb}+{}^{14}\text{C}</math>). In altri decadimenti esotici vengono emessi protoni, e questo tipo di processi avviene in genere in sistemi "troppo ricchi" di protoni (ancora più raramente possono essere emessi due protoni "in un colpo solo"). {{avanzamento|75%|14 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|Introduzione sui decadimenti]] l486y35rl4yw8zexhd70wmmqjbnm3gf 453018 453016 2024-04-25T15:11:24Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Esistono processi nei quali i nuclei possono cambiare stato, ossia i decadimenti; i principali decadimenti, che noi studieremo, sono quelli di tipo <math>\alpha</math>, <math>\beta</math> e <math>\gamma</math>. Il nome di questi tre decadimenti è dovuto al tipo di radiazione che viene emessa nel processo (rispettivamente, particelle <math>\alpha</math>, elettroni o radiazione elettromagnetica). Questi tre tipi di decadimento sono completamente indipendenti fra loro: all'interno di una stessa sequenza di decadimento si può avere una combinazione arbitraria di processi <math>\alpha</math>, <math>\beta</math> e <math>\gamma</math>; insomma, non è vero che uno stesso elemento può decadere solo <math>\alpha</math>, <math>\beta</math> o <math>\gamma</math>. Ad esempio, <math>{}^{238}\text{U}</math> decade <math>\alpha</math> in <math>{}^{234}\text{Th}</math>, che a sua volta decade <math>\beta^-</math> in <math>{}^{234}\text{Pa}</math>, il quale ancora decade in stati eccitati di <math>{}^{234}\text{U}</math>, i quali decadono poi nello stato fondamentale emettendo radiazione <math>\gamma</math>. Teniamo a mente poi che esistono altri tipi di decadimenti, detti esotici perché molto più rari. In un tipo di decadimento esotico, ad esempio, la "particella" emessa è un nucleo di <math>{}^{14}\text{C}</math> (ad esempio nel processo <math>{}^{223}\text{Ra}\longrightarrow {}^{209}\text{Pb}+{}^{14}\text{C}</math>). In altri decadimenti esotici vengono emessi protoni, e questo tipo di processi avviene in genere in sistemi "troppo ricchi" di protoni (ancora più raramente possono essere emessi due protoni "in un colpo solo"). {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|Introduzione sui decadimenti]] poceib6vlssh0907pytclhn3qmpaar0 Fisica nucleare e subnucleare/La fisica subnucleare 0 54622 453019 452607 2024-04-25T15:17:54Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Ciò di cui si occupa la fisica delle particelle elementari è cercare di capire quali sono i costituenti ultimi della materia. Il nucleo, come abbiamo visto, è un sistema complesso, composto da particelle dette nucleoni. Tuttavia, col tempo si è capito che i nucleoni non sono particelle elementari, ma costituiti da altre particelle, dette quark. Caratteristica principale dei quark è quella di avere carica frazionaria (come 1/3 o -2/3, ad esempio); tuttavia, i quark non possono esistere liberi per via delle caratteristiche della forza che li lega all'interno di un nucleone, e sono raggruppati sempre in modo da costituire particelle di carica nulla <math>\pm 1</math>. A oggi, i quark sembrano non avere struttura interna, e pertanto sembrano essere i costituenti fondamentali della materia. Esistono sei tipi di quark: i primi a essere stati scoperti sono l'''up'' e il ''down'' (che sono i quark che costituiscono i nucleoni), ai quali seguono lo ''strange'' (il nome deriva dal fatto che sono stati introdotti per spiegare il comportamento "strano" dei kaoni) e lo ''charm'', e poi infine il ''top'' e il ''bottom''. La materia ordinaria è composta da questi sei quark. Esistono anche tre particelle, ossia l'elettrone, il muone e il tau, che risultano indivisibili; alla stessa famiglia (detta dei leptoni) appartengono i neutrini (elettronico, muonico e tauonico). Queste particelle hanno portato grande scompiglio all'interno del modello standard (ossia l'attuale modello che descrive le caratteristiche delle particelle elementari), perché teoricamente non dovrebbero avere massa, anche se in realtà sembra che ce l'abbiano. Quark e leptoni sono tutti fermioni. Fra le particelle elementari esistono poi anche quattro bosoni che sono i mediatori delle interazioni fondamentali: i fotoni (radiazione elettromagnetica), i gluoni (interazione forte) e i bosoni <math>Z^0</math> e <math>W^\pm</math> (interazione debole). Esistono poi altri due bosoni: il bosone di Higgs (recentemente scoperto) e il gravitone (quest'ultimo non ancora trovato). Se non si introduce il bosone di Higgs, le interazioni avvengono, nel modello standard, fra particelle senza massa, e dunque fino a qualche tempo fa non si riusciva a capire come le particelle potessero avere massa. Il bosone di Higgs porta a una rottura spontanea di simmetria, che permette di dare massa alle particelle. Il gravitone, poi, dovrebbe essere il bosone responsabile dell'interazione gravitazionale; la questione però è ancora aperta, in quanto non si riesce a quantizzare la gravità. Il fotone è l'unico bosone che, accoppiandosi al campo di Higgs, resta privo di massa. In realtà anche il gluone ha questa caratteristica, ma il gluone esiste come un ottetto (esistono otto tipi di gluoni), perché l'interazione fondamentale ha un nuovo numero quantico, detto colore. Queste sono, a oggi, le uniche particelle elementari che conosciamo, anche se già sappiamo che non bastano per spiegare tutto. Le interazioni elettromagnetica e debole sono state unificate, ossia ad alte energie risultano la stessa forza (la loro lagrangiana è la stessa). A temperature più basse questa lagrangiana si "rompe", e si "manifesta" sotto forma di due forze diverse. La differenza fondamentale fra interazione forte ed elettromagnetica è che il colore dei gluoni permette loro di interagire: il campo interagisce con se stesso (al contrario del campo elettromagnetico, visto che i fotoni non hanno carica e quindi non interagiscono fra loro). Noi, per ovvie ragioni, non ci occuperemo mai dell'interazione gravitazionale. Ci sono poi molte differenze fra l'interazione elettrodebole e quella forte: l'elettrodebole diminuisce al crescere della distanza, mentre quella forte cresce al crescere della distanza; l'attrazione fra due quark è talmente forte che se cerchiamo di separarne due, questi si "spaccano" creando nuove particelle ("confinamento" dei quark). {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|La fisica subnucleare]] eg13zksfh6le0v0lloewmg7r2hqje5q Fisica nucleare e subnucleare/Cinematica delle particelle elementari 0 54623 453033 452608 2024-04-25T16:55:47Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Rivediamo brevemente quei concetti di cinematica relativistica che ci serviranno in seguito. Le particelle elementari hanno generalmente una massa molto più piccola della loro energia cinetica (anche quelle più pesanti): insomma, le particelle elementari vanno sempre considerate relativisticamente, e per noi si muoveranno quasi sempre alla velocità della luce. Sappiamo che in cinematica relativistica possiamo definire: <math>\vec{\beta }=\frac{\vec{v}}{c} \quad \gamma =\frac{1}{\sqrt{1-\beta^2}} </math> Se poi consideriamo due sistemi di riferimento e chiamiamo <math>P</math> un evento, abbiamo: <math>x'=\gamma (x-\beta_r ct) \quad y'=y \quad z'=z \quad ct'=\gamma (ct-\beta_r x) </math> ove <math>\beta_r</math> è la velocità relativa del sistema di riferimento primato rispetto all'altro. Quelle appena scritte sono, come noto, le trasformazioni di Lorentz per il quadrivettore <math>(ct,\vec{r}</math>). Questo quadrivettore non sarà tuttavia di grande interesse per noi, visto che vogliamo descrivere le interazioni fra le particelle, e non il loro moto; ci serviremo soprattutto del quadrimpulso: <math>\left(\frac{E}{c},\vec{p}\right)=(m\gamma c, m\gamma \vec{v}) </math> per il quale: <math>p_{x'}=\gamma \left( p_x -\beta_r \frac{E}{c}\right) \quad p_{y'}=p_y \quad p_{z'}=p_z \quad \frac{E'}{c}=\gamma \left(\frac{E}{c}-\beta_r p_x\right) </math> Sappiamo poi che vale: <math>p_\mu p^\mu = \frac{E^2}{c^2}-p^2 \quad \Rightarrow \quad \frac{E^2}{c^2}-p^2 = m^2 \gamma^2 c^2 -m^2 \gamma^2 v^2 \quad \Rightarrow \quad E^2 = m^2 c^4 +p^2 c^2 </math> È una relazione fondamentale che collega l'energia di una particella alla sua massa e al suo impulso, e che utilizzeremo spessissimo. Normalmente, useremo il sistema di unità di misura naturali, che ci semplificherà notevolmente i conti. In questo sistema di misura si pone <math>c=1</math> e <math>\hbar =1</math>, ossia <math>h=2\pi</math>; come unità di misura dell'energia, invece, useremo l'eV. Ponendo <math>c=1</math>, la relazione precedente può essere scritta come <math>m^2=E^2-p^2</math>, che vale per una singola particella. Se invece abbiamo più particelle (che non interagiscono fra loro): <math>m^2 = \left(\sum_i E_i\right)^2 - \left(\sum_i \vec{p}_i\right)^2 </math> pertanto, la massa del sistema non è la somma delle energie delle singole componenti (questa relazione è palesemente non lineare); coinciderà però con l'energia del sistema nel suo centro di massa, perché è un invariante relativistico. Infatti, sfruttando la variabile di Mandelstam <math>s</math>: <math>s^2_{{\mbox{lab }}}:=m^2=\left(\sum_i E_i\right)^2 - \left(\sum_i \vec{p}_i\right)^2 \quad s^2_{{\mbox{cdm }}}:=m^2=\left(\sum_i E_i^*\right)^2 </math> (ricordiamoci che per definizione nel centro di massa si ha <math>\sum_i \vec{p}_i^*=0</math>). Per studiare com'è fatta la materia, dall'esperimento di Rutherford in poi usiamo come tattica quella di lanciarci particelle contro. I tipi i esperimenti di questo tipo si dividono nelle seguenti categorie: * '''a targhetta fissa''': in questo caso il bersaglio è fermo nel sistema di riferimento del laboratorio; * '''collider''':si fanno scontrare frontalmente due fasci di particelle. Nel caso della targhetta fissa, si ha: <math>s=(E_1 +m_2)^2 -p_1^2 = m_1^2 +m_2^2 +2E_1 m_2 </math> mentre nel caso del collider: <math>s=E_1^2 +E_2^2 +2E_1 E_2 -p_1^2 -p_2^2 -2\vec{p}_1 \cdot \vec{p}_2=m_1^2 +m_2^2 +4E_1 E_2 </math> ove l'ultimo passaggio è valido nell'ipotesi in cui <math>E\gg m</math> e <math>\vec{p}_1</math> e <math>\vec{p}_2</math> siano collineari (e quindi <math>\vec{p}_2 \cdot \vec{p}_2 = -p_1 p_2</math>). Da questo calcolo possiamo capire perché in genere si prediligono i collider. <!-- Facendo infatti un grafico di <math>s</math> in funzione dell'energia del proiettile <math>E_1</math>, si ha: Confronto in resa energetica fra collisioni a targhetta fissa e collider --> Nei collider, dunque, l'energia a disposizione nel centro di massa cresce molto velocemente con l'energia dei fasci. Pertanto, poiché <math>s</math> è l'energia del sistema nel centro di massa, maggiore è <math>s</math> maggiore è la massa che si ha a disposizione per "creare qualcosa di nuovo". {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|Cinematica delle particelle elementari]] 63oonm0ci3vb1fab91t9l2slzf8o6ir Fisica nucleare e subnucleare/La scoperta delle particelle elementari 0 54625 453020 452610 2024-04-25T15:20:21Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Nell'acceleratore LHC vengono accelerati fasci composti ognuno da 2808 bunches, distanti almeno 25 ns l'uno dall'altro. Ogni fascio contiene <math>1.15\cdot 10^{11}</math> protoni, ed è lungo circa 30 cm. In genere fra alcuni bunches possono esserci dei buchi, necessari per l'ottimizzazione dell'energia utilizzabile sul fascio (misurando l'energia del singolo bunch si può capire come modificare i campi magnetici per controllarli meglio), mentre "buchi" più grandi, detti "abort gap", servono per poter "dampare" il fascio stesso (ossia disfarsene facendolo impattare contro bersagli appositamente progettati). LHC non accelera però solo protoni, ma anche ioni pesanti come nuclei di Pb, perché la parte più moderna della fisica nucleare sfrutta collisioni di nuclei pesanti per studiare le proprietà dei nuclei, in particolare il quark-gluon plasma, che si pensa essere stato il primo stato della materia dopo il big bang. I protoni o i nuclei di Pb vengono prodotti con collisioni a targhetta fissa, per essere prima accelerati a basse energie nell'acceleratore LIMAC, poi a energie più alte nel Proton Synchroton; successivamente, vengono accelerate ad energie elevatissime nel Super Proton Synchroton (l'acceleratore dove Rubbia ha scoperto i bosoni <math>W^\pm</math> e <math>Z^0</math>). A questo punto, i fasci vengono immessi nell'anello principale, per essere ulteriormente accelerati e poi sottoposti alle collisioni nei punti dove ci sono i rivelatori. Questi non sono altro che materia strutturata in modo ben preciso, di modo tale che misurando la perdita di energia di una particella al suo interno si può risalire alle proprietà della particella madre. In particolare, nei rivelatori si ricostruiscono le tracce delle particelle per determinarne la massa invariante. L'elemento più importante nella costruzione di un acceleratore sono i magneti: la forza necessaria per mantenere una particella in un'orbita circolare aumenta con la velocità della particella stessa, a raggio fissato. Pertanto, ad ogni "giro" del fascio bisogna aumentare il campo magnetico, ossia la corrente che circola nelle bobine. Per poter lavorare con grandi correnti senza dissipare troppa energia si usano elettromagneti superconduttori (a temperature molto basse); al momento il campo magnetico che si riesce a produrre nell'acceleratore è di circa 8.3 T, e quindi si riescono ad accelerare particelle fino a energie di circa 7 TeV. In tutto LHC ci sono 1232 dipoli magnetici disposti lungo l'acceleratore: con questi si cerca di collimare il fascio all'interno del "tubo". Ma perché abbiamo cominciato a studiare la fisica delle particelle elementari? In questa parte di corso ripercorriamo le tappe storiche che hanno portato alle maggiori scoperte in questo campo. {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|La scoperta delle particelle elementari]] mbednn2hs1pgzy6a937brk6zktni901 Fisica nucleare e subnucleare/Da Thomson a Rutherford 0 54626 453021 452611 2024-04-25T15:23:35Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Possiamo dire che lo studio delle particelle elementari è iniziato alla metà dell'Ottocento, con lo studio dei raggi catodici; in particolare si determinò che erano deflessi da campi magnetici, con deflessione consistente con cariche negative, e hanno le stesse caratteristiche indipendentemente da come sono formati. Si suppose quindi che questi fossero composti da particelle cariche, e Thomson nel 1897 riuscì a misurarne il rapporto carica/massa, scoprendo di fatto gli elettroni. Nel 1909, poi, Millikan effettuò il famoso esperimento col quale riuscì a misurarne direttamente la carica. Nel frattempo, in molti stavano cominciando a studiare fenomeni radioattivi: Becquerel ad esempio scoprì che i materiali fluorescenti emettono anche senza essere eccitati. Rutherford, poi, scoprì che in questi processi vengono emessi due tipi di particelle che denominò <math>\alpha</math> e <math>\beta</math>, e che le particelle <math>\beta</math> hanno le stesse proprietà degli elettroni. Il metodo investigativo che sta alla base dello studio della materia è partito sostanzialmente dall'esperimento di Rutherford. La tecnica utilizzata da Rutherford è sostanzialmente identica a quelle attualmente usate negli acceleratori, con la differenza che a oggi i collider sono molto più diffusi di esperimenti a targhetta fissa. Ciò che Rutherford scoprì è che alcune particelle <math>\alpha</math> lanciate contro un sottile foglio d'oro e con energie di circa 5.5 MeV venivano deflesse moltissimo, o addirittura riflesse all'indietro. Fu con questo esperimento, come sappiamo, che il modello atomico di Rutherford divenne quello universalmente accettato per la descrizione della struttura atomica. Durante lo studio della struttura dell'atomo, Rutherford postulò anche l'esistenza del neutrone, ossia che l'atomo fosse composto anche da particelle neutre di massa simile a quella del protone. Ora, nel 1930 Bethe e Becker notarono che particelle alpha incidenti su del Berillio producevano una radiazione in grado di superare 200mm di Piombo; nel 1932 Irene Joliot-Curie osservò che facendo incidere la radiazione su della paraffina venivano prodotti protoni. Chadwick, studente e poi collaboratore di Rutherford, misurò la velocità di questi protoni, deducendo che la radiazione studiata non poteva essere composta da particelle di massa nulla. Si trattava proprio dei neutroni. {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|Da Thomson a Rutherford]] kc8bqwfb4y5op7de13ev0o08je1mquc Fisica nucleare e subnucleare/I raggi cosmici 0 54627 453022 452612 2024-04-25T15:26:27Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Già dalla fine del Settecento Coulomb notò che l'elettroscopio si scaricava spontaneamente. Dopo la scoperta della radioattività si trovò che un rivelatore, anche se completamente schermato, presentava comunque un segnale, che venne attribuito a una radiazione fortemente penetrante, che fu dimostrato avere origine extra-terrestre. Rossi dimostrò poi che questa radiazione è composta da particelle cariche. Negli anni trenta Yukawa, tentando di capire come protoni e neutroni possano essere legati nel nucleo, propose che i nucleoni interagissero con un nuovo campo, che risultava avere raggio d'azione cortissimo, e con un mediatore che doveva avere massa di circa 200 MeV. Si cercò dunque di andare a capire se qualcosa di simile poteva essere trovata nei raggi cosmici, e nel 1937 Anderson e Neddermeyer con una camera a nebbia in campo magnetico misurarono la massa di una particella, che determinarono essere compresa fra quella dell'elettrone e del protone, che venne chiamata mesotrone. Durante la guerra Conversi, Pancini e Piccioni mostrarono che queste particelle non interagivano molto con i nuclei atomici (usarono dei nuclei leggeri, in particolare di carbonio), come invece ci si sarebbe aspettato per le particelle di Yukawa. Nel 1940, infatti, Tomonaga e Araki avevano predetto che le particelle di Yukawa di carica positiva e negativa avrebbero dovuto avere comportamenti molto diversi: le particelle negative, infatti, avrebbero dovuto rallentare per poi essere assorbite dal nucleo, mentre quelle positive avrebbero dovuto rallentare e successivamente decadere, senza essere assorbite. Dopo la fine della guerra, Perkins usò delle emulsioni nucleari e le mise a bordo di aerei della RAF per essere portate ad alta quota: in questo modo riuscì a evidenziare una particella con le caratteristiche della particella di Yukawa. Nello stesso periodo Lattes, Powell e Occhialini fecero un esperimento con emulsioni nucleari sui Pirenei francesi e determinarono l'esistenza di due particelle di massa non molto diversa, una delle quali decade nell'altra. La più pesante di queste, il pione <math>\pi</math>, è effettivamente la particella di Yukawa, mentre l'altra è il muone <math>\mu</math>, particella che non mostrava un'interazione nucleare significativa {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|I raggi cosmici]] gpdlnvyvgpb059fv2cw8fznr0efx1ba Fisica nucleare e subnucleare/I mesoni K 0 54628 453023 452613 2024-04-25T15:38:02Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Negli anni quaranta, una volta individuata la particella di Yukawa, si pensava che il quadro delle particelle che costituiscono la materia fosse concluso: si pensava infatti di conoscere i costituenti del nucleo e dell'atomo, nonché il mediatore della forza forte. Studiando i raggi cosmici, con un esperimento condotto sulle Alpi si scoprì (con la solita procedura, ossia lo studio di emulsioni) che in realtà nella radiazione cosmica esiste un'altra particella, con massa di circa 500 MeV. Più o meno in contemporanea negli USA si scoprì che una particella con massa simile decade in diversi pioni. All'epoca i tipi di tracce presenti nelle camere vennero divisi in due categorie * <math>\mathbf{V}</math>: una particella carica che decade in un'altra particella carica e delle particelle neutre. Questo tipo di particelle erano dette particelle <math>\theta</math> (la particelle neutre sono invisibili perché non ionizzano l'emulsione); * <math>\mathbf{V_0}</math>: una particella neutra decade in due particelle cariche. Questo tipo di particelle erano dette particelle <math>\tau</math> (come prima, le particelle neutre sono invisibili). Ci volle una decina d'anni per capire che <math>\theta</math> e <math>\tau</math> sono in realtà la stessa particella che decade in modo diverso: questa particella è il mesone <math>K</math>. Ovviamente, può essere carico (con carica positiva o negativa) o neutro: c'è insomma un'intera famiglia di mesoni <math>K</math>. Qualche anno più tardi si osservò che c'era sempre una produzione associata di particelle instabili, ossia i <math>K</math> non sono "singoli" (in processi del tipo <math>\pi \longrightarrow \mu</math>, invece, si vede una sola traccia isolata). Studiando dettagliatamente le tracce dei <math>K</math> si notò che questi venivano sempre prodotti in coppie con altre particelle, che però non avevano sempre le stesse caratteristiche; queste particelle, che hanno massa leggermente maggiore di quella del <math>K</math> e decadono in nucleoni e pioni, sono dette iperoni. Studiando gli iperoni, si notò che si comportano in modo "strano" rispetto ai pioni, i nucleoni, i <math>\mu</math> e in generale le altre particelle allora note; le loro stranezze erano principalmente due: * sono prodotte in coppie, * sono prodotte molto "velocemente" (tipico dei processi regolati dall'interazione forte), ossia la loro sezione d'urto è molto grande, ma il loro decadimento è "lento", ossia hanno vite medie molto lunghe (tipico dei processi regolati dall'interazione debole) Non si era mai vista fino ad allora una differenza fra il modo in cui una particella è prodotta e quello in cui decade. Nishima e Geldman proposero la seguente spiegazione: la differenza osservata è dovuta a un nuovo numero quantico <math>S</math>, finora ignorato, detto stranezza; si tratta di un numero quantico additivo (come la carica), e l'idea è che questo si conservi nelle interazioni forti. Se per ora ad esempio poniamo uguale a +1 la stranezza dei mesoni <math>K</math>,<ref>Per ora prendiamo per buona questa cosa, poi vedremo per bene come funziona.</ref> mentre 0 quella delle particelle "normali", allora considerando il processo: <math>\pi^- +p \longrightarrow K^0 +\Lambda^0 </math> si vede bene perché le particelle devono essere prodotte in coppia: lo stato iniziale ha stranezza nulla e quindi anche quello finale deve avere <math>S=0</math> (se supponiamo che la stranezza si conservi nel processo), pertanto oltre al <math>K^0</math>, che è una particella strana, dovrà essere prodotta anche un'altra particella (in questo caso <math>\Lambda^{0}</math>) con stranezza <math>-1</math>.<ref>Ovviamente, se conoscessimo il modello a quark "salterebbe tutto fuori" gratuitamente.</ref> Se però consideriamo il decadimento di un mesone <math>K</math>, ad esempio <math>^0 \longrightarrow \pi^+ +\pi^-</math>, vediamo che la stranezza non è conservata (è 1 nello stato iniziale e nulla in quello finale): il decadimento dei mesoni <math>K</math> è dunque dovuto a un'interazione diversa da quella forte, ed è proprio per via della violazione della conservazione della stranezza che il loro decadimento è molto lento. Per riassumere, le caratteristiche principali dei mesoni <math>K</math> sono: {| class="wikitable" | || carica || stranezza || massa || vita media |- | K+ || +1 || +1 || 494 MeV || 12 ps |- | K0 || 0 || +1 || 498 MeV || ??? |- | K0 || 0 || -1 || 498 MeV || ??? |- | K- || -1 || -1 || 494 MeV || 12 ps |} (vedremo poi perché la vita media del <math>K^0</math> e del <math>\overline{K}^0</math> non è definibile). Per concludere, abbiamo bisogno anche della stranezza per caratterizzare completamente una particella, oltre a tutti gli altri numeri quantici. == Note == <references/> {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|I mesoni K]] c8fe14vrthjn99v0es2uidl1tym4hvi Fisica nucleare e subnucleare/La storia dei leptoni 0 54629 453024 452614 2024-04-25T15:44:25Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Come sappiamo, il pione decade nel processo a catena <math>\pi \longrightarrow \mu \longrightarrow e</math>. Con studi molto dettagliati, Conversi, Pancini e Piccioni determinarono che il <math>\mu</math> si comporta come l'elettrone, rientrando nella famiglia dei leptoni. Esiste poi un terzo leptone, il <math>\tau</math>, scoperto in un'interazione del tipo: <math>e^+ + e^- \longrightarrow \tau^+ +\tau^- </math> e si determinò anche che il <math>\tau</math> decade secondo: <math>\tau^\pm \longrightarrow e^\pm +\nu_e +\nu_\tau \quad \tau^\pm \longrightarrow \mu^\pm +\nu_\mu +\nu_\tau </math> Ora, perché esistono tipi diversi di neutrini? Si cominciò a pensare che così come esistono tre diversi leptoni potessero esistere tre diversi tipi di neutrini, che cominciarono a essere studiati sistematicamente con l'avvento dei reattori nucleari: si usarono infatti i neutrini prodotti nei reattori per farli collidere con targhette, in reazioni del tipo <math>\nu +p \longrightarrow e^+ +n</math> (che è lo stesso processo del decadimento <math>\beta^+</math>). Con studi di questo tipo si cercò di caratterizzare i neutrini, scoprendo ad esempio che in realtà i neutrini hanno massa. Se si fanno urtare protoni contro atomi di Be si producono moltissimi pioni, che sappiamo decadere in muoni e neutrini; si notò che i neutrini prodotti in questo modo quando interagiscono con la materia hanno una caratteristica peculiare, ossia fra i prodotti di questa interazione ci sono sempre muoni, e mai elettroni. Analogamente, se si fanno urtare i neutrini prodotti dal decadimento dei <math>\pi^\pm</math> contro nucleoni si ottengono sempre pioni e mai elettroni. Ciò significa che i neutrini si "ricordano" con chi sono stati prodotti, o in altre parole i vari neutrini sono particelle diverse fra loro (ossia sono diversi stati quantistici, con diversi numeri quantici). Ci deve insomma essere un nuovo numero quantico che si conserva in questi processi: è il sapore leptonico. Si ha: {| class="wikitable" |+ Sapori leptonici | || <math>Le</math> || <math>L\mu</math> || <math>L\tau</math> |- | <math>e</math> || 1 || 0 || 0 |- | <math>\nu e</math> || 1 || 0 || 0 |- | <math>\mu</math> || 0 || 1 || 0 |- | <math>\nu \mu</math> || 0 || 1 || 0 |- | <math>\tau</math> || 0 || 0 || 1 |- | <math>\nu \tau</math> || 0 || 0 || 1 |} A oggi, il sapore leptonico è sempre stato visto conservarsi. Esistono teorie nuove che permettono di passare dalla scala elettrodebole a energie più alte che prevedono che il sapore leptonico possa non essere conservato. {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|La storia dei leptoni]] ke9o38z2j00zmcmbmtuqofzj4vn2puj Fisica nucleare e subnucleare/Simmetrie 0 54630 453034 452615 2024-04-25T17:11:21Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Come sappiamo, il teorema di Noether collega le simmetrie della lagrangiana di un sistema con leggi di conservazione. Le simmetrie, poi, si dividono in continue e discrete, e quelle che ci interesseranno maggiormente sono quelle discrete. In generale, può accadere che il numero quantico associato a una simmetria sia additivo (come la carica) o moltiplicativo. Le simmetrie che analizzeremo sono le seguenti tre: * <math>P</math>: parità * <math>C</math>: coniugazione di carica * <math>T</math>: inversione temporale == Parità == Come noto l'operatore di parità è quello che cambia segno alle coordinate spaziali, ossia <math>\vec{r}\longrightarrow -\vec{r}</math>, pertanto si ha anche: <math>t\longrightarrow t \qquad \vec{p}\longrightarrow -\vec{p} \qquad \vec{r}\times \vec{p}\longrightarrow \vec{r}\times \vec{p} \qquad s \longrightarrow s </math> (ove <math>s</math> è lo spin). È chiaro dunque cosa sia la parità per un sistema di più particelle; un po' più oscuro è invece il significato di parità di una singola particella. In generale, la parità intrinseca di una particella è definita a partire dal sistema di riferimento di quiete della particella stessa. Per il fotone, ad esempio, si determina la parità a partire dalle caratteristiche del campo elettromagnetico (ossia dalle proprietà di parità del campo elettromagnetico), e risulta <math>P(\gamma )=-1</math>. Infatti il fotone è la particella più semplice possibile per la quale possiamo determinare la parità, perché conosciamo esplicitamente l'espressione del campo elettromagnetico, e il comportamento del campo sotto parità è sostanzialmente quello del suo mediatore. Poiché il campo elettromagnetico si comporta come un vettore, allora ha parità negativa, e quindi <math>P(\gamma )=-1</math>. Per convenzione, poi, si pone <math>P(p)=+1</math>, e a partire da ciò si cerca di ricavare la parità di tutte le altre particelle (si può dimostrare che questo è effettivamente possibile, ma non lo facciamo). Spesso si usa indicare (come abbiamo visto in fisica nucleare) lo stato di una particella con il suo momento angolare totale e la sua parità con la notazione <math>J^ P</math>; nel caso del fotone dunque si ha uno stato <math>1^-</math>. A oggi, sappiamo che: * la parità dei fermioni è opposta a quella degli anti-fermioni,<ref>Fra poco vedremo cosa sono le antiparticelle.</ref> * le parità dei bosoni e degli anti-bosoni coincidono. Consideriamo ora un sistema di due particelle. Come possiamo determinarne la parità? Chiamiamo <math>\left| p,\ell ,m \right\rangle</math> lo stato del sistema (con <math>p</math> impulso), e supponiamo che le parità intrinseche delle due particelle siano <math>P_{1}</math> e <math>P_{2}</math>. Se il sistema è isolato, necessariamente <math>\vec{p}_1=-\vec{p}_2</math>, e ponendo <math>\vec{p}_1=\vec{p}</math> possiamo esprimere <math>\left| p,\ell ,m \right\rangle</math> nella base <math>\left| p,-p \right\rangle</math> come: <math>\left| p,\ell ,m \right\rangle =\sum_{\theta , \varphi }{Y^*}^\ell_m (\theta ,\varphi )\left| p,-p \right\rangle </math> Sotto parità, <math>\theta \longrightarrow \pi -\theta</math> e <math>\varphi \longrightarrow \pi +\varphi</math> e quindi: <math>P\left| p,\ell ,m \right\rangle \longrightarrow P_1 P_2 (-1)^\ell \left| p,\ell ,m \right\rangle </math> Supponendo dunque che il sistema sia composto da due bosoni, <math>P_1=P_2</math> e quindi la parità va come <math>(-1)^\ell</math>, mentre se è composto da fermioni <math>P_1=-P_2</math> e quindi la parità va come <math>(-1)^{\ell +1}</math>. Se quindi ad esempio supponiamo che uno stato iniziale decada in due fotoni, e che la parità del sistema si conservi nel processo, allora la parità dello stato iniziale dovrà essere +1. == Coniugazione di carica == Mentre venivano studiate le proprietà della parità delle particelle venne introdotto un nuovo operatore, la coniugazione di carica <math>C</math>, perché in processi che coinvolgono interazioni elettromagnetiche la carica è conservata (vedremo più tardi che <math>C</math> manda una particella nella sua antiparticella). Per capire meglio il ruolo della coniugazione di carica partiamo da un altro punto. Storicamente, si cercò di coniugare la meccanica quantistica con la relatività speciale (ossia con l'invarianza sotto trasformazioni di Lorentz). Con l'equazione di Klein-Gordon il problema è risolto, ma manca la componente di spin della funzione d'onda. Nel 1928 Dirac propose una soluzione partendo da degli stati fondamentali, detti "spinori", che includono anche lo spin. Nella soluzione della sua equazione, però, Dirac si accorse che esistevano delle soluzioni con energie positive e con energie negative; cercò dunque di capire cosa fossero queste soluzioni con energia negativa, ed è così che Dirac arrivò a proporre il concetto di antiparticella. Applicando l'equazione al campo elettromagnetico, Dirac pensò che la soluzione con <math>E<0</math> fosse relativa al protone (quella con <math>E>0</math> si sapeva corrispondere all'elettrone). Ci si rese conto però che applicando l'operatore <math>C</math> all'equazione di Dirac la soluzione con <math>E<0</math> doveva avere massa identica a quella della soluzione con energia positiva: pertanto l'antiparticella dell'elettrone non può essere il protone. È così che nel 1931 Dirac propose l'esistenza del positrone, particella identica all'elettrone ma di carica opposta. Bisognava a questo punto verificare questa supposizione. Si pensò di cercare tracce del positrone nei raggi cosmici: vennero dunque fatte molte ricerche in questo senso, e nel 1933 Anderson notò in un esperimento che oltre a delle tracce consistenti con elettroni ce n'erano altre di "simmetriche". Facendo riferimento alla figura, la seconda traccia o proviene "dall'alto" ed ha carica positiva, oppure viene "dal basso" con carica negativa. Usando quindi dei pezzi di ferro per misurare con più accuratezza la perdita di energia della particella, si determinò che effettivamente questa proveniva "dall'alto", ed aveva quindi carica positiva (oltre alla stessa massa dell'elettrone): il positrone era stato trovato sperimentalmente. Anche Occhialini, qualche anno dopo, giunse alle stesse conclusioni. A questo punto, però, che ne è delle altre particelle? Già col protone si presentano dei problemi che l'elettrone non ha: il protone, infatti, non è puntiforme. Ci si chiese quindi se le antiparticelle esistano effettivamente per tutte le particelle, come suggerirebbe l'applicazione dell'operatore di coniugazione di carica all'equazione di Dirac. Considerando sempre il protone, non si riusciva a trovare sperimentalmente l'anti-protone nei raggi cosmici.<ref>In realtà più recentemente sono stati trovati, ma sono pochissimi e presenti solo fuori dall'atmosfera.</ref> Si cominciò dunque a sfruttare la tecnologia degli acceleratori: a Berkeley, in California, venne costruito il bevatrone (il nome deriva da "billions of eV"), nel quale delle particelle venivano accelerate a energie di circa 7 GeV in collisioni a targhetta fissa. La reazione studiata era del tipo: <math>p+p\longrightarrow \overline{p}+p+p+p </math> Facendo i conti nel sistema di riferimento del centro di massa, si vede che effettivamente serve un'energia circa 7 volte maggiore della massa del protone, ossia proprio circa 7 GeV. Il problema è che in processi del genere si producono anche pioni, e dobbiamo essere in grado di distinguerli dagli antiprotoni; il rivelatore è dunque abbastanza complicato, e sfrutta la relazione fra impulso relativistico e velocità per determinare con precisione la massa di una particella. In questo modo venne effettivamente trovato sperimentalmente l'antiprotone. Fu chiaro, dunque, che tutte le particelle hanno la propria antiparticella; <math>C</math> è pertanto un operatore che effettivamente trasforma una particella nella sua antiparticella, come avevamo già accennato. Si può dimostrare che <math>C\left| \psi \right\rangle =\left| \psi \right\rangle</math>, che è hermitiano e ha autovalori <math>\pm 1</math>. Pertanto, la coniugazione di carica introduce un nuovo numero quantico, che rappresentiamo nella notazione usuale come <math>J^{PC}</math>. == Invarianza temporale == Si tratta della simmetria che cambia segno al tempo, ossia <math>T:t\longrightarrow -t</math>. La meccanica classica non è invariante sotto <math>T</math> (si pensi ad esempio al secondo principio della termodinamica). Per le interazioni fondamentali, però, ciò può non essere vero. == La simmetria CPT == <math>C</math>, <math>P</math> e <math>T</math> vengono in genere incorporati in un unico operatore, <math>CPT</math> (l'ordine di applicazione non è rilevante). Esiste un teorema, il teorema <math>CPT</math>, secondo il quale la simmetria <math>CPT</math> è sempre conservata; a oggi non è mai stata osservata una violazione di <math>CPT</math>. Una conseguenza importante della simmetria <math>CPT</math> è che una particella e la propria antiparticella non solo hanno la stessa massa, ma anche la stessa vita media. Recentemente è stato dimostrato che una possibile violazione di <math>CPT</math> implicherebbe una violazione dell'invarianza di Lorentz. Sperimentalmente si osserva che <math>C</math> e <math>P</math> sono conservate in tutte le interazioni tranne quella debole. Fino a poco tempo fa si credeva che <math>C</math> e <math>P</math> non fossero singolarmente conservate, ma la loro azione congiunta <math>CP</math> sì. In realtà si determina che anche <math>CP</math> è violata; dunque, o <math>T</math> è violata e <math>CPT</math> si conserva, oppure <math>T</math> si conserva e <math>CPT</math> è violata. A oggi non si conosce la risposta definitiva a questo problema. == Altre simmetrie == Esistono altre due conservazioni che non analizzeremo: quella del numero leptonico e quella del numero barionico. In particolare, i numeri quantici conservati sono: <math>B=N(\mbox{barioni})-N(\mbox{antibarioni}) \quad \mathcal{L}=N(\mbox{leptoni})-N(\mbox{antileptoni}) </math> da notare che i tre numeri leptonici <math>\mathcal{L}_e</math>, <math>\mathcal{L}_\mu</math> e <math>\mathcal{L}_\tau</math> sono tutti conservati separatamente (mentre il numero barionico è unico). == Note == <references /> {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|Simmetrie]] 4ao5edl6es8cphn8ggir2fvu0gyernm Fisica nucleare e subnucleare/Unificazione elettrodebole 0 54635 453025 452620 2024-04-25T15:48:00Z Hippias 18281 wikitext text/x-wiki {{Fisica nucleare e subnucleare}} Il formalismo vero e proprio dell'interazione debole nacque quando si capì che i processi di corrente neutra possono essere unificati con i processi elettromagnetici. Questo modello venne sviluppato da Glasgow, Salam e Weinberg prima, e da Feynman e 't Hooft poi. Nello scrivere il formalismo dell'interazione debole, si suppose che all'inizio, poco dopo il big bang, la natura potesse essere descritta da quattro campi, espressione di un'unica forza, quella elettrodebole. I propagatori di questi campi vengono detti <math>W_1</math>, <math>W_2</math>, <math>W_3</math> e <math>B</math>; il tutto interagisce con un altro campo, il campo di Higgs, che "mantiene tutto in equilibrio". Questi però non sono i campi fisici che noi vediamo oggi (mediati da <math>W^+</math> e <math>W^-</math>, combinazioni lineari di <math>W_1</math> e <math>W_2</math>, e da <math>Z^0</math> e <math>\gamma</math> , combinazioni lineari di <math>W_3</math> e <math>B</math>). Quando l'energia scende sotto una certa soglia, il sistema non è più in equilibrio ("la simmetria si rompe"), nel modo descritto dal meccanismo di Higgs: i bosoni inizialmente interagiscono con bosoni intermedi, e alla fine "escono" i vari bosoni vettori, dei quali il fotone è l'unico a rimanere senza massa (tutto ciò è conseguenza di come sono stati pensati i campi). I campi "iniziali" hanno proprietà simili alla QCD, ossia i loro propagatori possono interagire fra loro. Le correnti neutre deboli ed elettromagnetiche sono simili, in quanto non cambiano il sapore. Lo <math>Z^0</math> non si accoppia né col sapore né col colore. La lagrangiana dell'interazione elettrodebole è: <math>\mathcal{L} = \frac{g}{\sqrt{2}}\left(J_\mu^- W_+^\mu +J_\mu^+ W^\mu_-\right)+\frac{g}{\cos \theta_W}\left(J^3_\mu -\sin \theta_W J_\mu^{{\mbox{emg }}}\right)Z^\mu + g \sin \theta_W J_\mu^{{\mbox{emg }}}A^\mu </math> ove <math>g</math> è la costante di accoppiamento elettrodebole, <math>J</math> sono le varie correnti in gioco e <math>W</math> i campi. Il primo addendo è relativo alla corrente carica, il secondo a quella neutra, l'ultimo all'elettromagnetismo. L'angolo <math>\theta_W</math> è detto di Weinberg o di mescolamento. Si ha: <math>g \sin \theta_W = \frac{q_{{\mbox{el }}}}{\sqrt{\varepsilon_0 \hbar c}} </math> Insomma, <math>q_{{\mbox{el }}}</math> e <math>\theta_W</math> sono i parametri liberi della teoria. Da ciò si può prevedere la massa dei <math>W</math> e <math>Z^0</math>, che risulta uguale a quella misurata. La matrice CKM "è contenuta" nei <math>J^\pm</math> del primo addendo. L'altra cosa che mancava (fino a poco tempo fa) nel modello era la massa del bosone di Higgs, che è stato trovato al CERN (ha una massa di circa 125 GeV, e non era stato trovato prima perché ha una sezione d'urto di produzione bassissima). Infine, non riusciamo a capire il perché della gerarchia delle masse, cioè perché le particelle sono alcune più leggere e alcune più pesanti, e perché hanno proprio quella massa e non altre. {{Avanzamento|100%|25 aprile 2024}} [[Categoria:Fisica nucleare e subnucleare|Unificazione elettrodebole]] a4092j2f5i6t6li2lyqee1hmg8iw5c3 Profili di donne pugliesi/Musiciste 0 54652 453028 452981 2024-04-25T16:05:36Z Hippias 18281 added [[Category:Profili di donne pugliesi]] using [[Help:Gadget-HotCat|HotCat]] wikitext text/x-wiki <!--INIZIO INSERIMENTO BIOGRAFIE IN ORDINE ALFABETICO --> ==Milena Barberio== '''Milena Barberio''' è una cantante soprano nata nel 1903 a Mottola (TA). ===Biografia=== Milena Barberio, figlia del medico Vincenzo, notissimo personaggio di Mottola, è nata nel 1903. Si diploma giovanissima, come professoressa di canto al Regio Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli e il suo nome compare per la prima volta nelle cronache mottolesi nell’ottobre 1923, in occasione di una serata musicale nel teatro "Oronzo Mario Scarano" promossa dal dottor Vincenzo Morea, durante la quale canta accompagnata al piano dal massafrese Losavio. Diventa titolare della cattedra di Canto nella scuola musicale provinciale di Taranto, istituita dall’avvocato Turi, Preside della Provincia di Taranto, nel dicembre 1923 e si esibisce al teatro D’Ayala di Taranto, per il Circolo d’arte Giacosa e successivamente nella stessa Mottola, accompagnata al piano dal professore Silvestri. La scaletta della giovane soprano include la Primavera di Tirindelli, “Venne una vecchierella” dalla Isabeau di Mascagni; la “Romanza di Liù” dalla Turandot di Puccini; “Io sono l’umile ancella” dalla Adriana di Cilea; la “Nenia” dal Mefistofele di Boito. Nel 1925 il suo nome compare a Napoli nel cartellone dell’Associazione “Alessandro Scarlatti” dedicato alla musica moderna da camera, nell’organico che comprendeva la celebre violinista Giuseppina de Rogatis e che eseguiva i complessi concerti dei “Canti del cucù” di Haas e la “Cantata eroica” di Glazounow per soli coro e due pianoforti a otto mani. La giovane cantante mottolese arriva alla notorietà l’11 maggio del 1928, quando, accompagnata dal pianoforte, dai maestri Longas e Bensi, si esibì al Politeama Alhambra di Taranto nel concerto di raccolta fondi per il Monumento al Marinaio d’Italia: cantò “L’enigma” di Zanella, “Nebbie” di Respighi, “Lamento d’animo” di Monteverde e un brano dalla “Manon” di Puccini. Sul palco dopo di lei c'è il celebre tenore leccese Tito Schipa che al termine del concerto vengono premiati con medaglie d’oro. Il 16 febbraio 1931 canta per beneficenza al teatro La Fenice di Venezia con numerosi consensi del pubblico. Nel marzo 1931, accompagnata da Ferruccio Cusimati, interpreta al Circolo Artistico brani di Savasta, Puccini, Zanella, Strauss e Cilea. Nel Gazzettino di Venezia del 10 marzo l'artista viene definita "dotata di temperamento e di mezzi vocali d'eccezione". Da nord a sud molti giornali lodano le sue qualità e nel 1933 viene scritturata dalla EIAR per diversi concerti radiofonici eseguiti in diretta da Radio Bari. Nel giugno 1934 partecipa al Kursaal Santalucia di Bari al concerto per la commemorazione di Mario Costa, diretto da Dino Milella, col coro del sindacato, il pianista Costa, Lia Guarini, Michele Fiore, Nicola Bavaro e Franco Signorile. Nel 1935 è protagonista nella tournèe in tutta la Puglia della Commemorazione Belliniana, insieme al pianista Mario Gidiuli, il tenore Franco Signorile, il basso Andrea Mongelli. Torna a esibirsi nel settembre dello stesso anno a Taranto con Tito Schipa nel concerto per la raccolta fondi pro Casa del Fascio. Dal 1936 al 1941 continua a cantare in diversi concerti nelle province di Taranto, Bari e Matera ed emerge per i concerti eseguiti insieme alla Polifonica Barese, come quello dell’aprile 1936 nel Duomo di Bari durante il quale interpreta lo "Stabat" di Pergolesi. Proprio con un concerto di musiche natalizie italiane al Teatro Piccinni di Bari insieme alla Polifonica Barese che, nel dicembre 1941, termina la sua carriera artistica. ==Anna Fougez== '''Anna Fougez''' è una cantante e attrice nata nel 1894 a Taranto. ===Biografia=== Anna Fougez, pseudonimo di Maria Annina Laganà Pappacena è nata a Taranto il 9 luglio 1894, figlia di Angelo Pappacena e di Teresa Catalano. Dopo la morte dei genitori, viene adottata da sua zia Giovannina Catalano e Giuseppe Laganà. Ha successo sui palcoscenici italiani fra la Prima Guerra Mondiale e la Marcia su Roma. Debutta sul palcoscenico all'età di 8 anni, incoraggiata dagli zii. All'età di 15 anni si esibisce in coppia con Ettore Petrolini. A 16 anni canta "Bambola" al Teatro Mastroieni di Messina. Il suo nome è ora in cartellone accanto ad altri grandi personaggi dell'epoca divenendo così l'interprete per eccellenza delle canzoni napoletane più famose, sia nei teatri italiani, sia in quelli europei. Nel 1919 E. A. Mario crea per lei la canzone "Vipera", che rimarrà legata al suo nome. Fra il 1919 ed il 1925 raggiunge l massimo del suo successo, cantando e ballando, e il suo nome d'arte si ispira ora a quello della celebre artista internazionale: Eugénie Philippine Faugère, detta Eugénie Faugère. Canta i più bei motivi dell'epoca: "Abat-jour", "Addio, mia bella signora", "Chi siete?", "Passa la ronda", "A tazza 'e cafè". Nel 1922, alla vigilia della marcia su Roma, nel teatro San Martino di Milano, in cui era presente Benito Mussolini, canta un "Fox-Trot" scritto da lei stessa sulle note di Rodolfo De Angelis. Molte delle sue canzoni del ventennio, come "L'emigrante Impulso" hanno un legame con il fascismo. Nel 1930 si dedica alla stesura della sua autobiografia, intitolata "Il mondo parla ed io passo", un libro di memorie e di ricordi che ripercorre tutta la sua carriera artistica, con poesie scritte da lei stessa. L’8 dicembre 1940 recita a Napoli, al Politeama. Progetta una grande tournée a Parigi, che purtroppo viene impedita dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Successivamente si ritira dalle scene e si chiude in una villa piena di cimeli, a Santa Marinella, in provincia di Roma, dove continua a vivere da grande Diva, insieme con il secondo marito, il ballerino René Thano, e alle amiche di sempre: Amelia De Fazi e Annamaria De Fazi. Muore l'11 settembre del 1966, all'età di 72 anni. [[Categoria:Profili di donne pugliesi|Musiciste]] djiy5seehq8ixb88nm5z4x48c5y5o0g Discussione:Profili di donne lucane/Donne nello spettacolo 1 54657 453026 2024-04-25T16:04:02Z Hippias 18281 cronologia di Monica Palese wikitext text/x-wiki {{cassetto | titolo = Cronologia di "Monica Palese" | testo = * 17:57, 3 giu 2022 Gian BOT m 1 397 byte −2 Bot: Correggo errori comuni (tramite La lista degli errori comuni V 1.0) * 12:14, 5 mar 2022 Serena Genovese 1 399 byte +745 Ampliamento voce * 09:42, 5 mar 2022 Luigi Catalani 654 byte +205 aggiunto link a video intervista * 22:00, 6 dic 2021 Potenza2021 449 byte +18 → Monica Palese: Fix Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile * 17:15, 27 set 2020 Gian BOT m 431 byte +28 Bot: aggiunge sommario alle pagine del libro * 13:05, 21 mag 2020 Luigi Catalani 403 byte +5 → Monica Palese * 12:48, 21 mag 2020 Luigi Catalani 398 byte +47 → Monica Palese: inserita immagina di Monica Palese * 10:22, 27 apr 2020 Camelia.boban 351 byte 0 Faccio la sezione * 09:34, 7 mar 2019 Uomovariabile m 351 byte 0 Nessun oggetto della modifica * 12:36, 14 apr 2018 Hippias m 351 byte +47 added Category:Profili di donne lucane using HotCat * 12:30, 14 apr 2018 78.40.168.150 304 byte 0 Nessun oggetto della modifica * 12:23, 14 apr 2018 78.40.168.150 304 byte +304 Nuova pagina: '''Monica Palese''' è nata a Potenza il 16 Agosto 1978. E' un'attrice e formatrice teatrale, cofondatrice insieme a Leonardo Pietrafesa, della compagnia teatrale "Abito in scena",... }} p3vwn0wshpohmyxvnfsz7u1pm7eazc1