Wikiquote itwikiquote https://it.wikiquote.org/wiki/Pagina_principale MediaWiki 1.44.0-wmf.1 first-letter Media Speciale Discussione Utente Discussioni utente Wikiquote Discussioni Wikiquote File Discussioni file MediaWiki Discussioni MediaWiki Template Discussioni template Aiuto Discussioni aiuto Categoria Discussioni categoria Portale Discussioni portale TimedText TimedText talk Modulo Discussioni modulo Antonio Tabucchi 0 1512 1349914 1341615 2024-11-03T00:20:32Z ~2024-8326 100178 /* Citazioni di Antonio Tabucchi */aggiunte informazioni 1349914 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Antonio Tabucchi.jpg|thumb|right|Antonio Tabucchi]] {{indicedx}} '''Antonio Tabucchi''' (1943 − 2012), scrittore italiano. ==Citazioni di Antonio Tabucchi== *A pensarci ora non ho mai chiamato l'[[Africa]] con il suo nome, l'ho sempre chiamata "Oltremare".<ref>Da ''E finalmente arrivò il settembre'', ''Internazionale'', n. 1094, 20 marzo 2015, p. 96.</ref> *Bisogna parlare, parlare finché è possibile perché poi un bel giorno avremo la bocca piena di terra.<ref>Citato in Paolo Mauri, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/03/08/news/sostiene_tabucchi-190811153/ Sulle tracce delle passioni di Tabucchi]'', ''Rep.repubblica.it'', 8 marzo 2018.</ref> *C'è qualcosa di diverso qui {{NDR|a [[Genova]]}} da altri luoghi, cosa sarà mai? Forse "lo spiro salino che straripa dai moli"? Ti viene in mente questo verso perché lo "spiro salino" è sicuramente il maestrale o un vento simile: libeccio, mistral, scirocco, comunque un vento del Mediterraneo, e dunque siamo in un paese del Sud, e nei paesi del Sud, con questi venti, ci sono anche i panni alla finestra, lenzuola che schioccano al vento come bandiere. Venti nostri, panni nostri. [...] Sono partito da Sottoripa, punto cardinale di una città che serba intatto il suo mistero. Che forse la farebbe pensare avara, perché è guardinga, non si concede, non si fida. Ma chi la pensa avara non ha capito la sua generosità: è città medaglia d'oro della Resistenza. Genova si concede quando è necessario.<ref>Da ''Viaggi e altri viaggi'', Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 109-110. ISBN 978-88-07-01822-0</ref> *Ci sono giorni in cui la bellezza gelosa di questa città {{NDR|[[Genova]]}} sembra svelarsi: nelle giornate terse, per esempio, di vento, quando una brezza che precede il libeccio spazza le strade schioccando come una vela tesa. Allora le case e i campanili acquistano un nitore troppo reale, dai contorni troppo netti, come una fotografia contrastata, la luce e l'ombra si scontrano con prepotenza, senza coniugarsi, disegnando scacchiere nere e bianche di chiazze d'ombra e di barbagli, di vicoli e di piazzette.<ref>Da ''Il filo dell'orizzonte'', Feltrinelli, Milano, 1986, p. 73. ISBN 88-07-01322-3</ref> *Come può essere presente la notte. Fatta solo di se stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, si impone di sola presenza, della stessa presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei prigioniero perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c'è l'invalicabile presenza della notte.<ref>Da ''Il tempo invecchia in fretta'', p. 42</ref> *{{NDR|Sul [[sogno]]}} [...] dimensione ignota e indecifrabile che noi abitiamo ogni notte ma nella quale siamo stranieri come povere creature smarrite, privati di volontà e di ragione; un paese contiguo dove continuiamo a essere noi senza esserlo più e dove parliamo una lingua che conosciamo ma che non capiamo, una lingua che non è più la nostra.<ref>Dall'introduzione a Arthur Schnitzler, ''Doppio sogno'', traduzione di Paola Capriolo, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2011, p. 5.</ref> *I [[dubbi]] sono come macchie su una camicia bianca, fresca di bucato. La missione di ogni intellettuale e di ogni scrittore è di instillare i dubbi per la perfezione, perché la perfezione genera ideologie, dittatori e idee totalitariste.<ref>Citato in Luís Miguel Queirós, ''Il più portoghese degli italiani'', ''Internazionale'', n. 942, 30 marzo 2012, p. 77.</ref> *La lettera è un equivoco messaggero.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi'', Feltrinelli.</ref> *La [[notte]] è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.<ref>Da ''Requiem'', Feltrinelli.</ref> *La scoperta (e la fascinazione) della letteratura venne con l' adolescenza grazie a un libro "magico" che per me continua ad essere magico, ''[[L'isola del tesoro]]''. [...] Quel libro mi trasportò verso oceani favolosi, era un vento che non gonfiava solo le vele del vascello salpato alla ricerca del tesoro ma muoveva soprattutto le ali dell'immaginazione.<ref>Da ''[https://books.google.it/books?id=EeVoAQAAQBAJ Viaggi e altri viaggi]'', ''Atlante'', Feltrinelli, Milano, 2013 (edizione elettronica). ISBN 8858807405.</ref> *Le parve di essere quel bambino che all'improvviso si ritrovava con un [[palloncino]] floscio tra le mani, qualcuno glielo aveva rubato, ma no, il palloncino c'era ancora, gli avevano soltanto sottratto l'aria che c'era dentro. Era dunque così, il tempo era aria e lei l'aveva lasciata esalare da un forellino minuscolo di cui non si era accorta?<ref>Da ''Il tempo invecchia in fretta''.</ref> *Per conoscere un [[luogo]] non è sempre necessario esserci stati.<ref>Da ''Piccoli equivoci senza importanza'', Feltrinelli.</ref> *Può succedere che il senso della vita di qualcuno sia quello, insensato, di cercare delle voci scomparse, e magari un giorno di crederle di trovarle, un giorno che non aspettava più, una sera che è stanco, e vecchio, e suona sotto la luna, e raccoglie tutte le voci che vengono dalla sabbia.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi''.</ref> *Questo è il grande problema di coloro che sentono troppo e capiscono troppo: che potremmo essere tante cose, ma la vita è una sola e ci obbliga a essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi siamo.<ref>Dalla prefazione a [[Marilyn Monroe]], ''Fragments: poesie, appunti, lettere'', Feltrinelli, 2010.</ref> *{{NDR|Dopo l'arrivo dei migranti albanesi}} So cos'è uno scrittore. Semplice, è qualcuno che conosce l'angusta prigione del proprio Io (o Ego) e che cerca di vedere le cose dall'altra parte. E che attraverso i suoi personaggi si sforza di essere un altro, molti altri, tanti altri quanto è possibile. Anche un albanese.<ref>Citato in Andrea Bajani, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/10/21/news/tabucchi_l_ultimo_scrittore_che_tiro_il_potere_per_la_giacca-209600027/?ref=pwa-rep-hp-2-1-13 Tabucchi, l'ultimo scrittore che tirò il potere per la giacca]'', ''Rep.repubblica.it'', 21 ottobre 2018.</ref> *Un [[libro]] è un deposito di suggestioni e di immagini che ogni lettore usa come vuole.<ref>Citato in Maria Pia Fusco, ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/26/sostengo-pereira-disse-mastroianni.html "Sostengo Pereira" disse Mastroianni]'', ''la Repubblica'', 26 luglio 1994.</ref> ===Attribuite=== *Il racconto è il romanzo di un pigro. **La frase compare nel solo titolo di un articolo di [[Nico Orengo]] (''Tabucchi: il racconto è il romanzo di un pigro'', ''TuttoLibri'', 15 febbraio 1986, n. 490, p. 3), che sintetizza il pensiero riportato nel testo seguente: «Oggi per scrivere [[Racconto|racconti]] bisogna essere un pigro personaggio che preferisce raccontare in dieci pagine ciò che un volenteroso scriverebbe in cento». "E invece la letteratura è larga come la vita, e non chiede nessuna carta di credito. Perché, come ha detto un grande poeta, tutto vale la pena se l'anima non è piccina. E a questo serve la parola: a dire che l'anima non è piccina". (L'oca al passo) ==''La testa perduta di Damasceno Monteiro''== ===[[Incipit]]=== Manolo il Gitano aprì gli occhi, guardò la debole luce che filtrava dalle fessure della baracca e si alzò cercando di non fare rumore. Non aveva bisogno di vestirsi perché dormiva vestito, la giacca arancione che gli aveva regalato l'anno prima Agostinho da Silva, detto Franz il Tedesco, domatore di leoni sdentati del Circo Maravilhas, ormai gli serviva da vestito e da pigiama. Nella flebile luce dell'alba cercò a tentoni i sandali trasformati in ciabatte che usava come calzature. Li trovò e li infilò. Conosceva la baracca a memoria, e poteva muoversi nella semioscurità rispettando l'esatta geografia dei miseri mobili che la arredavano. Avanzò tranquillo verso la porta e in quel momento il suo piede destro urtò contro il lume a petrolio che stava sul pavimento. Merda di donna, disse fra i denti Manolo il Gitano. Era sua moglie, che la sera prima aveva voluto lasciare il lume a petrolio accanto alla sua branda con il pretesto che le tenebre le davano gli incubi e che sognava i suoi morti. Con il lume acceso basso basso, diceva lei, i fantasmi dei suoi morti non avevano il coraggio di visitarla e la lasciavano dormire in pace. ===Citazioni=== *Manolo il Gitano era seduto a un tavolino sotto la pergola dello spaccio. Indossava una giacca nera e un cappello a falde larghe, alla spagnola. Aveva l'aria di una perduta nobiltà: la miseria gli si leggeva tutta nel volto e nella camicia sbrindellata sul petto. (p. 41) *Firmino lo ascoltava con attenzione. Gli piaceva come raccontava il Manolo, con quelle frasi ampollose costellate di parole in dialetto [...] (p. 44) *– Il mio amico Diocleciano ha ottanta anni, continuò Dona Rosa, ha fatto il venditore ambulante, il barcaiolo, ed è pescatore di cadaveri e di suicidi nel Douro. Dicono che in vita sua ha preso al fiume più di settecento corpi. I corpi degli affogati li dà all'obitorio e l'obitorio gli dà uno stipendio. È il suo lavoro. Però di questo caso era al corrente e la testa non l'ha ancora consegnata alle autorità. Fa anche il guardiano d'anime nell'Arco das Alminhas, nel senso che si occupa non solo di cadaveri ma anche del loro riposo eterno, gli accende le candele in quel luogo benedetto, gli dice le preghiere, eccetera. (p. 75) *Firmino sentì un'ondata di simpatia per quella città per la quale aveva provato, senza conoscerla, una certa diffidenza. Concluse che tutti siamo preda dei pregiudizi e che senza accorgersene lui aveva mancato di dialettica, quella fondamentale dialettica a cui [[György Lukács|Lukács]] tanto teneva. (p. 83) *– Grundnorm, ripeté, afferra il concetto?<br/>– Norma base, disse Firmino cercando di utilizzare quel poco di tedesco che sapeva.<br/>– Certo, norma base, specificò l'obeso, solo che per Kelsen è situata al vertice della piramide, è una norma base rovesciata, sta in cima alla sua teoria della giustizia, quella che lui definiva Stufenbau Theorie, la teoria della costruzione piramidale. (p. 114) *– Il testimone con cui ho parlato stamani, disse Firmino cambiando discorso, è sicuro che Damasceno è stato assassinato dalla Guarda Nacional.<br/>L'avvocato fece un sorriso stanco e guardò l'orologio.<br/>– Oh, disse, la Guarda Nacional è un istituzione militare, è proprio una bella incarnazione della Grundnorm, la cosa incomincia a interessarmi, anche perché forse lei non sa quante persone sono state uccise o seviziate nei nostri simpatici commissariati negli ultimi tempi.<br/>– Credo di saperlo quanto lei, gli fece notare Firmino, gli ultimi quattro casi sono stati seguiti dal mio giornale.<br/>– Già, mormorò l'avvocato, e tutti i responsabili assolti, tutti tranquillamente in servizio, la cosa comincia proprio a interessarmi [...] (p. 115) *– Insomma, continuò Firmino, voglio dire che il mio giornale è il giornale che lei sa, e lei, beh, lei è un avvocato importante, ha il cognome che ha, insomma volevo dire che lei ha una reputazione da difendere, non so se mi spiego.<br/>– Lei continua a deludermi, giovanotto, rispose l'avvocato, cerca a tutti i costi di essere inferiore a se stesso, non dobbiamo mai essere inferiori a noi stessi, cos'è che ha detto di me?<br/>– Che ha una reputazione da difendere, rispose Firmino. (p. 126) *[...] ha scritto un libro che si chiama ''La question'', ci racconta come nel 1957, accusato dalle forze armate francesi di essere comunista e filoalgerino, lui europeo e francese, venne torturato a Algeri per rivelare i nomi degli altri resistenti. Ricapitolando: London fu torturato dai comunisti, Alleg fu torturato perché era comunista. Il che ci conferma che la [[tortura]] può venire da ogni parte, e questo il vero problema. (p. 176) ===[[Explicit]]=== – Un travestito, disse Firmino, ospedale psichiatrico, schedato per prostituzione. Figuriamoci.<br/>E fece per chiudere la porta dietro di sé. Don Fernando lo fermò con un gesto della mano. Si alzò a fatica e avanzò verso il centro della stanza. Puntò l'indice contro il soffitto, come se si rivolgesse all'aria, poi lo puntò verso Firmino, e poi lo diresse verso il suo petto.<br/>– È una persona, disse, si ricordi di questo, giovanotto, prima di tutto è una persona.<br/>E poi continuò:<br/>– Cerchi di essere delicato con lei, abbia molto tatto, Wanda è una creatura fragile come il cristallo, una parola storta e le vengono le crisi di pianto. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Notturno indiano''=== Il tassista aveva una barba a pizzo, una reticella sui capelli e un codino legato con un nastro bianco.<ref name=incipit>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ===''Requiem''=== Pensai: quel tizio non arriva più. E poi pensai: mica posso chiamarlo «tizio», è un grande poeta, forse il più grande poeta del ventesimo secolo, è morto ormai da tanti anni, devo trattarlo con rispetto, meglio, con tutto il rispetto.<ref name=incipit/> ==''Sostiene Pereira''== ===[[Incipit]]=== Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d'estate. Una magnifica giornata d'estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell'imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il "Lisboa" aveva ormai una pagina culturale, e l'avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. ===Citazioni=== *[...] la filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità. (IV; 2010, p. 30) *[...] Marta, come se parlasse d'altro, disse: oggi ho comprato il “Lisboa”, purtroppo non parla dell'alentejano che la polizia ha massacrato sul carretto, parla di uno yacht americano, non è una notizia interessante, credo [...] *Le ragioni del cuore sono le più importanti, bisogna sempre seguire le ragioni del cuore, questo i dieci comandamenti non lo dicono, ma glielo dico io. *È difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore, sostiene Pereira. *Stai bene a sentire, Pereira, disse Silva, tu credi ancora nell'opinione pubblica?, ebbene, l'opinione pubblica è un trucco che hanno inventato gli anglosassoni, gli inglesi e gli americani, sono loro che ci stanno smerdando, scusa la parola, con questa idea dell'opinione pubblica, noi non abbiamo mai avuto il loro sistema politico, non abbiamo le loro tradizioni, non sappiamo cosa sono le trade unions, noi siamo gente del Sud, Pereira, e ubbidiamo a chi grida di più, a chi comanda. *Non c'è niente di cui vergognarsi a questo mondo, disse Pereira, se non si è rubato e se non si è disonorato il padre e la madre. *Non si sentì rassicurato, sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e di una vita futura, sostiene Pereira. *La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro. *Una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. ==''Tristano muore''== ===[[Incipit]]=== ...Rosamunda Rosamunda che magnifica serata sembra proprio preparata da una fata delicata mille luci mille voci mille cuori strafelici sono tutti in allegria oh ma che felicità Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più... Ti piace? Era dai miei tempi, quando Rosamunda guardava Tristano e più che lo guardava e più che lei gli piaceva... Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più...Rosamunda tutto il mio amore è per te Rosa-munda più ti guardo e più mi piaci Rosa-mu-u-u-u-undà... ===Citazioni=== *La [[vita]] non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l'altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme... e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla [[sabbia]] c'è un tracciato strano, un [[disegno]] senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori. *Che strano, pensaci un po', mio padre studiava le vite vicinissime col microscopio, mio nonno cercava quelle lontanissime col canocchiale, entrambi con le lenti. Ma la vita si scopre a occhio nudo, né troppo lontana né troppo vicina, ad altezza d'uomo. *Un inglese che come te scriveva libri disse che siamo tutti in una fogna ma che alcuni di noi guardano le stelle<ref>L'inglese è [[Oscar Wilde]].</ref>, e forse Tristano aveva voglia di guardare le stelle perché il suo paese era proprio una fogna. *Se ti metti a guardare nelle pieghe piú nascoste della società, qualsiasi essa sia, scopri la pazzia. Ma quelli che hanno avuto il coraggio di farlo erano pazzi... *La vita non si racconta, te l'ho già detto, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata. *Ora Tristano è davvero stanco, non ha più fiato, lo senti, avrebbe voglia di dormire, ma non il breve sonno di un'inizione, a lungo, come deve essere lungo il sonno che compensi la fatica di aver vissuto. *Ti ho cercato, amore mio, in ogni atomo di te che è disperso nell'universo. Ne ho raccolti quanti mi era possibile, nella terra, nell'aria, nel mare, negli sguardi e nei gesti degli uomini. *Scrittore, chi sei tu per avere i dubbi di coscienza di qualcuno che non hai mai conosciuto? ===[[Explicit]]=== È una bella foto, gliela regalo, la metta sulla copertina del suo libro, non è Tristano ma lo è un po', visto che è suo padre... Ci gira le spalle come se ci dicesse addio, che poi è quello che ho fatto in tutti questi giorni con lei, e che ora sto facendo per l'ultima volta... Guardi la pendola, che ore sono? Le sembrerà stupido, ma voglio saperlo, è l'ultima cosa che voglio sapere... comunque domani è un altro giorno, come si dice. ==Citazioni su Antonio Tabucchi== *Signora Presidente, un'Aula parlamentare non è il luogo più adatto per discutere di letteratura, ma nel caso della morte di Tabucchi si deve comunque ricordare che egli è stato un autore con una fortissima originalità di scrittura e con una vocazione ad uscire fuori dai confini circoscritti della letteratura italiana. Egli ha svolto un curioso sodalizio con una grande figura di scrittore portoghese – ce l'ha fatto conoscere – e in questa maniera ha come disegnato quasi una figura duale. In un'Aula parlamentare mi sembra però più opportuno ricordare il suo impegno civile e anche direttamente politico. Negli anni contrassegnati dall'anomalia italiana, Tabucchi ha rappresentato una voce inflessibile, critica e durissima nei confronti di una situazione che non si è mai verificata in nessun Paese democratico. Mi riferisco alla salita al vertice del potere politico di un possessore di mezzi di comunicazione. {{NDR|Il riferimento è a [[Silvio Berlusconi]]}} ([[Pancho Pardi]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Antonio Tabucchi, ''Il tempo invecchia in fretta'', Feltrinelli, 2009. *Antonio Tabucchi, ''La testa perduta di Damasceno Monteiro'', Feltrinelli, Milano, 1997. ISBN 88-07-01518-8 *Antonio Tabucchi, ''Sostiene Pereira. Una testimonianza'', Feltrinelli, Milano, 2010. ISBN 9788807813818 *Antonio Tabucchi, ''Tristano muore. Una vita'', Feltrinelli, Milano, 2004. ISBN 978-88-07819-16-2 ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Sostiene Pereira||(1994)}} {{Pedia|La testa perduta di Damasceno Monteiro||(1997)}} {{DEFAULTSORT:Tabucchi, Antonio}} [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Traduttori italiani]] 9m8k1tdgif42fq4wpco39d995dzpgkg 1349915 1349914 2024-11-03T00:21:21Z ~2024-8326 100178 /* Attribuite */ 1349915 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Antonio Tabucchi.jpg|thumb|right|Antonio Tabucchi]] {{indicedx}} '''Antonio Tabucchi''' (1943 − 2012), scrittore italiano. ==Citazioni di Antonio Tabucchi== *A pensarci ora non ho mai chiamato l'[[Africa]] con il suo nome, l'ho sempre chiamata "Oltremare".<ref>Da ''E finalmente arrivò il settembre'', ''Internazionale'', n. 1094, 20 marzo 2015, p. 96.</ref> *Bisogna parlare, parlare finché è possibile perché poi un bel giorno avremo la bocca piena di terra.<ref>Citato in Paolo Mauri, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/03/08/news/sostiene_tabucchi-190811153/ Sulle tracce delle passioni di Tabucchi]'', ''Rep.repubblica.it'', 8 marzo 2018.</ref> *C'è qualcosa di diverso qui {{NDR|a [[Genova]]}} da altri luoghi, cosa sarà mai? Forse "lo spiro salino che straripa dai moli"? Ti viene in mente questo verso perché lo "spiro salino" è sicuramente il maestrale o un vento simile: libeccio, mistral, scirocco, comunque un vento del Mediterraneo, e dunque siamo in un paese del Sud, e nei paesi del Sud, con questi venti, ci sono anche i panni alla finestra, lenzuola che schioccano al vento come bandiere. Venti nostri, panni nostri. [...] Sono partito da Sottoripa, punto cardinale di una città che serba intatto il suo mistero. Che forse la farebbe pensare avara, perché è guardinga, non si concede, non si fida. Ma chi la pensa avara non ha capito la sua generosità: è città medaglia d'oro della Resistenza. Genova si concede quando è necessario.<ref>Da ''Viaggi e altri viaggi'', Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 109-110. ISBN 978-88-07-01822-0</ref> *Ci sono giorni in cui la bellezza gelosa di questa città {{NDR|[[Genova]]}} sembra svelarsi: nelle giornate terse, per esempio, di vento, quando una brezza che precede il libeccio spazza le strade schioccando come una vela tesa. Allora le case e i campanili acquistano un nitore troppo reale, dai contorni troppo netti, come una fotografia contrastata, la luce e l'ombra si scontrano con prepotenza, senza coniugarsi, disegnando scacchiere nere e bianche di chiazze d'ombra e di barbagli, di vicoli e di piazzette.<ref>Da ''Il filo dell'orizzonte'', Feltrinelli, Milano, 1986, p. 73. ISBN 88-07-01322-3</ref> *Come può essere presente la notte. Fatta solo di se stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, si impone di sola presenza, della stessa presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei prigioniero perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c'è l'invalicabile presenza della notte.<ref>Da ''Il tempo invecchia in fretta'', p. 42</ref> *{{NDR|Sul [[sogno]]}} [...] dimensione ignota e indecifrabile che noi abitiamo ogni notte ma nella quale siamo stranieri come povere creature smarrite, privati di volontà e di ragione; un paese contiguo dove continuiamo a essere noi senza esserlo più e dove parliamo una lingua che conosciamo ma che non capiamo, una lingua che non è più la nostra.<ref>Dall'introduzione a Arthur Schnitzler, ''Doppio sogno'', traduzione di Paola Capriolo, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2011, p. 5.</ref> *I [[dubbi]] sono come macchie su una camicia bianca, fresca di bucato. La missione di ogni intellettuale e di ogni scrittore è di instillare i dubbi per la perfezione, perché la perfezione genera ideologie, dittatori e idee totalitariste.<ref>Citato in Luís Miguel Queirós, ''Il più portoghese degli italiani'', ''Internazionale'', n. 942, 30 marzo 2012, p. 77.</ref> *La lettera è un equivoco messaggero.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi'', Feltrinelli.</ref> *La [[notte]] è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.<ref>Da ''Requiem'', Feltrinelli.</ref> *La scoperta (e la fascinazione) della letteratura venne con l' adolescenza grazie a un libro "magico" che per me continua ad essere magico, ''[[L'isola del tesoro]]''. [...] Quel libro mi trasportò verso oceani favolosi, era un vento che non gonfiava solo le vele del vascello salpato alla ricerca del tesoro ma muoveva soprattutto le ali dell'immaginazione.<ref>Da ''[https://books.google.it/books?id=EeVoAQAAQBAJ Viaggi e altri viaggi]'', ''Atlante'', Feltrinelli, Milano, 2013 (edizione elettronica). ISBN 8858807405.</ref> *Le parve di essere quel bambino che all'improvviso si ritrovava con un [[palloncino]] floscio tra le mani, qualcuno glielo aveva rubato, ma no, il palloncino c'era ancora, gli avevano soltanto sottratto l'aria che c'era dentro. Era dunque così, il tempo era aria e lei l'aveva lasciata esalare da un forellino minuscolo di cui non si era accorta?<ref>Da ''Il tempo invecchia in fretta''.</ref> *Per conoscere un [[luogo]] non è sempre necessario esserci stati.<ref>Da ''Piccoli equivoci senza importanza'', Feltrinelli.</ref> *Può succedere che il senso della vita di qualcuno sia quello, insensato, di cercare delle voci scomparse, e magari un giorno di crederle di trovarle, un giorno che non aspettava più, una sera che è stanco, e vecchio, e suona sotto la luna, e raccoglie tutte le voci che vengono dalla sabbia.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi''.</ref> *Questo è il grande problema di coloro che sentono troppo e capiscono troppo: che potremmo essere tante cose, ma la vita è una sola e ci obbliga a essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi siamo.<ref>Dalla prefazione a [[Marilyn Monroe]], ''Fragments: poesie, appunti, lettere'', Feltrinelli, 2010.</ref> *{{NDR|Dopo l'arrivo dei migranti albanesi}} So cos'è uno scrittore. Semplice, è qualcuno che conosce l'angusta prigione del proprio Io (o Ego) e che cerca di vedere le cose dall'altra parte. E che attraverso i suoi personaggi si sforza di essere un altro, molti altri, tanti altri quanto è possibile. Anche un albanese.<ref>Citato in Andrea Bajani, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/10/21/news/tabucchi_l_ultimo_scrittore_che_tiro_il_potere_per_la_giacca-209600027/?ref=pwa-rep-hp-2-1-13 Tabucchi, l'ultimo scrittore che tirò il potere per la giacca]'', ''Rep.repubblica.it'', 21 ottobre 2018.</ref> *Un [[libro]] è un deposito di suggestioni e di immagini che ogni lettore usa come vuole.<ref>Citato in Maria Pia Fusco, ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/26/sostengo-pereira-disse-mastroianni.html "Sostengo Pereira" disse Mastroianni]'', ''la Repubblica'', 26 luglio 1994.</ref> ===Attribuite=== *Il racconto è il romanzo di un pigro. **La frase compare nel solo titolo di un articolo di [[Nico Orengo]] (''Tabucchi: il racconto è il romanzo di un pigro'', ''TuttoLibri'', 15 febbraio 1986, n. 490, p. 3), che sintetizza il pensiero riportato nel testo seguente: «Oggi per scrivere [[Racconto|racconti]] bisogna essere un pigro personaggio che preferisce raccontare in dieci pagine ciò che un volenteroso scriverebbe in cento». ==''La testa perduta di Damasceno Monteiro''== ===[[Incipit]]=== Manolo il Gitano aprì gli occhi, guardò la debole luce che filtrava dalle fessure della baracca e si alzò cercando di non fare rumore. Non aveva bisogno di vestirsi perché dormiva vestito, la giacca arancione che gli aveva regalato l'anno prima Agostinho da Silva, detto Franz il Tedesco, domatore di leoni sdentati del Circo Maravilhas, ormai gli serviva da vestito e da pigiama. Nella flebile luce dell'alba cercò a tentoni i sandali trasformati in ciabatte che usava come calzature. Li trovò e li infilò. Conosceva la baracca a memoria, e poteva muoversi nella semioscurità rispettando l'esatta geografia dei miseri mobili che la arredavano. Avanzò tranquillo verso la porta e in quel momento il suo piede destro urtò contro il lume a petrolio che stava sul pavimento. Merda di donna, disse fra i denti Manolo il Gitano. Era sua moglie, che la sera prima aveva voluto lasciare il lume a petrolio accanto alla sua branda con il pretesto che le tenebre le davano gli incubi e che sognava i suoi morti. Con il lume acceso basso basso, diceva lei, i fantasmi dei suoi morti non avevano il coraggio di visitarla e la lasciavano dormire in pace. ===Citazioni=== *Manolo il Gitano era seduto a un tavolino sotto la pergola dello spaccio. Indossava una giacca nera e un cappello a falde larghe, alla spagnola. Aveva l'aria di una perduta nobiltà: la miseria gli si leggeva tutta nel volto e nella camicia sbrindellata sul petto. (p. 41) *Firmino lo ascoltava con attenzione. Gli piaceva come raccontava il Manolo, con quelle frasi ampollose costellate di parole in dialetto [...] (p. 44) *– Il mio amico Diocleciano ha ottanta anni, continuò Dona Rosa, ha fatto il venditore ambulante, il barcaiolo, ed è pescatore di cadaveri e di suicidi nel Douro. Dicono che in vita sua ha preso al fiume più di settecento corpi. I corpi degli affogati li dà all'obitorio e l'obitorio gli dà uno stipendio. È il suo lavoro. Però di questo caso era al corrente e la testa non l'ha ancora consegnata alle autorità. Fa anche il guardiano d'anime nell'Arco das Alminhas, nel senso che si occupa non solo di cadaveri ma anche del loro riposo eterno, gli accende le candele in quel luogo benedetto, gli dice le preghiere, eccetera. (p. 75) *Firmino sentì un'ondata di simpatia per quella città per la quale aveva provato, senza conoscerla, una certa diffidenza. Concluse che tutti siamo preda dei pregiudizi e che senza accorgersene lui aveva mancato di dialettica, quella fondamentale dialettica a cui [[György Lukács|Lukács]] tanto teneva. (p. 83) *– Grundnorm, ripeté, afferra il concetto?<br/>– Norma base, disse Firmino cercando di utilizzare quel poco di tedesco che sapeva.<br/>– Certo, norma base, specificò l'obeso, solo che per Kelsen è situata al vertice della piramide, è una norma base rovesciata, sta in cima alla sua teoria della giustizia, quella che lui definiva Stufenbau Theorie, la teoria della costruzione piramidale. (p. 114) *– Il testimone con cui ho parlato stamani, disse Firmino cambiando discorso, è sicuro che Damasceno è stato assassinato dalla Guarda Nacional.<br/>L'avvocato fece un sorriso stanco e guardò l'orologio.<br/>– Oh, disse, la Guarda Nacional è un istituzione militare, è proprio una bella incarnazione della Grundnorm, la cosa incomincia a interessarmi, anche perché forse lei non sa quante persone sono state uccise o seviziate nei nostri simpatici commissariati negli ultimi tempi.<br/>– Credo di saperlo quanto lei, gli fece notare Firmino, gli ultimi quattro casi sono stati seguiti dal mio giornale.<br/>– Già, mormorò l'avvocato, e tutti i responsabili assolti, tutti tranquillamente in servizio, la cosa comincia proprio a interessarmi [...] (p. 115) *– Insomma, continuò Firmino, voglio dire che il mio giornale è il giornale che lei sa, e lei, beh, lei è un avvocato importante, ha il cognome che ha, insomma volevo dire che lei ha una reputazione da difendere, non so se mi spiego.<br/>– Lei continua a deludermi, giovanotto, rispose l'avvocato, cerca a tutti i costi di essere inferiore a se stesso, non dobbiamo mai essere inferiori a noi stessi, cos'è che ha detto di me?<br/>– Che ha una reputazione da difendere, rispose Firmino. (p. 126) *[...] ha scritto un libro che si chiama ''La question'', ci racconta come nel 1957, accusato dalle forze armate francesi di essere comunista e filoalgerino, lui europeo e francese, venne torturato a Algeri per rivelare i nomi degli altri resistenti. Ricapitolando: London fu torturato dai comunisti, Alleg fu torturato perché era comunista. Il che ci conferma che la [[tortura]] può venire da ogni parte, e questo il vero problema. (p. 176) ===[[Explicit]]=== – Un travestito, disse Firmino, ospedale psichiatrico, schedato per prostituzione. Figuriamoci.<br/>E fece per chiudere la porta dietro di sé. Don Fernando lo fermò con un gesto della mano. Si alzò a fatica e avanzò verso il centro della stanza. Puntò l'indice contro il soffitto, come se si rivolgesse all'aria, poi lo puntò verso Firmino, e poi lo diresse verso il suo petto.<br/>– È una persona, disse, si ricordi di questo, giovanotto, prima di tutto è una persona.<br/>E poi continuò:<br/>– Cerchi di essere delicato con lei, abbia molto tatto, Wanda è una creatura fragile come il cristallo, una parola storta e le vengono le crisi di pianto. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Notturno indiano''=== Il tassista aveva una barba a pizzo, una reticella sui capelli e un codino legato con un nastro bianco.<ref name=incipit>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ===''Requiem''=== Pensai: quel tizio non arriva più. E poi pensai: mica posso chiamarlo «tizio», è un grande poeta, forse il più grande poeta del ventesimo secolo, è morto ormai da tanti anni, devo trattarlo con rispetto, meglio, con tutto il rispetto.<ref name=incipit/> ==''Sostiene Pereira''== ===[[Incipit]]=== Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d'estate. Una magnifica giornata d'estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell'imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il "Lisboa" aveva ormai una pagina culturale, e l'avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. ===Citazioni=== *[...] la filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità. (IV; 2010, p. 30) *[...] Marta, come se parlasse d'altro, disse: oggi ho comprato il “Lisboa”, purtroppo non parla dell'alentejano che la polizia ha massacrato sul carretto, parla di uno yacht americano, non è una notizia interessante, credo [...] *Le ragioni del cuore sono le più importanti, bisogna sempre seguire le ragioni del cuore, questo i dieci comandamenti non lo dicono, ma glielo dico io. *È difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore, sostiene Pereira. *Stai bene a sentire, Pereira, disse Silva, tu credi ancora nell'opinione pubblica?, ebbene, l'opinione pubblica è un trucco che hanno inventato gli anglosassoni, gli inglesi e gli americani, sono loro che ci stanno smerdando, scusa la parola, con questa idea dell'opinione pubblica, noi non abbiamo mai avuto il loro sistema politico, non abbiamo le loro tradizioni, non sappiamo cosa sono le trade unions, noi siamo gente del Sud, Pereira, e ubbidiamo a chi grida di più, a chi comanda. *Non c'è niente di cui vergognarsi a questo mondo, disse Pereira, se non si è rubato e se non si è disonorato il padre e la madre. *Non si sentì rassicurato, sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e di una vita futura, sostiene Pereira. *La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro. *Una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. ==''Tristano muore''== ===[[Incipit]]=== ...Rosamunda Rosamunda che magnifica serata sembra proprio preparata da una fata delicata mille luci mille voci mille cuori strafelici sono tutti in allegria oh ma che felicità Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più... Ti piace? Era dai miei tempi, quando Rosamunda guardava Tristano e più che lo guardava e più che lei gli piaceva... Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più...Rosamunda tutto il mio amore è per te Rosa-munda più ti guardo e più mi piaci Rosa-mu-u-u-u-undà... ===Citazioni=== *La [[vita]] non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l'altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme... e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla [[sabbia]] c'è un tracciato strano, un [[disegno]] senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori. *Che strano, pensaci un po', mio padre studiava le vite vicinissime col microscopio, mio nonno cercava quelle lontanissime col canocchiale, entrambi con le lenti. Ma la vita si scopre a occhio nudo, né troppo lontana né troppo vicina, ad altezza d'uomo. *Un inglese che come te scriveva libri disse che siamo tutti in una fogna ma che alcuni di noi guardano le stelle<ref>L'inglese è [[Oscar Wilde]].</ref>, e forse Tristano aveva voglia di guardare le stelle perché il suo paese era proprio una fogna. *Se ti metti a guardare nelle pieghe piú nascoste della società, qualsiasi essa sia, scopri la pazzia. Ma quelli che hanno avuto il coraggio di farlo erano pazzi... *La vita non si racconta, te l'ho già detto, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata. *Ora Tristano è davvero stanco, non ha più fiato, lo senti, avrebbe voglia di dormire, ma non il breve sonno di un'inizione, a lungo, come deve essere lungo il sonno che compensi la fatica di aver vissuto. *Ti ho cercato, amore mio, in ogni atomo di te che è disperso nell'universo. Ne ho raccolti quanti mi era possibile, nella terra, nell'aria, nel mare, negli sguardi e nei gesti degli uomini. *Scrittore, chi sei tu per avere i dubbi di coscienza di qualcuno che non hai mai conosciuto? ===[[Explicit]]=== È una bella foto, gliela regalo, la metta sulla copertina del suo libro, non è Tristano ma lo è un po', visto che è suo padre... Ci gira le spalle come se ci dicesse addio, che poi è quello che ho fatto in tutti questi giorni con lei, e che ora sto facendo per l'ultima volta... Guardi la pendola, che ore sono? Le sembrerà stupido, ma voglio saperlo, è l'ultima cosa che voglio sapere... comunque domani è un altro giorno, come si dice. ==Citazioni su Antonio Tabucchi== *Signora Presidente, un'Aula parlamentare non è il luogo più adatto per discutere di letteratura, ma nel caso della morte di Tabucchi si deve comunque ricordare che egli è stato un autore con una fortissima originalità di scrittura e con una vocazione ad uscire fuori dai confini circoscritti della letteratura italiana. Egli ha svolto un curioso sodalizio con una grande figura di scrittore portoghese – ce l'ha fatto conoscere – e in questa maniera ha come disegnato quasi una figura duale. In un'Aula parlamentare mi sembra però più opportuno ricordare il suo impegno civile e anche direttamente politico. Negli anni contrassegnati dall'anomalia italiana, Tabucchi ha rappresentato una voce inflessibile, critica e durissima nei confronti di una situazione che non si è mai verificata in nessun Paese democratico. Mi riferisco alla salita al vertice del potere politico di un possessore di mezzi di comunicazione. {{NDR|Il riferimento è a [[Silvio Berlusconi]]}} ([[Pancho Pardi]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Antonio Tabucchi, ''Il tempo invecchia in fretta'', Feltrinelli, 2009. *Antonio Tabucchi, ''La testa perduta di Damasceno Monteiro'', Feltrinelli, Milano, 1997. ISBN 88-07-01518-8 *Antonio Tabucchi, ''Sostiene Pereira. Una testimonianza'', Feltrinelli, Milano, 2010. ISBN 9788807813818 *Antonio Tabucchi, ''Tristano muore. Una vita'', Feltrinelli, Milano, 2004. ISBN 978-88-07819-16-2 ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Sostiene Pereira||(1994)}} {{Pedia|La testa perduta di Damasceno Monteiro||(1997)}} {{DEFAULTSORT:Tabucchi, Antonio}} [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Traduttori italiani]] bvawuczslrvryhlbgn587o71tzvmmt2 1349916 1349915 2024-11-03T00:21:56Z ~2024-8326 100178 /* Citazioni di Antonio Tabucchi */ 1349916 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Antonio Tabucchi.jpg|thumb|right|Antonio Tabucchi]] {{indicedx}} '''Antonio Tabucchi''' (1943 − 2012), scrittore italiano. ==Citazioni di Antonio Tabucchi== *A pensarci ora non ho mai chiamato l'[[Africa]] con il suo nome, l'ho sempre chiamata "Oltremare".<ref>Da ''E finalmente arrivò il settembre'', ''Internazionale'', n. 1094, 20 marzo 2015, p. 96.</ref> *Bisogna parlare, parlare finché è possibile perché poi un bel giorno avremo la bocca piena di terra.<ref>Citato in Paolo Mauri, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/03/08/news/sostiene_tabucchi-190811153/ Sulle tracce delle passioni di Tabucchi]'', ''Rep.repubblica.it'', 8 marzo 2018.</ref> *C'è qualcosa di diverso qui {{NDR|a [[Genova]]}} da altri luoghi, cosa sarà mai? Forse "lo spiro salino che straripa dai moli"? Ti viene in mente questo verso perché lo "spiro salino" è sicuramente il maestrale o un vento simile: libeccio, mistral, scirocco, comunque un vento del Mediterraneo, e dunque siamo in un paese del Sud, e nei paesi del Sud, con questi venti, ci sono anche i panni alla finestra, lenzuola che schioccano al vento come bandiere. Venti nostri, panni nostri. [...] Sono partito da Sottoripa, punto cardinale di una città che serba intatto il suo mistero. Che forse la farebbe pensare avara, perché è guardinga, non si concede, non si fida. Ma chi la pensa avara non ha capito la sua generosità: è città medaglia d'oro della Resistenza. Genova si concede quando è necessario.<ref>Da ''Viaggi e altri viaggi'', Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 109-110. ISBN 978-88-07-01822-0</ref> *Ci sono giorni in cui la bellezza gelosa di questa città {{NDR|[[Genova]]}} sembra svelarsi: nelle giornate terse, per esempio, di vento, quando una brezza che precede il libeccio spazza le strade schioccando come una vela tesa. Allora le case e i campanili acquistano un nitore troppo reale, dai contorni troppo netti, come una fotografia contrastata, la luce e l'ombra si scontrano con prepotenza, senza coniugarsi, disegnando scacchiere nere e bianche di chiazze d'ombra e di barbagli, di vicoli e di piazzette.<ref>Da ''Il filo dell'orizzonte'', Feltrinelli, Milano, 1986, p. 73. ISBN 88-07-01322-3</ref> *Come può essere presente la notte. Fatta solo di se stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, si impone di sola presenza, della stessa presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei prigioniero perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c'è l'invalicabile presenza della notte.<ref>Da ''Il tempo invecchia in fretta'', p. 42</ref> *{{NDR|Sul [[sogno]]}} [...] dimensione ignota e indecifrabile che noi abitiamo ogni notte ma nella quale siamo stranieri come povere creature smarrite, privati di volontà e di ragione; un paese contiguo dove continuiamo a essere noi senza esserlo più e dove parliamo una lingua che conosciamo ma che non capiamo, una lingua che non è più la nostra.<ref>Dall'introduzione a Arthur Schnitzler, ''Doppio sogno'', traduzione di Paola Capriolo, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2011, p. 5.</ref> *I [[dubbi]] sono come macchie su una camicia bianca, fresca di bucato. La missione di ogni intellettuale e di ogni scrittore è di instillare i dubbi per la perfezione, perché la perfezione genera ideologie, dittatori e idee totalitariste.<ref>Citato in Luís Miguel Queirós, ''Il più portoghese degli italiani'', ''Internazionale'', n. 942, 30 marzo 2012, p. 77.</ref> *La lettera è un equivoco messaggero.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi'', Feltrinelli.</ref> *La [[notte]] è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.<ref>Da ''Requiem'', Feltrinelli.</ref> *La scoperta (e la fascinazione) della letteratura venne con l' adolescenza grazie a un libro "magico" che per me continua ad essere magico, ''[[L'isola del tesoro]]''. [...] Quel libro mi trasportò verso oceani favolosi, era un vento che non gonfiava solo le vele del vascello salpato alla ricerca del tesoro ma muoveva soprattutto le ali dell'immaginazione.<ref>Da ''[https://books.google.it/books?id=EeVoAQAAQBAJ Viaggi e altri viaggi]'', ''Atlante'', Feltrinelli, Milano, 2013 (edizione elettronica). ISBN 8858807405.</ref> *Le parve di essere quel bambino che all'improvviso si ritrovava con un [[palloncino]] floscio tra le mani, qualcuno glielo aveva rubato, ma no, il palloncino c'era ancora, gli avevano soltanto sottratto l'aria che c'era dentro. Era dunque così, il tempo era aria e lei l'aveva lasciata esalare da un forellino minuscolo di cui non si era accorta?<ref>Da ''Il tempo invecchia in fretta''.</ref> *Per conoscere un [[luogo]] non è sempre necessario esserci stati.<ref>Da ''Piccoli equivoci senza importanza'', Feltrinelli.</ref> *Può succedere che il senso della vita di qualcuno sia quello, insensato, di cercare delle voci scomparse, e magari un giorno di crederle di trovarle, un giorno che non aspettava più, una sera che è stanco, e vecchio, e suona sotto la luna, e raccoglie tutte le voci che vengono dalla sabbia.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi''.</ref> *Questo è il grande problema di coloro che sentono troppo e capiscono troppo: che potremmo essere tante cose, ma la vita è una sola e ci obbliga a essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi siamo.<ref>Dalla prefazione a [[Marilyn Monroe]], ''Fragments: poesie, appunti, lettere'', Feltrinelli, 2010.</ref> *{{NDR|Dopo l'arrivo dei migranti albanesi}} So cos'è uno scrittore. Semplice, è qualcuno che conosce l'angusta prigione del proprio Io (o Ego) e che cerca di vedere le cose dall'altra parte. E che attraverso i suoi personaggi si sforza di essere un altro, molti altri, tanti altri quanto è possibile. Anche un albanese.<ref>Citato in Andrea Bajani, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/10/21/news/tabucchi_l_ultimo_scrittore_che_tiro_il_potere_per_la_giacca-209600027/?ref=pwa-rep-hp-2-1-13 Tabucchi, l'ultimo scrittore che tirò il potere per la giacca]'', ''Rep.repubblica.it'', 21 ottobre 2018.</ref> *Un [[libro]] è un deposito di suggestioni e di immagini che ogni lettore usa come vuole.<ref>Citato in Maria Pia Fusco, ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/26/sostengo-pereira-disse-mastroianni.html "Sostengo Pereira" disse Mastroianni]'', ''la Repubblica'', 26 luglio 1994.</ref> "E invece la letteratura è larga come la vita, e non chiede nessuna carta di credito. Perché, come ha detto un grande poeta, tutto vale la pena se l'anima non è piccina. E a questo serve la parola: a dire che l'anima non è piccina". (L'oca al passo) ===Attribuite=== *Il racconto è il romanzo di un pigro. **La frase compare nel solo titolo di un articolo di [[Nico Orengo]] (''Tabucchi: il racconto è il romanzo di un pigro'', ''TuttoLibri'', 15 febbraio 1986, n. 490, p. 3), che sintetizza il pensiero riportato nel testo seguente: «Oggi per scrivere [[Racconto|racconti]] bisogna essere un pigro personaggio che preferisce raccontare in dieci pagine ciò che un volenteroso scriverebbe in cento». ==''La testa perduta di Damasceno Monteiro''== ===[[Incipit]]=== Manolo il Gitano aprì gli occhi, guardò la debole luce che filtrava dalle fessure della baracca e si alzò cercando di non fare rumore. Non aveva bisogno di vestirsi perché dormiva vestito, la giacca arancione che gli aveva regalato l'anno prima Agostinho da Silva, detto Franz il Tedesco, domatore di leoni sdentati del Circo Maravilhas, ormai gli serviva da vestito e da pigiama. Nella flebile luce dell'alba cercò a tentoni i sandali trasformati in ciabatte che usava come calzature. Li trovò e li infilò. Conosceva la baracca a memoria, e poteva muoversi nella semioscurità rispettando l'esatta geografia dei miseri mobili che la arredavano. Avanzò tranquillo verso la porta e in quel momento il suo piede destro urtò contro il lume a petrolio che stava sul pavimento. Merda di donna, disse fra i denti Manolo il Gitano. Era sua moglie, che la sera prima aveva voluto lasciare il lume a petrolio accanto alla sua branda con il pretesto che le tenebre le davano gli incubi e che sognava i suoi morti. Con il lume acceso basso basso, diceva lei, i fantasmi dei suoi morti non avevano il coraggio di visitarla e la lasciavano dormire in pace. ===Citazioni=== *Manolo il Gitano era seduto a un tavolino sotto la pergola dello spaccio. Indossava una giacca nera e un cappello a falde larghe, alla spagnola. Aveva l'aria di una perduta nobiltà: la miseria gli si leggeva tutta nel volto e nella camicia sbrindellata sul petto. (p. 41) *Firmino lo ascoltava con attenzione. Gli piaceva come raccontava il Manolo, con quelle frasi ampollose costellate di parole in dialetto [...] (p. 44) *– Il mio amico Diocleciano ha ottanta anni, continuò Dona Rosa, ha fatto il venditore ambulante, il barcaiolo, ed è pescatore di cadaveri e di suicidi nel Douro. Dicono che in vita sua ha preso al fiume più di settecento corpi. I corpi degli affogati li dà all'obitorio e l'obitorio gli dà uno stipendio. È il suo lavoro. Però di questo caso era al corrente e la testa non l'ha ancora consegnata alle autorità. Fa anche il guardiano d'anime nell'Arco das Alminhas, nel senso che si occupa non solo di cadaveri ma anche del loro riposo eterno, gli accende le candele in quel luogo benedetto, gli dice le preghiere, eccetera. (p. 75) *Firmino sentì un'ondata di simpatia per quella città per la quale aveva provato, senza conoscerla, una certa diffidenza. Concluse che tutti siamo preda dei pregiudizi e che senza accorgersene lui aveva mancato di dialettica, quella fondamentale dialettica a cui [[György Lukács|Lukács]] tanto teneva. (p. 83) *– Grundnorm, ripeté, afferra il concetto?<br/>– Norma base, disse Firmino cercando di utilizzare quel poco di tedesco che sapeva.<br/>– Certo, norma base, specificò l'obeso, solo che per Kelsen è situata al vertice della piramide, è una norma base rovesciata, sta in cima alla sua teoria della giustizia, quella che lui definiva Stufenbau Theorie, la teoria della costruzione piramidale. (p. 114) *– Il testimone con cui ho parlato stamani, disse Firmino cambiando discorso, è sicuro che Damasceno è stato assassinato dalla Guarda Nacional.<br/>L'avvocato fece un sorriso stanco e guardò l'orologio.<br/>– Oh, disse, la Guarda Nacional è un istituzione militare, è proprio una bella incarnazione della Grundnorm, la cosa incomincia a interessarmi, anche perché forse lei non sa quante persone sono state uccise o seviziate nei nostri simpatici commissariati negli ultimi tempi.<br/>– Credo di saperlo quanto lei, gli fece notare Firmino, gli ultimi quattro casi sono stati seguiti dal mio giornale.<br/>– Già, mormorò l'avvocato, e tutti i responsabili assolti, tutti tranquillamente in servizio, la cosa comincia proprio a interessarmi [...] (p. 115) *– Insomma, continuò Firmino, voglio dire che il mio giornale è il giornale che lei sa, e lei, beh, lei è un avvocato importante, ha il cognome che ha, insomma volevo dire che lei ha una reputazione da difendere, non so se mi spiego.<br/>– Lei continua a deludermi, giovanotto, rispose l'avvocato, cerca a tutti i costi di essere inferiore a se stesso, non dobbiamo mai essere inferiori a noi stessi, cos'è che ha detto di me?<br/>– Che ha una reputazione da difendere, rispose Firmino. (p. 126) *[...] ha scritto un libro che si chiama ''La question'', ci racconta come nel 1957, accusato dalle forze armate francesi di essere comunista e filoalgerino, lui europeo e francese, venne torturato a Algeri per rivelare i nomi degli altri resistenti. Ricapitolando: London fu torturato dai comunisti, Alleg fu torturato perché era comunista. Il che ci conferma che la [[tortura]] può venire da ogni parte, e questo il vero problema. (p. 176) ===[[Explicit]]=== – Un travestito, disse Firmino, ospedale psichiatrico, schedato per prostituzione. Figuriamoci.<br/>E fece per chiudere la porta dietro di sé. Don Fernando lo fermò con un gesto della mano. Si alzò a fatica e avanzò verso il centro della stanza. Puntò l'indice contro il soffitto, come se si rivolgesse all'aria, poi lo puntò verso Firmino, e poi lo diresse verso il suo petto.<br/>– È una persona, disse, si ricordi di questo, giovanotto, prima di tutto è una persona.<br/>E poi continuò:<br/>– Cerchi di essere delicato con lei, abbia molto tatto, Wanda è una creatura fragile come il cristallo, una parola storta e le vengono le crisi di pianto. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Notturno indiano''=== Il tassista aveva una barba a pizzo, una reticella sui capelli e un codino legato con un nastro bianco.<ref name=incipit>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ===''Requiem''=== Pensai: quel tizio non arriva più. E poi pensai: mica posso chiamarlo «tizio», è un grande poeta, forse il più grande poeta del ventesimo secolo, è morto ormai da tanti anni, devo trattarlo con rispetto, meglio, con tutto il rispetto.<ref name=incipit/> ==''Sostiene Pereira''== ===[[Incipit]]=== Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d'estate. Una magnifica giornata d'estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell'imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il "Lisboa" aveva ormai una pagina culturale, e l'avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. ===Citazioni=== *[...] la filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità. (IV; 2010, p. 30) *[...] Marta, come se parlasse d'altro, disse: oggi ho comprato il “Lisboa”, purtroppo non parla dell'alentejano che la polizia ha massacrato sul carretto, parla di uno yacht americano, non è una notizia interessante, credo [...] *Le ragioni del cuore sono le più importanti, bisogna sempre seguire le ragioni del cuore, questo i dieci comandamenti non lo dicono, ma glielo dico io. *È difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore, sostiene Pereira. *Stai bene a sentire, Pereira, disse Silva, tu credi ancora nell'opinione pubblica?, ebbene, l'opinione pubblica è un trucco che hanno inventato gli anglosassoni, gli inglesi e gli americani, sono loro che ci stanno smerdando, scusa la parola, con questa idea dell'opinione pubblica, noi non abbiamo mai avuto il loro sistema politico, non abbiamo le loro tradizioni, non sappiamo cosa sono le trade unions, noi siamo gente del Sud, Pereira, e ubbidiamo a chi grida di più, a chi comanda. *Non c'è niente di cui vergognarsi a questo mondo, disse Pereira, se non si è rubato e se non si è disonorato il padre e la madre. *Non si sentì rassicurato, sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e di una vita futura, sostiene Pereira. *La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro. *Una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. ==''Tristano muore''== ===[[Incipit]]=== ...Rosamunda Rosamunda che magnifica serata sembra proprio preparata da una fata delicata mille luci mille voci mille cuori strafelici sono tutti in allegria oh ma che felicità Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più... Ti piace? Era dai miei tempi, quando Rosamunda guardava Tristano e più che lo guardava e più che lei gli piaceva... Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più...Rosamunda tutto il mio amore è per te Rosa-munda più ti guardo e più mi piaci Rosa-mu-u-u-u-undà... ===Citazioni=== *La [[vita]] non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l'altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme... e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla [[sabbia]] c'è un tracciato strano, un [[disegno]] senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori. *Che strano, pensaci un po', mio padre studiava le vite vicinissime col microscopio, mio nonno cercava quelle lontanissime col canocchiale, entrambi con le lenti. Ma la vita si scopre a occhio nudo, né troppo lontana né troppo vicina, ad altezza d'uomo. *Un inglese che come te scriveva libri disse che siamo tutti in una fogna ma che alcuni di noi guardano le stelle<ref>L'inglese è [[Oscar Wilde]].</ref>, e forse Tristano aveva voglia di guardare le stelle perché il suo paese era proprio una fogna. *Se ti metti a guardare nelle pieghe piú nascoste della società, qualsiasi essa sia, scopri la pazzia. Ma quelli che hanno avuto il coraggio di farlo erano pazzi... *La vita non si racconta, te l'ho già detto, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata. *Ora Tristano è davvero stanco, non ha più fiato, lo senti, avrebbe voglia di dormire, ma non il breve sonno di un'inizione, a lungo, come deve essere lungo il sonno che compensi la fatica di aver vissuto. *Ti ho cercato, amore mio, in ogni atomo di te che è disperso nell'universo. Ne ho raccolti quanti mi era possibile, nella terra, nell'aria, nel mare, negli sguardi e nei gesti degli uomini. *Scrittore, chi sei tu per avere i dubbi di coscienza di qualcuno che non hai mai conosciuto? ===[[Explicit]]=== È una bella foto, gliela regalo, la metta sulla copertina del suo libro, non è Tristano ma lo è un po', visto che è suo padre... Ci gira le spalle come se ci dicesse addio, che poi è quello che ho fatto in tutti questi giorni con lei, e che ora sto facendo per l'ultima volta... Guardi la pendola, che ore sono? Le sembrerà stupido, ma voglio saperlo, è l'ultima cosa che voglio sapere... comunque domani è un altro giorno, come si dice. ==Citazioni su Antonio Tabucchi== *Signora Presidente, un'Aula parlamentare non è il luogo più adatto per discutere di letteratura, ma nel caso della morte di Tabucchi si deve comunque ricordare che egli è stato un autore con una fortissima originalità di scrittura e con una vocazione ad uscire fuori dai confini circoscritti della letteratura italiana. Egli ha svolto un curioso sodalizio con una grande figura di scrittore portoghese – ce l'ha fatto conoscere – e in questa maniera ha come disegnato quasi una figura duale. In un'Aula parlamentare mi sembra però più opportuno ricordare il suo impegno civile e anche direttamente politico. Negli anni contrassegnati dall'anomalia italiana, Tabucchi ha rappresentato una voce inflessibile, critica e durissima nei confronti di una situazione che non si è mai verificata in nessun Paese democratico. Mi riferisco alla salita al vertice del potere politico di un possessore di mezzi di comunicazione. {{NDR|Il riferimento è a [[Silvio Berlusconi]]}} ([[Pancho Pardi]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Antonio Tabucchi, ''Il tempo invecchia in fretta'', Feltrinelli, 2009. *Antonio Tabucchi, ''La testa perduta di Damasceno Monteiro'', Feltrinelli, Milano, 1997. ISBN 88-07-01518-8 *Antonio Tabucchi, ''Sostiene Pereira. Una testimonianza'', Feltrinelli, Milano, 2010. ISBN 9788807813818 *Antonio Tabucchi, ''Tristano muore. Una vita'', Feltrinelli, Milano, 2004. ISBN 978-88-07819-16-2 ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Sostiene Pereira||(1994)}} {{Pedia|La testa perduta di Damasceno Monteiro||(1997)}} {{DEFAULTSORT:Tabucchi, Antonio}} [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Traduttori italiani]] ms4g8cnc4pto2y0qd7hv23vkqrnmavf 1349926 1349916 2024-11-03T08:07:47Z Spinoziano 2297 Annullate le modifiche di [[Special:Contributions/~2024-8326|~2024-8326]] ([[User talk:~2024-8326|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:193.207.168.238|193.207.168.238]] 1341615 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Antonio Tabucchi.jpg|thumb|right|Antonio Tabucchi]] {{indicedx}} '''Antonio Tabucchi''' (1943 − 2012), scrittore italiano. ==Citazioni di Antonio Tabucchi== *A pensarci ora non ho mai chiamato l'[[Africa]] con il suo nome, l'ho sempre chiamata "Oltremare".<ref>Da ''E finalmente arrivò il settembre'', ''Internazionale'', n. 1094, 20 marzo 2015, p. 96.</ref> *Bisogna parlare, parlare finché è possibile perché poi un bel giorno avremo la bocca piena di terra.<ref>Citato in Paolo Mauri, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/03/08/news/sostiene_tabucchi-190811153/ Sulle tracce delle passioni di Tabucchi]'', ''Rep.repubblica.it'', 8 marzo 2018.</ref> *C'è qualcosa di diverso qui {{NDR|a [[Genova]]}} da altri luoghi, cosa sarà mai? Forse "lo spiro salino che straripa dai moli"? Ti viene in mente questo verso perché lo "spiro salino" è sicuramente il maestrale o un vento simile: libeccio, mistral, scirocco, comunque un vento del Mediterraneo, e dunque siamo in un paese del Sud, e nei paesi del Sud, con questi venti, ci sono anche i panni alla finestra, lenzuola che schioccano al vento come bandiere. Venti nostri, panni nostri. [...] Sono partito da Sottoripa, punto cardinale di una città che serba intatto il suo mistero. Che forse la farebbe pensare avara, perché è guardinga, non si concede, non si fida. Ma chi la pensa avara non ha capito la sua generosità: è città medaglia d'oro della Resistenza. Genova si concede quando è necessario.<ref>Da ''Viaggi e altri viaggi'', Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 109-110. ISBN 978-88-07-01822-0</ref> *Ci sono giorni in cui la bellezza gelosa di questa città {{NDR|[[Genova]]}} sembra svelarsi: nelle giornate terse, per esempio, di vento, quando una brezza che precede il libeccio spazza le strade schioccando come una vela tesa. Allora le case e i campanili acquistano un nitore troppo reale, dai contorni troppo netti, come una fotografia contrastata, la luce e l'ombra si scontrano con prepotenza, senza coniugarsi, disegnando scacchiere nere e bianche di chiazze d'ombra e di barbagli, di vicoli e di piazzette.<ref>Da ''Il filo dell'orizzonte'', Feltrinelli, Milano, 1986, p. 73. ISBN 88-07-01322-3</ref> *Come può essere presente la notte. Fatta solo di se stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, si impone di sola presenza, della stessa presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei prigioniero perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c'è l'invalicabile presenza della notte.<ref>Da ''Il tempo invecchia in fretta'', p. 42</ref> *{{NDR|Sul [[sogno]]}} [...] dimensione ignota e indecifrabile che noi abitiamo ogni notte ma nella quale siamo stranieri come povere creature smarrite, privati di volontà e di ragione; un paese contiguo dove continuiamo a essere noi senza esserlo più e dove parliamo una lingua che conosciamo ma che non capiamo, una lingua che non è più la nostra.<ref>Dall'introduzione a Arthur Schnitzler, ''Doppio sogno'', traduzione di Paola Capriolo, Gruppo Editoriale L'Espresso, 2011, p. 5.</ref> *I [[dubbi]] sono come macchie su una camicia bianca, fresca di bucato. La missione di ogni intellettuale e di ogni scrittore è di instillare i dubbi per la perfezione, perché la perfezione genera ideologie, dittatori e idee totalitariste.<ref>Citato in Luís Miguel Queirós, ''Il più portoghese degli italiani'', ''Internazionale'', n. 942, 30 marzo 2012, p. 77.</ref> *La lettera è un equivoco messaggero.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi'', Feltrinelli.</ref> *La [[notte]] è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.<ref>Da ''Requiem'', Feltrinelli.</ref> *La scoperta (e la fascinazione) della letteratura venne con l' adolescenza grazie a un libro "magico" che per me continua ad essere magico, ''[[L'isola del tesoro]]''. [...] Quel libro mi trasportò verso oceani favolosi, era un vento che non gonfiava solo le vele del vascello salpato alla ricerca del tesoro ma muoveva soprattutto le ali dell'immaginazione.<ref>Da ''[https://books.google.it/books?id=EeVoAQAAQBAJ Viaggi e altri viaggi]'', ''Atlante'', Feltrinelli, Milano, 2013 (edizione elettronica). ISBN 8858807405.</ref> *Le parve di essere quel bambino che all'improvviso si ritrovava con un [[palloncino]] floscio tra le mani, qualcuno glielo aveva rubato, ma no, il palloncino c'era ancora, gli avevano soltanto sottratto l'aria che c'era dentro. Era dunque così, il tempo era aria e lei l'aveva lasciata esalare da un forellino minuscolo di cui non si era accorta?<ref>Da ''Il tempo invecchia in fretta''.</ref> *Per conoscere un [[luogo]] non è sempre necessario esserci stati.<ref>Da ''Piccoli equivoci senza importanza'', Feltrinelli.</ref> *Può succedere che il senso della vita di qualcuno sia quello, insensato, di cercare delle voci scomparse, e magari un giorno di crederle di trovarle, un giorno che non aspettava più, una sera che è stanco, e vecchio, e suona sotto la luna, e raccoglie tutte le voci che vengono dalla sabbia.<ref>Da ''Si sta facendo sempre più tardi''.</ref> *Questo è il grande problema di coloro che sentono troppo e capiscono troppo: che potremmo essere tante cose, ma la vita è una sola e ci obbliga a essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi siamo.<ref>Dalla prefazione a [[Marilyn Monroe]], ''Fragments: poesie, appunti, lettere'', Feltrinelli, 2010.</ref> *{{NDR|Dopo l'arrivo dei migranti albanesi}} So cos'è uno scrittore. Semplice, è qualcuno che conosce l'angusta prigione del proprio Io (o Ego) e che cerca di vedere le cose dall'altra parte. E che attraverso i suoi personaggi si sforza di essere un altro, molti altri, tanti altri quanto è possibile. Anche un albanese.<ref>Citato in Andrea Bajani, ''[https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2018/10/21/news/tabucchi_l_ultimo_scrittore_che_tiro_il_potere_per_la_giacca-209600027/?ref=pwa-rep-hp-2-1-13 Tabucchi, l'ultimo scrittore che tirò il potere per la giacca]'', ''Rep.repubblica.it'', 21 ottobre 2018.</ref> *Un [[libro]] è un deposito di suggestioni e di immagini che ogni lettore usa come vuole.<ref>Citato in Maria Pia Fusco, ''[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/07/26/sostengo-pereira-disse-mastroianni.html "Sostengo Pereira" disse Mastroianni]'', ''la Repubblica'', 26 luglio 1994.</ref> ===Attribuite=== *Il racconto è il romanzo di un pigro. **La frase compare nel solo titolo di un articolo di [[Nico Orengo]] (''Tabucchi: il racconto è il romanzo di un pigro'', ''TuttoLibri'', 15 febbraio 1986, n. 490, p. 3), che sintetizza il pensiero riportato nel testo seguente: «Oggi per scrivere [[Racconto|racconti]] bisogna essere un pigro personaggio che preferisce raccontare in dieci pagine ciò che un volenteroso scriverebbe in cento». ==''La testa perduta di Damasceno Monteiro''== ===[[Incipit]]=== Manolo il Gitano aprì gli occhi, guardò la debole luce che filtrava dalle fessure della baracca e si alzò cercando di non fare rumore. Non aveva bisogno di vestirsi perché dormiva vestito, la giacca arancione che gli aveva regalato l'anno prima Agostinho da Silva, detto Franz il Tedesco, domatore di leoni sdentati del Circo Maravilhas, ormai gli serviva da vestito e da pigiama. Nella flebile luce dell'alba cercò a tentoni i sandali trasformati in ciabatte che usava come calzature. Li trovò e li infilò. Conosceva la baracca a memoria, e poteva muoversi nella semioscurità rispettando l'esatta geografia dei miseri mobili che la arredavano. Avanzò tranquillo verso la porta e in quel momento il suo piede destro urtò contro il lume a petrolio che stava sul pavimento. Merda di donna, disse fra i denti Manolo il Gitano. Era sua moglie, che la sera prima aveva voluto lasciare il lume a petrolio accanto alla sua branda con il pretesto che le tenebre le davano gli incubi e che sognava i suoi morti. Con il lume acceso basso basso, diceva lei, i fantasmi dei suoi morti non avevano il coraggio di visitarla e la lasciavano dormire in pace. ===Citazioni=== *Manolo il Gitano era seduto a un tavolino sotto la pergola dello spaccio. Indossava una giacca nera e un cappello a falde larghe, alla spagnola. Aveva l'aria di una perduta nobiltà: la miseria gli si leggeva tutta nel volto e nella camicia sbrindellata sul petto. (p. 41) *Firmino lo ascoltava con attenzione. Gli piaceva come raccontava il Manolo, con quelle frasi ampollose costellate di parole in dialetto [...] (p. 44) *– Il mio amico Diocleciano ha ottanta anni, continuò Dona Rosa, ha fatto il venditore ambulante, il barcaiolo, ed è pescatore di cadaveri e di suicidi nel Douro. Dicono che in vita sua ha preso al fiume più di settecento corpi. I corpi degli affogati li dà all'obitorio e l'obitorio gli dà uno stipendio. È il suo lavoro. Però di questo caso era al corrente e la testa non l'ha ancora consegnata alle autorità. Fa anche il guardiano d'anime nell'Arco das Alminhas, nel senso che si occupa non solo di cadaveri ma anche del loro riposo eterno, gli accende le candele in quel luogo benedetto, gli dice le preghiere, eccetera. (p. 75) *Firmino sentì un'ondata di simpatia per quella città per la quale aveva provato, senza conoscerla, una certa diffidenza. Concluse che tutti siamo preda dei pregiudizi e che senza accorgersene lui aveva mancato di dialettica, quella fondamentale dialettica a cui [[György Lukács|Lukács]] tanto teneva. (p. 83) *– Grundnorm, ripeté, afferra il concetto?<br/>– Norma base, disse Firmino cercando di utilizzare quel poco di tedesco che sapeva.<br/>– Certo, norma base, specificò l'obeso, solo che per Kelsen è situata al vertice della piramide, è una norma base rovesciata, sta in cima alla sua teoria della giustizia, quella che lui definiva Stufenbau Theorie, la teoria della costruzione piramidale. (p. 114) *– Il testimone con cui ho parlato stamani, disse Firmino cambiando discorso, è sicuro che Damasceno è stato assassinato dalla Guarda Nacional.<br/>L'avvocato fece un sorriso stanco e guardò l'orologio.<br/>– Oh, disse, la Guarda Nacional è un istituzione militare, è proprio una bella incarnazione della Grundnorm, la cosa incomincia a interessarmi, anche perché forse lei non sa quante persone sono state uccise o seviziate nei nostri simpatici commissariati negli ultimi tempi.<br/>– Credo di saperlo quanto lei, gli fece notare Firmino, gli ultimi quattro casi sono stati seguiti dal mio giornale.<br/>– Già, mormorò l'avvocato, e tutti i responsabili assolti, tutti tranquillamente in servizio, la cosa comincia proprio a interessarmi [...] (p. 115) *– Insomma, continuò Firmino, voglio dire che il mio giornale è il giornale che lei sa, e lei, beh, lei è un avvocato importante, ha il cognome che ha, insomma volevo dire che lei ha una reputazione da difendere, non so se mi spiego.<br/>– Lei continua a deludermi, giovanotto, rispose l'avvocato, cerca a tutti i costi di essere inferiore a se stesso, non dobbiamo mai essere inferiori a noi stessi, cos'è che ha detto di me?<br/>– Che ha una reputazione da difendere, rispose Firmino. (p. 126) *[...] ha scritto un libro che si chiama ''La question'', ci racconta come nel 1957, accusato dalle forze armate francesi di essere comunista e filoalgerino, lui europeo e francese, venne torturato a Algeri per rivelare i nomi degli altri resistenti. Ricapitolando: London fu torturato dai comunisti, Alleg fu torturato perché era comunista. Il che ci conferma che la [[tortura]] può venire da ogni parte, e questo il vero problema. (p. 176) ===[[Explicit]]=== – Un travestito, disse Firmino, ospedale psichiatrico, schedato per prostituzione. Figuriamoci.<br/>E fece per chiudere la porta dietro di sé. Don Fernando lo fermò con un gesto della mano. Si alzò a fatica e avanzò verso il centro della stanza. Puntò l'indice contro il soffitto, come se si rivolgesse all'aria, poi lo puntò verso Firmino, e poi lo diresse verso il suo petto.<br/>– È una persona, disse, si ricordi di questo, giovanotto, prima di tutto è una persona.<br/>E poi continuò:<br/>– Cerchi di essere delicato con lei, abbia molto tatto, Wanda è una creatura fragile come il cristallo, una parola storta e le vengono le crisi di pianto. ==[[Incipit]] di alcune opere== ===''Notturno indiano''=== Il tassista aveva una barba a pizzo, una reticella sui capelli e un codino legato con un nastro bianco.<ref name=incipit>Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, ''Incipit'', Skira, 2018. ISBN 9788857238937</ref> ===''Requiem''=== Pensai: quel tizio non arriva più. E poi pensai: mica posso chiamarlo «tizio», è un grande poeta, forse il più grande poeta del ventesimo secolo, è morto ormai da tanti anni, devo trattarlo con rispetto, meglio, con tutto il rispetto.<ref name=incipit/> ==''Sostiene Pereira''== ===[[Incipit]]=== Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d'estate. Una magnifica giornata d'estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell'imbarazzo di mettere su la pagina culturale, perché il "Lisboa" aveva ormai una pagina culturale, e l'avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. ===Citazioni=== *[...] la filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità. (IV; 2010, p. 30) *[...] Marta, come se parlasse d'altro, disse: oggi ho comprato il “Lisboa”, purtroppo non parla dell'alentejano che la polizia ha massacrato sul carretto, parla di uno yacht americano, non è una notizia interessante, credo [...] *Le ragioni del cuore sono le più importanti, bisogna sempre seguire le ragioni del cuore, questo i dieci comandamenti non lo dicono, ma glielo dico io. *È difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore, sostiene Pereira. *Stai bene a sentire, Pereira, disse Silva, tu credi ancora nell'opinione pubblica?, ebbene, l'opinione pubblica è un trucco che hanno inventato gli anglosassoni, gli inglesi e gli americani, sono loro che ci stanno smerdando, scusa la parola, con questa idea dell'opinione pubblica, noi non abbiamo mai avuto il loro sistema politico, non abbiamo le loro tradizioni, non sappiamo cosa sono le trade unions, noi siamo gente del Sud, Pereira, e ubbidiamo a chi grida di più, a chi comanda. *Non c'è niente di cui vergognarsi a questo mondo, disse Pereira, se non si è rubato e se non si è disonorato il padre e la madre. *Non si sentì rassicurato, sentì invece una grande nostalgia, di cosa non saprebbe dirlo, ma era una grande nostalgia di una vita passata e di una vita futura, sostiene Pereira. *La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro. *Una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. ==''Tristano muore''== ===[[Incipit]]=== ...Rosamunda Rosamunda che magnifica serata sembra proprio preparata da una fata delicata mille luci mille voci mille cuori strafelici sono tutti in allegria oh ma che felicità Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più... Ti piace? Era dai miei tempi, quando Rosamunda guardava Tristano e più che lo guardava e più che lei gli piaceva... Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto più...Rosamunda tutto il mio amore è per te Rosa-munda più ti guardo e più mi piaci Rosa-mu-u-u-u-undà... ===Citazioni=== *La [[vita]] non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l'altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme... e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla [[sabbia]] c'è un tracciato strano, un [[disegno]] senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori. *Che strano, pensaci un po', mio padre studiava le vite vicinissime col microscopio, mio nonno cercava quelle lontanissime col canocchiale, entrambi con le lenti. Ma la vita si scopre a occhio nudo, né troppo lontana né troppo vicina, ad altezza d'uomo. *Un inglese che come te scriveva libri disse che siamo tutti in una fogna ma che alcuni di noi guardano le stelle<ref>L'inglese è [[Oscar Wilde]].</ref>, e forse Tristano aveva voglia di guardare le stelle perché il suo paese era proprio una fogna. *Se ti metti a guardare nelle pieghe piú nascoste della società, qualsiasi essa sia, scopri la pazzia. Ma quelli che hanno avuto il coraggio di farlo erano pazzi... *La vita non si racconta, te l'ho già detto, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata. *Ora Tristano è davvero stanco, non ha più fiato, lo senti, avrebbe voglia di dormire, ma non il breve sonno di un'inizione, a lungo, come deve essere lungo il sonno che compensi la fatica di aver vissuto. *Ti ho cercato, amore mio, in ogni atomo di te che è disperso nell'universo. Ne ho raccolti quanti mi era possibile, nella terra, nell'aria, nel mare, negli sguardi e nei gesti degli uomini. *Scrittore, chi sei tu per avere i dubbi di coscienza di qualcuno che non hai mai conosciuto? ===[[Explicit]]=== È una bella foto, gliela regalo, la metta sulla copertina del suo libro, non è Tristano ma lo è un po', visto che è suo padre... Ci gira le spalle come se ci dicesse addio, che poi è quello che ho fatto in tutti questi giorni con lei, e che ora sto facendo per l'ultima volta... Guardi la pendola, che ore sono? Le sembrerà stupido, ma voglio saperlo, è l'ultima cosa che voglio sapere... comunque domani è un altro giorno, come si dice. ==Citazioni su Antonio Tabucchi== *Signora Presidente, un'Aula parlamentare non è il luogo più adatto per discutere di letteratura, ma nel caso della morte di Tabucchi si deve comunque ricordare che egli è stato un autore con una fortissima originalità di scrittura e con una vocazione ad uscire fuori dai confini circoscritti della letteratura italiana. Egli ha svolto un curioso sodalizio con una grande figura di scrittore portoghese – ce l'ha fatto conoscere – e in questa maniera ha come disegnato quasi una figura duale. In un'Aula parlamentare mi sembra però più opportuno ricordare il suo impegno civile e anche direttamente politico. Negli anni contrassegnati dall'anomalia italiana, Tabucchi ha rappresentato una voce inflessibile, critica e durissima nei confronti di una situazione che non si è mai verificata in nessun Paese democratico. Mi riferisco alla salita al vertice del potere politico di un possessore di mezzi di comunicazione. {{NDR|Il riferimento è a [[Silvio Berlusconi]]}} ([[Pancho Pardi]]) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Antonio Tabucchi, ''Il tempo invecchia in fretta'', Feltrinelli, 2009. *Antonio Tabucchi, ''La testa perduta di Damasceno Monteiro'', Feltrinelli, Milano, 1997. ISBN 88-07-01518-8 *Antonio Tabucchi, ''Sostiene Pereira. Una testimonianza'', Feltrinelli, Milano, 2010. ISBN 9788807813818 *Antonio Tabucchi, ''Tristano muore. Una vita'', Feltrinelli, Milano, 2004. ISBN 978-88-07819-16-2 ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Sostiene Pereira||(1994)}} {{Pedia|La testa perduta di Damasceno Monteiro||(1997)}} {{DEFAULTSORT:Tabucchi, Antonio}} [[Categoria:Scrittori italiani]] [[Categoria:Traduttori italiani]] kks8i26dqkfo7p4x72ippakc03oz3c2 883 0 1692 1349891 1325667 2024-11-02T16:49:13Z Ibisco 49387 /* Voci correlate */ + 1 1349891 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Pezzali 883.jpg|right|thumb|883]] '''883''', gruppo musicale italiano pop/rock fondato da [[Max Pezzali]] e [[Mauro Repetto]]. {{indicedx}} ==''Hanno ucciso l'uomo ragno''== '''Etichetta''': Fri Records, 1992, prodotto da Pierpaolo Peroni e Marco Guarnerio. * ''Tu se lo sai mi devi dire se tu veramente mi preferiresti se io fossi uno di quegli stronzi vestiti a festa che si vedono dovunque vai nei bar oppure in discoteca appoggiati a qualche colonna che bevono un gin tonic come fosse una bella storia dai | ma vuoi capirla o no.'' (da ''Non me la menare'', n. 1) * ''Quando metti su gli [[occhiali da sole]]| con quell'aria da grande attore | credi che le donne muoiano ai piedi | di uno come te però non vedi | che ti prendono soltanto in giro | e tu che continui a fare il duro | fino a ieri eri come noi | invece adesso cosa sei ? | Sei uno sfigato | ma cosa vuoi ? | Sei uno sfigato | ma chi sarai mai ?!'' (da ''6/1/sfigato'', n. 3) * ''Credi di essere uno ricco e potente | uno che può far tremare la gente | ed invece tu che cosa sei ? | Uno qualsiasi come noi.'' (da ''6/1/sfigato'', n. 3) * ''Con un deca non si può andar via | non ci basta neanche in pizzeria | fermati un attimo | all'automatico | almeno a piedi non ci lascerà | in questa città.'' (da ''Con un deca'', n. 6) ==''Nord sud ovest est''== '''Etichetta''': Fri Records, 1993, prodotto da Pierpaolo Peroni e Marco Guarnerio. * ''Anche se certe sere, | quando sei solo in camera tua, | non ce la fai a dormire | poi te ne freghi sia quel che sia.'' (da ''Non ci spezziamo'', n. 3) *''Sei un mito, sei un mito per me | sono anni che ti vedo così irraggiungibile | sei un mito, sei un mito perché | tu per tutti noi sei la più bella ma impossibile.'' (da ''Sei un mito'', n. 2) * ''Le notti non finiscono all'alba nella via | le porto a casa insieme a me | ne faccio melodia | e poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere | sperando di vederti ancora qui.'' (da ''Come Mai'', n. 4) * ''Come mai | ma chi sarai | per fare questo a me | notti intere ad aspettarti | ad aspettare te.'' (da ''Come Mai'', n. 4) * ''Con le facce tese tutti incazzati neri | e con le pive nel sacco | persi in queste strade che sembrano sentieri, | stanotte niente di fatto, | avvistiamo da lontano un cavalcavia, | ci sarà un'autostrada là, | appena entrati dal casello come per magia | ecco appare un [[Area di servizio|autogrill]].'' (da ''Rotta per casa di Dio'', n. 5) * ''Ed il vento mi sta sussurrando | non ti fermerai | c'è qualcuno che ti sta aspettando | tu sai dove andrai.'' (da ''Nord Sud Ovest Est'', n. 6) * ''Ma perché non ti fai mai i cazzi tuoi?'' (da ''Ma Perché'', n. 7) * ''E sta per finire un altro weekend | se ne va con i gol in tele il weekend | così poi aspetteremo un weekend | convinti che sarà il più bello | dei weekend.'' (da ''Weekend'', n. 8) * ''Si che lo so che c'è ogni tanto la tentazione | ti passerà | si però quel vuoto credo che non si riempia mai | per tutti e così | si perché è quel vuoto di tutti noi | ci sbattiamo tanto per chiuderlo | ci proviamo e non ci riusciamo mai | allora tanto vale conviverci.'' (da ''Cumuli'', n. 9) ==''La donna il sogno & il grande incubo''== '''Etichetta''': Fri Records, 1995, prodotto da Pierpaolo Peroni e Marco Guarnerio. * ''La radio a 1000 watt | l'asfalto piano piano passa e va | la radio a 1000 watt | fino al tramonto ci accompagnerà.'' (da ''La radio a 1000 watt'', n. 1) * ''La [[Donna]], il Sogno & il Grande Incubo | vado e non mi fermerò | mentre nel mondo tutti dormono | così anch'io mi sveglierò | con la sveglia scarica ormai ormai | e con mia madre che mi dice "dai | come fai tutte le volte a non fermarti mai" | e tutto questo finirà così | ma adesso sono qui.'' (da ''Il Grande Incubo'', n. 7) * ''Ti scriverei | una canzone d'amore | per farmi ricordare | una canzone d'amore | per farti addormentare | che faccia uscire calore | che non ti so spiegare | una canzone d'amore | solo per te.'' (da ''Una canzone d'amore'', n. 8) *''Se lo potessi immaginare | dipingerei | il sogno di poterti amare.'' (da ''Una canzone d'amore'', n.8) * ''La musica non si fermerà mai | la puoi chiamare se ti trovi nei guai | musica, meno male che c'è | la puoi chiamare farà bene anche a te!'' (da ''Musica'', n. 9) * ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar | stessa gente che vien dentro, consuma e poi va | non lo so che faccio qui | esco un po' | e vedo i [[Fanale (veicoli stradali)|fari]] dell'auto che mi | guardano e sembrano chiederci chi cerchiamo noi''. (da ''Gli anni'', n. 11) * ''Gli anni d'oro del grande [[Real Madrid|Real]] | gli anni di [[Happy Days]] e di [[Ralph Malph]] | gli anni delle immense compagnie | gli anni in motorino sempre in due. | Gli anni di "che belli erano i film" | gli anni dei Roy Rogers come jeans | gli anni di qualsiasi cosa fai | gli anni del "Tranquillo, siam qui noi | siamo qui noi".'' (da ''Gli anni'', n. 11) * ''Il tempo passa per tutti lo sai | nessuno indietro lo riporterà | neppure noi.'' (da ''Gli anni'', n. 11) ==''La dura legge del gol!''== '''Etichetta''': Fri Records, 1997, prodotto da Pierpaolo Peroni e Marco Guarnerio. * ''Voglio farti innamorare tanto | voglio diventare il tuo supereroe | voglio essere il migliore al mondo almeno per noi due.'' (da ''Innamorare tanto'', n. 1) * ''La [[regole dalle canzoni|regola]] dell'amico non sbaglia mai | se sei amico di una donna non ci combinerai mai niente mai | "non vorrai rovinare un così bel rapporto".'' (da ''La regola dell'amico'', n. 2) * ''Bello non ti passa più | te la sei voluta tu | vuoi la [[bicicletta]] e poi | pedalare e cazzi tuoi.'' (da ''Non ti passa più'', n. 4) *''Non ho nessun rimpianto | nessun rimorso | soltanto certe volte capita che | appena prima di dormire | mi sembra di sentire | il tuo [[ricordo]] che mi bussa e mi fa male un po'.'' (da ''Nessun rimpianto'', n. 3) *''Se tornerai magari poi | noi riconquisteremo tutto | come tanti anni fa | quando per noi | forse la [[vita]] era più facile.'' (da ''Se tornerai'', n. 5) * ''È la dura [[regole dalle canzoni|legge]] del [[gol]] | fai un gran bel gioco però | se non hai difesa gli altri segnano | e poi vincono.'' (da ''La dura legge del gol!'', n. 6) * ''Sull'amicizia e sulla lealtà | ci abbiam puntato pure l'anima | per noi chi l'ha fatto | chi per noi lo farà.'' (da ''La dura legge del gol!'', n. 6) * ''La mia moto scorre piano sulla 526 | attraversa quei profumi che poi | un metro dopo non li senti più | io respiro e mando giù | prima di perderli che non si sa mai.'' (da ''Un giorno così'', n. 7) ==''Gli anni''== '''Etichetta''': Fri Records, 1998, prodotto da Pierpaolo Peroni e Marco Guarnerio. * ''So che nelle fiabe succede sempre che | sul cavallo bianco arriva un principe | che porta la bella al castello | si sposano e sarà amore per l'eternità | solo che la vita non è proprio così | a volte è complicata come una lunga corsa a ostacoli | dove non ti puoi ritirare, soltanto correre | con chi ti ama accanto a te.'' (da ''Io ci sarò'', n. 1) * ''Io non ti prometto qualcosa che non ho | quello che non sono | non posso esserlo | anche se so che c'è chi dice | per quieto vivere bisogna sempre fingere.'' (da ''Io ci sarò'', n. 1) * ''Non posso giurare che ogni giorno sarò | bello, eccezionale, allegro, sensibile, fantastico | ci saranno dei giorni grigi | ma passeranno sai | spero che tu mi capirai.'' (da ''Io ci sarò'', n. 1) * ''Nella buona sorte e nelle avversità | nelle gioie e nelle difficoltà | se tu ci sarai | io ci sarò''. (da ''Io ci sarò'', n. 1) ==''Grazie mille''== '''Etichetta''': Fri Records, 1999, prodotto da Pierpaolo Peroni e Marco Guarnerio. * ''Tu la regina del Celebrità | la ballerina che senza pietà | entrava nei begli incubi | di noi piccoli.'' (da ''La regina del Celebrità'', n. 2) * ''Perché il finale, qua da noi | di un film che hai già visto 1000 volte lo sai.'' (da ''Le Luci di Natale'', n. 3) * ''Non so se hai avuto anche tu l'impressione che il tempo acceleri | a [[Sedicenne|sedici anni]] un anno dura una vita | poi a trenta sei già lì.'' (da ''La rana e lo scorpione'', n. 9) * ''Se sono giusto oppure no | se sono a posto o pessimo | se sono il primo o l'ultimo | ma sono tutto ciò che ho | se sono bravo oppure no | se sono furbo o stupido | se sono scuro o limpido | ma sono tutto ciò che ho.'' (da ''Tutto ciò che ho'', n. 10) ==''Uno in più''== '''Etichetta''': CGD East West, 2001, prodotto da Pierpaolo Peroni e Marco Guarnerio. * ''E siamo qui | ai piedi di una strada | che sale su | ripida e dissestata | la chiamano età della ragione | ci passano miliardi di persone | io spero di poterla fare tutta | guardare giù quando arriverò in vetta | anche arrancando come quel vecchissimo peugeot.'' (da ''Come deve andare'', n. 5) * ''E tutto va | come deve andare | o perlomeno così dicono. | E tutto va | come deve andare | o perlomeno me lo auguro.'' (da ''Come deve andare'', n. 5) * ''Questo senso di festa che vola e che va sopra tutta la città | nella lunga estate caldissima. | Questo senso di vita che scende e che va dentro fino all'anima | nella lunga estate caldissima.'' (da ''La lunga estate caldissima'', n. 6) * ''Uno in più | nient'altro che un numero | uno in più | nient'altro che un simbolo | perché più vado avanti e più mi sembra che | io mi possa fidare di me | non tantissimo un pelo di più | ma sempre un po' di più.'' (da ''Uno in più'', n. 10) ==''Love/Life''== '''Etichetta''': CGD East West, 2002. * ''Ma ringrazio il cielo che | tu sei capitata a me.''(da ''Quello che capita'', n. 2) * ''Io di risposte non ne ho | mai avute, mai ne avrò | di domande ne ho quante ne vuoi | e tu, neanche tu mi fermerai | neanche tu ci riuscirai: | io non sono quel tipo di uomo e non lo sarò mai.'' (da ''Ci sono anch'io'', n. 1) * ''Non so se la rotta è giusta o se | mi sono perduto ed è | troppo tardi | per tornare indietro.'' (da ''Ci sono anch'io'', n. 1) * ''Non so se è soltanto fantasia | o se è solo una follia | quella stella lontana laggiù | però, io la seguo e anche se so | che non la raggiungerò.'' (da ''Ci sono anch'io'', n. 1) * ''Ti potranno dire che non può esistere | niente che non si tocca o si conta o si compra perché | chi è deserto non vuole che qualcosa fiorisca in te.'' (da ''Ci sono anch'io'', n. 1) * ''Forse è che si fa quello che si può | forse è che si fa quello che capita | con più o meno dignità | forse è come pescare un numero | e sperare poi in quello che capita | senza troppa logica.'' (da ''Quello che capita'', n. 2) ==Citazioni sugli 883== *Ho sconfitto la depressione con una canzone degli 883. ([[Roberto Mattioli]]) ==Voci correlate== *[[Max Pezzali]] *[[Mauro Repetto]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante gli}} [[Categoria:Gruppi musicali italiani]] 8iow46i96ndsc3sy19wkjm534dx0d6x Vendetta 0 2010 1349846 1323461 2024-11-02T14:15:11Z Udiki 86035 Georg Forster 1349846 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Juan de Flandes - Herodias' Revenge - WGA12038.jpg|thumb|''La vendetta di Erodiade'' (Juan de Flandes, 1496)]] Citazioni sulla '''vendetta'''. ==Citazioni== *Alla malvagità è già affine la sete di vendetta, che il male paga col male, non per riguardo al futuro, il che costituisce il carattere della pena, ma solo per il fatto accaduto, passato; quindi senza vantaggio; non come mezzo, ma come fine, per letiziarsi nel tormento, da noi stessi inflitto l'offensore. Ciò che distingue la vendetta dalla pura malvagità, e in qualche po' la scusa, è un'apparenza di giustizia; in quanto lo stesso atto, che stavolta è vendetta, quando fosse legale, ossia compiuto secondo una regola fissa e notoria, e in seno a una collettività, da cui questa fosse sanzionata, si chiamerebbe pena, cioè diritto. ([[Arthur Schopenhauer]], ''[[Il mondo come volontà e rappresentazione]]'') *''Alta vendetta, | d'alto silenzio è figlia.'' ([[Vittorio Alfieri]]) *Anche nella vendetta, insomma, non si gode del male di altri, ma del nostro bene. ([[Benedetto Croce]]) *''Aspetta luogo e tempo alla vendetta, | ché non si fe' mai nulla bene in fretta.'' ([[Luigi Pulci]]) *Che cosa può esserci di più consolatorio per l'orgoglio e per la coscienza di un uomo della convinzione che, vendicandosi sui suoi nemici per l'ingiustizia subitane, non fa che rendere loro ''giustizia''? ([[Edgar Allan Poe]]) *''Chi fa sua vendetta, oltra che offende | chi offeso l'ha, da molti si difende.'' ([[Ludovico Ariosto]]) *''Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore | ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati. | Perdona l'offesa al tuo prossimo | e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.'' (''[[Siracide]]'') *Considero uno sproposito che uno, per vendicarsi di un altro, gli tolga la vita, poiché in tal modo lo libera da ogni sofferenza. ([[Mateo Alemán]]) *Cosa migliore è per ogni uomo vendicare l'amico piuttosto che lamentarne a lungo la morte. ([[Beowulf (personaggio)|Beowulf]]) *Dolce è la vendetta, specialmente per le donne. ([[George Gordon Byron]]) *E giustizia e vendetta... be', sono due cose molto distanti tra loro... ed è un dovere dell'uomo civilizzato quello di avere grande rispetto per l'una... e disprezzare l'altra. Questo è un dovere supremo. E anche molto difficile. Si tratta di un test che mette a dura prova ciò che siamo. Siamo esseri umani, beati tra tutte le altre creature e con il dono di una guida divina... O non siamo null'altro che bestie? Siamo in grado di dominare gli istinti animali che ci portiamo dietro dalle caverne? Possiamo elevarci al di sopra dell'impulso di restituire il colpo quando siamo feriti? Siamo abbastanza forti da abbracciare gli insegnamenti di nostro Signore... di allontanare il nostro odio e di nutrire la nostra anima con il dolce nettare dell'amore... e della pietà? (''[[Sin City]]'') *È la natura stessa della vendetta, che percepisce il tempo al contrario: più ne passa e più il desiderio aumenta. (''[[Rocco Schiavone (serie televisiva)|Rocco Schiavone]]'') *È la sete di vendetta dell'uomo che fa girare il mondo. (''[[Metal Gear Solid V: The Phantom Pain]]'') *''È la vendetta un tristo godimento, | se tu la compri d'un piacere a spesa, | che degli altri piaceri è il condimento.'' ([[Jean de La Fontaine]]) *È un diritto naturale saziarsi l'anima con la vendetta. ([[Attila]]) *È una dolce passione la vendetta, di grande peso e naturale. ([[Michel de Montaigne]]) *Ho il frigorifero pieno di vendette che non mangerò mai. ([[Marcello Marchesi]]) *Il sentimento della vendetta è così grato, che spesso si desidera d'essere ingiuriato per potersi vendicare, e non dico già solamente da un nemico abituale, ma da un indifferente, o anche, massime in certi momenti d'umor nero, da un amico. ([[Giacomo Leopardi]]) *L'atrocità della vendetta non è proporzionale all'atrocità dell'offesa, ma all'atrocità di chi si vendica. ([[Nicolás Gómez Dávila]]) *La miglior vendetta? La felicità. Non c'è nulla che faccia più impazzire la gente che vederti felice. ([[Alda Merini]]) *La miglior vendetta, la più proficua e la meno pericolosa, è quella in contanti. ([[Mateo Alemán]]) *La sete di vendetta prosciuga l'anima, la brucia e la consuma, e attraverso lo spesso strato di cenere non riuscirà mai più a germogliare nulla. ([[Alexandra Marinina]]) *La vendetta che sopravvive alla morte dell'essere odiato, che non è mai sazia, causa un tetro spavento. ([[Honoré de Balzac]]) *La vendetta è come un veleno che ti invade tutto, senza che tu te ne accorga ti trasforma in un essere spregevole. (''[[Spider-Man 3]]'') *La vendetta è il duello dei poveri. ([[Prosper Mérimée]]) *La vendetta è il piacere abietto di una mente abietta. ([[Giovenale]]) *La vendetta è il territorio infinito delle conseguenze indesiderate, Julie. Tuo padre governatore non te l'ha spiegato abbastanza? Il trattato di Versailles ha prodotto dei tedeschi vessati che hanno prodotto degli ebrei erranti che fabbricano dei palestinesi erranti che fabbricano delle vedove incinte dei vendicatori di domani. ([[Daniel Pennac]]) *La vendetta è in qualche modo una giustizia istintiva che proviene dagli dèi primitivi dell'inconscio. Essa mira a ristabilire un'uguaglianza basata sulla sofferenza inflitta in modo reciproco. ([[Jean Monbourquette]]) *La vendetta è la base della giustizia. La giustizia è cominciata con la vendetta, e la vendetta rimane l'unica giustizia che alcuni esseri possono sperare mai di ottenere. ([[Palpatine]], [[Matthew Stover]]) *La vendetta è la giustizia della sventura. (''[[L'uomo del treno]]'') *La vendetta è una passione di natura ignea; se le darete luogo ed aria, si svapora e si spegne; se la comprimerete, andrà serpeggiando insidiosa e scoppierà col delitto e col tradimento. ([[Ugo Foscolo]]) *La vendetta è una specie di giustizia selvaggia. ([[Francesco Bacone]]) *La vendetta non dà soddisfazione se chi è preso di mira non ha il tempo di capire chi lo colpisce e il perché della punizione. ([[Arthur Conan Doyle]]) *La vendetta non è mai una strada dritta. È una foresta. E in una foresta è facile smarrirsi. Non sai dove sei, né da dove sei partito. (''[[Kill Bill vol. 1]]'') *La vendetta non ha preveggenza. ([[Napoleone Bonaparte]]) *''La vendetta, oh, la vendetta | è un piacer serbato ai saggi''. (''[[Le nozze di Figaro]]'') *La vendetta per me è indifferenza. Covare vendetta vuol dire non abbandonare mai l'odiato, portarlo costantemente con sé. Ho lavorato molto su me stesso ma ora ti dico che regalare l'indifferenza è una punizione fantastica poiché non c'è nulla di peggio per chi la subisce e nulla migliora la vita quanto dimenticare chi ci ha causato del male o, semplicemente, noie. ([[Giovanni Scafoglio]]) *La vendetta procede sempre dalla debolezza dell'animo, che non è capace di sopportar le ingiurie. ([[Marguerite de la Sablière]]) *''La vendetta sfoga l'odio assai''. ([[Ludovico Ariosto]]) *La vendetta – si dice – è un piatto da servire freddo. Purché poi si abbia ancora appetito. ([[Roberto Gervaso]]) *Lo so che la vendetta è una cosa deplorevole e brutta, ma non vedo perché non dovrei ripagare con la stessa moneta chi mi ha fatto un torto.<br>Proprio quando se n’è dimenticato, gli tolgo la sedia da sotto il sedere, a volte anche dieci anni dopo. ([[Karl Lagerfeld]]) *Nella danza delle vendette è più facile subire che condurre il gioco. ([[Jean Monbourquette]]) *Non c'è vendetta che valga quanto l'oblio, giacché esso basta a seppellire il nemico nella polvere del suo nulla. ([[Baltasar Gracián]]) *Non c'è vendetta più bella di quella che gli altri infliggono al tuo nemico. Ha persino il pregio di lasciarti la parte del generoso. ([[Cesare Pavese]]) *Non ci si vendica mai bene, ricorrendo al male. ([[Baltasar Gracián]]) *Non procede sempre el vendicarsi da odio o da mala natura, ma è talvolta necessario perché con questo esemplo gli altri imparino a non ti offendere; e sta molto bene questo che uno si vendichi, e ''tamen'' non abbia rancore di animo contro a colui di chi fa vendetta. ([[Francesco Guicciardini]]) *Oh, Dio! quali estasi torturanti sopporta colui che è consumato da un'unica inappagata brama di vendetta! Dorme coi pugni serrati; e si sveglia con le unghie piene di sangue che gli trafiggono le palme. ([[Herman Melville]]) *Piacere e vendetta sono più sordi delle bisce alla voce di una decisione giusta. ([[William Shakespeare]]) *Più avanti vado, più trovo che la cosa più profonda nell'uomo è il desiderio di vendetta. Nessuno «digerisce» un insulto o un'umiliazione, per insignificante che sia. La Vendetta è il dato basilare dell'universo morale. ([[Emil Cioran]]) *Rido perché un'altra donna ho scelto per amarla, assai più bella e più lusingatrice. Essa si chiama "Vendetta". Ah, io la saprei dipingere da quanto l'ho sognata e posseduta in sogno! La farei gaia, beffarda, sghignazzante, e in pieno riso mostrerebbe i denti canini e gli occhi lampeggianti, verdi. La toga elegantissima, strappata da una parte, mostrerebbe le cicatrici rosse della sua carne martoriata. E la sento parlare. Mi direbbe: "Chi ama me, tutte le donne ama. Chi tocca me, tutte le gioie tocca. Ma per avermi, se vuoi avermi, ridi. Ridi! Ridi!!" (''[[La cena delle beffe (film)|La cena delle beffe]]'') *Questo è il principio essenziale della vendetta; l'odio che si tradisce è odio impotente. ([[Robert Louis Stevenson]]) *''Remote | ah! non son le vendette del vinto; | oggi ei fugge, doman vi percote.'' ([[Giovanni Berchet]]) *Sapete che nella Bibbia è stato detto: ''Occhio per occhio, dente per dente''. Ma io vi dico: non vendicatevi contro chi vi fa del male. ([[Discorso della Montagna|Gesù, Discorso della Montagna]]) *''Sì, vendetta, tremenda vendetta | di quest'anima è solo desio... | di punirti già l'ora s'affretta, | che fatale per te tuonerà. | Come fulmin scagliato da Dio | il buffone colpirti saprà.'' (''[[Rigoletto]]'') *Siamo nati tutti quanti per trascorrere su questa terra il tempo che ci è destinato; se alla nostra esistenza terrena qualcuno vuole porre termine prima, possiamo considerare tutto ciò un crimine verso le leggi del Creatore. Egli ci ha conferito le passioni per così dire a nostra salvaguardia, e l'istinto della vendetta soprattutto come una difesa contro ogni violenta oppressione. Ciò il selvaggio lo sente, e arroga a se stesso il diritto di vendicare le offese. Nella società civile è invece affidato a talune singole persone il potere e insieme il dovere di punire le iniquità. Ma neanche nei civili paesi europei questo modo di amministrare la giustizia è sufficiente sempre e in tutti i casi. Ove ad esempio il garante della quiete pubblica, questo vendicatore generale dell'ingiustizia, fosse invece lui a esercitare la sua azione contro i sacri diritti del corpo comune, non dovrebbero allora cessare tutti gli obblighi civili, non dovrebbe allora difendere ognuno da sé i propri diritti naturali e lasciare libero corso alle passioni, cioè agli originari e innati mezzi dell'autoconservazione? Anche nella vita privata vi sono sin troppi casi in cui il sentimento della vendetta sembra avere una qualche scusante. Non c'è forse un gran numero di prevaricazioni, offese e umiliazioni contro cui nessuna legge serve da protezione? O non accade forse spessissimo che i grandi abbiano un potere e un'influenza sufficienti a stravolgere le leggi e a vanificarle a svantaggio della gente povera, misera e inerme? Senza alcun dubbio simili casi accadrebbero ancora più frequentemente, e ben presto travalicherebbero a massima violenza, se non esistesse il timore che la parte lesa, quando essa si accorge che chi avrebbe dovuto farne le veci tralascia invece così spudoratamente il proprio dovere, possa risolversi alla fin fine a riprendere nelle sue proprie mani il diritto (precedentemente affidato ad altri) di proteggere se medesima e i propri beni. Non occorre ch'io corra sempre dal giudice quando un grassatore attenta alla mia proprietà, perché in molti casi posso punire quel malvagio seduta stante: in questo modo sono spesso bastati randello e spada a far stare nei ranghi e nella paura un mascalzone che ha sfidato la legge. ([[Georg Forster]]) *Si odia un nemico e si medita la vendetta per debolezza; ci si quieta e non ci si vendica per pigrizia. ([[Jean de La Bruyère]]) *Un torto non è riparato, se la punizione ricade sul vendicatore; e rimane ugualmente inespiato se il vendicatore non riesce a farsi riconoscere da colui che gli ha recato offesa. ([[Edgar Allan Poe]]) *Una piccola vendetta è cosa più umana che nessuna vendetta. ([[Friedrich Nietzsche]]) *Uno che medita vendetta, mantiene fresche le proprie ferite. ([[Francesco Bacone]]) *''Usata | col più forte è follia, | con l'eguale è periglio, | col minore è viltà.'' ([[Pietro Metastasio]]) *Vendetta! – la parola mi sembrava un balsamo. L'abbracciai – l'accarezzai – finché, come un serpente, quella non mi addentò. ([[Mary Shelley]]) *Vendicare [...] è leccare, freddo, quel che un altro ha cucinato troppo caldo. ([[João Guimarães Rosa]]) *Vendicarsi è come affilare una lama arrugginita dal sangue immergendola in un lago di sangue. Per riparare la lama del tuo cuore arrugginita dalla tristezza, la stai inabissando nel sangue. Ma più l'affili, più si arrugginisce. E più si arrugginisce, più l'affili. Alla fine rimarrai solo con un pugno di ruggine. (''[[Berserk]]'') ==Proverbi == *La vendetta è più pressante la notte stessa in cui è stato commesso il delitto. ([[Proverbi vichinghi|vichingo]]) ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *Alla vendetta vien dietro il pentimento. *Chi attende a vendicare ogni sua onta, o cade d'alto stato o non vi monta. ([[proverbi toscani|proverbio toscano]]) *Chi minaccia non si vendica. *Chi turba la vendetta di [[Dio]], l'attira sopra di sé. *Chi vuol buona vendetta, in Dio la rimetta. *Dimenticar l'ingiustizia ricevuta è la miglior vendetta. *Dio ha detto: la vendetta è mia. *La vendetta arriva quando non si aspetta. *La vendetta di un idiota è senza misericordia. *La vendetta è il nettare degli dei. *La vendetta è propria delle anime basse. *La vendetta è una nuova ingiustizia. *La vendetta non rimane invendicata. *La vendetta non sana piaga. *La vendetta va servita su un piatto freddo. *Non v'è grandezza d'animo nel vendicarsi. *Prima di vendicarti recita dieci volte il paternostro. *Quando il cane morde il sasso, non fa altro che sciuparsi i denti. *Una nobile vendetta non è [[peccato]]. *Vendetta a sangue freddo, atto diabolico. ==Bibliografia== *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 ==Voci correlate== *[[Faida]] *[[Nemesi]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante la|preposizione=sulla|wikt=vendetta}} [[Categoria:Relazioni]] [[Categoria:Sentimenti]] the49or1fi43lulve30h7x0o61xco8x Giosuè Carducci 0 3735 1349843 1343806 2024-11-02T14:10:21Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giosuè Carducci */ Auguste Barbier 1349843 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] — discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così —, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un dantoniano, e, tanto meno, un hebertista. Saltando su la restaurazione constituzionale e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per gaz alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Zanichelli, Bologna, 1920, pp. 331-332.</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] boemk3txtmt429jet9kup204kbcec10 1349845 1349843 2024-11-02T14:13:30Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giosuè Carducci */ sic e altro 1349845 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un dantoniano, e, tanto meno, un hebertista. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Zanichelli, Bologna, 1920, pp. 331-332.</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] kxcemr554yf7r66ytvdvbm6cmqfqexp 1349848 1349845 2024-11-02T14:17:21Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giosuè Carducci */ riferimenti bibliografici 1349848 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un dantoniano, e, tanto meno, un hebertista. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/331/mode/1up pp. 331-332].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] d3f4nfr0hmo1bs1346yhjjg2ca330q0 1349851 1349848 2024-11-02T14:22:12Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giosuè Carducci */ wlink 1349851 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/331/mode/1up pp. 331-332].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 2t77c3oc1tc7wzqip85pj0036fem114 1349853 1349851 2024-11-02T14:33:43Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giosuè Carducci */ altra su Auguste Barbier 1349853 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Auguste Barbier}} Egli il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per conscienza politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/332/mode/1up pp. 332-333].</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/331/mode/1up pp. 331-332].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] myptdsozyvj2r5o8xk0g2ssewon7zhr 1349854 1349853 2024-11-02T14:35:29Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giosuè Carducci */ NDR e sic 1349854 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *Egli {{NDR|Auguste Barbier}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/332/mode/1up pp. 332-333].</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/331/mode/1up pp. 331-332].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] hzui3kpa67alebsnfbtp5z8rs2eaf2u 1349860 1349854 2024-11-02T14:52:51Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giosuè Carducci */ wlink alla prima occorrenza 1349860 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *Egli {{NDR|[[Auguste Barbier]]}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/332/mode/1up pp. 332-333].</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *Il Barbier – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/331/mode/1up pp. 331-332].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 654266dkoqxa91mvg59esq11ne1u58o 1349861 1349860 2024-11-02T15:06:02Z Gaux 18878 /* Citazioni di Giosuè Carducci */ Émile Littré 1349861 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *Egli {{NDR|[[Auguste Barbier]]}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/332/mode/1up pp. 332-333].</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *Il Barbier – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/331/mode/1up pp. 331-332].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale.<ref>Da ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920, [https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/301/mode/1up pp. 301-302].</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] kxbo4clei5g6ppbq8g42keuol2rw4ik 1349863 1349861 2024-11-02T15:20:41Z Gaux 18878 nuova sezione: Bozzetti e scherme 1349863 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il Barbier – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|[[Auguste Barbier]]}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''Bozzetti e scherme'', Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] jkbrter7eg3ptlqirqnzim2rzk1hh9d 1349864 1349863 2024-11-02T15:22:49Z Gaux 18878 /* Bibliografia */ Bozzetti e scherme 1349864 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il Barbier – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|[[Auguste Barbier]]}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/n8/mode/1up Bozzetti e scherme]'', Zanichelli, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 1ds43umz4eedzh9potqths78td5sm7j 1349865 1349864 2024-11-02T15:24:30Z Gaux 18878 /* Bozzetti e scherme */ wlink alla prima occorrenza 1349865 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|Auguste Barbier}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/n8/mode/1up Bozzetti e scherme]'', Zanichelli, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] qbjx4txa3m37lfyqu87283t049fchm7 1349866 1349865 2024-11-02T15:34:19Z Gaux 18878 /* Bozzetti e scherme */ Maria Teresa Gozzadini 1349866 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|Auguste Barbier}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) *La imagine della contessa [[Maria Teresa Gozzadini|Gozzadini]] a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi mète di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. (pp. 373-374) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/n8/mode/1up Bozzetti e scherme]'', Zanichelli, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] ngqw200wk26n8trjcg7kzsl5sl4l5et 1349870 1349866 2024-11-02T15:39:02Z Gaux 18878 /* Bozzetti e scherme */ sic forme desuete 1349870 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|Auguste Barbier}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) *La {{sic|imagine}} della contessa [[Maria Teresa Gozzadini|Gozzadini]] a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. (pp. 373-374) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/n8/mode/1up Bozzetti e scherme]'', Zanichelli, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] r6fd4rlfql3p20q0s63ehwl9nrc9qe5 1349878 1349870 2024-11-02T16:02:53Z Gaux 18878 /* Bozzetti e scherme */ altra sulla contessa Gozzadini 1349878 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|Auguste Barbier}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) *La {{sic|imagine}} della contessa [[Maria Teresa Gozzadini|Gozzadini]] a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. (pp. 373-374) *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di Dante. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. (p. 374) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/n8/mode/1up Bozzetti e scherme]'', Zanichelli, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 047099to0znzzgwlh55cikoco6m24zn 1349879 1349878 2024-11-02T16:04:09Z Gaux 18878 /* Bozzetti e scherme */ wlink 1349879 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|Auguste Barbier}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) *La {{sic|imagine}} della contessa [[Maria Teresa Gozzadini|Gozzadini]] a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. (pp. 373-374) *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di [[Dante Alighieri|Dante]]. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. (p. 374) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/n8/mode/1up Bozzetti e scherme]'', Zanichelli, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] q81x3zdmxd6bw8gtd0ly52vxqta1jea 1349881 1349879 2024-11-02T16:13:47Z Gaux 18878 /* Bozzetti e scherme */ il nobile sentire della Gozzadini 1349881 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|Auguste Barbier}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) *La {{sic|imagine}} della contessa [[Maria Teresa Gozzadini|Gozzadini]] a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. (pp. 373-374) *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di [[Dante Alighieri|Dante]]. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. (p. 374) *La contessa Gozzadini avendo, oltre il nobil sentire, un singolar temperamento di facoltà vive fini ed argute, di ciò che sentiva e osservava s'era avvezza a rendersi ragione, facendosene un concetto suo ed esprimendolo con verità ferma e immediata. Non enfasi mai, ch'è indizio di anima debole e falsa: non sentimentalità, ch'è accusa d'anima debole e dura: un gran disprezzo della volgarità, vizio ormai comune in basso ed in alto: un ragionar fitto, serrato, giusto, con un guardarvi fiso e chiaro negli occhi, con lampi d'amori e di sdegni, e di quando in quando uno scatto o una scrollata di spalle, poetica, ghibellina. (p. 382) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/n8/mode/1up Bozzetti e scherme]'', Zanichelli, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 2hqkup1kjollpnpr2nmuwh7hdwu9vk4 1349886 1349881 2024-11-02T16:25:06Z Gaux 18878 /* Bozzetti e scherme */ Maria Teresa Gozzadini leggeva Dante ma non lo citava 1349886 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|Auguste Barbier}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) *La {{sic|imagine}} della contessa [[Maria Teresa Gozzadini|Gozzadini]] a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. (pp. 373-374) *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di [[Dante Alighieri|Dante]]. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. (p. 374) *La contessa Gozzadini avendo, oltre il nobil sentire, un singolar temperamento di facoltà vive fini ed argute, di ciò che sentiva e osservava s'era avvezza a rendersi ragione, facendosene un concetto suo ed esprimendolo con verità ferma e immediata. Non enfasi mai, ch'è indizio di anima debole e falsa: non sentimentalità, ch'è accusa d'anima debole e dura: un gran disprezzo della volgarità, vizio ormai comune in basso ed in alto: un ragionar fitto, serrato, giusto, con un guardarvi fiso e chiaro negli occhi, con lampi d'amori e di sdegni, e di quando in quando uno scatto o una scrollata di spalle, poetica, ghibellina. (p. 382) *{{NDR|Maria Teresa Gozzadini}} Leggeva Dante, e se ne recava seco il volume anche nelle ascensioni alpine; ma non lo teneva in mostra, né mai ne le udii far citazioni e sol una ne ho veduta nelle lettere. Grande amica dell'Aleardi, e pure non baciava mai le amiche, e non diceva angelo né anche alle bambine. Così forte usci dalla fantastica morbidezza della società veronese, cosi schietta passò tra la compassata e liscia gravità bolognese: senza sforzi e atteggiamenti da originale, temperando la franchezza con una gran gentilezza signorile. (p. 382) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/n8/mode/1up Bozzetti e scherme]'', Zanichelli, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 44ese6wpl67y83cc4n65otmkt5tk8p8 1349887 1349886 2024-11-02T16:28:52Z Gaux 18878 /* Bozzetti e scherme */ wlink e typo 1349887 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Giosuè Carducci2.jpg|thumb|Giosuè Carducci]] {{Premio|Nobel|la letteratura '''(1906)'''}} '''Giosuè Alessandro Giuseppe Carducci''' (1835 – 1907), poeta italiano. Usò lo pseudonimo '''Enotrio Romano''' nelle sue opere giovanili. ==Citazioni di Giosuè Carducci== *{{NDR|Su [[Gabriele Rossetti]], ''Il veggente in solitudine'', novena seconda, II, IV-VI}} A me non avvien mai di rileggere questi versi, che un brivido non mi prenda e non mi si inumidiscano gli occhi. Sento che è cotesto il solo stipendio che gli uomini possano dare al poeta; che è cotesta la sola consolazione alle fatiche ineffabili, ai patimenti non creduti di chi l'arte ama di amore. Beato quello fra voi, o giovani italiani, che potrà raggiungere cotesto premio; del quale a non pochi nobili ingegni negò la natura fin la speranza, fino il pensiero, fino la degna estimazione.<ref group="fonte">Da ''Le poesie di Gabriele Rossetti'', Barbera, Firenze, 1861, prefazione, [https://archive.org/stream/poesie00cardgoog#page/n67/mode/2up pp. LXV-LXVI]; citato in [[Vittorio Turri]], ''Dizionario storico manuale della letteratura italiana (1000-1900)'', [http://books.google.it/books?id=BOcOAAAAIAAJ&pg=PA320 p. 320].</ref> *{{NDR|Riferendosi alla giovane poetessa [[Annie Vivanti]]}} Annie, la tua pochezza mi riposa.<ref>Citato in [[Enzo Biagi]], ''Diciamoci tutto'', Edizione CDE su licenza di Arnoldo Mondatori Editore, Milano, 1984, p. 107.</ref> *Colui che potendo [[parlare|dire]] una cosa in dieci [[parola|parole]] ne impiega dodici, io lo ritengo capace delle peggiori azioni.<ref group="fonte">Citato in [[Dino Segre]], ''Sette delitti'', Sonzogno.</ref> *{{NDR|Sullo ''[[Giacomo Leopardi#Zibaldone|Zibaldone]]''}} È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustre con sé stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.<ref group="fonte">Dall'[[s:Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/Introduzione|introduzione]] ai ''Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura''.</ref> *{{NDR|Inno di [[Goffredo Mameli]]}} Fu composto l'otto settembre del quarantasette, all'occasione di un primo moto di Genova per le riforme e la guardia civica; e fu ben presto l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e dell'indipendenza, che risonò per tutte le terre e in tutti i campi di battaglia della penisola nel 1848 e 49.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA252 p. 252].</ref> *''Io sono e resto quale fui | e attendo la grande ora.''<ref group="fonte">Citato in [[Leo Longanesi]], ''In piedi e seduti'', Longanesi, 1968.</ref> *l'arte e la letteratura sono l'emanazione morale della civiltà, la spirituale irradiazione dei popoli.<ref group="fonte">Da ''Bozzetti critici e discorsi letterari'', coi tipi di Franc. Vigo, Livorno, 1876, [https://books.google.it/books?id=N48HAAAAQAAJ&pg=PA457 p. 457].</ref> *Nel 1454 {{NDR|[[Janus Pannonius]]}} si tramutava a Padova a studiare diritto canonico quattro anni, e ne riportò i gradi accademici. Nel soggiorno veneto {{sic|dee}} aver composto il panegirico a [[Giacomo Antonio Marcello]], patrizio e provveditore nella guerra sostenuta dalla Repubblica con [[Filippo Maria Visconti]] (esam. 2870, distici 20): ne' quali versi è notevole la facilità del descrivere i particolari minuti e sottili delle {{sic|marcie}} e i grandi e nuovi delle flotte trasportate su per i monti da un lago all'altro.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 175-176; citato (parzialmente) in Janus Pannonius, ''Epigrammi lascivi'', traduzione di Gianni Toti, Fahrenheit 451, 1997, p. 16. ISBN 88-86095-03-1</ref> *Nella sua poesia [...] c'è molta facilità, ma vi si desidera tutto quello che fa la poesia vera. È un fatto per me oramai fermo: codesti meridionali, dal più al meno, recano nella poesia quella volubilità delle loro chiacchiere, che si devolve per lunghi meandri di versi sciolti o per cadenzati intrecciamenti di strofe senza una cura al mondo del pensiero. Il poeta [[Napoli|napoletano]] tipo è il [[Giovan Battista Marino|Marino]]. È inutile: i meridionali non sono poeti né artisti, non ostante tutte le apparenze: sono musici e filosofi. La poesia (anche questo parrà un paradosso) è delle genti più prosaiche e fredde della Toscana e del Settentrione.<ref group="fonte">Dalla lettera ad un amico che gli aveva inviato un volume di poesie di un giovane napoletano; citato in [[Benedetto Croce]], ''La letteratura della nuova Italia, Saggi critici'', vol. IV, Giuseppe Laterza & Figli, Bari, 1922<sup>2</sup> riveduta, pp. 311-312.</ref> *Sai che il ''[[Walt Whitman#Foglie d'erba|Fogliame]]'' americano io l'ho tradotto a lettera tre volte con il mio maestro d'inglese, un italiano che scappò in America di 17 anni e ci è stato ventitré, e ha fatto il capitano al servizio della Repubblica nella guerra di secessione contro gli Stati del Sud? È una bestia, sempre ubriaco; ma sente e respira l'America; e non sa quasi nulla d'Italiano; me lo commentava facendo gesti e urli feroci. E mi venne subito la voglia di tradurlo in esametri omerici. Tutti quei nomi a catalogo! Quelle enumerazioni, successioni, quella serie di sentimenti straordinarie e vere! Io ne rimasi e ne sono rapito! Dopo i grandissimi poeti colossali, [[Omero]], [[William Shakespeare|Shakespeare]], [[Dante Alighieri|Dante]], ecc. ci sarà del più pensato, del più profondo, del più perfetto, ma nulla così immediato e originale.<ref group="fonte">Da una lettera all'amico Enrico Nencioni; citato nella prefazione di [[Antonio Spadaro]], p. 29 in Walt Whitman, ''Canto una vita immensa'', a cura di Antonio Spadaro, Ancora, Milano, 2009. ISBN 88-514-0632-4</ref> *Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani.<ref group="fonte">Durante i solenni festeggiamenti per il primo Centenario del [[Bandiera d'Italia|Tricolore]], Reggio Emilia, 7 gennaio 1897; citato in Carlo Azeglio Ciampi e Alberto Orioli, ''Non è il paese che sognavo: taccuino laico per i 150 anni dell'unità d'Italia'', Il Saggiatore, 2010, [https://books.google.it/books?id=ffXnyZPMyR8C&pg=PA90 p. 90]. ISBN 8842816469</ref> *Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il [[Lambrusco]] per annaffiare la carne dell'[[maiale|animale]] fausto ad [[Enea]] e caro ad [[Antonio abate|Antonio abbate]]? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la Sapienza.<ref group="fonte">Da una lettera alla contessa Ersilia Lovatelli, Bologna, seconda decade di gennaio 1884; in ''Lettere'', vol. 14, Zanichelli, 1952, p. 240.</ref> *[[Francesco Pastonchi|Pastonchi]]? mai letto tanti brutti versi.<ref group="fonte">Citato in [[Bonaventura Caloro]], ''È lo stato che crea la nazione'', ''La Fiera Letteraria'', aprile 1973.</ref> *Qui il paese è veramente bello, tale che fa intendere la Scuola [[Umbria|umbra]]: che linee d'orizzonte, che digradante vaporoso di monti in lontananza! Fui ad [[Assisi]]: è una gran bella cosa, paese, città e santuario, per chi intende la natura e l'arte nei loro accordi con la storia, con la fantasia con gli affetti degli uomini. Sono tentato di far due o tre poesie su Assisi e [[Francesco d'Assisi|San Francesco]].<ref group="fonte">Da una lettera a [[Giuseppe Chiarini]], Perugia, 26 luglio 1877; citato in ''La dolce stagione'', [[Luigi Russo]], Editrice Giuseppe Principato, Milano, 1940, p. 454.</ref> *''Se già sotto l'ale | del nero cappello | nel [[vino|vin]] Cromuello {{NDR|[[Oliver Cromwell]]}} | cercava il signor,''<ref>Qui il poeta fa riferimento ad un episodio narrato dal [[René de Chateaubriand|Chateaubriand]] in ''Quatre Stuarts''. Secondo lo scrittore francese, Cromwell, sorpreso a bere, avrebbe detto agli amici: «Credono che cerchiamo il Signore, ma noi cerchiamo solo un cavatappi» (Il cavatappi era caduto).</ref>''|| ne' colmi bicchieri | ricerco pur io | men fiero un iddio, | ricerco l'amor.'' (Da ''[[s:Levia Gravia/Libro II/Brindisi|Brindisi]]'' in ''Levia gravia'', XXV, vv. 1-8) *Sette anni fu alla scuola e al convitto del [[Guarino Veronese|Guarino]]; e vi formò lo stile e il costume, quello caldo e abbondante, questo cordiale e sciolto. Ne fan testimonianza gli epigrammi (410, in due libri), per grandissima parte di argomento e sentimento italiani, scritti i più nella gioventù prima; la cui licenza, se bene sia da riferire al genere e al modello [...] e sia da credere che Giano ostenti in gara con lui sporcizia e villania, pure ci appar di soverchio candida la fede e l'attestazione di [[Vespasiano da Bisticci|Vespasiano]], per quanto s'intendeva de' suoi costumi, esser fama che Giovanni fosse vergine.<ref group="fonte">Da ''La gioventù di [[Ludovico Ariosto]] e la poesia latina in Ferrara''; in ''La {{sic|coltura}} estense e la gioventù dell'Ariosto'', Edizione Nazionale delle opere di Giosuè Carducci, volume tredicesimo, Nicola Zanichelli Editore, pp. 174-175.</ref> *Stamane ho cacciato a sassate un [[organo a rullo|organetto]] che mi sonava sotto la finestra.<ref>Da ''Lettere'', volume 14°, Nicola Zanichelli Editore, Bologna, 1944 e segg., p. 204; citato in Salvatore Battaglia, ''Grande Dizionario della Lingua Italiana'', Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino, 1984, p. 78.</ref> ==''A Satana''== ===[[Incipit]]=== <poem>A te, dell'essere principio immenso, materia e spirito, ragione e senso; mentre ne' calici il vin scintilla sì come l'anima nella pupilla.</poem> ===Citazioni=== *''Via l'aspersorio, | prete, e 'l tuo metro! | no, prete, [[Satana]] | non torna in dietro!'' (vv. 21-24) *''Nella [[materia]] | che mai non dorme, | re dei fenomeni, | e delle forme, | sol vive Satana.'' (vv. 37-41) *''E già già tremano | mitre e corone: | dal chiostro brontola | la ribellione, | e pugna e prèdica | sotto la stola | di fra' [[Girolamo Savonarola|Girolamo | Savonarola]]''. (vv. 153-160) *''Gitta i tuoi vincoli, | uman pensiero, | e splendi e folgora | di fiamme cinto; | materia, inalzati: | Satana ha vinto.'' (vv. 163-168) ===[[Explicit]]=== <poem>Salute, o Satana, o ribellione, o forza vindice della ragione! Sacri a te salgano gl'incensi e i voti! Hai vinto il Geova de' sacerdoti.</poem> ==''Bozzetti e scherme''== *{{NDR|[[Émile Littré]]}} Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. (pp. 301-302) *Il [[Auguste Barbier|Barbier]] – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. (pp. 331-332) *Egli {{NDR|Auguste Barbier}} il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. (pp. 332-333) *La {{sic|imagine}} della contessa [[Maria Teresa Gozzadini|Gozzadini]] a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. (pp. 373-374) *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di [[Dante Alighieri|Dante]]. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. (p. 374) *La contessa Gozzadini avendo, oltre il nobil sentire, un singolar temperamento di facoltà vive fini ed argute, di ciò che sentiva e osservava s'era avvezza a rendersi ragione, facendosene un concetto suo ed esprimendolo con verità ferma e immediata. Non enfasi mai, ch'è indizio di anima debole e falsa: non sentimentalità, ch'è accusa d'anima debole e dura: un gran disprezzo della volgarità, vizio ormai comune in basso ed in alto: un ragionar fitto, serrato, giusto, con un guardarvi fiso e chiaro negli occhi, con lampi d'amori e di sdegni, e di quando in quando uno scatto o una scrollata di spalle, poetica, ghibellina. (p. 382) *{{NDR|Maria Teresa Gozzadini}} Leggeva Dante, e se ne recava seco il volume anche nelle ascensioni alpine; ma non lo teneva in mostra, né mai ne le udii far citazioni e sol una ne ho veduta nelle lettere. Grande amica dell'[[Aleardo Aleardi|Aleardi]], e pure non baciava mai le amiche, e non diceva ''angelo'' né anche alle bambine. Così forte uscì dalla fantastica morbidezza della società veronese, cosi schietta passò tra la compassata e liscia gravità bolognese: senza sforzi e atteggiamenti da originale, temperando la franchezza con una gran gentilezza signorile. (p. 382) ==''Ceneri e faville''== *Ai giudizi dei [[Nemico|nemici]] vuolsi avere sempre la debita osservanza. (serie prima, p. ii) *''Fratelli, | per diverse terre le vostre ossa | per l'Italia tutta il nome, | ma la religione di voi è qui | e passa | di generazione in generazione | ammonendo | che scienza è libertà''. (serie prima, p. 76) *{{NDR|Parlando della regione [[Marche]]}} Così benedetta da [[Dio]] di bellezza di varietà di ubertà, tra questo digradare di monti che difendono, tra questo distendersi di mari che abbracciano, tra questo sorgere di colli che salutano, tra questa apertura di valli che arridono. (dal discorso tenuto a Recanati il 29 giugno 1898 in occasione del 1° centenario della nascita di [[Giacomo Leopardi]], serie terza e ultima; p. 26) *[...] verrà il giorno che il Severo e Clemente, liberatore della città, amatore del mondo, tribuno augusto [[Francesco Coccapieller]], sfromboli giù per il Corso a furia di sferzinate il Parlamento italiano a correre il palio, ignudo. (serie terza e ultima; p. 261) ==''Confessioni e battaglie''== ===Serie prima=== *È pure un vil facchinaggio quello di dovere o volere andar d'accordo co' molti! (p. 122) *[...] la letteratura che da due secoli ha dato e dà forme più logiche, più spigliate, più facili al pensiero moderno è senza dubbio la [[Letteratura francese|francese]], e per la letteratura di Francia son passate e sonosi mescolate le diverse correnti del genio moderno [...].<ref>Da ''Critica e arte'', in ''[https://books.google.it/books?id=GUyjRhLthZsC Confessioni e battaglie]'', Zanichelli, Bologna, 1885, pp. 190-191.</ref> *I giovini non possono generalmente esser [[critico|critici]]; e, per due o tre che riescano, cento lasciano ai rovi della via i brandelli del loro ingegno o ne vengon fuori tutti inzaccherati di pedanteria e tutti irti le vesti di pugnitopi: la critica è per gli anni maturi. (p. 170) *[...] la [[repubblica]], per me, è l'esplicazione storica e necessaria e l'assettamento morale della democrazia ne' suoi termini razionali: la repubblica, per me è il portato logico dell'umanesimo che pervade ormai tutte le istituzioni sociali. (p. 270) ===Serie seconda=== *L'[[arte]], come la concepisco e come non arrivo a farla io, è cosa altamente e perfettamente [...] aristocratica. (p. 53) *{{NDR|Su [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]}} Riprendemmo Roma al papa, riprenderemo Trieste all'imperatore. A questo imperatore degl'impiccati. (p. 209) *''[[Guglielmo Oberdan]] | morto santamente per l'Italia | terrore ammonimento rimprovero | ai tiranni di fuori | ai vigliacchi di dentro.'' ([[Epigrammi|epigramma]]; p. 223) ==''Della «Canzone di Legnano»''== ===[[Incipit]]=== {{centrato|IL PARLAMENTO<br />I.}}<br /> <poem>Sta Federico imperatore in Como. Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. «Popolo di Milano,» ei passa e chiede, «fatemi scorta al console Gherardo.» Il consolo era in mezzo de la piazza, e il messagger piegato in su l'arcione parlò brevi parole e spronò via. Allor fe' cenno il console Gherardo, e squillaron le trombe a parlamento.</poem> ===Citazioni=== *''Ed allora per tutto il parlamento | trascorse quasi un fremito di belve.'' (vv. 115-116) *''Venne il dì nostro | (o milanesi), e vincere bisogna.'' (v. 122-123<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/661#c1839|629]].</ref>) ==''Giambi ed epodi''== ===[[Incipit]]=== <poem>No, non son morto. Dietro me cadavere Lasciai la prima vita. Sopra i vólti Che m'arrideano impallidîr le rose, Moriro i sogni de la prima età.</poem> ===Citazione=== *''Coraggio, amici. Se di vive fonti | córse, tócco dal santo, il balzo alpin''<ref>Si accenna alla fonte che secondo la leggenda [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] fece scaturire presso il santuario della Verna. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'' | a voi saggi ed industri i patrii monti | iscaturiscan di fumoso [[vino|vin]]; || del vin ch'edúca il forte suolo amico | di ferro e zolfo con natia virtú: | co 'l quale io libo al padre Tebro antico, | al Tebro tolto al fin di [[servitù]]''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/Agli amici della valle Tiberina|Agli amici della valle Tiberina]]'', I, vv. 29-36) *''Oh non per questo dal fatal di [[Scoglio di Quarto|Quarto]] | lido il naviglio de i mille salpò, | né Rosolino Pilo aveva sparto | suo gentil sangue che vantava Angiò''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/La Consulta araldica|La Consulta araldica]]'', XI, vv. 25-28<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', U. Hoepli, Milano, 1921, p. 381.</ref>) *''Maledetta | sii tu, mia patria antica, | su cui l'onta de l'oggi e la vendetta | de i secoli s'abbica!'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, vv. 117-120) *''La nostra patria è vile.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro I/In morte di Giovanni Cairoli|In morte di Giovanni Cairoli]]'', XIII, v. 132) *''Impronta Italia domandava Roma, | [[Bisanzio]] essi le han dato.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Per Vincenzo Caldesi|Per Vincenzo Caldesi]]'', XVIII, vv. 27-28) *{{NDR|[[Giuseppe Mazzini]]}} ''E un popol morto dietro a lui si mise. || Esule antico, al ciel mite e severo | leva ora il volto che giammai non rise, | — tu sol — pensando — o idëal, sei vero.'' (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Giuseppe Mazzini|Giuseppe Mazzini]]'', XXIII, vv. 11-14) *''Ma voi siete cristiane, o Maddalene! | Foste da' preti a scuola. | Siete moderne! avete ne le vene | l'Aretino e il Loiola''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/A proposito del processo Fadda|A proposito del processo Fadda]]''<ref group="fonte">Citato in [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Indice:Chi l'ha detto.djvu|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. 536.</ref>, XXIX, vv. 45-48) *{{NDR|Da [[Perugia]]}} ''E il sol nel radiante azzurro immenso | fin de gli [[Abruzzo|Abruzzi]] al biancheggiar lontano | folgora, e con desio d'amor più intenso | ride a' monti de l'[[Umbria]] e al verde piano''. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 37-40) *''Da le vie, da le piazze gloriose, {{NDR|dell'[[Umbria]]}} | ove, come dal maggio ilare a i dì | boschi di querce e cespiti di rose, | la libera de' padri arte fiorì''; [...]. (''[[s:Giambi ed epodi/Libro II/Il canto dell'Amore|Il canto dell'amore]]'', XXX, vv. 81-84) ==''Juvenilia''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ah per te<ref>Al libro [1866].</ref> Orazio prèdica al vento! Del patrio carcere non sei contento, la chiave abomini grata a i pudichi, agogni a l'aere de' luoghi aprichi. E dove, o misero, dove n'andrai. Dove un ricovero trovar potrai, o de' miei giovini lustri diletto, o mio carissimo tenue libretto?</poem> ===Citazioni=== *{{NDR|[[Vittorio Alfieri]]}} ''O de l'italo agon supremo atleta | misurator, di questa setta imbelle, | che stranïata il sacro allòr ti svelle | che vuol la santa bile irrequïeta? || E a qual miri sai tu splendida meta | ed a che fin drizzato abbian le stelle | questa età che di ciance e di novelle | per quanto ingozzi e più e più si asseta''? (''[[s:Juvenilia/Libro III/Vittorio Alfieri|Vittorio Alfieri]]'', XLIII, vv. 1-8) *{{NDR|[[Dante Alighieri]]}} ''Forti sembianze di novella vita | circondar la tua cuna, | o re del canto che più alto mira. | Gentil virago ardita, | quale non vider mai le argive sponde | né le latine, e d'amor balda e d'ira, | te venìa la bella | toscana libertade; e il pargoletto | già magnanimo petto | ti confortava de la sua mammella. | Tutta accesa ne' raggi di sua sfera, | mite insieme ed austera, | venne la fede; e per un popoloso | di visioni e d'ombre oscuro lito | la porta ti mostrò dell'infinito''. (''[[s:Juvenilia/Libro IV/Dante|Dante]]'', LX, vv. 1-15) *''Dimmi, triangoluzzo mio squadrato, | che al mondo se' degli animali rari, | furono prima i ciuchi o i somari? | e quel tuo capo è un circolo o un quadrato? || Anco: il cervel, se fior te n'è restato, | è isoscelo o scaleno o ha lati pari? | Se' tu l'ambasciador de' calendari, | o un parallelogrammo battezzato?'' (''[[s:Juvenilia/Libro V/A un geometra|A un geometra]]'', LXX, vv. 1-8) *''Or chi pria leverà d'[[Italia]] il grido | spezzando il vario, infame, antico freno? | Di martiri e d'eroi famoso nido, | voi [[Modena]] e [[Bologna]]. Oh al dì sereno || di libertà cresciute, anime altere | tra i ceppi sanguinanti e gli egri esigli | e gli orrendi martòri in prigion nere, || voi ne' tedeschi e ne' papali artigli | chi più mai renderà, poi che un volere | raccoglie alfin de la gran madre i figli?'' (''[[s:Juvenilia/Libro VI/Modena e Bologna|Modena e Bologna]]'', XC, vv. 5-14) ==''Odi barbare''== ===[[Incipit]]=== <poem>Odio l'usata [[poesia]]: concede comoda al vulgo i flosci fianchi e senza palpiti sotto i consueti amplessi stendesi e dorme. A me la strofe vigile, balzante co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori: per l'ala a volo io còlgola, si volge ella e repugna.</poem> ===Citazioni=== *''Lieta del fato [[Brescia]] raccoltemi, | Brescia la forte, Brescia la ferrea, | Brescia leonessa d'Italia | beverata nel sangue nemico.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla Vittoria - Tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia|Alla Vittoria, tra le rovine del tempio di Vespasiano in Brescia]]'', libro I, vv. 37-40) *''Salve, [[Umbria]] verde, e tu del puro fonte | nume Clitumno!'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alle fonti del Clitumno|Alle fonti del Clitumno]]'', libro I, vv. 25-26) *''[[Roma]], ne l'aer tuo lancio l'anima altera volante: | accogli, o Roma, e avvolgi l'anima mia di luce''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Roma|Roma]]'', libro I, vv. 1-2) *''Anch'ei, tra 'l dubbio giorno d'un gotico | tempio avvolgendosi, l'[[Dante Alighieri|Alighier]] trepido | cercò l'immagine di Dio nel gemmeo | pallore d'una femina''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/In una chiesa gotica|In una chiesa gotica]]'', libro I, vv. 21-24) *''Surge nel chiaro inverno la fosca turrita [[Bologna]], | e il colle di sopra bianco di neve ride''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Nella piazza di San Petronio|Nella piazza di San Petronio]]'', libro I, vv. 1-2) *[...] ''quando [[Odoacre]] dinanzi a l'impeto | di [[Teodorico il Grande|Teodorico]] cesse, e tra l'èrulo | eccidio passavan sui carri | dritte e bionde le donne amàle || entro la bella [[Verona]], odinici | carmi intonando: raccolta al vescovo | intorno, l'italica plebe | sporgea la croce supplice a' Goti''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Davanti il Castel Vecchio di Verona|Davanti il Castel Vecchio di Verona]]'', libro I, vv. 5-12) *{{NDR|Sul [[Lago di Garda]]}} [...] ''una gran tazza argentea, || cui placido olivo per gli orli nitidi corre | misto a l'eterno lauro.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Sirmione|Sirmione]]'', libro I, v. 4) *''Breve ne l'onda placida avanzasi | [[Scoglio di Quarto|striscia di sassi]]. Boschi di lauro | frondeggiano dietro spirando | effluvi e murmuri ne la sera. |'' [...] ''| Par che da questo nido pacifico | in picciol legno l'uom debba movere | secreto a colloqui d'amore | leni su zefiri, la sua donna | fisa guatando l'astro di [[Venere (astronomia)|Venere]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 1-4, 9-13) *''Superba ardeva di lumi e cantici | nel mar morenti lontano [[Genova]] | al vespro lunare dal suo | arco marmoreo di palagi.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Scoglio di Quarto|Scoglio di Quarto]]'', libro I, vv. 29-32) *''Fulgida e bionda ne l'adamantina | luce del serto tu passi''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Alla regina d'Italia - XX Nov. MDCCCLXXVIII|Alla Regina d'Italia]]'', libro I, vv. 29-30) *''Già il mostro {{NDR|la [[locomotiva a vapore]]}}, conscio di sua metallica | anima, sbuffa, crolla, ansa, i fiammei | occhi sbarra; immane pe 'l buio | gitta il fischio che sfida lo spazio.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 29-32) *''Oh qual caduta di foglie, gelida, | continua, muta, greve, su l'anima! | io credo che solo, che eterno, | che per tutto nel mondo è [[novembre]].'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Alla stazione in una mattina d'autunno|Alla stazione in una mattina d'autunno]]'', libro II, vv. 53-56) *{{NDR|[[Marzo]]}} ''Quale una incinta, su cui scende languida | languida l'ombra del sopore e l'occupa, | disciolta giace e palpita su 'l talamo, | sospiri al labbro e rotti accenti vengono | e súbiti rossor la faccia corrono ||'' [...] ''Chinatevi al lavoro, o validi omeri; | schiudetevi agli amori, o cuori giovani; | impennatevi a sogni, ali dell'anime; | irrompete alla guerra, o desii torbidi: | ciò che fu torna e tornerà nei secoli''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, vv. 1-5, 26-30) *[...] ''[[Nuvola|vacche del cielo]]'' [...]. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Canto di Marzo|Canto di marzo]]'', libro II, v. 11) *''L'[[ora]] presente è in vano, non fa che percuotere e fugge, | sol nel [[passato]] è il bello, sol ne la [[morte]] è il vero.'' (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 3-4) *''Ah, ma non ivi alcuno de' novi poeti mai surse, | se non tu forse, [[Percy Bysshe Shelley|Shelley]], spirito di titano, | entro virginee forme''. (''[[s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro II/Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley|Presso l'urna di Percy Bysshe Shelley]]'', libro II, vv. 41-42) ===Citazioni sulle ''Odi barbare''=== *Le ''Barbare'' sono serti di fiori posti su delle tombe; o corone di cipresso appese ad abbandonate are votive. Il Carducci è apparso come un superstite di altri tempi... E della sua solitudine ebbe anch'egli coscienza. Onde quella tristezza elegiaca di parecchie, delle più belle e più sincere forse, delle ''Odi barbare'': quella quasi nostalgica adorazione di rovine... ([[Eugenio Donadoni]]) ==''Rime e ritmi''== ===[[Incipit]]=== '''Alla signorina Maria A.''' <poem>O Piccola Maria, di versi a te che importa? Esce la poesia, o piccola Maria, quando malinconia batte del cor la porta. O piccola Maria, di versi a te che importa?</poem> ===Citazioni=== *''Contessa, che è mai la [[vita]]? | È l'ombra d'un sogno fuggente. | La favola breve è finita, | il vero immortale è l'[[amore|amor]].'' (''[[s:Rime e ritmi/Jaufré Rudel|Jaufré Rudel]]'', vv. 73-76) *''Salve, [[Piemonte]]! A te con melodia | mesta, da lungi risonante, come | gli epici canti del tuo popol bravo, | scendono i fiumi. || Scendono pieni, rapidi, gagliardi, | come i tuoi cento battaglioni, e a valle | cercan le deste a ragionar di gloria | ville e cittadi''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', 9-16) *[...] ''e da Superga nel festante coro | de le grandi Alpi la regal [[Torino]] | incoronata di [[vittoria]], ed [[Asti]] | repubblicana''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 33-36) *{{NDR|A [[Carlo Alberto di Savoia]]}} [...] ''oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, | re per tant'anni bestemmiato e pianto, | che via passasti con la spada in pugno | ed il cilicio | al cristian petto, italo Amleto''. (''[[s:Rime e ritmi/Piemonte|Piemonte]]'', vv. 65-69) *''[[Italia]] | assunta novella tra le genti''. (''[[s:Rime e ritmi/Cadore|Cadore]]'', vv. 163-164) *{{NDR|[[Carlo Goldoni]]}} ''A te, porgente su l'argenteo Sile | le braccia a l'avo da l'opima cuna, | ne la festante ilarità senile | parve la vita accorrere con una || marïonetta in mano. Al sol d'aprile | te fuggente la logica importuna | presago accolse il comico navile | veleggiando la tacita laguna''. (''[[s:Rime e ritmi/Carlo Goldoni|Carlo Goldoni]]'', I, vv. 1-8) *''Quando, novello Procida, | e più vero e migliore''<ref>Per il refuso su ''più vero e maggiore'', {{cfr}} [[Giuseppe Fumagalli]], ''[[s:Chi l'ha detto?|Chi l'ha detto?]]'', Hoepli, 1921, p. [[s:Pagina:Chi l'ha detto.djvu/764#c2046|732]].</ref>'', innanzi e indietro, | arava ei l'onda sicula;'' [...]. (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 17-19) *''Seco venga a' lidi tuoi | fe' d'opre alte e leggiadre, | o isola del sole, o tu d'eroi | [[Sicilia]] antica madre.'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla figlia di Francesco Crispi|Alla figlia di Francesco Crispi]]'', vv. 29-32) *[...] ''come, o [[Ferrara]], bello ne la splendida ora d'Aprile | ama il memore sole la tua pace!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 5-6) *''Salve, Ferrara, co'l tuo fato in pugno | ultima nata, creatura nova | de l'Appennin, del Po, del faticoso | dolore umano!'' (''[[s:Rime e ritmi/Alla città di Ferrara|Alla città di Ferrara]]'', vv. 93-96) *''Ombra d'un fiore è la beltà, su cui | bianca farfalla poesia volteggia: | eco di tromba che si perde a valle | è la potenza.'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 13-16) *''Fuga di tempi e barbari silenzi | vince e dal flutto de le cose emerge | sola, di luce a' secoli affluenti | faro, l'[[idea]].'' (''[[s:Rime e ritmi/La chiesa di Polenta|La chiesa di Polenta]]'', vv. 17-20) ==''Rime nuove''== ===[[Incipit]]=== <poem>Ave, o [[rima]]! Con bell'arte su le carte te persegue il trovadore; ma tu brilli, tu scintilli, tu zampilli su del popolo dal cuore. O scoccata tra due baci ne i rapaci volgimenti de la danza, come accordi ne' due giri due sospiri, di memoria e di speranza!</poem> ===Citazioni=== *''[[Sonetto|Breve e amplissimo carme]]'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Al sonetto|Al sonetto]]'', III, v. 1) *''Pur ne l'ombra de' tuoi lati velami | gli umani tedi, o notte, ed i miei bassi | crucci ravvolgi e sperdi: a te mi chiami, | e con te sola il mio cuor solo stassi. || Di quai d'ozio promesse adempi e sbrami | gl'irrequïeti miei spiriti lassi? | E qual doni potenza a i pensier grami | onde a l'eterno o al nulla errando vassi? || O diva [[notte]], io non so già che sia | questo pensoso e presago diletto | ove l'ire e i dolor l'anima oblia: || ma posa io trovo in te, qual pargoletto | che singhiozza e s'addorme de la pia | ava abbrunata su l'antico petto.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Di notte|Di notte]]'', VII) *''Te che solinghe balze e mèsti piani | ombri, o [[quercia]] pensosa, io più non amo, | poi che cedesti al capo de gl'insani | eversor di cittadi il mite ramo.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 1-4) *''Né te, [[alloro|lauro]] infecondo, ammiro o bramo, | che mènti e insulti, o che i tuoi verdi e strani | orgogli accampi in mezzo al verno gramo | o in fronte a calvi imperador romani.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 5-8) *''Amo te, [[vigna|vite]], che tra bruni sassi | pampinea ridi, ed a me pia maturi | il sapïente de la vita oblio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 9-11) *''Ma più onoro l'[[abete]]: ei fra quattr'assi, | nitida [[bara]], chiuda al fin li oscuri | del mio pensier tumulti e il van desio.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/Colloqui con gli alberi|Colloqui con gli alberi]]'', VIII, vv. 12-14) *''T'amo, o pio [[bue|bove]]; e mite un sentimento | di vigore e di pace al cor m'infondi. | O che solenne come un monumento | tu guardi i campi liberi e fecondi, | o che al giogo inchinandoti contento | l'agil opra de l'uom grave secondi:'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, vv. 1-6) *''Il divino del [[pianura|pian]] silenzio verde''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Il bove|Il bove]]'', IX, v. 14) *''Siede novembre su le vie festanti | ove il maggio s'aprì de' miei pensieri, | e spettral ne la nebbia alza i giganti | templi la tua città, [[Dante Alighieri]]. || Meglio cosí; ch'io non mi vegga avanti | gli academici Lapi e i Bindi artieri: | Io vo' vedere il cavalier de' santi, | il santo io vo' veder de' cavalieri. || Forza di gioventù lieta da' marmi | fiorente, ch'ogni loda a dietro lassi | d'achei scalpelli e di toscani carmi, || degno, [[San Giorgio]] (oh con quest'occhi lassi | il vedess'io), che innanzi a te ne l'armi | un popolo d'eroi vincente passi.'' (''[[s:Rime nuove/Libro II/San Giorgio di Donatello|San Giorgio di Donatello]]'', XIV) *''[[Dante Alighieri|Dante]], onde avvien che i vóti e la favella | levo adorando al tuo fier simulacro, | e me sul verso che ti fè già macro | lascia il sol, trova ancor l'alba novella? |'' [...] ''| son chiesa e impero una ruina mesta | cui sorvola il tuo canto e al ciel risona: | muor Giove, e l'inno del poeta resta''. (''[[s:Rime nuove/Libro II/Dante|Dante]]'', XVI, vv. 1-4 e 12-14) *''L'albero a cui tendevi | la pargoletta mano, | il verde [[melograno]] | da' bei vermigli fior, | nel muto orto solingo | rinverdí tutto or ora | e giugno lo ristora | di luce e di calor''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/Pianto antico|Pianto antico]]'', XLII, vv. 1-8) *''[[Maggio]] risveglia i nidi, | maggio risveglia i cuori; | porta le ortiche e i fiori, | i serpi e l'usignol.'' (''[[s:Rime nuove/Libro III/Maggiolata|Maggiolata]]'', L, vv. 1-4) *''La [[nebbia]] agl'irti colli | [[Pioggia|piovigginando]] sale, | e sotto il maestrale | urla e biancheggia il [[mare|mar]]; || ma per le vie del borgo | dal ribollir de' [[Tino (vinificazione)|tini]] | va l'aspro odor de i [[vino|vini]] | l'anime a rallegrar. || Gira sui ceppi accesi | lo spiedo scoppiettando: | sta il cacciator fischiando | su l'uscio a rimirar | tra le rossastre nubi | stormi d'uccelli neri | com'esuli pensieri | nel vespero migrar''. (''[[s:Rime nuove/Libro III/San Martino|San Martino]]'', LVIII, vv. 1-16) *{{NDR|Sulla [[Sicilia]]}} ''Sai tu l'isola bella, a le cui rive | manda il Ionio i fragranti ultimi baci | nel cui sereno mar Galatea vive | e su' monti Aci?'' (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv- 1-4) *''De l'ombroso pelasgo [[Monte Erice|Èrice]] in vetta | eterna ride ivi Afrodite e impera, | e freme tutt' amor la benedetta | da lei costiera''. (''[[s:Rime nuove/Libro IV/Primavere elleniche II|Primavere elleniche II]]'', LXIII, vv. 5-8) *''Meglio operando oblïar, senza indagarlo; | questo enorme mister de l'[[universo]]!'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Idillio maremmano|Idillio maremmano]]'', LXVII, vv. 38-39) *''Odio la faccia tua stupida e tonda, | l'inamidata cotta, | monacella lasciva ed infeconda, | [[Luna|celeste paölotta]]'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Classicismo e romanticismo|Classicismo e Romanticismo]]'', LXIX, vv. 37-40) *''Si volse il prete a dire: Ite. Potente | ruppe il sole a le nubi sormontando, | e incoronò d'un'iride scendente | la bella donna che sorgea pregando. | Corse tra le figure bizantine | vermiglio un riso come di pudor; | ma la [[Maria|Madonna]] le pupille chine | tenea su 'l figlio, e mormorava – Amor''. (''[[s:Rime nuove/Libro V/Da la qual par ch'una stella si mova|Da la qual par ch'una stella si mova]]'', LXXI, 33-40) *''I [[cipresso|cipressi]] che a Bólgheri alti e schietti | van da San Guido in duplice filar, | quasi in corsa giganti giovinetti | mi balzarono incontro e mi guardâr.'' (''[[s:Rime nuove/Libro V/Davanti san Guido|Davanti san Guido]]'', LXXII, vv. 1-4) *''Su 'l castello di [[Verona]] | batte il [[sole]] a mezzogiorno | da la Chiusa al pian rintrona | solitario un suon di [[Corno (strumento musicale)|corno]],'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 1-4) *''Sanguinosa, in un sorriso | di martirio e di splendor: | di [[Severino Boezio|Boezio]] è il santo viso, | del romano senator.'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/La leggenda di Teodorico|La leggenda di Teodorico]]'', LXXVI, vv. 101-104) *[...] ''o noci della [[Carnia]] addio! | Erra tra i vostri rami il pensier mio | sognando l'ombre d'un tempo che fu!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Il comune rustico|Il comune rustico]]'', LXXVII, vv. 7-9) *''Cittadini di palagio, | mercanti e buon artieri; | e voi conti di maremma, | dai selvatici manieri; || voi di Corsica visconti, | voi marchesi de' confini; | voi che re siete in Sardegna | ed in [[Pisa]] cittadini; || voi che in volta del levante | mainaste or or la vela: | pria che arrossi la Verruca | e si spenga la candela, || fuori porta del parlascio, | su correte arditamente! | Su, su, popolo di Pisa, | cavalieri e buona gente!'' (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Faida di comune|Faida di comune]]'', LXXIX, vv. 109-124) *''Hallali''<ref>''Hallalí'' è grido di caccia nella lingua francese, oggi accolto, credo, anche nelle nobili cacce italiane; e può accogliersi, parmi, perché in fine non è altro che un composto d'interiezioni e di avverbi comuni alle due lingue. {{NDR|Nota del curatore}}</ref>'', hallali, gente d'Habsburgo! | Ad una caccia eterna io con te surgo;'' [...]. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/Ninna nanna di Carlo V|Ninna-nanna di Carlo V]]'', LXXX, vv. 33-34) *''Poeta, su 'l tuo capo sospeso ho il tricolore | che da le spiagge d'Istria da l'acque di Salvore | la fedele di Roma, [[Trieste]], mi mandò''. (''[[s:Rime nuove/Libro VI/A Vittore Hugo|A Victor Hugo]]'', LXXXI, vv. 49-51) ==[[Incipit]] di ''Conversazioni critiche''== Lodiamo di buon animo i buoni pensieri ne' due scritti del dott. C., intitolati I beni della letteratura e I mali della lingua latina, intorno agli offici delle lettere e dei letterati, intorno alle pessime condizioni dell'educazione letteraria qual fu e qual è in parte ancora fra noi e alla necessità di una educazione piú veramente civile. ==Citazioni su Giosuè Carducci== *A Giosuè Carducci, un dì tanto combattuto pe' suoi eccessi verbali, furono alla fine tributati onori singolari. Non solo egli fu chiamato "il poeta della terza Italia", ch'è appena cominciata, ma il Parlamento nazionale gli decretò un monumento a Roma; dove non l'hanno Virgilio, Dante, Michelangelo, Colombo, Vittorio Alfieri, primo poeta e profeta del Risorgimento, e neppure Alessandro Volta, la cui scoperta torna oggi sì possente alla civiltà del mondo. Ma a Roma era rivolta l'anima del poeta maremmano; il verso di Dante sul "gran veglio" simbolico,<br><div style="text-align:center;">E Roma guarda sì come suo speglio,</div>si adatta a lui, avvivatore delle tradizioni italiche. ([[Raffaello Barbiera]]) *Antiromantico, antimanzoniano ed anticristiano si dichiarò apertamente Giosuè Carducci, quando poco più che ventenne incominciò a farsi conoscere nella sua Toscana. Armato di cultura pagana e classica parve dapprima scendere in campo come un restauratore del classicismo, quasi un continuatore del Foscolo e dell'Alfieri; ma non tardò ad affermare la sua personalità gettando in quella forma classica pensieri modernissimi, come nell'''Inno a Satana'' che è un entusiastico saluto al progresso ed alla libertà. ([[Pietro Orsi]]) *[[Bologna]] era bella, amabile, degna di essere goduta con l'anima e la carne. Dietro le luminose vetrine della libreria Zanichelli aleggiava ancora lo spirito eternamente corrucciato del Carducci. ([[Rino Alessi]]) *Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico. ([[Attilio Momigliano]]) *Egli sembra, anche nell'aspetto, una di quelle foreste sul lido del suo mare, le quali anche nella più quieta serenità pare che si contorcano alle raffiche del libeccio. ([[Giovanni Pascoli]]) *Giosuè Carducci in mezzo al culto amoroso della poesia non ha abbandonato gli studi severi della critica. Nel Carducci conviene distinguere due persone, il poeta ed il critico; il primo non rassomiglia punto al secondo. Enotrio poeta è impetuoso, irrequieto, impaziente d'ogni difficoltà, e sempre pronto a rompere, come il Duca di Borgogna, l'orologio se suoni un'ora che lo chiami a ciò ch'egli non vuole. Il critico invece medita lungamente e scrive avvisato ed arguto, sapendo unire agli splendori dell'immaginazione la forma {{sic|culta}} ed elegante, l'erudizione profonda. Il Carducci sa tenersi lontano dalla nebulosità del De Sanctis, dalla elegante leggerezza del Settembrini, dalla troppo minuziosa analisi del Camerini e si manifesta co' suoi ''Studi letterarî'' uno dei più dotti ed arguti critici d'Italia, accoppiando alla serietà alemanna, la vivacità ed il calore degli ingegni del mezzogiorno. ([[Pompeo Gherardo Molmenti]]) *Il Carducci è l'ultimo dei poeti dell'Italia antica, più che il primo dei poeti dell'Italia nuova. ([[Eugenio Donadoni]]) *L'ispirazione carducciana è figlia dell'erudizione, e il Carducci è così strano poeta che, dopo d'avere incominciato tardi a produrre i suoi {{sic|capilavori}}, lascia trascorrere anni ed anni tra l'uno e l'altro e ne produce pochissimi. ([[Paolo Orano]]) *La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica. ([[Scipio Slataper]]) *Ma non si può né si deve dire che Giosuè Carducci sia il poeta di un'epoca, l'uomo rappresentativo di qualche cosa come una civiltà. No. Nell'opera sua manca ogni creazione di idee. Carducci deriva, non crea; e deriva non soltanto il pensiero che, del resto, in lui è sempre allo stato frammentario, dai Greci, dai Latini, dai Tedeschi e dai Francesi; ma anche l'immagine. È forse difficile sostenere che nell'opera poetica e prosastica del Carducci esista una immagine tutta carducciana. ([[Paolo Orano]]) *Questa concezione formalistica della poesia come un mestiere artistico infinitamente difficile, e come tale da prendere molto sul serio, ha per il Carducci una grande seduzione anche perché a lui di rado è concesso di mettere in armonici versi un puro avvenimento personale, i propri dolori e le proprie gioje. Non che egli mancasse di calore e di sincerità di sentimento. La morte della madre, e specialmente la perdita dell'unico {{sic|figlietto}}, gli toccarono profondamente il cuore. Ma egli era troppo virile ed anche troppo schivo per abbandonarsi a lamenti poetici, all'incirca come il piagnucoloso [[Giovanni Pascoli|Pascoli]]. La poesiola ''Pianto antico'', sulla morte del figlio, ci tocca così profondamente appunto perché è quasi l'unica lacrima nell'occhio di un uomo forte, che non è solito piangere. ([[Karl Vossler]]) *Sul Giosuè Carducci, scrissi due libri per dire alle genti: L'uomo di cui avete fatto l'apoteosi fu un volgare tornacontista, ed eccone qua le prove:<br />– Egli cantò la bianca croce di Savoia: ma a Versailles aveva già – con l'ajuto di [[Immanuel Kant|Emanuele Kant]] – decapitato un re.<br />– Egli, nell'Adige, celebrò il re Umberto: ma nell' Anniversario della Repubblica aveva già detto corna della monarchia.<br />– Egli chiamò il [[Giuseppe Mazzini]]: «Ezechiele in Campidoglio»; ma aveva già chiamato il Mazzini: «il sultano della libertà che mandava sicari ad ammazzare i galantuomini.»<br />– Aveva cantato il diavolo in un inno che fece andare in visibilio tutti i marinatori delle scuole d'Italia, onde era salito, di primo acchito, alla gloria di poeta di [[Satana]]; ma poscia quell'inno egli chiamò chitarronata, e ragazzacci sgrammaticanti chiamò coloro che, a causa di quell'inno, avevano strombazzato il suo nome alle quattro plaghe del mondo.<br />– Aveva schiaffeggiato il Galileo di rosse chiome e decapitato Dio con l'ajuto del [[Robespierre]]; ma poscia inneggiò alla chiesa di Polenta, alla dolce figlia di Jesse, a Dio ottimo massimo. ([[Andrea Lo Forte Randi]]) *Torna alla mente con gran tristezza di desiderio il tempo che io {{sic|studiava}} a Bologna; e la rivedo ancora quella severa e lunga aula dell'università con i finestroni dai vetri verdognoli che prendono luce dal pian terreno del cortile interno: la rivedo tutta gremita di uditori; tutti col viso rivolto e teso ad un punto, in silenzio: seduti sui banchi, fitti in piedi e addossati agli angoli, presso la porta d'ingresso. E quelle teste, le più giovanilmente vive, altre {{sic|grige}} o canute, altre di donne diffondenti in quella austerità non so quale femminile lietezza, mi pare ancora di udire la sua voce che si spandeva ora vibrata, staccata, nervosa; ora lenta, commossa e saliente come nembo d'incenso. Su l'alta cattedra, in fondo, appariva quel capo poderoso, curvo fra i cubiti, con la fronte ferma, come diga a reggere l'onda irrompente del pensiero; la breve mano bianca agitata a ricercare il libro o l'appunto, pur non ristando la voce.<br>Qualche volta, sopravvenendo le tenebre, accennava gli recassero una candela e se la poneva da presso; e allora quella fiammella rossa che or s'allungava in sottile piramide e stava immota, ora ballava come un folletto, faceva in quella penombra strani effetti su quel volto animato dall'idea creatrice.<br>Era l'autunno o era l'inverno nevoso: eppure per quella tetra sala in alto passava la primavera al suono della sua voce, l'eterna primavera del pensiero che Egli ogni volta evocava, viva, luminosa, presente fuori dai secoli che furono. ([[Alfredo Panzini]]) *Vorrei mandarle un mazzo di rose grande più di me, vorrei creare una parola nuova che racchiudesse tutto ciò che ha di soave la gratitudine e di sublime la gioia, per dirle quello che sento Amo tutto ciò ch'Ella ha corretto nei miei versi. (Benedetti versi che mi hanno ispirato l'ardire di venire da Lei!). ([[Annie Vivanti]]) ==Note== <references/> ===Fonti=== <references group="fonte"/> ==Bibliografia== *Giosuè Carducci, ''[[s:A Satana|A Satana]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 377-386. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/bozzettiescherme00carduoft/page/n8/mode/1up Bozzetti e scherme]'', Zanichelli, Bologna, 1920. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?id=jasTAAAAQAAJ Ceneri e faville: serie prima, 1859-1870]'', Zanichelli, Bologna, 1891. *Giosuè Carducci, ''[https://archive.org/details/operecard11carduoft?q=Francesco+Coccapieller Ceneri e faville: serie terza e ultima, 1877-1901]'', Zanichelli, Bologna, 1902. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=4O8IAQAAMAAJ Confessioni e battaglie: serie prima]'', a cura di Mario Saccenti, Mucchi, 2001. *Giosuè Carducci, ''[https://books.google.it/books?hl=it&id=B1ULAQAAIAAJ Confessioni e battaglie: serie seconda]'', Zanichelli, Bologna. *Giosuè Carducci, ''[https://www.gutenberg.org/files/46843/46843-h/46843-h.htm Conversazioni critiche]'', Sommaruga, 1884. *Giosuè Carducci, ''[[s:Canzone di Legnano|Della «Canzone di Legnano»]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 1037-1048. *Giosuè Carducci, ''[[s:Giambi ed epodi|Giambi ed epodi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 387-512. *Giosuè Carducci, ''[[s:Levia Gravia|Levia Gravia]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 267-376. *Giosuè Carducci, ''[[s:Odi barbare|Odi barbare]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 777-940. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime e ritmi|Rime e ritmi]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 941-1036. *Giosuè Carducci, ''[[s:Rime nuove|Rime nuove]]'', in ''Poesie di Giosuè Carducci'', Zanichelli, Bologna, 1906, p. 535-776. ==Altri progetti== {{Interprogetto|s=Autore:Giosuè Carducci}} ===Opere=== {{Pedia|A Satana||(1863)}} {{Pedia|Odi barbare||(1877)}} {{Pedia|Giambi ed Epodi|''Giambi ed epodi''|(1882)}} {{Pedia|Rime nuove||(1887)}} {{DEFAULTSORT:Carducci, Giosuè}} [[Categoria:Poeti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 84v01kn1vom5hudwflpdqm97rehigfd Piero Gobetti 0 4342 1349833 1335250 2024-11-02T13:22:00Z Udiki 86035 /* Citazioni di Pietro Gobetti */ +1 1349833 wikitext text/x-wiki {{PDA}} [[Immagine:Piero gobetti.JPG|thumb|Piero Gobetti]] '''Piero Gobetti''' (1901 – 1926), giornalista e politico italiano. ==Citazioni di Pietro Gobetti== *[[Antonio Gramsci]] ha la testa di un rivoluzionario. Il suo ritratto sembra costruito dalla sua volontà [...] il cervello ha soverchiato il corpo. Il capo dominante sulle membra malate sembra costruito secondo i rapporti logici necessari per un piano sociale.<ref>Citato in Mercello Veneziani, ''Imperdonabili'', Ed. Marsilio, 2017, ISBN 978-88-317-2858-4. p. 99</ref> *Combattevamo Mussolini come corruttore, prima che come tiranno; il fascismo come tutela paterna prima che come dittatura; non insistevamo sui lamenti per mancanza della libertà e per la violenza, ma rivolgemmo la nostra polemica contro gli italiani che non resistevano, che si lasciavano addomesticare. (da ''Scritti attuali'', a cura di Umberto Calosso, Capriotti) *Il [[fascismo]] è il governo che si merita un'[[Italia]] di disoccupati e di parassiti ancora lontana dalle moderne forme di convivenza democratiche e liberali, e che per combatterlo bisogna lavorare per una [[rivoluzione]] integrale, dell'[[economia]] come delle coscienze. (da ''Scritti attuali'') *Il programma di [[Francesco Saverio Nitti|Nitti]] fu il solo programma conservatore serio della borghesia italiana. (da ''Scritti attuali'') *{{NDR|su [[Roberto Farinacci]]}} Il tipo più completo e rispettabile che abbia espresso sinora il [[fascismo]].<ref>Citato in Guido Gerosa, ''I gerarchi di Mussolini'', Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1973, p. 45.</ref> *Io sento che i miei avi hanno avuto questo destino di sofferenza, di umiltà: sono stati incatenati a questa terra che maledirono e che pure fu la loro ulti­ma tenerezza e debolezza. (da ''L'editore ideale'') *La personalità di [[Olga Vittoria Gentilli]] è limitata ed esile: la sua originalità si riduce a pochissimi atteggiamenti, quasi sempre insufficienti a vivificare tutto un dramma. E quando ha voluto o dovuto studiare, invece di approfondire se stessa, invece di cercare in sé la fonte della vera vita artistica, è ricorsa a un'imitazione esteriore, ha raggiunto mediocremente il successo con una bravura non sostenuta da intima commozione. (da ''Opere complete di Piero Gobetti'', vol. III ''Scritti di critica teatrale'', Giulio Einaudi editore, Torino, 1974, p. 287) *La «rivoluzione» fascista non é una rivoluzione, ma il colpo di Stato compiuto da un'oligarchia mediante l'umiliazione di ogni serietà e coscienza politica — con allegria studentesca.<ref>Da ''La tirannide'', ''La Rivoluzione Liberale'', Anno I, n. 33, 9 novembre 1922, p. 1.</ref> *{{NDR|Su [[Alberto Radicati di Passerano]]}} Nato intorno al 1690, morto nel 1737, è il primo illuminista della penisola. Giannone, Verri, Beccaria sono anticipati. La sua passione vive nell'atmosfera europea del libero pensiero. Sulle orme di Locke indovina Rousseau, parlando di stato di natura e di governo del popolo. Teorizza i governi costituzionali; riconosce l'eguaglianza pratica delle varie forme statali (monarchia, aristocrazia, democrazia), quando siano liberamente accettate e si fondino sulle leggi (''Discours'', X, pp. 184-86). La laicità è un risultato chiaro e definitivo del suo pensiero.<br/>Tuttavia anche nelle più acute disquisizioni teoriche c'è sempre un fondo di dilettantismo. Si trovano proposizioni rigorosamente moderne, ma non si vince il dubbio che le parole corrano oltre le intenzioni, che la sua cultura resti vaga e indipendente dal suo istinto e dal suo carattere. Per credergli vorremmo la costanza, come prova di convinzioni meditate e troviamo invece segni di mutevole esotismo. Non saremo lontani dal vero concludendo questa circoscrizione dei suoi limiti di pensatore col segnalare come enciclopedista piuttosto la sua curiosità che il suo pensiero. La categoria del romanticismo, o del protoromanticismo di cui parla Croce per l'Alfieri, aderisce meglio a questo spirito di avventura. Così resterebbero senz'altro definiti certi suoi spunti di cristianesimo ostile ai dogmi e alle intransigenze del cattolicismo, vago cristianesimo che ricorre, durante tutto il Risorgimento, nei nemici dell'ortodossia.<ref>Da ''Risorgimento senza eroi'', cap. II, ''Il Piemonte nel Settecento'', § 1, ''Il conte Radicati'', in ''[https://liberliber.it/autori/autori-g/piero-gobetti/risorgimento-senza-eroi/ Risorgimento senza eroi e altri scritti storici]'', introduzione di Franco Venturi, G. Einaudi, Torino, 1976.</ref> *[...] Olga Vittoria Gentilli non è mai venuta meno alla sua fama di eleganza raffinata; questo giudizio col quale credono di esaltarla i suoi ammiratori ne è la più decisiva liquidazione.<br>Paga di offrire a un pubblico compiacente le sue doti fisiche (è bella – dicono: di una bellezza, aggiungiamo noi, fredda e banale, stereotipa, grossolana: cara ai grassi novellatori di sensualità del nostro Rinascimento – lontana da quella bellezza che è armonia di spirito e di corpo, vita concreta, conquista dell'individuo, non materia morta), la Gentilli non pone alcuna diligenza nell'interpretare: muta abiti, non si rinnova spiritualmente. (da ''Opere complete di Piero Gobetti'', vol. III ''Scritti di critica teatrale'', Giulio Einaudi editore, Torino, 1974, p. 288) *Resteremo al nostro posto di critici sereni, con un'esperienza di più. Attendiamo senza incertezze, sia che dobbiamo assistere alle burlette democratiche sia che dobbiamo subire le persecuzioni che ci spettano.<ref>Da ''Al nostro posto'', ''La Rivoluzione Liberale'', Anno I, n. 32, 2 novembre 1922, p. 1.</ref> ==''La rivoluzione liberale''== *{{NDR|Su [[Benito Mussolini]]}} Egli non ha nulla di religioso, sdegna il problema come tale, non sopporta la lotta con il dubbio: ha bisogno di una fede per non doverci più pensare, per essere il braccio temporale di un'idea trascendente. Avrebbe potuto riuscire il duce di una Compagnia di Gesù, l'arma di un pontefice persecutore di eretici, con una sola idea in testa da ripetere e da far entrare "a suon di randellate" nei "crani refrattari". *Il [[Benito Mussolini|mussolinismo]] è [...] un risultato assai più grave del [[fascismo]] stesso perché ha confermato nel popolo l'abito cortigiano, lo scarso senso della propria responsabilità, il vezzo di attendere dal duce, dal domatore, dal deus ex machina la propria salvezza. *La [[civiltà]] capitalistica, preparata dai Comuni, sorta trionfalmente in Inghilterra e diffusa negli ultimi decenni, pur nonostante varie attenuazioni, in tutto il mondo civile, è la civiltà del [[risparmio]]. *Lo [[Stato]] non professa un'[[etica]], ma esercita un'azione politica. *La tribù preoccupa più del [[capo]]. *In pratica le cose in Italia non cambiano mai, cambiano i nomi e le occasioni della storia, ma, in definitiva, i nostri mali e i nostri vizi rimangono sempre desolatamente uguali. *Nessun cambiamento può avvenire se non parte dal basso, mai concesso né elargito, se non nasce nelle coscienze come autonoma e creatrice volontà rinnovarsi e di rinnovare. *Bisogna pure che ci sia chi si sacrifica, chi insegue, con avido amore, il suo [[ideale]] etico. *Sola la vittoria tramuta a posteriori l'[[utopia]] in [[realismo]]. *In regime di [[stampa]] imbavagliata il vero articolista è il lettore: egli deve leggere tra le righe. *Lo [[scrittore]] è un po' come il chirurgo: fa una diagnosi precisa, opera e cerca di rimuovere la cancrena, ma questa è spesso più forte di lui ed allora prepara una cura più adatta, allora aspetta fiducioso perché ha capito dove il male va a parare. La morte del chirurgo – morte intellettuale – impedisce la guarigione. La malattia vince, il corpo sopravvive pertanto malato. *Il problema italiano non è di [[autorità]], ma di autonomia: l'assenza di una vita libera fu attraverso i secoli l'ostacolo fondamentale per la creazione di una [[classe dirigente]]. *{{NDR|[[Niccolò Machiavelli|Machiavelli]]}} teorico politico; uomo moderno perché esterna una concezione dello [[Stato]] ribelle alla trascendenza e pensa un'arte politica organizzatrice della pratica. *L'eredità del [[Regno di Napoli]] pesava sul nuovo Stato, aumentando la corruzione e creando contro la vita agricola naturale una sovrastruttura di parassitismo burocratico ed elettorale. Non ci stupiremo che la lotta politica si confondesse in una caccia all'impiego. *{{NDR|Cavour}} comprese la vanità di ogni lotta contro il [[cattolicesimo]] in un paese cattolico e la necessità di combattere la Chiesa non su un terreno dogmatico, ma sul problema formale della libertà di coscienza; ideologia immanentista perché sconfiggeva l'assolutismo con risorse completamente realistiche. *{{NDR|Depretis}}: inaugurò la prassi del trasformismo, che snaturava la lotta politica con la ricerca di maggioranza ottenute a qualunque prezzo e che assorbivano in sé con disinvoltura uomini di qualunque schieramento, annullando in pratica la dialettica governo – opposizione indispensabile ad una vera [[democrazia]]. ==''Opera critica''== *A [[Giuseppe Toniolo]] (1845-1918) attribuiremo il merito singolare di aver data espressione e sistemazione politica alle esigenze di azione sociale che [[Papa Leone XIII|Leone XIII]] era venuto agitando e di aver mostrato così, contro il proprio intento, agli uomini di buona fede, che ancora non se ne fossero persuasi , l'irreducibile {{sic|repugnanza}} di ogni posizione cattolica col pensiero moderno, e l'intimo carattere reazionario di una ''praxis'' politica che voglia appoggiarsi alla Chiesa, come a istituto e organo della lotta politica in Italia. (p. 63) *Il Toniolo sotto la moderazione letteraria, è un intransigente; e pur attraverso i vizi stilistici dell'accademismo e gli ornamenti d'una convenzionalità ufficiale, mostra il bisogno di atteggiamenti chiari e netti, di un centro ideale che permetta operose discussioni dei concetti e spregiudicata negazione dei termini contrastanti. Se non ha i fulmini di Veuillot e di Casoni per il mondo moderno, ne ripete tuttavia un'identica critica negativa. (pp. 63-64) *La sola spiegazione soddisfacente della vita e della natura dell'uomo, per il Toniolo, deve riconoscersi ''a priori'' nella dottrina cattolica. Tutto ciò che vi {{sic|repugna}}, repugna con la verità. Bisogna ripetere con Dante:<div align=center>Avete il Vecchio e il Nuovo Testamento<br>E il Pastor della Chiesa che vi guida.</div>La filosofia per eccellenza, la verità, è la Scolastica. Bisogna riprenderla integralmente. Bisogna eliminare le ultime reliquie deleterie della Riforma luterana. (p. 64) ==[[Incipit]] de ''L'uomo Alfieri''== Per capire l'[[Vittorio Alfieri|Alfieri]] e valutare i critici dell'opera sua con animo deliberato a far nostri i loro risultati e a superarli bisogna risalire al [[Francesco De Sanctis|De Sanctis]]. Invero la critica desanctisiana sull'Alfieri è stata fraintesa e negletta e se ne può cogliere il giusto valore solo dando un organismo sistematico alle frammentarie espressioni in cui s'è manifestata.<br> Dei tre scritti che il De Sanctis dedicò all'Alfieri il primo<ref>F. DE SANCTIS; ''Le lezioni di letteratura dal'' 1833 ''al'' 1848. ''VIII lezioni sulla poesia drammatica'' ne «La Critica», anno XVII, fasc. I, pp. 40-43, 20 gennaio 1919. Su queste lezioni si veda il ''Preambolo'' del [[Benedetto Croce|CROCE]], ancora ne «La Critica», anno XIII, fasc. I, pp. 21-38, 20 gennaio 1915 (accurata storia esterna) e un giudizio del CROCE in; ''Una famiglia di patrioti ed altri scritti storici e critici''.</ref> afferra e spiega il concetto dell'unità di passione in cui arte tragica e temperamento individuale coincidono con una coerenza che è perfetta nel ''Saul'' e in alcuni motivi di vita pratica dell'autore; il secondo<ref>F. DE SANCTIS; ''Giulio Janin e Alfieri, Janin e «Mirra»'', ''Veuillot e la «Mirra»'', nel «Piemonte», quotidiano torinese, anno I, n. 167 (17 luglio 1855), n. 179 (31 luglio), n. 191 (14 agosto), n. 148 (24 giugno). Ristampati in ''Saggi critici''. E si veda pure l'articolo ''Giudizio del Gervinus sopra Alfieri e Foscolo'', Torino, «Il Cimento», ottobre 1855, serie 3a, anno III, vol. VI, pp. 629-639. Ristampato in ''Saggi critici''.</ref> segna un vigoroso approfondimento della formula estetica iniziale che imperiosamente si amplia a diventare canone di interpretazione storica e morale, sí che, venuti a coincidere il mondo del critico e il mondo del poeta, il momento dell'esegesi è fatto d'un subito centro intenso di polemica vitale e Alfieri e De Sanctis combattono insieme, difensori dell'immanentismo moderno contro il dogmatico «[[Pierre-Joseph Proudhon|Proudhon]] della reazione»<ref>L. VEUILLOT (1813-1883), direttore dell'«Univers», autore di; ''Le Parfum de Rome''; ''Les Odeurs de Paris''; ecc. Il piú celebre e il piú reazionario tra i giornalisti francesi. Non ebbe molta fortuna in Italia nel secolo scorso benché B. Casoli gli dedicasse un volume (Modena, 1884). Una buona traduzione di poche pagine scelte in ''Antologia dei cattolici francesi del secolo XIX'' di [[Domenico Giuliotti|D. GIULIOTTI]], pp. 129-175. Lanciano, s. a. (ma 1919).</ref>, dell'onestà letteraria contro la superficialità, l'''esprit'', l'insolenza sterile di Giulio Janin<ref>G. JANIN (1804-1874), giornalista e romanziere; critico drammatico per quarant'anni al «Journal des Débats».</ref>; il terzo<ref>F. DE SANCTIS: ''Storia della letteratura italiana'', 1a ediz., Napoli, Morano, 1870 (in realtà il II vol. 1871). Nuova edizione, Bari, Latenza, 1912, a cura di B. CROCE, vol. II, pp. 703-381. Si sa che il capitolo «La nuova letteratura», dove si parla dell'Alfieri è molto piú breve di quello che il De Sanctis non credesse necessario, per ragioni editoriali che sono indicate dal Croce nello studio che segue la sua edizione della ''Storia''. Questa forzata brevità spiega le lacune dell'analisi e la troppa rapidità della sintesi.</ref> pone con forte sintesi storica la figura di Vittorio Alfieri nel fervore di rinnovamento civile e morale dell'Italia settecentesca. ==Citazioni su Piero Gobetti== * Ed è perciò che Gobetti pur senza additarci un sistema e tanto meno un partito, ci pone di fronte uno specchio dal quale ci discostiamo con fastidio o con orrore, a seconda che la dilagante marea della mediocrità politica e intellettuale ci riempia di tedio o di disgusto, di noia o di ribrezzo. ([[Eugenio Montale]]) *[[Luigi Einaudi|Einaudi]] era già il migliore economista di Torino quando una mattina del 1919 gli entrò nello studio una matricola dell'università, figlio di un droghiere, che gli chiese un articolo per la sua rivista, specificando di non poter pagare. Einaudi accettò e fu anche grazie a lui che l'allievo divenne Piero Gobetti, liberale antifascista morto esule a 25 anni dopo essere stato aggredito dagli sgherri del regime. ([[Aldo Cazzullo]]) *Era un giovane alto e sottile; disdegnava l'eleganza della persona, portava occhiali a stanghetta da modesto studioso; i lunghi capelli arruffati, dai riflessi rossi, gli ombreggiavano la fronte e gli occhi vivissimi, così penetranti che era difficile sostenerne lo sguardo a chi non fosse ben sicuro di sé. ([[Carlo Levi]]) *Gobetti è stato consumato non si sa se dalla sua fatica o dal dolore per non poterla continuare. Non saremo più rimbrottati e stimolati da lui, non diremo più male di Gobetti, ora che è diventato il povero Gobetti e la sua opera ci appare sempre meglio come qualcosa di necessario e provvido. ([[Max Ascoli]]) *Gobetti non era tutto in questa o in quella sua attività, tanto che come scrittore poteva far a meno della comprensione, come pensatore di un sistema e come uomo politico di un partito; Gobetti era tutto nella sua illimitata capacità di agire, nella rapidità quasi inverosimile con cui sapeva comprendere, racchiudere in una forma, suscitare energie. E poi scrivere, trovare il tempo per passare ore in biblioteche, tenere corrispondenze con centinaia di uomini, e amministrarsi e pubblicare libri che imballava poi con le sue stesse mani. ([[Max Ascoli]]) *Intransigente, dinamico, ostinato, duro a morire ma, ahimé, fragilissimo – angelo vestito da suffragetta, come fu definito – continuo a ricordarlo come un Lohengrin isolato, una figura eroica, un leader senza successo, che aveva però le stimmate del genio. ([[Eugenio Montale]]) *Rendere nuovamente difficile vita questo insulso oppositore governo e [[fascismo]]. ([[Benito Mussolini]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Piero Gobetti, ''[http://www.liberliber.it/libri/g/gobetti/index.htm L'uomo Alfieri]'', a cura di Emiliano Zazo, Milano, Cooperativa libro popolare, 1950. *Piero Gobetti, ''Opera critica'', ''Parte prima Arte - Religione - Filosofia'', Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2013. ISBN 978-88-6372-519-3 ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Gobetti, Piero}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] muvk0eudrnzj9qbl3lv3lkl1x6jrl6z Template:SelezioneNuove 10 4465 1349835 1349789 2024-11-02T13:25:05Z Udiki 86035 Alberto Radicati di Passerano 1349835 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 30. 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AGGIUNGI QUI UNA NUOVA VOCE: NON DIMENTICARE IL SEPARATORE "{{,}}" --> [[Dejanira Bada]]{{,}} [[Alberto Radicati di Passerano]]{{,}} ''[[Il fantasma e la signora Muir]]''{{,}} [[Campionati europei di atletica leggera 1978 - Salto in alto femminile]]{{,}} [[Stile Fosbury]]{{,}} [[Auguste Barbier]]{{,}} [[Carlo Gatti]]{{,}} ''[[Scrivimi fermo posta]]''{{,}} [[Elisa Longo Borghini]]{{,}} [[Naim Qassem]]{{,}} [[Alice Arcuri]]{{,}} ''[[Piedipiatti]]''{{,}} [[Gaetano Gaspare Uttini]]{{,}} [[Livio Marinelli]]{{,}} [[Isabelle Autissier]]{{,}} [[Efraim Zuroff]]{{,}} [[Davide Di Marco]]{{,}} [[Cristoforo Negri]]{{,}} ''[[Ninotchka]]''{{,}} [[François Furet]]{{,}} [[Aurora Giovinazzo]]{{,}} ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]''{{,}} [[Laura Adriani]]{{,}} [[Piacere e dolore]]{{,}} [[Paul Demeny]]{{,}} ''[[Io sono David]]''{{,}} ''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]''{{,}} [[Susana Chávez]]{{,}} ''[[Fra le tue braccia]]''{{,}} [[Judith Blake]] <!-- NON DIMENTICARE DI TOGLIERE L'ULTIMO SEPARATORE "{{,}}" --></div><noinclude> [[Categoria:Template selezione]] </noinclude> ldml9tgk6s34tea3zdlditk275pq6n2 1349869 1349859 2024-11-02T15:38:39Z Ibisco 49387 + 1 1349869 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. 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AGGIUNGI QUI UNA NUOVA VOCE: NON DIMENTICARE IL SEPARATORE "{{,}}" --> [[Mauro Repetto]]{{,}} [[Dejanira Bada]]{{,}} [[Alberto Radicati di Passerano]]{{,}} ''[[Il fantasma e la signora Muir]]''{{,}} [[Campionati europei di atletica leggera 1978 - Salto in alto femminile]]{{,}} [[Stile Fosbury]]{{,}} [[Auguste Barbier]]{{,}} [[Carlo Gatti]]{{,}} ''[[Scrivimi fermo posta]]''{{,}} [[Elisa Longo Borghini]]{{,}} [[Naim Qassem]]{{,}} [[Alice Arcuri]]{{,}} ''[[Piedipiatti]]''{{,}} [[Gaetano Gaspare Uttini]]{{,}} [[Livio Marinelli]]{{,}} [[Isabelle Autissier]]{{,}} [[Efraim Zuroff]]{{,}} [[Davide Di Marco]]{{,}} [[Cristoforo Negri]]{{,}} ''[[Ninotchka]]''{{,}} [[François Furet]]{{,}} [[Aurora Giovinazzo]]{{,}} ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]''{{,}} [[Laura Adriani]]{{,}} [[Piacere e dolore]]{{,}} [[Paul Demeny]]{{,}} ''[[Io sono David]]''{{,}} ''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]''{{,}} [[Susana Chávez]]{{,}} ''[[Fra le tue braccia]]'' <!-- NON DIMENTICARE DI TOGLIERE L'ULTIMO SEPARATORE "{{,}}" --></div><noinclude> [[Categoria:Template selezione]] </noinclude> 5279gfz4jvu4oo5sk0xoa9z8ciskw57 1349884 1349869 2024-11-02T16:19:34Z Gaux 18878 Maria Teresa Gozzadini 1349884 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. 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AGGIUNGI QUI UNA NUOVA VOCE: NON DIMENTICARE IL SEPARATORE "{{,}}" --> [[Maria Teresa Gozzadini]]{{,}} [[Mauro Repetto]]{{,}} [[Dejanira Bada]]{{,}} [[Alberto Radicati di Passerano]]{{,}} ''[[Il fantasma e la signora Muir]]''{{,}} [[Campionati europei di atletica leggera 1978 - Salto in alto femminile]]{{,}} [[Stile Fosbury]]{{,}} [[Auguste Barbier]]{{,}} [[Carlo Gatti]]{{,}} ''[[Scrivimi fermo posta]]''{{,}} [[Elisa Longo Borghini]]{{,}} [[Naim Qassem]]{{,}} [[Alice Arcuri]]{{,}} ''[[Piedipiatti]]''{{,}} [[Gaetano Gaspare Uttini]]{{,}} [[Livio Marinelli]]{{,}} [[Isabelle Autissier]]{{,}} [[Efraim Zuroff]]{{,}} [[Davide Di Marco]]{{,}} [[Cristoforo Negri]]{{,}} ''[[Ninotchka]]''{{,}} [[François Furet]]{{,}} [[Aurora Giovinazzo]]{{,}} ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]''{{,}} [[Laura Adriani]]{{,}} [[Piacere e dolore]]{{,}} [[Paul Demeny]]{{,}} ''[[Io sono David]]''{{,}} ''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]''{{,}} [[Susana Chávez]] <!-- NON DIMENTICARE DI TOGLIERE L'ULTIMO SEPARATORE "{{,}}" --></div><noinclude> [[Categoria:Template selezione]] </noinclude> k5hvj183fwf1s62ficfzmmquszn0t5b 1349940 1349884 2024-11-03T10:04:49Z Ibisco 49387 + 1 1349940 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{Protetta}}</noinclude> <div style="text-align:justify; margin-right:10px;"><!-- AGGIUNGI UNA NUOVA VOCE IN CIMA ALLA LISTA, CANCELLANDONE UNA DAL FONDO. La lista viene aggiornata periodicamente da un utente registrato qualunque (nessun timore!), per un totale di 30. 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ISBN 9788811504894</ref> *La passione, che cosa scomoda!<ref>Da ''Fallen Angels'', I. Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref> ==''Amore e etichetta''== ===[[Incipit]]=== Inutile sostenere che, architettonicamente, il Palazzo del Governo possieda qualcosa di notevole perché non è vero: dentro è piacevolissimo con quelle sue stanze simpatiche e ariose e le verande profonde; ma, di fuori, è inequivocabilmente orrendo: da qualsiasi punto lo si guardi, sembra un pantagruelico budino color [[Malva (colore)|malva]]. Fu costruito nel primo novecento e cioè dopo che quello vecchio era andato distrutto da un incendio, ma nessuno sa perché fosse stato dipinto di color malva la prima volta né perché fosse stato ridipinto, sempre color malva, la seconda. Possiede cupole, torri, barbacani, poche finestre di bastardo normanno e – sotto – una fila di buie arcate di [[pietra]] formanti una specie di catacomba. ===Citazioni=== *Nessun maschio americano che avesse un po' di rispetto di se stesso si sognerebbe mai di cominciare un nuovo giorno senza la spremuta di qualche seno. (p. 144) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Noel Coward, ''Amore e etichetta'' (''Pomp and Circumstance''), traduzione di Daria Menicanti, Garzanti 1980. ==Filmografia== *''[[Partita a quattro]]'' (1933) – soggetto *''[[Insieme a Parigi]]'' (1964) – attore *''[[Un matrimonio all'inglese]]'' (2008) – soggetto ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Coward, Noël}} [[Categoria:Attori britannici]] [[Categoria:Drammaturghi britannici]] [[Categoria:Commediografi]] gu2oi0p1t1n9fvs7mm5mg6zjp4ka9ix Libertà di stampa 0 5435 1349832 1276440 2024-11-02T12:43:54Z Dispe 2786 /* Voci correlate */ 1349832 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Freedomofthepressstamp.jpg|thumb|Francobollo dedicato alla libertà di stampa]] Citazioni sulla '''libertà di stampa'''. *Ah! la libertà della stampa! che tossico! ([[Ferdinando Petruccelli della Gattina]]) *Amo la libertà della stampa più in considerazione dei mali che previene che per il bene che essa fa. ([[Alexis de Tocqueville]]) *Con la libertà di stampa i giornali pubblicano solo ciò che vogliono veder stampato le grandi industrie o le banche, le quali pagano il giornale. ([[Benito Mussolini]]) *Credo nella libertà di stampa, ma cosa ne pensate della libertà dalla stampa? ([[Martina Navrátilová]]) *È impensabile una società civile che non dia piena libertà alla stampa. Del resto sappiamo quante vicende, anche nel nostro paese, sarebbero rimaste nell'ombra senza il minuzioso lavoro di inchiesta di tanti giornalisti.<br />Naturalmente c'è sempre un prezzo da pagare: ci possono essere errori, a volte distorsioni o interpretazioni di parte, ma l'informazione è irrinunciabile. Come l'energia. ([[Piero Angela]]) *Fra i nostri diritti costituzionali consideriamo, per esempio, quello della libertà di stampa. Noi certamente non vogliamo colpire quel diritto; è uno strumento molto importante per limitare la concentrazione del potere politico e tenerlo sotto controllo esponendo pubblicamente qualsiasi comportamento scorretto. Ma la libertà è di poca utilità per il cittadino medio come individuo. I mass media sono per la maggior parte sotto il controllo di grandi organizzazioni integrate nel sistema. Qualsiasi persona, con pochi soldi, può pubblicare uno scritto o distribuirlo su Internet o simili, ma quello che egli avrà da dire sarà travolto da una enorme quantità di materiale prodotto dai media, quindi non avrà alcun effetto pratico. ([[Theodore Kaczynski]]) *[[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] disse una volta, che a un pittore riescono bene soltanto quelle bellezze femminili il cui tipo egli ha amato almeno in un essere vivente.<ref>Il riferimento è all'opera di Goethe ''Verschiedenes über Kunst'' (''Varietà sull'arte''), cap. II. {{cfr}} ''Scritti politici giovanili'', p. 73, nota 2.</ref>Anche la libertà di stampa è una bellezza – sebbene non femminile – che dobbiamo aver amato per poterla difendere. ([[Karl Marx]]) *Il celebre [[Gaetano Filangieri|Filangieri]] vuole l'illimitata facoltà della stampa, e la voglion pure infiniti altri scrittori; ma essi secondo il debole parer mio, ed io oserò pur dirlo, gravemente s'ingannano. Una censura {{sic|dee}} esservi, e questa non dee permettere la pubblicazione di libri, ch'esser possano perniciosi; poiché la legge dee prevenire il male, allorché è in sua mano l'impedirlo. Filangieri dice, che se l'opera, che si è pubblicata, offende la Divinità, il sovrano, l'ordine pubblico, o l'onor de' privati, l'autore e l'editore del libro debbono essere puniti Ma non sarà egli meglio, io rispondo, l'impedire i delitti di quello che il permettere, che si commettano, e punirli dopo che furono commessi? ([[Francesco Vigilio Barbacovi]]) *In Cecoslovacchia non esiste libertà di stampa, negli Stati Uniti non esiste libertà dalla stampa. ([[Martina Navrátilová]]) *Invero, nella terribile storia delle carestie mondiali è difficile trovare un caso in cui si sia verificata una carestia in un paese che avesse una stampa libera e un'opposizione attiva entro un quadro istituzionale democratico. [...] La ''libertà negativa'' della stampa e dei partiti di opposizione di criticare, scrivere e organizzare la protesta può risultare assai efficace nella salvaguardia delle ''libertà positive'' elementari della popolazione più vulnerabile. ([[Amartya Sen]]) *Invocando la loro libertà come se fosse un diritto che prescinde dai diritti degli altri. [...] in democrazia non esistono diritti assoluti, perché ciascun diritto incontra il proprio limite negli altri diritti egualmente meritevoli di tutela che, in caso della privacy, sono prioritariamente meritevoli di tutela. [...] Un principio elementare della democrazia ma che la stampa italiana, nella sua maggioranza, ha deciso di ignorare. ([[Silvio Berlusconi]]) *Io considero la lotta contro la censura, di ogni natura e qualsiasi potere la sostenga, come un dovere dello scrittore allo stesso titolo degli appelli alla libertà di stampa. Io sono un feroce partigiano di questa libertà e dichiaro che uno scrittore che possa farne a meno somiglia ad un pesce che dichiara pubblicamente di poter fare a meno dell'acqua. ([[Michail Afanas'evič Bulgakov]]) *La difesa della libertà di stampa significa salvare per le future generazioni il lascito immenso della lettura, da cui dipende tutta intera la trasmissione del patrimonio culturale della nostra civiltà e la possibilità che continui ad esistere un valido sistema di istruzione. ([[Paolo Mieli]]) *La libertà di critica deve essere piena, il controllo che esercita la stampa libera è un correttivo necessario della democrazia e la stampa è il naturale veicolo, il filtro delle idee. ([[Alcide De Gasperi]]) *La libertà di stampa è buona solo per se stessi. Vale solo se conviene. Se non conviene, viva il [[bavaglio]]: da mettere sulla bocca degli altri. ([[Pierluigi Battista]]) *La libertà di stampa è garantita solo a coloro che possiedono un giornale. ([[A.J. Liebling]]) *La libertà di stampa è una benedizione quando siamo inclini a scrivere contro gli altri, e una calamità quando ci troviamo ad essere sopraffatti dalla moltitudine dei nostri assalitori. ([[Samuel Johnson]]) *La libertà di stampa è vitale per una [[democrazia]]. ([[Barack Obama]]) *La libertà di stampa prevale finalmente all'interno di queste mura, dove la stampa è stata inventata. ([[Georg Forster]]) *La maggioranza di noi sente che non possiamo essere liberi senza giornali, ed è per questo che noi vogliamo la libertà di stampa. ([[Edward R. Murrow]]) *La nostra libertà dipende dalla libertà di stampa, ed essa non può essere limitata senza che vada perduta. ([[Thomas Jefferson]]) *La prima libertà della stampa consiste nel non essere un mestiere. Allo scrittore che la degrada a mezzo materiale spetta, come punizione di questa mancanza di libertà interiore, la privazione della libertà esteriore, cioè la censura; del resto già la sua esistenza è una punizione. ([[Karl Marx]]) *Le opinioni che si stabiliscono in [[Stati Uniti d'America|America]] sotto l'impero della libertà di stampa sono spesso più tenaci di quelle che si formano altrove sotto il regime della censura. ([[Alexis de Tocqueville]]) *Nella democrazia il parlamento è un polmone, e l'altro polmone è la stampa. ([[Alcide De Gasperi]]) *Nessuno invoca la libertà di stampa se non chi vuole abusarne. ([[Johann Wolfgang von Goethe]]) *Noi giornalisti siamo una categoria che confonde spesso la libertà di stampa con l'impunità di casta [...] in molti altri casi il diritto/dovere di informare c'entra come i cavoli a merenda. Si tratta solo di raggranellare qualche lettore in più, incrementare il voyeurismo di massa, accanirsi contro un avversario politico per il puro piacere di farlo. Con un'aggravante: che la lagna corporativa contro "il bavaglio" approfitta comodamente di una causa nobile e nevralgica, che è la libertà di stampa, la libertà di espressione. ([[Michele Serra]]) *Non puoi avere [[democrazia]] se non hai anche una libera stampa. È una questione che va affrontata a livello europeo. ([[Mélanie Vogel]]) *Per raccogliere i beni inestimabili prodotti dalla libertà di stampa, bisogna sapersi sottomettere ai mali inevitabili che essa fa nascere. ([[Alexis de Tocqueville]]) *Prima di ogni altra libertà, datemi la libertà di conoscere, di esprimermi e discutere liberamente secondo coscienza. ([[John Milton]]) *S'incominci dall'avvisare chi sono costoro che si querelano dell'abusata libertà degli Stati e ne temono danni così spaventevoli. Costoro sono i medesimi da cui si alzano lagni e rimproveri cotidiani per qualunque libertà, eccetto la propria loro. Vogliono limitare la stampa, limitare la libera concorrenza, limitare i Parlamenti e in fine ogni cosa col pretesto volgare ed ovvio che i parlamenti, il commercio, la stampa abusano di loro facoltà e trasvanno più d'una volta e in più cose. ([[Terenzio Mamiani]]) *Se la libertà di stampa significa qualcosa, significa il diritto di dire alla gente ciò che non vuol sentirsi dire. ([[George Orwell]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== *[[Libertà]] *[[Libertà d'informazione]] *[[Libertà di pensiero]] *[[Stampa]] *[[Giornale]] *[[Giornalista]] ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=libertà di stampa|preposizione=sulla}} [[Categoria:Concetti e principi filosofici]] [[Categoria:Conoscenza]] [[Categoria:Giornalismo]] ik3spx0kvffakfwetc344t8mln9fqzm Max Pezzali 0 6878 1349892 1325666 2024-11-02T16:49:59Z Ibisco 49387 /* Voci correlate */ + 1 1349892 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Max Pezzali at Cartoomics 2013-1 (cropped).jpg|thumb|Max Pezzali nel 2013]] '''Massimo Pezzali''' (1967 – vivente), cantautore italiano, fondatore, leader e voce degli [[883]]. ==Citazioni di Max Pezzali== *Forse un giorno si scoprirà che da qualche parte esiste un piccolo gene, simpatico ma a volte un po' rompicoglioni, che invoglia, stimola e spinge alcuni di noi a riunirsi nei bar. (da ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar'') *Un assioma: a [[Pavia]] si divertono TUTTI gli studenti tranne quelli del posto. (da ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar'') *Qualcuno d'importante ha detto che non ha senso vivere la vita se non si ha modo di raccontarla. O forse non lo ha detto nessuno, e a dire il vero non è neanche 'sto granché come aforisma. Però penso contenga un fondo di verità: se non la organizziamo in una struttura narrativa, in una griglia logica che gli dia un significato, la nostra esistenza è solo un susseguirsi di episodi più o meno casuali. I racconti di guerra dei nonni, le fotografie dei giapponesi sotto la Torre di Pisa, i tatuaggi per gli amori finiti male, i filmini della Prima Comunione, sono tutti tentativi di scrivere una sceneggiatura, di dividere in capitoli la nostra vita in modo che le esperienza belle e brutte, le persone care e quelle incrociate per un istante, i luoghi attraversati durante il viaggio e le emozioni provate non vadano perdute per sempre "[[Blade Runner|come lacrime nella pioggia]]". Perdonate la citazione scontata. (da ''Per prendersi una vita'') ==Citazioni tratte da canzoni== ===''Il mondo insieme a te''=== '''Etichetta''': CGD East West, 2004, prodotto da [[Pierpaolo Peroni]] e [[Marco Guarnerio]]. * ''In ogni [[viaggio]] trovati una storia da imparare, poi quando torni la racconterai. Ogni tanto buttati a caso in un bar, siediti ad un tavolo in penombra ed ascolta che cosa dicon le persone.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''Ricordati chi sei, ricordati da dove vieni, ricorda il tuo passato senza subirlo mai.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''Sostieni le tue opinioni senza giudicare | e se vorrai cambiare idea la cambierai.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''Credi nell'amicizia vera non ne dubitare | specie nel giorno in cui qualcuno la tradirà.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''Non ti vergognare di quello che hai | fatti i complimenti ma quando te li meriti dai | che lo sai.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''C'è un tempo per i primi sospiri tesi insicuri | finché l'imbarazzo va via | col sincronismo dei movimenti, coi gesti lenti | conosciuti solo in teoria.'' (da ''Lo strano percorso'', n. 2) * ''Lo strano percorso di ognuno di noi | che neanche un grande libro un grande film potrebbero descrivere mai | per quanto è complicato e imprevedibile | per quanto in un secondo tutto può cambiare niente resta com'è.'' (da ''Lo strano percorso'', n. 2) * ''C'è un tempo per qualcosa sul viso | come un sorriso che non c'era ieri e oggi c'è | sembrava ormai lontano e distante | perso per sempre | invece è ritornato con te.'' (da ''Lo strano percorso'', n. 2) * ''Sei il primo mio pensiero che | al mattino mi sveglia | l'ultimo desiderio che | la notte mi culla | sei la ragione più profonda di ogni mio gesto | la storia più incredibile che conosco.'' (da ''Eccoti'', n. 4) * ''Eccoti come un uragano di vita e sei qui | non so come tu sia riuscita a prendermi | dal mio sonno, scuotermi e riattivarmi il cuore''. (da ''Eccoti'', n. 4) * ''Eccoti, anche ora che non sei in casa | tu sei qui, mi parla di te ogni cosa.'' (da ''Eccoti'', n. 4) * ''Eccoti finalmente sei arrivata e sei qui | non sai quanto mi sei mancata | speravo tu esistessi però | non immaginavo tanto.'' (da ''Eccoti'', n. 4) * ''Non importa dove andiamo né quello che si fa | non importa con chi usciamo né che ora si farà | non mi sembra neanche vero | posso essere me stesso esser sincero | senza alcuno sdoppiamento di personalità.'' (da ''Siamo io e te'', n. 5) * ''Com'è bello il [[mondo]] insieme a te | mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c'è | da sempre solo che io non sapevo come fare | per guardare ciò che tu mi fai vedere.'' (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6) * ''E invece tu sei qui | e mi hai dato tutto questo | e invece tu sei qui e hai rimesso al proprio posto | i più piccoli pezzi della mia esistenza | componendoli, dando loro una coerenza.'' (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6) * ''Com'è grande il [[mondo]] insieme a te | è come rinascere e vedere finalmente che | rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose | se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me''. (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6) * ''E invece tu sei qui non per prendere o lasciare | ma per rendermi ogni giorno un po' migliore | insegnandomi la semplicità di amare.'' (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6) * ''Sei stanco è meglio così | meglio non vedere il camioncino | che il latte consegnerà | lui l'ambasciatore del mattino che sveglierà la città | e sarebbe bello se adesso a casa ci fossi tu | con un bacio dormi se no domani non ti alzi più.'' (da ''Con dentro me'', n. 7) * ''Il [[silenzio]] a volte è peggio del rumore che | per lo meno copre il brulicare delle idee | che di notte vengono | che di notte affollano col loro brusio il cervello e lo martellano | e fanno sembrar difficile anche ciò che non lo è | e fanno sembrare enormi anche le cose minime | così mi alzo e guardo te che dormi accanto e penso | che miracolo! Vedi? A volte accadono.'' (da ''Me la caverò'', n. 8) * ''Me la caverò proprio come ho sempre fatto | con le gambe ammortizzando il botto poi mi rialzerò ammaccato non distrutto | basterà una settimana a letto poi verrà da se | ci sarà anche qualche sera in cui usciranno lacrime | ci sarà anche qualche sera in cui starò per cedere | ma poi piano piano tutto passerà | senza accorgermene tutto passerà.'' (da ''Me la caverò'', n. 8) * ''Tutti già fuggiti nei locali a parte i fortunati che | hanno di meglio da fare in spiaggia poi in sella a moto ferme.'' (da ''Essenziale'', n. 9) * ''Sono poche le cose autentiche che restano | e che non perdono valore col passar del [[tempo]] | ma ne acquistano.'' (da ''Mai uguali'', n. 10) ===''Time Out''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2007, prodotto da [[Pierpaolo Peroni]] e [[Claudio Cecchetto]]. *''E cerco sempre dei consigli utili | e cerco delle storie in cui vincono gli umili | cerco una verità che forse non c'e' nemmeno più.'' (da ''Torno subito'', n. 1) *''Cerco le risposte che non troverò | le cerco perche' l'importante e' il viaggio non dove andrò.'' (da ''Torno subito'', n. 1) *''Cerco le emozioni nuove che ha da offrire la mia età | cerco tutto ciò che sa di vento, di oceano e libertà | e cerco di imparare quello che non so | io cerco anche se non capisco prima o poi capirò.'' (da ''Torno subito'', n. 1) *''La vita è qui da vivere | e non da rimpiangere.'' (da ''Time out'', n. 2) *''I problemi quotidiani a volte ci distraggono | i pensieri e le tensioni dopo un po' distruggono | fanno perder troppo tempo in discussioni inutili | tempo che gettiamo al vento per motivi futili.'' (da ''Time out'', n. 2) *''Concentrati a correre senza più riflettere se la [[meta]] valga | poi tutto questo stress ormai non ne son convinto sai.'' (da ''Time out'', n. 2) *''C'è un profumo che passa e che va | Sembra allontanarsi ma poi tornerà.'' (da ''Profumo'', n. 3) *''La memoria non racconta la verità | seleziona solamente ciò che le va | fa sembrare sempre più bello il prima del poi | un passato mitico che non torna mai.'' (da ''Il presente'', n. 4) *''Il futuro è un libro ancora da scrivere | di che cosa parli e per quante pagine | a nessuno è dato saperlo però vorrei | che questo foglio bianco raccontasse di noi.'' (da ''Il presente'', n. 4) *''Il dolore e il freddo si dimenticano | solo un paio di cicatrici rimangono | i bei ricordi restano avvolti nella magia della giovinezza | che s'è fuggita via.'' (da ''Il presente'', n. 4) *''Si poteva fare meglio | ma anche peggio di così.'' (da ''Esserci'', n. 5) *''L'errore non si capisce prima di commetterlo.'' (da ''Esserci'', n. 5) *''Certe parole non dette o dette troppo tardi e male | azioni che ancora fanno soffrire | e come pietre ci pesano.'' (da ''Esserci'', n. 5) *''I fuochi si spengono e le ceneri restano | sarà così, forse inspiegabile | ma continua ad ardere il fuoco che avvolge tutti e due | di legna ne ho da vendere.'' (da ''Il meglio'', n. 6) *''E il meglio deve ancora arrivare nei doni che la vita ci porterà | il meglio è ancora tutto da fare | sfruttando a fondo ogni opportunità | senza subire il destino, con tanta forza di volontà | senza temere nessuno, perché noi possiamo farcela!'' (da ''Il meglio'', n. 6) *''E chissà se vale la pena di passare la vita a correre | o se invece la migliore mossa non sia di starmene immobile | e tanto, se l'onda arriva, arriva e basta | non serve perderci la testa | e allora tanto vale sorridere.'' (da ''I filosofi'', n. 7) *''Ma sento sempre che tu ci sei | che anche quand'è dura non te ne vai | che anche coi denti combatterai | sempre accanto a me non mi abbandonerai | sei fantastica, forte come il rock'n roll.'' (da ''Sei fantastica'', n. 8) *''Sei la fonte di energia più potente che ci sia, bomba atomica dritta nello stomaco.'' (da ''Sei fantastica'', n. 8) *''La strada è dura e punisce chi non ha chiaro | il senso basilare di rispetto e umiltà.'' (da ''La strada'', n. 10) ===''Max Live! 2008''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2008, prodotto da [[Pierpaolo Peroni]] e [[Claudio Cecchetto]]. *''Mezzo pieno o mezzo vuoto | questo è il solo ed unico [[bicchiere]] che abbiamo | se si stava meglio quando si stava peggio | non lo so però io vivo adesso.'' (da ''Mezzo pieno mezzo vuoto'', n. 1) *''Ti ho cercata in mezzo ai volti che vedevo intorno a me | più credevo di trovarti più eri inafferrabile | ogni tanto m'illudevo fossi veramente tu | e sentivo la tua voce anche se già non c'eri più.'' (da ''Ritornerò'', n. 2) *''Ed il tempo se ne andò con te | tra i rimpianti e le lacrime | e i ricordi e la felicità | e l'Amore che non tornerà.'' (da ''Ritornerò'', n. 2) *''Le stagioni poi passarono | i ricordi se ne andarono | restò solo la malinconia | dell'Amore che è fuggito via.'' (da ''Ritornerò'', n. 2) ===''Terraferma''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2011, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]]. *''Noi eravamo contenti con niente quando avevamo la tua età.'' (da ''Credi'', n. 1) *''Eppure tutti ti dicono che non puoi avere niente che non va | che è solo la tua pigrizia e la tua mancanza di forza di volontà.'' (da ''Credi'', n. 1) *''Buttare tutto, buttare quello che fa male | o perlomeno buttare quello che non vale | non vale niente o non vale almeno un'emozione.'' (da ''Il mio secondo tempo'', n. 2) *''Quanti armadi da svuotare, quante cose da buttare | che sembravano importanti e invece non mi servono.'' (da ''Il mio secondo tempo'', n. 2) ===''Hanno ucciso l'uomo ragno 2012''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2012, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]] feat. [[Don Joe]]. *''E non abbiamo lasciato morire i sogni, solo il Tamagotchi.'' (da ''Sempre noi'', n. 1) ===''Max 20''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2013, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]]. *''T'ho incontrata ma | tu non mi hai visto | eri in macchina | è stato un attimo | ma il mio cuore si è | come bloccato | o era fermo prima e | ha ripreso a battere.'' (da ''L'universo tranne noi'') *''Eravamo quel che tutti sognano, | quell'amore che i cantanti cantano, | tanto forte potente immenso che, | sembra esagerato ed impossibile, | e che il petto fa quasi esplodere, | senza il quale non si può più vivere, | che potrebbe scomparire l'universo tranne noi.'' (da ''L'universo tranne noi'') ===''Astronave Max''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2015, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]] con la collaborazione di Davide Ferrario. *''Sotto luci colorate | balleremo immobili | mentre il mondo sarà in festa | anche solo guardandoci | il tuo nome | il tuo nome esploderà | scritto su una nuvola | per la vita intera.'' (da ''I fiori nel deserto'', n. 5) ==Citazioni su Max Pezzali== *''Dopo il suo rifiuto l'hanno chiuso in una stanza | ad ascoltare Max Pezzali per l'eternità.'' ([[Pinguini Tattici Nucleari]]) *Oh, io so' del 1983, quindi per me le cassettine degli 883 sono state la prima cosa che ho ascoltato autonomamente che non fossero le sigle dei cartoni animati o i cantautori dei miei genitori. Io ci ho un rapporto proprio viscerale con quei pezzi, non me lo leverà mai nessuno. Per questo io di richieste di collaborazioni col mainstream ne ho ricevute un sacco, mai prese in considerazione, ma quando mi è arrivata quella di Max Pezzali per me era proprio una roba emotivamente devastante. Come se non bastasse, la prima volta che lo incontro mi porta un regalo: il vinile suo originale di Skins e Punks = T.N.T., quello coi Nabat, Dioxina, Rappresaglia e ARRM. Che uno pensa ma che cazzo c'entra Max Pezzali con questa roba? E invece scopri che lui ha un passato punk e oi e io questa cosa in realtà dentro di me l'ho sempre saputa, perché al netto dei diversi generi musicali io rimango convinto che quella retorica del fallimento e del reietto di cui sono intrisi i pezzi punk, è la stessa che cantavano gli 883 e pertanto io considero quella copertina in assoluta continuità con tutto quello che ho fatto finora! E comunque sta cosa che è nazista è una cazzata. ([[Zerocalcare]]) *Un autore indimenticabile, come persona diciamo che lo è un po' meno. ([[Claudio Cecchetto]]) *Una vita sprecata ad ascoltare Guccini pensando m'illuminasse su questo povero paese, e invece il verso che racconta il presente l'aveva scritto Max Pezzali.<br />Una quotidiana guerra con la razionalità. ([[Guia Soncini]]) ==Bibliografia== *Max Pezzali, ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar'', Arnoldo Mondadori Editore. *Max Pezzali, ''Per prendersi una vita'', Baldini Castoldi Dalai Editore. ==Voci correlate== *[[883]] *[[Mauro Repetto]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Time Out (Max Pezzali)|''Time Out''|}} {{Pedia|Il mondo insieme a te||}} {{Pedia|Terraferma (album)|''Terraferma''|}} {{Pedia|Hanno ucciso l'uomo ragno 2012||}} {{Pedia|Astronave Max}} {{DEFAULTSORT:Pezzali, Max}} [[Categoria:Cantautori italiani]] 4ezvb99ey94f2rtraqcud96r0l1ctuh 1349898 1349892 2024-11-02T17:35:49Z Ibisco 49387 /* Citazioni su Max Pezzali */ + 1 1349898 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Max Pezzali at Cartoomics 2013-1 (cropped).jpg|thumb|Max Pezzali nel 2013]] '''Massimo Pezzali''' (1967 – vivente), cantautore italiano, fondatore, leader e voce degli [[883]]. ==Citazioni di Max Pezzali== *Forse un giorno si scoprirà che da qualche parte esiste un piccolo gene, simpatico ma a volte un po' rompicoglioni, che invoglia, stimola e spinge alcuni di noi a riunirsi nei bar. (da ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar'') *Un assioma: a [[Pavia]] si divertono TUTTI gli studenti tranne quelli del posto. (da ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar'') *Qualcuno d'importante ha detto che non ha senso vivere la vita se non si ha modo di raccontarla. O forse non lo ha detto nessuno, e a dire il vero non è neanche 'sto granché come aforisma. Però penso contenga un fondo di verità: se non la organizziamo in una struttura narrativa, in una griglia logica che gli dia un significato, la nostra esistenza è solo un susseguirsi di episodi più o meno casuali. I racconti di guerra dei nonni, le fotografie dei giapponesi sotto la Torre di Pisa, i tatuaggi per gli amori finiti male, i filmini della Prima Comunione, sono tutti tentativi di scrivere una sceneggiatura, di dividere in capitoli la nostra vita in modo che le esperienza belle e brutte, le persone care e quelle incrociate per un istante, i luoghi attraversati durante il viaggio e le emozioni provate non vadano perdute per sempre "[[Blade Runner|come lacrime nella pioggia]]". Perdonate la citazione scontata. (da ''Per prendersi una vita'') ==Citazioni tratte da canzoni== ===''Il mondo insieme a te''=== '''Etichetta''': CGD East West, 2004, prodotto da [[Pierpaolo Peroni]] e [[Marco Guarnerio]]. * ''In ogni [[viaggio]] trovati una storia da imparare, poi quando torni la racconterai. Ogni tanto buttati a caso in un bar, siediti ad un tavolo in penombra ed ascolta che cosa dicon le persone.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''Ricordati chi sei, ricordati da dove vieni, ricorda il tuo passato senza subirlo mai.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''Sostieni le tue opinioni senza giudicare | e se vorrai cambiare idea la cambierai.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''Credi nell'amicizia vera non ne dubitare | specie nel giorno in cui qualcuno la tradirà.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''Non ti vergognare di quello che hai | fatti i complimenti ma quando te li meriti dai | che lo sai.'' (da ''Fai come ti pare'', n. 1) * ''C'è un tempo per i primi sospiri tesi insicuri | finché l'imbarazzo va via | col sincronismo dei movimenti, coi gesti lenti | conosciuti solo in teoria.'' (da ''Lo strano percorso'', n. 2) * ''Lo strano percorso di ognuno di noi | che neanche un grande libro un grande film potrebbero descrivere mai | per quanto è complicato e imprevedibile | per quanto in un secondo tutto può cambiare niente resta com'è.'' (da ''Lo strano percorso'', n. 2) * ''C'è un tempo per qualcosa sul viso | come un sorriso che non c'era ieri e oggi c'è | sembrava ormai lontano e distante | perso per sempre | invece è ritornato con te.'' (da ''Lo strano percorso'', n. 2) * ''Sei il primo mio pensiero che | al mattino mi sveglia | l'ultimo desiderio che | la notte mi culla | sei la ragione più profonda di ogni mio gesto | la storia più incredibile che conosco.'' (da ''Eccoti'', n. 4) * ''Eccoti come un uragano di vita e sei qui | non so come tu sia riuscita a prendermi | dal mio sonno, scuotermi e riattivarmi il cuore''. (da ''Eccoti'', n. 4) * ''Eccoti, anche ora che non sei in casa | tu sei qui, mi parla di te ogni cosa.'' (da ''Eccoti'', n. 4) * ''Eccoti finalmente sei arrivata e sei qui | non sai quanto mi sei mancata | speravo tu esistessi però | non immaginavo tanto.'' (da ''Eccoti'', n. 4) * ''Non importa dove andiamo né quello che si fa | non importa con chi usciamo né che ora si farà | non mi sembra neanche vero | posso essere me stesso esser sincero | senza alcuno sdoppiamento di personalità.'' (da ''Siamo io e te'', n. 5) * ''Com'è bello il [[mondo]] insieme a te | mi sembra impossibile che tutto ciò che vedo c'è | da sempre solo che io non sapevo come fare | per guardare ciò che tu mi fai vedere.'' (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6) * ''E invece tu sei qui | e mi hai dato tutto questo | e invece tu sei qui e hai rimesso al proprio posto | i più piccoli pezzi della mia esistenza | componendoli, dando loro una coerenza.'' (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6) * ''Com'è grande il [[mondo]] insieme a te | è come rinascere e vedere finalmente che | rischiavo di perdere mille miliardi e più di cose | se tu non mi avessi fatto il dono di dividerle con me''. (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6) * ''E invece tu sei qui non per prendere o lasciare | ma per rendermi ogni giorno un po' migliore | insegnandomi la semplicità di amare.'' (da ''Il mondo insieme a te'', n. 6) * ''Sei stanco è meglio così | meglio non vedere il camioncino | che il latte consegnerà | lui l'ambasciatore del mattino che sveglierà la città | e sarebbe bello se adesso a casa ci fossi tu | con un bacio dormi se no domani non ti alzi più.'' (da ''Con dentro me'', n. 7) * ''Il [[silenzio]] a volte è peggio del rumore che | per lo meno copre il brulicare delle idee | che di notte vengono | che di notte affollano col loro brusio il cervello e lo martellano | e fanno sembrar difficile anche ciò che non lo è | e fanno sembrare enormi anche le cose minime | così mi alzo e guardo te che dormi accanto e penso | che miracolo! Vedi? A volte accadono.'' (da ''Me la caverò'', n. 8) * ''Me la caverò proprio come ho sempre fatto | con le gambe ammortizzando il botto poi mi rialzerò ammaccato non distrutto | basterà una settimana a letto poi verrà da se | ci sarà anche qualche sera in cui usciranno lacrime | ci sarà anche qualche sera in cui starò per cedere | ma poi piano piano tutto passerà | senza accorgermene tutto passerà.'' (da ''Me la caverò'', n. 8) * ''Tutti già fuggiti nei locali a parte i fortunati che | hanno di meglio da fare in spiaggia poi in sella a moto ferme.'' (da ''Essenziale'', n. 9) * ''Sono poche le cose autentiche che restano | e che non perdono valore col passar del [[tempo]] | ma ne acquistano.'' (da ''Mai uguali'', n. 10) ===''Time Out''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2007, prodotto da [[Pierpaolo Peroni]] e [[Claudio Cecchetto]]. *''E cerco sempre dei consigli utili | e cerco delle storie in cui vincono gli umili | cerco una verità che forse non c'e' nemmeno più.'' (da ''Torno subito'', n. 1) *''Cerco le risposte che non troverò | le cerco perche' l'importante e' il viaggio non dove andrò.'' (da ''Torno subito'', n. 1) *''Cerco le emozioni nuove che ha da offrire la mia età | cerco tutto ciò che sa di vento, di oceano e libertà | e cerco di imparare quello che non so | io cerco anche se non capisco prima o poi capirò.'' (da ''Torno subito'', n. 1) *''La vita è qui da vivere | e non da rimpiangere.'' (da ''Time out'', n. 2) *''I problemi quotidiani a volte ci distraggono | i pensieri e le tensioni dopo un po' distruggono | fanno perder troppo tempo in discussioni inutili | tempo che gettiamo al vento per motivi futili.'' (da ''Time out'', n. 2) *''Concentrati a correre senza più riflettere se la [[meta]] valga | poi tutto questo stress ormai non ne son convinto sai.'' (da ''Time out'', n. 2) *''C'è un profumo che passa e che va | Sembra allontanarsi ma poi tornerà.'' (da ''Profumo'', n. 3) *''La memoria non racconta la verità | seleziona solamente ciò che le va | fa sembrare sempre più bello il prima del poi | un passato mitico che non torna mai.'' (da ''Il presente'', n. 4) *''Il futuro è un libro ancora da scrivere | di che cosa parli e per quante pagine | a nessuno è dato saperlo però vorrei | che questo foglio bianco raccontasse di noi.'' (da ''Il presente'', n. 4) *''Il dolore e il freddo si dimenticano | solo un paio di cicatrici rimangono | i bei ricordi restano avvolti nella magia della giovinezza | che s'è fuggita via.'' (da ''Il presente'', n. 4) *''Si poteva fare meglio | ma anche peggio di così.'' (da ''Esserci'', n. 5) *''L'errore non si capisce prima di commetterlo.'' (da ''Esserci'', n. 5) *''Certe parole non dette o dette troppo tardi e male | azioni che ancora fanno soffrire | e come pietre ci pesano.'' (da ''Esserci'', n. 5) *''I fuochi si spengono e le ceneri restano | sarà così, forse inspiegabile | ma continua ad ardere il fuoco che avvolge tutti e due | di legna ne ho da vendere.'' (da ''Il meglio'', n. 6) *''E il meglio deve ancora arrivare nei doni che la vita ci porterà | il meglio è ancora tutto da fare | sfruttando a fondo ogni opportunità | senza subire il destino, con tanta forza di volontà | senza temere nessuno, perché noi possiamo farcela!'' (da ''Il meglio'', n. 6) *''E chissà se vale la pena di passare la vita a correre | o se invece la migliore mossa non sia di starmene immobile | e tanto, se l'onda arriva, arriva e basta | non serve perderci la testa | e allora tanto vale sorridere.'' (da ''I filosofi'', n. 7) *''Ma sento sempre che tu ci sei | che anche quand'è dura non te ne vai | che anche coi denti combatterai | sempre accanto a me non mi abbandonerai | sei fantastica, forte come il rock'n roll.'' (da ''Sei fantastica'', n. 8) *''Sei la fonte di energia più potente che ci sia, bomba atomica dritta nello stomaco.'' (da ''Sei fantastica'', n. 8) *''La strada è dura e punisce chi non ha chiaro | il senso basilare di rispetto e umiltà.'' (da ''La strada'', n. 10) ===''Max Live! 2008''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2008, prodotto da [[Pierpaolo Peroni]] e [[Claudio Cecchetto]]. *''Mezzo pieno o mezzo vuoto | questo è il solo ed unico [[bicchiere]] che abbiamo | se si stava meglio quando si stava peggio | non lo so però io vivo adesso.'' (da ''Mezzo pieno mezzo vuoto'', n. 1) *''Ti ho cercata in mezzo ai volti che vedevo intorno a me | più credevo di trovarti più eri inafferrabile | ogni tanto m'illudevo fossi veramente tu | e sentivo la tua voce anche se già non c'eri più.'' (da ''Ritornerò'', n. 2) *''Ed il tempo se ne andò con te | tra i rimpianti e le lacrime | e i ricordi e la felicità | e l'Amore che non tornerà.'' (da ''Ritornerò'', n. 2) *''Le stagioni poi passarono | i ricordi se ne andarono | restò solo la malinconia | dell'Amore che è fuggito via.'' (da ''Ritornerò'', n. 2) ===''Terraferma''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2011, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]]. *''Noi eravamo contenti con niente quando avevamo la tua età.'' (da ''Credi'', n. 1) *''Eppure tutti ti dicono che non puoi avere niente che non va | che è solo la tua pigrizia e la tua mancanza di forza di volontà.'' (da ''Credi'', n. 1) *''Buttare tutto, buttare quello che fa male | o perlomeno buttare quello che non vale | non vale niente o non vale almeno un'emozione.'' (da ''Il mio secondo tempo'', n. 2) *''Quanti armadi da svuotare, quante cose da buttare | che sembravano importanti e invece non mi servono.'' (da ''Il mio secondo tempo'', n. 2) ===''Hanno ucciso l'uomo ragno 2012''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2012, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]] feat. [[Don Joe]]. *''E non abbiamo lasciato morire i sogni, solo il Tamagotchi.'' (da ''Sempre noi'', n. 1) ===''Max 20''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2013, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]]. *''T'ho incontrata ma | tu non mi hai visto | eri in macchina | è stato un attimo | ma il mio cuore si è | come bloccato | o era fermo prima e | ha ripreso a battere.'' (da ''L'universo tranne noi'') *''Eravamo quel che tutti sognano, | quell'amore che i cantanti cantano, | tanto forte potente immenso che, | sembra esagerato ed impossibile, | e che il petto fa quasi esplodere, | senza il quale non si può più vivere, | che potrebbe scomparire l'universo tranne noi.'' (da ''L'universo tranne noi'') ===''Astronave Max''=== '''Etichetta''': Warner Music, 2015, prodotto da [[Claudio Cecchetto]] e [[Pierpaolo Peroni]] con la collaborazione di Davide Ferrario. *''Sotto luci colorate | balleremo immobili | mentre il mondo sarà in festa | anche solo guardandoci | il tuo nome | il tuo nome esploderà | scritto su una nuvola | per la vita intera.'' (da ''I fiori nel deserto'', n. 5) ==Citazioni su Max Pezzali== *''Dopo il suo rifiuto l'hanno chiuso in una stanza | ad ascoltare Max Pezzali per l'eternità.'' ([[Pinguini Tattici Nucleari]]) *È stato il mio migliore amico in assoluto, non potrò mai avere un migliore amico come lui. Quando sei suo amico diventi una sola persona, ha inventiva e generosità, ha la capacità fusionale di farti divertire. ([[Mauro Repetto]]) *Oh, io so' del 1983, quindi per me le cassettine degli 883 sono state la prima cosa che ho ascoltato autonomamente che non fossero le sigle dei cartoni animati o i cantautori dei miei genitori. Io ci ho un rapporto proprio viscerale con quei pezzi, non me lo leverà mai nessuno. Per questo io di richieste di collaborazioni col mainstream ne ho ricevute un sacco, mai prese in considerazione, ma quando mi è arrivata quella di Max Pezzali per me era proprio una roba emotivamente devastante. Come se non bastasse, la prima volta che lo incontro mi porta un regalo: il vinile suo originale di Skins e Punks = T.N.T., quello coi Nabat, Dioxina, Rappresaglia e ARRM. Che uno pensa ma che cazzo c'entra Max Pezzali con questa roba? E invece scopri che lui ha un passato punk e oi e io questa cosa in realtà dentro di me l'ho sempre saputa, perché al netto dei diversi generi musicali io rimango convinto che quella retorica del fallimento e del reietto di cui sono intrisi i pezzi punk, è la stessa che cantavano gli 883 e pertanto io considero quella copertina in assoluta continuità con tutto quello che ho fatto finora! E comunque sta cosa che è nazista è una cazzata. ([[Zerocalcare]]) *Un autore indimenticabile, come persona diciamo che lo è un po' meno. ([[Claudio Cecchetto]]) *Una vita sprecata ad ascoltare Guccini pensando m'illuminasse su questo povero paese, e invece il verso che racconta il presente l'aveva scritto Max Pezzali.<br />Una quotidiana guerra con la razionalità. ([[Guia Soncini]]) ==Bibliografia== *Max Pezzali, ''Stessa storia, stesso posto, stesso bar'', Arnoldo Mondadori Editore. *Max Pezzali, ''Per prendersi una vita'', Baldini Castoldi Dalai Editore. ==Voci correlate== *[[883]] *[[Mauro Repetto]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} ===Opere=== {{Pedia|Time Out (Max Pezzali)|''Time Out''|}} {{Pedia|Il mondo insieme a te||}} {{Pedia|Terraferma (album)|''Terraferma''|}} {{Pedia|Hanno ucciso l'uomo ragno 2012||}} {{Pedia|Astronave Max}} {{DEFAULTSORT:Pezzali, Max}} [[Categoria:Cantautori italiani]] 9r28s7gk270phu0nt2i31s7dxcuwgnh Incipit/C 0 17328 1349839 1349280 2024-11-02T13:38:15Z Udiki 86035 Francisco Coloane 1349839 wikitext text/x-wiki <noinclude>{{incipit|lettera=C}}</noinclude> ==C== <span id="Ca"></span> *'''[[Lorena Cabo]]''' **Il libro di Jade *'''[[Jaume Cabré]]''' **Sua signoria *'''[[Guillermo Cabrera Infante]]''' **Tre tristi tigri *'''[[Felice Caccamo]]''' **Frittura globale totale *'''[[Antonio Caccianiga]]''' **Il bacio della contessa Savina **Il dolce far niente **Il roccolo di Sant'Alipio **La dote d'Orsolina **La famiglia Bonifazio **Lo zio ministro **Rivelazioni d'un'ostrica *'''[[Niccolò Cacciatore]]''' **Viaggio ai bagni minerali di Sclafani *'''[[P. 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Bruce Cameron]]''' **Dalla parte di Bailey. Una storia per umani *'''[[Andrea Camilleri]]''' **Gli arancini di Montalbano **Il birraio di Preston **Il re di Girgenti **Il tailleur grigio **L'età del dubbio **La concessione del telefono **La forma dell'acqua **La mossa del cavallo **La paura di Montalbano **La presa di Macallè **La prima indagine di Montalbano **La stagione della caccia **La vampa d'agosto **La voce del violino **Le pecore e il pastore **Privo di titolo **Un filo di fumo **Un mese con Montalbano **Un sabato, con gli amici *'''[[Giulio Camillo Delminio]]''' **L'idea del Theathro *'''[[Mario Camis]]''' **Metabolismo basale ed alimentazione in Somalia *'''[[Salvadore Cammarano]]''' **Lucia di Lammermoor *'''[[Luís de Camões]]''' **I Lusiadi: poema *'''[[Ferdinando Camon]]''' **La malattia chiamata uomo *'''[[Dino Campana]]''' **Sogno di prigione *'''[[Tommaso Campanella]]''' **La Città del Sole **Lettere di Tommaso Campanella raccolte ed annotate da Michele Baldacchini *'''[[Achille Campanile]]''' **Il povero Piero **Ma che cos'è quest'amore? **Se la luna mi porta fortuna *'''[[Ramsey Campbell]]''' **Attento all'uccellino **L'intrattenimento **Mackintosh Willy *'''[[Ridolfo Campeggi]]''' **La morte di Florigella *'''[[Rossana Campo]]''' **In principio erano le mutande *'''[[Luigi Campolonghi]]''' **La nuova Israele **Nella tormenta *'''[[Piero Camporesi]]''' **Camminare il mondo **I balsami di Venere **Il paese della fame **Il pane selvaggio **La miniera del mondo **Le belle contrade *'''[[Albert Camus]]''' **Il mito di Sisifo **L'esilio e il regno **L'estate e altri saggi solari **L'uomo in rivolta **La caduta **La morte felice **La peste **Lo straniero *'''[[Luca Canali]]''' **Augusto. Braccio violento della storia **Intervista a cinque fantasmi *'''[[Manlio Cancogni]]''' **Allegri, gioventù **Il costo del progresso **Il ritorno **La cugina di Londra **Storia dello squadrismo *'''[[Giovanni Battista Candotti]]''' **Il cjalzumît *'''[[Alessandro Canestrini]]''' **La società degli animali **Nel mondo dei parassiti *'''[[Giovanni Canestrini]]''' **Antropologia **L'istinto nel regno animale **Valore delle ipotesi in Biologia *'''[[Elias Canetti]]''' **Auto da fé **Il frutto del fuoco **La lingua salvata **Le voci di Marrakesh *'''[[Luciano Canfora]]''' **Esportare la libertà **La natura del potere *'''[[Ethan Canin]]''' **Portami al di là del fiume *'''[[Luigi Canina]]''' **L'architettura antica descritta e dimostrata coi monumenti *'''[[Ivan Cankar]]''' **Il servo Jernej e il suo diritto *'''[[Stanislao Cannizzaro]]''' **Sunto di un corso di filosofia chimica *'''[[Antonio Cano]]''' **Sa Vitta et sa Morte, et Passione de sanctu Gavinu, Prothu et Januariu *'''[[Alessandro Canobbio]]''' **Ragionamento sopra la riforma fatta da n.s. papa Gregorio XIII *'''[[Stanislao Canovai]]''' **Elementi di fisica matematica *'''[[Richard Cantillon]]''' **Saggio sulla natura del commercio in genere *'''[[Alberto Cantoni]]''' **Humour classico e moderno: Grotteschi **Il demonio dello stile: tre novelle ***Il demonio dello stile ***L'altalena delle antipatie ***Più persone e un cavallo **L'illustrissimo romanzo **Novelle – Racconti – Grotteschi **Pietro e Paola con seguito di bei tipi: Novella critica **Scaricalasino: grotteschi **Un re umorista: memorie *'''[[Carlo Cantoni]]''' **Emanuele Kant *'''[[Giovanni Cantoni]]''' **Il sistema filosofico di Carlo Cattaneo **Su alcune condizioni fisiche dell'affinità e sul moto browniano *'''[[Cesare Cantù]]''' **Biografie per corredo alla Storia universale **Il Sacro Macello di Valtellina **Margherita Pusterla: racconto storico **Storia degli Italiani **Storia della letteratura italiana *'''[[Ignazio Cantù]]''' **Guida pei monti della Brianza e per le terre circonvicine *'''[[Cao Xueqin]]''' **Il sogno della camera rossa *'''[[Martín Caparrós]]''' **Non è un cambio di stagione *'''[[Bartolommeo Capasso]]''' **La casa e la famiglia di Masaniello *'''[[Scipione Capece]]''' **Carme genetliaco di Gesù Cristo *'''[[Jean-Baptiste Capefigue]]''' **I cento giorni **Storia di Carlomagno *'''[[Karel Čapek]]''' **R.U.R. Rossum's Universal Robots **Una vita qualunque *'''[[Galeazzo Flavio Capella]]''' **Della eccellenza e dignità delle donne *'''[[Angelo Felice Capelli]]''' **Breve compendio d'operazioni geometriche *'''[[Gabriele Capodilista]]''' **Itinerario in Terra Santa *'''[[Gaspare Capone]]''' **Discorso sopra la storia delle leggi patrie *'''[[Truman Capote]]''' **A sangue freddo **Altre voci, altre stanze **Colazione da Tiffany **Preghiere esaudite *'''[[Giuseppe Cappelletti]]''' **Storia della Repubblica di Venezia *'''[[Licurgo Cappelletti]]''' **Della civiltà e della sua storia **Le donne della rivoluzione **Storia di Vittorio Emanuele II e del suo Regno *'''[[Gaetano Cappelli]]''' **Storia controversa dell'inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo *'''[[Gino Capponi]]''' **Storia della Repubblica di Firenze **Storia di Pietro Leopoldo *'''[[Alessandro Capra]]''' **Nuova architettura dell'agrimensura di terre e acque *'''[[Fritjof Capra]]''' **Il Tao della fisica *'''[[Luigi Capranica]]''' **Fra Paolo Sarpi **La contessa di Melzo **Le donne di Nerone **Papa Sisto **Re Manfredi *'''[[Antonio Caprarica]]''' **Oro, argento e birra **Papaveri e papere *'''[[Giulio Caprin]]''' **Gli animali alla guerra *'''[[Luigi Capuana]]''' **Cardello **C'era una volta...: fiabe ***Spera di sole ***Le arance d'oro ***Ranocchino ***Senza-orecchie ***Il Lupo-mannaro ***Cecina ***L'albero che parla ***I tre anelli ***La vecchina ***La fontana della bellezza ***Il cavallo di bronzo ***L'uovo nero ***La figlia del Re ***Serpentina ***Il soldo bucato ***Tì, tìriti, tì ***Testa-di-rospo ***Topolino ***Il racconta-fiabe ***La Reginotta **Cronache letterarie **Delitto ideale **Giacinta **Gli 'ismi' contemporanei **Il benefattore **Il Drago e cinque altre novelle per fanciulli ***Il Drago ***La prima sigaretta ***I padroncini ***La Commissione ***Aria! Moto! ***Paura **Il marchese di Roccaverdina **Il nemico è in noi **Il raccontafiabe ***Piuma-d'-oro ***Grillino ***La Mammadraga ***Re Tuono ***Fata Fiore ***Trottolina ***Mastro Acconcia-e-guasta ***La figlia dell'Orco ***Bambolina ***Il barbiere ***Il gattino di gesso ***Il mugnaio ***L'ago ***La padellina ***L'asino del gessaio ***I due vecchietti ** I Paralipomeni del Lucifero di Mario Rapisardi **Profumo **Racconti ***Delfina ***Il canonico Salamanca ***Parola di donna **Rassegnazione **Scurpiddu **Spiritismo? **Tirititùf **Un vampiro ***Un vampiro ***Fatale influsso *'''[[Giovanni Capurro]]''' **Buscia! *'''[[Enrichetta Caracciolo]]''' **Misteri del chiostro napoletano *'''[[Domenico Carbone]]''' **Sono italiano *'''[[Giulio Carcano]]''' **Angiola Maria **Damiano: storia d'una povera famiglia **La Nunziata. Novelle campagnuole *'''[[Raffaele Carcano]]''' **Le scelte di vita di chi pensa di averne una sola **Storia dell'antilaicità *'''[[Orson Scott Card]]''' **Dogwalker **I figli della mente **I ribelli di Treason **Il gioco di Ender **L'uomo sorridente **Wyrm *'''[[Lara Cardella]]''' **Volevo i pantaloni *'''[[Marie Cardinal]]''' **Le parole per dirlo *'''[[Giosuè Carducci]]''' **A Satana **Conversazioni critiche **Della «Canzone di Legnano» **Giambi ed epodi **Juvenilia **Odi barbare **Rime e ritmi **Rime nuove *'''[[Jacqueline Carey]]''' **Il dardo e la rosa *'''[[Leopoldo Carlesimo]]''' **Baobab *'''[[Niccolò Carletti]]''' **Istituzioni di architettura idraulica *'''[[Filippo Carli]]''' **La borghesia fra due rivoluzioni *'''[[Gian Rinaldo Carli]]''' **Dell'origine e del commercio della moneta **Dissertazione intorno alla declinazione, o variazione della calamita, e bussola nautica, dal polo **Lettere americane *'''[[Massimo Carlotto]]''' **Il mistero di Mangiabarche **L'amore del bandito **Le irregolari-Buenos Aires Horror Tour **Storia di Gabriella, vedova di mala *'''[[Christoffer Carlsson]]''' **Lo strano caso di Stoccolma *'''[[Teresa Carniani]]''' **Autobiografia *'''[[Giampiero Carocci]]''' **Storia del fascismo *'''[[Guido Carocci]]''' **Donatello. Memorie - Opere **I dintorni di Firenze **Il ghetto di Firenze **Il Valdarno da Firenze al mare *'''[[Francesco Carofiglio]]''' **Radiopirata *'''[[Gianrico Carofiglio]]''' **Ad occhi chiusi **Il silenzio dell'onda **Le tre del mattino **Ragionevoli dubbi **Testimone inconsapevole *'''[[Hans Carossa]]''' **Adolescenza *'''[[Leone Carpi]]''' **Del riordinamento amministrativo del Regno *'''[[Caleb Carr]]''' **L'Alienista *'''[[Terry Carr]]''' **L'inutile cerimonia **Vivono su livelli *'''[[Patrizia Carrano]]''' **Illuminata *'''[[Enrico Carrara]]''' **Jacopo Sannazaro *'''[[Andrea Carraro]]''' **Botte agli amici **Il branco *'''[[Valentino Carrera]]''' **Capitale e mano d'opera **Gli ultimi giorni di Goldoni **La dedica **La quaderna di Nanni **Scarabocchio **Un avvocato dell'avvenire *'''[[Jorge Carrera Andrade]]''' **Cacciatore di nuvole *'''[[Emmanuel Carrère]]''' **I baffi **Il regno **L'avversario **La settimana bianca **Limonov **Vite che non sono la mia *'''[[Tori Carrington]]''' **Piccanti segreti *'''[[Donato Carrisi]]''' **Il suggeritore *'''[[Lewis Carroll]]''' **Alice nel Paese delle Meraviglie **Attraverso lo specchio **Sylvie e Bruno *'''[[Rachel Carson]]''' **Primavera silenziosa *'''[[Angela Carter]]''' **In compagnia dei lupi **La sposa della tigre **Venere nera *'''[[Lin Carter]]''' **La torre sull'orlo del tempo *'''[[Cartesio]]''' **Discorso sul metodo **Le passioni dell'anima **Regole per la guida dell'intelligenza *'''[[Pino Caruso]]''' **L'uomo comune *'''[[Raymond Carver]]''' **America oggi **Biciclette, muscoli, sigarette **Cattedrale **Da dove sto chiamando **Di cosa parliamo quando parliamo d'amore **Il mestiere di scrivere **Scuola serale **Se hai bisogno, chiama. Racconti postumi e giovanili **Vuoi star zitta per favore? *'''[[Carla Maria Casanova]]''' **Renata Tebaldi, la voce d'angelo *'''[[Giacomo Casanova]]''' **Il duello **Lettera a un maggiordomo **Storia della mia fuga dai Piombi **Storia della mia vita *'''[[Bartolomé de Las Casas]]''' **Istoria o Brevissima relatione della distruttione dell'Indie Occidentali *'''[[Sveva Casati Modignani]]''' **Anna dagli occhi verdi **Caterina a modo suo **Disperatamente Giulia **Donna d'onore **E infine una pioggia di diamanti **Lezione di tango **Un amore di marito **Vaniglia e cioccolato *'''[[Gian Carlo Caselli]]''' **Un magistrato fuori legge *'''[[Giuseppe Cassella]]''' **Saggio d'un tentativo per risolvere l'equazioni di tutt'i gradi *'''[[Francesco Cassi]]''' **Notizie intorno alla vita e alle opere del cavaliere Vincenzo Monti *'''[[Riccardo Cassini]]''' **Nutella Nutellae *'''[[Carlo Cassola]]''' **Fausto e Anna **Gisella **I vecchi compagni **Il cacciatore **Il taglio del bosco **L'amore tanto per fare **L'uomo e il cane **La disavventura **La ragazza di Bube **La visita **Le amiche **Monte Mario **Paura e tristezza **Rosa Gagliardi **Tempi memorabili **Un cuore arido **Una relazione *'''[[Gaspare Luigi Cassola]]''' **Dell'astronomia *'''[[Jean Cassou]]''' **Il centro del mondo *'''[[Carlos Castaneda]]''' **Gli insegnamenti di don Juan **Il fuoco dal profondo **Il potere del silenzio **L'arte di sognare **L'isola del tonal **Una realtà separata **Viaggio a Ixtlan *'''[[Carlo Castellaneta]]''' **Anni Beati **La vita di Raffaele Gallo **Notti e nebbie **Progetti di allegria *'''[[Benedetto Castelli]]''' **Alcuni opuscoli filosofici del padre abbate D. Benedetto Castelli da Brescia **Discorso inedito sopra la calamita *'''[[David Castelli]]''' **Della poesia biblica **La legge del popolo Ebreo *'''[[Giulio Castelli]]''' **Gli ultimi fuochi dell'Impero Romano **476 A.D. L'ultimo imperatore *'''[[Manuel Castells]]''' **La questione urbana *'''[[Enrico Castelnuovo]]''' **Dal primo piano alla soffitta **I coniugi Varedo **Il fallo d'una donna onesta **Il maestro di calligrafia **Il Professore Romualdo **I Moncalvo **Nella lotta **Nozze d'oro **Sotto l'ombrello **Una notte infernale **Un naufragio *'''[[Giovanni Battista Casti]]''' **Gli animali parlanti **Le novelle di Giambattista Casti ***Il berretto magico ***La camicia dell'uomo felice ***Le due Sunamitidi ***La diavolessa ***La celia ***La divota ***Prometeo e Pandora ***Il purgatorio ***Lo spirito ***L'abito non fa il monaco **Opere scelte ***La grotta di Trofonio. Dramma giocoso per musica ***Il re Teodoro in Venezia. Dramma eroi-comico per musica ***L'asino *'''[[Baldassarre Castiglione]]''' **Il libro del Cortegiano *'''[[Luigi Castiglioni (botanico)|Luigi Castiglioni]]''' **Viaggio negli Stati Uniti dell'America settentrionale *'''[[Linda Castillo]]''' **La lunga notte *'''[[Pietro Antonio Cataldi]]''' **Trattato de' numeri perfetti *'''[[Vittorio Catani]]''' **Gli universi di Moras **Storia di Nino *'''[[Giovan Battista Catena]]''' **M'è sparito dagli occhi il mio bel Sole *'''[[Caterina da Bologna]]''' **De Nativitate Christi *'''[[Caterina da Siena]]''' **Libro della divina dottrina volgarmente detto Dialogo della divina provvidenza *'''[[Willa Cather]]''' **Il canto dell'allodola **Il mio mortale nemico **La mia Antonia **O pionieri! **Ombre sulla rocca *'''[[Marco Porcio Catone]]''' **De agri cultura *'''[[Giuseppe Catozzella]]''' **Alveare *'''[[Carlo Cattaneo]]''' **Dell'India antica e moderna **Gli antichi messicani **La città considerata come principio ideale delle istorie italiane **Il Politecnico Repertorio mensile di studj applicati alla prosperita e coltura sociale **Notizie naturali e civili su la Lombardia **Psicologia delle menti associate **Vita di Dante di Cesare Balbo *'''[[Evelina Cattermole]]''' **L'innamorata *'''[[Gaio Valerio Catullo]]''' **Carmi *'''[[Guido Cavalcanti]]''' **Rime ***Fresca rosa novella ***Avete 'n vo' li fior' e la verdura ***Biltà di donna e di saccente core ***Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira ***Li mie' foll' occhi, che prima guardaro *'''[[Felice Cavallotti]]''' **La sposa di Mènecle **Lea **Lettera agli onesti di tutti i partiti *'''[[Otello Cavara]]''' **Voli di guerra. Impressioni di un giornalista pilota *'''[[Cristiano Cavina]]''' **I frutti dimenticati <span id="Cb"></span> <span id="Cc"></span> <span id="Cd"></span> <span id="Ce"></span> *'''[[Emilio Cecchi]]''' **Pesci rossi *'''[[Anton Cechov]]''' **Il duello **Il gabbiano **Il giardino dei ciliegi **La lota **La steppa **Nelle tenebre **Tre sorelle **Uno "choc" nervoso **Una storia noiosa *'''[[Camilla Cederna]]''' **Il lato debole **Giovanni Leone *'''[[Camilo José Cela]]''' **La bestia sopita **La famiglia di Pascual Duarte *'''[[Gianni Celati]]''' **Comiche **La banda dei sospiri *'''[[Felice Celato]]''' **Fuori sincrono *'''[[Rosita Celentano]]''' **Oltre la pelle *'''[[Emanuele Celesia]]''' **Linguaggio e proverbi marinareschi *'''[[Louis-Ferdinand Céline]]''' **Il Dottor Semmelweis **Morte a credito **Nord **Viaggio al termine della notte *'''[[Celso (filosofo)]]''' **Il discorso vero *'''[[Aulo Cornelio Celso]]''' **De medicina libri octo *'''[[Giovanni Cena]]''' **Gli ammonitori **Homo **In Umbra *'''[[Blaise Cendrars]]''' **Rapsodie gitane *'''[[Silvestro Centofanti]]''' **Del diritto di nazionalità in universale e di quello della nazionalità italica in particolare *'''[[Biagio Cepollaro]]''' **La notte dei botti *'''[[Umberto Cerroni]]''' **Il pensiero politico del Novecento **Il pensiero politico italiano *'''[[Cenne da la Chitarra]]''' **Risposta per contrarî ai sonetti de' mesi di Folgore da San Geminiano *'''[[Cennino Cennini]]''' **Il libro dell'arte, o Trattato della pittura *'''[[Ascanio Centorio Degli Ortensi]]''' **Discorsi di guerra *'''[[Vincenzo Cerami]]''' **La gente *'''[[Javier Cercas]]''' **Anatomia di un istante **Soldati di Salamina *'''[[Martha Cerda]]''' **La borsa della signora Rodriguez *'''[[Olga Ceretti]]''' **Soltanto scherno per l'amore **La Dama Bruna *'''[[Jana Černá]]''' **Clarissa *'''[[Nikolaj Gavrilovič Černyševskij]]''' **Che fare? *'''[[Guido Ceronetti]]''' **Pensieri del Tè *'''[[Antonio Ceruti]]''' **Della seconda e terza guerra punica *'''[[Miguel de Cervantes]]''' **Don Chisciotte della Mancia **Il geloso dell'Estremadura **La conversazione dei cani **La spagnola inglese **La zingarella **Rinconete e Cortadillo *'''[[Alcide Cervi]]''' **I miei sette figli *'''[[Antonio Cervi (giornalista)]]''' **Irma Gramatica *'''[[Guido Cervo]]''' **Il centurione di Augusto **Il segno di Attila **L'aquila sul Nilo **L'onore di Roma *'''[[Gaio Giulio Cesare]]''' **Commentarii de bello gallico **Commentarii de bello civili *'''[[Giovanni Alfredo Cesareo]]''' **Ottobre *'''[[Severino Cesari]]''' **Con molta cura *'''[[Melchiorre Cesarotti]]''' **Poesie di Ossian *'''[[Federico Cesi]]''' **Del Natural Desiderio di Sapere et Institutione de' Lincei per Adempimento di Esso <span id="Cf"></span> <span id="Cg"></span> <span id="Ch"></span> *'''[[Michael Chabon]]''' **Il sindacato dei poliziotti yiddish *'''[[Aidan Chambers]]''' **The Kissing Game *'''[[Robert William Chambers]]''' **L'aggiustareputazioni *'''[[André Chamson]]''' **Il delitto dei giusti *'''[[Karen Chance]]''' **La maledizione delle tenebre **Rivendicata dalle tenebre *'''[[A. Bertram Chandler]]''' **Droga per colazione **Metamorfosi marina *'''[[Elizabeth Chandler]]''' **Baciata da un angelo. Anime gemelle **Innocenti bugie *'''[[Raymond Chandler]]''' **Il grande sonno **Il lungo addio **La sorellina **Specialista in guai *'''[[Jung Chang]]''' **Cigni selvatici *'''[[Charlie Chaplin]]''' **La mia autobiografia *'''[[Fred Chappell]]''' **Storie misteriose *'''[[Rita Charbonnier]]''' **La sorella di Mozart *'''[[Edmonde Charles-Roux]]''' **Dimenticare Palermo *'''[[Suzy McKee Charnas]]''' **L'arazzo del vampiro *'''[[François-René de Chateaubriand]]''' **Genio del Cristianesimo **René *'''[[Maxime Chattam]]''' **Alterra. L'alleanza dei tre *'''[[Bruce Chatwin]]''' **Le vie dei canti **Il viceré di Ouidah *'''[[Geoffrey Chaucer]]''' **I racconti di Canterbury **La leggenda delle donne eccellenti *'''[[John Cheever]]''' **Addio fratello mio *'''[[Gaetano Carlo Chelli]]''' **Fabia **L'eredità Ferramonti **Racconti dell'Apuano ***Per un fiore! ***Il segreto del cuore ***Rimembranze d'estate *'''[[C. J. Cherryh]]''' **Cassandra **Il pozzo di Shiuan **La Lega dei mondi ribelli **La Pietra del Sogno **Straniero in un mondo straniero *'''[[Cherubino da Spoleto]]''' **Regola della vita spirituale *'''[[Jacques Chessex]]''' **L'ultimo cranio del marchese di Sade *'''[[Gilbert Keith Chesterton]]''' **Autobiografia **Eretici **Il club dei mestieri stravaganti **Il Napoleone di Notting Hill **L'osteria volante **L'Uomo che fu Giovedì. Storia di un incubo **La ballata del cavallo bianco **San Francesco d'Assisi **Uomovivo *'''[[Tracy Chevalier]]''' **La dama e l'unicorno **La ragazza con l'orecchino di perla **Quando cadono gli angeli **Strane creature *'''[[Gabriello Chiabrera]]''' **Amedeide: poema eroico *'''[[Alessandro Chiappelli]]''' **La dottrina della resurrezione della carne **Pagine d'antica arte fiorentina *'''[[Chiara d'Assisi]]''' **La visione dello specchio *'''[[Piero Chiara]]''' **I giovedì della signora Giulia **Il mio paese **Il piatto piange **Il pretore di Cuvio **L'abuso del vivere **L'uovo al cianuro e altre storie **La spartizione **La stanza del Vescovo **Le avventure di Pierino **Le corna del diavolo **Una spina nel cuore *'''[[Salvino Chiereghin]]''' **Musica, divina armonia *'''[[Giuseppe Chiarini]]''' **Ugo Foscolo (1778-1827) **Vita di Giacomo Leopardi *'''[[Agostino Chigi]]''' **Il tempo del papa-re: diario del principe don Agostino Chigi dall'anno 1830 al 1855 *'''[[Lee Child]]''' **A prova di killer **Colpo secco **Destinazione inferno **Identità sconosciuta **I dodici segni **Il nemico **L'ora decisiva **La prova decisiva **La verità non basta **La vittima designata **Niente da perdere **Trappola mortale **Una ragione per morire **Via di fuga **Zona pericolosa *'''[[Vere Gordon Childe]]''' **I frammenti del passato **Preistoria della società europea *'''[[Oscar Chilesotti]]''' **L'evoluzione della musica *'''[[Nancy Chodorow]]''' **Essere e fare: un esame interculturale della socializzazione maschile e femminile *'''[[Noam Chomsky]]''' **Siamo il 99% *'''[[Kate Chopin]]''' **Difetto d'amore *'''[[Michał Choromański]]''' **Gelosia e medicina *'''[[Driss Chraïbi]]''' **L'ispettore Alì *'''[[Agatha Christie]]''' **Addio, Miss Marple **Aiuto, Poirot! **Appuntamento con la paura **Assassinio allo specchio **Assassinio sull'Orient Express **Avversario segreto **C'è un cadavere in biblioteca **C'era una volta... **Carte in tavola **Corpi al sole **Dieci piccoli indiani **Dopo le esequie **Due mesi dopo **È troppo facile **È un problema **Fermate il boia **Hercule Poirot indaga ***Il caso della Stella d'Occidente ***La tragedia di Marsdon Manor ***Un appartamento a buon mercato ***Il mistero di Hunter's Lodge ***Un furto da un milione di dollari in obbligazioni ***La maledizione della tomba egizia ***Il furto di gioielli al Grand Metropolitan ***Il rapimento del Primo Ministro ***La sparizione del signor Davenheim ***La disavventura di un nobile italiano ***Il caso del testamento mancante **I sette quadranti **Il mistero del Treno Azzurro **Il mistero della scatola cinese **Il mondo è in pericolo **Il Natale di Poirot **Il pericolo senza nome **Il ritratto di Elsa Greer **Il terrore viene per posta **Istantanea di un delitto **L'assassinio di Roger Ackroyd **La morte nel villaggio **La parola alla difesa **La serie infernale **Le due verità **Le fatiche di Hercule **Macabro quiz **Miss Marple e i tredici problemi ***Il Club del Martedì Sera ***Il tempio di Astarte ***Lingotti d'oro ***Sangue sul lastricato ***Movente contro occasione ***L'impronta del pollice di San Pietro ***Il geranio azzurro ***La dama di compagnia ***I quattro indiziati ***Una tragedia natalizia ***L'erba della morte ***Un incidente al bungalow ***Morte per annegamento **Miss Marple: giochi di prestigio **Miss Marple nei Caraibi **Nella mia fine è il mio principio **Non c'è più scampo **Parker Pyne indaga ***Il caso della moglie di mezz'età ***Il caso del soldato scontento ***Il caso della signora in difficoltà ***Il caso del marito scontento ***Il caso dell'impiegato della City ***Il caso della donna ricca ***Ha tutto quello che le serve? 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Il regicidio *'''[[Arrigo Cipriani]]''' **Anch'io ti amo *'''[[Pietro Citati]]''' **Elogio del dilettante **Kafka **L'armonia del mondo **La colomba pugnalata **Leopardi **Storia prima felice, poi dolentissima e funesta *'''[[Giuseppe Civinini]]''' **Il partito democratico e la guerra <span id="Cj"></span> <span id="Ck"></span> <span id="Cl"></span> *'''[[Tom Clancy]]''' **Attentato alla corte d'Inghilterra **[[La grande fuga dell'Ottobre Rosso]] **Net Force **Op-Center **Rainbow Six **Senza rimorso *'''[[Cassandra Clare]]''' **Shadowhunters ***Città di cenere ***Città di ossa ***Città di vetro ***Città degli angeli caduti **Shadowhunters – Le origini ***L'angelo ***Il principe *'''[[Arthur C. Clarke]]''' **2001: Odissea nello spazio **2010: Odissea due **2061: Odissea tre **3001: Odissea finale **I nove miliardi di nomi di Dio **La stella **Le nuove frontiere del possibile **Le sabbie di Marte **Ombre sulla luna **Risveglio **Un fenomeno chiamato vita **Viaggiate via cavo **Voci di Terra lontana *'''[[John Bates Clark]]''' **La distribuzione della ricchezza *'''[[Susanna Clarke]]''' **Jonathan Strange & il signor Norrell **Piranesi *'''[[Philippe Claudel]]''' **Le anime grigie *'''[[Claudio Claudiano]]''' **Il ratto di Proserpina *'''[[James Clavell]]''' **Il re *'''[[Paul Claudel]]''' **L'annunzio a Maria *'''[[Karl von Clausewitz]]''' **Della guerra *'''[[Hal Clement]]''' **Stella doppia 61 Cygni *'''[[Gianni Clerici]]''' **Il suono del colore *'''[[Howard Clewes]]''' **La montagna *'''[[Lucy Clifford]]''' **La nuova madre *'''[[Ernest Cline]]''' **Armada **Player One *'''[[Paul Cliteur]]''' **La visione laica del mondo *'''[[Franco Clivio]]''' **Non dimenticar le mie parole *'''[[Edward Clodd]]''' **L'uomo primitivo **Storia dell'alfabeto <span id="Cm"></span> <span id="Cn"></span> <span id="Co"></span> *'''[[Kurt Cobain]]''' **Diari *'''[[Harold Cobert]]''' **Un inverno con Baudelaire *'''[[Antonio Cocchi]]''' **Del vitto pitagorico per uso della medicina **Dell'anatomia *'''[[Igino Cocchi]]''' **Connessione delle scienze morali e naturali *'''[[Domenico Cocoli]]''' **Proposizioni fisico-matematiche *'''[[Jean Cocteau]]''' **Diario di uno sconosciuto **Il mio primo viaggio **La spaccata **Thomas l'impostore *'''[[Ernesto Codignola]]''' **Prefazione a Scuola e società *'''[[Diablo Cody]]''' **Candy Girl. Memorie di una ragazzaccia perbene *'''[[Karin S. Coddon]]''' **The Duchess of Malfi: Tirannia e spettacolo nel teatro giacomiano *'''[[Jonathan Coe]]''' **Circolo chiuso **L'amore non guasta **La banda dei brocchi **La casa del sonno **La pioggia prima che cada **La famiglia Winshaw *'''[[Paulo Coelho]]''' **Brida **Il Cammino di Santiago **Il vincitore è solo **L'Alchimista **Le Valchirie **Monte Cinque **Veronika decide di morire *'''[[John Maxwell Coetzee]]''' **Aspettando i barbari **Gioventù **Tempo d'estate. Scene di vita di provincia **Vergogna *'''[[Salvatore Cognetti de Martiis]]''' **Socialismo antico *'''[[Albert Cohen]]''' **Bella del Signore **Il libro di mia madre *'''[[Leonard Cohen]]''' **Il gioco favorito *'''[[Thierry Cohen]]''' **Non lasciarmi andare *'''[[Napoleone Colajanni]]''' **Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause **La Sicilia dai Borboni ai Sabaudi (1860-1900) *'''[[Piero Colaprico]]''' **L'estate del mundial **La donna del campione *'''[[Adrian Cole]]''' **Cicatrici *'''[[Stephen Cole]]''' **Io sono il lupo *'''[[Samuel Taylor Coleridge]]''' **La leggenda del vecchio marinaro *'''[[Colette]]''' **Il grano in erba **Il mio noviziato **L'ingenua libertina **La gatta **La nascita del giorno **Sette dialoghi di bestie *'''[[Eoin Colfer]]''' **Artemis Fowl **Artemis Fowl – L'incidente artico **E un'altra cosa... *'''[[Luis Collado de Lebrija]]''' **Prattica manuale dell'artiglieria *'''[[Cyril Collard]]''' **Le notti selvagge *'''[[Pandolfo Collenuccio]]''' **Canzone alla Morte **Compendio de le istorie del Regno di Napoli *'''[[Pietro Colletta]]''' **Storia del reame di Napoli *'''[[Nicolao Colletti]]''' **Dissertazioni d'algebra *'''[[Jackie Collins]]''' **Le signore di Hollywood *'''[[Nancy A. Collins]]''' **Il blues della ragazza pesce gatto *'''[[Suzanne Collins]]''' **Hunger games **Il canto della rivolta **La ragazza di fuoco *'''[[Wilkie Collins]]''' **La donna in bianco **La pietra di luna *'''[[Carlo Collodi]]''' **I ragazzi grandi **La bella dai capelli d'oro **Le avventure di Pinocchio **Storie allegre ***L'omino anticipato ***Pipì ***La festa di Natale ***Dopo il teatro ***Chi non ha coraggio non vada alla guerra ***L'avvocatino difensore ***Quand'ero ragazzo! ***Una mascherata di Carnevale *'''[[Enzo Collotti]]''' **La soluzione finale *'''[[Licia Colò]]''' **Cuore di gatta *'''[[Francisco Coloane]]''' **Capo Horn **Terra del fuoco *'''[[Adriano Colocci]]''' **Gli Zingari *'''[[Cristoforo Colombo]]''' **Diario di bordo 1492-93 *'''[[Fernando Colombo]]''' **Historie del S. D. FERNANDO COLOMBO *'''[[Gherardo Colombo]]''' **Il vizio della memoria *'''[[Michele Colombo]]''' **Ragionando intorno all'eloquenza de' prosatori italiani *'''[[Severino Colombo]]''' **101 stronzate a cui abbiamo creduto tutti almeno una volta nella vita *'''[[Francesco Colonna]]''' **Hypnerotomachia Poliphili *'''[[Vittoria Colonna]]''' **Rime *'''[[Lucio Giunio Moderato Columella]]''' **De re rustica *'''[[Danila Comastri Montanari]]''' **Cave canem **Cui prodest? **La campana dell'arciprete **Morituri te salutant **Parce sepulto *'''[[Francesca Comencini]]''' **Famiglie *'''[[Giovanni Comisso]]''' **Gente di mare **Giorni di guerra **Gioventù che muore *'''[[Anna Comnena]]''' **Alessiade *'''[[Compagnetto da Prato]]''' **L'amor fa una donna amare **Per lo marito c'ò rio *'''[[Dino Compagni]]''' **Cronica delle cose occorrenti ne' tempi suoi *'''[[Luigi Compagnone]]''' **L'ultima notte *'''[[Compiuta Donzella]]''' **A la stagion che 'l mondo foglia e fiora **Lasciar vorria lo mondo e Dio servire **Ornato di gran pregio e di valenza *'''[[Ivy Compton-Burnett]]''' **Un'eredità e la sua storia *'''[[Arthur Conan Doyle]]''' **Il mastino dei Baskerville **Il mondo perduto **Il ritorno di Sherlock Holmes **Il segno dei quattro **Il taccuino di Sherlock Holmes **Il vampiro del Sussex **L'anello di Thoth **L'ultimo saluto **La scure d'argento **La Valle della Paura **Le avventure di Sherlock Holmes **Le memorie di Sherlock Holmes **Orrore in quota **Uno studio in rosso *'''[[Ally Condie]]''' **Matched *'''[[Ascanio Condivi]]''' **Vita di Michelagnolo Buonarroti raccolta per Ascanio Condivi da la Ripa Transone *'''[[Michael G. Coney]]''' **Sophie *'''[[Confucio]]''' **I dialoghi *'''[[Herbert William Conn]]''' **Il metodo dell'evoluzione *'''[[Richard Connell]]''' **La preda più pericolosa *'''[[Michael Connelly]]''' **Avvocato di difesa **Cronaca nera **Debito di sangue **Ghiaccio nero **Il buio oltre la notte **Il cerchio del lupo **Il Poeta **Il Poeta è tornato **Il ragno **L'ombra del coyote **L'uomo di paglia **La bionda di cemento **La città buia **La città delle ossa **La lista **La memoria del topo **La ragazza di polvere **Lame di luce **Musica dura **Utente sconosciuto **Vuoto di luna *'''[[John Connolly]]''' **Anime morte **Bad men **Gente che uccide **Gli amanti **I tre demoni **Il ciclo delle stagioni **Il libro delle cose perdute **L'angelo delle ossa **La rabbia degli angeli **Le porte dell'inferno sono aperte **Palude **The Reapers **Tutto ciò che muore *'''[[Robert Conquest]]''' **Il grande terrore **Il secolo delle idee assassine **Stalin *'''[[Joseph Conrad]]''' **Agli occhi dell'Occidente **Cuore di tenebra **Giovinezza **Gli idioti **I duellanti **Il nero del «Narciso» **Il piantatore di Malata **L'agente segreto **La linea d'ombra **La locanda delle streghe **Lord Jim **Nostromo **Tifone *'''[[Pat Conroy]]''' **I ragazzi di Charleston *'''[[Vincenzo Consolo]]''' **Il sorriso dell'ignoto marinaio *'''[[Benjamin Constant]]''' **Adolphe *'''[[Paule Constant]]''' **Confidenza per confidenza *'''[[Barbara Constantine]]''' **Tom piccolo Tom *'''[[Conte di Lautréamont]]''' **I canti di Maldoror **Poésies I **Poésies II *'''[[Antonio Conte]]''' **Testa, cuore e gambe *'''[[Augusto Conti]]''' **I discorsi del tempo in un viaggio in Italia *'''[[Robin Cook]]''' **Al posto di Dio **Alterazioni **Cervello **Coma **Contagio **Crisi mortale **Cromosoma 6 **Epidemia **Esperimento **Febbre **Invasion **L'ombra del faraone **La cavia **La mutazione **Marker. Segnali d'allarme **Morbo **Progetto di morte **Segni di vita **Sguardo cieco **Shock **Sindrome fatale **Sonno mortale **Sotto controllo **Vector. Minaccia mortale **Vite in pericolo *'''[[Glenn Cooper]]''' **Il libro delle anime **Il marchio del diavolo **Il tempo della verità **La biblioteca dei morti **La mappa del destino *'''[[Helene Cooper]]''' **Le bambine di Sugar Beach *'''[[Jean Campbell Cooper]]''' **Yin e Yang. L'armonia taoista degli opposti *'''[[Antonio Coppi]]''' **Annali d'Italia **Cenni storici di alcune pestilenze e del colera morbus co' mezzi più efficaci per preservarsene *'''[[Francesco Coppola (politico)|Francesco Coppola]]''' **Fascismo e bolscevismo **La vittoria bifronte *'''[[Ercole Corazzi]]''' **L'architettura militare di Francesco Marchi cittadino bolognese e gentiluomo romano difesa dalla critica del sig. Allano Manesson Mallet parigino *'''[[Scott Corbett]]''' **Telequiz *'''[[Gianni Corbi]]''' **L'avventurosa nascita della repubblica *'''[[Henry Corbin]]''' **Storia della filosofia islamica *'''[[Orso Mario Corbino]]''' **Nozioni di Fisica per le scuole secondarie *'''[[Filippo Cordova]]''' **Inghilterra e Piemonte *'''[[Marie Corelli]]''' **Ziska. La strega delle piramidi *'''[[Victoria Coren]]''' **I Love Poker *'''[[Alvise Corner]]''' **Trattato de la vita sobria *'''[[Giovanni Maria Cornoldi]]''' **La sintesi chimica secondo i principi filosofici di S. Tommaso D'Acquino *'''[[Auguste Cornu]]''' **Marx e Engels dal liberalismo al comunismo *'''[[Bernard Cornwell]]''' **Assalto alla fortezza **Figlia della tempesta **I fucilieri di Sharpe **Il cavaliere nero **La congiura dei fratelli Shakespeare **L'arciere del Re **L'eroe di Trafalgar **L'ultimo Re **La sfida della tigre **La spada e il calice **Territorio nemico **Un cavaliere e il suo Re *'''[[Patricia Cornwell]]''' **A rischio **Al buio **Autopsia virtuale **Cadavere non identificato **Calliphora **Causa di morte **Il Cimitero dei senza nome **Il nido dei calabroni **Insolito e crudele **Kay Scarpetta **L'ultimo distretto **La fabbrica dei corpi **Oggetti di reato **Postmortem **Predatore **Punto di origine **Quel che rimane *'''[[Mauro Corona]]''' **Favola in bianco e nero **I fantasmi di pietra **Il canto delle manére **La fine del mondo storto **Storia di Neve *'''[[Enrico Corradini]]''' **Dante e la nuova Italia **Il nazionalismo italiano **L'Italia e la Guerra **La Patria lontana **Sopra le vie del nuovo impero *'''[[Vincenzo Corrado]]''' **Del cibo pitagorico *'''[[Plinio Corrêa de Oliveira]]''' **Rivoluzione e Controrivoluzione *'''[[Julio Cortázar]]''' **Il persecutore **Il viaggio premio *'''[[Claudio Corte]]''' **Il cavallarizzo **Il cavalerizzo *'''[[Andrea Cortellessa]]''' **L'osso senza carne della parola *'''[[Eugenio Corti]]''' ** Il Cavallo Rosso *'''[[Giuseppe Cosmi]]''' **Liriche *'''[[Luigi Cossa (economista)]]''' **Introduzione allo studio dell'economia politica **Primi elementi di scienza delle finanze *'''[[Pietro Cossa]]''' **Nerone *'''[[Laurence Cossé]]''' **L'incidente **La libreria del buon romanzo *'''[[Andrea Costa]]''' **Addio bella addio! *'''[[Paolo Costa]]''' **Della Sintesi e dell'Analisi *'''[[Cláudio Manuel da Costa]]''' **Canzonette ***Il pastore a Nice ***Nice a il pastore ***Nice **Sonetti ***Apre Giano il gran Tempio; orrido, e nero ***Sposi felici, per la vostra face ***Di così degno Eroe la Regia fronte ***Sorpreso de così sonori accenti ***Non ho valor, che basti; io corro in vano ***Misera rimembranza, che mai tenti! ***Esci d'ingano, o Nice; io non t'adoro ***Non parlarmi d'amor, ingrata Nice ***Dolci compagni miei, dolce mia cura ***Dolci parole, or più non siete quelle ***Non lasciarmi, crudel; quella, ch'io rendo ***Del tuo Fileno alla incerata avena ***Erra d'intorno a me l'ombra onorata ***Questo, che la mia Musa oggi a te rende *'''[[Giuseppe Aurelio Costanzo]]''' **Baciami, baciami, baciami ancora **Gli Eroi della Soffitta *'''[[Maurizio Costanzo]]''' **Preferisco i cani (e un gatto) *'''[[Roberto Cotroneo]]''' **Presto con fuoco *'''[[Sergio Cotta]]''' **Perché la violenza? *'''[[Alberto Cotti]]''' **Il Partigiano D'Artagnan *'''[[Juanita Coulson]]''' **La trama della magia *'''[[Mary Elizabeth Counselman]]''' **La finestra verde **La Settima Sorella *'''[[Douglas Coupland]]''' **Fidanzata in coma **Generazione X **Microservi *'''[[Giobbe Covatta]]''' **L'incontinente bianco **Pancreas **Parola di Giobbe **Sesso? Fai da te! *'''[[Carmen Covito]]''' **Benvenuti in questo ambiente **Scheletri senza armadio *'''[[James Cowan]]''' **Il sogno di disegnare il mondo *'''[[Richard Cowper]]''' **Nulla di molto importante *'''[[Greg Cox]]''' **Underworld *'''[[Diane Coyle]]''' **Economia dell'abbastanza *'''[[James Gould Cozzens]]''' **Ossessione amorosa *'''[[Luigi Cozzi]]''' **Daria e la chiesa **Fantasma di cane **Il concerto del diavolo **Il papiro di Torino <span id="Cp"></span> <span id="Cq"></span> <span id="Cr"></span> *'''[[Robert Crais]]''' **A caccia di un angelo **Corrida a Los Angeles **Countdown **Il mercante di corpi **L.A. killer **L.A. Tattoo **L'angelo custode **L'ostaggio **L'ultimo detective **La città dorme **La prova **La squadra **Lo specialista **Senza protezione *'''[[Stephen Crane]]''' **Il segno rosso del coraggio *'''[[Sara Craven]]''' **Turchese come i tuoi occhi *'''[[Francis Marion Crawford]]''' **Cristina **Il fantasma della bambola **La strega di Praga *'''[[Prosper Jolyot de Crébillon]]''' **Radamisto e Zenobia *'''[[Luigi Cremona]]''' **Opere matematiche **Prolusione al corso di Geometria superiore *'''[[Paolo Crepet]]''' **Sfamiglia *'''[[Jasmine Cresswell]]''' **Mercanti di morte *'''[[Michael Crichton]]''' **Andromeda **Casi di emergenza **Codice Beta **Congo **I cercatori di ossa **Il mondo perduto **Il silenzio degli abissi **Il terminale uomo **In caso di necessità **Jurassic Park **L'evoluzione di Andromeda **L'isola dei pirati **La grande rapina al treno **La vendetta del deserto **La vita elettronica **Mangiatori di morte **Micro **Next **Preda **Punto critico **Rivelazioni **Sfera **Sol levante **Stato di paura **Timeline **Zero Assoluto *'''[[Ann C. Crispin]]''' **Alien. La clonazione *'''[[Girolamo Francesco Cristiani]]''' **Lettera in proposito di cambio o di pronto pagamento *'''[[Benedetto Croce]]''' **Ariosto, Shakespeare e Corneille ***Ariosto ***Corneille ***Shakespeare **Manifesto degli intellettuali antifascisti **Storia d'Europa **Storia d'Italia dal 1871 al 1915 **Storie e leggende napoletane *'''[[Giovanni della Croce]]''' **Cántico espiritual *'''[[Giulio Cesare Croce]]''' **La Farinella **Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino **Le sottilissime astuzie di Bertoldo **Novella di Cacasenno figlio del semplice Bertoldino *'''[[A. J. Cronin]]''' **Angeli della notte **Anni Verdi **Caleidoscopio **E le stelle stanno a guardare **Gran Canaria **Grazia Lindsay **Il castello del cappellaio **Il medico dell'isola **La bellezza non svanirà **La canzone da sei soldi **La cittadella **La luce del nord **La via di Shannon **Le chiavi del paradiso **Ma il cielo non risponde **Viviamo ancora *'''[[Justin Cronin]]''' **I Dodici **Il Passaggio *'''[[Julie Cross]]''' **Tempest *'''[[Ronald Anthony Cross]]''' **Il negozio di campagna <span id="Cs"></span> *'''[[Géza Csáth]]''' **Oppio <span id="Ct"></span> <span id="Cu"></span> *'''[[Geppi Cucciari]]''' **Meglio un uomo oggi *'''[[Lidija Korneevna Čukovskaja]]''' **Sof'ja Petrovna *'''[[Ray Cummings]]''' **Dimensione infinita *'''[[Maria Susanna Cummins]]''' **Il lampionaio *'''[[Giovanni Battista Cuneo]]''' **Biografia di Giuseppe Garibaldi *'''[[Michael Cunningham]]''' **Al limite della notte **Le ore *'''[[Vincenzo Cuoco]]''' **Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799 *'''[[Franco Cuomo]]''' **Carlo Magno **Elogio del libertino *'''[[Carlo Maria Curci]]''' **La questione romana nell'Assemblea francese **Sopra l'Internazionale *'''[[Vittorio Curtoni]]''' **La difficile arte del ricatto *'''[[Nicola Cusano]]''' **La dotta ignoranza *'''[[Karen Cushman]]''' **L'arduo apprendistato di Alice lo Scarafaggio *'''[[Clive Cussler]]''' **Alta marea **Atlantide **Cyclops **Dragon **Enigma **Iceberg **L'oro dell'inca **La città perduta **La stirpe di Salomone **Missione Eagle **Morsa di ghiaccio **Odissea **Onda d'urto **Recuperate il Titanic! **Sahara **Salto nel buio **Tempesta al Polo **Tesoro **Vortice **Virus *'''[[Judith Cutler]]''' **Il custode dei segreti <span id="Cv"></span> *'''[[Marina Ivanovna Cvetaeva]]''' **Desert luoghi **Il diavolo **Il paese dell'anima **L'armadio segreto <span id="Cw"></span> <span id="Cx"></span> <span id="Cy"></span> *'''[[Savinien Cyrano de Bergerac]]''' **L'altro mondo ovvero gli stati e gli imperi della luna <span id="Cz"></span> 1l17r8lw80xvgm1z50haau7eee2ltyx Partita a quattro 0 22311 1349934 543837 2024-11-03T09:35:50Z Spinoziano 2297 revisione dettagli, + citazione su 1349934 wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Partita a quattro |immagine = Designforliving1933.jpg |didascalia = |genere = commedia/sentimentale |regista = [[Ernst Lubitsch]] |soggetto = [[Noël Coward]] ''(pièce)'' |sceneggiatore = [[Ben Hecht]] |produttore = Ernest Lubitsch |attori = * [[Fredric March]]: Tom Chambers * [[Gary Cooper]]: George Curtis * [[Miriam Hopkins]]: Gilda Farrell * [[Edward Everett Horton]]: Max Plunkett * [[Franklin Pangborn]]: signor Douglas * [[Isabel Jewell]]: stenografa di Max * [[Jane Darwell]]: padrona di casa di Curtis * [[Wyndham Standing]]: maggiordomo di Max |doppiatori italiani = * [[Pino Colizzi]]: Tom Chambers * [[Pino Locchi]]: George Curtis * [[Paila Pavese]]: Gilda Farrell * [[Sergio Fiorentini]]: Max Plunkett }} '''''Partita a quattro''''', film statunitense del 1933 con [[Gary Cooper]], [[Miriam Hopkins]] e [[Fredric March]], regia di [[Ernst Lubitsch]]. ==Frasi== *Non ha tutti i torti, il sellino di un velocipede è un po' duro per lo storico didietro di Lady Godiva. ('''Chambers''') *No, è inutile fare i [[Delicatezza|delicati]], meglio piuttosto essere espliciti e senza riserve. Uno dei più cospicui difetti della civiltà nella quale viviamo è il fatto che la gente parla con la lingua infiocchettata. La delicatezza, come hanno detto i filosofi, è la buccia di banana su cui scivola la verità. ('''Chambers''') *L'[[immoralità]] può essere piacevole, ma non al punto di poter prendere il posto di una vita intemerata e di tre buoni pasti al giorno. ('''Plunkett''') *È il momento della [[pubblicità]], la gente pare che viva di slogan. ('''Plunkett''') ==Citazioni su ''Partita a quattro''== *È una partita a tre in cui la penuria di denaro del trio che fa una vita da bohème corrisponde alla privazione del sesso. [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] e [[Ben Hect|Hecht]] hanno camminato sul filo del rasoio per evitare, data la materia, gli attacchi delle potenti associazioni in difesa della pubblica moralità, ma incorsero ugualmente nella censura del Codice Hays, da poco entrato in vigore. [[Edward Everett Horton|E.E. Horton]], principe dei caratteristi, riesce a sopravanzare le 2 star maschili. (''[[il Morandini]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film commedia romantica]] ribl49kwummzg5qj7xm4myrcptdqpk6 Globalizzazione 0 35857 1349942 1243888 2024-11-03T10:08:29Z Ibisco 49387 + 1 citazione 1349942 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:Geokeys.jpg|200px|right]] Citazioni sulla '''globalizzazione'''. ==Citazioni== *Governata, la globalizzazione è un'opportunità. Senza governo, può sfociare nell'anarchia, nella miseria e nella violenza. ([[Carlos Fuentes]]) *Il mondo globalizzato è un mondo caratterizzato da dinamiche politiche ed economiche in cui lo scambio delle merci è più importante della dignità degli esseri umani e in cui le istituzioni politiche vengono manipolate da quelle economiche e degenerano in fazioni o gruppi di interesse. Soltanto una volta che si siano eliminate queste asimmetrie di potere sarà possibile uno scambio politico genuine e una democrazia degna del suo nome. ([[Lea Ypi]]) *Il processo di globalizzazione ha ridotto drasticamente la capacità degli Stati di mantenere sotto il proprio controllo l'organizzazione, la dislocazione e la distribuzione delle forze produttive; ha concentrato contemporaneamente enormi poteri nelle mani di ristrette oligarchie industriali e finanziarie internazionali, le quali hanno preso ad agire senza sottostare al potere sovrano di alcun parlamento e corpo elettorale e senza disporre di alcuna legittimazione democratica, e a dotarsi di possenti mezzi di informazione al fine di orientare l'opinione pubblica a favore dei loro interessi. ([[Massimo L. Salvadori]]) *L'epoca della globalizzazione offre opportunità e conoscenza, portando con sé, allo stesso tempo, il rischio di nuove marginalizzazioni, un rischio che non può essere ignorato né sottovalutato, a partire dall'economia reale, a partire dal lavoro. ([[Maria Elisabetta Alberti Casellati]]) *La cosiddetta "globalizzazione economica" non ha affatto ridotto il solco esistente tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Anzi, lo ha aggravato. ([[Óscar Rodríguez Maradiaga]]) *La globalizzazione, a suo modo, rende un po' più meticce tutte le culture. Ma non dobbiamo dimenticare che, nell'età della globalizzazione, le identità (nazionali, religiose, culturali) riprendono coscienza di sé. ([[Andrea Riccardi]]) *La globalizzazione è un evento determinato da [[tecnologia]] e [[immigrazione]], non dai governi. ([[Tony Blair]]) *Nel mondo reale il pericolo principale non è rappresentato dalle forze della natura, ma [...] dalla violenza dell'attuale globalizzazione neoliberista. Anzi la natura stessa è vittima di questo processo se è vero, come ricorda il biologo [[Edward O. Wilson]], che le specie stanno scomparendo con una velocità di tre all'ora. ([[Vittorio Agnoletto]]) *Nella situazione attuale, l’unica cosa che vale la pena di globalizzare è il dissenso. ([[Arundhati Roy]]) *Purtroppo la globalizzazione va sempre in un verso solo: globale diventa il profitto delle grandi multinazionali che in tutto il mondo viene fatto a spese delle popolazioni locali. E alla gente che proviene da quei paesi, obbligata a fuggire a causa dello sfruttamento delle loro terre e proprio a queste persone noi neghiamo asilo! Ma l'anelito verso l'uguaglianza è irresistibile, ci vorrà tempo prima che si realizzi e in certe situazioni potrebbe anche comportare l'uso della violenza. Non so prevedere quando tutto ciò potrebbe verificarsi. Ma certo non tutti i poveri del mondo continueranno a tacere come agnelli di fronte all'esclusione perenne, non dico dal benessere ma almeno da quel minimo necessario per vivere. ([[Jenny Erpenbeck]]) *Siamo a un tornante storico. La globalizzazione di cui abbiamo cantato le lodi genera un sentimento di rigetto verso le classi dirigenti politiche ed economiche; e nel mio piccolo mi ci metto anch'io. Abbiamo consentito alla globalizzazione di espandere i suoi benefici per tutti noi: abbattere l'inflazione, rivoluzionare insieme con la [[tecnologia]] la vita quotidiana. Ma sono aumentate drammaticamente le differenze tra chi ha e chi non ha {{NDR|riferendosi ai soldi e al cambiamento di prospettive di vita della propria famiglia}}. ([[Carlo De Benedetti]]) *Spinta dal bisogno d'uno smercio sempre più esteso, la borghesia invade il globo intero. Bisogna che dappertutto essa s'impianti, che dappertutto stabilisca e crei dei mezzi di comunicazione.<br />Per mezzo dello sfruttamento del mercato mondiale, la borghesia imprime un carattere cosmopolita alla produzione ed alla consumazione di tutti i paesi. A disperazione dei reazionarii essa tolse all'industria la sua base nazionale. Le vecchie industrie nazionali sono distrutte o sul punto di esserlo. Esse vengono sostituite da nuove industrie la cui introduzione diviene una questione vitale per tutte le nazioni incivilite; industrie che non adoperano più materie prime indigene, bensì materie prime venute dalle regioni più lontane, ed i cui prodotti non si consumano soltanto nel paese stesso, ma in tutti i punti del globo. In luogo dell'antico isolamento locale e nazionale, si sviluppa un traffico universale, una dipendenza mutua delle nazioni. Ciò che avviene nella produzione materiale si riproduce nella produzione intellettuale. Le produzioni intellettuali di una nazione divengono proprietà comune di tutte. L'esclusivismo ed i pregiudizii nazionali divengono ognora più impossibili; e delle diverse letterature nazionali e locali si forma una letteratura universale. (''[[Manifesto del Partito Comunista]]'') *Una globalizzazione che si riduce ai soli aspetti economici è una globalizzazione mutilata, che non tiene conto della situazione di povertà in cui vivono molti esseri umani. ([[Óscar Rodríguez Maradiaga]]) *Una società globalizzata si governa meglio se è fatta di persone con poco senso critico, quindi irrazionali. ([[Danilo Mainardi]]) ===[[Zygmunt Bauman]]=== *Insomma, essere «locali» in un mondo globalizzato è un segno di inferiorità e di degradazione sociale. *[...] la frammentazione politica e la globalizzazione economica sono alleate e cospirano agli stessi fini. *Possiamo profetizzare che, a meno di essere imbrigliata e addomesticata, la nostra globalizzazione negativa, che oscilla tra il togliere la sicurezza a chi è libero e offrire sicurezza sotto forma di illibertà, renderà la catastrofe ineluttabile. Se non si formula questa profezia, e se non la si prende sul serio, l'umanità ha poche speranza di renderla evitabile. L'unico modo davvero promettente di iniziare una terapia contro la crescente paura che finisce per renderci invalidi è reciderne le radici: poiché l'unico modo davvero promettente di continuarla richiede che si affronti il compito di recidere quelle radici. Il secolo che viene può essere un'epoca di catastrofe definitiva. O può essere un'epoca in cui si stringerà e si darà vita a un nuovo patto tra intellettuali e popolo, inteso ormai come umanità. Speriamo di poter ancora scegliere tra questi due futuri. ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante la|wikt|preposizione=sulla}} [[Categoria:Sociologia del lavoro]] [[Categoria:Sociologia economica]] [[Categoria:Sociologia politica]] 0k4hrdf9vkb217wqq8aza5p246b1c1m Émile Littré 0 46152 1349862 758120 2024-11-02T15:09:15Z Gaux 18878 Giosuè Carducci: citazioni su 1349862 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Émile Littré.jpg|thumb|Émile Littré]] '''Émile Maximilien Paul Littré''' (1801 – 1881), lessicografo e filosofo francese. ==[[Incipit]] di ''Parole di filosofia positiva''== Male si apporrebbe colui che, enunciando il nome della [[Positivismo|Filosofia positiva]], credesse di risvegliare senz'altro, nell'animo degli uditori, la precisa nozione di essa. Finora, il saperne qualche cosa è una rarità, – anche nel genere di coloro (e sono molti, la Dio mercé, a' dì nostri) che volontieri ne parlano.<ref>Io penso che l'Autore abbia diretto questo rimprovero ai soli francesi. Devo però confessare che, durante il 1868, vidi sorgere qua e là, anche nell'Italia nostra, il mal uso di lodare e biasimare la filosofia ''positiva'', senza troppa cognizione di causa. Il che appunto mi dispose a tradurre questa Operetta, – ''nella quale si vanno a parte a parte esaminando le note caratteristiche del Positivismo, le condizioni civili onde esso nacque, e i servigi che da noi richiede, e quelli che presta in generoso ricambio''.<br> Esposi, com'era debito, al signor Littrè, il mio divisamento, non senza accennargli, per altro, che io dissento in certe questioni da lui, e che, se mi dava licenza di pubblicare la ''traduzione'', vi avrei, col suo beneplacito, aggiunto qualche nota in forma di critica. Or vedasi in che modo egli rispose (Lettera 22 marzo 1869) alla duplice istanza.<br> «Amico del libero esame, io volontieri incontro le censure d'altrui – le vostre, o signore, aggradirò quale materia di riflessione e di studio.... Traducete quindi le mie ''parole'', giacché di tanto vi sembrano degne: – rifondetele nel sacro idioma di codesta Italia, miniera d'opere insigni, – fra le quali usa ricorrere sì spesso il mio pensiero, ad istruirsi, e a deliziarsi.» Modestia, cortesia, e dignitá, rivelatrici di un'anima illustre.<br> Oh! se v'hanno francesi detrattori d'Italia, ce ne compensa ad usura la categoria sublime degli Hugo, dei Favre, e dei Littrè.</ref> ==Citazioni su Émile Littré== *Uomo di tre anime lo avrebber chiamato gli antichi: noi nel totale meraviglioso del suo lavoro dobbiamo anche singolarmente ammirare la ramificazione logica delle ricerche, il progressivo abbarbicare degli studi, il sapiente indentamento delle molte ruote della sua operosità intellettuale in tanti congegni e tutti di effettiva utilità, e più ancora la perseveranza, la coerenza, la virtù, con le quali quel nobilissimo ingegno vide, segui, raggiunse l'unità finale. ([[Giosuè Carducci]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Émile Littré, ''[http://www.liberliber.it/libri/l/littre/index.htm Parole di filosofia positiva]'', commentatore e traduttore Giulio Lazzarini, Monza, Tipografia Clerici, 1870. ==Altri progetti== {{interprogetto|s=fr:Auteur:Émile Littré|s_lingua=francese}} {{stub}} {{DEFAULTSORT:Littré, Émile}} [[Categoria:Filosofi francesi]] 6kl7el848rl070xusv30bnz36edy376 Conoscere sé stessi 0 58487 1349948 1239770 2024-11-03T10:20:46Z Spinoziano 2297 +1 1349948 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Delphi-temple-to-appolo1.jpg|thumb|upright=1.4|Rovine del tempio di Apollo a Delfi, dove era scritta l'esortazione «conosci te stesso» (γνῶθι σαυτόν), poi [[Citazioni errate|erroneamente attribuita]] a [[Talete]], [[Solone]], [[Chilone]], [[Femonoe]] e [[Socrate]].]] {{indicedx}} Citazioni sull''''autocoscienza''' e sul '''conoscere''' (o ignorare) '''sé stessi'''. ==Citazioni== *Abbandona la ricerca di [[Dio]], della creazione e di altre cose simili. Cerca Dio prendendo te stesso come punto di partenza. Impara chi è che dentro di te fa proprie tutte le cose e dice: «Il mio Dio, la mia mente, il mio pensiero, il mio corpo». Impara la fonte del dolore, quella della gioia, dell'amore, dell'odio. Impara come è possibile che si osservi senza volere e si ami senza volere. Se studierai attentamente queste cose, troverai Dio in te stesso. (attribuita da [[Ippolito di Roma]] ad un autore gnostico)<ref>Da ''Eresie'', 8, 15, 1 – 2. Citato in Armstrong, p. 104.</ref> *Ad ogni uomo è concesso conoscere se stesso ed essere saggio. ([[Eraclito]]) *[[Apollonio di Tiana|Apollonio]] [...] espose il motivo per cui praticava la sapienza: affermava di praticarla per conoscere gli dèi e per convivere con gli uomini, in quanto conoscere gli altri è più difficile che conoscere sé stessi. ([[Lucio Flavio Filostrato]]) *Attualmente non mi conosco. ([[Alda Merini]]) *– Chi conosce chi? Tu conosci te stessa?<br />– Non del tutto, ma a volte mi sembra di conoscermi bene. Poi all'improvviso capita qualcosa, ti guardi da fuori e pensi: «Sei tu o non sei tu?». Ti succede mai?<br />– Di continuo. (''[[Lunga felice vita]]'') *''Chi conosce gli altri è sapiente, | chi conosce sé stesso è illuminato''. ([[Laozi]]) *Chi si conosce bene, fa poco conto di se stesso né si compiace della lode degli uomini. (''[[Imitazione di Cristo]]'') *Ciò che l'uomo conosce di se stesso non lo aiuta né a vivere né a morire. ([[Roberto Gervaso]]) *Colui che conosce se stesso, conosce il Signore. (massima sufi)<ref>Citato in Armstrong, p. 194.</ref> *Com'è facile dire: trovare se stesso! Quanto ci si spaventa, quando davvero accade! ([[Elias Canetti]]) *Conoscere se stessi significa non riconoscersi. ([[Anacleto Verrecchia]]) *''Conosci dunque te stesso, non presumere d'investigare Dio; | l'[[uomo]] è lo studio più adatto all'umanità.'' ([[Alexander Pope]]) *"Conosci te stesso," dice il filosofo. Fossi matto! ([[Gesualdo Bufalino]]) *Conosci te stesso (e non rompere il cazzo a me). ([[Corrado Guzzanti]]) *«Conosci te stesso» è tutta la scienza. Solo alla fine della conoscenza di tutte le cose, l'uomo avrà conosciuto se stesso. Le cose infatti sono soltanto i limiti dell'uomo. ([[Friedrich Nietzsche]]) *''Conosci te stesso'' è un magnifico precetto, ma soltanto Dio può metterlo in pratica: chi altri può conoscere la propria essenza? ([[Voltaire]]) *Conosci te stesso non significa: Ossèrvati. Ossèrvati è la parola del serpente. Significa: Fàtti padrone delle tue azioni. Ma tu lo sei già, sei padrone delle tue azioni. Questa frase, pertanto, significa: Ignòrati! Distruggiti! Dunque una cosa cattiva. E solo chi si china profondamente ne ode anche il messaggio buono, che dice: "Per fare di te stesso quello che sei". ([[Franz Kafka]]) *Diciamo ai confusi, Conosci te stesso, come se conoscere se stessi non fosse la quinta e più difficile delle operazioni aritmetiche umane. ([[José Saramago]]) *''Diventa ciò che sei, avendolo appreso.'' ([[Pindaro]]) *Domandò dunque [[Apollonio di Tiana|Apollonio]] se conoscessero anche sé stessi: ritenendo che pure lui {{NDR|Iarca}}, come i Greci, considerasse cosa difficile il conoscere sé stesso. Ma egli, smentendo la previsione di Apollonio, rispose: «Noi conosciamo tutto appunto perché, prima di ogni altra cosa, conosciamo noi stessi: infatti nessuno di noi potrebbe accedere a questa sapienza, senza conoscere prima sé stesso». E Apollonio, ricordando ciò che aveva sentito da Fraote e come gli aspiranti alla filosofia iniziassero mettendo alla prova sé stessi, si trovò d'accordo con questo discorso: tanto più che si era convinto di ciò pure grazie alla propria esperienza. ([[Lucio Flavio Filostrato]]) *È difficile conoscere se stessi perché crediamo di essere migliori di quel che siamo. ([[Roberto Gervaso]]) *È necessario che l'uomo conosca Dio e se stesso. La conoscenza di Dio suppone quella di sé. Si deve cioè considerare e vedere chi è l'offeso e chi è l'offensore. Dalla considerazione e conoscenza del secondo aspetto scaturiscono grazia su grazia, visione su visione, luce su luce. ([[Angela da Foligno]]) *È possibile calcolare che possibilità avesse la materia cosmica di risvegliarsi da un sonno durato intere epoche e raggiungere d'un tratto la coscienza di sé? ([[Jostein Gaarder]]) *E se gli uomini o conoscessero a fondo se stessi o potessero ricevere il fruscio di una qualche idea dell'intelligenza divina, non rivendicherebbero mai per sé una natura divina e immortale, né penserebbero di essere qualcosa di meraviglioso solo perché si sono costruiti graticole, bacinelle, bicchieri, e così pure tuniche, vesti, toghe, sopravvesti, trabee, coltelli, corazze e spade, o i rastri, le piccole scuri e il vomero. ([[Arnobio]]) *È una buona cosa vederci come ci vedono gli altri. Potremmo fare tutti i tentativi che vogliamo, ma non riusciremo mai a conoscere appieno noi stessi, specialmente la nostra parte peggiore. Ciò può accadere soltanto se non siamo arrabbiati con i nostri critici, ma accettiamo senza offenderci qualsiasi loro affermazione. ([[Mahatma Gandhi]]) *È vero che ciascuno deve conoscersi, purificarsi, giungere alla pienezza; ma non a vantaggio di se stesso, non a beneficio della sua felicità terrena o della sua beatitudine celeste, bensì in vista dell'opera che deve compiere sul mondo di Dio. ([[Martin Buber]]) *Esamina te stesso a contatto con l'umanità. Essa fa dubitare chi è scettico, fa credere chi è credente. ([[Franz Kafka]]) *Ho indagato me stesso. ([[Eraclito]]) *I [[santo|santi]] conoscevano se stessi meglio di quanto conoscessero gli altri: ecco perché erano umili. ([[Giovanni Maria Vianney]]) *Il monito ''Conosci te stesso'' era scolpito sull'architrave del tempio di Delfi, a testimonianza di una verità basilare che deve essere assunta come regola minima da ogni uomo desideroso di distinguersi, in mezzo a tutto il creato, qualificandosi come «uomo» appunto in quanto «conoscitore di se stesso». ([[Papa Giovanni Paolo II]]) *Il secondo ostacolo all'autoconoscenza è l'avversione irrazionale a riconoscere che quel che facciamo o non facciamo sia soggetto alle leggi della causalità. ([[Konrad Lorenz]]) *Il terzo grande ostacolo all'autoconoscenza umana è – almeno nelle nostre culture occidentali – un'eredità della filosofia idealistica. ([[Konrad Lorenz]]) *Il vero [[stoltezza|stolto]], quello che gli dei scherniscono o riducono in rovina, è colui che non conosce se stesso. ([[Oscar Wilde]]) *Imparare a convivere con i propri sogni fa parte oggi dell'arte di conoscere se stessi. ([[Lalla Romano]]) *In Cina, dicono: "Il serpente, conoscendo se stesso, colpisce all'improvviso." Significa che se sei convinto che le tue azioni facciano parte della tua natura, non devi esitare. (''[[Metal Gear Solid]]'') *In Gesù Cristo, e quindi nella luce di Dio, l'uomo può riconoscere veramente se stesso, al di là della conoscenza di sé che gli può fornire la filosofia e che gli forniscono le scienze dell'uomo. ([[Giuseppe Colombo]]) *Iniziando la ricerca sull'[[anima]], obbediamo al precetto del dio, che ci comanda di conoscere noi stessi. Prima di ricercare e scoprire ogni altra cosa, è giusto indagare chi sia a compiere la ricerca, poiché desideriamo cogliere l'amorosa visione delle cose supreme. ([[Plotino]]) *Interrogato che cosa fosse difficile, {{NDR|[[Talete]]}} rispose: «Conoscere se stesso». ([[Diogene Laerzio]]) *L'[[adolescenza|adolescente]] non sa chi è stato e teme di non riuscire a diventare quello che sogna di essere: la consapevolezza di sé è il frutto di un lungo, complesso confronto tra stadi precari della propria identità, e il gruppo consente di rispecchiarsi nell'altro, di imparare a riconoscere sé e l'altro da sé. ([[Paolo Crepet]]) *L'antico insegnamento delfico, ''Conosci te stesso'', voleva dire: conosci i tuoi limiti, sappi di essere un uomo e non un dio, rifiuta in primo luogo la ''[[hybris]]''. Eppure il ''daimon'' di un [[artista]] non obbedisce sempre alla massima delfica: l'arte della vocazione è un continuo violare il limite – compiere veloci scorribande nell'altrove, portare notizie dal mondo che non gli appartiene, trasformare il diverso. ([[Pietro Citati]]) *L'uomo conosce se stesso e conosce anche il mondo, evidentemente perché si ricordi del suo compito e riconosca di quali cose debba servirsi e a quali debba servire. Così facendo, l'uomo rende a [[dio]] i massimi ringraziamenti e i massimi onori, onorando la sua immagine; non ignora che anch'egli è la seconda immagine di dio, perché dio ha due immagini: il mondo e l'uomo. ([[Ermete Trismegisto]]) *La conoscenza del [[prossimo]] ha questo di speciale: passa necessariamente attraverso la conoscenza di se stesso. ([[Italo Calvino]]) *''La conoscenza di me stesso io perdo | nel fervor del periglio e a confessarlo | non mi vien vergogna.'' ([[Johann Wolfgang von Goethe]]) *La conoscenza di sé, definita ''moksha'', è il sentiero che conduce all'emancipazione e alla realizzazione della liberazione dalle illusioni del mondo sensoriale. ([[Jean Campbell Cooper]]) *La coscienza di sé che l'uomo della nostra epoca avanza è caratterizzata da molte certezze, che sembrano però librarsi su di una sostanziale incertezza. ([[Franco Giulio Brambilla]]) *La coscienza di sé è lo specchio, lo specchio magico in cui ci vediamo, in cui diveniamo immagine; la suprema gloria, lo specchio, la coscienza, è la fine dell'Eden. ([[Andrea Emo]]) *La più profonda, la più utile delle scienze è la vera conoscenza e il disprezzo di se stesso. (''[[Imitazione di Cristo]]'') *La salute non analizza se stessa e neppure si guarda allo specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi. ([[Italo Svevo]]) *La via più breve per giungere a noi stessi è il periplo del mondo. ([[Hermann Graf Keyserling]]) *Le persone non sono in grado di comprendere appieno il proprio prossimo. Ciascuno di noi è in parte oscuro persino a se stesso. Riuscire a comprendersi al cento per cento è sempre impossibile. È per questo che le persone si sforzano costantemente nel tentativo di conoscere se stessi e gli altri. Ed è proprio questo a rendere la vita tanto interessante. (''[[Neon Genesis Evangelion]]'') *– Lo sa, la maggior parte delle persone non si conoscono, per niente. La loro vera personalità è un continente misterioso. Ora, quello che cercherò di fare è presentarla a sé stessa: lei farà conoscenza col suo io interiore. Non è felice di conoscersi?<br>– No. Sa, sono molto timida. (''[[Quell'incerto sentimento]]'') *Lungi dall'eliminare le prime spiegazioni mitiche, la religione consolidò la cosmologia e l'antropologia a fondo mitologico dando loro nuove forme e una nuova profondità. A partire da questo momento la conoscenza di sé cessa di presentare un semplice interesse teoretico. Non è più un oggetto della curiosità e della speculazione, tanto che si finisce con l'affermare che essa costituisce il còmpito fondamentale dell'uomo. I grandi pensatori religiosi sono stati i primi ad additare un simile compito. In tutte le forme superiori di vita religiosa la massima «conosci te stesso» è stata considerata come un imperativo categorico, come il più alto precetto morale e spirituale. Un tale imperativo attesta, per così dire, un improvviso capovolgimento del primo impulso naturale a conoscere; esso comporta un ridimensionamento di tutti i valori. ([[Ernst Cassirer]]) *Mi dicono: "Se conoscessi te stesso conosceresti tutti gli uomini". Rispondo: "Solo cercando tutti gli uomini conoscerò me stesso". ([[Khalil Gibran]]) *Nella nostra vita frettolosa, assordante, sono maledettamente poche le ore in cui l'anima può diventare cosciente di se stessa, in cui tace la vita dei sensi e quella dello spirito e l'anima sta senza veli davanti allo specchio dei ricordi e della coscienza. ([[Hermann Hesse]]) *Nessuno che conosca se stesso si può assolvere. ([[Nicolás Gómez Dávila]]) *Nessuno conosce Dio se prima non conosce se stesso. ([[Meister Eckhart]]) *Nessuno diventa uomo innanzi di aver fatto una grande esperienza di sé, la quale rivelando lui a lui medesimo, e determinando l'opinione sua intorno a sé stesso, determina in qualche modo la fortuna e lo stato suo nella vita. ([[Giacomo Leopardi]]) *Non si persuadono che coloro che si amano, e non si amano che coloro che si conoscono. Ma, per quanto li si conosca, ciò che di meglio si può fare per loro è spingerli a comprendere che non potranno affatto conoscersi essi stessi senza riconoscere Colui di cui sono le immagini viventi. La conoscenza di se stessi che si realizza divenendo riconoscenza del proprio Creatore, questa era la sua {{NDR|di [[John Henry Newman]]}} grande esperienza personale del Cristianesimo. ([[Louis Bouyer]]) *Non ti potrai riconoscere appieno se non quando avrai conosciuto tutti gli uomini. [...] Il fanciullo diventa adolescente nel prendere coscienza di se stesso; l'adolescente diventa adulto prendendo coscienza dell'intera Umanità. Prendi coscienza di te stesso e riconoscerai i tuoi limiti; se riconoscerai i tuoi limiti sarai pronto ad accogliere gli altri per completarti ed arricchirti. ([[Michel Quoist]]) *Non uscire da te stesso, rientra in te: nell'intimo dell'uomo risiede la [[verità]]. ([[Agostino d'Ippona]]) *O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso. ([[Gialal al-Din Rumi]]) *Ora conosco [...] la principale causa del tuo male; hai cessato di sapere quel che tu stesso sei. ([[Anicio Manlio Torquato Severino Boezio]]) *Orsù, parliamo della natura delle bestie e della creazione dell'uomo. Già da un pezzo infatti sento che alcuni mormorano dicendo: «Fino a quando attenderemo a imparare ciò che non ci riguarda e ignoreremo ciò che ci tocca direttamente? Fino a quando ci saranno fornite cognizioni sugli altri esseri viventi, mentre non conosciamo noi stessi? Dica ciò che mi sia utile a conoscere me stesso». Questa lamentela è giusta, ma bisogna seguire l'ordine disposto dalla Scrittura, anche perché non possiamo conoscerci in modo veramente completo, se prima non abbiamo imparato a conoscere quale sia la natura di tutti gli esseri viventi. ([[Sant'Ambrogio]]) *{{NDR|[[Socrate]]}} pensava che l'uomo [...] potesse trovare la propria identità, tirate tutte le somme, ''solamente'' attraverso l'uomo. Conosci te stesso come uomo, come creatura ineffabile completamente al di fuori, anzi ''al di sopra'' della natura. ([[Giorgio Celli]]) *Per chi conosce sé stesso non già dal proprio riflesso nell'esistenza spaziale e temporale, ma dal proprio e sempre crescente rapporto d'amore con il mondo, lo scomparire dell'ombra delle condizioni spaziali e temporali può significare soltanto che la luce è aumentata. ([[Della vita|Lev Tolstoj, ''Della vita'']]) *Per conoscere se stessi è necessario conoscere gli altri. ([[Miyamoto Musashi]]) *Poiché esser appieno consci di sé come individui significa anche esser separati da tutto il resto. Questo è il regno amletico dello spazio infinito in un guscio di noce [...]. ([[Saul Bellow]]) *Poiché la conoscenza di sé è uno dei fini del procedimento psicoanalitico, debbono essere corrispondentemente importanti: l'attrezzatura che consente di raggiungere la conoscenza, la funzione e l'apparato della pre-concezione. Ugualmente fondamentali sono lo sviluppo e la capacità di sviluppo. ([[Wilfred Bion]]) *Porto in me un individuo irrivelato. Mi conosce, ma non so niente di lui, eccetto che la mia persona è la sua ombra con i suoi appetiti inconfessabili e il suo bisogno di segreto. ([[Joë Bousquet]]) *Pregare per gli altri è [...] un metodo proficuo per conoscere se stessi. ([[Anselm Grün]]) *Pregiudizio io chiamo non già il fatto di ignorare certe cose, ma di ignorare se stessi. ([[Montesquieu]]) *Recenti ricerche interdisciplinari nel campo delle scienze umane hanno riscontrato una strabiliante quantità di modi in cui la nostra interazione con gli [[animale|animali]] riflette o plasma la nostra comprensione di noi stessi. ([[Jonathan Safran Foer]]) *Sai cosa dice quella scritta? "Conosci te stesso". Voglio confidarti un piccolo segreto: essere l'Eletto è come essere innamorato. Nessuno può dire se sei innamorato, lo sai solo tu. Te ne accorgi per istinto. (''[[Matrix]]'') *Se conosci il nemico e conosci te stesso,<br>Nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo.<br>Se non conosci il nemico ma conosci te stesso,<br>Le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta.<br>Se non conosci né il nemico né te stesso,<br>Ogni battaglia significherà per te sconfitta certa. ([[Sun Tzu]]) *Se non esci da te stesso, non puoi sapere chi sei. ([[José Saramago]]) *Se uno conosce troppo se stesso, smette di salutarsi. ([[Ramón Gómez de la Serna]]) *Solo conoscendomi, cioè conoscendo la mia interiorità, posso parlare all'interiorità dell'altro. ([[Susanna Tamaro]]) *''Sono effettivamente ciò che gli altri dicono di me? | Oppure sono solamente ciò che io conosco di me stesso?'' ([[Dietrich Bonhoeffer]]) *Studiare se stessi è dimenticare se stessi. E dimenticare se stessi è percepire se stessi come tutte le cose. Realizzare questo è lasciar cadere mente e corpo di se stessi e degli altri. Una volta che avete raggiunto questo stadio, sarete distaccati anche dall'illuminazione e la agirete ininterrottamente, senza pensare ad essa. ([[Eihei Dōgen]]) *Tra le poche cose lasciatemi in eredità da lei, comunque, c'è una piccola stampa che stava sopra il suo letto e che ora è sul mio. Rappresenta uno scheletro appoggiato con un gomito su un sarcofago come fosse sdraiato su un divano. Sotto, in greco, c'è scritto: "Conosci te stesso." Bisogna essere spietatamente crudeli per obbedire a questo imperativo. ([[Susanna Tamaro]]) *Tutto ciò che ci irrita negli altri può portarci a capire noi stessi. ([[Carl Gustav Jung]]) *Un uomo [...] si ignora nella misura stessa in cui si conosce. Tutto ciò presuppone [...] lo sforzo che fa l'uomo per scoprire se stesso e per eliminare quanto c'è di troppo umano in ogni frase che dice sul suo conto. ([[Jean-Paul Sartre]]) ===[[Epitteto]]=== *Come Zeus vive in compagnia di se stesso, pensa alla natura del suo governo ed ha pensieri degni di Lui, così anche noi dobbiamo poter discorrere con noi stessi, non aver bisogno di altri, non essere incerti sul modo di passare il tempo. *Perché sei tu che conosci te stesso, qual è il valore che ti attribuisci e a quanto ti vendi; gli uomini, infatti, si vendono a prezzi differenti. *Prima di tutto, dì a te stesso chi vuoi essere: poi, in accordo con la decisione presa, fa' quel che fai. *Uomo, se sei qualcuno, cammina da solo, parla con te stesso e non celarti in un coro. Accetta di essere talora schernito, volgi attorno lo sguardo, scuotiti per sapere chi sei. ===[[Bruce Lee]]=== *Conoscere sé stessi è studiarsi mentre si agisce con l'altro. *In definitiva tutte le forme di conoscenza portano alla conoscenza di se stessi. *''La conoscenza di sé è la strada verso la libertà.'' – La [[libertà]] risiede nella comprensione di se stessi, di momento in momento. ===[[Osho Rajneesh]]=== *La conoscenza di sé è un processo negativo. Non puoi conoscerti direttamente; puoi solo eliminare progressivamente gli oggetti di conoscenza; continua a eliminarli. *Quindi la vera domanda non è come conoscere se stessi. La vera domanda è conoscere in che modo non stai conoscendo te stesso, come stai mancando una realtà tanto ovvia, una verità tanto fondamentale da esserti così vicina; com'è possibile che continui a non vedere. Devi aver creato uno stratagemma, altrimenti è difficile scappare da se stessi. Devi aver eretto dei muri; in un certo senso, stai ingannando te stesso. *Se riesci a percepire in te stesso un punto che è sia il conoscitore sia il conosciuto, hai trasceso l'oggetto e il soggetto, la materia e la mente, l'esteriore e l'interiore. Sei arrivato a un punto in cui il conoscitore e il conosciuto sono una cosa sola: non esiste divisione. ===''[[Vangelo di Tommaso]]''=== *Chi trova se stesso, il mondo non è degno di lui. *Colui che conosce tutto, ma ignora se stesso, è privo di ogni cosa. *Quando conoscerete voi stessi, sarete conosciuti e saprete che siete figli del Padre Vivente. Ma se non conoscerete voi stessi, allora sarete nella privazione e sarete voi stessi privazione. ==Proverbi== *Saper nuotare e andare a cavallo è bene, ma conoscere se stessi è meglio. ([[Proverbi africani|africano]]) ===[[Proverbi italiani|Italiani]]=== *Chi misura se stesso, misura tutto il mondo. *Chi non conosce se stesso, non sa quello che vale e si dà a buon mercato. *Chi vede il proprio cuore, non parla mai male dell'altrui. *Ciascuno è noto a se stesso più che ad altrui. *Conoscere sé stesso è la prima delle scienze. *È dotto chi ha imparato a conoscere sé stesso. *Impara quello che sei e quello che diverrai. *L'arte più difficile è quella di conoscere se stesso. *Molti san tutto, ma di se stessi nulla. *Se ciascuno conoscesse se stesso, nessuno si farebbe beffe dell'altro. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *[[Karen Armstrong]], ''Storia di Dio: 4000 anni di religioni monoteiste'', traduzione di Aldo Mosca, Marsilio Editori, 1995. *Annarosa Selene, ''Dizionario dei proverbi'', Pan libri, 2004. ISBN 8872171903 == Voci correlate == *[[Comprensione|Comprendere, capire]] *[[Conoscenza]] *[[Consapevolezza]] *[[Coscienza]] *[[Ego|Ego, io]] *[[Identità]] *[[Introspezione]] ==Altri progetti== {{interprogetto|etichetta=autocoscienza|w=Autocoscienza|w_preposizione=riguardante l'|w2_etichetta=''Conosci te stesso''|w2=Conosci te stesso|w2_preposizione=riguardante il motto}} [[Categoria:Concetti e principi filosofici]] [[Categoria:Conoscenza]] [[Categoria:Processi cognitivi]] o7sfwmxghtloijm21g2jmqpf3z4wklb Mario Balotelli 0 59599 1349912 1345901 2024-11-02T23:14:03Z ~2024-8615 100177 1349912 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Mario Balotelli Euro 2012 vs England 02.JPG|thumb|Mario Balotelli con la Nazionale (2012)]] '''Mario Barwuah-Balotelli''' (1990 – vivente), calciatore italiano. ==Citazioni di Mario Balotelli== {{cronologico}} *Prego, la sera prima di addormentarmi, qualche volta alla mattina quando mi sveglio, non sempre. Mi rivolgo, a chi non so, Dio, credo, e non chiedo niente. Mica prego per vincere la Champions, non ha senso, non capisco quelli che pregano prima di una partita. Io dico solo grazie per quel che ho avuto <ref>Da un'intervista a ''Vanity Fair Italia''; citato in ''[http://www.gazzetta.it/Speciali/Calcio/Inter-Bayern/18-05-2010/balotelli-ammiravo-totti-604027269221.shtml Balotelli: "Ammiravo Totti Il suo insulto mi ha fatto male"]'', ''gazzetta.it'', 18 maggio 2010.</ref> *Quelli che mi fischiano, se mi incontrassero da solo, uno contro uno, fuori dalla curva, mi chiederebbero l'autografo.<ref>Citato in Tancredi Palmeri, ''[http://www.gazzetta.it/Calcio/22-11-2010/-blob-settimana-711900197322.shtml Il blob della settimana: Balotelli, i razzisti e Cassano]'', ''gazzetta.it'', 22 novembre 2010.</ref> *Per me è sempre speciale giocare a [[Stadio Giuseppe Meazza|S. Siro]], è un grande stadio. Quello che ti dà più emozioni. Diverso da quelli inglesi, ma speciale.<ref>Citato in ''[http://www.gazzetta.it/Nazionale/16-10-2012/balotelli-s-siro-brividi-ct-cassano-non-avviso-nessuno-912930314483.shtml Balotelli: "Sarò un bravo papà". Il c.t.: "Cassano? Non avviso nessuno"]'', ''gazzetta.it'', 16 ottobre 2012.</ref> *Penso di essere più intelligente della norma, ma giuro che non mi interessa dimostrarlo.<ref>Citato in Tancredi Palmeri, ''[http://www.gazzetta.it/Calcio/30-12-2012/blob-2012-913634965312.shtml Il blob del 2012. Tutte le frasi da ricordare]'', ''gazzetta.it'', 30 dicembre 2012.</ref> *Nella vita non rifarei solo una cosa: non lancerei per terra la maglia dell'Inter.<ref>Citato in ''[http://www.gazzetta.it/Nazionale/24-03-2013/nazionale-balotelli-totti-azzurro-magari-razzismo-mi-fa-rabbia-92644630099.shtml Nazionale, Balotelli: "Totti azzurro? Magari. Il razzismo? Mi fa rabbia"]'', ''gazzetta.it'', 24 marzo 2013.</ref> *Se gli arbitri sono così, è normale che mi arrabbio. Non è possibile che prendo ogni volta cento falli a partita, e ogni volta che dico mezza parola vengo ammonito. E prendo le squalifiche. Così non si può giocare.<ref>Citato in ''[http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Milan/28-04-2013/milan-catania-4-2-balo-gli-arbitri-contro-me-mi-picchiano-ma-io-sempre-ammonito-20305625463.shtml Milan-Catania 4-2. Balotelli: "Arbitri contro di me. Mi picchiano ma io sempre ammonito"]'', ''gazzetta.it'', 28 aprile 2013.</ref> *{{NDR|Sulla legge sulla cittadinanza italiana}} È una legge stupida. Ho passato 18 anni in [[Italia]] e non ero ancora italiano. Per questo motivo spero che tutti i ragazzi come me che vivono questa situazione diventino italiani prima di quando lo sono diventato io.<ref>Da un'intervista a ''Sports Illustrated''; citato in ''[http://www.ilpost.it/2013/08/21/mario-balotelli-cittadinanza/ La «legge stupida» secondo Mario Balotelli]'', ''ilpost.it'', 21 agosto 2013.</ref> *Il [[razzismo]] non si può cancellare. È come le sigarette: non puoi smettere di fumare se non lo vuoi. E non si può fermare il razzismo se la gente non lo vuole. Ma io farò qualsiasi cosa per aiutare a fermare questa piaga.<ref>Da in'intervista a ''Sports Illustrated''; citato in ''[http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2013/08/21/news/balotelli_razzismo_milan-65072863/ Balotelli: ''Razzismo non si può cancellare, ma farò di tutto per batterlo'']'', ''repubblica.it'', 21 agosto 2013.</ref> *Il Medioevo è finito, è ora che se ne accorgano tutti... Il cambiamento è in mano alle nuove generazioni; ai nostri figli bisogna insegnare che siamo tutti uguali... Dovrebbe essere scontato, quasi banale, ma non lo è. Poi i miei figli Pia e Lion lo racconteranno ai miei nipoti, e allora le future generazioni saranno più a posto di noi, questo sì. Ma di certo, fossi stato bianco, avrei avuto meno problemi.<ref>Citato in ''[https://www.gazzetta.it/Calcio/Nazionale/30-05-2018/balotelli-io-negro-stato-schifo-270512776264.shtml Balotelli: "Io, il negro: è stato uno schifo"]'', ''gazzetta.it'', 30 maggio 2018.</ref> *Voi [[razzismo|razzisti]] meritate una cosa sola. Di vivere una vita soli, senza nessuno che vi pensi, senza mancare a nessuno e di andarvene un giorno senza mai essere ricordati. Voi siete la parte malata di questo mondo.<ref>Citato in ''[https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2018/11/10/news/balotelli_contro_razzisti-211278521/#gallery-slider=211299571 Balotelli si sfoga contro i razzisti: "Siete la parte malata del mondo"]'', ''repubblica.it'', 10 novembre 2018.</ref> *Nel mio Paese nativo, l'Italia, si sente spesso dire: l'Italia agli italiani... E sarebbe anche giusto, se l'[[Africa]] fosse degli africani.<ref>Citato in ''[https://www.ilmessaggero.it/sport/calcio/balotelli_messaggio_sovranisti_lasciate_africa_africani-4502183.html Balotelli contro i sovranisti: «Avete le mani sulle sue ricchezze, lasciate l'Africa agli africani»]'', ''ilmessaggero.it'', 19 luglio 2019.</ref> *{{NDR|Perdi troppi palloni perche ti muovi poco}} Secondo me non capisci di calcio, non sono d'accordo e non capisci di calcio, basta. {{Int|''[http://www.gazzetta.it/Calciomercato/10-01-2012/balotelli-attacco-nostalgia-lascerei-premier-solo-l-italia-804256499955.shtml "Lascerei la Premier solo per l'Italia"]''|Da un'intervista a ''L'Uomo Vogue''; citato in ''gazzetta.it'', 10 gennaio 2012.}} *Qui in Inghilterra la stampa scandalistica scrive di tutto, ed esagera sempre. La cosa che mi dà più fastidio è che in Italia le fesserie dei tabloid siano riprese e amplificate senza verifiche. Così molti connazionali prendono tutto per oro colato. *Non mi pare un tema legato al tifo: conosco supporter sfegatati, eppure correttissimi, in Italia, e ancora di più in Inghilterra. Il [[Razzismo nel calcio|razzismo]] nasce dall'ignoranza più bassa; è sui bambini che bisogna agire, e soprattutto a scuola. L'ho capito tardi che la scuola è essenziale; ringrazio i miei genitori che hanno insistito perché prendessi il diploma superiore. *In quanto a feeling personale, direi prima [[Roberto Mancini|Mancini]] e poi [[José Mourinho|Mourinho]]. Un allenatore deve tirare fuori il 100% da un giocatore e Mancini è molto bravo perché lo sta facendo. *La vittoria più bella è il primo scudetto, un brivido indimenticabile. Ovvio che anche la Champions mi abbia entusiasmato. Il Triplete è stata una conquista ottenuta da un grande gruppo, a cui mi sento affettivamente legato. ===Citazioni non datate=== *{{NDR|Su [[Marko Arnautović]]}} Giocatore più pazzo mai conosciuto.<ref>Citato in Fausto Fiorin, ''[https://www.rivistaundici.com/2022/10/24/marko-arnautovic-bologna-carriera/ Marko Arnautovic ha trovato casa]'', ''rivistaundici.com'', 24 ottobre 2022.</ref> ==[[Incipit]] di ''Buuu''== I primi buuu li ho beccati a 15 anni. Era il 2 aprile del 2006, giocavo nel Lumezzane e mister Salvioni mi fece esordire in Serie C1 a Padova. Non avendo compiuto ancora 16 anni, per farmi giocare la società aveva dovuto chiedere un permesso speciale alla Federcalcio e l'autorizzazione ai miei genitori. Era la mia prima partita da professionista, indescrivibile la gioia che provavo nell'entrare in campo... Il secondo tempo era già iniziato, ma un coro di buuu sottolineò subito la mia entrata. Ricordo che dopo alcune azioni riuscii a crossare a Marini che fece il gol della vittoria! La felicità e l'emozione di quell'esordio non mi avevano fatto sentire quegli odiosi buuu, mi avevano come tappato le orecchie... Col tempo, però, i buuu e gli insulti li ho sentiti tutti molto distintamente: mi hanno sempre fatto venire una gran voglia di fare gol... e qualche volta ci sono riuscito! Mi dico: quando ti urlano certe cose, non bisognerebbe arrabbiarsi... se dai loro importanza, faranno di peggio la prossima volta. Ma anche lasciar correre è pericoloso. ==Citazioni su Mario Balotelli== *{{NDR|Riferito al suo periodo al Liverpool}} A Basilea, in Champions, capii che era senza speranze. L'intensità nei suoi allenamenti era calata. Il suo comportamento peggiorato. Non c'erano frizioni tra di noi, anzi. Ho provato ad aiutarlo e a lodarlo pubblicamente, ma alla fine ho capito che Mourinho aveva ragione: è ingestibile. Ha il potenziale per diventare uno dei migliori al mondo, ma non ce la farà mai per colpa della sua mentalità e anche delle persone che ruotano attorno a lui. È un ritardatario, vuole sempre attenzioni, dice cose sbagliate sui social media, non lavora abbastanza durante gli allenamenti. Insomma, Balotelli è una battaglia persa. ([[Steven Gerrard]]) *A volte pensa il calcio sia "Io prendo la palla, mi metto in mostra in qualche modo, e poi i miei compagni corrono per me". No. Il calcio è sacrificio. Il calcio è legame con i compagni di squadra. Non al bar, bisogna essere generosi in campo. Io spero che riesca prima o poi a dimostrare le sue qualità, ma credo che sarà molto difficile perché trascorre troppo tempo sui social network e sembra che usi il calcio per diventare una celebrità. ([[Paolo Di Canio]]) *Allenarlo e aiutarlo a crescere sarebbe una bella sfida. ([[Leonardo Nascimento de Araújo|Leonardo]]) *Balotelli è simpatico. Ma lo vorrei solo al Milan. Per me il calcio finisce con il Milan. ([[Matteo Salvini]]) *Balotelli è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. In Confederations Cup contro il Brasile, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi. Per qualcuno era tra i primi cinque al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti. ([[Giorgio Chiellini]]) *Balotelli? Lo riprenderei domani mattina. È tra i giocatori bravissimi, perché dire no? Ho sempre molta stima per lui. Pentito per aver perso Balotelli? Io non l'ho lasciato scappare ma sono successe cose per le quali era dura trattenerlo. ([[Massimo Moratti]]) *Balotelli insieme a noi non ha avuto nessun problema. Si sta parlando tanto di lui perché sta dimostrando il suo valore, che nessuno discute. Ha grandi qualità. Se un domani tornasse il gruppo lo accoglierebbe bene come ha accolto bene tutti i giocatori che sono arrivati. ([[Javier Zanetti]]) *Balotelli non farti illusioni, anche bianco ci saresti stato sui coglioni.<ref>Striscione esposto dalla tifoseria bianconera in occasione di Juventus-Inter del 5 dicembre 2009.</ref> ([[Striscioni del calcio|striscione]]) *Chi non lo ama è giusto che sappia e non dimentichi che la vita non gli aveva davvero apparecchiato un percorso di rose e fiori. Ma poi quella stessa vita (che è la sua e che lui certamente può gestire come meglio crede) gli ha restituito molti segni di fortuna, a cominciare - talento calcistico a parte - da una famiglia sana e meravigliosa. Poteva essere un simbolo. Non gli è interessato. Ora che non è più un ragazzino dovrebbe però cercare di capire che si può andare avanti senza cercare sempre e solo delle sterili "vendette". Contro chi, poi? ([[Marino Bartoletti]]) *Ci ho giocato contro quand'era nel [[Manchester City Football Club|City]]. Dire che mi piace non rende l'idea: quando mi capita di girare fra i canali senza un'idea precisa in testa, e incappo in una sua partita, poso il telecomando. Balotelli ha un talento incredibile, dovrebbe sfruttarlo di più. Ricordo certe partite in Premier, tipo il 6-1 a Old Trafford... fantastico. Al [[Associazione Calcio Milan|Milan]] si è mantenuto su un buon livello, ma credo che il colpo d'ala debba ancora arrivare. ([[Luis Suárez (calciatore 1987)|Luis Suárez]]) *Ci vorrei parlare un po'. Per me è uno dei giocatori più forti nel panorama mondiale. Ma sembra voler dare agli altri l'idea di quello che forse non è. ([[Roberto Baggio]]) *Credetemi, non è matto. Io ho giocato con [[Paul Gascoigne|Gascoigne]]. ([[Pierluigi Casiraghi]]) *Credo che lui abbia sofferto molto, ci sono ferite infantili che non si rimarginano, se non ti sei sentito abbastanza amato, tutto quello che viene dopo non ha mai la forza di cancellare quello che è venuto prima. Un po' di comprensione non guasterebbe, ha avuto una vita difficile, sembra un bad boy ma il suo fondo è buono. A Manchester per via delle creste ci scambiavano. ([[Paul Pogba]]) *Dove sono le prove delle sue qualità? ([[Jamie Carragher]]) *È il prodotto gonfiato dei media e assecondato da chi lo deteneva. Ha vari problemi. Bisognerebbe andare a vedere nella sua famiglia. Poi è stato condizionato nelle squadre in cui ha giocato. Non tutti gli allenatori hanno l'umanità di [[Rafael Benítez|Benitez]]. Gli altri lo hanno usato e scaricato quando non serviva più. Deve fare un bagno di umiltà. [...] Ha bisogno di ricominciare dal basso e deve isolarsi per ritrovarsi. Lui allo specchio vede l'immagine di un protagonista mediatico, non di un protagonista in campo. ([[Aurelio De Laurentiis]]) *È impossibile fare ciò che lui fa su un campo di calcio. Non si impegna, non lavora abbastanza, non si muove. ([[Gary Neville]]) *{{NDR|Nel 2013}} È migliorato, ma non penso che possa cambiare del tutto. I suoi errori li farà sempre, anche quando avrà 30 anni, ma questo è normale, l'importante è che capisca che deve dare sempre il massimo in campo. ([[Roberto Mancini]]) *È un buon giocatore, ma deve parlare meno e giocare di più. In Premier, se saprà ascoltare e vorrà imparare, potrà diventare un grande. Io glielo auguro. Oggi però antepone alla professione troppe altre cose. E questo non va bene. ([[Cristiano Ronaldo]]) *È un centravanti vero, mi piace molto come gioca perché usa la sua fisicità per farsi spazio tra gli avversari. Il suo stile mi piace, mi ha impressionato la sua forza offensiva. ([[Pelé]]) *È un giocatore sopravvalutato. Mi rode il culo vedere che in campo non ci mette tutto l'impegno per la Nazionale, non lo accetto. Non so cosa abbia questo ragazzo, anche io volevo diventare [[Luís Figo|Figo]], poi mi sono adattato a quel che ero. Anch'io ho fatto il testa di cazzo, ma ho imparato dai miei errori. [...] Si può prescindere dalla qualità, ma mai dall'impegno. ([[Mauro Germán Camoranesi]]) *È un'ottima persona e un grande giocatore. Lo seguo spesso con piacere in televisione. Ha grande talento e grande qualità. Spero di poterci parlare, magari dopo Italia-Brasile. E mi piacerebbe diventarci amico. ([[Neymar]]) *È un provocatore. Il problema è che non sa calcolare le conseguenze dei suoi gesti. Una volta parlavo ai ragazzi per prepararli a una partita importante, lui si allontanò e tornò leccando un cono gelato. Si misero a ridere tutti, l'avrei ammazzato. ([[Vincenzo Esposito (calciatore 1963)|Vincenzo Esposito]]) *{{NDR|Nel dicembre 2012}} È un Taarabt all'ennesima potenza. Ma si sta bruciando. Che peccato vederlo così moscio nel derby più seguito al mondo. Si parla di lui solo per i gossip. Secondo me non ha amici. Se fossi suo amico cercherei di farlo riflettere. ([[Adel Taarabt]]) *Gioca nell'Inter e sogna il Milan. Va al City e lo prendono a parole, va al Milan e pensa al Liverpool, va al Liverpool e pensa di tornare nella sua amata Inter. Calciatore senza presente, persona senza futuro. Ha sprecato tutto il talento che Dio gli ha donato. Puntualmente con la valigia pronta; difficilmente lascerà il segno in questo calcio. Ha sprecato mille jolly e, di lui, davvero non se ne può più. Ha guadagnato e guadagna tanto ma, di questo passo, in dieci anni sperpererà tutto il patrimonio. Per il suo bene, intervenga la famiglia. ([[Michele Criscitiello]]) *Ha un problema di testa. Se gli chiedo di svolgere un determinato compito, lo fa una volta e poi le altre se lo dimentica. Non so se potrà fare un salto di qualità, dipende da lui: noi lo aiutiamo, ma Mario deve aiutarsi da solo. ([[Siniša Mihajlović]]) *Ha tutto per essere un campione, ma non ha fatto progressi. Anzi è tornato indietro. Balotelli è una persona educata, sensibile e ha sofferto. Ma dovrebbe andare in giro, anche in India, per capire alcune cose. Doveva prendere esempio da Ibra, da quello che faceva in allenamento, solo così può diventare un grandissimo. ([[Marco Materazzi]]) *''I giovani di oggi si vestono di merda, | il punto di riferimento è Mario Balotelli.'' ([[Thegiornalisti]]) *I giovani hanno voglia di sognare e lui in certi momenti sa fare sognare. È un ragazzo giovane e non è sempre presente nei comportamenti, ora sta a lui equilibrare le cose. Se fa parlare di sé per le sue prestazioni, come ha fatto nell'ultima partita, è una cosa straordinaria e i giovani si innamorano di un giocatore come lui. ([[Cesare Prandelli]]) *Il fatto è che Mario è uno che ha i colpi, non un campione determinante per la squadra. ([[Cesare Prandelli]]) *Il suo caso è strano, non se la prendono sempre con lui perché di colore diverso, è che con i suoi atteggiamenti attira qualcosa. [...] Il problema non è il razzismo, ma il comportamento, se uno si comporta bene non succede niente. [...] Purtroppo oggi si gioca sul colore della pelle, ma il problema sono i comportamenti dei giocatori. ([[Zdeněk Zeman]]) *Il suo problema è che quando non segna, quando non gioca butta sempre tutto sul discorso dei razzisti – no? Fa sempre la vittima. Il problema è che lui non è nero, è uno stronzo. [...] E smettila di fare il coglione in giro a farti i selfie, pensa a giocare coglione! ([[Pino Scotto]]) *Io adoro Balotelli. Lo adoro. Credo che ci sia bisogno di un giocatore come lui nel calcio. Personaggi un po' pazzi come Mario fanno bene all'ambiente del calcio. Aggiungo anche che mi piacerebbe conoscerlo. Alla fine è un bravo ragazzo. ([[Noel Gallagher]]) *L'unica persona che può aiutare Balotelli è Balotelli. Quando cambi squadra, hai la mentalità giusta e un allenatore che ti stima diventa tutto più facile, però alla fine dipenderà tutto solo da lui. Ho visto giocatori con la metà del suo talento diventare trascinatori in grandi squadre: conta la testa. ([[Edgar Davids]]) *Mario Balotelli è un grande calciatore, non sbaglia mai un rigore... ma un po' troppo aggressivo per i miei gusti. Mi è capitato di incontrarlo un paio di volte e non mi è stato per la verità molto simpatico. ([[Usain Bolt]]) *Mario è un ragazzo a cui voglio bene. È un bravo ragazzo e anche un gran calciatore. Sono d'accordo con chi dice che deve fare la prima punta. Anche a me è capitato di farlo giocare esterno d'attacco. Ma è una punta che ha tiro, ha fisico, è forte di testa. Spero che questo sia per lui il Mondiale {{NDR|Brasile 2014}} che gli farà trovare continuità. Anche perché il tempo passa e non può perderne tanto. ([[Roberto Mancini]]) *Mario non è un giocatore come tutti gli altri. Ma gli chiediamo di fare il calciatore, non il personaggio. A livello mediatico, non è uguale agli altri: giriamo il mondo con campioni come Buffon e Pirlo, e il più osannato è Balotelli. I ragazzini impazziscono per lui, e il fatto che lo abbiano accettato, che abbiano deciso che poteva essere il nuovo simbolo dell'Italia, un ragazzo di colore che veste la maglia della Nazionale, vuol dire che forse i ragazzi sono più avanti di noi adulti, hanno superato certe barriere. ([[Cesare Prandelli]]) *Mi dispiace di doverlo dire ma nel Milan è molto importante l'aspetto umano della persona. Se lei mette una mela marcia dentro lo spogliatoio, così si usa dire, può infettare anche tutti gli altri. Quindi siccome io ho avuto modo per vicende della vita di dare un giudizio sull'uomo Balotelli, è una persona che io non accetterei mai facesse parte dello spogliatoio del Milan. ([[Silvio Berlusconi]]) *{{NDR|Sulla presunta somiglianza tra lui e Balotelli}} No, siamo molto diversi, non mi rivedo in lui. Io sono più centravanti, lui invece se non tocca la palla si sposta per il campo. ([[Christian Vieri]]) *Non riuscivo a credere che questo campione di 19 anni, celebre, ricco e vestito alla moda, che avrebbe potuto fare mille altre cose nel corso della serata, fosse lì per ascoltare le nostre storie. ([[Zlata Filipović]]) *Nuovi problemi all'Inter. Balotelli dopo il gol è corso ad abbracciare Mihajlovic. ([[Gene Gnocchi]]) *''Oh, Balotelli lui è un attaccante, è bravo con le freccette. Ha un allergia all'erba ma in campo è un fottuto fuoriclasse. Guida per Moss Side con il portafoglio pieno di soldi.''<ref>Coro che i tifosi del Manchester City hanno dedicato a Balotelli con riferimento ad alcuni avvenimenti che lo hanno visto protagonista durante la sua esperienza inglese: le freccette tirate ai ragazzi delle giovanili, la crisi allergica accusata nel match di Europa League a Kiev e il portafoglio con 5mila sterline con cui è stato sorpreso dai poliziotti che volevano fargli una contravvenzione.</ref> ([[Cori da stadio|coro]]) *Ormai chiunque cerchi a tutti i costi il titolone ci prova con Mario. Talvolta lui commette ingenuità, quasi dà l'impressione di non aver tanta voglia di diventare adulto. Nessuno però scrive mai che è, prima di tutto e per davvero, una persona buona. Ma noi lo sappiamo... ([[Claudio Marchisio]]) *Per Mario il discorso è difficile. Lui quando era all'Inter aveva delle qualità incredibili che non è mai riuscito ad esprimere purtroppo. Noi gli volevamo un bene incredibile e abbiamo provato in tutti i modi a convincerlo a cambiare i suoi atteggiamenti. Purtroppo non ci ha mai dato ascolto ed è un grosso dispiacere. Lui vuole vivere la vita che sta facendo ora ed è un peccato perché poteva dare molto, ma molto di più non solo all'Inter ma a tutti il calcio italiano in generale. È stato veramente una delusione. ([[Iván Córdoba]]) *Per me non cambierà mai, ma lo dico in senso positivo. Lui è davvero una brava persona, a volte commette delle sciocchezze ma poi si pente subito degli errori commessi. È fatto così, un po' pazzerello, ma ripeto è una persona vera, squisita e buonissima. E calcisticamente parlando è un top player... ([[Davide Santon]]) *{{NDR|«Ci sono più Balotelli in Balotelli o Ivanisevic in Ivanisevic?»}} Più Balotelli in Balotelli: mi piace da morire, io lo metterei sempre in squadra perché può decidere sempre. Vorrei conoscerlo, davvero, mettiamo sul tavolo tutte le nostre diverse personalità e vediamo quant'è grande il tavolo. ([[Goran Ivanišević]]) *Quando vedo Balotelli mi ricorda me stesso da giovane. Un tipo con una rabbia dentro che lo divora. Mi piacerebbe conoscerlo, parlarci. Tra noi non servirebbero troppe parole. So di cosa si tratta. ([[Carlton Myers]]) *Sarà antipatico a qualcuno ma è la storia della sua carriera, non conta se quello che fa è giusto o sbagliato: è fatto così, la Nazionale lo ha aiutato a togliere qualche antipatia. ([[Giorgio Chiellini]]) *''Se saltelli, muore Balotelli.''<ref>Coro nato in occasione di Juventus – Udinese del 22 novembre 2009 e ripetuto poi in più occasioni.</ref> ([[cori da stadio|coro]]) *Si parla sempre della persona, io preferisco parlare di educazione della persona. Balotelli non si comporta bene e dobbiamo chiederci perché. Per me, se uno non è educato, non gioca. Per me, non è colpa del giocatore, ma della squadra che lo fa giocare. Il problema non è Mario, ma l'educazione che gli è stata data. Se fosse stato educato in un certo modo, oggi non si comporterebbe così. ([[Johan Cruijff]]) *Tutti cercano di metterlo in difficoltà sul piano nervoso. È un giocatore straripante e fondamentale per noi, e quindi cercano di fermarlo in un altro modo. ([[Gianluigi Buffon]]) *Un fenomeno. Uno che può far fare il salto di qualità alla sua squadra, un giocatore che mi piace moltissimo, per il quale nutro grande ammirazione. Uno che può resuscitare una partita morta. ([[Diego Simeone]]) *{{NDR|Nel 2010}} Un giorno mi chiama Zlatan e mi dice: qui all'Inter c'è un fenomeno, è un ragazzo di colore, con la palla fa quello che vuole, devi venire a vederlo. Andai e conobbi Mario. Gli parlai. Dopo due anni mi telefonò e mi disse che mi voleva come procuratore. Mi chiedete se oggi è contento? Così e così. Ma su di lui c'è un piano: gli ho promesso che diventerà tre volte Pallone d'oro e lui si fida di me. ([[Mino Raiola]]) *Why always him {{NDR|perché sempre lui}}? Perché a lui non frega un c... di niente. E questo è fantastico, è per questo che in Inghilterra lo amiamo: è come se fosse un gangster, lui è una vera e propria rockstar. Ma è un bravo ragazzo, non è stato molto al City. È davvero un bravo ragazzo e non gliene frega niente. Ho un fratello come Balotelli, non gliene frega niente. ([[Noel Gallagher]]) ===[[José Mourinho]]=== *[Mancini] È stato il suo primo allenatore da professionista, quindi prima di me. Mario aveva 18 anni quando c'era [[Roberto Mancini|Mancini]] all'Inter, 20 quando era con me, ora ne ha 22 e sarebbe naturale che crescesse e diventasse il giocatore talentuoso che è. Non sono in contatto con Mario ma spero che diventi un campione. Roberto lo conosce bene, parla il suo stesso linguaggio, lo conosce da quando è un ragazzino per cui se non esplode con Roberto, sarà difficile che ci riesca con un altro allenatore ma spero ci riesca perché è un talento. *Gli avevo detto di farsi trovare alle 14,00 nel mio ufficio per una riunione ma lui non c'era. Ma quando l'ho chiamato... era andato a seguire le prove del GP di F1 del sabato in vista della gara di domenica. Ho detto a Mario che sarebbe dovuto essere alle 14,00 nel mio ufficio e lui mi ha risposto che la riunione nel mio ufficio avremmo potuto farla ogni giorno mentre il GP di di F1 in Italia c'è solo una volta all'anno. Questo è un episodio divertente. Ovviamente al momento è stato difficile accettarlo perché si tratta di calcio professionistico. Ma aveva 18 o 19 anni quando ebbe questa reazione da ingenuo. *Potrei scrivere un libro di 200 pagine sui miei due anni all'Inter con Mario ma non sarebbe un romanzo drammatico, piuttosto una commedia perché è un ragazzo divertente. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Luigi Garlando e Mario Balotelli, ''Buuu'', Einaudi, 2010. ISBN 978-88-06-20492-1 ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Balotelli, Mario}} [[Categoria:Calciatori italiani]] fytek0fix8o2sex6o2ptvqmfrkqmjby 1349913 1349912 2024-11-02T23:30:22Z Udiki 86035 Annullata la modifica di [[Special:Contributions/~2024-8615|~2024-8615]] ([[User talk:~2024-8615|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:Danyele|Danyele]] 1345901 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Mario Balotelli Euro 2012 vs England 02.JPG|thumb|Mario Balotelli con la Nazionale (2012)]] '''Mario Barwuah-Balotelli''' (1990 – vivente), calciatore italiano. ==Citazioni di Mario Balotelli== {{cronologico}} *Prego, la sera prima di addormentarmi, qualche volta alla mattina quando mi sveglio, non sempre. Mi rivolgo, a chi non so, Dio, credo, e non chiedo niente. Mica prego per vincere la Champions, non ha senso, non capisco quelli che pregano prima di una partita. Io dico solo grazie per quel che ho avuto <ref>Da un'intervista a ''Vanity Fair Italia''; citato in ''[http://www.gazzetta.it/Speciali/Calcio/Inter-Bayern/18-05-2010/balotelli-ammiravo-totti-604027269221.shtml Balotelli: "Ammiravo Totti Il suo insulto mi ha fatto male"]'', ''gazzetta.it'', 18 maggio 2010.</ref> *Quelli che mi fischiano, se mi incontrassero da solo, uno contro uno, fuori dalla curva, mi chiederebbero l'autografo.<ref>Citato in Tancredi Palmeri, ''[http://www.gazzetta.it/Calcio/22-11-2010/-blob-settimana-711900197322.shtml Il blob della settimana: Balotelli, i razzisti e Cassano]'', ''gazzetta.it'', 22 novembre 2010.</ref> *Per me è sempre speciale giocare a [[Stadio Giuseppe Meazza|S. Siro]], è un grande stadio. Quello che ti dà più emozioni. Diverso da quelli inglesi, ma speciale.<ref>Citato in ''[http://www.gazzetta.it/Nazionale/16-10-2012/balotelli-s-siro-brividi-ct-cassano-non-avviso-nessuno-912930314483.shtml Balotelli: "Sarò un bravo papà". Il c.t.: "Cassano? Non avviso nessuno"]'', ''gazzetta.it'', 16 ottobre 2012.</ref> *Penso di essere più intelligente della norma, ma giuro che non mi interessa dimostrarlo.<ref>Citato in Tancredi Palmeri, ''[http://www.gazzetta.it/Calcio/30-12-2012/blob-2012-913634965312.shtml Il blob del 2012. Tutte le frasi da ricordare]'', ''gazzetta.it'', 30 dicembre 2012.</ref> *Nella vita non rifarei solo una cosa: non lancerei per terra la maglia dell'Inter.<ref>Citato in ''[http://www.gazzetta.it/Nazionale/24-03-2013/nazionale-balotelli-totti-azzurro-magari-razzismo-mi-fa-rabbia-92644630099.shtml Nazionale, Balotelli: "Totti azzurro? Magari. Il razzismo? Mi fa rabbia"]'', ''gazzetta.it'', 24 marzo 2013.</ref> *Se gli arbitri sono così, è normale che mi arrabbio. Non è possibile che prendo ogni volta cento falli a partita, e ogni volta che dico mezza parola vengo ammonito. E prendo le squalifiche. Così non si può giocare.<ref>Citato in ''[http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Milan/28-04-2013/milan-catania-4-2-balo-gli-arbitri-contro-me-mi-picchiano-ma-io-sempre-ammonito-20305625463.shtml Milan-Catania 4-2. Balotelli: "Arbitri contro di me. Mi picchiano ma io sempre ammonito"]'', ''gazzetta.it'', 28 aprile 2013.</ref> *{{NDR|Sulla legge sulla cittadinanza italiana}} È una legge stupida. Ho passato 18 anni in [[Italia]] e non ero ancora italiano. Per questo motivo spero che tutti i ragazzi come me che vivono questa situazione diventino italiani prima di quando lo sono diventato io.<ref>Da un'intervista a ''Sports Illustrated''; citato in ''[http://www.ilpost.it/2013/08/21/mario-balotelli-cittadinanza/ La «legge stupida» secondo Mario Balotelli]'', ''ilpost.it'', 21 agosto 2013.</ref> *Il [[razzismo]] non si può cancellare. È come le sigarette: non puoi smettere di fumare se non lo vuoi. E non si può fermare il razzismo se la gente non lo vuole. Ma io farò qualsiasi cosa per aiutare a fermare questa piaga.<ref>Da in'intervista a ''Sports Illustrated''; citato in ''[http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/2013/08/21/news/balotelli_razzismo_milan-65072863/ Balotelli: ''Razzismo non si può cancellare, ma farò di tutto per batterlo'']'', ''repubblica.it'', 21 agosto 2013.</ref> *Il Medioevo è finito, è ora che se ne accorgano tutti... Il cambiamento è in mano alle nuove generazioni; ai nostri figli bisogna insegnare che siamo tutti uguali... Dovrebbe essere scontato, quasi banale, ma non lo è. Poi i miei figli Pia e Lion lo racconteranno ai miei nipoti, e allora le future generazioni saranno più a posto di noi, questo sì. Ma di certo, fossi stato bianco, avrei avuto meno problemi.<ref>Citato in ''[https://www.gazzetta.it/Calcio/Nazionale/30-05-2018/balotelli-io-negro-stato-schifo-270512776264.shtml Balotelli: "Io, il negro: è stato uno schifo"]'', ''gazzetta.it'', 30 maggio 2018.</ref> *Voi [[razzismo|razzisti]] meritate una cosa sola. Di vivere una vita soli, senza nessuno che vi pensi, senza mancare a nessuno e di andarvene un giorno senza mai essere ricordati. Voi siete la parte malata di questo mondo.<ref>Citato in ''[https://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2018/11/10/news/balotelli_contro_razzisti-211278521/#gallery-slider=211299571 Balotelli si sfoga contro i razzisti: "Siete la parte malata del mondo"]'', ''repubblica.it'', 10 novembre 2018.</ref> *Nel mio Paese nativo, l'Italia, si sente spesso dire: l'Italia agli italiani... E sarebbe anche giusto, se l'[[Africa]] fosse degli africani.<ref>Citato in ''[https://www.ilmessaggero.it/sport/calcio/balotelli_messaggio_sovranisti_lasciate_africa_africani-4502183.html Balotelli contro i sovranisti: «Avete le mani sulle sue ricchezze, lasciate l'Africa agli africani»]'', ''ilmessaggero.it'', 19 luglio 2019.</ref> {{Int|''[http://www.gazzetta.it/Calciomercato/10-01-2012/balotelli-attacco-nostalgia-lascerei-premier-solo-l-italia-804256499955.shtml "Lascerei la Premier solo per l'Italia"]''|Da un'intervista a ''L'Uomo Vogue''; citato in ''gazzetta.it'', 10 gennaio 2012.}} *Qui in Inghilterra la stampa scandalistica scrive di tutto, ed esagera sempre. La cosa che mi dà più fastidio è che in Italia le fesserie dei tabloid siano riprese e amplificate senza verifiche. Così molti connazionali prendono tutto per oro colato. *Non mi pare un tema legato al tifo: conosco supporter sfegatati, eppure correttissimi, in Italia, e ancora di più in Inghilterra. Il [[Razzismo nel calcio|razzismo]] nasce dall'ignoranza più bassa; è sui bambini che bisogna agire, e soprattutto a scuola. L'ho capito tardi che la scuola è essenziale; ringrazio i miei genitori che hanno insistito perché prendessi il diploma superiore. *In quanto a feeling personale, direi prima [[Roberto Mancini|Mancini]] e poi [[José Mourinho|Mourinho]]. Un allenatore deve tirare fuori il 100% da un giocatore e Mancini è molto bravo perché lo sta facendo. *La vittoria più bella è il primo scudetto, un brivido indimenticabile. Ovvio che anche la Champions mi abbia entusiasmato. Il Triplete è stata una conquista ottenuta da un grande gruppo, a cui mi sento affettivamente legato. ===Citazioni non datate=== *{{NDR|Su [[Marko Arnautović]]}} Giocatore più pazzo mai conosciuto.<ref>Citato in Fausto Fiorin, ''[https://www.rivistaundici.com/2022/10/24/marko-arnautovic-bologna-carriera/ Marko Arnautovic ha trovato casa]'', ''rivistaundici.com'', 24 ottobre 2022.</ref> ==[[Incipit]] di ''Buuu''== I primi buuu li ho beccati a 15 anni. Era il 2 aprile del 2006, giocavo nel Lumezzane e mister Salvioni mi fece esordire in Serie C1 a Padova. Non avendo compiuto ancora 16 anni, per farmi giocare la società aveva dovuto chiedere un permesso speciale alla Federcalcio e l'autorizzazione ai miei genitori. Era la mia prima partita da professionista, indescrivibile la gioia che provavo nell'entrare in campo... Il secondo tempo era già iniziato, ma un coro di buuu sottolineò subito la mia entrata. Ricordo che dopo alcune azioni riuscii a crossare a Marini che fece il gol della vittoria! La felicità e l'emozione di quell'esordio non mi avevano fatto sentire quegli odiosi buuu, mi avevano come tappato le orecchie... Col tempo, però, i buuu e gli insulti li ho sentiti tutti molto distintamente: mi hanno sempre fatto venire una gran voglia di fare gol... e qualche volta ci sono riuscito! Mi dico: quando ti urlano certe cose, non bisognerebbe arrabbiarsi... se dai loro importanza, faranno di peggio la prossima volta. Ma anche lasciar correre è pericoloso. ==Citazioni su Mario Balotelli== *{{NDR|Riferito al suo periodo al Liverpool}} A Basilea, in Champions, capii che era senza speranze. L'intensità nei suoi allenamenti era calata. Il suo comportamento peggiorato. Non c'erano frizioni tra di noi, anzi. Ho provato ad aiutarlo e a lodarlo pubblicamente, ma alla fine ho capito che Mourinho aveva ragione: è ingestibile. Ha il potenziale per diventare uno dei migliori al mondo, ma non ce la farà mai per colpa della sua mentalità e anche delle persone che ruotano attorno a lui. È un ritardatario, vuole sempre attenzioni, dice cose sbagliate sui social media, non lavora abbastanza durante gli allenamenti. Insomma, Balotelli è una battaglia persa. ([[Steven Gerrard]]) *A volte pensa il calcio sia "Io prendo la palla, mi metto in mostra in qualche modo, e poi i miei compagni corrono per me". No. Il calcio è sacrificio. Il calcio è legame con i compagni di squadra. Non al bar, bisogna essere generosi in campo. Io spero che riesca prima o poi a dimostrare le sue qualità, ma credo che sarà molto difficile perché trascorre troppo tempo sui social network e sembra che usi il calcio per diventare una celebrità. ([[Paolo Di Canio]]) *Allenarlo e aiutarlo a crescere sarebbe una bella sfida. ([[Leonardo Nascimento de Araújo|Leonardo]]) *Balotelli è simpatico. Ma lo vorrei solo al Milan. Per me il calcio finisce con il Milan. ([[Matteo Salvini]]) *Balotelli è una persona negativa, senza rispetto per il gruppo. In Confederations Cup contro il Brasile, nel 2013, non ci diede una mano in niente, roba da prenderlo a schiaffi. Per qualcuno era tra i primi cinque al mondo, io non ho mai pensato neppure che potesse essere tra i primi dieci o venti. ([[Giorgio Chiellini]]) *Balotelli? Lo riprenderei domani mattina. È tra i giocatori bravissimi, perché dire no? Ho sempre molta stima per lui. Pentito per aver perso Balotelli? Io non l'ho lasciato scappare ma sono successe cose per le quali era dura trattenerlo. ([[Massimo Moratti]]) *Balotelli insieme a noi non ha avuto nessun problema. Si sta parlando tanto di lui perché sta dimostrando il suo valore, che nessuno discute. Ha grandi qualità. Se un domani tornasse il gruppo lo accoglierebbe bene come ha accolto bene tutti i giocatori che sono arrivati. ([[Javier Zanetti]]) *Balotelli non farti illusioni, anche bianco ci saresti stato sui coglioni.<ref>Striscione esposto dalla tifoseria bianconera in occasione di Juventus-Inter del 5 dicembre 2009.</ref> ([[Striscioni del calcio|striscione]]) *Chi non lo ama è giusto che sappia e non dimentichi che la vita non gli aveva davvero apparecchiato un percorso di rose e fiori. Ma poi quella stessa vita (che è la sua e che lui certamente può gestire come meglio crede) gli ha restituito molti segni di fortuna, a cominciare - talento calcistico a parte - da una famiglia sana e meravigliosa. Poteva essere un simbolo. Non gli è interessato. Ora che non è più un ragazzino dovrebbe però cercare di capire che si può andare avanti senza cercare sempre e solo delle sterili "vendette". Contro chi, poi? ([[Marino Bartoletti]]) *Ci ho giocato contro quand'era nel [[Manchester City Football Club|City]]. Dire che mi piace non rende l'idea: quando mi capita di girare fra i canali senza un'idea precisa in testa, e incappo in una sua partita, poso il telecomando. Balotelli ha un talento incredibile, dovrebbe sfruttarlo di più. Ricordo certe partite in Premier, tipo il 6-1 a Old Trafford... fantastico. Al [[Associazione Calcio Milan|Milan]] si è mantenuto su un buon livello, ma credo che il colpo d'ala debba ancora arrivare. ([[Luis Suárez (calciatore 1987)|Luis Suárez]]) *Ci vorrei parlare un po'. Per me è uno dei giocatori più forti nel panorama mondiale. Ma sembra voler dare agli altri l'idea di quello che forse non è. ([[Roberto Baggio]]) *Credetemi, non è matto. Io ho giocato con [[Paul Gascoigne|Gascoigne]]. ([[Pierluigi Casiraghi]]) *Credo che lui abbia sofferto molto, ci sono ferite infantili che non si rimarginano, se non ti sei sentito abbastanza amato, tutto quello che viene dopo non ha mai la forza di cancellare quello che è venuto prima. Un po' di comprensione non guasterebbe, ha avuto una vita difficile, sembra un bad boy ma il suo fondo è buono. A Manchester per via delle creste ci scambiavano. ([[Paul Pogba]]) *Dove sono le prove delle sue qualità? ([[Jamie Carragher]]) *È il prodotto gonfiato dei media e assecondato da chi lo deteneva. Ha vari problemi. Bisognerebbe andare a vedere nella sua famiglia. Poi è stato condizionato nelle squadre in cui ha giocato. Non tutti gli allenatori hanno l'umanità di [[Rafael Benítez|Benitez]]. Gli altri lo hanno usato e scaricato quando non serviva più. Deve fare un bagno di umiltà. [...] Ha bisogno di ricominciare dal basso e deve isolarsi per ritrovarsi. Lui allo specchio vede l'immagine di un protagonista mediatico, non di un protagonista in campo. ([[Aurelio De Laurentiis]]) *È impossibile fare ciò che lui fa su un campo di calcio. Non si impegna, non lavora abbastanza, non si muove. ([[Gary Neville]]) *{{NDR|Nel 2013}} È migliorato, ma non penso che possa cambiare del tutto. I suoi errori li farà sempre, anche quando avrà 30 anni, ma questo è normale, l'importante è che capisca che deve dare sempre il massimo in campo. ([[Roberto Mancini]]) *È un buon giocatore, ma deve parlare meno e giocare di più. In Premier, se saprà ascoltare e vorrà imparare, potrà diventare un grande. Io glielo auguro. Oggi però antepone alla professione troppe altre cose. E questo non va bene. ([[Cristiano Ronaldo]]) *È un centravanti vero, mi piace molto come gioca perché usa la sua fisicità per farsi spazio tra gli avversari. Il suo stile mi piace, mi ha impressionato la sua forza offensiva. ([[Pelé]]) *È un giocatore sopravvalutato. Mi rode il culo vedere che in campo non ci mette tutto l'impegno per la Nazionale, non lo accetto. Non so cosa abbia questo ragazzo, anche io volevo diventare [[Luís Figo|Figo]], poi mi sono adattato a quel che ero. Anch'io ho fatto il testa di cazzo, ma ho imparato dai miei errori. [...] Si può prescindere dalla qualità, ma mai dall'impegno. ([[Mauro Germán Camoranesi]]) *È un'ottima persona e un grande giocatore. Lo seguo spesso con piacere in televisione. Ha grande talento e grande qualità. Spero di poterci parlare, magari dopo Italia-Brasile. E mi piacerebbe diventarci amico. ([[Neymar]]) *È un provocatore. Il problema è che non sa calcolare le conseguenze dei suoi gesti. Una volta parlavo ai ragazzi per prepararli a una partita importante, lui si allontanò e tornò leccando un cono gelato. Si misero a ridere tutti, l'avrei ammazzato. ([[Vincenzo Esposito (calciatore 1963)|Vincenzo Esposito]]) *{{NDR|Nel dicembre 2012}} È un Taarabt all'ennesima potenza. Ma si sta bruciando. Che peccato vederlo così moscio nel derby più seguito al mondo. Si parla di lui solo per i gossip. Secondo me non ha amici. Se fossi suo amico cercherei di farlo riflettere. ([[Adel Taarabt]]) *Gioca nell'Inter e sogna il Milan. Va al City e lo prendono a parole, va al Milan e pensa al Liverpool, va al Liverpool e pensa di tornare nella sua amata Inter. Calciatore senza presente, persona senza futuro. Ha sprecato tutto il talento che Dio gli ha donato. Puntualmente con la valigia pronta; difficilmente lascerà il segno in questo calcio. Ha sprecato mille jolly e, di lui, davvero non se ne può più. Ha guadagnato e guadagna tanto ma, di questo passo, in dieci anni sperpererà tutto il patrimonio. Per il suo bene, intervenga la famiglia. ([[Michele Criscitiello]]) *Ha un problema di testa. Se gli chiedo di svolgere un determinato compito, lo fa una volta e poi le altre se lo dimentica. Non so se potrà fare un salto di qualità, dipende da lui: noi lo aiutiamo, ma Mario deve aiutarsi da solo. ([[Siniša Mihajlović]]) *Ha tutto per essere un campione, ma non ha fatto progressi. Anzi è tornato indietro. Balotelli è una persona educata, sensibile e ha sofferto. Ma dovrebbe andare in giro, anche in India, per capire alcune cose. Doveva prendere esempio da Ibra, da quello che faceva in allenamento, solo così può diventare un grandissimo. ([[Marco Materazzi]]) *''I giovani di oggi si vestono di merda, | il punto di riferimento è Mario Balotelli.'' ([[Thegiornalisti]]) *I giovani hanno voglia di sognare e lui in certi momenti sa fare sognare. È un ragazzo giovane e non è sempre presente nei comportamenti, ora sta a lui equilibrare le cose. Se fa parlare di sé per le sue prestazioni, come ha fatto nell'ultima partita, è una cosa straordinaria e i giovani si innamorano di un giocatore come lui. ([[Cesare Prandelli]]) *Il fatto è che Mario è uno che ha i colpi, non un campione determinante per la squadra. ([[Cesare Prandelli]]) *Il suo caso è strano, non se la prendono sempre con lui perché di colore diverso, è che con i suoi atteggiamenti attira qualcosa. [...] Il problema non è il razzismo, ma il comportamento, se uno si comporta bene non succede niente. [...] Purtroppo oggi si gioca sul colore della pelle, ma il problema sono i comportamenti dei giocatori. ([[Zdeněk Zeman]]) *Il suo problema è che quando non segna, quando non gioca butta sempre tutto sul discorso dei razzisti – no? Fa sempre la vittima. Il problema è che lui non è nero, è uno stronzo. [...] E smettila di fare il coglione in giro a farti i selfie, pensa a giocare coglione! ([[Pino Scotto]]) *Io adoro Balotelli. Lo adoro. Credo che ci sia bisogno di un giocatore come lui nel calcio. Personaggi un po' pazzi come Mario fanno bene all'ambiente del calcio. Aggiungo anche che mi piacerebbe conoscerlo. Alla fine è un bravo ragazzo. ([[Noel Gallagher]]) *L'unica persona che può aiutare Balotelli è Balotelli. Quando cambi squadra, hai la mentalità giusta e un allenatore che ti stima diventa tutto più facile, però alla fine dipenderà tutto solo da lui. Ho visto giocatori con la metà del suo talento diventare trascinatori in grandi squadre: conta la testa. ([[Edgar Davids]]) *Mario Balotelli è un grande calciatore, non sbaglia mai un rigore... ma un po' troppo aggressivo per i miei gusti. Mi è capitato di incontrarlo un paio di volte e non mi è stato per la verità molto simpatico. ([[Usain Bolt]]) *Mario è un ragazzo a cui voglio bene. È un bravo ragazzo e anche un gran calciatore. Sono d'accordo con chi dice che deve fare la prima punta. Anche a me è capitato di farlo giocare esterno d'attacco. Ma è una punta che ha tiro, ha fisico, è forte di testa. Spero che questo sia per lui il Mondiale {{NDR|Brasile 2014}} che gli farà trovare continuità. Anche perché il tempo passa e non può perderne tanto. ([[Roberto Mancini]]) *Mario non è un giocatore come tutti gli altri. Ma gli chiediamo di fare il calciatore, non il personaggio. A livello mediatico, non è uguale agli altri: giriamo il mondo con campioni come Buffon e Pirlo, e il più osannato è Balotelli. I ragazzini impazziscono per lui, e il fatto che lo abbiano accettato, che abbiano deciso che poteva essere il nuovo simbolo dell'Italia, un ragazzo di colore che veste la maglia della Nazionale, vuol dire che forse i ragazzi sono più avanti di noi adulti, hanno superato certe barriere. ([[Cesare Prandelli]]) *Mi dispiace di doverlo dire ma nel Milan è molto importante l'aspetto umano della persona. Se lei mette una mela marcia dentro lo spogliatoio, così si usa dire, può infettare anche tutti gli altri. Quindi siccome io ho avuto modo per vicende della vita di dare un giudizio sull'uomo Balotelli, è una persona che io non accetterei mai facesse parte dello spogliatoio del Milan. ([[Silvio Berlusconi]]) *{{NDR|Sulla presunta somiglianza tra lui e Balotelli}} No, siamo molto diversi, non mi rivedo in lui. Io sono più centravanti, lui invece se non tocca la palla si sposta per il campo. ([[Christian Vieri]]) *Non riuscivo a credere che questo campione di 19 anni, celebre, ricco e vestito alla moda, che avrebbe potuto fare mille altre cose nel corso della serata, fosse lì per ascoltare le nostre storie. ([[Zlata Filipović]]) *Nuovi problemi all'Inter. Balotelli dopo il gol è corso ad abbracciare Mihajlovic. ([[Gene Gnocchi]]) *''Oh, Balotelli lui è un attaccante, è bravo con le freccette. Ha un allergia all'erba ma in campo è un fottuto fuoriclasse. Guida per Moss Side con il portafoglio pieno di soldi.''<ref>Coro che i tifosi del Manchester City hanno dedicato a Balotelli con riferimento ad alcuni avvenimenti che lo hanno visto protagonista durante la sua esperienza inglese: le freccette tirate ai ragazzi delle giovanili, la crisi allergica accusata nel match di Europa League a Kiev e il portafoglio con 5mila sterline con cui è stato sorpreso dai poliziotti che volevano fargli una contravvenzione.</ref> ([[Cori da stadio|coro]]) *Ormai chiunque cerchi a tutti i costi il titolone ci prova con Mario. Talvolta lui commette ingenuità, quasi dà l'impressione di non aver tanta voglia di diventare adulto. Nessuno però scrive mai che è, prima di tutto e per davvero, una persona buona. Ma noi lo sappiamo... ([[Claudio Marchisio]]) *Per Mario il discorso è difficile. Lui quando era all'Inter aveva delle qualità incredibili che non è mai riuscito ad esprimere purtroppo. Noi gli volevamo un bene incredibile e abbiamo provato in tutti i modi a convincerlo a cambiare i suoi atteggiamenti. Purtroppo non ci ha mai dato ascolto ed è un grosso dispiacere. Lui vuole vivere la vita che sta facendo ora ed è un peccato perché poteva dare molto, ma molto di più non solo all'Inter ma a tutti il calcio italiano in generale. È stato veramente una delusione. ([[Iván Córdoba]]) *Per me non cambierà mai, ma lo dico in senso positivo. Lui è davvero una brava persona, a volte commette delle sciocchezze ma poi si pente subito degli errori commessi. È fatto così, un po' pazzerello, ma ripeto è una persona vera, squisita e buonissima. E calcisticamente parlando è un top player... ([[Davide Santon]]) *{{NDR|«Ci sono più Balotelli in Balotelli o Ivanisevic in Ivanisevic?»}} Più Balotelli in Balotelli: mi piace da morire, io lo metterei sempre in squadra perché può decidere sempre. Vorrei conoscerlo, davvero, mettiamo sul tavolo tutte le nostre diverse personalità e vediamo quant'è grande il tavolo. ([[Goran Ivanišević]]) *Quando vedo Balotelli mi ricorda me stesso da giovane. Un tipo con una rabbia dentro che lo divora. Mi piacerebbe conoscerlo, parlarci. Tra noi non servirebbero troppe parole. So di cosa si tratta. ([[Carlton Myers]]) *Sarà antipatico a qualcuno ma è la storia della sua carriera, non conta se quello che fa è giusto o sbagliato: è fatto così, la Nazionale lo ha aiutato a togliere qualche antipatia. ([[Giorgio Chiellini]]) *''Se saltelli, muore Balotelli.''<ref>Coro nato in occasione di Juventus – Udinese del 22 novembre 2009 e ripetuto poi in più occasioni.</ref> ([[cori da stadio|coro]]) *Si parla sempre della persona, io preferisco parlare di educazione della persona. Balotelli non si comporta bene e dobbiamo chiederci perché. Per me, se uno non è educato, non gioca. Per me, non è colpa del giocatore, ma della squadra che lo fa giocare. Il problema non è Mario, ma l'educazione che gli è stata data. Se fosse stato educato in un certo modo, oggi non si comporterebbe così. ([[Johan Cruijff]]) *Tutti cercano di metterlo in difficoltà sul piano nervoso. È un giocatore straripante e fondamentale per noi, e quindi cercano di fermarlo in un altro modo. ([[Gianluigi Buffon]]) *Un fenomeno. Uno che può far fare il salto di qualità alla sua squadra, un giocatore che mi piace moltissimo, per il quale nutro grande ammirazione. Uno che può resuscitare una partita morta. ([[Diego Simeone]]) *{{NDR|Nel 2010}} Un giorno mi chiama Zlatan e mi dice: qui all'Inter c'è un fenomeno, è un ragazzo di colore, con la palla fa quello che vuole, devi venire a vederlo. Andai e conobbi Mario. Gli parlai. Dopo due anni mi telefonò e mi disse che mi voleva come procuratore. Mi chiedete se oggi è contento? Così e così. Ma su di lui c'è un piano: gli ho promesso che diventerà tre volte Pallone d'oro e lui si fida di me. ([[Mino Raiola]]) *Why always him {{NDR|perché sempre lui}}? Perché a lui non frega un c... di niente. E questo è fantastico, è per questo che in Inghilterra lo amiamo: è come se fosse un gangster, lui è una vera e propria rockstar. Ma è un bravo ragazzo, non è stato molto al City. È davvero un bravo ragazzo e non gliene frega niente. Ho un fratello come Balotelli, non gliene frega niente. ([[Noel Gallagher]]) ===[[José Mourinho]]=== *[Mancini] È stato il suo primo allenatore da professionista, quindi prima di me. Mario aveva 18 anni quando c'era [[Roberto Mancini|Mancini]] all'Inter, 20 quando era con me, ora ne ha 22 e sarebbe naturale che crescesse e diventasse il giocatore talentuoso che è. Non sono in contatto con Mario ma spero che diventi un campione. Roberto lo conosce bene, parla il suo stesso linguaggio, lo conosce da quando è un ragazzino per cui se non esplode con Roberto, sarà difficile che ci riesca con un altro allenatore ma spero ci riesca perché è un talento. *Gli avevo detto di farsi trovare alle 14,00 nel mio ufficio per una riunione ma lui non c'era. Ma quando l'ho chiamato... era andato a seguire le prove del GP di F1 del sabato in vista della gara di domenica. Ho detto a Mario che sarebbe dovuto essere alle 14,00 nel mio ufficio e lui mi ha risposto che la riunione nel mio ufficio avremmo potuto farla ogni giorno mentre il GP di di F1 in Italia c'è solo una volta all'anno. Questo è un episodio divertente. Ovviamente al momento è stato difficile accettarlo perché si tratta di calcio professionistico. Ma aveva 18 o 19 anni quando ebbe questa reazione da ingenuo. *Potrei scrivere un libro di 200 pagine sui miei due anni all'Inter con Mario ma non sarebbe un romanzo drammatico, piuttosto una commedia perché è un ragazzo divertente. ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Luigi Garlando e Mario Balotelli, ''Buuu'', Einaudi, 2010. ISBN 978-88-06-20492-1 ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Balotelli, Mario}} [[Categoria:Calciatori italiani]] nboacinqy6hweb8hua4imv727gr0ycw Men in Black 3 0 86279 1349920 1337350 2024-11-03T01:16:58Z ~2024-8083 100179 1349920 wikitext text/x-wiki {{Film |titoloitaliano=Men in Black 3 |titolooriginale=Men in Black 3 |paese=USA |anno=2012 |immagine=Men in black 3.svg |genere=commedia fantascientifica |regista=[[Barry Sonnenfeld]] |soggetto=[[Lowell Cunningham]] |sceneggiatore=[[Etan Cohen]] |attori= *[[Will Smith]]: James Edwards / Agente J *[[Tommy Lee Jones]]: Kevin Brown / Agente K *[[Josh Brolin]]: Kevin Brown / Agente K (giovane) *[[Jemaine Clement]]: Boris l'animale *[[Michael Stuhlbarg]]: Griffin *[[Emma Thompson]] Agente O *[[Alice Eve]]: Agente O (giovane) *[[Nicole Scherzinger]]: Lilly *[[Mike Colter]]: Colonnello James Edwards Jr. *[[Michael Chernus]]: Jeffrey Price *[[Bill Hader]]: Andy Warhol / Agente W *[[David Rasche]]: Agente X *[[Keone Young]]: Mr. Wu *[[Cayen Martin]]: James Edwards (J da bambino) *[[Will Arnett]]: Agente AA *[[Lanny Flaherty]]: Obadiah Price |doppiatoriitaliani= *[[Sandro Acerbo]]: James Edwards / Agente J *[[Dario Penne]]: Kevin Brown / Agente K *[[Andrea Lavagnino]]: Kevin Brown / Agente K (giovane) *[[Francesco Pannofino]]: Boris l'animale *[[Alessandro Quarta]]: Griffin *[[Emanuela Rossi]]: Agente O *[[Valentina Mari]]: Agente O (giovane) *[[Rossella Acerbo]]: Lilly *[[Stefano Mondini]]: Colonnello James Edwards Jr. *[[Luigi Ferraro]]: Jeffrey Price *[[Massimo De Ambrosis]]: Andy Warhol / Agente W *[[Michele Gammino]]: Agente X *[[Oreste Baldini]]: Mr. Wu *[[Teo Achille Caprio]]: James Edwards (J da bambino) *[[Gaetano Varcasia]]: Agente AA *[[Marco Mete]]: Obadiah Price |note='''Musiche''': [[Danny Elfman]] }} '''''Men in Black 3''''', film statunitense del 2012 di [[Barry Sonnenfeld]] con [[Will Smith]], [[Tommy Lee Jones]] e [[Josh Brolin]]. ==Frasi== *Signore e signori, prego, guardate qui! {{NDR|neuralizzando il gruppo di presenti}} Ok, sapete quando su un aeroplano la hostess vi dice di spegnere il cellulare e voi fate ''"Io non lo spengo, non c'entra un cavolo con l'aereo, che m'importa!"''... Be', ecco che succede, quello che provoca {{NDR|mostrando ai presenti una navicella schiantata a terra}}: arriva lassù, rimbalza tra un satellite e l'altro e BAM! Spegnete quell'accidente di cellulare, adesso andrete a schiantarvi perché il GPS non funziona! ('''Agente J''') *Ti sei perso qualcosa, Ringo? ('''Agente K''') *Risparmia le musogiallate per i turisti, Wu! ('''Agente J''') *Tu non lo sai, K, ma sei già morto da un pezzo. ('''Boris l'animale''') *Potrei avere la vostra attenzione, per favore? {{NDR|neuralizzando il gruppo di presenti}} Ok, sapete quando vostro figlio ha vinto un pesce rosso e voi non volevate quello schifo dentro casa, gli avete detto che era scappato, ma l'avete buttato nel gabinetto? Be', è quello che è successo {{NDR|Mostrando i danni al vicino ristorante cinese}}. Capito? Non mentite ai vostri figli! ('''Agente J''') *Ora che so come sei quando racconti balle, perché non mi fai vedere come sei quando dici la verità? ('''Giovane agente K''') *Mio nonno diceva sempre ''"Se hai un problema che non riesci a risolvere, smettere di pensarci aiuta!"'' ('''Giovane agente K''') *{{NDR|Rivolto ai due poliziotti che l'hanno fermato}} Solo perché vedete un uomo nero che guida una bella macchina, non vuol dire che sia rubata... Questa l'ho rubata, ma non perché sono nero! ('''Agente J''') *Ammesso ma non concesso! ('''Boris l'animale''') *{{NDR|Litigando con l'agente W}} Guarda che io non ho nessun problema a spataccare a manetta [[Andy Warhol]]! ('''Agente J''') *Un [[miracolo]] è una cosa che sembra impossibile, ma avviene ugualmente. Io ho perso il mio pianeta, non voglio che voi perdiate il vostro. Ci vorrà un miracolo ma se riuscirete a farcela, sarete il mio nuovo momento preferito nella storia dell'umanità! ('''Griffin''') *Dove c'è morte dovrà sempre esserci morte! ('''Griffin''') *Sono stato agente tre anni prima di rendermi conto che tutte le modelle sono alieni... l'ho scoperto nel peggiore dei modi! ('''Agente J''') *Che razza di idioti bisogna essere per entrare nel mio sito di lancio nel giorno dell'impresa più importante mai tentata dall'umanità, vista da Dio, dalla popolazione dell'intero pianeta e dal mio primogenito? ('''Colonnello James Edwards Jr.''') *Ho vinto io! Sono meglio di me! ('''Giovane Boris l'animale''') ==Dialoghi== *'''Agente K''': Ti sei perso qualcosa, Ringo?! <br/> '''Agente J''' {{NDR|riferendosi allo scarno discorso fatto da K al funerale di Z}}: Mi prometti che se muoio prima io farai qualcosa di meglio? Non so qualcosa tipo ''"J era un amico, se n'è andata una buona parte di me con lui. Oh, J, non sai quante cose avrei voluto dirti, ma ero troppo vecchio, scorbutico, incartapecorito e rigido, ero troppo rigido. Ora sento che mi mancherà la tua pelle color marrone caramello!"'' <br/> '''Agente K''': Qualcosa me la inventerò! *'''Agente J''': Cavolo, ma come hai fatto a diventare te!? Sul serio, che ti hanno fatto, K!? <br/> '''Agente K''': Sai perché la mia vita è così felice? <br/> '''Agente J''': Ah, e tu con quella faccia hai una vita felice?! <br/> '''Agente K''': Non faccio domande di cui non voglio sapere la risposta! *'''Boris l'animale''': Ciao, K.<br/>'''Agente K''': Boris l'animale.<br/>'''Boris l'animale''': È solo Boris!<br/>'''Agente K''': Non sei cambiato molto: vedo che il braccio che ti ho staccato è ancora staccato.<br/>'''Boris l'animale''': Già, il mio braccio... abbiamo pensato a quel momento ogni giorno, negli ultimi quarant'anni.<br/>'''Agente K''': Vuol dire non vivere a pieno la vita...<br/>'''Boris l'animale''': Sta' pur sicuro che sarà più lunga della tua.<br/>'''Agente K''': E anche più solitaria, visto che sei l'ultimo Boglodita vivente.<br/>'''Boris l'animale''': Di questo ne riparleremo... ma prima voglio avere il piacere di ucciderti! *'''Agente J''': Sto diventando troppo vecchio per queste cose... posso immaginare come ti senti tu!<br/>'''Agente K''': Boris "l'animale"! L'ho spedito al fresco tanto tempo fa, lo sbaglio della mia vita! <br/> '''Agente J''': Perché? Era... era innocente? <br/> '''Agente K''': Dovevo ucciderlo!<br/> '''Agente J''': Be', andiamo a farlo fuori...<br/>'''Agente K''': No!<br/> '''Agente J''': No?<br/>'''Agente K''': Questa cosa va oltre la tua paga.<br/> '''Agente J''': Ma io e te abbiamo la stessa paga.<br/>'''Agente K''': Non c'entra niente con te, pensa agli affari tuoi!<br/> '''Agente J''': Ok, prima di tutto: togliamo un po' di spigoli a quella voce. E secondo finché il nostro lanciaspine va in giro per la città sono super affari miei!<br/>'''Agente K''': Tu dimentica Boris o nel mio rapporto dirò che la tua condotta è stata inappropriata!<br/> '''Agente J''': Be', forse anche nel mio rapporto denuncerò qualche stronzata! <br/>'''Agente K''': Sei sospeso per due settimane.<br/> '''Agente J''': Puttanate!<br/>'''Agente K''' {{NDR|alzandosi}}: Quattro settimane.<br/> '''Agente J''': Facciamo che me ne vado?!<br/>'''Agente K''' {{NDR|uscendo dal ristorante}}: Ci sono cose che non devi conoscere per forza!<br/> '''Agente J''': Non è la balla che mi hai sparato reclutandomi! *'''Agente K''': Credo di doverti delle risposte, ''Bonanza''.<br/> '''Agente J''': All'improvviso ti si è sciolta la lingua? Mi dispiace, non posso parlare adesso, sto lavorando a dei miei casi segreti.<br/> '''Agente K''': Mi addolora strapparti al tuo videogioco...<br/> '''Agente J''': Va bene, io riaggancio.<br/>'''Agente K''': Sai qual è la forza più distruttiva dell'universo? <br/> '''Agente J''': Lo zucchero? <br/> '''Agente K''': Il rimpianto.<br/> '''Agente J''': Non devi aspettare, parla.<br/> '''Agente K''': Ti avevo promesso solo i segreti dell'universo.<br/> '''Agente J''': Perché, ci sono segreti di cui l'universo non è al corrente? *'''Agente O''': Chi è K? <br/> '''Agente J''': Anche tu, anche tu! {{NDR|J, che non trova K, crede che gli stiano facendo uno scherzo}} <br/> '''Agente O''': Quello che voglio dire è chi è per te! <br> '''Agente J''': Il mio collega, un signore anziano, sui centodieci forse centoundici anni, sembra un po' una specie di [[Elvis Presley|Elvis]] arcigno, ha un espressione quando sorride che è così. {{NDR|fa una faccia tutt'altro che allegra}} Ce l'hai presente?! <br/> '''Agente O''': Ti porto da K. <br/> '''Agente J''': Grazie! {{NDR|O lo porta dove ci sono i busti degli agenti MiB deceduti e tra essi appare quello di K}} E questo cos'è? <br/> '''Agente O''': Questo è K, è morto da più di quarant'anni. <br/> '''Agente J''' {{NDR|confuso}}: No, ascolta, la prima regola di uno scherzo è che deve essere divertente. <br/> '''Agente O''': Non è mai stato divertente. *'''Agente J''': Non esiste il viaggio nel tempo!<br/> '''Agente O''': Be', invece sì.<br> '''Agente J''': No, niente da fare. Perché, se esistesse, un Agente Senior di prima classe come il sottoscritto ne sarebbe stato messo subito al corrente, dico bene?!<br/> '''Agente O''': È un'informazione riservata e al di sopra della tua paga.<br> '''Agente J''': Sai una cosa? Voglio un aumento! *'''Hippie''' {{NDR|riferito alla moto di Boris}}: Che svolta, è uno sballo!<br> '''Giovane Boris l'animale''': Ti consiglio di non toccarla, se ci tieni alla tua mano...<br>'''Ragazza hippie''': Fate l'amore, non la guerra!<br>'''Giovane Boris l'animale''': Io preferisco fare entrambi. *'''Giovane agente K''': Ti sei perso qualcosa, Ringo? <br/> '''Agente J''': No... io... emh... ehi, ma quanti anni hai? <br/> '''Giovane agente K''': 29! <br/> '''Agente J''': Ah! Te li sei fatti tutti contromano. <br/> '''Giovane agente K''': Comincio a capire perché non parliamo. *'''Giovane agente K''' {{NDR|vedendo un alieno ucciso da Boris}}: Be', siamo sul binario giusto! <br/> '''Agente J''': Ma sul treno sbagliato. *'''Agente J''': Come va?<br/> '''Griffin''': Va, come va? Ah, dipende! Per me personalmente le cose vanno bene, a meno che non siamo nel possibile futuro in cui il palestrato accanto alla porta fa infuriare la ragazza, che scatta inviperita sbattendo quello coi funghi ripieni che fa cadere il vassoio sui marinai in licenza. Ne nasce una rissa che finisce per schiantare questo tavolino, nel qual caso dovrei spostare il mio piatto direi, e subito. O se è il possibile futuro in cui i sandwich al Pastrami che mangio mi provoca fastidi gastrici, ma per fortuna il suo amico, signore, mi offrirà un po' dell'antiacido che porta nel taschino destro quindi bene, starò bene! Tranne nel caso in cui nel possibile futuro devo andarmene entro due minuti e mezzo, subito prima che possa offrirmi l'antiacido, così, nel complesso, dovrei dire "non bene, non sto bene!". Però dipende! *'''Boris l'animale''': Razza di patetico avanzo di carne marcia boglodita... Ti ucciderei immediatamente se non ci tenessi alla mia pelle!<br>'''Giovane Boris l'animale''': Chi sei tu?<br>'''Boris l'animale''': Ma guardati... ogni mio errore è già lì che aspetta di concretizzarsi!!<br>'''Giovane Boris l'animale''': Che è successo al mio braccio?<br>'''Boris l'animale''': Lo perderai, mozzato da un umano.<br>'''Giovane Boris l'animale''': Nessun umano può sconfiggermi!<br>'''Boris l'animale''': Tu passerai i prossimi quarant'anni in prigione, incatenato come un animale!<br>'''Giovane Boris l'animale''': Nessuna prigione può rinchiudermi!<br>'''Boris l'animale''': Ne hanno costruita una apposta per noi, sulla Luna...<br>'''Giovane Boris l'animale''': Nessun umano è mai stato sulla Luna, quindi non possono averci costruito una prigione!<br>'''Boris l'animale''': Smettila di contraddirmi, puoi evitarlo se provi ad ascoltarmi!<br>'''Giovane Boris l'animale''': ''Tu'' sei stato sconfitto! ''Tu'' ti sei fatto mozzare il braccio!! Non è successo a me, è successo a te!!!<br>'''Boris l'animale''' {{NDR|si ruggiscono addosso furiosamente prima di calmarsi}}: Qual è il tuo [[Piani dai film|piano]]?<br>'''Giovane Boris l'animale''': Impedire che ArcoNet venga piazzata, uccidere chiunque provi a farlo!<br>'''Boris l'animale''': Ottimo piano! Non ha funzionato. Con il mio sostegno prenderemo ArcoNet, uccideremo l'agente K, l'invasione sarà portata a termine, e potremmo tenerci tutte due le braaa... {{NDR|si rende conto che Boris giovane gli guarda il braccio mozzato, si infuria}} ... aaaaargh!! Smettila di fissarlo!!! *'''Griffin''' {{NDR|riferendosi ad ArcoNet}}: Fuori dall'atmosfera diventerà molto più grande! Dovete solo riuscire a lanciarla! <br/> '''Giovane agente K''': Ma dove, nello spazio? E secondo te come facciamo? <br/> '''Griffin''': Ah, è solo un piccolo passo per un uomo! {{NDR|fissa la Luna}} <br/> '''Giovane agente K''': Il lancio per la Luna. *'''Agente J''': Tu muori lì, a Cape Canaveral, al lancio dell'Apollo; Boris ti uccide! [...] K, lo so che ti avevo detto che era tutto quel che sapevo... {{NDR|il giovane K gli tira un pugno}} <br/> '''Giovane agente K''': Questo è per avermi mentito! <br/> '''Agente J''': K... {{NDR|il giovane K gli tira un altro pugno}} <br/> '''Giovane agente K''': E questo è per avermi detto la verità! <br/> '''Agente J''': Sto cercando di proteggerti! Che male! <br/> '''Griffin''': La verità più amara è meglio della menzogna più dolce! *'''Agente J''' {{NDR|rivolto al giovane K, riferendosi ai jetpack}}: Almeno sai come funzionano questi cosi? <br/> '''Giovane agente K''': Come tutto il resto: allacci le cinture e speri che vada tutto per il meglio. {{NDR|rivolgendo alla giovane O uno sguardo malinconico}} Non è vero, Miss O? <br/> '''Giovane agente O''' {{NDR|ricambiando lo sguardo di K}}: Purtroppo è vero, sì! *'''Griffin''' {{NDR|appena sceso da uno dei Jetpack}}: Sono contento che questa non sia una delle volte in cui esplodiamo! <br/> '''Agente J''': Una delle volte? *'''Agente J''' {{NDR|rivolto al colonnello che li ha aiutati}}: Grazie, fratello! Oh, e cosa le ha fatto vedere Griffin prima? <br/> '''Colonnello''': Mi ha fatto vedere quanto è importante... lei e il suo collega {{NDR|K}}. *'''Agente J''': Oh, senti, se le cose vanno come previsto dovrò andarmene di qui alla svelta e non avrò modo di salutarti per bene. <br/> '''Giovane agente K''': Se le cose vanno storte, non avrò modo di farlo neanch'io. <br/> '''Agente J''': Che vinciamo o no direi che ci siamo. <br/> '''Giovane agente K''': Ho capito perché ti ho reclutato: sei un uomo in gamba... sei in gamba. <br/> '''Agente J''': Cavolo, ma che ti può essere successo! <br/> '''Giovane agente K''': Te l'ho detto non mi è successo ancora. *'''Giovane agente K''' {{NDR|mentre l'Apollo 11 decolla}}: Tombola!<br>'''Colonnello''': Eh, accidenti, è roba da livello superiore!<br>'''Giovane agente K''': Se vuole vedere di più, c'è un'organizzazione top secret a cui servirebbe un uomo come lei.<br>'''Colonnello''': Magari potessi.<br>'''Giovane agente K''' {{NDR|si stringono la mano}}: Grazie.<br>'''Agente J''' {{NDR|osservandoli da lontano}} Ci rivediamo, K! {{NDR|fa per andare, improvvisamente Boris giovane li attacca}}<br>'''Colonnello''' {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]]}}: No, attento! {{NDR|Boris lo uccide, K gli punta la pistola laser}}<br>'''Giovane Boris l'animale''' {{NDR|[[Ultime parole dai film|ultime parole]], mostrando la sua vera forma aliena}}: Su, avanti... Forza, arrestami!<br/> '''Giovane agente K''': Questa volta no. {{NDR|fa fuoco disintegrandolo, poi osserva il colonnello caduto}}<br>'''Agente J''' {{NDR|ripensando alle parole di Griffin}}: "Dove c'è morte dovrà sempre esserci morte"... *'''James (Agente J bambino)''': Papà? Papà!<br>'''Giovane agente K''' {{NDR|gli va incontro, evitando che veda il colonnello morto}}: Ehi! Io mi chiamo K, e tu come ti chiami?<br>'''James (Agente J bambino)''': James...<br>'''Giovane agente K''': "James"? È un bel nome!<br>'''James (Agente J bambino)''': Dov'è il mio papà?<br>'''Giovane agente K''' {{NDR|nota l'orologio, decide di distrarlo}}: Ma che cos'hai qui? Che cos'è questo?<br>'''James (Agente J bambino)''': Me l'ha dato il mio papà, per seguire il lancio. {{NDR|J, che li osserva di nascosto, tira fuori lo stesso orologio}} Dov'è mio papà?<br>'''Giovane agente K''': Ehm... è dovuto partire per una missione molto importante. E lui ha chiesto a me di restare qui e di prendermi cura del suo migliore amico!<br>'''James (Agente J bambino)''': E quando torna a riprendermi?<br>'''Giovane agente K''': Ehm, lui... Ehm... {{NDR|non riesce a trovare le parole, decide di neuralizzarlo}} James, se guardi qui ti dirò l'unica cosa che devi sapere veramente... {{NDR|neuralizza James}} Il tuo papà è un eroe. <br/> '''James (Agente J bambino)''': Il mio papà è un eroe?!<br>'''Giovane agente K''': Vuoi fare due passi con me?<br>'''James (Agente J bambino)''': Sì! {{NDR|si allontanano per la spiaggia, J intanto è in punto di lacrime}} *'''Agente K''' {{NDR|canticchia "Empire State Of Mind" mentre J lo raggiunge alla tavola calda}}: Sei in ritardo.<br>'''Agente J''': Scusa, mi è sfuggito il tempo. Come conosci questa canzone?<br>'''Agente K''': Bevi il tuo caffè, abbiamo da fare.<br>'''Agente J''': Che cosa sai e che cosa non sai?<br/> '''Agente K''': E come faccio a sapere quello che non so?<br/> '''Agente J''': È un'ottima domanda! Noi siamo andati da Wu ieri sera?<br/> '''Agente K''': Sì.<br/> '''Agente J''': I Bogloditi?<br/> '''Agente K''': Sono estinti da quarant'anni.<br/>'''Agente J''': Perfetto! Abbiamo parlato al telefono ieri sera? <br/> '''Agente K''': Me l'hai attaccato in faccia. <br/> '''Agente J''': Sì, è vero... ma è stato per colpa di tutti quei segreti di cui l'universo non è al corrente. {{NDR|mostra a K l'orologio di suo padre morto, in tal modo gli fa capire di essere venuto a conoscenza della verità}} Però, ho capito che ieri sera era tanto... tanto... tempo fa. E io voglio dirti solo grazie! <br/> '''Agente K''' {{NDR|commosso}}: È stato un onore per me! ==[[Explicit]]== {{explicit film}} '''Griffin''' {{NDR|allo spettatore}}: È il mio nuovo momento preferito della storia dell'umanità! Almeno che non sia quello in cui K ha dimenticato la mancia... {{NDR|un meteorite precipita verso la Terra}}<br />'''Agente K''': Quasi dimenticavo. {{NDR|lascia la mancia e il meteorite viene distrutto da un satellite}}<br />'''Griffin''' {{NDR|sorridendo allo spettatore}}: Meno male, per un pelo! ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Men in Black}} [[Categoria:Film commedia fantascientifica]] rh3lstxr70qsskr80brp6zqgxa1tr3d Il Morandini 0 86658 1349937 1349769 2024-11-03T09:40:43Z Spinoziano 2297 1349937 wikitext text/x-wiki {{Titolo minuscolo}} {{indicedx}} '''''il Morandini''''', dizionario enciclopedico dei film e (a partire dall'edizione ''2014''<ref>Tale edizione è indicata per le citazioni con l'anno di pubblicazione, il 2013, ed anche per le altre edizioni è indicato tra parentesi tonde, accanto alle citazioni, l'anno di pubblicazione e non del titolo.</ref>) delle serie televisive. {{torna a|Morando Morandini}} ==Citazioni== ===Film=== <!-- SEGUIRE L'ORDINE ALFABETICO PER FILM, COME NEL DIZIONARIO --> ====A==== *Pur tra alti e bassi, invenzioni e stereotipi, rimane uno dei più aguzzi, impietosi (ma anche spiritosi) film di Hollywood su Hollywood. Nel disegno del suo personaggio d'alcolista [[Lowell Sherman|L. Sherman]] tenne d'occhio suo cognato [[John Barrymore]] e la [[Constance Bennett|Bennett]] è assai brava. (''[[A che prezzo Hollywood?]]''; 2000, p. 15) *Visibile come documento d'epoca, per il garbo recitativo dell'intero cast, per la finezza della regia. (''[[Addio giovinezza! (film 1940)|Addio, giovinezza!]]''; 2000, p. 18) *Pur non volendo [[Agostino d'Ippona|Agostino]] come un protagonista tradizionale, [[Roberto Rossellini|Rossellini]] (1908-77) non ha saputo farne il testimone convincente di un'epoca di transizione. Non mancano i momenti eloquenti (la decisione sull'eredità tra i due fratelli Sisto e Papirio; il rifiuto dell'offerta di Siriaco; il discorso finale) né le pagine in cui la disadorna semplicità del suo linguaggio trova le sue illuminazioni (la visita in carcere e l'uccisione di Marcellino). Invece di essere epica (nel senso di [[Bertolt Brecht|Brecht]]), la rappresentazione dei fatti e dei personaggi risulta generica. È probabilmente il meno riuscito tra i suoi film storico-didattici ([[La presa del potere da parte di Luigi XIV|Luigi XIV]], [[Socrate (film)|Socrate]], [[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Pascal]], [[L'età di Cosimo de' Medici|Cosimo]], [[Cartesius (miniserie televisiva)|Cartesio]], ecc.). (''[[Agostino d'Ippona (miniserie televisiva)|Agostino d'Ippona]]''; 2000, p. 28) *Scritto da Lamar Trotti e splendidamente fotografato da A. Miller, è uno dei più famosi western sociali con un preciso discorso sul linciaggio. Un po' sopravvalutato, comunque: molto parlato, non poco didattico e moralistico. (''[[Alba fatale]]''; 2000, p. 31) *1° lungometraggio di animazione violenta e catastrofica per adulti di [[Katsuhiro Otomo|K. Otomo]] che, con la collaborazione di [[Izo Ashimoto]], l'ha tratto da un suo fumetto di grande successo in Giappone, servendosi di un'agguerrita squadra di tecnici tra cui lo scenografo [[Toshiharu Mizutano]] e la pirotecnica fotografia di [[Katsuji Misawa]]. “Un risultato impressionante che spesso suggerisce una bizzarra miscela espressionista di ''2001: Odissea nello spazio'', ''[[I guerrieri della notte]]'', ''[[Blade Runner]]'' e ''[[Il pianeta proibito]]''” ([[Geoff Andrew]]). Figura al 19° posto in un elenco dei 20 migliori film di ''science fiction'' (con ''Blade Runner'', ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' e ''[[Matrix]]'') secondo la rivista statunitense ''Wired'' nel 2002. (''[[Akira (film)|Akira]]''; 2013, p. 34) *Solenne e sereno, grave e pur lieve come le musiche di [[Johann Sebastian Bach|Bach]] che l'accompagnano, il 9° di [[Ermanno Olmi|Olmi]] è – con ''[[Novecento]]'' (1976) di [[Bernardo Bertolucci|B. Bertolucci]] che è il suo opposto – il più grande film italiano degli anni '70, e l'unico, forse, in cui si ritrovano i grandi temi [[Publio Virgilio Marone|virgiliani]]: ''labor, pietas, fatum''. Gli sono stati rimproverati, come limiti, una rappresentazione idealizzata, perché troppo lirica, del mondo contadino, la cancellazione della lotta di classe, la rarefazione spiritualistica del contesto sociale. È indubbio che al versante in ombra (grettezza, avidità, violenza, odi feroci) del mondo contadino Olmi ha fatto soltanto qualche accenno, e in cadenze bonarie, ma anche in quest'occultamento è stato fedele a sé stesso e alla sua ''pietas''. (''[[L'albero degli zoccoli]]''; 2000, p. 33) *Unica regia dello stimato sceneggiatore [[Daniel Taradash|Taradash]], è il 1° film esplicitamente antimaccartista di Hollywood. Nobile tesi, pesantezza didattica, macchinoso e troppo simbolico. Un'ottima [[Bette Davis|Davis]] non basta. (''[[Al centro dell'uragano (film 1956)|Al centro dell'uragano]]''; 2010, p. 37) *Dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, direttore di banca, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane ''Nozze di Figaro'' in una sequenza d'antologia. (''[[Le ali della libertà]]''; 2000, p. 39) *Film insignificante per tutti, anche per la [[Gina Lollobrigida|Lollo]] che, dopo 11 film, era ancora nell'anticamera del successo. (''[[Alina (film)|Alina]]''; 2000, p. 40) *Dal romanzo (1929) di Erich Maria Remarque: nel 1914, istigati da un loro insegnante, alcuni studenti tedeschi si arruolano volontari, ma presto al fronte scoprono che la guerra ha poco da spartire col coraggio, il dovere o l'etica. Nessuno ritornerà. Un classico del cinema pacifista, distribuito in Italia soltanto nel 1956. Fu uno dei primi "colossi" del cinema sonoro. La sua forza e soprattutto la sua fama derivano da una sagace fusione delle sue componenti: il realismo della regia, la spettacolarità delle scene di battaglia, il lirismo dei dialoghi. (''[[All'ovest niente di nuovo]]''; 2010, p. 49) *Il clima del secondo Ottocento è reso con gusto e precisione, il livello professionistico generale è ammirevole. (''[[Altri tempi - Zibaldone n. 1|Altri tempi]]''; 2000, p. 48) *È una gradevole commedia americana del dopoguerra traboccante buoni sentimenti e un ingenuo moralismo. Quello che conta sono la recitazione dei 3 bravi protagonisti e l'ambientazione gustosa. (''[[Al tuo ritorno]]''; 2000, p. 49) *La cornice soffoca il quadro, c'è lo spettacolo, non il sentimento della passione e del desiderio, l'erotismo è verniciato, ma la rievocazione di un'atmosfera è suggestiva, i 2 protagonisti sono ben scelti, le musiche del libanese [[Gabriel Yared]] funzionano. (''[[L'amante (film 1992)|L'amante]]''; 2000, p. 49) *È un potente dramma la cui sceneggiatura ([[Philip Yordan]]) servì di base al western ''[[La lancia che uccide|La lancia spezzata]]'' (1954). [[Edward G. Robinson|Robinson]] è un grande patriarca, ma è ammirevole anche [[Luther Adler]]. (''[[Amaro destino]]''; 2000, p. 55) *Vent'anni dopo ''I vitelloni'' F. Fellini torna in Romagna con un film della memoria e, soltanto parzialmente, della nostalgia. La parte fuori dal tempo è più felice di quella storica. Umorismo, buffoneria, divertimento, finezze, melanconia. (''[[Amarcord]]''; 2010, p. 59) *Accurata l'ambientazione di un realismo morbidamente femminile: problemi di psicologia risolti, sia pure attraverso una vicenda un po' convenzionale, con notazioni umane e un'interpretazione degna di rilievo. (''[[L'amica (film 1943)|L'amica]]''; 2000, p. 60) *Sullo sfondo di una Firenze granducale, [[Mario Mattoli|Mattòli]] al suo 2° film ha inserito un [[Primavera dei popoli|1848]] patriottico e romantico, ma antieroico. Le situazioni sono molto teatrali ma risolte con leggerezza di mano. [[Vittorio De Sica|De Sica]] è godibile e la trovata del film è la dolce [[Milly (cantante)|Milly]]. (''[[Amo te sola]]''; 2010, p. 75) *È inevitabile citare [[Edmondo De Amicis|De Amicis]], l'Edmondo de' Languori, e il suo ''Dagli Appennini alle Ande'' che straziò due o tre generazioni. Quando [[Glauco Pellegrini|Pellegrini]] può appoggiarsi al paesaggio e all'ambiente, affiorano le sue qualità liriche e descrittive di buon documentarista. Quando fa agire i personaggi non c'è scampo: o melodramma o bozzettismo. (''[[L'uomo dai calzoni corti|L'amore più bello - L'uomo dai calzoni corti]]''; 2000, p. 72) *Con ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'', ''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]'' e ''[[Ninotchka]]'' forma un piccolo trattato di economia politica (G. Fink) e un'illustrazione della logica del capitale. È, forse, il più bello dei quattro, certamente il più impalpabile, astratto, misterioso, reticente. La scena del pranzo è un compendio del ''[[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] touch''. (''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]''; 2000, p. 81) *Capolavoro del primo cinema tedesco sonoro, trasformò in star una poco nota cantante e attrice (che aveva già partecipato a 17 film dal 1923), arricchì l'immaginario collettivo di un nuovo mito di donna fatale, non lontano dalla Lulu di [[Frank Wedekind|Wedekind]], segnò l'inizio del sodalizio [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]], durato altri 7 film a Hollywood. Il turgido istrionismo masochistico di [[Emil Jannings|Jannings]] s'oppone alla pura "apparenza" quasi grafica della Dietrich. (''[[L'angelo azzurro (film 1930)|L'angelo azzurro]]''; 2000, p. 81) *''L'angelo bianco'' raggiunge il suo scopo: far versare lacrime. Gli interpreti fanno del loro meglio per dare ai personaggi alquanto inverosimili qualche verosimile accento. Ma c'è anche una dimensione fantastica [...] che gli dà un tono insolito. (''[[L'angelo bianco (film 1955)|L'angelo bianco]]''; 2000, p. 81) *Drammone a lieta fine al servizio di [[Bette Davis|B. Davis]] in versione doppia. Tratto da un romanzo di Karel J. Benes, è un ''mélo'' di bassa lega migliorato dall'esperta regia. (''[[L'anima e il volto]]''; 2000, p. 84) *Umorismo ben mescolato alla tenerezza in un clima di sterilizzata audacia erotica. Bella coppia. C'è uno spogliarello "teologico". (''[[L'anima e la carne]]''; 2000, p. 84) *Diretto senza convinzione, non abbastanza riscattato da una scrittura disadorna e da un bianconero sporco da cinegiornale. (''[[Anima nera (film 1962)|Anima nera]]''; 2000, p. 84) *L'insegnante di Boston riesce a far passare la ribelle Helen dallo stato ''animale'' a quello ''umano'', e a fare di lei ''sua'' figlia, nel senso più profondo della parola. [...] È la descrizione epica di una battaglia che culmina nella straordinaria scena di 9 minuti tra Annie e Helen intorno al tavolo da pranzo. Pur non trascurando la complessità sentimentale e ideologica del testo di [[William Gibson (commediografo)|Gibson]], mette con furia l'accento sulla dimensione fisica della battaglia. Il suo vero tema non è l'handicap fisico e nemmeno l'insegnamento o la comunicazione, ma il principio stesso della vita e della liberazione: il modo con cui le energie vitali, se abbastanza tenaci, possono vincere barriere od ostacoli. Ingiustamente accusato di teatralismo, dunque sottovalutato. (''[[Anna dei miracoli]]''; 2000, p. 86) *In attesa di affermarsi nel genere mitologico [[Pietro Francisci|Francisci]] si dedica alle vite dei santi, in bilico tra ingenuità e astuzia spettacolare. Consigliabile solo alle anime pie. (''[[Antonio di Padova (film)|Antonio di Padova]]''; 2000, p. 91) *Girato nei giorni bui dell'occupazione tedesca, è una novelletta piacevole, ma anemica, esitante tra il gusto francese e quello più acqua e sapone all'italiana. (''[[Apparizione (film)|Apparizione]]''; 2000, p. 93) *Uscito dal Centro Sperimentale di Cinematografia, [[Gianluigi Calderone|Calderone]] debutta con un film che non manca di eleganza nella sua pruriginosa volontà di far scandalo né di velleità nel descrivere le mediocri nevrosi della media borghesia italiana. Com'è giusto, diventerà uno specialista di porno soft. (''[[Appassionata (film 1974)|Appassionata]]''; 2000, p. 93) *Drammone sentimentale con venature gialle, macchinoso e improbabile. (''[[Appassionatamente (film 1954)|Appassionatamente]]''; 2000, p. 93) *Un gustoso film d'avventure, originale nell'impostazione, nelle trovate e specialmente nel caleidoscopico grafismo. (''[[Arabesque]]''; 2000, p. 97) *Giallo deduttivo-geometrico di [[Agatha Christie]], un enigma tra un cast di tutte star messo in scena con elegante ironia e raffinata bravura. (''[[Assassinio sull'Orient Express (film 1974)|Assassinio sull'Orient Express]]''; 2010, p. 122) *Poteva esserci qualcosa di originale e intrigante soprattutto nello studio dei caratteri se la sceneggiatura di [[Anthony Shaffer]] non l'avesse complicato con un assassinio misterioso. (''[[L'assoluzione (film 1978)|L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) *Questo bizzarro dramma giallo e cattolico ha zeppe, vuoti d'aria, cadute ma l'ambiente è descritto con finezza e intorno ai due fratelli protagonisti c'è un gruppetto di personaggi ben caratterizzati. (''[[L'assoluzione]]''; 2000, p. 113) [[File:The Quatermass Xperiment (1955) trailer - Brian Donlevy & Margia Dean.png|thumb|Il [[Bernard Quatermass|dott. Quatermass]] interpretato da Brian Donlevy ne ''[[L'astronave atomica del dottor Quatermass]]'']] *1° dei 3 film prodotti dalla Hammer a basso costo (ma con una dose di intelligenza), ispirati a un popolare serial TV (1953) della BBC. [...] Fantascienza a misura d'uomo. (''[[L'astronave atomica del dottor Quatermass]]''; 2000, p. 127) *È il 3° e il migliore del ciclo del [[Bernard Quatermass|dottor Quatermass]]. (''[[L'astronave degli esseri perduti]]''; 2000, p. 127) *Coraggioso nella scelta tematica, discutibile nella sua poco critica esaltazione dell'individualismo e con qualche forzatura retorica, è una macchina narrativa perfettamente oliata che non perde un colpo sino al finale che scalda il cuore, inumidisce gli occhi e strappa l'applauso. Di suo [[Peter Weir|p. Weir]] ci mette l'abituale misticismo e la sapiente guida nella recitazione dei ragazzi inesperti tra cui spicca [[Robert Sean Leonard|R.S. Leonard]] sebbene solo [[Ethan Hawke|E. Hawke]] abbia fatto carriera. (''[[L'attimo fuggente]]''; 2010, p. 130) *Film eccessivo nell'azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nella visibilità, nell'ideologia. Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull'ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche. (''[[Atto di forza]]''; 2000, p. 118) *[...] è un buon film nero con un tema sociale in filigrana che ha al centro la psicologia tormentata del traditore ([[Van Heflin]]) e prepara con ritmo serrato il suo gesto finale d'espiazione. Ma il film conta soprattutto per l'atmosfera di disperata tensione che, con l'apporto del bianconero di [[Robert Surtees]], il regista sa creare. (''[[Atto di violenza]]''; 2000, p. 118) *Superficiale e stentata commedia rivistaiola. (''[[Auguri e figli maschi!]]''; 2000, p. 118) *È una specie di romantico omaggio al "fattorino" dell'autobus con un [[Aldo Fabrizi|Fabrizi]] divertente, genuino, convincente. (''[[Avanti c'è posto...]]''; 2000, p. 120) ====B==== *Uno dei migliori film gangster del dopoguerra, scritto da [[Ben Hecht|B. Hecht]] e C. Lederer, filmato in esterni veri a New York. Memorabile esordio di [[Richard Widmark|R. Widmark]] nella parte del sadico che fa ruzzolare per le scale una vecchia paralitica. (''[[Il bacio della morte (film 1947)|Il bacio della morte]]''; 2000, p. 132) *Citato da celebri scrittori ([[Manuel Puig]]), fonte di ispirazione per nuovi registi, giocato sagacemente sull'ambiguità, a mezza strada tra l'horror e il thriller, con una dimensione fantastica suggerita più che rappresentata, è una chicca per i fans del cinema fantastico, un classico del cinema americano di serie B, un prototipo più volte imitato. (''[[Il bacio della pantera (film 1942)|Il bacio della pantera]]''; 2000, p. 132) *Reduce dal successo di ''[[La sepolta viva (film 1949)|La sepolta viva]]'' [...], [[Guido Brignone|Brignone]] azzeccò anche questo film [...]. (''[[Il bacio di una morta (film 1949)|Il bacio di una morta]]''; 2000, pp. 133) *Come giallo, è un film d'andazzo normale, ma ha almeno un merito: una certa cura nella descrizione dell'ambiente cinematografico. (''[[Bacio mortale (film 1932)|Bacio mortale]]''; 2000, pp. 133) *Garanti in sceneggiatura gli inossidabili toscani [[Leonardo Benvenuti|Benvenuti]] & [[Piero De Bernardi|De Bernardi]], è una galleria di caricature, macchiette e macchiettoni strapaesani con il contorno di ragazze appetitose. Apprezzabile rinuncia alla volgarità con qualche punta crudele nei dialoghi. ("È la foto del nonno. Un po' mossa, ma nonno aveva il Parkinson.") (''[[Bagnomaria (film)|Bagnomaria]]''; 2000, pp. 134-135) *Discontinuo fuoco d'artificio di trovate comiche. La sua debolezza deriva dal modello parodiato: ''Guerre stellari'' era già, se pur in modo latente, una parodia. (''[[Balle spaziali]]''; 2000, p. 138) *Il più insulso, insensato e dilettantesco film del catalano [[Bigas Luna]], qui inetto direttore di attori, per giunta. La [[Valeria Marini|Marini]] è una bella statua inespressiva che ha due posizioni, ritta e sdraiata. Filodrammatici gli altri. Al suo confronto ''[[La donna del fiume]]'' (1954) con [[Sophia Loren|S. Loren]] fa figura di capolavoro. (''[[Bambola (film 1996)|Bambola]]''; 2000, p. 139) *Un "nero" di prima classe, di taglio semidocumentaristico. Suspense, atmosfera, azione, e una suggestiva descrizione dell'ambiente portuale nello stupendo bianconero di Joe McDonald. (''[[Bandiera gialla (film 1950)|Bandiera gialla]]''; 2000, p. 142) *Film neorealista ''sui generis'': il suo neorealismo è tutto nella prima, suggestiva sequenza, ma poi si trasforma in una ''gangster story'' di modello americano sulla quale il regista innesta la sua cultura cinematografica, ma anche una robustezza narrativa e una funzionalità espressiva che saranno costanti nei suoi film successivi. È, a modo suo, un film formalista, mentre appaiono incongruenti o approssimativi, nel loro romanticismo, i contenuti etici e sociali. (''[[Il bandito]]''; 2000, p. 142) *Con ''Donzoko'' (''[[I bassifondi]]'', 1957) e ''[[Dodes'ka-den]]'' (1970) forma una sorta di trilogia sociale della miseria nell'itinerario di Kurosawa. Sul tema tradizionale del rapporto tra maestro e allievo, è la storia di una presa di coscienza, un romanzo di educazione. Di grande bellezza plastica nell'uso del grande schermo (Tohoscope), sostenuto da una solenne colonna musicale ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], la ''Nona'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]]) e da una varietà di registri narrativi (tenerezza, crudeltà, due gustosi intermezzi comici), affollato di personaggi, risulta un po' programmatico e didattico nel suo assillo di essere un capolavoro umanistico. (''[[Barbarossa (film 1965)|Barbarossa]]''; 2000, p. 145) *Vicenda, ricostruzione storico-politica e indagine psicologica dei personaggi sono secondarie rispetto alla spettacolare grandiosità delle scene di battaglia, girate con grande abbondanza di mezzi. (''[[La battaglia dei giganti]]''; 2010, p. 165) *Intenzioni: mostrare in luce positiva la cultura latinoamericana basata sulla famiglia. Risultato: un film generosamente didattico e commovente [...]. (''[[Bella (film)|Bella]]''; 2010, p. 170) *Non è soltanto un film di propaganda. Grazie alla sceneggiatura di [[Ugo Betti]] e [[Alessandro De Stefani]], si cerca anche una riflessione sulla guerra e il suo significato. (''[[Bengasi (film)|Bengasi]]''; 2000, p. 158) *Influenzato dai colossi storici del cinema italiano degli anni '10 di cui riprende l'enfasi e le esagerazioni, mescolandole con un misticismo sentimentale di marca anglosassone, è un melodramma storico che conta soprattutto per 2 sequenze (la battaglia delle triremi, la corsa delle bighe) di straordinario dinamismo plastico. (''[[Ben-Hur (film 1925)|Ben-Hur]]''; 2000, p. 158) *Equivoci a non finire, ma lieta fine. Commedia modesta e anemica che si regge sulla simpatia di [[Aldo Fabrizi|Fabrizi]]. (''[[Benvenuto reverendo!]]''; 2000, p. 160) *La religiosità "made in Hollywood", ridotta a merce spettacolare di grande effetto. (''[[Bernadette (film 1943)|Bernadette]]''; 2000, p. 161) *Attivo dal 1973, [[John Woo|J. Woo]] aveva diretto una quindicina di ''Wuxiapian'' (film di cavalieri erranti) quando, grazie al famoso regista-produttore [[Tsui Hark]], con questo film inaugurò nel cinema di Hong Kong il filone dei noir metropolitani iperrealisti e contribuì alla propria trasferta verso Hollywood, dove fu largamente imitato da [[Quentin Tarantino|Tarantino]] e soci. Nonostante i difetti di sceneggiatura il film ebbe un grande successo. Il suo tema centrale è ancora quello romantico dell'amicizia virile all'insegna dell'eroismo. La violenta frenesia ridondante dell'azione non nasconde le influenze occidentali nella poetica di Woo, teso a contaminare la lezione Hollywoodiana di Siegel e [[Sam Peckinpah|Peckinpah]] e quella europea di [[Jean-Pierre Melville|Melville]] e [[Sergio Leone|Leone]]. (''[[A Better Tomorrow (film 1986)|A Better Tomorrow]]''; 2013, p. 191) *Colosso mitico-religioso hollywoodiano in salsa italiana con alcune sequenze di alta suggestione spettacolare (l'arca di Noè, la torre di Babele). Non è difficile per i fan di [[John Huston|Huston]] individuarvi le costanti tematiche e stilistiche dell'agnostico regista americano; agli altri basta lo spettacolo. (''[[La Bibbia (film 1966)|La Bibbia]]''; 2000, p. 164) *Farsa per un pubblico di bocca buona, dal fine [[Ferdinando Maria Poggioli|Poggioli]] si può pretendere di più. Nazzari e la Silvi, insieme, hanno fatto di meglio. (''[[La bisbetica domata (film 1942)|La bisbetica domata]]''; 2000, p. 168) *1° film sonoro di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] che sperimenta genialmente suoni e rumori, ma non il parlato. Notevoli: la sequenza d'apertura di taglio semidocumentaristico; il delitto; il motivo del coltello; il British Museum. Opera di incipiente maturità, thriller carico di libidine. (''[[Ricatto (film 1929)|Blackmail]]''; 2000, p. 169) *È un rozzo film fondato sulla paura del buio, cioè dell'invisibile. Senza spargimento di sangue, senza un effetto speciale, fa paura a molti, specialmente agli adolescenti in grado di identificarsi con i tre personaggi. È un non-film di radicale inettitudine [...]. (''[[The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair|The Blair Witch Project]]''; 2010, p. 189) *Ventitré anni nella breve vita di [[Blaise Pascal|Pascal]] [...] da quando, sedicenne, pubblica l'importante ''Saggio sulle coniche'' sino alla morte (una delle sequenze più intense), passando per la "notte di fuoco" [...] in cui, in un momento di estasi mistica, ritrova il senso di Dio. Raccontato con una semplicità di linguaggio che è frutto di lucidità e di umiltà come un "uomo esile, sofferente, che stava sempre male, ma pieno di curiosità, di interessi, di slanci, di timori", diviso tra l'ansia scientifica e la pietà religiosa. L'esordiente [[Pierre Arditi|P. Arditi]], figlio di un fornaio, sarebbe diventato uno degli attori più sensibili del teatro e del cinema d'oltralpe. (''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]''; 2000, p. 171) *Per la 2ª volta all'apice della sua fama (6 film nel 1950!) [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è ottimo in questa variazione sul personaggio del fuorilegge romantico. (''[[Il brigante Musolino]]''; 2000, p. 183) *Nella stesura del raccontino originale, svelto e spiritoso, si sente la mano di [[Marcello Marchesi]] con la coppia [[Age & Scarpelli]]. [[Ugo Tognazzi|Tognazzi]] per la 1ª volta in un ruolo importante. La [[Silvana Pampanini|Pampanini]] tenta di non essere solo bella. (''[[Una bruna indiavolata!]]''; 2000, p. 185) ====C==== *Commedia ferroviaria, degna del teatro di [[Eduardo De Filippo]], sull'Italia di 3ª classe. Intorno a un grande [[Nino Manfredi|Manfredi]] si muove una colorita folla di macchiette. Fa ridere, ma anche riflettere. (''[[Café Express]]''; 2013, p. 238) *Melodramma a lieto fine, dalle scenografie cariche di significati simbolici che sottolineano le psicologie dei personaggi. (''[[Calafuria (film)|Calafuria]]''; 2000, pp. 198-199) *Di ambientazione insolita e di origine teatrale [...], questo giallo d'investigazione si raccomanda per la cura dei particolari, la finezza della recitazione, specialmente femminile, l'eleganza dello stile. (''[[La campana del convento]]''; 2000, p. 204) *[[Luigi Zampa|L. Zampa]], specialista di commedie agre e intrise di succhi civili (''[[Vivere in pace]]'', ''[[L'onorevole Angelina]]'', ''[[Anni difficili]]''), ha fatto di meglio, ma anche qui riesce a divertire con intelligenza. (''[[Campane a martello]]''; 2000, p. 204) *Seguito di ''[[La mia via]]'' (1944), ebbe altrettanto successo [...]. Il tasso di sciroppo sentimentale è ancor più alto. Film natalizio a prova di bomba. (''[[Le campane di Santa Maria]]''; 2000, p. 204) *Tutto giocato sul doppio dei fratelli De Filippo (con il regista a disagio, come il solito, con la fisicità non mediata dell'attore comico), il film è svelto e divertente, con alcune cadute folcloristiche di tono, ma non tra i migliori del Camerini dell'epoca. (''[[Il cappello a tre punte]]''; 2000, p. 213) *Da un romanzo di [[Daphne du Maurier|Daphne Du Maurier]] una storia fosca, venata di acido umorismo. Con una coppia del calibro [[Bette Davis|Davis]]-[[Alec Guinness|Guinness]], comprimari, operatore, scenografo e [[Gore Vidal]] alla sceneggiatura, troppa intelligenza sprecata. (''[[Il capro espiatorio (film 1959)|Il capro espiatorio]]''; 2000, p. 214) *Testo arguto ed effervescente. Ambientazione superba e accurata. [[Gino Cervi|Cervi]] gioca in casa. (''[[Il cardinale Lambertini (film 1954)|Il cardinale Lambertini]]''; 2000, p. 216) *I personaggi umani sono graficamente tra i più inventivi e spiritosi del cinema disneyano, dalla memorabile, rapace, eccessiva Crudelia ai due gaglioffi Gaspare e Orazio e a Rudy, eccentrico compositore. La lunga sequenza della fuga dei cuccioli sulla neve – che ha il ritmo e i passaggi obbligati di un film bellico di evasione – è il pezzo forte del film, ma vanno ricordati anche il tam tam canino e i momenti di satira televisiva. (''[[La carica dei cento e uno|La carica dei 101]]''; 2000, p. 217) *Da non perdere questa vetta del cinema [[John Ford|fordiano]]. Un esodo epico, eppure affettuoso, tenero, divertente. Senza eroi, ma con grande humour. Considerato a torto un film minore per i pochi mezzi a disposizione rispetto ad altri suoi western e per il carattere rapsodico del suo impianto narrativo. (''[[La carovana dei mormoni]]''; 2000, p. 221) *Film (cast compreso) voluto dal produttore [[David O. Selznick|D.O. Selznick]] che [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] diresse malvolentieri: sceneggiatura verbosa, prolissa, troppo complicata. Qualche lampo di lancinante perversità. (''[[Il caso Paradine]]''; 2000, p. 230) *[...] è un film di mare e solitudine diviso in 3 parti. Nella 1a c'è la formidabile e paurosa sequenza dell'incidente aereo; nella 2a sull'atollo (80 minuti circa sui 135 complessivi) il momento più poetico è l'incontro notturno con la balena; la 3a è un tiremmolla sentimentale che si può perdere. Più di una inverosimiglianza nella parte centrale (nemmeno un insetto), ma i dialoghi del nuovo Robinson con il pallone (il suo specchio, non il suo servo) e la sua lotta per sopravvivere hanno un accento veritiero. (''[[Cast Away]]''; 2010, p. 258) *Premiato con il Leone d'oro alla carriera, [[Hayao Miyazaki|H. Miyazaki]] (che avrebbe dovuto limitarsi a produrre il film con il suo studio Ghibli) mescola fiaba nipponica, fantasmi d'Oriente e ambientazione da Mitteleuropa 800 in una delle più affascinanti avventure di animazione degli ultimi tempi, dove non mancano l'eterna lotta tra il Bene e il Male, la minaccia della guerra fuori dal tempo, ma anche la speranza nel futuro e il bisogno di fantasia e immaginazione. (''[[Il castello errante di Howl]]''; 2010, p. 259) *È un film che fece commuovere e piangere le folle all'inizio degli anni '50. Feuilleton popolare, ha anche il merito di una ambientazione e una patina neorealistica assai suggestiva. (''[[Catene (film 1949)|Catene]]''; 2000, p. 232) *Uno dei vertici del cinema noir: fatalismo tragico, impotenza dell'individuo, rapporto avvelenato tra passato e presente, la figura della ''dark lady'' ([[Jane Greer|J. Greer]]). Scritto da Daniel Mainwaring, il labirintico intrigo è messo in immagini da [[Jacques Tourneur|J. Tourneur]] con stringata intensità. (''[[Le catene della colpa]]''; 2000, p. 232) *Difetti? Parecchi, compresi i troppi falsi finali e il triangolo amoroso Agar-Dru-Carey, ma sono i peccati minori di un film delizioso, amabile, ricco di annotazioni, fordiano a 18 carati che invecchia benissimo. L'asso nella manica è la fotografia a colori di Winton C. Hock, premiata con l'Oscar, che nello stile di Frederic Remington cattura le bellezze della Monument Valley. (''[[I cavalieri del Nord Ovest]]''; 2000, p. 236) *Conta per l'elegante ricostruzione della società a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, la preferenza ai toni crepuscolari piuttosto che celebrativi ed eroici, l'esaltazione del militarismo sabaudo che, se non si contrappone, si sovrappone a quello fascista. (''[[Cavalleria (film)|Cavalleria]]''; 2000, p. 236) [[File:La cena delle beffe (1942) Clara Calamai (2).png|thumb|[[Clara Calamai]] ne ''[[La cena delle beffe (film)|La cena delle beffe]]'']] *Versione scattante, veloce, rispettosa del famoso dramma (1909) di [[Sem Benelli]]. Oh, il niveo seno nudo e il corpo velato di [[Clara Calamai|C. Calamai]] che fecero fremere mezza Italia e indussero il Centro Cattolico a bollarlo come intreccio di libidine, brutalità e libertinaggio! C'è da ammirare anche l'insinuante, volpino Giannetto di [[Osvaldo Valenti|O. Valenti]]. (''[[La cena delle beffe (film)|La cena delle beffe]]''; 2000, p. 238) *Non è il migliore dei 5 film che [[Mario Camerini|M. Camerini]], al culmine della sua fama, diresse nel biennio 1939-40. La sceneggiatura è indirizzata sui binari della commedia un po' pazza il cui ritmo non s'addice al regista. Da gustare, comunque, come variazione sulla tematica dei "telefoni bianchi". (''[[Centomila dollari]]''; 2000, p. 240) *[...] è una sorta di antologia del western in negativo in cui si ricorre ai suoi più scalcinati stereotipi. 3 attori americani di scuole diverse e il più famoso dei 3 ([[Henry Fonda|Fonda]]) scelto contro la parte. Il set non è più l'Andalusia, ma la Monument Valley di [[John Ford]]. In un film ricco di trasgressioni, [[Sergio Leone|Leone]] dilata madornalmente i tempi drammaturgici, contravvenendo alla dinamica del genere. Sotto il segno del titanismo si tende al teatro d'opera e alla sua liturgia. Dall'epica del treno, della prima ferrovia transcontinentale, si passa alla trenodia, al canto funebre sulla morte del West e dello spirito della Frontiera. Come in [[Sam Peckinpah]]. (''[[C'era una volta il West]]''; 2000, p. 241) *[[Luigi Comencini|L. Comencini]] ha lavorato con discrezione e pudore, in difficile equilibrio tra patetico e comico, ma il perno del film, e la sua forza, è [[Beppe Grillo]], con la sua recitazione sotto le righe, al risparmio, di una sobrietà tutta genovese. (''[[Cercasi Gesù]]''; 2000, p. 243) *Gioco al massacro tra una vittima che diviene carnefice e un carnefice che si trasforma in vittima, in bilico tra il melodramma e l'horror, è un capolavoro del grand-guignol cinematografico, detestato da molti che lo considerano una vetta del Kitsch violento. È difficile, però, non ammirare il linguaggio rigoroso e stilizzato di [[Robert Aldrich|R. Aldrich]], la sapiente sceneggiatura di [[Lukas Heller]] (da un romanzo di [[Henry Farrell]]), la straordinaria recitazione del trio principale, la dimensione gotica dell'atmosfera narrativa. (''[[Che fine ha fatto Baby Jane?]]''; 2000, p. 248) *Basato su una storia vera, questo thriller è un buon esempio di quel realismo semidocumentaristico che si diffuse a Hollywood nel primo dopoguerra. Oltre all'asciutta ed efficace regia di [[Henry Hathaway|H. Hathaway]], le sue carte vincenti sono la fotografia di Joe McDonald e l'interpretazione di [[James Stewart|J. Stewart]]. Notevole anche K. Orzazewski nella parte di Tillie. (''[[Chiamate Nord 777]]''; 2000, p. 250) *Melodramma missionario che promosse [[Gregory Peck|G. Peck]] al ruolo di star. Tratto da un romanzo di [[A. J. Cronin|Archibald J. Cronin]], è dignitoso, solidamente costruito ma prolisso. (''[[Le chiavi del paradiso]]''; 2000, p. 251) *Ancora in doppio ruolo, [[Bette Davis|B. Davis]] cerca di galvanizzare un dramma (già fatto nel 1946 con Dolores Del Rio) turgido, effettistico e inverosimile, ma, a modo suo, affascinante. (''[[Chi giace nella mia bara?]]''; 2000, p. 253) *2° film di L. Pieraccioni che l'ha scritto, diretto e interpretato: simpatico, spesso salace, quasi mai scurrile, sorretto da un'affiatata recitazione di squadra, da un'intelligente scelta dei tempi comici, girato con garbo da un principiante cha ha visto i film giusti e ha imparato la lezione. [[Alessandro Haber|A. Haber]] si conferma principe dei caratteristi italiani. Campione d'incassi della stagione 1996-97. (''[[Il ciclone]]''; 2010, p. 291) *Neorealismo in chiave cattolica. Il film conta soprattutto per il bianconero del grande [[Aldo Graziati|G.R. Aldo]], la coerenza pittorica delle inquadrature, l'atmosfera delle paludi pontine, il clima affocato che precede lo stupro. (''[[Cielo sulla palude]]''; 2000, p. 260) *Tolto quello scoppiettante di [[Walter Chiari|W. Chiari]], in chiave rivistaiola, gli episodi sono all'insegna di una comicità amara. Notevole quello di [[Eduardo De Filippo|Eduardo]] che descrive un borgo agricolo campano senza spolveri idillici. (''[[Cinque poveri in automobile]]''; 2000, p. 263) *Ruvido melodramma, scritto dal futuro regista Robert Rossen, affidato soprattutto all'interpretazione di un'affiatata squadra di attori sotto contratto alla Warner Bros, casa specializzata in drammi sociali e gangsteristici. (''[[Le 5 schiave|Le cinque schiave]]''; 2000, p. 263) *Liberamente tratto da un romanzo di [[John Buchan]], questo film d'inseguimento all'insegna della leggerezza e dell'umorismo è, forse, l'opera più famosa dell'[[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] inglese, e uno dei preferiti dallo stesso regista. (''[[Il club dei 39|Il club dei trentanove]]''; 2000, p. 273) *Ermetico, ma abbagliante. Molte noie con la censura sovietica. (''[[Il colore del melograno]]''; 2010, p. 316) *Risente dell'origine teatrale, ma gli attori tengono bene anche se messi in difficoltà da dialoghi retorici. (''[[I colpevoli]]''; 2000, p. 280) *Tratto da una famosa commedia (1900) di [[Giuseppe Giacosa]] (già filmata nel 1916) è uno dei meno originali, ma dei più compatti e armonici film di [[Mario Camerini|Camerini]]. Riscritto completamente nei dialoghi, è fedele allo spirito. (''[[Come le foglie (film 1934)|Come le foglie]]''; 2000, p. 286) *Tipico melodramma a sfondo sociale nella Hollywood degli anni '40 per il quale [[John Ford|J. Ford]] ebbe a disposizione dalla M-G-M grandi mezzi che gli permisero di ricostruire in studio il villaggio gallese. Grande successo al botteghino, aiutato da 4 premi Oscar [...]: raramente il regista s'era tanto spinto nel territorio turgido del sentimentalismo. Edificante e pomposo, ma impeccabile nel ritmo narrativo e a livello figurativo. (''[[Com'era verde la mia valle]]''; 2000, p. 286) *[...] è un insieme di tableaux senza vita, resi più brillanti, talvolta, da scenografie pittoresche o espressioniste. [[Bette Davis|B. Davis]] trabocca di manierismi. [[Errol Flynn|E. Flynn]] manca di tono e di colore. (''[[Il conte di Essex]]''; 2000, p. 301) *Nel suo genere – il melodramma passionale a forti tinte – è un capolavoro. Su una materia trita [[Joseph L. Mankiewicz|J.L. Mankiewicz]] ha costruito una galleria di splendidi personaggi dell{{'}}''international set'' inseriti in una elaborata costruzione drammatica, costituita da 8 flashback, raccontati da 4 personaggi. (''[[La contessa scalza]]''; 2000, p. 302) *Assai fedele al romanzo (1897) di Bram Stoker, è una piccola chicca per gli amanti dei racconti vampireschi in cui l'intelligenza e il gusto sopperiscono alla povertà dei mezzi. C. Lee ammirevole per sobrietà. (''[[Il conte Dracula (film 1970)|Il conte Dracula]]''; 2010, p. 340) *Costruito su due itinerari d'anima, affronta i temi della redenzione e della grazia con sobrio rigore. Una sommessa e dolorosa sinfonia in bianco. (''[[La conversa di Belfort]]''; 2000, p. 304) *Film spionistico di serie con tipici toni da guerra fredda. Ritmo alacre, una certa cura nell'ambientazione, attori efficaci. (''[[Corriere diplomatico (film)|Corriere diplomatico]]''; 2000, p. 309) *Prodotto dalla Romana Film di F. Misiano, specializzata in cinema popolare "napoletano", è uno dei 2 film di finzione di A. Petrucci che v'immette la sua inclinazione al documentario sociologico e al racconto pedagogico edificante, un'indubbia pulizia espositiva, una certa cura psicologica. (''[[Cortile (film 1955)|Cortile]]''; 2000, p. 312) *È un classico del filone storico in costume di moda in Italia negli anni '60: tra scene spettacolari di battaglia e sontuose scenografie, gli attori, beniamini del pubblico di quei tempi, se la cavano. (''[[Costantino il Grande (film)|Costantino il Grande]]''; 2000, p. 316) *Poliziesco ascetico che inclina al noir: più che le scene d'azione, all'inizio e alla fine, contano i personaggi e l'atmosfera. Un buon risultato nella carriera di un regista noto per le sue commedie. (''[[Criminale di turno]]''; 2000, p. 319) *[...] è uno dei migliori [[Don Siegel|Siegel]] degli anni '50 con 3 o 4 sequenze magistrali e un duetto straordinario [[Eli Wallach|Wallach]]-[[Robert Keith|Keith]]. Il cuore di questo film incompreso è nella loro caratterizzazione eccessiva e fiammeggiante. A una lettura di secondo grado i temi di fondo sono il parricidio e l'ossessione del tempo. (''[[Crimine silenzioso]]''; 2000, p. 319) *Data la censura dell'epoca, sarebbe stato difficile per chiunque trarre un film dal romanzo di [[Graham Greene]] ''Il potere e la gloria'' (1940), storia di un prete ubriacone che fa un figlio con una prostituta, ma per [[John Ford|J. Ford]], buon cattolico irlandese, era impossibile. Ne ricavò, infatti, non soltanto un film pio che attribuisce tutta l'onestà al prete e tutta la corruzione all'ufficiale, ma anche pesante, prolisso, artificioso, mal recitato persino da [[Henry Fonda|H. Fonda]] che si trascina ostentando una sonnolenta santimonia, affidato a una serie di quadri statici anche se magnifici nel loro esasperato simbolismo mistico (influenza di [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn|Eisenstein]] e degli espressionisti tedeschi nella fotografia di [[Gabriel Figueroa|G. Figueroa]]). (''[[La croce di fuoco]]''; 2000, p. 321) *[...] Dmytryk s'è cimentato con la vita del leggendario fra' Giuseppe da Copertino, ma i risultati sono ora modesti ora goffi. (''[[Cronache di un convento]]''; 2000, p. 323) [[Immagine:Cuore (film 1948) María Mercader.png|miniatura|[[María Mercader]] in ''[[Cuore (film 1948)|Cuore]]'']] *Coletti, cineasta in sintonia quasi perfetta con i valori patriottici deamicisiani, ha tratto un film lindo, di impettita nostalgia ''rétro'', accurato nella rievocazione d'epoca. L'ha aiutato un'abile sceneggiatura a più mani [...]. (''[[Cuore (film 1948)|Cuore]]''; 2000, pp. 325-326) ====D==== *Forse sopravvalutato dalla critica quando uscì, oggi risulta un po' datato. Rimane, comunque, un'opera rappresentativa della sensibilità del dopoguerra, dei traumi psicologici e delle disillusioni dei reduci. (''[[La dalia azzurra]]''; 2000, p. 331) *La moda di questo genere è finita, ma – superata la balordaggine del soggetto e la rozzezza della regia – i film con [[Bruce Lee]], questo [[Fred Astaire]] del kung-fu, offrono momenti gustosi, ricordando quasi il dinamismo spensierato del cinema muto. (''[[Dalla Cina con furore]]''; 2000, p. 331) *Poliziesco spettacolare e a tratti suggestivo ma [[Walter Hill|Hill]] ha fatto di meglio. È stata la prima troupe americana autorizzata a fare riprese sulla piazza Rossa di Mosca. (''[[Danko]]''; 2000, p. 333) *Sopravvalutato, resta in ogni modo un robusto melodramma di guerra. (''[[Da qui all'eternità]]''; 2000, p. 335) *[...] è sicuramente il più famoso, forse il migliore, ma non il più tipico, film di [[Mario Camerini|Camerini]] negli anni '30. Influenzato più dalla commedia hollywoodiana che da [[René Clair]] e arricchito da piccole trovate quasi surrealistiche di umore [[Cesare Zavattini|zavattiniano]] [...]. (''[[Darò un milione]]''; 2000, p. 336) *La sceneggiatura di [[Gherardo Gherardi|G. Gherardi]] e [[Gaspare Cataldo|G. Cataldo]] fa un po' acqua, ma il robusto mestiere di [[Carmine Gallone|Gallone]], re del cinema popolare dell'epoca, guida la storia sino all'attesa lieta fine. (''[[Avanti a lui tremava tutta Roma|Davanti a lui tremava tutta Roma]]''; 2010, p. 382) *Ebbe 3 nomination ai premi Oscar: Philip Dunne per la sceneggiatura (insolitamente sobria, anti De Mille), Leon Shamroy per la fotografia (sontuosa, affettata) e per le musiche di Alfred Newman. Potabile. (''[[Davide e Betsabea]]'', 2000, p. 337) *Commedia romantica che – dall'inizio scintillante di brio sino all'ultima parte dove il motore perde più di un colpo anche per la necessità di arrivare alla lieta fine – è segnata dallo stile inconfondibile di [[Ernst Lubitsch|E. Lubitsch]] che ne fu produttore e supervisore. (''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'', 2000, p. 349) *Impossibile dare un giudizio di un film così martoriato che, distribuito nel luglio 1946, fu ritirato dalla circolazione e drasticamente ridotto dalla censura a 73 minuti. Così com'è, sembra solo una brutta copia di ''[[Ossessione (film 1943)|Ossessione]]'' di [[Luchino Visconti|Visconti]]. (''[[Desiderio (film 1946)|Desiderio]]'', 2000, p. 350) *Il brivido si alterna al sorriso. (''[[Destinazione... Terra!]]''; 2000, p. 351) *È un poliziesco con un sottofondo intricato di fantascienza metafisica e risvolti da melodramma romantico. (''[[Déjà vu - Corsa contro il tempo]]''; 2010, p. 387) *È un fantasy orrorifico che, con qualche effettaccio in meno e una maggior cura della storia e dei personaggi, poteva diventare memorabile. (''[[Dèmoni (film)|Dèmoni]]''); 2010, p. ) [[File:Dracula (1973) - Jack Palance 5.png|thumb|[[Jack Palance]] nel ruolo del [[Conte Dracula]] ne ''[[Il demone nero]]'']] *Interessante rivisitazione televisiva del ''Dracula'' (1897) di Bram Stoker, che Jack Palance impersona come una figura quasi patetica, vittima di un destino crudele. Atmosfera gotica sapientemente ricreata, grazie anche alla bella sceneggiatura di Richard Matheson. (''[[Il demone nero]]''; 2010, p. 392) *[…] è un'opera che ricorda [[Robert J. Flaherty|Flaherty]] e [[Aleksandr Petrovič Dovženko|Dovgenko]] per l'intensa, lirica, panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala – impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo – vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del "buon selvaggio". (''[[Dersu Uzala - Il piccolo uomo delle grandi pianure]]''; 2000, p. 349) *Zeppa di coincidenze inverosimili, la storia di Martin Goldschmidt avrebbe potuto scivolare nel grottesco o nel ridicolo. In mano a [[Edgar G. Ulmer|E.G. Ulmer]] (1900-72), regista di serie B che fu rivalutato in Europa retrospettivamente, è diventato un piccolo noir di culto, raccontato con la tecnica del monologo interiore: un allucinato apologo sull'assurdo e sul caso. Ma è soltanto il caso che spinge Al Roberts a fare quel "detour" (svolta, deviazione)? (''[[Detour - Deviazione per l'inferno]]''; 2000, p. 353) *Con una prestigiosa compagnia di attori, i due registi ne hanno fatto una trasposizione forte, severa, teatraleggiante. (''[[I dialoghi delle Carmelitane (film 1960)|I dialoghi delle Carmelitane]]''; 2000, p. 355) *[[Spencer Tracy|Tracy]] gigioneggia e [[Frank Sinatra|Sinatra]] gli va dietro in questo drammone quasi catastrofico dove lo zucchero del sentimento prevale sul sale dell'avventura. (''[[Il diavolo alle 4]]''; 2000, p. 358) *1° film sull'Italia del post-terrorismo, è un po' schizofrenicamente diviso tra un inseguimento personale di sogni e ossessioni e il bisogno di fare i conti con la realtà sociale. Avvince e convince di più sul primo versante. Disarmonico, sregolato, ricco di immagini inquietanti, con due interpreti parzialmente attendibili. (''[[Diavolo in corpo]]''; 2000, p. 359) *{{NDR|[[Cecil B. DeMille|DeMille]]}} Spese 13 milioni di dollari (del '56!) per nominare il nome di Dio invano e ne incassò 43. Cocktail di grandiosità spettacolare e prudenti audacie erotiche. (''[[I dieci comandamenti (film 1956)|I dieci comandamenti]]''; 2000, p. 362) *Prodotta da [[Morgan Freeman|M. Freeman]] (è costata pochissimo), uscita in sole 15 sale, ambientata in un sobborgo multietnico, è una deliziosa commedia di dialoghi – accusata in modo troppo semplicistico di retorica e moralismo – dove non succede nulla e si dicono tante cose. È un incontro tra due mondi, due sessi, due razze, due generazioni: due persone che riescono a comunicare per un giorno e si danno una mano, e ognuno dei due, alla fine, qualcosa ha imparato. Un po' melenso? Forse, ma averne! (''[[10 cose di noi]]''; 2010, p. 408) *Di altissima tenuta stilistica nella sua maestosità [...], di grande ricchezza psicologica e sapiente rievocazione storica, è una vetta nell'itinerario di [[Carl Theodor Dreyer|Dreyer]] e nella storia del cinema. Per il regista danese – al di là delle interpretazioni che se ne possono dare – la più terrificante sequenza musicale della liturgia cristiana diventa un inno alla vita e alla libertà contro il fanatismo, l'intolleranza, la cecità spirituale degli uomini. (''[[Dies irae (film)|Dies irae]]''; 2000, p. 363) *Uno dei più misconosciuti film americani di [[Fritz Lang|Lang]] che qui fa la spola tra [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] (la suspense psicologica) e [[Josef von Sternberg|Sternberg]] (la profusione barocca delle scenografie). L'uso della voce ''off'' per esprimere i pensieri dei personaggi, la musica ([[Miklós Rózsa|M. Rosza]]), le scene, la fotografia ([[Stanley Cortez|S. Cortez]]) contribuiscono a creare un'atmosfera affascinante. (''[[Dietro la porta chiusa]]''; 2000, p. 363) *Aperto alle influenze culturali più varie del suo tempo, [[Franco Brusati|Brusati]] si discosta volutamente dai canoni e dalle convenzioni del realismo il cui moralismo gli è indifferente ed estraneo. Sceglie i suoi personaggi alle due estremità della scala sociale dove è più facile cogliere i segni della disgregazione, scelta che gli permette una deformazione cara al suo gusto figurativo, ma che limita il significato di quel che racconta. (''[[Il disordine (film 1962)|Il disordine]]''; 2000, p. 369) *Maestro dell'horror, [[Terence Fisher|Fisher]], classe 1904, ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l'Uomo Lupo, il dr. Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. (''[[Distruggete Frankenstein!]]''; 2000, p. 370) *[...] è una specie di versione economica di ''[[Viale del tramonto]]'' senza finale tragico. (''[[La diva]]''; 2000, p. 371) *Cinema di grande sartoria. Nonostante l'elegante confezione, è una stolida e tragicomica burattinata, sontuosamente arredata, che si prende terribilmente sul serio. [[Laura Antonelli|Antonelli]] inascoltabile. (''[[Divina creatura]]''; 2000, p. 372) *Viaggio attraverso il disgusto, cinegiornale e affresco di una Roma raccontata come una Babilonia precristiana, affascinante e turpe. Una materia da giornale in rotocalco trasfigurata in epica. Uno spartiacque nel cinema italiano, un film-cerniera nell'itinerario felliniano con la sua costruzione ad affresco, a blocchi narrativi e retrospettivamente un film storico che interpreta con acutezza un momento nella storia d'Italia. Dopo lo scandalo ecclesiastico e politico, un successo mondiale. Lanciò, anche a livello internazionale, il termine "paparazzo". (''[[La dolce vita]]''; 2010, p. 424) *Giallo mediocre che ricalca noti schemi. La mano di [[Don Siegel|Siegel]] non è ancora riconoscibile, buona la fotografia. (''[[Dollari che scottano]]''; 2000, p. 376) *Con questo film dal taglio umoristico e sentimentale, [[Luciano Emmer|Emmer]] contribuisce a un'importante tappa del cinema italiano: il trasferimento dell'esperienza neorealistica nella commedia di costume. Rivisto oggi, piace di più, forse, come testimonianza d'epoca che per le sue qualità intrinseche: come commedia è sgranato, come film neorealista anemico. [[Marcello Mastroianni|Mastroianni]] doppiato da [[Alberto Sordi]]: allora capitava anche di peggio. (''[[Domenica d'agosto]]''; 2000, p. 378) *Su un sagace adattamento di Age & Scarpelli un film simpatico, agile nella regia "invisibile", apprezzabile nella descrizione ambientale e nella direzione degli attori [...]. (''[[La donna della domenica]]''; 2000, p. 384) *Splendido bianconero di [[Massimo Terzano]], una bella sequenza di funerale, musiche di [[Nino Rota]]. (''[[La donna della montagna]]''; 2000, p. 384) *Il tema centrale è quello del ''doppelganger'' con la sua problematica del doppio, del bene e del male, dell'Ego e del Superego. Può essere interpretato come un romanzo di apprendimento il cui protagonista ha voluto dare un'occhiata dall'altra parte dell'abisso e ha imparato la lezione. Il labile confine tra innocenza e delitto e la potenziale colpevolezza di chiunque sono due temi tipici di [[Fritz Lang|Lang]]. La continuità con i suoi film tedeschi è palese. (''[[La donna del ritratto]]''; 2000, p. 385) *Film nero con fiocchi e controfiocchi che riesce a coniugare l'espressionismo tedesco e l'ambiente americano. Gli evidenti difetti di sceneggiatura sono riscattati dalla regia. Splendida sequenza di jazz con [[Elisha Cook Jr.]] alla batteria. (''[[La donna fantasma (film)|La donna fantasma]]''; 2000, p. 387) *Ossessivamente attento alla fisicità del corpo umano, il cinema del siciliano [[Aurelio Grimaldi|A. Grimaldi]] approda qui alla sua inevitabile spiaggia: un porno-film ''arty'' dove assembla spogliarelli hard, iniezioni di un sociologismo d'accatto, un pasolinismo di terza mano, lavaggi igienici di organi sessuali, acrobatici congressi carnali subacquei, una misoginia di fondo accanitamente negata a parole. (''[[La donna lupo]]''; 2000, p. 388) [[File:Donne e briganti (film 1950) Amedeo Nazzari.png|miniatura|[[Amedeo Nazzari]] in ''[[Donne e briganti]]'']] *[[Mario Soldati|Soldati]], scrittore e cineasta dalle molteplici risorse, offre a [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] l'occasione di rimettere a lucido la sua sorridente baldanza nella parte del celeberrimo Fra' Diavolo. Stringato, elegante. (''[[Donne e briganti]]''; 2000, p. 391) *[...] è uno dei meno noti e dei meno validi film di [[Douglas Sirk|Sirk]], un noir che appartiene al filone del thriller coniugale. Apprezzabile, comunque, per la cura dell'ambientazione, il ritmo e la finezza della suspense psicologica. (''[[Donne e veleni]]''; 2000, p. 392) *Gioca sui due tavoli dell'ironia parodistica e dell'erotismo romantico, puntando tutto sul fascino sparviero e l'eleganza alla Byron di F. Langella. (''[[Dracula (film 1979)|Dracula]]''; 2010, p. 449) *È un film senza stile perché ne insegue troppi. (''[[Dracula di Bram Stoker]]''; 2010, p. 449) *Con ''La maschera di Frankenstein'', è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni '60, è il film che definisce l'aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. (''[[Dracula il vampiro]]''; 2000, p. 402) *Qualche gag divertente, 2 sequenze di ballo, il fascino grifagno di Nielsen non riscattano un film parodistico che gira a vuoto o va sul facile. (''[[Dracula morto e contento]]''; 2010, p. 449) *Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l'altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell'acqua gelata. (''[[Dracula, principe delle tenebre]]''; 2010, pp. 449-450) *In bilico tra sentimentale e comico, il film vince sul secondo versante, grazie soprattutto alla bravura dei suoi due protagonisti. Napoli contro Roma, match pari, ma entrambe hanno dato di meglio. (''[[I due compari]]''; 2000, p. 406) *Per il suo turgore melodrammatico è una sorta di anti-''[[Roma città aperta]]'' in cui uno dei due maggiori registi italiani degli anni '30 cerca di mescolare il pubblico e il privato, adeguandosi all'aria neorealistica che tira. (''[[Due lettere anonime]]''; 2000, p. 409) *È, forse, il superwestern più costoso nella storia di Hollywood: 8 grandi attori, 50 attori medi, 6500 comparse, 6 registi ([[King Vidor|Vidor]] a un certo punto si ritirò per contrasti con il produttore [[David O. Selznick]], il vero autore del film come lo era stato per ''[[Via col vento]]'' [...]). Una massiccia dose di sesso. Un fucile che spara dichiarazioni d'amore. Esaltato dagli uni per il suo barocchismo forsennato, deprecato dagli altri per la sua truculenza e i suoi eccessi che ne fanno un cartoon di passioni. (''[[Duello al sole]]''; 2000, p. 409) *Diretto dal realizzatore degli effetti speciali di ''[[2001: Odissea nello spazio|2001: odissea nello spazio]]'', esordiente nella regia, (sceneggiato, tra gli altri, da [[Michael Cimino]]), è, pur con ingenuità e pesantezze didattiche, un buon esempio di cinema fantaecologico e apocalittico. Quasi un monologo per [[Bruce Dern|Dern]], aiutato nel suo lavoro da simpatici robot. Bella colonna musicale di [[Peter Schickele]]. (''[[2002: la seconda odissea]]''; 2010, p. 461) *Continua a essere il film di SF più inquietante, adulto, stimolante e controverso che sia mai stato fatto, senza contare il suo fascino plastico-figurativo e sonoro-musicale. (''[[2001: Odissea nello spazio]]''; 2000, pp. 411-412) *Più che l'azione, piuttosto confusa e incoerente, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo. (''[[2022: i sopravvissuti]]''; 2000, p. 412) *[...] è un suspense congegnato con sagacia, calato in una coinvolgente atmosfera, girato quasi interamente in esterni a San Francisco, sostenuto dalla musica di [[Dimitri Tiomkin]]. (''[[Due ore ancora]]''; 2000, p. 412) *Dietro al film, scritto dal regista sulle testimonianze orali di un vero disoccupato e riscritto nei dialoghi in "napoletano universale" da [[Titina De Filippo]], c'è una forte componente letteraria. Con ''[[Umberto D.|Umberto D]]'' rappresenta paradossalmente, da posizioni opposte, il punto terminale della stagione neorealista: all'amaro pessimismo (e al fiasco commerciale) di [[Vittorio De Sica|De Sica]]-[[Cesare Zavattini|Zavattini]] corrispose il trionfo d'incassi e, in parte, di critica (1° premio al Festival di Cannes) del film di [[Renato Castellani|Castellani]] nel quadro di un vivace bozzettismo dialettale, di uno strenuo e accattivante vitalismo mediterraneo, di una protesta sincera e velleitaria e soprattutto di una naturale esuberanza giovanile. Sebbene la storia faccia perno sul personaggio maschile, è la donna che – come in altri film di Castellani – svolge un ruolo emblematico. (''[[Due soldi di speranza]]''; 2000, p. 415) ====E==== *Una delle più classiche commedie di [[Frank Capra|F. Capra]], quella che gli fece vincere il 2° Oscar per la regia e l'unica in cui la lieta fine sembra completamente logica. Grazie a un'impeccabile sceneggiatura di [[Robert Riskin]], questa favola da boy-scout non diventa una predica e non perde mai il suo swing. Una delle più divertenti scene di tribunale di tutto il cinema americano con un [[Gary Cooper|G. Cooper]] perfetto. (''[[È arrivata la felicità (film)|È arrivata la felicità]]''; 2000, p. 419) *2 le star: il buono [[Matt Damon|Damon]] (bravissimo, da premio) e la cattiva [[Jodie Foster|Foster]], sobria, dura, elegante. Peccato che il film abbondi nel finale di una violenza stereotipata con troppi inverosimili corpo a corpo tra i nostri eroi e i malvagi ossequienti al potere. (''[[Elysium (film 2013)|Elysium]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/2013/elysium/ Elysium]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Una delle carte vincenti è la sceneggiatura di [[Ronald Bass|Ronn Bass]] (Oscar per ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia|Rain Man]]'') e [[William Broyles Jr.]] Mescola con astuzia il vecchio romanticismo delle commedie giallo-rosa su coppie in conflitto (Tracy-Hepburn, Bogart-Bacall), la strepitosa e acrobatica inverosimiglianza di [[James Bond]] e il dispiego della tecnologia digitale negli effetti speciali. Governa con sagacia, come dice il titolo ("Intrappolamento"), il tema dell'ambiguità (chi dei due imbroglia l'altro?) e amministra con pudore la latente dimensione erotica e la stoica senilità dell'eroe. Connery, anche dei produttori, rivela la sua vera età soltanto nel finale dopo aver impregnato il personaggio di umorismo crepuscolare. Ex ballerina e cantante, [[Catherine Zeta-Jones|C. Zeta-Jones]] non è soltanto bella. Deboli i personaggi di contorno. (''[[Entrapment]]''; 2010, p. 485) *Più neocattolico che neorealista, meno abile di ''[[Il generale Della Rovere]]'' (1959) ma più autentico, il film conferma le qualità di [[Roberto Rossellini|Rossellini]] come poeta civile, ma è un po' prolisso ed edificante, qua e là di una simbologia grossolana. Magistrale l'uso dello zoom e una ottima [[Giovanna Ralli|Ralli]]. (''[[Era notte a Roma]]''; 2000, p. 432) *Tipica commedia degli equivoci con una vena grottesca insolita per l'epoca, almeno al cinema. Impagabile duetto [[Angelo Musco|Musco]]-[[Rosina Anselmi|Anselmi]]. (''[[L'eredità dello zio buonanima (film 1934)|L'eredità dello zio buonanima]]''; 2000, p. 434) *Non manca nessuno dei classici ingredienti del genere biblico-avventuroso: sentimenti con le maiuscole, intrighi, danze lascive, duelli e donne scoperte. C'è anche uno sforzo di analisi psicologica. (''[[Ester e il re]]''; 2000, p. 443) *Pur con la velleità di raccontare l'erotismo con l'ottica femminile, è un film per uomini soli. Ipocrita, fintamente trasgressivo, con qualche immagine indisponente. (''[[Le età di Lulù]]''; 2000, p. 444) [[File:Ettore Fieramosca (1938) Gino Cervi.png|miniatura|[[Gino Cervi]] in ''[[Ettore Fieramosca (film 1938)|Ettore Fieramosca]]'']] *Film storico di indiretta propaganda antifrancese: figurativamente suggestivo (soprattutto nella battaglia finale) e narrativamente debole. (''[[Ettore Fieramosca (film 1938)|Ettore Fieramosca]]''; 2000, p. 446) *Nonostante l'apporto in sceneggiatura di [[Emilio Cecchi|E. Checchi]] e [[Aldo De Benedetti|A. De Benedetti]], è il meno riuscito tra i film letterari di [[Mario Soldati|Soldati]]. Decorativo, elegante, inerte. (''[[Eugenia Grandet (film 1947)|Eugenia Grandet]]''; 2000, p. 446) *La debolezza del film risiede nell'impossibilità di mostrare Evilenko in azione sostituita da immagini allusive o ammiccanti, mediocri, annacquate da dialoghi didattici, soltanto in parte riscattate dall'inquietante istrionismo ben temperato di McDowell. (''[[Evilenko]]''; 2010, p. 505) ====F==== *Sapientemente adattato da [[Philip Dunne]] da un romanzo di [[Josephine Leslie|R.A. Dick]], è uno dei più bizzarri e teneri film di [[Joseph L. Mankiewicz|J. Mankiewicz]]. L'atmosfera fantastica è sostenuta dalle suggestive musiche di [[Bernard Herrmann|B. Hermann]], compositore preferito di Hitchcock, e dalla fotografia di [[Charles Lang|C. Lang]]. (''[[Il fantasma e la signora Muir]]''; 2000, p. 460) *Traducendo in film una sceneggiatura brillante e spiritosa [[Antonio Pietrangeli|A. Pietrangeli]] ha saputo narrare la sua favola surrealistica con un distacco e un'eleganza inconsueti alla commedia italiana. (''[[Fantasmi a Roma]]''; 2000, p. 460) *Curioso esempio dell'influenza del naturalismo francese su un melodramma italiano della gelosia. Attori efficaci, suggestiva fotografia di Aldo Tonti. (''[[Fari nella nebbia]]''; 2000, p. 462) *Rincorre modelli realistici francesi d'anteguerra adattandoli alla Roma minutamente cronistica e piccoloborghese del dopoguerra. (''[[Fatalità (film 1947)|Fatalità]]''; 2000, p. 463) *[...] esordio al cinema di [[Katharine Hepburn|K. Hepburn]] ancora inesperta ma già capace di dimostrare personalità, temperamento e talento. Ruba la scena al bravo [[John Barrymore|J. Barrymore]] in una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Febbre di vivere (film 1932)|Febbre di vivere]]''; 2000, p. 468) *Accurata riduzione dell'omonimo dramma (1882) di [[Victorien Sardou]]. [[Camillo Mastrocinque|C. Mastrocinque]], specialista di ricostruzioni ottocentesche, racconta con tempi e snodi plausibili. (''[[Fedora (film 1942)|Fedora]]''; 2000, p. 468) *È un classico mélo hollywoodiano degli anni '40: perverso, affascinante, eccessivo in tutto, persino nelle scenografie. (''[[Femmina folle]]''; 2000, p. 470) *[...] è una commedia farsesca condotta a un ritmo accelerato che diventa precipitoso. I meglio fichi del bigoncio sono i numeri della rivista dove, oltre alla strepitosa buffoneria sicula di [[Angelo Musco|Musco]], emerge la rumba danzata dalla [[Rosina Anselmi|Anselmi]]. (''[[Il feroce Saladino]]''; 2010, p. 534) *Sotto la scorza di un ''action movie'' si cela una commedia cerebrale, un film di idee che è anche un metafilm, una metafora del cinema. Il protagonista non vuole migliorare sé stesso né la realtà che l'ha deluso, ma adattarla ai suoi desideri. Dal romanzo (1996) di [[Chuck Palahniuk]], sceneggiato da [[Jim Uhls|Jim Huhls]], il 4° film del californiano [[David Fincher|Fincher]] conferma la sua perizia narrativa e la padronanza del mezzo, ma anche l'inclinazione a un nichilismo programmatico e a una perversa manipolazione dello spettatore. Dati i tempi, è divenuto, specialmente tra il pubblico giovane, un film di culto. (''[[Fight Club (film)|Fight Club]]''; 2010, p. 538) *[...] un corretto film senza enfasi né inutili decorativismi ambientali. (''[[La figlia del capitano (film 1947)|La figlia del capitano]]''; 2000, p. 476) *Due momenti forti in questo melodramma che fu la risposta (anticipata) della Warner a ''[[Via col vento]]'': la scena del ballo e le sequenze dell'epidemia. [[Bette Davis|B. Davis]] vinse il suo 2° Oscar dopo ''[[Paura d'amare (film 1935)|Paura d'amare]]'' (1935) e [[Fay Bainter|F. Bainter]] quello dell'attrice non protagonista. Soltanto nomination per la regia, la fotografia di [[Ernest Haller|E. Haller]] e le musiche di [[Max Steiner|M. Steiner]], tutte ammirevoli. (''[[Figlia del vento]]''; 2000, p. 477) *Con ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'' segnò l'apice del melodramma popolare strappalacrime e della coppia divistica [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. Solo i cuori di pietra non piansero. (''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]''; 2000, p. 478) *[...] parla al cuore in triplice modo: abilmente confezionato, efficacemente vivace in alcune scene, sottile in altre, furbo e accattivante. (''[[Figli di un dio minore]]''; 2000, p. 478) *È in assoluto il miglior film USA del 1960, e uno dei migliori di [[Richard Brooks|R. Brooks]], romanziere, sceneggiatore e regista: un saggio inquietante e geniale sulla religiosità dell'''homo americanus''. (''[[Il figlio di Giuda]]''; 2000, p. 480) *Tratto da un dramma teatrale di Thomas Job, è un melodramma a suspense con risvolti incestuosi al quale, per ragioni di censura, fu imposta una conclusione assurda. Efficacemente fosco, fosforescente con forza. (''[[La fine della famiglia Quincy]]''; 2000, p. 482) *L'origine teatrale ([[Robert E. Sherwood]], 1934) si sente: dialoghi letterari e verbosi, staticità dell'azione, recitazione sopra le righe. Ma c'è un fascino innegabile, specialmente per merito di [[Humphrey Bogart|H. Bogart]] nel suo primo ruolo importante. (''[[La foresta pietrificata]]''; 2000, p. 494) *Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia [[Ludovico Ariosto|ariostesca]]. È l'avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino. (''[[La fortezza nascosta]]''; 2000, p. 496) *Tipica commedia degli equivoci, ma senza sale. (''[[La fortuna viene dal cielo]]''; 2000, p. 497) *Attraverso il guscio del film carcerario [[Jules Dassin|J. Dassin]] e il suo sceneggiatore [[Richard Brooks]] (da non dimenticare, però, i meriti del produttore [[Mark Hellinger]]) riescono non soltanto a rappresentare il conflitto dialettico tra la forza bruta (il capo delle guardie, ma anche il sistema carcerario) e la forza positiva (i carcerati), ma a impostare un tema sociale: quello delle energie che potrebbero essere utili alla comunità e che, invece, sono disperse o convogliate in movimenti distruttivi. Tutto concorre al forte risultato: la fotografia di [[William H. Daniels|W. Daniels]], le musiche di [[Miklós Rózsa|M. Rosza]], gli interpreti tra cui spicca [[Hume Cronyn|H. Cronyn]] nella parte del sadico capo delle guardie. (''[[Forza bruta (film 1947)|Forza bruta]]''; 2000, p. 497) *Più che personaggi i due attori sono funzioni di un programma, serviti da esecrabili e talora ridicoli dialoghi di Edith Bruck, che si muovono su uno sfondo troppo bello di Chioggia, in una villa troppo sontuosa, in un ambiente troppo raffinato, tutto fotografato con luci troppo morbide da Dante Spinotti. (''[[Fotografando Patrizia]]''; 2000, p. 499) *Parodia del romanzo (1897) di Bram Stoker di notevole impegno produttivo con qualche passaggio divertente. Gli autori sono passati in cineteca, le invenzioni buffe non mancano. (''[[Fracchia contro Dracula]]''; 2010, p. 565) *Romantico, divertente per la moltiplicazione di arrivi e entrate, la finezza delle gag, la garbata ironia sul rigido classismo britannico. (''[[Fra le tue braccia]]''; 2010, p. 566) *È violento e duro già nella cornice ambientale (un'Umbria umida, fosca, ventosa) cui hanno contribuito scene e costumi di D. Donati e la fotografia di G. Lanci e E. Guarnieri. Violento nella rappresentazione di guerra, prigionia, miseria, malattia, nella rievocazione della santità di Francesco, specialmente quando s'interroga, con uno strazio che sfiora la disperazione, sul silenzio di Dio. I suoi difetti sono quasi tutti per eccesso: ridondanza misticheggiante nelle musiche di Vangelis, una certa prolissità, spia di debolezza drammaturgica. (''[[Francesco (film)|Francesco]]''; 2000, p. 500) *Molti mezzi, scarsi risultati. Nonostante tutto, [[Bradford Dillman|B. Dillman]] è un Francesco simpatico. (''[[Francesco d'Assisi (film 1961)|Francesco d'Assisi]]''; 2000, p. 500) *[...] undici episodi [...] alcuni assai belli per la loro autenticità e la fresca ispirazione religiosa, altri un po' forzati e di religiosità troppo ufficiale, ma in sostanza l'adesione del fulmineo linguaggio rossellininiano all'interpretazione del francescanesimo imperniata sulla semplicità dà risultati straordinari. Girato con veri frati francescani e altri attori non professionisti. Il suo pregio maggiore è di aver trattato i [[I fioretti di san Francesco|Fioretti di San Francesco]] come episodi di ''[[Paisà]]''. (''[[Francesco, giullare di Dio]]''; 2000, p. 501) *Prodotto da Carl Laemmle Jr. per la Universal, il film cancella quasi completamente le tracce della mediazione teatrale grazie alla sceneggiatura e soprattutto alla regia inventiva e figurativamente raffinata dell'inglese J. Whale. Oltre a lasciare il suo segno sul copione (è sua l'idea del mulino), scelse il compatriota B. Karloff per la parte del mostro e ne affidò il trucco a Jack Pierce. Il suo modo fluido di far muovere la cinepresa, insolito nel 1931 che valorizza le scenografie e i comportamenti dei personaggi e crea un'atmosfera di morbosa suggestione, impressionò il pubblico e sottrasse il film all'usura del tempo. Le sequenze da citare sono numerose: i funerali d'apertura; la nascita della "creatura" con il suo motivo ascensionale; l'incontro con la bambina; la folla dei contadini con le fiaccole; l'incendio conclusivo. Come nel romanzo di Mary Shelley, la colpa (il peccato) di Frankenstein non è di aver sfidato Dio nel creare la vita, ma nell'emularlo e nel competere con lui come padrone assoluto della "creatura". Lo dimostra la delicata sequenza in cui nella camera dove il suo creatore l'ha rinchiuso penetra un raggio di sole, accolto dal "mostro" con un mezzo sorriso. Immediatamente Frankenstein gli toglie la luce, ossia, simbolicamente, ogni conoscenza che non venga da lui. Il vero crimine di Frankenstein è contro la società. (''[[Frankenstein (film 1931)|Frankenstein]]''; 2010, p. 568) *Tratto da una commedia (1930) di Alberto Colantuoni, risente negativamente della struttura teatrale di origine. Tuttavia in [[Corrado D'Errico|C. D'Errico]] c'è il puntiglio di sviluppare "cinematograficamente" la vicenda. (''[[I fratelli Castiglioni]]''; 2000, p. 505) *2ª regia del trentenne e raffinato [[Alberto Lattuada|A. Lattuada]]. Poco più di un esercizio di stile, ma l'omonimo romanzo (1913) di [[Luciano Zuccoli]] gli dà la prima occasione di esplorare la sessualità infantile e giovanile. (''[[La freccia nel fianco (film)|La freccia nel fianco]]''; 2000, p. 508) *Tratto da un dramma (1956) di Henry Denker e Ralph Berkey, mantiene inalterata la struttura teatrale d'origine riuscendo così pesantemente verboso. Film di propaganda anticomunista? In parte, ma originale, insolito. Unica regia dell'attore [[Karl Malden|K. Malden]]. Peccato. (''[[Il fronte del silenzio]]''; 2000, p. 510) *Uno dei più garbati e spiritosi film di [[Carlo Ludovico Bragaglia|Bragaglia]], autore anche di soggetto e sceneggiatura, in quel periodo attivissimo (17 film dal 1940 al 1943). Intelligente con leggerezza. (''[[Fuga a due voci]]''; 2010, p. 579) *[[Don Siegel|D. Siegel]] riscatta gli stereotipi prosciugandoli con lo stile. Fa economia di tutto, perfino della violenza, con una tensione che arriva alla suspense ma senza cercarne gli effetti. È un film da scuola del cinema, una vetta del genere carcerario. (''[[Fuga da Alcatraz]]''; 2000, p. 512) *Racconto di fantascienza che non lesina sul piano del meraviglioso, aiutato dalla suggestiva fotografia di [[Ernest Laszlo]]. Come dire che la cornice vale più del quadro. C'è, infatti, debolezza logica, confusione, mancanza di stile. (''[[La fuga di Logan]]''; 2000, p. 513) *Lacrime e vecchi merletti. Tipico dramma romantico con targa M-G-M. È uno straripamento di ricordi d'amore e nostalgie. [[David Niven|D. Niven]] poco convincente, attorniato da uno stuolo di garbate interpreti. (''[[Fuga nel tempo]]''; 2000, p. 514) *[...] un film pulito, scorrevole, diretto con mano leggera incline al pastello più che alle forti tinte. (''[[La fuggitiva (film 1941)|La fuggitiva]]''; 2000, p. 514) *In un primo tempo doveva chiamarsi ''Montelepre'' con un preciso riferimento a [[Salvatore Giuliano]] e la sceneggiatura fu rimaneggiata più volte. Il risultato è un film inutile, superficiale e privo di drammaticità. (''[[I fuorilegge]]''; 2000, p. 519) *2º, e il migliore, dei 4 film tratti dal celebre giallo (1902) di [[Arthur Conan Doyle]]. Atmosfera suggestiva, suspence e un [[Peter Cushing|P. Cushing]] infalllibile come Sherlock Holmes. (''[[La furia dei Baskerville]]''; 2000, p. 520) *Un poema di solenne pietà, un gran capolavoro dei film su strada. Considerato politicamente un conservatore, [[John Ford|J. Ford]] diresse uno dei film più progressisti mai fatti a Hollywood anche perché riuscì a far coincidere il tema della famiglia, a lui caro, con quello della gente: alla fine i Joad entrano a far parte della famiglia dell'uomo. Lo sceneggiatore [[Nunnally Johnson]] modificò [...] il finale senza speranza di [[John Steinbeck|Steinbeck]], in linea con l'ottimismo del New Deal. Straordinario bianconero di [[Gregg Toland]] (che, come disse Ford, non aveva nulla di bello da fotografare). (''[[Furore (film)|Furore]]''; 2000, p. 521) *È il film che lanciò Bruce Lee a livello internazionale. Benché approssimativo sotto molti punti di vista, è importante perché a) segna una svolta nel cinema d'azione di Hong Kong in direzione del realismo, riportando l'attore e le sue esibizioni atletiche al centro del racconto; b) apre la strada ai film di kung fu degli anni '70 anche se nella maggior parte sono di qualità mediocre o pessima. (''[[Il furore della Cina colpisce ancora]]''; 2000, p. 521) ====G==== *Imperniato sul tema del dialogo e del conflitto (tra uomo di cultura e autorità; tra il credente e la Chiesa o, meglio, gli uomini che la rappresentano; tra la Curia e la chiesa conciliare), nonostante le rigidità didattiche e le secche illustrative, il film brucia quasi completamente gli schemi convenzionali del cinema biografico e trasforma la ricostruzione del passato in azione presente. È, insieme, la tragedia di un uomo in anticipo sui tempi e la storia di una ingenuità. (''[[Galileo (film 1968)|Galileo]]''; 2000, p. 525) *Un film noir abbastanza insolito con due grandi interpretazioni e un finale bizzarro. La vicenda di ''The Racket'' si basa su un precedente film del '28, di [[Lewis Milestone]], ma questo lo supera in atmosfera. (''[[La gang]]''; 2000, p. 526) *L'intreccio è frusto e i personaggi stereotipati nelle loro nevrosi: perciò è il più debole dei film neri del [[Fritz Lang|Lang]] hollywoodiano, ma, grazie anche alla fotografia di Pasquale Musuraca, giocata sui grigi, la firma del regista è leggibile nell'atmosfera, nei particolari, nel modo con cui segue i personaggi. (''[[Gardenia blu]]''; 2000, p. 529) *3ª regia di [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] che s'è riservata la piccola parte di [[Nino Bixio]], è un film medio assai piacevole che evita gli scogli del patetismo, raccontato con mano agile e leggera, molto curato tecnicamente e ben recitato. (''[[Un garibaldino al convento]]''; 2000, p. 529) *Tratto da un racconto di [[Indro Montanelli]], è il meno originale degli ultimi film di [[Roberto Rossellini|R. Rossellini]], girato su commissione a basso costo, ma il più efficace e accattivante, di notevole interesse tecnico-stilistico per una serie di espedienti che il regista avrebbe poi usato nel suo lavoro per la TV. [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] modula da maestro il suo gigionismo. (''[[Il generale Della Rovere]]''; 2000, p. 533) *Nonostante i rimandi a ''Solaris'' di Stanislaw Lem e a ''Cronache marziane'' di Ray Bradbury, la sceneggiatura è una volta di più l'anello debole della catena. (''[[Generazioni (film)|Generazioni]]''; 2010, p. 600) *È l'itinerario alla scoperta di sé stesso che porta a Dio. Il decoro, l'onestà intellettuale e le nobili intenzioni degli autori sono fuori discussione, ma in questo Jeoshua di [[Kim Rossi Stuart|Rossi Stuart]] – che non soccombe al ruolo, e non è poco – si avverte la preoccupazione ecumenica (ed economica) di non sollevare polemiche, non turbare, non offendere, evitare scorrettezze. Ne risulta una rappresentazione senza una vera forza, frenata e prudente. Anche a livello iconografico non c'è una scelta stilistica personale, ma una sintesi del cinema cristologico che sfiora e spesso scade nella galleria del "già visto". (''[[I giardini dell'Eden]]''; 2000, p. 540) *Film di culto per i fan di [[Rita Hayworth|Rita]], corpo d'amore ribelle al suo ruolo di oggetto, che canta meravigliosamente "Put the Blame on Mame" e danza splendidamente "Amado mio". L'assurdità dell'intrigo diventa un difetto secondario in questa miscela di noir e melodramma passionale in cui i dialoghi di Marion Parsonnet sono di un Kitsch che sfiora il sublime. La latente carica omosessuale di questa pietra miliare nella storia del divismo fu scoperta soltanto dalla critica europea. (''[[Gilda (film)|Gilda]]''; 2000, p. 544) *La parte telefonica è divertente, induce a pena (per i maschietti) o mette i brividi. Ben doppiata da [[Laura Boccanera]], [[Theresa Randle|T. Randle]] è simpatica, sexy, fin troppo brava. Ma il conflitto interiore che porta la protagonista a confondere finzione e realtà è raccontato in modi stentati. Che sia un'autobiografia camuffata, quella di [[Suzan-Lori Parks]] che l'ha scritta? Ghiotte imitazioni filmiche [...]. (''[[Girl 6 - Sesso in linea]]''; 2000, p. 560) *Visto oggi, suscita reazioni diverse. Inferiore nelle scene di massa ai film in costume italiani di quegli anni, si distingue per il tentativo di dare una misura umana, dolente, quotidiana ad avvenimenti lontani nel tempo. Molti difetti tra cui una goffa Giuditta (B. Sweet) e la ridicola scena dei baccanali, ma almeno due sequenze notevoli: la sortita dei difensori per l'acqua e la caduta di Betulia. (''[[Giuditta di Betulia]]''; 2000, p. 561) *Se non lo si prende troppo sul serio, diverte. (''[[Godzilla (film 1954)|Godzilla]]''; 2000, p. 569) *L'attore [[Ben Affleck|B. Affleck]], anche sceneggiatore con Aaron Stockard, esordisce in regia col romanzo ''La casa buia'' del bostoniano [[Dennis Lehane]], autore di ''Mystic River'', delegando la parte del protagonista al fratello [[Casey Affleck|Casey]], che se la cava. Più adatto, forse, a stare dietro alla macchina da presa che non davanti, non riesce però a fare un film originale, a prescindere da un ingegnoso confronto col grande talento di [[Clint Eastwood]]. Racconto manicheo, personaggi inamidati, più di un finale senza vere sorprese. (''[[Gone Baby Gone]]''; 2013, p. 678) *Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, [[Wolfgang Becker|Becker]], anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. (''[[Good Bye, Lenin!]]''; 2013, p. 679) *Lotta di amore e odio tra due cugine sullo sfondo della guerra civile. [...] Uno dei 4 film di [[Bette Davis|B. Davis]] del '39 e una delle sue interpretazioni migliori. Drammone coi fiocchi. (''[[Il grande amore (film 1939)|Il grande amore]]''; 2000, p. 574) *Nonostante le apparenze, è un nero più che un poliziesco. Uno dei migliori risultati, comunque, del [[Fritz Lang|Lang]] americano, e uno dei suoi film più "politici" in forma di un'amara riflessione sulla corruzione, la vendetta, i limiti della legalità. Eccellente il reparto degli attori tra cui spicca [[Gloria Grahame|G. Grahame]]: è lei la vera eroina della storia, e non soltanto per la famosa scena del caffè bollente. (''[[Il grande caldo]]''; 2000, p. 575) *Robusto romanzo popolare, notevole per la coesione delle sue componenti: recitazione, miscela linguistica (dialetti italiani, il castigliano), valori figurativi (fotografia di Arturo Gallea), attenzione al materiale plastico. È uno dei più interessanti prodotti del cinema del periodo fascista per il modo con cui combina i valori di un cattolicesimo arcaico, dell'ideologia ruralista e del nazionalismo. (''[[Montevergine (film)|La grande luce (Montevergine)]]''; 2000, p. 579) *[[Robert Siodmak|R. Siodmak]], prigioniero forse del proprio ruolo di regista del brivido, cerca di rinnovarsi con una ricostruzione (sfarzosamente hollywoodiana alla M-G-M) della figura di [[Fëdor Dostoevskij|F.M. Dostoevskij]] e del noto romanzo (''[[Fëdor Dostoevskij#Il giocatore|Il giocatore]]'', 1867). Riconoscibile il suo senso della suspense nelle sequenze della roulette. (''[[Il grande peccatore]]''; 2000, p. 581) *Nonostante il titolo, il personaggio centrale dell'azione (Arabia romana, Galilea, Giudea, Roma) non è il pescatore [[Pietro apostolo|Simone]] ([[Howard Keel|Keel]]), destinato a diventare la ''kepha'' (roccia), dunque Pietro, del cristianesimo. L'epicentro del dramma è l'amore contrastato della principessa meticcia Fara (Kohner) e del principe Voldi (Saxon) e l'influenza che esercita su loro Simon Pietro, dissuadendo Fara dall'uccidere il padre Erode Antipa (Lom), dispotico tetrarca di Galilea, che aveva rinnegato sua madre araba Arnon per sposare la depravata Erodiade (Hyer). Nella sceneggiatura che si discosta nettamente dal mediocre romanzo di [[Lloyd C. Douglas|Douglas]], Fara, costretta a rinunciare, in quanto meticcia, all'amore di Voldi, torna in Giudea al fianco di Simone per aiutarlo nell'opera di riconciliazione tra arabi ed ebrei. Confuso con i numerosi colossi storico-biblici prodotti alla fine degli anni '50, il film ebbe accoglienze critiche tiepide o negative, comunque superficiali. Soltanto pochi recensori francesi – tra cui Jacques Joly sui ''Cahiers du Cinéma'' – seppero coglierne i pregi, non soltanto figurativi, e la diversità. (''[[Il grande pescatore]]''; 2010, p. 649) *Realizzato con grandi mezzi dalla Fox, è un efficace cocktail di spettacolari effetti speciali e dolorosi sentimenti. Bravi caratteristi, un ottimo [[George Brent|G. Brent]] [...] e un [[Tyrone Power|T. Power]] un po' assurdo come medico indiano. (''[[La grande pioggia]]''; 2000, p. 581) *Brutto film, con tre o quattro belle sequenze. Lo riconosce lo stesso regista che avrebbe voluto girarlo con pescatori veri e in bianconero. Ha le incertezze delle opere prime, ma anche l'onestà. (''[[La grande strada azzurra]]''; 2000, p. 584) *Il quoziente di realtà è più ridotto che in ''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]'' (1932), ma sulla scorta di una sceneggiatura perfettamente oliata cui contribuirono anche il giovane [[Renato Castellani]] e [[Mario Pannunzio]], [[Mario Camerini|M. Camerini]] mette a punto la sua provetta ingegneria della commedia. (''[[I grandi magazzini]]''; 2000, p. 585) *Sullo sfondo di un'America di carta ricostruita a Cinecittà un giallo sciattamente diretto e maldestramente recitato. Se aveva avuto successo a teatro, perché [[Guglielmo Giannini|G. Giannini]] [...] non si è fermato lì? (''[[Grattacieli (film)|Grattacieli]]''; 2000, p. 586) *Che strazio, però, quando i personaggi parlano. (''[[La guerra dei mondi (film 1953)|La guerra dei mondi]]''; 2000, p. 592) *Nato da una sceneggiatura tormentata (cui posero mano una dozzina di persone di cui solo sei accreditate), è un colossal frutto di due tendenze inconciliabili: l'intenzione dei produttori [[Carlo Ponti|Ponti]]-[[Dino De Laurentiis|De Laurentiis]] di farne un grande e rutilante spettacolo di massa e l'ambizione del regista di rispettare lo spirito del testo (facendo perno sul personaggio di Pierre-[[Henry Fonda|H. Fonda]]) nell'ottica del proprio mondo. Prevalse la prima, rimangono alcune tracce della seconda. (''[[Guerra e pace (film 1956)|Guerra e pace]]''; 2000, p. 593) ====H==== *[[Aldo Fabrizi]] – che sostituì [[Mario Bonnard]] alla regia – parte da uno dei suoi più riusciti personaggi teatrali per mettere insieme una commedia piacevole e ricca di spunti comici mescolati a momenti realistici e drammatici. (''[[Hanno rubato un tram]]''; 2000, p. 599) *Film di propaganda anti-americana che quasi diventa un atto d'accusa contro il razzismo dei bianchi. Rozzo, goffo, melodrammatico, ma efficace, col piede sull'acceleratore. Spiccano le sequenze pugilistiche, grazie anche all'apporto di [[Erminio Spalla|Spalla]], [[Primo Carnera|Carnera]], Longo, Venturi, Silvestri. (''[[Harlem (film)|Harlem]]''; 2000, p. 601) *O sta per Obbediente, per Oca o per zero? In Francia, dove ebbe grande successo (in Italia un po' meno), offrì a molti spettatori l'alibi culturale (del "buon gusto") per fare i guardoni a pagamento, ma è un album di immagini patinate animato con uno stile da carosello pubblicitario, un prodotto in linea con l'ideologia capitalistica dominante fondata sull'avere invece che sull'essere. Non a caso la bella O fa la fotografa di moda. (''[[Histoire d'O (film)|Histoire d'O]]''; 2000, p. 607) *Prodotto dal geniale Val Lewton per la RKO e basato su una sceneggiatura di Curt Siodmak e Ardel Wray, vagamente ispirata a ''Jane Eyre'' (1847) di [[Charlotte Brontë]], è un dramma psicologico più che un horror vero e proprio, sebbene la finale sequenza notturna, il climax del film, ispiri autentico spavento. (''[[Ho camminato con uno zombi]]''; 2000, p. 608) ====I==== *1° grande successo di [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] [...], 1° film importante per [[Erminio Macario|E. Macario]], 1° vero film comico del cinema italiano sonoro. [[Ernesto Almirante|E. Almirante]] superlativo come presidente del tribunale. Ritmo incalzante, dialogo scoppiettante. (''[[Imputato, alzatevi!]]''; 2000, p. 624) *[[Claudio Gora|C. Gora]] ha diretto un film leggero che non offende i diritti dell'intelligenza. Ha una spina dorsale, situazioni azzeccate, un dialogo spiritoso e una vena satirica non disprezzabile. (''[[L'incantevole nemica]]''; 2000, p. 626) *Bizzarro e, forse, sottovalutato noir [...]. (''[[Incatenata (film 1946)|Incatenata]]''; 2000, p. 626) *[...] è un film fatto su misura per un pubblico infantile, ma che probabilmente piace più agli adulti ambientalisti (come evasione dallo stress quotidiano) che ai bambini. Troppi messaggi edificanti condensati in un prodotto che è, insieme, racconto di formazione, dramma familiare a lieta fine, apologo animalista ed ecologico, requisitoria contro la civiltà dei consumi e l'onnipotente legge del profitto. Qua e là si sentono la mano e il talento di [[Carroll Ballard|C. Ballard]] (1937), ex documentarista che si è avvalso, come in ''[[Black Stallion]]'', della fotografia di [[Caleb Deschanel]] di uno splendore cromatico incline allo stile del "National Geographic". (''[[L'incredibile volo]]''; 2000, p. 630) *Dal romanzo ''Dodsworth'' di [[Sinclair Lewis]], già adattato per il teatro. In questo film, ammirevolmente recitato, c'è il romanzo, c'è la commedia, c'è soprattutto [[William Wyler|Wyler]]. (''[[Infedeltà (film)|Infedeltà]]''; 2000, p. 635) *Da un materiale ''pulp'', da lui completamente riscritto in meno di un mese, [[Orson Welles|Welles]] (1915-85) ha tratto un capolavoro del cinema nero, componendo un memorabile ritratto di "uno sporco poliziotto, ma, a modo suo, un grand'uomo": personaggio di tragica statura shakespeariana nel contesto di una miserabile cittadina di frontiera (Tijuana, filmata a Venice, California). Straordinario film (bianco e nero di [[Russell Metty]] con focali corte, inquadrature insolite, piani-sequenza vertiginosi tra cui quello celeberrimo d'apertura) per stile, virtuosismo di scrittura, invenzioni e galleria di personaggi tra cui spicca la bruna chiromante di [[Marlene Dietrich|M. Dietrich]]: i personaggi vi contano più dell'azione, l'atmosfera più dei personaggi. [...] È con ''[[Rapporto confidenziale]]'' la vetta del barocchismo wellesiano. (''[[L'infernale Quinlan]]''; 2000, p. 636) *[...] è un film francese (nell'ambientazione e nello spirito) più che italiano, immoralista più che osceno, impregnato con elegante leggerezza di succhi antiborghesi, antimilitaristi, anticlericali. Musiche valzeristiche di Nicola Piovani, luminosa fotografia di Luigi Verga, un protagonista che recita sopra le righe. (''[[L'iniziazione (film 1986)|L'iniziazione]]''; 2000, p. 640) *Film simpatico, spesso didattico, ma anche capace di momenti autenticamente commossi, con cui si chiude una ideale trilogia di [[Luigi Magni|L. Magni]] contro il potere temporale del Papato (''[[Nell'anno del Signore]]'', 1969, e ''[[In nome del Papa Re|In nome del Papa re]]'', 1977, i primi due). (''[[In nome del popolo sovrano]]''; 2000, p. 642) *È un archetipo delle love-story hollywoodiane, apprezzabile per la sua concisione, la fotografia del grande [[Gregg Toland]], la recitazione, i 22 anni radiosi di [[Ingrid Bergman|I. Bergman]]. (''[[Intermezzo (film 1939)|Intermezzo]]''; 2000, p. 646) *Un convento di suore nell'Italia centrale del primo Ottocento si trasforma in una polveriera di sensualità repressa. Le giovani vi apprendono, tra le braccia di maschi gagliardi, tutte le frodi della carne sapiente o si dedicano all'autoerotismo con acconci strumenti o sublimano il desiderio frustrato in mistici deliri. Le anziane sono bigotte avvizzite o, come la badessa, impersonano l'ipocrisia organizzata e autoritaria. Alla fine la polveriera esplode in una sequenza di follia liberatrice che fa il paio con quella iniziale della chiesa trasformata in sala da ballo. Ma il film è monotono e ripetitivo come un esercizio formalistico: alla povertà dei significati fa da pendant un eccesso di scoptofilia. Fotografia raffinata di [[Luciano Tovoli]]. (''[[Interno di un convento]]''; 2000, p. 646) *Rispetto a ''[[Gattaca - La porta dell'universo|Gattaca]]'' (1997), è un efficace esempio di SF d'azione, ricco di inseguimenti e sparatorie. Tra i 2 protagonisti, Bonnie & Clyde del futuro, il più incisivo è [[Justin Timberlake|Timberlake]]. Tra le figure di contorno spicca [[Cillian Murphy|Murphy]] nella parte di uno sbirro traditore delle sue origini sociali. Rarefatto, ossessivo e, a modo suo, dogmatico. Il neozelandese Niccol rimane un cineasta-autore da seguire. (''[[In Time]]''; 2013, p. 780) *Dal racconto di [[Richard Washburn Child|Richard Washburn]], ''Il soffio dell'Eliotropio'', erano già stati tratti 3 film [...]. Questo è una trasposizione sdolcinata con un buon cast. (''[[Io la difendo]]''; 2000, p. 655) *Da una trama così convenzionale non si poteva pretendere di più. Recitazione spesso noiosa, assediata da dialoghi logorroici. (''[[Io, mammeta e tu]]''; 2000, p. 655) *Decoroso melodramma per donne con una [[Bette Davis|B. Davis]] sempre registrata come un cronometro svizzero. Qui il suo personaggio è positivo. Brevi, non grandiose ma efficaci le scene del terremoto. (''[[Io ti aspetterò]]''; 2000, p. 657) ====J==== *La storia di uno dei più mitici banditi della Frontiera – rivisitata poi parecchie volte in modi diversi – è esposta in questo film Fox in cadenze storicamente improbabili, ma suggestive nel suo impasto di scene d'azione e di sequenze di vita familiare. L'asciutta e tagliente regia di [[Henry King|H. King]], in contraddizione con la moraleggiante sceneggiatura di [[Nunnally Johnson]], ne fa uno dei pochi memorabili western degli anni '30. (''[[Jess il bandito]]''; 2010, p. 763) *[...] è uno stravagante pasticcetto sadomaso. (''[[Justine, ovvero le disavventure della virtù]]''; 2000, p. 679) ====K==== *[...] bizzarra miscela di fantasy, brivido e umorismo macabro che ha il merito di portare le sue premesse sino alle estreme conseguenze. (''[[Killer Klowns from Outer Space]]''; 2011, p. 778) *[...] l'australiano Beresford tenta di staccarsi dai "colossi" storico-religiosi hollywoodiani, riuscendovi soltanto in parte. Esterni in Sardegna esaltati dalla fotografia di Donald McAlpine, pregevoli i contributi di K. Adam (scene) e J. Mollo (costumi). Più che [[Richard Gere|Gere]], attore di medie virtù, spicca [[Edward Woodward|E. Woodward]], re Saul di epico spessore. (''[[King David]]''; 2000, p. 685) ====L==== *Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l'anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (''[[Le lacrime amare di Petra von Kant]]''; 2000, p. 691) *[...] è – con ''[[Umberto D.|Umberto D]]'' (1952) – il risultato più alto del sodalizio [[Vittorio De Sica|De Sica]]-[[Cesare Zavattini|Zavattini]] e uno dei capolavori del neorealismo, quello che con ''[[Roma città aperta|Roma, città aperta]]'' (1945) fu più conosciuto all'estero. L'amore per i personaggi diventa vera pietà, la poesia del quotidiano non nasconde la realtà sociale. (''[[Ladri di biciclette]]''; 2000, p. 692) *Poco amato dagli hitchcockiani "puri" – e dallo stesso regista a causa degli errori di costruzione drammatica, dovuti alla deliberata fedeltà ai fatti; inoltre non ebbe successo di pubblico –, è un cupo, austero apologo sui temi del falso colpevole, del doppio e dell'inconscia paura di vivere. Frutto di una visione cristiana del mondo, fondato sul peccato originale [...]. [[Henry Fonda|H. Fonda]], così neutro, è perfetto, ma [[Vera Miles|V. Miles]] non gli è inferiore. (''[[Il ladro (film 1956)|Il ladro]]''; 2000, p. 692) *Abilmente in bilico tra realismo e fantasia, è più interessante che divertente. (''[[Un ladro in paradiso]]''; 2000, p. 694) *Il romanzo di [[Pasquale Festa Campanile|P. Festa Campanile]] (1977) non è senza meriti, ma, trasposto in film, perde in sottigliezza quel che acquista in comicità farsesca. [[Enrico Montesano|E. Montesano]] s'impegna assai, [[Claudio Cassinelli|C. Cassinelli]] fa un Cristo dignitoso. (''[[Il ladrone]]''; 2000, p. 694) *Da un best seller (1903) di Henry De Vere Stacpoole, già portato sullo schermo in Inghilterra nel 1949 con ''[[Incantesimo nei mari del sud|Incantesimo nei Mari del Sud]]''. [[Randal Kleiser|R. Kleiser]], regista buono a poco e capace di tutto, ne ha cavato uno sciropposo fotoromanzo sentimentale, tutto imperniato sull'attesa: quando fornicheranno? Bella fotografia di Nestor Almendros. (''[[Laguna blu]]''; 2000, p. 695) *Fanno da traino a questa commedia toscana di caratteri la mora [[Maria Grazia Cucinotta|M.G. Cucinotta]] e [[Alessandro Haber|A. Haber]], prof. di filosofia e pittore della domenica, che si esibisce in una breve scena di infallibile recitazione spiritata. Commedia simpatica e fluttuante dove si colgono i debiti verso ''[[Amici miei]]'', gli echi dell'umorismo sulfureo dei [[Giancattivi]] e le tracce del naturalismo sociale nel quale si muovono i film-maker toscani con il loro campione [[Giuseppe Ferlito]]. (''[[I laureati]]''; 2000, p. 700) *Singolare equazione tra l'orripilante occidentale e il sadico orientale, unisce l'horror film di vampiri più classico al genere kung-fu. Un po' gratuito a livello narrativo, ma a modo suo affascinante. (''[[La leggenda dei 7 vampiri d'oro]]''; 2000, p. 703) *Visionario e rarefatto, ermetico e allegorico, incline al manierismo, ma con molti momenti e immagini di solenne bellezza. (''[[La leggenda della fortezza di Suram]]''; 2010, p. 801) *Thriller condotto con efficacia per tenere lo spettatore in tensione fino al finale a sorpresa. (''[[La lettera accusatrice]]''; 2000, p. 709) *Scritto con Franco Bernini e Umberto Contarello, il 7° film di [[Carlo Mazzacurati|Mazzacurati]] è più intelligente che riuscito, ma rimane un paradosso: la più originale commedia italiana della stagione 2000-2001 non ha trovato pubblico forse perché raffinata nella scrittura registica (la dolcezza dei paesaggi veneti nelle luci dell'ottimo A. Pesci), troppo agra e ironica nel tratteggiare il triste benessere e l'arroganza aggressiva del Nordest opulento, troppo intenta nell'esprimere empatia o nel concedere simpatia ai suoi due ''dropout'' (che poi sono due ''mona'' per il loro pessimo rapporto col denaro), ma anche alla vitalità cialtrona del "rom" di [[Toni Bertorelli|Bertorelli]]. Insomma: troppo colto e anomalo per avere successo. Recitato bene da tutti, benissimo da [[Fabrizio Bentivoglio|Bentivoglio]]. (''[[La lingua del santo]]''; 2010, p. 815) *[...] è un film edificante che gronda di buoni sentimenti. Inutilmente [[Mark Robson|M. Robson]] cerca di dargli il taglio di un racconto di azione avventuroso-bellica. [...] Segnò la definitiva riconsacrazione di [[Ingrid Bergman|I. Bergman]] dopo lo scandaloso matrimonio con [[Roberto Rossellini|R. Rossellini]]. (''[[La locanda della sesta felicità]]''; 2000, p. 718) *Poco apprezzato dalla maggior parte dei pedanti critici dell'epoca, il 1° film britannico di [[Stanley Kubrick|S. Kubrick]] migliora ogni anno che passa: anche a livello stilistico e drammaturgico, la scrittura filmica rivela le sue qualità, reggendo il confronto con la capziosa prosa di [[Vladimir Nabokov|Nabokov]]. Più che un dramma, è una inventiva e persino divertente commedia nera in cui si riconoscono diversi temi del successivo cinema kubrickiano. Recitazione ad alto livello con un [[Peter Sellers|P. Sellers]] straordinario nel suo proteiforme istrionismo. (''[[Lolita (film 1962)|Lolita]]''; 2000, p. 720) *2° film di [[Erminio Macario|Macario]], restituito alle sue origini piemontesi, girato a gran velocità dopo ''[[Imputato, alzatevi!]]'', inzeppato di riferimenti di attualità. Le connotazioni piccolo borghesi del comico cominciano ad accentuarsi. (''[[Lo vedi come sei... lo vedi come sei?]]''; 2000, p. 723) *È il 1° film con [[Alida Valli|A. Valli]]-[[Fosco Giachetti|F. Giachetti]], una coppia che diventerà famosa in quegli anni. Il 1° in cui [[Mario Mattoli|M. Mattòli]] fa tutto da solo. Il 1° presentato con la frase di lancio "i film che parlano al vostro cuore". A. Valli e [[Clara Calamai|C. Calamai]] incredibilmente sorelle. (''[[Luce nelle tenebre]]''; 2000, p. 724) *[...] l'idea di origine non è male, ma [[Aurelio Chiesa|A. Chiesa]] non ha saputo farne buon uso. Inerte e prolisso. (''[[Luci lontane (film 1987)|Luci lontane]]''; 2000, p. 726) *Si sente la mano di [[Jacques Laurent|Cecil de Saint-Laurent]], autore di ''Caroline Cherie'' e sceneggiatore con Christian-Jaque e con Jacques Sigurd: è storia spudoratamente romanzata. Spettacolo fastoso di cartapesta. Cauto erotismo di lusso sapientemente amministrato. Lucrezia più disgraziata che colpevole. (''[[Lucrezia Borgia (film 1953)|Lucrezia Borgia]]''; 2000, p. 726) *Sullo sfondo (allora quasi inedito per il cinema) dei monti calabresi si svolge un dramma rusticano di passioni e psicologie elementari e schematiche, ma – in coppia con [[Silvana Mangano|S. Mangano]] reduce da ''[[Riso amaro]]'' – [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] dà una delle sue migliori interpretazioni. (''[[Il lupo della Sila]]''; 2000, p. 733) ====M==== *Irrealista sino all'astrazione, ma con una carica critica verso la rigidità del sistema scolastico. (''[[Maddalena... zero in condotta]]''; 2000, p. 740) *[...] ha le ambizioni di una favola simbolica sul rifiuto di uscire dal mondo incantato dell'infanzia e sul modo con cui si avvelenano i suoi "verdi paradisi". In assenza di un linguaggio pertinente, lo scavalcamento del livello realistico per attingere i cieli alti del lirismo e della metafora si trasforma in comicità involontaria. Volonterosamente filodrammatici i 3 interpreti. (''[[Maladolescenza]]''; 2000, pp. 748-749) *È il 3° Frankenstein, e il peggiore, dell'onorevole Mr. Fisher, mal servito da un copione che sembra scritto in stato di ebbrezza alcolica. (''[[La maledizione dei Frankenstein]]''; 2000, p. 750) [[File:Malinconico autunno (1958) Gil - Sanson - Nazzari.jpg|miniatura|[[Yvonne Sanson]] e [[Amedeo Nazzari]] in ''[[Malinconico autunno]]'']] *[[Raffaello Matarazzo|R. Matarazzo]] (1909-66) ricalca con stanco languore temi, toni e metodi della stagione felice di ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' e ''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]'', rimettendo insieme per l'ultima volta la coppia [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]]. È un cinema che si ripiega su sé stesso e si affloscia. (''[[Malinconico autunno]]''; 2000, p. 751) *È la stuzzicante commedia erotica – a Catania, anni '50, aria alla [[Vitaliano Brancati|Brancati]] – che lanciò la farinacea [[Laura Antonelli|L. Antonelli]], splendidamente fotografata dal grande [[Vittorio Storaro]]. (''[[Malizia (film)|Malizia]]''; 2000, p. 751) *Curioso film, ricco di possibilità sostanzialmente non realizzate a causa di un intreccio debole e un po' confuso, ma anche di momenti interessanti e di un'ambientazione suggestiva. (''[[La mano dello straniero]]''; 2000, p. 758) *Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. (''[[Marcellino pane e vino]]''; 2000, p. 761) *Realizzato con mano sicura e con una grande ricchezza di mezzi, si avvale del fior fiore degli attori dell'epoca con una galleria di tipi ben caratterizzati, di una cornice decorativa di calibrata eleganza e di un adattamento, curato dal regista col commediografo Alessandro De Stefani, di apprezzabile stringatezza. È, a ritroso, l'elogio della nuova borghesia postrisorgimentale, opposta alla fatua decadenza dell'aristocrazia. Notevoli contributi di Ottavio Scotti scenografo e Maria De Matteis costumista. (''[[I mariti (Tempesta d'anime)|I mariti - Tempesta d'amore]]''; 2000, p. 768) *Come una gassosa sgasata. (''[[Un marito per il mese d'aprile]]''; 2000, p. 769) *Forse il film più psicanalitico di A. Hitchcock, e uno dei più incompresi e sottovalutati, uno dei suoi pochi insuccessi di pubblico. Divise anche la critica: i più lo considerano poco riuscito, nonostante la sua inquietante intensità (vicina a quella di ''Vertigo''), i meno lo tengono per un capolavoro per il modo con cui in questa perversa storia d'amore si alternano fiamme romantiche, misteri contorti della psiche, sospetti polizieschi. Memorabile interpretazione di T. Hedren (1935), mentre quella di S. Connery (1930) soffre dell'irrisolta duplicità con cui è scritto il personaggio: il suo atteggiamento protettivo (anche per autocensura) prevale troppo sul feticismo sadico. (''[[Marnie]]''; 2000, pp. 770-771) [[File:Marlene Dietrich in Morocco trailer.jpg|miniatura|[[Marlene Dietrich]] in ''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]'']] *È il 1° dei 6 film Paramount della coppia [[Josef von Sternberg|Sternberg]]-[[Marlene Dietrich|Dietrich]]. È anche il solo dove il mito di [[L'angelo azzurro (film 1930)|Lola-Lola]] è confrontato con un altro mito divistico, quello di un uomo fatale, concupito da tutte e inafferrabile. Tratto da un romanzetto di [[Benno Vigny]], è incantevolmente e perversamente stupido. (''[[Marocco (film 1930)|Marocco]]''; 2000, p. 771) *Scritto da [[Paddy Chayefsky]], ha il respiro narrativo di un racconto e le sue origini televisive sono evidenti. Un film senza grossi drammi, senza psicanalisi, che narra una realtà che diventa verità. È il primo dei teledrammi che verso la metà degli anni '50 furono rifatti a basso costo per il cinema, portando una ventata d'aria fresca nel cinema hollywoodiano. Anche se oggi la sua novità è difficilmente riconoscibile, grande fu la sua importanza storica. (''[[Marty, vita di un timido]]''; 2000, p. 772) *Attraverso la finzione romanzesca [[John Ford|Ford]] e il suo sceneggiatore Frank S. Nugent alludono a [[George Armstrong Custer|Custer]] e alla disfatta di Little Big Horn. Delizioso nella descrizione della vita in un forte, dialettico nella contrapposizione ideologica dei vari modi di concepire l'onore, la disciplina e gli altri caratteri della vita militare. (''[[Il massacro di Fort Apache]]''; 2000, p. 776) *[...] è sicuramente il più costoso, probabilmente il più cupo, forse il più fantasioso ''cyber-action movie'' degli anni '90. Frutto di una disinvolta ibridazione tra il cinema d'arti marziali di Hong Kong, l'ideologia violenta del videogame, la fantascienza alla [[Philip K. Dick|P.K. Dick]] e la grafica dei fumetti, è un giocattolone divertente a livello figurativo e scenografico e sul piano dell'azione: sdoppiamenti, combattimenti, effetti speciali a iosa. Nel resto è un pastrocchio saccente e misticheggiante. I suoi fautori, interessati e non, sostengono che bisogna vederlo tre volte: la prima per l'impatto emotivo, la seconda per capire la storia, la terza per coglierne i significati più profondi. (''[[Matrix]]''; 2000, p. 780) *Guai a catena. Con la regina del melodramma italiano degli anni '50, [[Yvonne Sanson|Y. Sanson]], più infelice e disgraziata che mai. Bisogna avere un cuore di pietra per non divertirsi. (''[[Menzogna (film)|Menzogna]]''; 2000, p. 785) *Il grande impiego di mezzi, la cura per i costumi e l'ambientazione non bilanciano lo scarso approfondimento dei caratteri e il ritmo sonnolento della narrazione. (''[[Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio)|Le meravigliose avventure di Marco Polo]]''; 2000, p. 786) *[...] 5° film di [[Nanni Moretti|N. Moretti]], il più grave e il meno nevrotico: la pena prevale sul sarcasmo, la costernazione sull'indignazione. Pur nel suo lucido laicismo di fondo, è il 1° film italiano sulla condizione sacerdotale. Nonostante una certa invadenza dell'attore a scapito del regista, Moretti ha alzato il tiro e fatto centro. (''[[La messa è finita]]''; 2000, p. 788) *Ispirata ai quattro Vangeli (ma in particolare a [[Vangelo secondo Marco|quello di Marco]]) con una forte componente mariana e una premeditata omissione del contesto storico-politico, questa vita di Cristo si rivolge all'umanità più che alla divinità del personaggio, espungendo gran parte dei miracoli e le profezie sulla fine del mondo e riducendo al minimo i riferimenti al soprannaturale. Esplicitamente popolare nel rispetto della tradizione iconografica, quasi da presepio, è un film tutto rosselliniano nell'illuminata indolenza, nel ritmo incalzante, nella disadorna semplicità della scrittura, nella trasparenza dello stile che può sembrare sciattezza. (''[[Il messia]]''; 2000, pp. 788-789) *Raccontato in tempo reale con una ingegneria narrativa che ha il suo culmine nella sparatoria finale, è una lezione di etica civile in forma di western e soffre di un certo schematismo delle psicologie e della tesi. (''[[Mezzogiorno di fuoco]]''; 2000, p. 791) *Campione stagionale d'incassi negli USA in guerra, questa commedia sentimentale, imperniata sui buoni sentimenti e su un'idillica visione del mondo, può apparire oggi sdolcinata e svenevole, ma i duetti tra [[Bing Crosby|B. Crosby]] e [[Barry Fitzgerald|B. Fitzgerald]] rimangono deliziosi. (''[[La mia via]]''; 2000, p. 794) *Caposaldo del cinema hollywoodiano sui reduci [...]. Il lavoro del fotografo [[Gregg Toland]] su specchi, plexiglas e altre superfici riflettenti è straordinario. (''[[I migliori anni della nostra vita (film 1946)|I migliori anni della nostra vita]]''; 2000, p. 798) *È un proseguimento ideale dei ''Trinità'' (manca [[Bud Spencer]]) e per molti versi è meglio dei suoi "genitori": la contrapposizione [[Terence Hill|Hill]]-[[Henry Fonda|Fonda]] è un'invenzione furbesca che tiene in piedi un western allegro e divertente. Ideato e prodotto da [[Sergio Leone]]. (''[[Il mio nome è nessuno]]'', 2000, p. 807) *Tentativo, parzialmente riuscito, di uscire dalla cronaca neorealistica per la via di un surrealismo grottesco e di una tenera buffoneria, minacciati da un poeticismo fumoso. (''[[Miracolo a Milano]]''; 2000, p. 809) *Deliziosa commedia fantastica alla [[Frank Capra]], forse il migliore film natalizio nella storia di Hollywood per la sapiente miscela di sentimento e umorismo; l'esaltazione della fantasia e della buona volontà si accompagna a soffici, ma precise, notazioni satiriche sull'ideologia americana del successo, del dollaro, del carrierismo, del consumismo, di un pragmatismo che appiattisce e deprime la vita e i rapporti sociali. Per bambini, ma anche per adulti. Scritto con garbo e brio, recitato benissimo in tutti i reparti. (''[[Il miracolo della 34ª strada]]''; 2000, p. 809) *[...] sfarzoso, accademico e greve [...]. (''[[La monaca di Monza (film 1962)|La monaca di Monza]]''; 2000, p. 826) *Se Turi Vasile, Diego Fabbri, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Jean Ferry, Suso Cecchi D'Amico – responsabili del testo deleterio col regista – meriterebbero una severa condanna, A. Nazzari e A. Valli sono assolti per insufficienza di prove, gli altri attori per non aver commesso il fatto. (''[[Il mondo le condanna]]''; 2000, p. 829) *[...] un giallo vecchiotto e datato con una suggestiva ambientazione e colpi di scena a ripetizione. (''[[Il mostro che uccide]]''; 2000, p. 842) *Spavento e horror in giuste dosi con risvolti di simpatia per la creatura e sottintesi erotici. (''[[Il mostro della laguna nera]]''; 2010, p. 952) ====N==== *77° film di [[Bette Davis|B. Davis]], ancora una volta alle prese con un personaggio sinistro, ma giuocato su un registro "freddo" e frenato. Il merito è della regia, ma anche della sceneggiatura (da un romanzo di Evelyn Piper) di Jimmy Sangster: la partita di gatto e topo tra la governante e il bambino è diretta con un crescendo magistrale. (''[[Nanny, la governante]]''; 2000, p. 852) *Tratto dal romanzo di George Dyer, è un thriller nella migliore tradizione della Warner Bros, condotto a un ritmo veloce fino all'ultimo respiro, fotografato – benissimo – da Tony Gaudio. Personaggi stereotipati ma funzionali. B. Davis intensa. (''[[Nebbia a San Francisco]]''; 2000, p. 858) *Sceneggiato con [[Suso Cecchi D'Amico]], è più un film d'attori (anzi di attrici) che d'autore, ma contraddistinto, come quasi sempre in [[Renato Castellani|Castellani]], da un sapiente ritmo narrativo: una macchina che funziona come un orologio, nonostante l'intelaiatura rapsodica. (''[[Nella città l'inferno]]''; 2000, p. 861) *[[Max Ophüls|Ophüls]] prese in mano il film, iniziato da [[John Berry]], in condizioni disastrose e si districò ammirevolmente. È il suo film più fittamente parlato, ma gli attori sono diretti benissimo. Assai interessante la tematica. (''[[Presi nella morsa|Nella morsa]]''; 2000, p. 862) *Personaggio-guida di questo film sui disinganni e le curiosità erotiche dell'infanzia, cavato da un romanzo di [[Cesare Lanza]], è il piccolo, precoce e sdentato {{sic|Jo}} ([[Sven Valsecchi|S. Valsecchi]]), innamorato della cuginetta Nené ([[Leonora Fani|E. Fani]]), tredicenne sveltina [...]. Pastosa fotografia di [[Pasqualino De Santis|P. De Santis]], garbate musiche di [[Francesco Guccini]] e una galleria di personaggi tra cui [[Rita Savagnone|R. Savagnone]], esimia doppiatrice e brava attrice, un ottimo [[Tino Schirinzi|T. Schirinzi]] [...]. (''[[Nenè (film)|Nenè]]''; 2000, p. 865) *Curioso noir giudiziario, forse sottovalutato, scritto da Johann Latimer da una storia di Gordon McDonell che fornì a Hitchcock il soggetto di ''[[L'ombra del dubbio (film 1943)|L'ombra del dubbio]]''. (''[[Nessuno mi crederà]]''; 2000, p. 866) *È il 1° techno-thriller che fa perno su Internet, in forma di incubo e in cadenze di racconto da inseguimento. Assurdo a livello logico, sul piano emotivo è una sagra del già visto, del banale, del prevedibile. In questo veicolo per la [[Sandra Bullock|Bullock]] che ha grinta, grazia e sessappiglio, soltanto il contesto informatico è interessante. (''[[The Net - Intrappolata nella rete]]''; 2010, p. 983) *2 parti, 2 atmosfere: il nero notturno metropolitano, il bianco innevato del villaggio. E una conversione emotiva. Il tema centrale è tipico di [[Nicholas Ray|Ray]]: la violenza dentro noi tutti, e l'influenza dell'ambiente e della famiglia sul carattere. Un po' schematico (Ray lo considerò riuscito a metà), ma il sobrio lirismo dello stile e la forza dell'interpretazione ([[Robert Ryan|Ryan]] specialmente) sono innegabili. Bianconero di G.E. Dishant e musica suggestiva di [[Bernard Herrmann|B. Herrmann]]. (''[[Neve rossa (film)|Neve rossa]]''; 2010, p. 984) *{{NDR|Su [[Steven Seagal]]}} Al suo confronto, in termini di recitazione, [[Chuck Norris]] sembra [[Laurence Olivier]]. (''[[Nico (film)|Nico]]''; 2000, p. 870) *Attivo nel muto dal 1915, [[Guido Brignone|Brignone]] (1887-1959) diresse la 27enne [[Yvonne Sanson|Sanson]], nata a Salonicco, regina del melodramma, dall'anatomia vistosa e dal volto addolorato in questo drammone napoletano alla [[Carolina Invernizio]] che non vale quelli di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]]. (''[[Noi peccatori]]''; 2000, p. 877) [[File:Noivivi giachetti+valli.jpg|miniatura|[[Fosco Giachetti]] e [[Alida Valli]] in ''[[Noi vivi]]'']] *[...] è un melodramma quasi tutto d'interni, cupo, monocorde, affidato al bianconero aspro di Giuseppe Caracciolo che tende a creare un'atmosfera grigia e nebbiosa e punta sui primi piani. Efficace e funzionale la squadra degli interpreti (altro punto a favore della regia) tra cui spiccano un sobrio, intenso [[Fosco Giachetti|Giachetti]] e la malinconica [[Alida Valli|Valli]] nel fulgore dei suoi ventun anni. (''[[Noi vivi|Noi vivi - Addio, Kira]]''; 2000, p. 877) *[...] è uno ''shocker'' di importanza storica che aprì la strada alla profonda metamorfosi del cinema orrorifico tra gli anni '70 e '80, imperniato sull'ossessione fantastica dello smembramento del corpo rappresentato in tutta la sua fisicità. Forsennato e visionario, è leggibile a diversi livelli. (''[[Non aprite quella porta (film 1974)|Non aprite quella porta]]''; 2000, p. 879) *Violenza portata a livelli di truculenza insostenibile che viene poi spinta inutilmente verso un grottesco senza freni. L'itinerario successivo di [[Tobe Hooper|T. Hooper]] (1944) ha dimostrato che aveva poco da dire. Bisogna arrivare fino a ''[[The Mangler - La macchina infernale|The Mangler]]'' (1994) per trovare un film notevole, almeno in parte. (''[[Non aprite quella porta - Parte 2]]''; 2000, p. 879) *È un congegno teatrale [...] che non ha trovato né uno sceneggiatore né un regista adatti: tutto funziona – gli interpreti, il dialogo, l'ambientazione – tranne il racconto che non ha né ritmo né invenzioni. (''[[Non siamo angeli (film 1955)|Non siamo angeli]]''; 2000, p. 883) *Con la cauzione di una scrupolosa fedeltà alla cronaca, è un edificante film di propaganda religiosa, caratteristico del periodo di guerra fredda: quasi più anticomunista che filocattolico. Alla Warner dovevano farsi perdonare di aver prodotto ''[[Mission to Moscow]]'' (1943). (''[[Nostra Signora di Fatima (film)|Nostra Signora di Fatima]]''; 2000, p. 888) *Sulla base di un romantico e spudorato melodramma d'amore (scritto benissimo da [[Ben Hecht]] che, con [[Claude Rains|C. Rains]], fu "nominato" all'Oscar), è un thriller razionalista e crudele che trasmette allo spettatore emozioni e malessere. Il suo leit-motiv è il bere. [[Ingrid Bergman|Bergman]] iperluminosa. A differenza degli altri film hitchcockiani di spionaggio, non c'è spazio per l'umorismo. (''[[Notorious - L'amante perduta]]''; 2000, p. 889) *[...] è forse la migliore versione del romanzo, sicuramente la più fastosa (più di 3000 comparse) e la più suggestiva a livello figurativo (splendido bianconero di Joseph H. August, scene di Van Nest Polglase). L'interpretazione di Laughton fu molto lodata, ma oggi appare schiacciata dal trucco e dal poco spazio che la sceneggiatura gli concede per approfondire la psicologia del personaggio. Ne escono meglio M. O'Hara e C. Hardwicke in una compagnia di attori ben diretti da un Dieterle che mise a frutto la lezione del grande regista teatrale Max Reinhardt. Non sono da trascurare, perché inseriti con accorta leggerezza, gli accenni polemici contro l'oscurantismo, il fanatismo, la violenza, la discriminazione razziale, implicitamente diretti all'ideologia e alla politica del nazionalsocialismo. (''[[Notre Dame (film 1939)|Notre Dame]]''; 2000, p. 889) *[...] è uno dei tanti film di [[Bela Lugosi]] detto "''the king of horror''". Questa volta gli sceneggiatori hanno raschiato il fondo del barile. (''[[Notti di terrore|La notte dei pipistrelli]]''; 2010, p. 1012) *Girato a ritmo frenetico, immagini ricercate e patinate secondo i canoni della pubblicità postmoderna, colonna sonora accattivante: un interminabile spot pubblicitario che tenta di vendere il prodotto "sesso". (''[[9 settimane e ½]]''; 2000, p. 899) ====O==== *Vi si porta alle estreme conseguenze la riflessione sul cinema come ''voyeurismo'' e atto di immobilizzazione della vita; la sdrammatizzazione del racconto accresce l'efficacia della dimostrazione le cui implicazioni sono multiple e tortuose come in un giuoco di specchi. (''[[L'occhio che uccide]]''; 2000, p. 906) *[...] è un noir a tesi dove la scrittura registica di taglio espressionista, peraltro applicata da [[Edward Dmytryk|E. Dmytryk]] con artificiosità, è subordinata al messaggio antirazzista, indebolendolo per mancanza di approfondimento. Pur non trascurando l'influenza del neorealismo italiano nella produzione RKO di quel periodo di cui fu un'opera di punta (e come tale premiata a Cannes), rimane da constatare l'idoneità del film noir a suggerire il malessere, le frustrazioni, le fobie del primo dopoguerra negli Stati Uniti. (''[[Odio implacabile]]''; 2000, p. 908) *Uno dei migliori film di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] in assoluto, apprezzato persino dai critici e dagli spettatori più refrattari al suo fascino, dai fautori della verosimiglianza e della psicologia. [...] È il suo thriller più quieto, affabile, inquietante. (''[[L'ombra del dubbio (film 1943)|L'ombra del dubbio]]''; 2000, p. 914) *18° film di [[Nicholas Ray|Ray]], e inizio della sua parabola discendente. 2 temi a lui cari: bellezza e violenza, qui entrambi attributi della natura. Fotografia bellissima. Antropologicamente presuntuoso e schematico. (''[[Ombre bianche]]''; 2000, p. 916) *Questo ''[[Rocco e i suoi fratelli]]'' degli antipodi, tratto dal romanzo omonimo di Alan Duff, è un melodramma iniziatico, romanzo di formazione, tragedia urbana con eccessi, truculenze, ridondanze, condotto a ritmo incalzante, impregnato di un'energia coinvolgente, illuminato dalla memorabile Madre Courage di [[Rena Owen|R. Owen]]. (''[[Once Were Warriors - Una volta erano guerrieri]]''; 2000, p. 918) *È, in una certa misura, il patto di Faust aggiornato alla moderna tecnologia. L'idea originale è di un romanzo di David Ely, sapientemente sceneggiato da Lewis John Carlino. Come con la fantapolitica di ''[[Va' e uccidi]]'' (1962), [[John Frankenheimer|Frankenheimer]] è a suo agio con la fantasociologia; gli dà una mano con un suggestivo bianconero il vecchio James Wong Howe, operatore di merito. Finale allucinante, attaccare le cinture. (''[[Operazione diabolica]]''; 2000, p. 921) *[...] uno dei più foschi e appenati {{NDR|film}} di Bergman. Il ricorso all'espediente dei fantasmi è giocato sulle corde di una ironia romantica che, nelle intenzioni dell'autore, è uno strumento per far sì che lo spettatore non s'identifichi nei personaggi, ma mantenga un distacco critico. (''[[L'ora del lupo]]''; 2000, p. 923) [[File:Orca (1977) trailer - Richard Harris 3.png|thumb|[[Richard Harris]] ne ''[[L'orca assassina]]'']] *Tentativo poco riuscito di mischiare orrore, suspense ed ecologia in un'avventura in cui si passa dalla parte della preda. (''[[L'orca assassina]]''; 2010, p. 1049) *Scritto e diretto dallo sceneggiatore di ''[[9 settimane e ½|Nove settimane e ½]]'', è un PIF (prodotto industriale di finzione) che può essere classificato, secondo i gusti, come un porno soft passabilmente idiota o come una macchina erotica la cui benzina è fornita dal folclore brasiliano. Persone del dramma: 1) enigmatico e abbronzatissimo uomo d'affari con qualche problema sessuale e cerchietto d'oro all'orecchio sinistro; 2) giovane avvocata di strepitosa anatomia, sottoposta a Rio de Janeiro a molteplici tentazioni della carne; 3) dinamica manager ad alta tensione che si assenta dall'azione, spostandosi a Buenos Aires. Erotismo acquatico che spande. Le varie edizioni del film variano di lunghezza secondo gli usi censori locali. (''[[Orchidea selvaggia (film 1989)|Orchidea selvaggia]]''; 2000, p. 925) *Ben confezionato, il prodotto è di una banalità e frivolezza irrecuperabili ma, a modo suo, documento di un'epoca. Componente erotica esplicita. (''[[Ore 9: lezione di chimica]]''; 2000, p. 926) *C'è qualche eco del grande [[David Wark Griffith|Griffith]] in questo melodramma all'aria aperta sullo sfondo dei montagnosi paesaggi canadesi. Personaggi disegnati con l'accetta. (''[[Ossessione di donna]]''; 2000, p. 934) *L'arrivo di tre ambigui domestici e l'apparizione "impossibile" del marito rafforza il clima angoscioso di questa ''ghost story'' di occupazione, risolta con un colpo di scena finale alla [[M. Night Shyamalan|Shyamalan]] che ne ribalta la natura e i significati. Chi sono gli "altri", gli "intrusi" della casa? Il tema del mondo dei morti che si mescola con quello dei vivi innerva questa storia, strutturata a scatole cinesi e fondata su quell'esitazione che, secondo [[Cvetan Todorov|Tzvetan Todorov]], è il principio che dà vita al fantastico: qui l'incertezza è, insieme, dello spettatore e di alcuni personaggi. Il finale che la scioglie riporta al livello realistico (o almeno razionale in chiave psicoanalitica) un film che comincia dove finisce la storia di [[Medea]]. [[Alejandro Amenábar|Amenabar]], anche sceneggiatore, lo governa con astuzia imitativa, virtuosistica compattezza figurativa (fotografia di Javier Aguirresarobe) e innegabile efficacia nel sostenere la suspense. Ben doppiata da [[Chiara Colizzi]], la [[Nicole Kidman|Kidman]] sostiene intrepidamente il confronto con [[Deborah Kerr]] e altre [[Joan Fontaine]] del passato. (''[[The Others (film 2001)|The Others]]''; 2010, p. 1059) *[...] è un [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] con il ritmo veloce e il cinismo di un [[Howard Hawks|Hawks]]. Con ''[[Desiderio (film 1936)|Desiderio]]'' (1936), ''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]'' (1937) e ''[[Ninotchka]]'' (1939), costituisce un piccolo trattato lubitschiano di economia politica sul fascino discreto del capitalismo. (''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]''; 2010, p. 1059) *Un Ben Hur del cinema d'avanguardia. Il tentativo di un autoritratto in forma fantastica. Il diario di bordo di un autore. Il rapporto su un ingorgo esistenziale. Un film sulla confusione e sul disordine della vita. Uno dei massimi contributi a quel rinnovamento dei modi espressivi e alla rottura della drammaturgia tradizionale che ebbero luogo nel cinema a cavallo tra gli anni '50 e '60, rinnovamento che Fellini aveva già cominciato con "La Dolce Vita". Personaggi memorabili e sequenze d'antologia. Il suo vero contenuto è la fitta trama dei rapporti di Guido (Mastroianni, qui più che mai alter ego di Fellini) con la moglie e l'amante, con l'ambiente di lavoro e gli estranei, con i Guru della Chiesa e della Critica, col passato e l'avvenire, con sé stesso. "L'enfer c'est les autres", aveva detto Sartre. Fellini ribalta l'affermazione: la vita – e il cinema – sono gli altri, i vivi e i morti, gli esseri reali e le creature della fantasia. Bisogna accettarli tutti con amore, gratitudine, solidarietà. (''[[8½]]''; 2010, p. 1060) ====P==== *Il film è quasi inguardabile, ma si può ascoltare. (''[[I pagliacci (film 1943)|I pagliacci]]''; 2000, p. 943) *Bistrattato a suo tempo perché giudicato pretenzioso, fu poi rivalutato: è una bella storia d'amore raccontata in modi bizzarramente poetici e illuminata da una fulgida [[Ava Gardner|Gardner]]. Un film che ha il coraggio delle sue idee. (''[[Pandora (film)|Pandora]]''; 2000, p. 946) *Campione d'incassi a sorpresa della stagione 2003-04 davanti a ''[[Natale in India]]'' con grande gaudio di [[Leonardo Pieraccioni|L. Pieraccioni]] (anche produttore e sceneggiatore con [[Giovanni Veronesi]]), della Medusa e degli esercenti tutti. Caso più unico che raro di comico fiorentino alla camomilla, Pieraccioni, minacciato dai 40 anni, raggiunge qui il limite di una tisana calmante ed emolliente. (''[[Il paradiso all'improvviso]]''; 2010, p. 1075) *È un turgido melodramma in costume che appartiene al periodo d'oro (1939-44) della [[Bette Davis|Davis]], qui quasi superata da [[Barbara O'Neil|B. O'Neil]] [...]. (''[[Paradiso proibito]]''; 2000, p. 952) *Liberamente tratto da un romanzo di Bruna Piatti, questo ritratto di un'adolescente sgallettata che accumula esperienze amorose ed errori è l'occasione di una commedia agile, attendibile, lucida, senza cedimenti al moralismo, ma non superficiale nella descrizione della condizione femminile in una città di provincia. Intorno alla [[Catherine Spaak|Spaak]], maturata, una bella galleria di caratteri tra cui spiccano quelli di [[Salvo Randone|Randone]], [[Lando Buzzanca|Buzzanca]], [[Nino Manfredi|Manfredi]]. (''[[La parmigiana]]''; 2000, p. 954) *[...] è una partita a tre in cui la penuria di denaro del trio che fa una vita da bohème corrisponde alla privazione del sesso. [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]] e [[Ben Hect|Hecht]] hanno camminato sul filo del rasoio per evitare, data la materia, gli attacchi delle potenti associazioni in difesa della pubblica moralità, ma incorsero ugualmente nella censura del Codice Hays, da poco entrato in vigore. [[Edward Everett Horton|E.E. Horton]], principe dei caratteristi, riesce a sopravanzare le 2 star maschili. (''[[Partita a quattro]]''; 2000, p. 955) *Senza pretese, scorrevole. (''[[La paura fa 90]]''; 2000, p. 964) *Tratto da un romanzo di Stuart Engstrand, è un film sotto il segno dell'eccesso, un noir esasperato, dominato dal chiaroscuro (fotografia di Robert Burks), così oltraggiosamente cattivo da diventare buono. (''[[Peccato (film)|Peccato]]''; 2000, p. 967) *Uno dei pochi insuccessi commerciali di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]], e uno dei suoi rari film in costume. Conta per una [[Ingrid Bergman|I. Bergman]] (con [[Joseph Cotten|J. Cotten]] fuori parte) straordinaria, l'uso del piano-sequenza, l'ambientazione, la fotografia di [[Jack Cardiff|J. Cardiff]]. Verboso. Finale debole. (''[[Il peccato di Lady Considine]]''; 2000, p. 968) [[File:La peccatrice (film 1940) Paola Barbara.png|thumb|[[Paola Barbara]] ne ''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]'']] *Film denso che dà spesso nel tragico. Melodramma con risvolti di critica sociale. Alcuni momenti di grande intensità. La [[Paola Barbara|Barbara]] è di un'espressività penetrante. (''[[La peccatrice (film 1940)|La peccatrice]]''; 2000, p. 969) *È un grottesco poema satirico che osa paragonare la dittatura stalinana a quella hitleriana con un accostamento che a molta parte della sinistra occidentale ripugnava allora e oggi ripugna ancora (un po' meno). (''[[Pentimento (film 1984)|Pentimento]]''); 2010, p. 1099) *Un film che parla al cuore: un dramma "[[Melodramma strappalacrime|d'appendice]]", quel genere che in letteratura ebbe la sua stagione di grazia nel periodo umbertino e che il pubblico popolare italiano continuò ad amare fino agli anni '60. (''[[Perdonami!|Perdonami]]''; 2000, p. 975) *Film così, oggi, non sanno farli più, e non soltanto perché attori con quel carisma non ne esistono più in circolazione. L'assurdo e il sublime vanno a braccetto, la 1ª parte è nettamente superiore alla 2ª, ma perché chiedere la luna quando si hanno le stelle? [...] [[Bette Davis|B. Davis]] era capace di tutto, anche di un personaggio romantico. (''[[Perdutamente tua]]''; 2000, p. 976) *[...] è diventato un film sadiano di forte suggestione e di inquietante atmosfera esotica con la sequenza della caccia splendidamente fotografata e montata. È interessante come predecessore di ''[[King Kong (film 1933)|King Kong]]'' [...]. (''[[Pericolosa partita]]''; 2000, p. 978) *Il programmatico disinteresse per la logica narrativa esplode nel delirio truculento dell'ultima mezz'ora con 4 o 5 finali infilati l'uno nell'altro, ulteriore dimostrazione di un narcisismo esibizionistico quasi disperato. (''[[Phenomena]]''; 2010, p. 1113) *Suspense, bizzarria, sorprese ed effetti speciali primitivi ma efficaci. (''[[Il pianeta proibito]]''; 2000, p. 986) *L'anomala misoginia di [[Robert Aldrich|R. Aldrich]] tocca qui il vertice del barocchismo. (''[[Piano... piano, dolce Carlotta]]''; 2000, p. 986) *Potabile sul versante della commedia, insopportabile quando inclina al sentimentalismo. (''[[Piccole donne (film 1949)|Piccole donne]]''; 2000, p. 989) *Ambientato alla fine dell'Ottocento, è uno dei più perfetti esempi di teatro filmato che paradossalmente diventa cinema proprio nella misura in cui [[William Wyler|Wyler]] è rimasto fedele non solo al dramma (1939) di [[Lillian Hellman]], ma alla scenografia e alla messinscena. Alle luci il grande [[Gregg Toland]]. L'unica riserva che si può fare è, paradossalmente, quella di un eccesso di perfezione. (''[[Piccole volpi]]''; 2000, p. 989) *Tratto da un best seller (1933) di [[Erskine Caldwell]], molto discusso per il suo crudo realismo incline al grottesco, e sceneggiato da [[Philip Yordan]]. Accolto severamente dalla critica, forse a causa dei suoi frequenti cambi di marcia e di tono, è un film molto caro al suo regista, meno al suo sceneggiatore ("Troppo teorico, non abbastanza fisico"). Tutti d'accordo, invece, su [[Robert Ryan|Ryan]], capofamiglia di statura biblica. (''[[Il piccolo campo]]''; 2000, p. 991) *Classico del genere gangsteristico, caratterizzato, oltre che dalla memorabile interpretazione di [[Edward G. Robinson|E.G. Robinson]], dal taglio spedito e asciutto, quasi cronachistico del racconto, tratto da un romanzo di [[W. R. Burnett|W.R. Burnett]]. Datato, ma che forza! (''[[Piccolo Cesare]]''; 2000, p. 991) *Melodramma strappalacrime di basso profilo. Persino [[Amedeo Nazzari|Nazzari]] è meno in parte del solito. Regia anonima. (''[[Pietà per chi cade]]''; 2000, p. 994) *[...] è una commedia rurale che ha le scarpe grosse, ma il cervello poco fino. Contro i suoi bersagli preferiti (la meschinità, la ristrettezza di spirito, il campanilismo abietto, l'avidità, la viltà della provincia francese) [[Claude Autant-Lara|Autant-Lara]] ha la mira sbagliata per mancanza di ispirazione e di grazia. [[Anna Magnani|Magnani]] greve, doppiata tremendamente. (''[[La pila della Peppa]]''; 2000, p. 995) *Alterna momenti di carattere documentaristico nella 1ª parte a quelli avventurosi nella 2ª, rivelando già la mano e l'occhio di [[Roberto Rossellini|Rossellini]]: spiccio, disadorno nella ricerca di autenticità e nel rifiuto della retorica propagandistica. (''[[Un pilota ritorna]]''; 2010, p. 1125) *Qualificato con l'iperbole del "film più brutto della storia del cinema" e, perciò, diventato oggetto di culto. Il che non gli impedisce di essere assai divertente, almeno per chi sa apprezzarne lo spudorato dilettantismo, le strampalate scenografie, i dialoghi tremendi, l'assurda logica narrativa. (''[[Plan 9 from Outer Space]]'', 2000, p. 1003) *Ispirata alla ''[[La sirenetta|Sirenetta]]'' di [[Hans Christian Andersen|Andersen]], l'ultima opera di Miyazaki non ha il fascino assoluto, misterioso e poetico di ''[[La città incantata]]'': è una gradevole favola sull'amore, sulle promesse, sul rispetto degli altri. Miyazaki si oppone ideologicamente – e orgogliosamente- all'animazione computerizzata e mette all'opera 70 artisti con la matita per creare 170000 disegni. Il risultato figurativo è in linea con quello dei contenuti: delicato, piacevole, non aggressivo, per tutti, anche per i più piccoli. (''[[Ponyo sulla scogliera]]''; 2013, p. 1210) *Film di transizione – e di occasione – nell'itinerario di [[Vittorio De Sica|De Sica]] alla sua 6ª prova registica, si fa apprezzare per il gusto dei dettagli realistici, la cura delle inquadrature, il rifiuto della retorica edificante, il suo fondo laico. (''[[La porta del cielo]]''; 2000, p. 1013) *La sceneggiatura di Philip Yordan (da un romanzo di Leo Brady) era ingegnosa, ma sembra che il produttore Sam Goldwin abbia fatto rifare il montaggio di testa sua. F. Granger esagera in istrionismo. Suggestiva la fotografia di Harry Stradling. (''[[La porta dell'inferno (film 1950)|La porta dell'inferno]]''; 2000, p. 1013) *È la migliore delle versioni del romanzo, archetipo romantico, per ritmo narrativo, ragionevole fedeltà al testo, atmosfera, recitazione. (''[[La porta proibita]]''; 2000, p. 1014) *[...] un film elegante e un po' leccato che vernicia politamente la rude scorza del romanzo. (''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]''; 2000, p. 1016) *È forse il migliore tra i film orrorifici sulla venuta dell'Anticristo. Sulla scia dell'''[[L'esorcista|Esorcista]]'' (1973). Agli amanti del genere: c'è una decapitazione famosa. Suspense e brividi. (''[[Il presagio]]''; 2000, p. 1022) *Da un dramma teatrale a 2 personaggi di [[Louis Verneuil]] un melodramma triangolare con molta musica classica ([[Franz Joseph Haydn|Haydn]], [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]], [[Fryderyk Chopin|Chopin]] e un pezzo originale di [[Erich Wolfgang Korngold|E.W. Korngold]]), appartamenti immensi e lo stesso trio d'interpreti di ''[[Perdutamente tua]]'' (1942) dello stesso [[Irving Rapper|Rapper]], dove, forse per l'unica volta, [[Bette Davis|B. Davis]] si fa rubare il film da un partner ([[Claude Rains|C. Rains]]), ma alla fine, smentendo le menzogne, si prende la rivincita. Preceduto da ''Jealousy'' (1929) con Jeanne Eagels e Fredric March. Un classico del gusto ''camp''. (''[[Il prezzo dell'inganno]]''; 2000, p. 1025) *Verboso, schematico, all'insegna di un pessimismo troppo programmatico. Il bravo [[Kevin Spacey|K. Spacey]] la fa da mattatore (con la voce di [[Giancarlo Giannini]]). (''[[Il prezzo di Hollywood]]''; 2000, pp. 1025-1026) *[...] un lezioso film al glucosio con qualche frecciatina antiborghese, in linea con la politica fascista del tempo. (''[[La principessa del sogno]]''; 2000, p. 1037) *[...] il dramma svolge la sua indagine sul mistero della santità attraverso cinque ritratti di suore di cui con efficace concisione si suggerisce il carattere, i problemi, i tormenti. Dalla dialettica tra questi personaggi e l'invisibile presenza di [[Teresa di Lisieux|Teresa]] esce una testimonianza sulla vita conventuale che [[Vittorio Cottafavi|Cottafavi]] (1914-98) mette in immagini con nitore figurativo, asciutta intensità e sapiente direzione degli interpreti. (''[[Il processo di Santa Teresa del Bambino Gesù]]''; 2000, p. 1039) *1° film a Hollywood del britannico M. Newell: un inetto apologo pacifista con encefalogramma piatto. (''[[La protesta del silenzio]]''; 2000, p. 1047) ====Q==== *La denuncia del razzismo e della violenza è un tema costante di [[Richard Brooks|Brooks]], sviluppato qui con sincerità e con coraggio sulla scorta di un romanzo di Robert C. Ruark. Tutta la 1ª parte è ammirevole, ineccepibile. Quando bisogna tirare le conclusioni, la 2ª scricchiola. In un periodo in cui i mass media demonizzavano il movimento indipendentista dei Mau Mau, fu, a modo suo, un film di controinformazione. (''[[Qualcosa che vale]]''; 2000, p. 1054) [[File:Quattro mosche di velluto grigio (1971) Mimsy Farmer 02.jpg|thumb|[[Mimsy Farmer]] in ''[[4 mosche di velluto grigio]]'']] *Sempre più incurante della logica e della verosomiglianza narrativa, il giovane regista compiace al proprio talento visionario come un alcolista alla sua sete. (''[[4 mosche di velluto grigio]]''; 2011, p. 1198) *[...] è una commedia diseguale e leggera, ma non priva di spunti divertenti. (''[[Quel fantasma di mio marito]]''; 2000, p. 1070) *Tentativo parzialmente riuscito di conciliare l'approfondimento psicologico dei caratteri con le esigenze della propaganda patriottica. Il personaggio di [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]], comunque, rimane interessante. (''[[Quelli della montagna]]''; 2000, p. 1073) *Un po' artificiosa e meccanica, è l'ultima delle commedie classiche di [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]]. La vicenda è banale, ma il ritmo è scattante e [[Burgess Meredith|B. Meredith]] spiritosissimo. (''[[Quell'incerto sentimento]]''; 2000, p. 1073) *[...] la sceneggiatura [...] punta su 2 linee narrative: 1) l'amore tra Licia ([[Marie Theres Relin|T. Relin]]) e Marco Vinicio ([[Francesco Quinn|F. Quinn]]) cioè la trascendenza, l'epifania di un mondo nuovo e la cristianità; 2) il rapporto tra Nerone ([[Klaus Maria Brandauer|K.M. Brandauer]]) e Caio Petronio ([[Frederic Forrest|F. Forrest]]), cioè la romanità, la decadenza e la coscienza della decadenza. È la 2ª componente "laica" che, senza schiacciarla, prevale sulla prima "religiosa" e che si risolve in una moderna riflessione sulla nozione di crisi di cui Petronio è l'intellettuale lucido e Nerone l'artista nevrotico. Ma il rapporto tra i 2 personaggi può essere letto anche come quello tra un attore fallito (Nerone) e un autore realizzato (Petronio). Brandauer e Forrest li hanno resi in modo magistrale. Funzionali alle intenzioni di [[Franco Rossi (regista)|Rossi]] e dei suoi sceneggiatori sono le scene di [[Luciano Ricceri]], i costumi di [[Jost Jacob]] (le une e gli altri lontani dal Kitsch e dagli stereotipi dei colossi hollywoodiani) e la fotografia di [[Luigi Kuveiller]]. (''[[Quo vadis? (miniserie televisiva)|Quo vadis?]]''; 2000, p. 1080) ====R==== [[File:Ragazze da marito (film 1952) Eduardo De Filippo.png|miniatura|[[Eduardo De Filippo]] in ''[[Ragazze da marito (film 1952)|Ragazze da marito]]'']] *Come quasi tutti i film diretti da [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]], è una trasposizione cinematografica di una delle sue commedie che nulla toglie ma nulla aggiunge alla sua grandezza di autore e attore. (''[[Ragazze da marito (film 1952)|Ragazze da marito]]''; 2000, p. 1090) *[...] è il 3° film di [[Luciano Emmer|Emmer]], campione (milanese) del neorealismo rosa in salsa romana. Grazioso, garbato, con qualche pungente notazione sociologica, ma già sull'orlo dell'Arcadia neorealistica. (''[[Le ragazze di piazza di Spagna]]''; 2000, p. 1091) *Scandito dal ritmo ossessivo di un bolero, è un film in cui le diverse componenti letterarie, psicologiche (persino psicanalitiche) e drammatiche si fondono in una superiore unità filmica che rimanda al cinema muto e, insieme, anticipa la tecnica televisiva con un linguaggio febbrilmente barocco nel suo virtuosistico dinamismo. (''[[Rashomon]]''; 2000, p. 1101) *È il più politico tra i colossi hollywoodiani sulla vita del Cristo, quello che più insiste, in parallelo alla vicenda religiosa, sulla presenza romana in Giudea. Barabba e Giuda, per esempio, sono proposti come Zeloti, partigiani nazionalisti in lotta contro gli occupanti. Scritto da Philip Yordan e rimontato dal produttore Samuel Bronston (per la M-G-M), presenta, in fondo, Gesù come un profeta minore. Perciò la cattolica Legion of Decency lo attaccò come "teologicamente, storicamente, evangelicamente trascurato". Privo del senso del sacro, conta per le sue parti più laiche dove N. Ray può meglio far sentire i segni dei temi a lui cari come quello della lotta per comunicare un'idea. Film diseguale e parzialmente risolto, ma le sequenze notevoli non mancano: il dinamismo del Sermone della Montagna, la scena del processo davanti a Pilato. Ribattezzato beffardamente da ''Time'': "I Was a Teenager Jesus". (''[[Il re dei re (film 1961)|Il re dei re]]''; 2000, p. 1105) *Uno dei primi film in costume (e sandaloni) di P. Francisci che pochi anni dopo avrebbe dato inizio al ciclo di Ercole e degli altri uomini forti, meritandosi dalla critica francese l'appellativo di "re del ''peplum''". Basso costo, pochi mezzi, poche comparse, ma un certo mestieraccio. (''[[La regina di Saba]]''; 2000, p. 1108) *Nel filone gangster del colpo grosso, rimane un classico, grazie all'alta ingegneria narrativa che culmina nella celebre sequenza muta di mezz'ora. Dopo 4 anni di purgatorio, [[Jules Dassin|Dassin]], messo sulla lista nera del maccartismo a Hollywood, dirige in Francia uno di quei thriller realistici di cui aveva la specialità in America e segna una svolta nel ''polar'' francese. Tutto concorre alla felicità del risultato: la fonte letteraria ([[Auguste Le Breton]]), la fotografia di Philippe Agostini, le musiche di Georges Auric, gli interpreti tra cui spicca [[Jean Servais|Servais]]. (''[[Rififi]]''; 2000, pp. 1119-1120) *[[Gabriele Muccino|Muccino]] realizza un film sul fascino dell'''american dream'' di cui lui stesso sembra l'incarnazione. Ma nonostante le promesse di mantenere uno sguardo ruvido per fotografare con realismo le due facce di un paese tanto generoso quanto inesorabile, il regista scade nello stucchevole e nel sentimentale in un susseguirsi imperterrito di scene madri verso le lacrime più facili. Forza del film è l'interpretazione concitata del protagonista, nominato all'Oscar. I duetti con il (vero) figlio Jaden riciclano la lezione de ''[[La vita è bella]]'', come nella scena dei bagni in metropolitana. (''[[La ricerca della felicità]]''; 2010, p. 1252) *Sotto l'egida della Dreamworks, i produttori Walter F. Parkes e Laurie MacDonald hanno riunito un'agguerrita squadra di esecutori/collaboratori [...]. Pur mantenendo a livello figurativo componenti esotiche e asiatiche, hanno comodato il racconto nelle categorie riconosciute da Hollywood (un po' di psicologia e qualche spiegazione in più). Almeno nella 1ª ora paura e angoscia sono palpabili, lasciando il posto gradatamente alla ridondanza dei segni, all'eccesso dell'horror rozzo, alla violenza del "troppo visibile". (''[[The Ring (film 2002)|The Ring]]''; 2010, p. 1257) *La sequenza dell'acqua che esce vorticosamente dalla vasca e rimane sospesa sulla stanza da bagno (l'acqua è un motivo conduttore del racconto) è un efficace esempio del modo con cui gli effetti digitali possono diventare narrativamente funzionali. Chi volesse vedere nella scena una metafora del battesimo cristiano, si accomodi. È un film dove l'orrore è subordinato all'angoscia. Come dovrebbe dimostrare anche ''[[Dark Water (film 2002)|Dark Water]]'' (2002), ancora inedito in Italia, [[Hideo Nakata|Nakata]] fa melodrammi camuffati da ''horror''. (''[[The Ring 2]]''; 2010, p. 1257) *Chiude la trilogia militare di [[John Ford|Ford]], e fu il meno apprezzato (forse sottovalutato) dei 3, ma si può leggerlo quasi come un balletto tra un uomo e i suoi due amori, la moglie e la cavalleria. La musica e diverse belle canzoni vi hanno un posto importante. (''[[Rio Bravo]]''; 2000, p. 1121) *Melodramma tra le marcite che una sceneggiatura non priva di finezze, una bella fotografia a colori (L. Trasatti) e il fascino di una fulgida e improbabile [[Elsa Martinelli|Martinelli]] rendono appetibile. [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] serve in tavola con bravura. (''[[La risaia]]''; 2000, p. 1122) *[...] s'affida specialmente agli effetti speciali di [[Ray Harryhausen]], geniale artigiano dei trucchi. Lento e verboso nella 1ª parte, ha i suoi momenti più vispi quando il bestione attacca il faro dove uno scienziato (C. Kellaway) s'immerge nel mare con una batisfera alla sua ricerca e quando, come King Kong, irrompe in Manhattan. Un ''must'' per i patiti della SF. (''[[Il risveglio del dinosauro]]''; 2000, p. 1123) *Uno dei più squisiti film fantastici nella storia di Hollywood. Un po' velleitario come riflessione su grandi temi (vita, morte, amore, arte), ma figurativamente suggestivo. Stupenda fotografia di [[Joseph H. August|Joseph August]] che rischiò di vincere un Oscar. (''[[Il ritratto di Jennie]]''; 2000, p. 1129) *Girato tra difficoltà economiche e organizzative di ogni genere, il film impose in tutto il mondo una visione e rappresentazione delle cose vera e nuova, cui la critica avrebbe dato poco più tardi il nome di [[Neorealismo (cinema)|neorealismo]]. Specchio di una realtà come colta nel suo farsi, appare oggi come un'opera ibrida in cui il nuovo convive col vecchio, i grandi lampi di verità con momenti di maniera romanzesca, in bilico tra lirismo epico e retorica populista. La stessa lotta antifascista è raccontata ponendo l'accento sul piano morale più che su quello politico, il che non gli impedì di essere il film giusto al momento giusto e di indicare attraverso le figure del comunista e del prete di borgata il tema politico centrale dell'Italia nel dopoguerra. (''[[Roma città aperta]]''; 2000, p. 1137) *Un bel valzer di [[Alessandro Cicognini]] fa da leitmotiv di questo romantico e malinconico film, sapientemente costruito (con [[Renato Castellani|Castellani]] e [[Mario Soldati|Soldati]] tra gli sceneggiatori) e impreziosito dal bianconero di [[Arturo Gallea]]. (''[[Una romantica avventura]]''; 2000, p. 1138) *Ha tutte le carte in regola per essere iscritto al noir questo melodramma passionale a forti tinte. La regia è efficace e intelligente nella resa dell'atmosfera e degli ambienti quanto nella direzione degli interpreti tra i quali [[Barbara Stanwyck|B. Stanwyck]] scolpisce il ritratto di una insolita ''femme fatale''. (''[[Il romanzo di Thelma Jordon]]''; 2000, p. 1139) *Ogni paragone con [[Jerry Lewis]] è superficiale: la nevrosi distruttiva sotto la maschera dell'idiozia di [[Jim Carrey|J. Carrey]] non ha niente da spartire con i personaggi infantili e disadattati del primo Lewis. Sconnesso con alcuni numeri comici azzeccati. Attenzione al drammatico finale. (''[[Il rompiscatole]]''; 2000, p. 1141) *Il polacco [[Roman Polański|R. Polanski]] – al suo 1° film made in USA dopo 3 britannici – affascinato dal senso di mistero che serpeggia nel romanzo di [[Ira Levin]], ne cava un memorabile esempio di cinema della minaccia e ripropone il tema dell'ambiguità fino a fame la struttura portante della narrazione. (''[[Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York]]''; 2010, p. 1282) *È un film curioso e insensato, suggestivo e inattendibile, ben fatto e poco interessante. Poco importa se il ritratto corrisponda o no a quello del vero [[Jack Ruby|Ruby]]. Il personaggio c'è, [[Danny Aiello|D. Aiello]] gli dà credibilità e spessore fin quando non esce dai binari. Gli sta quasi alla pari il personaggio fittizio della bionda spogliarellista Candy Cane della quale [[Sherilyn Fenn|S. Fenn]] rende bene l'impasto di tenerezza e calcolo, di perversione e ingenuità. (''[[Ruby - Il terzo uomo di Dallas]]''; 2000, p. 1148) ====S==== *Tratto dal romanzo ''L'agente segreto'' (1907) di [[Joseph Conrad]], è uno dei migliori thriller del periodo inglese di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]]. Ricco di invenzioni memorabili (la sequenza del coltello) con una Londra insolita e una [[Sylvia Sidney|Sidney]] di straziante intensità. Il regista confessò uno sbaglio: troppo simpatico il bambino per farlo morire. (''[[Sabotaggio (film)|Sabotaggio]]''; 2000, p. 1151) *[[Tyrone Power]] morì a metà delle riprese e [[Yul Brynner|Y. Brynner]] lo sostituì, sbagliando l'impostazione del personaggio in chiave di forza e di dominio invece che sul conflitto tra dovere e piacere. Qualche scena memorabile (la battaglia finale con la trovata degli scudi dorati) non riscatta la sua natura di "digest" hollywoodiano. (''[[Salomone e la regina di Saba]]''; 2000, p. 1155) *Fatto un colpo grosso, sono braccati dalla polizia, con uno dei finali più romantici e disperati della storia del cinema. Capolavoro del cinema USA di serie B, è un piccolo grande film nero sul tema della coppia criminale, ma anche una storia di "amour fou", contrassegnata da un erotismo insolito per l'epoca ("Siamo inseparabili come un revolver e le sue munizioni"). Notevole anche a livello di scrittura per il taglio espressionistico della fotografia ([[Russel Harlan]]), la precisione delle inquadrature e dei movimenti di macchina (con un bel piano-sequenza), l'uso degli esterni naturali. Dopo un avvio espositivo e un po' didattico, il racconto ha la traiettoria tesa di una fucilata. L'inglese [[Peggy Cummins|P. Cummins]] e [[John Dall|J. Dall]] (visto anche in ''[[Nodo alla gola]]'' di Hitchcock) sono perfetti. (''[[La sanguinaria]]''; 2010, p. 1300) *È, forse, il più assurdo e delirante tra i colossi biblici di Hollywood. Ignorarlo sarebbe stolto quasi quanto prenderlo sul serio. La mano del regista è elegante. (''[[Sansone e Dalila (film 1949)|Sansone e Dalila]]''; 2000, p. 1161) *Dal romanzo ''Some Must Watch'' di Ethel Lina White, sceneggiato da Mel Dinelli, l'archetipo dei thriller ambientati "in un'antica casa buia" in cui la sequenza del delitto principale si svolge durante una "buia notte tempestosa". Era il tempo in cui la locuzione "serial killer" (assassino periodico) non era stata ancora inventata. Un film perfetto nel suo genere. I primissimi piani dell'occhio dell'assassino al momento di aggredire le sue vittime sono diventati un classico. (''[[La scala a chiocciola (film)|La scala a chiocciola]]''; 2000, p. 1166) *Remake del film di [[Dino Risi]] del 1974 alla cui origine c'era il romanzo di [[Giovanni Arpino]] ''Il buio e il miele'' (1969). La differenza fondamentale tra i due film è che il giovane nella commedia amara di Risi era subordinato al protagonista, mentre qui è diventato coprotagonista. Solo nel gran finale le due vicende si mescolano, il che spiega la lunghezza del film, che tra le sue virtù non ha la leggerezza ed eccede nella ruffianeria demagogica degli effetti sentimentali. Due pezzi di bravura: la folle corsa su una [[Ferrari]] rossa guidata dal cieco attraverso un quartiere periferico e il tango che il grande [[Al Pacino|A. Pacino]] (efficacemente doppiato da [[Giancarlo Giannini|G. Giannini]]) danza con una giovane sconosciuta. (''[[Scent of a Woman - Profumo di donna]]''; 2010, p. 1315) *Bella e fedele versione – la 1ª di 3 – del romanzo omonimo (1915) di [[William Somerset Maugham|Somerset Maugham]], notevole specialmente per l'interpretazione ottima anche se un po' sopra le righe. È il film che fece di [[Bette Davis|B. Davis]] una vera star. (''[[Schiavo d'amore (film 1934)|Schiavo d'amore]]''; 2000, p. 1175) *È uno dei film migliori del periodo pre-western di [[Anthony Mann|A. Mann]], con un'ottima interpretazione e una bella fotografia. Indimenticabile il finale. (''[[Schiavo della furia]]''; 2000, p. 1175) *Uno dei film del neorealismo italiano più conosciuti all'estero [...]: la sua polemica sociale non parte da un dato ideologico, ma da un motivo umano. In chiave di elegia populista [[Cesare Zavattini|Zavattini]] e [[Vittorio De Sica|De Sica]] tornano al mondo dell'infanzia che avevano già esplorato con ''[[I bambini ci guardano]]'' (1943). (''[[Sciuscià (film)|Sciuscià]]''; 2000, p. 1177) [[File:Lo scopone scientifico (1972) Sordi e Davis.png|thumb|[[Alberto Sordi]] e [[Bette Davis]] ne ''[[Lo scopone scientifico]]'']] *Scritta da [[Rodolfo Sonego]], è una vetta della commedia italiana, basata sulla dialettica denaro-potere. E la morale è amara: a giocare con i ricchi (con chi tiene il banco o con chi lo rappresenta) si perde sempre. Non c'è divisione tra buoni (poveri) e cattivi (ricchi): la linea di separazione è segnata dalla classe sociale e dall'obbligata scelta di campo. Film appassionante, interpretabile a vari livelli e recitato da attori infallibili. (''[[Lo scopone scientifico]]''; 2000, p. 1179) *[[Gus Van Sant|G. Van Sant]], dopo [[Will Hunting]], dirige su richiesta di [[Sean Connery|S. Connery]] produttore un'altra storia di formazione, scritta da [[Mike Rich]] e vagamente ispirata a [[J. D. Salinger]] e al mito nordamericano del "grande romanzo del secolo", ma anche ai canoni yankee dell'agonismo e della fiducia in sé stessi. In altalena tra stereotipi hollywoodiani e finezza di annotazioni, melodramma e ironia, il film si affida al talento naturale dell'esordiente [[Rob Brown|R. Brown]] e al mestiere collaudato di un Connery sotto le righe. (''[[Scoprendo Forrester]]''; 2010, p. 1322) *[...] un film a cerchi concentrici in cui tenerezza e ironia sono in perfetto equilibrio. Bella coppia romantica. (''[[Scrivimi fermo posta]]''; 2000, p. 1180) *In questa commedia di fantapolitica ambientata in un futuro prossimo, J. Dante e il suo sceneggiatore Martyn Burke non risparmiano niente e nessuno. Si spara a zero sui presidenti imbecilli, governatori in foia, guru delle P.R. (Pubbliche Relazioni), organizzazioni umanitarie, giornalisti a caccia di scoop, interessi economici e calcoli elettorali, nazionalismi esasperati, fanatismi etnici, strapotere della TV. E lo fa con feroce allegria, umorismo e orrore, fantasia e realtà. (''[[La seconda guerra civile americana]]''; 2010, p. 1327) *Guidato dal vecchio complice, N. Manfredi fa un Pilato ciociaro, scettico e pigro, in un film serio, interessante e persino coraggioso. La parte storica è ineccepibile, il resto meno. (''[[Secondo Ponzio Pilato]]''; 2000, p. 1183) *È un noir inquietante in cui, come in altri film del regista viennese (1906-86), la sessualità ha una valenza distruttiva. [[Otto Preminger|O. Preminger]] smorza il versante melodrammatico della sceneggiatura di F. Nugent e O. Millard con un nitore di scrittura registica cui assai contribuiscono il bianconero di Harry Stradling e le musiche di D. Tiomkin. (''[[Seduzione mortale (film 1953)|Seduzione mortale]]''; 2000, p. 1185) *Un film che rispecchia scrupolosamente la formula narrativa-rappresentativa industriale, cioè un cinema che privilegia la narrazione, il significato, l'attore senza tempi morti. (''[[I segreti di Filadelfia]]''; 2000, p. 1187) *Torbida vicenda da incubo, imperniata sul tema dell'ipnotismo e su quello dell'impossibilità di modellare completamente un altro essere. [[Gene Tierney|G. Tierney]] è brava, ma nella parte del dottor Korvo [[José Ferrer|Ferrer]] è superbo. (''[[Il segreto di una donna]]''; 2000, p. 1190) [[File:Se io fossi onesto (film 1942) Vittorio De Sica e María Mercader (2).png|miniatura|[[María Mercader]] e [[Vittorio De Sica]] in ''[[Se io fossi onesto]]'']] *Una discreta commedia degli equivoci con un [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] inaspettato: invecchiato, curvo e con gli occhiali. Bravo. (''[[Se io fossi onesto]]''; 2000, p. 1191) *Costruito con un lungo flashback, il più radicale, pessimista e inventivo film di [[John Carpenter|Carpenter]] è fondato sulla competizione tra realtà e fantasia e diventa un apologo sulla potenza della scrittura. Apocalittico, ma non privo di ambiguità né ironia, ricco di invenzioni registiche, scenografiche, sonore, (colonna musicale curata, come al solito, dal regista), sapiente nel suggerire l'orrore senza mostrarlo, è una metafora allarmante sull'abominio della società dello spettacolo e una riflessione critica sul genere cui appartiene. (''[[Il seme della follia]]''; 2013, p. 1416) *Conta per le qualità morali (sincerità, coraggio, buone intenzioni) più che per quelle estetiche. Difficile dire dove finisca la tenerezza del regista e dove cominci l'irrealismo ingannatore delle sue proposte. (''[[Il seme della violenza]]''; 2000, p. 1193) *La vicenda e i personaggi suonano falsi perché risentono troppo di schemi letterari. All'attivo alcune sequenze iniziali molto efficaci e la guida degli attori. (''[[Senza pietà]]''; 2000, p. 1197) *Diviso in 2 parti di cui la migliore è la prima, di ambiente rurale. Grazie al suo sobrio classicismo, al rifiuto di ogni formalismo, al rispetto per i personaggi, [[Howard Hawks|Hawks]] trascende gli aspetti propagandistici ed edificanti della storia [...]. (''[[Il sergente York]]''; 2000, p. 1201) *3 attori eccellenti e una bella colonna musicale per un melodramma che rinnova il "gotico" attraverso la psicanalisi sulla linea che va da ''[[La porta proibita|Jane Eyre]]'' a ''[[Rebecca, la prima moglie (film 1940)|Rebecca]]''. (''[[Settimo velo|Il settimo velo]]''; 2000, p. 1210) *Nessuno come [[John Ford|J. Ford]] ha saputo mettere meglio in immagini la sfida all'OK Corral, nessuno come lui è riuscito a trasformare la nostalgia in poesia. La storia è un pretesto per una documentazione su un'epoca. È il suo 3° western parlato. Comincia ad affiorare quell'arte della digressione di cui diventerà maestro in vecchiaia, ma è altrettanto notevole la dialettica dei contrasti: l'azione violenta (nove cadaveri di personaggi principali) si alterna con le parentesi idilliche, l'aura mitica di cui sono circondati i personaggi si basa sulle loro imprese, ma anche sui particolari familiari e pittoreschi del comportamento. (''[[Sfida infernale]]''; 2000, p. 1211) *Struttura debole, qualche inverosimiglianza, e a [[Max Ophüls|Ophüls]] interessa poco la suspense: quel che gli sta a cuore è la psicologia dei personaggi, il loro comportamento, i particolari rivelatori, le fratture tra attore e personaggio. (''[[Sgomento (film)|Sgomento]]''; 2000, p. 1212) *Nonostante i suoi meriti, commuove ma non coinvolge. [[Raf Vallone|R. Vallone]] ha, specialmente nella 2ª parte, momenti alti. (''[[Uno sguardo dal ponte]]''; 2000, p. 1213) *L'idea fu di [[Cesare Zavattini|Zavattini]]: far confessare quattro famose attrici, e importa poco sapere in che misura gli episodi narrati siano veri. Bisogna smitizzare il divismo? L'episodio [[Luchino Visconti|Visconti]]-[[Anna Magnani|Magnani]] sottolinea il rapporto tra il vivere e il recitare; gli altri 3 puntano, più o meno pateticamente, sul contrasto tra la donna e l'attrice, fra la scena e la vita. (''[[Siamo donne]]''; 2000, p. 1217) *[...] una commedia dolciastra all'insegna dei buoni sentimenti. Scampoli di neorealismo, scatti comici, bravi caratteristi. (''[[Siamo tutti inquilini]]''; 2000, p. 1217) *La materia è da film noir, a mezza strada tra ''[[Gilda (film)|Gilda]]'' e ''[[Il mistero del falco]]'', ma con bizzarre e sardoniche anticipazioni di ''[[Il tesoro dell'Africa]]'' di [[John Huston|Huston]]. Fecero impressione, comunque, alcune sequenze che lo resero un ''cult movie'': il corteggiamento nell'acquario, il teatro cinese, il taboga, la sparatoria finale nella sala degli specchi. Il barocchismo stilistico di [[Orson Welles|Welles]] conferma quali e quanti fossero i debiti del noir hollywoodiano con l'espressionismo. Ridotta [[Rita Hayworth|R. Hayworth]] a una statua di ghiaccio e piuttosto debole il marinaio O'Hara, l'attore che domina il film è [[Everett Sloane|E. Sloane]]. (''[[La signora di Shanghai]]''; 2000, pp. 1219-1220) *Nonostante l'esasperato romanticismo e la veemente recitazione "all'italiana", è un melodramma raffreddato (con venature pirandelliane) che anticipa i temi di posteriori film di [[Max Ophüls|Ophüls]], specialmente di ''[[Lola Montès]]'' (1955). [[Memo Benassi|M. Benassi]] con foga sopra le righe, e una memorabile [[Isa Miranda|I. Miranda]], in bilico tra [[Greta Garbo]] e [[Marlene Dietrich]]. (''[[La signora di tutti]]''; 2000, p. 1220) *Uno dei personaggi più riusciti della carriera di [[Bette Davis|B. Davis]], affiancata da un [[Claude Rains|C. Rains]] di grande finezza in una melodrammatica saga familiare, ottimamente sceneggiata dai fratelli Julius J. e Philip Epstein sulla base di un romanzo di [[Elizabeth von Arnim]]. (''[[La signora Skeffington]]''; 2000, p. 1221) *Commedia fiacca degli equivoci con una soluzione che non persuade. (''[[Signori, in carrozza!]]''; 2000, p. 1223) *Scritta con [[Mario Soldati]], è una commedia dal ritmo perfetto, tipica dei "[[Cinema dei telefoni bianchi|telefoni bianchi]]", basata com'è sul classico scambio dei ruoli e dei personaggi. Regista dai mezzi toni, [[Mario Camerini|M. Camerini]] riscatta il moralismo della storia (il confronto tra la sana piccola borghesia e la vacua aristocrazia) con una giusta dosatura di ironia e sentimento. (''[[Il signor Max]]''; 2000, p. 1224) *Thriller erotico di terz'ordine: drammaturgia sgangherata, personaggi improbabili, sagra degli stereotipi e delle assurdità nelle motivazioni psicologiche. Resta solo il sessappiglio di [[Sharon Stone|S. Stone]]. (''[[Sliver]]''; 2000, p. 1233) *Nero di buon artigianato, con una bella colonna sonora di Elmer Bernstein e una suggestiva fotografia di Charles Lang Jr. Entrambi nominati agli Oscar, [[Joan Crawford|J. Crawford]] e [[Jack Palance|J. Palance]] sono assai efficaci nel rendere con ambiguità la perversità del rapporto tra i loro personaggi, ma anche [[Gloria Grahame|G. Grahame]] scava in profondità nel masochismo del suo. (''[[So che mi ucciderai]]''; 2000, p. 1235) *È il colosso biblico che mandò a picco la Titanus. Costò 6 miliardi contro i 3 stanziati. Squinternato nella struttura, ma con qualche pagina vigorosa. Enfatico, smisurato. [...] Tutte le regole dei colossi biblici, imperniati sul binomio sesso+religione, sono rispettate anche se le audacie erotiche sono più prudenti di quel che il titolo promette, sostituite col surrogato del sadismo la cui oscenità è più contrabbandabile di quella sessuale. Anche qui, comunque, tutto si svolge a Sodoma e nei dintorni. Di Gomorra nemmeno l'ombra. (''[[Sodoma e Gomorra (film)|Sodoma e Gomorra]]''; 2000, p. 1235) *Restituisce in piccola parte la tematica hemingwayana sulla ricerca dell'identità, il ritratto della ''lost generation'', le risonanze simboliche del viaggio. Escluso [[Tyrone Power|Power]] fuori parte, il cast funziona: una [[Ava Gardner|Gardner]] travolgente come Brett Ashley; la [[Juliette Gréco|Gréco]] ruba le scene ai compagni; al suo penultimo film, [[Errol Flynn|Flynn]] si prende in giro con classe. La corsa dei tori a Pamplona è filmata benissimo (Cinemascope di Leo Tover). (''[[Il sole sorgerà ancora]]''; 2010, p. 1395) *Intelligente poliziesco d'azione con stile da western, critica alla polizia corrotta e preciso disegno psicologico dei due personaggi principali, permeato da una vena sentimentale sincera, sceneggiato con cura, diretto da un mestierante del genere (suoi tutti gli ''[[Arma letale]]'') e montato con ritmo e giusta suspense. Ma la cosa migliore è [[Bruce Willis|B. Willis]] nei panni di un poliziotto stanco, malinconico, che si sente un fallito e ritrova dignità e autostima nel difendere a ogni costo un uomo, anche se si tratta "solo" di un delinquentello nero e petulante. (''[[Solo due ore]]''; 2010, p. 1396) *Nel quadro del calligrafismo letterario che s'impose nel cinema italiano negli anni di guerra il penultimo film di [[Ferdinando Maria Poggioli|F.M. Poggioli]] (1897-1945) ha un posto d'onore per finezza della recitazione, puntiglio rievocativo, attenzione ai dettagli. Peccato che, probabilmente per ragioni di costo, il regista abbia dovuto omettere il paesaggio, una tela di fondo importante nell'ironico romanzo di [[Aldo Palazzeschi|A. Palazzeschi]] [...]. (''[[Sorelle Materassi (film)|Sorelle Materassi]]''; 2000, p. 1248) *Uno dei capolavori della commedia italiana del "boom". La società di quel periodo è resa con un'euforia rara, un'ammirevole sapienza nel passare dall'agro al dolce, dal comico al grave. Il pubblico lo capì meglio dei critici. (''[[Il sorpasso]]''; 2000, p. 1248) *Carosello tragicomico di amori incrociati. La migliore commedia del regista, un capolavoro. Nelle cadenze frivole di un "invito al castello" con risvolti comici da pochade rivela un retrogusto amarissimo. Grande compagnia d'attori, eleganza suprema. Bergman sostiene di essere negato all'umorismo, al registro leggero. Dopo ''[[Una lezione d'amore]]'', questo film lo smentisce. (''[[Sorrisi di una notte d'estate]]''; 2013, p. 1484) *Melodramma gangster ben fatto, con una bella trama intricata e con un [[Robert Taylor|R. Taylor]] farabutto di "sani e incorruttibili principi". Ma l'Oscar lo prese [[Van Heflin|V. Heflin]], come miglior attore non protagonista. (''[[Sorvegliato speciale (film 1941)|Sorvegliato speciale]]''; 2000, p. 1249) *Investigazione interiore, thriller psicologico. Famosa la scena del bicchiere di latte. Epilogo insoddisfacente (anche per Hitchcock) diverso da quello del romanzo [...]. (''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]''; 2000, p. 1249) *Scurrile, politicamente sfacciato sino all'assurdo (e all'irresponsabilità), è una miscela sgangherata di pulp, Kitsch, satirica trasgressione, simpatia e cattivo gusto. (''[[South Park - Il film: più grosso, più lungo & tutto intero|South Park]]''; 2000, p. 1254) *Sul classico tema della "seconda occasione", cimentandosi in un genere per lui nuovo, il settantenne regista-produttore [[Clint Eastwood|C. Eastwood]] pilota ammirevolmente un altro film con l'abituale ''understatement'', mescolando con sapiente leggerezza i toni, dall'umoristico al drammatico. Coerente con la sua concezione artigianale del cinema, ricorre agli effetti speciali subordinandoli al racconto e rivendicando la centralità delle doti umane (manualità, intuito, libertà di scelta) contro la supremazia della tecnologia. Melanconico e genialmente retorico epilogo lunare nel nome dell'amicizia [...]. (''[[Space Cowboys]]''; 2010, p. 1409) *La chirurgia plastica trasforma una bruttina in bellissima. Il marito non l'accetta, la vita coniugale diventa un inferno, lei se ne va con un corteggiatore, ma quando apprende che il consorte ha ucciso il chirurgo, ritorna. Nonostante l'inverosimiglianza dell'assunto, non manca d'interesse come descrizione di un meschino ambiente piccoloborghese. Ottimo [[Bourvil]]. (''[[Lo specchio a due facce]]''; 2010, p. 1258) *Molti effetti speciali, la storia speciale non è, i personaggi nemmeno. Film bovino con poca azione, molte chiachiere, due o tre belle idee di sceneggiatura, un finale ingegnoso. (''[[Star Trek (film 1979)|Star Trek]]''; 2010, p. 1428) *Più vispo del primo. Ridimensionate le ambizioni metafisiche e ridotti gli effetti speciali, si è puntato sull'azione, sulle battaglie, su [[Khan Noonien Singh|Khan]], malvagio galattico di statura scespiriana. Le solenni banalità del dialogo non si contano. (''[[Star Trek II - L'ira di Khan]]''; 2010, p. 1428) *La zuppa è sempre la stessa, ma è cambiato il cuoco. In peggio. Ci si prende troppo sul serio. Contano le scenografie wagneriane, le catastrofi, gli effetti speciali. E i [[Klingon]]s, pirati interstellari, sono pappemolli che fanno la faccia feroce. (''[[Star Trek III - Alla ricerca di Spock]]''; 2010, p. 1428) *Attore, sceneggiatore e regista, L. Nimoy porta le avventure galattiche verso la Terra e verso la commedia con risultati assai divertenti. Pochi effetti speciali ma efficaci. (''[[Rotta verso la Terra|Star Trek IV - Rotta verso la Terra]]''; 2010, p. 1428) *Traballante e fiacco si riprende nell'efficace finale. (''[[Star Trek V - L'ultima frontiera]]''; 2010, p. 1448) *Meglio del precedente, ma tolta la sequenza dell'Alaska è tutto già visto. (''[[Rotta verso l'ignoto|Star Trek VI - Rotta verso l'ignoto]]''; 2010, p. 1429) *Gene Roddenberry, creatore della serie, inorridirebbe se fosse ancora vivo: si è toccato il fondo. (''[[Star Trek: La nemesi]]''; 2010, p. 1429) *È un film sonoro, ma senza una parola di dialogo. Sul piano formale è tutt'altro che disprezzabile e riesce a raggiungere una innegabile tensione drammatica in più di una sequenza. R. Milland è bravissimo nella sua interpretazione di nevrotico. Scritto da R. Rouse con Clarence Greene, ha i limiti di ogni narrazione imperniata su una scommessa stilistica. Al risultato concorre la suggestiva ambientazione realistica negli esterni di Washington e New York. (''[[La spia]]''; 2000, p. 1261) *Un gioiello del cinema americano a basso costo in cui il tempo narrativo coincide con quello reale. Realizzare ''The Set-Up'' (trucco, imbroglio) "fu per tutti un atto d'amore" ([[Robert Wise|R. Wise]]). Un raro equilibrio di tensione, autenticità, atmosfera, credibilità, verità psicologica. Splendido bianconero di [[Milton R. Krasner|Milton Krasner]]. Premiato a Cannes per la sceneggiatura dell'esordiente Art Cohn, giornalista sportivo, una delle più belle interpretazioni del quarantenne [[Robert Ryan|R. Ryan]] che aveva praticato il pugilato in gioventù. (''[[Stasera ho vinto anch'io]]''; 2000, p. 1275) *Melodramma di successo che resiste al tempo. (''[[Stasera niente di nuovo]]''; 2000, p. 1275) *Con la colta complicità di Bernardino Zapponi, L. Magni privilegia in Neri – canonizzato nel 1622 – lo zelo cristiano, fatto di invidiabile buonumore e disprezzo delle mondanità. Più che film storico, pencola verso la commedia musicale con le canzoni scritte da Angelo Branduardi. Godibili l'Ignazio di Loyola di p. Leroy, Sisto V di M. Adorf, il diavolo calderaro di R. Montagnani, il garbo di J. Dorelli che fa un Neri alla [[Bing Crosby|Crosby]] (''[[La mia via]]''). La sequenza in cui si siedono – tutti stinchi di santo spagnoli – Teresa d'Avila, Giovanni della Croce e Ignazio di Loyola ricorda [[Luis Buñuel|Buñuel]] di ''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''. (''[[State buoni se potete]]''; 2000, p. 1275) *Maldestro tentativo di inserire due divi di Hollywood in una struttura neorealistica di taglio semidocumentario. [...] soltanto a sprazzi si coglie la sensibilità di [[Vittorio De Sica|V. De Sica]]. Vale soprattutto per il finale. (''[[Stazione Termini (film)|Stazione Termini]]''; 2000, p. 1276) *Ispirato a fatti realmente accaduti, è in bilico tra uno storico appena credibile e uno pseudo-erotico-conventuale. (''[[Storia di una monaca di clausura]]''; 2000, p. 1283) *Scritto da [[Lillian Hellman]], è un sagace adattamento di un dramma (1935) di [[Sidney Kingsley]] dove, accanto ad attori famosi, c'è da ammirare la banda dei Dead End Kids, la fotografia di [[Gregg Toland|G. Toland]] e la brava [[Claire Trevor|C. Trevor]]. Girato interamente in studio con fondali dipinti. Questa accentuazione della sua dimensione teatrale diventa un espediente quasi [[Bertolt Brecht|brechtiano]] per comunicare che la storia in corso è rappresentativa di una vasta realtà. (''[[Strada sbarrata]]''; 2000, p. 1287) *Rifacimento di ''[[La cagna (film 1931)|La chienne]]'' (1931) di [[Jean Renoir]] [...], ma [[Fritz Lang|F. Lang]], aiutato da un'ottima sceneggiatura di [[Dudley Nichols]], ne ha cavato qualcosa di originale: una storia psicologica con un magico sottofondo da incubo. (''[[La strada scarlatta]]''; 2000, p. 1287) *Intelligente antologia sui moderni metodi di lotta che la polizia USA ha adottato contro il banditismo nel dopoguerra, ha un notevole ritmo, un ottimo montaggio e un gruppo di bravi attori. (''[[Strada senza nome|La strada senza nome]]''; 2000, p. 1287) *È il 3° e il più convenzionale dei film diretti da [[Orson Welles|Welles]], in linea con un personaggio di moda a Hollywood negli anni '40: l'ospite in casa che non è quel che sembra. Prodotto da [[Sam Spiegel]] e scritto da [[Anthony Veiller]] su un soggetto altrui, ha molti punti deboli, ma, oltre a quella finale, vanta almeno 2 sequenze memorabili (l'inizio e l'assassinio nel bosco) e lo straordinario bianconero di [[Russell Metty]]. Interessante la descrizione dell'ambiente di provincia. Pur andando talvolta sopra le righe, Welles sfaccetta con sottile istrionismo il suo nazista. Memorabile la figuretta del farmacista che gioca a scacchi. (''[[Lo straniero (film 1946)|Lo straniero]]''; 2000, p. 1290) *Pretenzioso nel voler essere un'analisi dell'inconscio femminile, è un fantasy adrenalinico, più videogioco che film, che nel giro di meno di mezz'ora diventa ripetitivo, esageratamente estetizzante (scenografie di Rick Carter e costumi di Michael Wilkinson), troppo concentrato sull'erotismo delle giovani interpreti costrette in personaggi privi di spessore, retorico nel finale. (''[[Sucker Punch (film 2011)|Sucker Punch]]''; 2013, p. 1539) *È difficile stabilire in che misura i notevoli meriti di questo film nero che è anche un apologo morale siano di [[Ben Hecht]] sceneggiatore [...] o della regia di [[Otto Preminger|O. Preminger]] e del suo stile visivo di grande precisione. Ancora una volta, dopo ''[[Vertigine (film 1944)|Laura]]'' (1944), la coppia [[Dana Andrews|Andrews]]-[[Gene Tierney|Tierney]] fa faville. (''[[Sui marciapiedi]]''; 2000, p. 1298) *Raccontato sul filo del rasoio del drammatico e dell'umoristico, è un po' verboso e prolisso, ma sostenuto da una sapiente suspense. (''[[Il suo tipo di donna]]''; 2000, pp. 1300-1301) *Stravaganza sgangherata e, infine, stucchevole, ricca di effetti speciali e di citazioni (''[[Blade Runner]]'', ''[[Chi ha incastrato Roger Rabbit|Roger Rabbit]]'', ''[[Atto di forza|Total Recall]]'', ''[[Guerre stellari|Guerre Stellari]]'', ''[[Jurassic Park]]'', ecc.), ma povera di intelligenza e priva di brio. [...] Soltanto per minori di 12 anni videodipendenti. (''[[Super Mario Bros. (film)|Super Mario Bros]]''; 2000, p. 1302) *Titolo stupido per un elaborato rifacimento del famoso racconto ''Giro di vite'' (1898) di [[Henry James]]. Ma la suspense c'è, e specialmente il clima morboso. Ottima [[Deborah Kerr|D. Kerr]], splendida fotografia di [[Freddie Francis]]. (''[[Suspense (film 1961)|Suspense]]''; 2000, p. 1304) ====T==== *Ultimo film inglese di Hitchcock che non riuscì mai ad amarlo. Macchinoso, un po' enfatico, teatraleggiante, un po' stupido, ma è pur sempre un tenebroso incontro con i mostri della mente e del sogno. (''[[La taverna della Giamaica]]''; 2000, p. 1316) *Sceneggiato da [[Luc Besson]], è un film di azione ad alta velocità che assomiglia ai poliziotteschi italiani degli anni '70 più che ai modelli hollywoodiani degli anni '90: inseguimenti, acrobazie su due o quattro ruote, parentesi di umorismo pecoreccio. Basta guardare i primi 20 minuti. Sembrano sentinelle che dicano: non andate avanti. (''[[Taxxi]]''; 2000, p. 1317) *L'argomento era già un po' sdato e anacronistico perché quando il film uscì era già in funzione il telefono automatico. Deriva, infatti, da una novella di Herbert Rosenfeld degli ultimi anni '20, sceneggiata da Ernst Wolff per il film tedesco ''Fräulein-falsch verbunden'' (1932) di E.W. Emo con Magda Schneider. Il rifacimento del casertano N. Malasomma non manca né di brio né di garbo. (''[[La telefonista]]''; 2000, p. 1319) *Racconto di comportamenti più e prima ancora che di psicologie, non fa concessioni allo spettacolo o al romanzo: nessun incidente, nemmeno una piccola slavina, tutto concentrato sui gesti, gli oggetti, i piccoli particolari quotidiani con un filo di bonaria ironia. Una piccola musica, un film di grazia. (''[[Il tempo si è fermato]]''; 2000, p. 1323) *Se esistesse l'Oscar della macelleria, questo 8° film di D. Argento se lo aggiudicherebbe facilmente. (''[[Tenebre (film)|Tenebre]]''; 2000, p. 1323) *Il motto è "Non fate la guerra, fate l'amore". In modi meno piccanti, la vicenda rimanda a quella di ''[[L'iniziazione (film 1986)|L'iniziazione]]'' (1986) di [[Gianfranco Mingozzi|Mingozzi]], ma [[David Hamilton|Hamilton]], famoso fotografo di moda, punta sulla calligrafia e il morbosetto. (''[[Tenere cugine]]''; 2000, p. 1324) [[File:Teodora (film 1954) Gianna Maria Canale.png|miniatura|[[Gianna Maria Canale]] in ''[[Teodora (film 1954)|Teodora]]'']] *1° film a colori di [[Riccardo Freda|R. Freda]] [...] e uno dei suoi risultati più armoniosi in cui le ragioni dello spettacolo non prevaricano sulla definizione dei personaggi. (''[[Teodora (film 1954)|Teodora]]''; 2000, p. 1325) *3° film di [[Vittorio De Sica|V. De Sica]] regista [...] e il migliore dei 3 per il garbo della costruzione narrativa, l'esperta guida degli attori, la credibilità dei personaggi. Basterebbe [[Anna Magnani|A. Magnani]] nel personaggio della canzonettista Loletta Prima per raccomandarlo. (''[[Teresa Venerdì]]''; 2000, p. 1327) *Artificioso, ma efficace esercizio di suspense con una palese influenza dell'espressionismo a livello figurativo. Una [[Barbara Stanwyck|B. Stanwyck]] superlativa si guadagnò una candidatura all'Oscar. (''[[Il terrore corre sul filo]]''; 2000, p. 1331) *È un bizzarro film in cui [[John Huston|J. Huston]] prende in giro un po' tutti: sé stesso, il thriller avventuroso, [[Gina Lollobrigida|G. Lollobrigida]] e il pubblico, strizzando l'occhio agli amici. Una vacanza italiana. Quando uscì fu un fiasco, ma poi divenne un film di culto per cinefili sofisticati. Dialoghi spiritosi di [[Truman Capote]]. (''[[Il tesoro dell'Africa]]''; 2000, p. 1334) *"Girato per scommessa e divertimento" ([[Don Siegel|D. Siegel]]). Scommessa vinta, spettatori divertiti. (''[[Il tesoro di Vera Cruz]]''; 2000, p. 1335) *È il caso raro di un film laico, appoggiato più all'antropologia che alla psicologia, che, attraverso la leggerezza e la concretezza della vita quotidiana, suggerisce il senso del sacro, la religione vissuta come energia dell'amore. (''[[Thérèse]]''; 2000, p. 1339) *Enorme successo di pubblico per questo film d'avventure girato come un lungo spot pubblicitario da Tony Scott (fratello del più celebre Ridley). ''Ad majorem gloriam'' dell'epoca di [[Ronald Reagan]]. E di [[Tom Cruise]]. (''[[Top Gun]]''; 2013, p. 1602) *Lavora bene con la macchina da presa l'attore-regista cileno di origine russa [[Alejandro Jodorowsky|A. Jodorowsky]], traducendo in immagini e suoni i suoi (non sempre chiari) messaggi poetici e filosofici di anarchico narcisista, alchimista manipolatore di simboli. Per qualcuno questo è "il primo western surrealista". (''[[El Topo]]''; 2000, p. 1351) *2° capitolo, tra ''[[Catene (film 1949)|Catene]]'' (1950) e ''[[I figli di nessuno (film 1951)|I figli di nessuno]]'' (1951) della popolare trilogia "lacrimosa" con la coppia A. Nazzari-Y. Sanson. Gli stereotipi del romanzo d'appendice ridotti all'essenziale con due o tre colpi di regia. (''[[Tormento (film 1950)|Tormento]]''; 2000, p. 1352) *Il principio di base è l'accumulazione, come se lo sceneggiatore [[Aldo De Benedetti]] avesse voluto condensare in un film solo due o tre romanzi d'appendice. (''[[Torna! (film 1953)|Torna!]]''; 2000, p. 1352) *Sulla via di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]], [[Riccardo Freda|R. Freda]], ispiratosi a un fatto di cronaca del 1922, conduce in porto il melodramma passando di scena madre in scena madre. [[Amedeo Nazzari|A. Nazzari]] convince più di [[Vittorio Gassman|V. Gassman]], che si stava specializzando nelle parti di cattivo. (''[[Il tradimento]]''; 2000, p. 1359) *[...] il 5° film di [[Mario Soldati|M. Soldati]] regista conta per l'orchestrazione capziosa dei rapporti psicologici, l'impiego drammatico del paesaggio (fotografia di [[Massimo Terzano|M. Terzano]] e O. [[Otello Martelli|Martinelli]]), l'ingegnoso assillo di "fare cinema". (''[[Tragica notte]]''; 2000, p. 1361) *Il titolo originale ''Die Hard'' è meno fuorviante di quello italiano: si riferisce proprio al protagonista, solo contro tutti, e alla feroce lotta che deve intraprendere. Non è un catastrofico, è un memorabile, stringato e avvincente film d'azione. (''[[Trappola di cristallo]]''; 2000, p. 1364) *È un film che ha in partenza qualche difficoltà di carburazione, ma poi funziona con diversi momenti divertenti. (''[[30 secondi d'amore|Trenta secondi d'amore]]''; 2000, p. 1374) *''[[Tron (film)|Tron]]'' (frammento di elettronica) è una divertente variante pirotecnica di ''[[Guerre stellari]]''. Prodotto dalla Disney. Film-computer, e non soltanto film sul computer, tra riferimenti scientifici che non sono affatto scientifici, ha la sua brava morale americanamente ottimistica. È il 1° film sulla realtà virtuale. (''[[Tron (film)|Tron]]''; 2000, p. 1381) *{{NDR|Nel film}} sono messi in fila tutti gli stereotipi della commedia sentimentale per smontarli e frantumarli con una spudorata buffoneria che sghignazza sulle regole del "politicamente corretto" e del buon costume. Sono passate agli onori della cronaca, se non della storia, le gag del gel e quella antica (ma qui per la prima volta dotata del controcampo in passato sempre negato) del pene chiuso di scatto nella cerniera dei pantaloni. Critici e spettatori divisi in due fazioni: chi lo prende per un umorismo sopra le righe, ma intelligente e liberatorio e chi lo respinge come un esempio di trivialità goliardica [...]. (''[[Tutti pazzi per Mary]]''; 2000, p. 1390) ====U==== *Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un'allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. (''[[Gli uccelli]]''; 2000, p. 1393) *È un vero film "de noantri", romano e romanesco a 18 carati, degno del [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]]. C'è la firma di [[Federico Fellini|Fellini]] giovanissimo alla sceneggiatura insieme a quella di [[Aldo Fabrizi|A. Fabrizi]]. I duetti Fabrizi-[[Anna Magnani|Magnani]] sono spassosi. (''[[L'ultima carrozzella]]''; 2000, p. 1396) *[...] [[Martin Scorsese|M. Scorsese]] rifiuta i tre modelli cinematografici a disposizione (il colossal hollywoodiano, [[Roberto Rossellini|Rossellini]], [[Pier Paolo Pasolini|Pasolini]]) e persegue una propria via, discutibile ma sicuramente personale. Recupera la cultura cattolica meridionale di Little Italy di cui s'è alimentato nell'infanzia, la filtra attraverso la sua memoria di ''cinéphile'' onnivoro e la "cristologia" rock degli anni '70 (eloquente la scelta di [[Peter Gabriel]] per le musiche) e tenta persino di rappresentare Cristo in modi "barbarici" come potrebbero vederlo uomini africani o latino-americani, di cultura diversa da quella euro-occidentale. Il suo è un Dio delle debolezze che ha preso sul serio l'incarnazione e che ha uno spessore teologico maggiore di quel che è sembrato alla maggioranza dei critici e dei cattolici scandalizzati. (''[[L'ultima tentazione di Cristo]]''; 2000, p. 1400) *[...] il 35° film di [[Raffaello Matarazzo|Matarazzo]] chiude il ciclo del melodramma matarazziano di cui è in un certo modo il compendio, ma chiude anche, non senza malinconia, il suo itinerario di regista. I 5 film successivi sono soltanto il segno di una sopravvivenza. (''[[L'ultima violenza]]''<ref>Citato in ''[https://www.mymovies.it/film/1957/lultima-violenza/ L'ultima violenza]'', ''mymovies.it''.</ref>) *Un piccolo classico della SF al cinema. Il suo discorso di rispetto per gli alieni lo distingue dall'isteria di quel periodo di guerra fredda. Bravi attori, solida sceneggiatura, pochi trucchi, molta sobrietà. (''[[Ultimatum alla Terra]]''; 2000, p. 1400) *Nonostante l'apporto di [[Alberto Moravia|Moravia]] alla sceneggiatura, la vicenda, aggiornata agli anni '50, non sta in piedi. La condizione della donna è esaminata con piagnucolosa curiosità, e non basta la bravura della [[Alida Valli|Valli]] a riscattarla. Ambientazione milanese fiacca. (''[[Ultimo incontro]]''; 2000, p. 1406) *Global colossal etno-epico da 140 milioni di dollari con ambizioni storiche, filosofiche e artistiche che all'atto pratico vengono sacrificate sull'altare del dio mercato. Al suo attivo il potente romanticismo della vicenda ([[John Logan|J. Logan]], [[Marshall Herskovitz|M. Herskovitz]], [[Edward Zick|E. Zwick]]), le grandiose scene di battaglia – su tutte l'emozionante carica dei samurai a cavallo che sbucano come fantasmi dalla nebbia in mezzo al bosco –, la documentata ricostruzione degli ambienti ([[Lilly Kilvert]]) e dei costumi ([[Ngila Dickson]]), l'intensa interpretazione di Watanabe nei panni dell' "ultimo samurai", che sprona Cruise a dare il meglio di sé. Infestato, però, da stereotipi hollywoodiani e cadute nella soap opera, come il ridicolo incontro finale con l'imperatore e l'''happy end'' sentimentale. (''[[L'ultimo samurai]]''; 2013, p. 1670) *Tratto da un romanzo di [[Richard Matheson]] e girato a basso costo tra i palazzi romani dell'[[EUR]], è un horror che passò ingiustamente inosservato, nonostante i suoi meriti: un ottimo [[Vincent Price|Price]], alta tensione, intelligenza dei dettagli, alcune anticipazioni – o coincidenze? – con i futuri film di [[George A. Romero]]. (''[[L'ultimo uomo della Terra]]''; 2000, p. 1408) *Uno dei capolavori del cinema neorealista, e il suo canto del cigno. Frutto maturo del sodalizio tra [[Cesare Zavattini|Zavattini]] e [[Vittorio De Sica|De Sica]], sostenuto anche da ricerche, non tutte risolte, sul tempo e la durata (famosa la sequenza del risveglio della servetta), il film tocca una crudeltà lucida senza compromessi sentimentali, fuori dalla drammaturgia tradizionale. Non ha la "perfezione" di ''[[Ladri di biciclette]]'', ma va al di là. (''[[Umberto D.]]''; 2000, p. 1409) *Come [[Mario Camerini|Camerini]] anticipò il neorealismo, facendo di Milano qualcosa di più di una tela di fondo per questa commedia comico-sentimentale profumata di giovinezza e raccontata con garbo. (''[[Gli uomini, che mascalzoni...]]''; 2000, p. 1413) *Narrato con scioltezza è un dramma razziale intelligente che vale anche per alcune (azzeccate e dure) annotazioni sociologiche e ambientali (la famiglia del medico). Disgraziatamente [[Joseph L. Mankiewicz|J.L. Mankiewicz]] si è abbandonato un po' troppo alla declamazione e agli effetti. Bravi gli interpreti [...]. (''[[Uomo bianco, tu vivrai!]]''; 2000, p. 1417) *Il pretendente [...] doma la bisbetica con disarmata e sorridente pazienza. Commedia agile, festosa e gentile [...]. (''[[L'uomo che sorride]]''; 2000, p. 1420) *Considerato il migliore dei 5 film hollywoodiani di [[Jean Renoir|J. Renoir]], il 1° in cui il conflitto tra uomo e natura ha un'importanza centrale: quasi vi si sente l'odore della terra smossa dall'aratro, battuta dalla pioggia o riscaldata dal sole. Il velato ottimismo dell'epilogo è una speranza più che una certezza. (''[[L'uomo del Sud]]''; 2000, pp. 1425-1426) *Pur subordinata ai 3 personaggi maschili, la [[Bette Davis|Davis]] dà alla sua parte calore e umorismo, "rubando" il film a [[Edward G. Robinson|Robinson]] per il quale era stato prodotto dalla Warner. (''[[L'uomo di bronzo]]''; 2000, p. 1426) *[...] è uno dei migliori thriller prodotti da [[Val Lewton]] per la RKO. La povertà dell'intrigo è riscattata dall'uso sapiente della suspense e degli effetti: l'orrore è solamente suggerito. (''[[L'uomo leopardo]]''; 2000, p. 1429) [[File:L'uomo di paglia (film).JPG|miniatura|La scena finale de ''[[L'uomo di paglia]]'']] *Gli ingredienti narrativi sono più o meno gli stessi di ''[[Il ferroviere]]'' (1955), e la maestria tecnico-stilistica è tale che non si nota quasi più. Per tre quarti il film tiene, avvince e convince (e la Bettoja fu giustamente una rivelazione), ma ancora una volta il finale rovina l'equilibrio a colpi di retorica e di buon senso piccolo borghese. L'apporto alla sceneggiatura di Benvenuti e De Bernardi, collaboratori di A. Giannetti, si sente nei particolari. (''[[L'uomo di paglia]]''; 2000, p. 1427) *Curioso esempio di fantascienza religiosa da un romanzo di successo di [[Morris West]] che, comunque, previde con un anticipo di più di 10 anni l'elezione (1976) del polacco [[Papa Giovanni Paolo II|Karol Wojtyla]]. Un insuccesso a tutti i livelli. (''[[L'uomo venuto dal Kremlino]]''; 2000, p. 1433) *Interamente girato in Thailandia, è coraggioso, anticonformista e crudele per certi aspetti, soprattutto nella 1ª parte. (''[[Urla del silenzio]]''; 2010, p. 1609) ====V==== *Costato 50 milioni di dollari a [[Joel Silver]] (''[[Matrix]]'') che l'ha prodotto per la Warner, questo colosso di fantapolitica ha i suoi veri autori nei [[Lana e Andy Wachowski|fratelli Wachovski]] (''Matrix'') che l'hanno coprodotto e sceneggiato dal romanzo a fumetti di [[Alan Moore]] e [[David Lloyd]], delegandone la regia all'ex aiuto regista [[James McTeigue|McTeigue]]. [...] È una silloge di [[Robin Hood]], [[Zorro]], [[Gaston Leroux#Il fantasma dell'Opera|Fantasma dell'Opera]], che protegge, ama, rigenera la giovane Evey, trasformandola in complice ed erede sino alla vittoria finale. La componente ideologica non è da prendere troppo sul serio, ma nemmeno da trascurare: le fonti indirette sono britanniche in letteratura (''[[Il mondo nuovo]]'' di [[Aldous Huxley|Huxley]], ''[[1984]]'' di [[George Orwell|Orwell]]) e in musica ([[Sex Pistols]]). Struttura narrativa compatta, ineccepibili i contributi tecnici (fotografia, scene, costumi, colonna sonora, effetti speciali). La maschera del protagonista rimanda alle sembianze di [[Guy Fawkes]] (1570-1606) che doveva essere l'esecutore del cosiddetto ''Gunpowder Plot'' ([[Congiura delle polveri]]) del 5-11-1605, organizzato da un gruppo di altolocati cattolici per distruggere la sede del parlamento e il [[re Giacomo I Stuart]] e fomentare un'insurrezione popolare. Memorabile sequenza finale di Londra invasa da migliaia di insorti con la maschera di V prima dell'ultima esplosione. (''[[V per Vendetta]]''; 2010, p. 1679) *[...] è una parafrasi (o un'interpretazione?) in chiave psicanalitica della storia di Caino e Abele dove il primo non è malvagio, ma disperato e cerca di trovare nell'amore la salvezza. [...] È anche il 1º film di [[James Dean|J. Dean]] protagonista e rimane tuttora soprattutto come il suo ritratto. (''[[La valle dell'Eden]]''; 2000, p. 1442) *Scritto da [[Nigel Kneale]] con il regista, è il 2° film della serie Hammer che, nella sua miscela di fantascienza e horror, riflette in modi bizzarri l'isteria allarmistica da guerra fredda (come in USA ''[[L'invasione degli ultracorpi]]'', 1956). (''[[I vampiri dello spazio]]''; 2010, pp. 1618-1619) *La vita del Cristo secondo uno dei tre evangelisti sinottici da cui, però, sono stati espunti tutti i passi escatologici e la maggior parte dei miracoli. È un film laico, rivolto a mettere in luce l'umanità più che la divinità di un Gesù severo, pugnace, medievale, carico di tristezza e di solitudine. Quando il regista riesce a far coincidere il testo di Matteo con l'autobiografia, la passione con l'ideologia, è il film di un poeta. In senso teologico, è un vangelo senza speranza. Con il suo sincretismo formale, i riferimenti pittorici, la scabra luminosità, il richiamo a un Terzo Mondo che non è più solo preistoria, raggiunge una forte tonalità epica e religiosa. (''[[Il Vangelo secondo Matteo]]''; 2000, p. 1445) *Seguito di ''La maschera di Frankenstein'' (1957) cui è superiore: il personaggio del barone, vero protagonista della serie della britannica Hammer (mentre quella hollywoodiana dell'Universal privilegiava la Creatura, cioè Boris Karloff), è di una complessità insolita, grazie alla sceneggiatura articolata di Jimmy Sangster, e T. Fisher non gli nega la comprensione, se non la simpatia. (''[[La vendetta di Frankenstein]]''; 2000, p. 1450) *Il 1° dei 3 western di [[Fritz Lang|Lang]], e non il migliore. Più che sul tema della giustizia, svolto in modo troppo didattico, trova i suoi motivi di interesse in quelli della vendetta e della colpa. [[Gene Tierney|G. Tierney]] esordiente è già fascinosa. (''[[Il vendicatore di Jess il bandito]]''; 2000, p. 1451) *Film di culto per gli amanti del cinema nero: eleganza, decadenza, perversione, crudeltà, umorismo e una forte vena di necrofilia ne fanno un cocktail unico. Il motivo di David Raksin ("Laura") incanta ancora oggi. Uno di quei film felici dove tutto concorre al risultato finale: regia, sceneggiatura, fotografia (J. LaShelle, premio Oscar), scenografia, musica. (''[[Vertigine (film 1944)|Vertigine]]''; 2000, p. 1463) *Il surrealismo del vecchio maestro spagnolo è al massimo della sua forma in questa deliziosa, sarcastica scorribanda attraverso le eresie, da lui prese come segni di una dialettica tra fede e ideologia, potere e libertà. (''[[La via lattea (film 1969)|La via lattea]]''; 2000, p. 1469) *Film laico sulla stregoneria, poco romantico e ancor meno mistico, fondato sulla visione: le immagini vi contano più delle parole. Alle seconde è affidata la dimensione razionale e discorsiva (diurna), alle prime quella emotiva e fantastica (notturna), ma quanto è feconda la contraddizione dialettica tra le due componenti? Domina la presenza simbolica dell'acqua, anche come parte femminile della libido. (''[[La visione del sabba]]''; 2000, p. 1478) *Commediola melensa, anacronistica e recitata a braccio. (''[[La vispa Teresa (film 1943)|La vispa Teresa]]''; 2000, p. 1479) *[...] è una commedia di carta velina sotto il segno di un ottimismo ingenuo, appena sfiorato da una vena umoristica. Nel '43 quanti italiani andarono a vederlo per constatare com'era bella la vita, almeno al cinema? ([[La vita è bella (film 1943)|''La vita è bella'', 1943]]; 2000, p. 1481) *6° film di [[Roberto Benigni|Benigni]] regista, è il più ambizioso, difficile e rischioso e il migliore: 2 film in 1, o meglio un film in 2 parti, nettamente separate per ambientazione, tono, luce e colori – essenziali i contributi della fotografia – ma complementari: la 1ª spiega e giustifica la 2ª. Una bella storia d'amore, scritta con [[Vincenzo Cerami]]: prima tra un uomo e una donna, poi per un figlio, ma l'una è la continuazione dell'altra. Il frenetico dinamismo di R. Benigni è felicemente sfogato, la sua torrentizia oralità ora debordante ora dimezzata. Un'elegante leggerezza distingue [[Giustino Durano|G. Durano]] nel più riuscito dei personaggi di contorno. ([[La vita è bella (film 1997)|''La vita è bella'', 1997]]; 2000, p. 1481) *È il film di Natale per eccellenza, uno dei capolavori del cinema sentimentale di tutti i tempi. [...] [[James Stewart|Stewart]] dà il meglio in un personaggio che passa dall'ottimismo al pessimismo più nero come la commedia passa dal comico all'incubo, dal documentario alla favola. (''[[La vita è meravigliosa]]''; 2000, pp. 1481-1482) *Melodramma popolare che anticipa la serie [[Amedeo Nazzari|Nazzari]]-[[Yvonne Sanson|Sanson]] degli anni '50 con una risentita descrizione dell'Italia in rovine (borsaneristi e cafoni arricchiti in opposizione agli stenti e alle sofferenze dei più). Una [[Alida Valli|A. Valli]] intensa e un ottimo [[Eduardo De Filippo|E. De Filippo]]. (''[[La vita ricomincia]]''; 2000, p. 1484) *La selvaggia potenza del romanzo della [[Emily Brontë|Brontë]] è un po' troppo addomesticata. Gli sceneggiatori ne hanno impoverito l'intensità e attutito il romanticismo gotico, ma il film rimane egualmente memorabile. Robusta interpretazione di [[Laurence Olivier|Olivier]]. (''[[La voce nella tempesta]]''; 2000, p. 1491) *Melodramma fiammeggiante in puro stile anni '50: società corrotta e la donna, sua vittima, trasformata in eroina con l'aureola. (''[[Vortice (film 1953)|Vortice]]''; 2000, p. 1496) ====W==== *Per più di un'ora è divertente, credibile, vispo come una commedia dei tempi d'oro. Avvince e convince meno quando assume il ritmo di un thriller d'inseguimento. La morale è di un sano pacifismo. (''[[Wargames - Giochi di guerra]]''; 2000, p. 1498) *Farsa macabra mal combinata e mal recitata, con la presunzione di far della critica sociale. Inspiegabile successo di pubblico, tale da generare un [[Weekend con il morto 2|seguito]]. (''[[Weekend con il morto]]''; 2010, p. 1684) *Immedicabile volgarità di fondo a ritmo demenziale e recitazione agitata. Sceneggiatore dell'altro, R. Klane ha fatto la regia. Il cambio di mano è inavvertibile. (''[[Weekend con il morto 2]]''; 2000, p. 1499) *Ritratto di donna in forma di monologo quasi didattico e una traccia d'azione. Per [[Teresa Russell|T. Russell]] è lo spunto per un'esibizione di alto istrionismo gestuale, fonico, recitativo. [[Ken Russell|K. Russell]], autore geniale e visionario sempre in bilico sul kitsch, ha filmato con tono di premeditata e accanita sgradevolezza, cercando di rispecchiare con onestà la materia. (''[[Whore (puttana)]]''; 2000, p. 1501) ====Y==== *Il film parte piano e lascia lo spettatore nella stessa condizione di spaesamento e incredulità vissuta dai 2 protagonisti, derubati della propria identità. La vita semplice di Mitsuha, costruita sul tramandarsi generazionale di costumi e tradizioni andate perdute, si contrappone a quella frenetica di Taki, cameriere e studente in una Tokyo spersonalizzante e superficiale. Un incontro-scontro di 2 anime ben distinte, al di là dello spazio e del tempo, che ricorda alla lontana il coreano ''[[Si-wor-ae|Il mare]]'' (2000) e il suo remake americano ''[[La casa sul lago del tempo]]'' (2006). La cometa, vista e attesa con stati d'animo diversi dai due ragazzi, diventa il simbolo dell'inevitabilità del destino e il tramite che rende indivisibile il loro legame. (''[[Your Name.]]''; 2017, p. 1719) ===Serie televisive=== *Ideatore della serie è [[J.J. Abrams]], padre del ben più noto ''[[Lost]]'', che anche in questo caso riesce, puntata dopo puntata, a tenere lo spettatore incollato allo schermo, grazie a trame e sottotrame ricche di idee e situazioni. Spiccano nel cast l'ancora semisconosciuta [[Jennifer Garner]] e un ottimo [[Victor Garber]]. (''[[Alias (serie televisiva)|Alias]]'', 2013, p. 1807) *La serie nasce da una costola di ''[[Buffy l'ammazzavampiri]]'', giunta con successo a cavallo del 2000 alla terza stagione. Benché parte del cast e la produzione siano le stesse, è un prodotto televisivo più cupo e dark, cui mancano quei guizzi geniali che caratterizzavano la serie madre, non riuscendo quindi a imporsi come cult dei primi 2000 al pari di quanto è avvenuto per la famosa cacciatrice di vampiri. (''[[Angel (serie televisiva)|Angel]]'', 2013, p. 1808) *Irriverente e scorretto, in pieno stile AMC, una delle reti televisive USA più all'avanguardia di oggi. (''[[Breaking Bad]]'', 2016, p. 1712) *Nato dalla mente televisiva di [[Josh Schwartz]], già ideatore di prodotti di culto tra i giovani come ''[[The O.C.]]'' e ''Gossip Girl'', è un perfetto cocktail di azione e comicità, definizione di personaggi completi e tanta spontaneità per uno dei telefilm più particolari degli ultimi anni. Difficile da catalogare. (''[[Chuck]]''; 2013, p. 1811) *La serie parte da un flashback nell'anno in cui è avvenuto il crimine e si muove poi avanti e indietro nel tempo in maniera quasi totalmente libera. Ottima fotografia dalle luci particolari ma incredibilmente efficaci per le scene del passato, bella colonna musicale con alcune delle canzoni più celebri del periodo. È la prima serie esterna al format ''[[CSI]]'' a comparire in un crossover con ''[[CSI: NY]]''. (''[[Cold Case - Delitti irrisolti]]''; 2013, p. 1812) *La serie è infestata da dialoghi assurdi e situazioni improbabili e mette a dura prova i nervi di uno spettatore normale, eppure resta una pietra miliare dell'evoluzione del teen drama ed è stata ispiratrice di buona parte delle serie per i più giovani. (''[[Dawson's Creek]]''; 2013, p. 1813) *Conclusasi all'8ª stagione, ha conquistato l'America e il mondo con una certa dose di suspense e una comicità un pó cinica. Si vocifera che la fama improvvisa che ha investito le attrici abbia creato una spirale di gelosie e rivalità tra di loro che rendevano il set pressocché invivibile. (''[[Desperate Housewives]]''; 2013, p. 1813) *Liberamente ispirato a Sherlock Holmes, ''Dr. House'' si presenta come il più originale dei telefilm medici, e le vicende ospedaliere riescono a equilibrarsi con le storie personali. (''[[Dr. House - Medical Division]]''; 2013, p. 1815) *Un cast di grandi nomi ([[Michael Crichton]] il creatore, [[George Clooney]] e [[Julianna Margulies]], tra i protagonisti delle prime stagioni) e una regia di ottimo livello hanno saputo soddisfare le aspettative dei fan per tutto il tempo della sua durata, senza cali. (''[[E.R. - Medici in prima linea]]'', 2013, p. 1815) *Accolta inizialmente con grandi critiche, la serie è tra le più longeve e seguite di sempre, imponendosi come un'ottima risposta europea all'egemonia dei serial USA. In patria ha battuto ogni record di longevità (per una serie TV). Unico paese dove la serie non ha spopolato rimangono (stranamente) gli Stati Uniti. (''[[L'ispettore Derrick]]''; 2013, p. 1819) *Ideata e scritta principalmente dall'attore e scrittore [[Julian Fellowes]], andata in onda per la prima volta nel 2010, la serie è riuscita facilmente nella scalata al successo. È sicuramente il prodotto anglo-americano di maggior successo, ha ottenuto nel 2012 il primato di serie con il numero più alto di nomination agli Emmy Awards nella storia del premio. È attualmente uno degli show più diffusi in tutto il mondo. Per la tenuta di Downtown Abbey, vera e propria protagonista, è stato utilizzato l'Highclere Castle, nello Hampshire. [[Maggie Smith]], nei panni della capostipite e tradizionalista Violet, è indimenticabile. (''[[Downton Abbey]]''; 2016, p. 1723) *La CBS propone un genere di difficile gestione e temi che tendono al tragico, ma le sceneggiature coinvolgenti e ben bilanciate rendono la serie piacevole e scorrevole, mantenendola a ottimi livelli fino alla sua conclusione nel 2010. (''[[Ghost Whisperer - Presenze]]''; 2013, p. 1816) *La serie è diventata un vero e proprio cult per i giovani della cosiddetta ''iPod generation'' e, tra segreti, misteri, tormentate storie d'amore e personaggi rigorosamente di bell'aspetto, ha saputo farsi strada nel difficile mondo degli ascolti per ben 6 stagioni ospitando svariate guest star del mondo della TV e della musica. (''[[Gossip Girl]]''; 2013, p. 1817) *Tra gli esordi più felici della storia della TV: i suoi primi episodi la rendono una delle migliori serie fantascientifiche degli ultimi anni. Poi ha perso lo smalto e il decadimento, in termini di ascolti, ne ha determinato la cancellazione improvvisa, senza che gli autori avessero il tempo di scrivere un finale conclusivo e soddisfacente. A nulla sono valse le petizioni dei fans e i tentativi di attori e produttori di portare i personaggi sul grande schermo per un'ultima, definitiva e conclusiva avventura. (''[[Heroes]]''; 2013, p. 1818) *Alla base del progetto e ideatore della serie, [[Carlo Lucarelli]], scrittore italiano di successo specializzato in romanzi gialli e noir. A detta dello stesso Lucarelli, a ispirare la serie sono stati i film dedicati all'ispettore Callaghan. (''[[L'ispettore Coliandro]]''; 2013, p. 1818) *La serie nasce come uno dei 4 ''spin-off'' della serie ''Arcibaldo'' ed è riuscita col tempo a sovrastare il successo dello show d'origine mantenendosi al top della fama per 11 stagioni e segnando la storia della TV a cavallo tra gli anni '70 e '80. Le tematiche politiche sono trattate sempre senza aggressività o pesantezza, anche in episodi il cui tema centrale coinvolge questioni delicate di gravità non indifferente, quali il razzismo, il suicidio o l'analfabetismo. (''[[I Jefferson]]''; 2013, p. 1819) *Tra i più famosi polizieschi degli ultimi anni, seguito da svariati ''spin-off'' ([[Law & Order: LA|l'ultimo]] di questi ambientato a Los Angeles), la serie è in grado di fornire una visione a 360° del sistema giuridico-investigativo USA, senza lasciare nulla di non detto o inconcluso. (''[[Law & Order - I due volti della giustizia]]''; 2013, p. 1819) *Un ottimo soggetto e un grande [[Tim Roth]] purtroppo non hanno salvato questa serie che, dopo 2 anni di successi, è stata cancellata alla sua 3a (un po' più scarsa) stagione. (''[[Lie to Me]]''; 2013, p. 1819) *Forte di una trama avvincente, di una struttura sofisticata in bilico continuo tra presente e passato, di un cast vario e intrigante, può forse essere considerato il più celebre telefilm dei primi anni 2000. Il finale della serie è stato seguito (ufficialmente) da circa 25 milioni di persone nel mondo. (''[[Lost]]''; 2013, p.1819) *La risposta femminile a ''[[Queer as Folk]]'' introduce a un mondo abbastanza sconosciuto, guidando lo spettatore nella vita dei personaggi, con alternanza di comicità e tragedia. Comunque in profondità. (''[[The L Word]]''; 2013, p. 1820) *Nonostante le svariate incongruenze riscontrabili nel corso delle varie stagioni e l'assurdità degli episodi vissuti da MacGyver, le sue imprese, come avvenne anche con [[Chuck Norris]], sono diventate oggetto di innumerevoli battute e freddure, e questa è una delle serie che ha avuto più presa sulla gioventù degli anni '80 in tutto il mondo. (''[[MacGyver]]''; 2013, p. 1820) *Straordinaria ricostruzione di un paese contraddittorio, dalle scene e dai costumi di una perfezione unica, ai dettagli comportamentali, alle abitudini e ai pensieri di personaggi meravigliosamente delineati di questi Stati Uniti ormai perduti. Vincitore di svariati Emmy Award e Golden Globe. (''[[Mad Men]]''; 2016, p. 1740) *I baffi e i magnifici occhiali a goccia di [[Tom Selleck]], cult degli anni '80, sono poi divenuti simbolo dell'intera decade. (''[[Magnum, P.I.]]''; 2013, p. 1820) *Una serie di successo che ha saputo conquistare migliaia di fans nel mondo grazie ai suoi personaggi un po' bizzarri ma indimenticabili e alla genuinità ironica e brillante nel raccontare i rapporti umani più importanti della vita, che spesso sono i più complicati. (''[[Una mamma per amica]]''; 2013, p. 1820) *Un raro esempio di show poliziesco dai risvolti sovrannaturali che, portando sullo schermo un personaggio realmente esistito, ha saputo conquistare una folta parte di audience americana che, normalmente, non si avvicina al poliziesco. Ottimo equilibrio tra le premonizioni, le indagini e la vita famigliare. (''[[Medium (serie televisiva)|Medium]]''; 2013, p. 1821) *Prodotta dai fratelli [[Ridley Scott|Ridley]] e [[Tony Scott]], sempre molto attivi sul versante della produzione televisiva, la serie ha fatto incetta di premi nel tempo, tra cui il Premio Carl Sagan, conferito per "la comprensione pubblica della scienza". Nell'arco di 6 stagioni molti ruoli secondari sono stati affidati a star di successo del mondo televisivo. (''[[Numb3rs]]''; 2013, p. 1823) *Un teen drama incredibilmente longevo che ha saputo trovare la chiave per rinnovarsi costantemente anno dopo anno. In particolare si è rivelata una scelta giusta il salto temporale di 4 anni nel futuro operato nella 5ª stagione, che ha permesso agli autori di mantenere lo stesso cast e gli stessi personaggi cresciuti senza arrampicarsi sui vetri con spiegazioni. (''[[One Tree Hill]]''; 2013, p. 1823) *Un magistrale prodotto TV per un genere che raramente ha trovato realizzazioni di questo livello sul piccolo schermo. Tensione continua. Per onorarla in maniera originale, i produttori decisero di finirla col botto e, anziché sviluppare una conclusione canonica, girarono uno speciale di 2 ore intitolato ''Prison Break: The Final Break''. (''[[Prison Break]]''; 2013, p. 1824) *{{NDR|Addison Montgomery}} Uno dei personaggi più riusciti nati dalla penna di [[Shonda Rhimes]], secondo molti la donna più potente della TV americana, abbandona la serie d'origine ''[[Grey's Anatomy]]'' guadagnandosi uno show tutto suo, dove può mostrare per 6 stagioni le mille sfaccettature di una donna che potrebbe avere tutto, ma alla fine sembra sempre uscire perdente dalla vita. (''[[Private Practice]]''; 2013, p. 1825) *Dopo il successo ottenuto al cinema e sulla carta stampata, ecco la serializzazione del più celebre dei supereroi, Superman, mostratoci qua nella sua vita da adolescente spaventato dai propri poteri, prima di diventare il paladino della giustizia ed eroe dell'umanità che tutti conosciamo. (''[[Smallville]]''; 2013, p. 1828) *Un ottimo prodotto che è stato, giustamente, indicato come l'opera di cultura pop più importante degli ultimi 25 anni. Una curiosità: gli attori che impersonano i mafiosi hanno tutti origine italiana. Singolare e ancora inspiegata la freddezza dell'accoglienza in Italia, unico paese dove gli ascolti della serie non hanno raggiunto i record mirabolanti come nel resto del mondo. (''[[I Soprano]]''; 2013, p. 1828) *Tra le prime e più celebri serie TV italiane che, ispirandosi alle tendenze d'oltreoceano, mostrano un mondo di giovani pensato per i giovani. Nonostante l'alto audience, la maggior parte dei protagonisti non ha avuto fortuna negli anni successivi. (''[[I ragazzi della 3ª C]]''; 2013, p. 1825) *Esilaranti le visioni mentali del simpatico J.D. dal cuore d'oro. L'ultima stagione, nella quale alcuni membri del cast hanno raggiunto il ruolo di mentori di nuove leve dell'ospedale, rappresenta una delle peggiori scelte di mercato televisive che, pur di sfruttare la fama della serie fino all'ultimo, ha gettato al vento 8 anni di grande qualità per un prodotto finale scadente e banale. (''[[Scrubs - Medici ai primi ferri]]''; 2013, p. 1826) *Comicità originale dall'impostazione innovativa (i personaggi sono 30enni single legati da vincoli di amicizia e cinicamente indifferenti alla morale comune), che provoca spesso e volentieri disastri nelle vite altrui senza scomporsi mai troppo. Vincitrice di 10 Emmy Award e 3 Golden Globe. (''[[Seinfeld]]''; 2013, p. 1827) *La serie, i cui episodi sono spesso incentrati su problemi della vita di tutti i giorni e sulle difficoltà che si affrontano crescendo, era molto impostata sull'etica cristiana protestante e oscurata dal bigottismo della società americana. Al punto di aver fatto gradualmente sparire dalla scena una delle sue protagoniste, la sorella maggiore Mary, perché l'interprete [[Jessica Biel]] aveva posato in costume sulla copertina di alcune riviste. Ironia della sorte, la Biel è l'unico membro del cast ad aver avuto fortuna nella sua carriera, divenendo una star di livello internazionale. (''[[Settimo cielo]]''; 2013, p. 1827) *Il successo della serie, seppur poco longeva, ha assicurato ai due protagonisti fama pressoché eterna, rinfrescata da un [[Starsky & Hutch (film)|adattamento cinematografico]] del 2004. Anche grazie alla serie la Ford Gran Torino è diventata una delle automobili più amate e più richieste dai collezionisti. (''[[Starsky & Hutch]]''; 2013, p. 1828) *Con un merchandising paragonabile forse solo a quello di ''[[Guerre stellari]]'', è sicuramente una delle serie di fantascienza più amate di tutti i tempi: prova ne sono gli 11 film per il cinema, la serie animata e gli svariati ''spin-off'' prodotti nel corso degli anni. (''[[Star Trek (serie classica)]]''; 2013, p. 1828) *Serie di punta della Warner Bros che per 8 anni ha stuzzicato l'immaginazione di ragazzine e bambine nei primi anni 2000. (''[[Streghe]]''; 2013, p. 1829) *Nemmeno il terribile e oltraggioso adattamento italiano della serie (nell'originale Francesca Cacace è Fran Fine, giovane ebrea dalla famiglia ingombrante) è stato in grado di rovinare la comicità spontanea e innocente di questa serie, caposaldo tra le sitcom dei dorati anni '90. (''[[La tata]]''; 2013, p. 1829) *La serie, ottima nella riproduzione del passato al pari di quanto lo era stata ''[[Happy days]]'', ha anche lanciato un'intera nuova generazione di attori che è riuscita facilmente a farsi strada al termine delle riprese. (''[[That '70s Show]]''; 2013, p. 1829) *Remake statunitense di ''Yo soy Betty, la fea'', telenovela colombiana di successo. Lo show, che ricorda molto nei primi episodi il film ''[[Il diavolo veste Prada]]'', è leggero e piacevole nel suo guardare con ironia al contraddittorio e un pó perverso mondo della moda, fatto di apparenza e nessuna sostanza. (''[[Ugly Betty]]''; 2013, p. 1830) *Buon prodotto televisivo la cui forza risiede nei 2 protagonisti e nel disegno del rapporto che li unisce, contraddittorio ma incredibilmente genuino e affettuoso. A interpretare il giovane truffatore Neal è uno dei volti considerati più affascinanti dello star system, quello del fino ad allora sconosciuto [[Matt Bomer]]. (''[[White Collar]]''; 2016, p. 1771) *Un cult, capostipite nel suo genere e grande maestro di mistero e tensione. (''[[X-Files]]''; 2013, p. 1832) ==Note== <references/> ==Bibliografia== *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini: dizionario dei film 2001'', con la collaborazione di Sandro Mogni e Saverio Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2000. ISBN 88-08-03105-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2011: dizionario dei film'', con la collaborazione di Mauro Tassi, Zanichelli, Bologna, 2010. ISBN 978-88-08-22722-5 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2014: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2013. ISBN 978-88-08-34476-2 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2017: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2016. ISBN 978-88-08-75703-6 *Laura, Luisa e Morando Morandini, ''il Morandini 2018: dizionario dei film e delle serie televisive'', Zanichelli, Bologna, 2017. ISBN 978-88-08-29119-6 ==Voci correlate== *[[Morando Morandini]] *[[Il Mereghetti]] *[[il Farinotti]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Enciclopedie del cinema|Morandini]] 8mlk7dy2whe4kqim0pvbgt0bqb40rj4 Futurama (terza stagione) 0 88982 1349950 1308297 2024-11-03T10:30:31Z ~2024-8632 100185 /* Episodio 13, Successo da paralisi */Ho aggiunto qualcosa in più 1349950 wikitext text/x-wiki {{Torna a|Futurama}} [[Immagine:Futurama 1999 logo.svg|right|thumb]] {{cronologico}} ===Episodio 1, ''Amazzoni in amore''=== *Criptato dalla Comedy Bee (Ape buffa) ('''Sottotitolo durante la sigla''') *Secreto dalle Comedy Bee. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''Secreted by the Comedy Bee'' *'''Hermes''': Gente, abbiamo un problema: Mordicchio vomita sempre pallottole di pelo. </br> '''Leela''': Succede anche a Fry, qual è il problema? *Ma vaffanlobo! ('''Amy''') *'''Brannigan''': Vorrei negoziare un doppio appuntamento, tu e io, Kif e Amy. </br> '''Leela''': Scordatelo. </br> '''Brannigan''': Allora diamo inizio alle trattative: io propongo un accordo di dieci appuntamenti. </br> '''Leela''': Che ne dici di zero? </br> '''Brannigan''': Nove. </br> '''Leela''': Zero. </br> '''Brannigan''': Sette. </br> '''Leela''': Zero! </br> '''Brannigan''': Otto? </br> '''Amy''': Ti prego Leela, Kif è il ragazzo più tenero che mi abbia mai amato. </br> '''Brannigan''': Cinque, ed è la mia ultima offerta ... Quattro! </br> '''Leela''': Uno. </br> '''Brannigan''': Due. </br> '''Leela''': Metà. </br> '''Brannigan''': Accetto! Ci vediamo stasera per una parte di cena e il primo tempo di un film! *Se ti dicessi che hai un corpo stupendo, ti spoglieresti e verresti in pista a fare due salti? ('''Kif''', leggendo i suggerimenti di Zapp Brannigan per conquistare Amy) *Secondo me la parte più erotica della donna sono le bocce. ('''Kif''', leggendo i suggerimenti di Zapp Brannigan per conquistare Amy) *C'è un solo modo per conquistare il cuore di una donna e tutto quello che c'è intorno. Naturalmente parlo del... [[karaoke]]! ('''Zapp Brannigan''') *Non c'è ristorante al mondo che io non sappia pilotare. Dove ci vogliamo dirigere? Vediamo...che prestazioni ha questa "mangioteca" ... Ah, è costruita come una bisteccheria, ma si porta come un fast-food ... AH! Ho perso il controllo! {{NDR|andandosi a schiantare con l'astronave}} Hai vinto ancora tu, gravità! ('''Brannigan''' riferendosi alla navicella da pilotare) *Il numero da voi selezionato si è schiantato contro un pianeta. ('''Voce telefonica registrata''') *Oh! "Mia divinità a piacere"! ('''Bender''') *'''Leela''': Scusa, che fine hanno fatto gli uomini? </br> '''Amazzone''': Uomini estinti da parecchio. </br> '''Bender''': Con tutte queste donne in giro, saranno morti per i cazziatoni, siete d'accordo ragazzi? *'''Amazzone #1''': Ho sentito dire che uomini usati per Snu-Snu. Uniche prove che abbiamo di questo è antica leggenda e vecchio abbonamento a Cosmo. </br> '''Brannigan''': Se la cosa interessa, io mi offro per fare Snu-Snu ... </br> '''Amazzone #1''': Silenzio! Volete morire come ultimi uomini che ci hanno visitato? </br> '''Fry''': Che gli avete fatto ? </br> '''Amazzone #2''': Fracassato i bacini... </br> '''Fry''': Grande! </br> '''Brannigan''': Ti ringrazio signore delle Galassie! *Addio amici. Non avrei mai pensato di morire così ... Ma dentro di me lo speravo! ('''Fry''', riferito alla morte per Snu-Snu) *'''Leela''': Bender, puoi interagire con fem-puter e riprogrammarla per annullare l'ordine ... </br> '''Bender''': Tu puoi interagire con il mio sedere! Lucidamelo! ===Episodio 2, ''Un parassita perduto''=== *Se non ti diverte, scrivi a qualche onorevole. ('''Sottotitolo durante la sigla''') *Se non diverte, scrivete al vostro parlamentare. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''If Not Entertaining, Write Your Congressman'' *Nella mia bocca c'è una festa dove vomitano tutti! {{NDR|Dopo aver assaggiato un sandwich avariato comprato nel bagno di un Autogrill per camionisti}} ('''Fry''') *Scruffy muore esattamente come ha vissuto. {{NDR|Soffocando nei gas di scarico, mentre legge un numero di "tette a gravità zero" su un'amaca}} ('''Scruffy''') *Come Frizza! ('''Scruffy''') *Ah, lo stomaco, maestosa anticamera dell'[[intestino]]! ('''Prof. Farnsworth''') *Questa è la cosa più sdolcinata che mi abbiano mai detto! Andiamo in camera da letto! ('''Leela''') *Sono felice come quando ho ricevuto doppia razione di zuppa all'orfanotrofio! ('''Leela''') *Sai cosa rende la salsa speciale così speciale? Noi! ('''Re dei vermi nello stomaco di Fry''') *Se può esserti di conforto, la mia vita è uno sballo! Pupe, grana, e chi più ne ha più ne metta. ('''Bender''') ===Episodio 3, ''Aiuto, è Natale!''=== *Sacro maiale in agrodolce di tutte le Samoa, dobbiamo difenderci da Babbo Natale. ('''Hermes''') *Chiudete quel caminetto, marmittoni! Mi restano pochi anni da vivere e non voglio viverli da morto. ('''Professor Farnsworth''') *Fatti sotto Babbo Natale! Quel drogato assetato di sangue non potrà farci niente se non saremo così stupidi da lasciare l'edificio. ('''Professor Farnsworth''') *Io aiuto quelli che si aiutano da soli. ('''Zoidberg''', vestito da Gesù) *Babbo Natale, mi hai salvato la vita, ora non uccidermi. ('''Bender''') ===Episodio 4, ''Il quadrifoglio''=== *Trasmesso in simultanea un anno nel futuro. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''Broadcast simultaneously one year in the future'' *Sono proprio sfortunato! Ho investito [[gatto nero|gatti neri]] che erano più fortunati di me. ('''Fry''') *{{NDR|Horse D'Oeuvres}}<br>'''Cassiere''': Abbiamo hamburger di cavallo, patatine fritte di cavallo, dolci di cavallo e frullati di cavallo. Tutto cavallo fresco.<br>'''Hermes''': Sembra molto buono.<br>'''Cassiere''': Ci teniamo che i nostri cavalli siano nutriti con un concentrato di cavallo altamente genuino.<br>'''Leela''': Io prendo la frittata a basso colesterolo di cavallo pazzo.<br>'''Cassiere''': E lei, signore, che tipo di cavallo vuole?<br>'''Hermes''': Una bibita cavallo.<br>'''Cassiere''': Matta cavallo va bene? *Caro Dio dei cavalli, so che non mi rivolgo mai a te ed a volte dubito anche della tua esistenza, ma adesso ho bisogno di un po' di fortuna, ti prego dammi un segno! ('''Fry''') *'''Bender''': Piegare è il mio secondo nome!<br />'''Fry''': Davvero?<br />'''Bender''': Sì, il mio nome completo è Bender Piegare Rodriguez! *La vecchia New York: la città che ha ispirato un casino a Las Vegas! ('''Bender''') *Ah, la colonna sonora del ''[[Breakfast CLub]]''! Non vedo l'ora di essere abbastanza vecchio per provare emozioni per queste cose! ('''Fry''') *Più vicini al paradiso non si può ('''Iscrizione del cimitero orbitale ("Orbiting Meadows")''') :''You'll never get any closer to heaven'' *Philip Fry – Il marziano originale – Qui giace Philip J. Fry, chiamato come suo zio, per portare avanti il suo spirito. :''Philip Fry – The original martian – Here lies Philip J. Fry, named for his uncle, to carry on his spirit.'' ('''[[Epitaffi dalle serie televisive|Epitaffio]] di Philip Fry''') ===Episodio 5, ''Pingui-bot di Gel-catraz''=== *''Ora con Ridolin'' ('''Sottotitolo iniziale''') :''Now with Chucklelin'' *'''Prof. Farnsworth''': Buone notizie ragazzi, state per partire per una missione estremamente controversa. </br>'''Fry''': Controversa? </br> '''Prof. Farnsworth''': Ma no, che dico, no... *'''Prof. Farnsworth''': Vieni Fry, o forse dovrei dire capitano Fry. No, non dovrei, perché sarà Bender il nuovo capitano. </br> '''Fry''': Bender? </br> '''Prof. Farnsworth''': Esatto. Essere [[Comandante (nautica)|capitano]] significa avere cuore ed intuizione, un bravo capitano non deve avere ne l'uno ne l'altro, ecco perché il freddo Bender è perfetto per questo lavoro. </br> '''Bender''': Oh, io sacrifico volentieri la vita di un essere umano. *Niente applausi, ogni volta che battete le mani uccidete migliaia di spore che un giorno andranno a formare un bel fungo nutriente! Mostrate la vostra approvazione alzando il pollice! ('''Free Waterfall, Sr.''') *Perché far ricorso alla [[nonviolenza]]? Non gli possiamo rosolare le chiappe? ('''Leela''') *'''Bender''': Qual è la prima [[Regole dalle serie televisive|regola]] di un bravo [[Comandante (nautica)|capitano]] secondo Peter Pappagallo? </br> '''Fry''': Rispettare sempre la gerarchia del comando, capitano. </br> '''Bender''': Esatto Sbrillo, ti sei appena guadagnato un invito alla tavola del tuo capitano. *Brillante! ('''Zoidberg''') *Vuoi smettere di dire panzane? Quelle non sono medaglie, sono tappi di bottiglia e fettine di salame. ('''Fry''' rivolto a Bender) *Ahahah! Umanoide oleoso! ('''Morbo''') *'''Avvocato''': Figliolo, in qualità di avvocato devo comunicarti che ti sei cacciato in una tanica di problemi, ma abbiamo raggiunto un accordo: 5 ore di servizio alla comunità in cui ripulirai il casino che hai provocato. </br> '''Bender''': 5 ore? Ma siamo impazziti? Non poteva farmi dare la pena di morte piuttosto? </br> '''Avvocato''': Ho fatto del mio meglio, ma è complicato un botto difendere una causa aspettando un processo per quel tipo di incompetenza. {{NDR| Viene mostrato che in realtà è l'avvocato ad essere in prigione}} </br> '''Bender''': Già, in culo alla balena allora. *Bender, non potresti almeno far finta di essere in punizione? ('''Leela''') *Sono neri con le piume bianche o bianchi con le piume nere? ('''Smitty''' riferito ai [[pinguino|pinguini]]) *Ma di che diavolo è fatta quest'acqua? Di ghiaccio? Vaffanchiappola! ('''Bender''') *La smetta di sgridarmi! ('''Zoidberg''' rivolto a Fry, il capitano della nave) *'''Free Waterfall, Sr.''': La situazione sta peggiorando, a quanto pare il petrolio è una droga sessuale naturale. È una sorta di miscela perversa di estrogeni di pinguino, viagra di pinguino e corno di rinoceronte: sono diventati ultrafertili. </br> '''Leela''': Ultra quanto? </br> '''Free Waterfall, Sr.''': Guarda, di solito i pinguinio comune depone un uovo all'anno. Dopo il disastro i nostri pinguini depongono sei uova ogni quarto d'ora. E ogni uovo si schiude dopo dodici ore. Anche i maschi depongono le uova. *Non so perché, ma quando guardo le loro piccole facce mi viene voglia di vomitare! In senso buono, eh! ('''Bender''') *Ehi, sono io, il vostro adorabile dittatore! ('''Bender''') *'''Fry''': Allora, sei riuscita ad aiutare in pinguini?<br>'''Leela''': Ma certo! Insomma, non esattamente...Insomma, io spero che ci pensarà la [[natura]]. Non potrà rovinare le cose più di quanto onn abbiamo fatto noi per risolverle. ===Episodio 6, ''Il pizzetto ballerino''=== *Non sei un sonnambulo, sei un piegambulo! ('''Fry''', rivolto a Bender) *Beh, d'altro canto la cosa non mi sorprende affatto: dopotutto non ho fatto altro che piegare cose fin dal giorno in cui sono nato. ('''Bender''') *'''Amy''': Te lo ricordi il tuo compleanno?<br />'''Bender''': Certo! L'ho festeggiato 4 anni fa... *'''Bender''': {{NDR|con il pizzetto di Flexo}} Barista! Per me una bomba alla pesca e per lei (Angleyne) il drink più femminile della casa.<br />'''Barista''': Due bombe alla pesca in arrivo! *Perciò, morale della storia, se vuoi colare a picco, legati ad un blocco di cemento. ('''Bender''') *'''Angleyne''': Bender! Mi hai ingannata!<br />'''Bender''': Proprio così bambolina. Io non sono il tuo amichetto Flexo, quello che ami ancora alla follia. Ami persino chiunque faccia finta di essere lui.<br />'''Angleyne''': [[Dichiarazioni d'amore dalle serie televisive|Ti amo]] così tanto che sono pronta ad amarti a prescindere da chi fingi di essere...<br />'''Bender''': Ah, come vorrei poterci credere o almeno riuscire a capire quello che hai detto... *{{NDR|Bender lo spintona da dietro}} Grazie caro, l'ho apprezzato. {{NDR|ride}} No, scherzavo, mi ha decisamente infastidito! ('''Flexo''') *'''Angleyne''': Smettetela! Non vale la pena litigare per me!<br />'''Bender''': Probabilmente no, ma io ti amo e intendo mazzolarlo finché non sarai mia! ===Episodio 7, ''Cervello grosso, scarpa fine''=== *'''Hermes''': C'è qualcosa di strano; prima esplode la civiltà della magica Roma spaziale, poi va a scatafascio il Don Martin III ed adesso Twinis12!</br>'''Fry''': Il prossimo ad esplodere sarà questo pianeta al centro della mappa!</br>'''Leela''': Quello è la Terra! </br>'''Fry''': ... </br>'''Leela''': È il pianeta sul quale viviamo! </br>'''Fry''': Non vorrei essere nei loro panni! *Il secondo premio? È un eufemismo per dire perdente! ('''Bender''') *'''Leela''': Quindi il tuo vero nome è Lord Mordicchio? Che conicidenza! <br/>'''Mordicchio''': È per facilitarti le cose, perché nel tempo che impiegheresti per pronunciare anche una sola lettera del mio vero nome nascerebbero e morirebbero un trilione di cosmi in una notte eterna! ===Episodio 8, ''Un gambero da ridere''=== *La Terra, strano pianeta. Sulla Terra alla gente piace mangiare le cozze, sul mio paneta alle cozze piace mangiare la gente. {{NDR|Silenzio del pubblico}} Devo alzare il volume della voce? Sulla Terra sono sempre tutti alla ricerca di un calamaro gigante, sul mio pianeta... {{NDR|Bender inizia a tirargli pomodori}} Questi vermi parassiti possono perforare il cervello di un uomo. ('''Zoidberg''') *'''Hermes''': Sei un gamberaccio squattrinato dottore, non te lo sei ordinato da solo di fare il comico? <br/> '''Zoidberg''': Ma ho la comicità nell'apparato riproduttivo, mio zio Harold era una famosa star di Hollywood, nell'era degli ologrammi muti. *Geniale! ('''Bender''') *'''Calculon''': Sei il mio nuovo scaldabagno? <br/> '''Bender''': No, sono Bender, ci siamo già incontrati, ricordi? <br/> '''Calculon''': Assolutamente no! <br/> '''Bender''': Oh, andiamo, ti ho dato il tormento per tutta la sera, non ti ricordi? Sono stato veramente pesante. <br/> '''Calculon''': Senti, mi hanno programmato per essere pieno di impegni, se non sai riscaldare l'acqua a 210 gradi la cosa non mi interessa. <br/> {{NDR|Calculon chiude la porta, ma Bender risuona}} <br/> '''Calculon''': Sei andato in loop? Qualche corto circuito? Oggi non mi serve nessun Bender! ! <br/> '''Bender''': Bender? No, Bender era quell'altro, io sono Boiler! <br/> {{NDR|Sotto la doccia}} <br/> '''Calculon''': Splendido Boiler! <br/> '''Bender''': Grazie però chiamami Bender! *'''Cameriere''': Allora, che vi porto? <br/> '''Zoidberg''': Il pane è gratis? <br/> '''Cameriere''': Sì. <br/> '''Zoidberg''': Ce ne porti un chilo. *Un oscar dici? Il che mi tirerebbe fuori da questo covo di pantegane corrotte che si chiama televisione. ('''Calculon''') *Si, posso garantirti tutto quello che vuoi. ('''Bender''') *Il fatto che sia una scena drammatica non vi impedisce di escogitare qualcosa di divertente in secondo piano. E fate un po' di casino, per l'amor del cielo. ('''Harold Zoid''') *'''Bender''': Tutto esaurito Calculon, l'oscar ce l'hai praticamente stampato addosso. <br/> '''Calculon''': Spero di piacere la metà di quanto piaccio a me. *Stiamo perdendo la prima. Il mio unico scopo nella vita è partecipare a una festa di Hollywood, dare due dollari al guardarobiere... ('''Fry''') *'''Bender''': {{NDR|Alla fine del film}} Splendido! È un visionario. <br/> '''Calculon''': Se ne sono andati tutti. Non è piaciuto. Ho visto dei mattoni la cui prima ha avuto molto più successo. L'oscar ce lo avevo praticamente stampato addosso? <br/> '''Bender''': Adesso capisci perché ho usato la parola praticamente. *'''Calculon''': Vincere un oscar non vuol dire saper recitare, significa guadagnarsi l'ammirazione di una comunità creativa. <br/> '''Harold Zoid''': Potremmo truccare gli Awards. <br/> '''Calculon''': Mi sta bene. *Oh mio dio! [[Sylvester Stallone]]! ('''Fry''', vedendo uno scheletro in una pozza di catrame) *Calculon ci ucciderà di sicuro. E il colpo è che è tutta colpa degli altri. ('''Bender''') *No zio! Questa sarà una morte della quale io non sarò responsabile! ('''Zoidberg''') ===Episodio 9, ''Amore tecnologico''=== *Siete pregati di alzarvi per la sigla di Futurama. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''Please rise for the Futurama theme song'' *Tremate piccoli esseri extraterrestri, la mia razza vi distruggerà! ('''Morbo''') *{{NDR|All'orfanotrofio Cookieville di minima sicurezza, quando Leela era piccola}}<br>'''Bambini''': {{NDR|In coro con tono canzonatorio}} Occhio Solo! Occhio Solo!<br>'''Kirk il cieco''': Buona percezione della profondità, Occhio Solo! Ahahah!<br>'''Leela''': Come fai a prendermi in giro, Kirk? Tu sei cieco!<br>'''Kirk il cieco''': I miei occhi non funzioneranno, ma almeno li ho tutti e due! *'''Leela''': Signor Vogel! Si ricorda di me?<br>'''Signor Vogel''': Leela! "Non vali niente e nessuno ti vorrà mai bene!"<br>{{NDR|Ridono}}<br>'''Leela''': È vero, me lo diceva in continuazione!<br>{{NDR|Si abbracciano}}<br>'''Signor Vogel''': Ah, quelli sì che erano bei tempi! *Rifletta sull'[[adozione]]. Può avere dei [[figli]] senza fare sesso! ('''Signor Vogel''') *'''Fry''': Ehi, perché quei bambini ti seguono? Hai delle caramelle sulle chiappe?<br>'''Bender''': No, si chiama [[adozione]], amico mio! Forza tesorucci, dobbiamo ritirare dodici assegni dal governo! *Io trovo che la [[chirurgia estetica]] sia ottima. Una volta io ero ''troppo'' carina, perciò ho fatto ridurre la mia bellezza qui e qui. ('''Amy''') *Tu sei molto meglio di [[normalità|normale]]! Sei ''a''normale! ('''Fry''') *Bambino normale e sano? Rendilo supersize per 49¢! ('''Cartello al Taco Bellevue Hospital''') :''Normal, Healthy Baby? Super-Size It For 49¢!'' *'''Zoidberg''': Devi fare attenzione Leela, perché i [[medici]] sono molto poveri. <br/> '''Leela''': Veramente i medici sono ricchi. <br/> '''Zoidberg''': Cosa?! Quando è successo? Stai scherzando, vero? Non è affatto divertente! *{{NDR|Sprizzante di felicità, dopo la chirurgia estetica}} Non mi sono mai sentita così insignificante! Oggi sono passata inosservata in mezzo alla folla! ('''Leela''') *Leela, sei una su 999,999 mila! ('''Adlai Atkins''') :''Leela, you're 999,999 in a million!'' *'''Fry''': Siamo persone uniche e fantastiche! Come il dottor Zoidberg, uno strano mostro che puzza come se mangiasse spazzatura!<br />'''Zoidberg''': Infatti la mangio!<br />'''Fry''': ...e il professore che è un adorabile pazzo rincitrullito!<br />'''Prof. Farnsworth''': Ah sì, è proprio vero.<br />'''Fry''': Hermes, che parla come una scimmia!<br />'''Hermes''': Dammi una banana!<br>'''Fry''': Amy è uno schizzo che viene da Marte.<br />'''Prof. Farnsworth''': E Fry... tu hai quella cosa al cervello!<br />'''Fry''': Già, proprio così! *{{NDR|Al ristornate con i suoi 12 bambini adottati}} Ricordatevi l'educazione, bambini: le forchette nella tasca sinistra e i cucchiai nella destra. ('''Bender''') *{{NDR|Ai 12 bambini adottati}} Buonanotte principi del Maine, sovrani della Nuova Inghilterra.<ref>Citazione del film ''[[Le regole della casa del sidro]]''.</ref> ('''Bender''') ===Episodio 10, ''La pietra dello scandalo''=== *Il giorno di [[Marte (astronomia)|Marte]] è meglio del giorno della Terra: butti l'immondizia dove vuoi! È un pianeta deserto! ('''Signor Wong''') *'''Signora Wong''': Fate come se foste a casa vostra!<br/> '''Zoidberg''': Non vi dispiacerà se l'ho già fatto! Comunque dovete comprare dell' altro bagnoschiuma Dom Pérignon. Con questo non ci ho neanche riempito mezza vasca! *'''Professor Farnsworth''': Certo che avete un ranch molto vasto!<br/>'''Signor Wong''': Circa 18 miliardi di acri, siamo proprietari dell'intero emisfero occidentale {{NDR|di Marte}}, che poi è quello migliore!<br/>'''Professor Farnsworth''': Lo stesso vale sulla Terra! *Possediamo tante di quelle cose che ci resta più facile marcare tutto ciò che non è nostro. ('''Signor Wong''') *Ricorda Kif, la strada più corta per il letto di una donna sono i suoi genitori! Fai sesso con loro e avrai la strada spianata! ('''Zapp Brannigan''') *'''Zoidberg''': Padrone di casa, padrona di casa, mi sto divertendo un sacco!<br/>'''Signor Wong''': Sei appena arrivato e hai già distrutto un divano, hai scarabocchiato un prezioso dipinto e hai riempito la piscina di crostacei!<br/>'''Zoidberg''': Non male per un tipo di città, eh! A proposito, mi sono preso la libertà di concimare il caviale! *Quando sono nervoso non controllo più il riflesso della mimetizzazione! Oh, cielo! Oh, mio Dio! Oh, cavoletti di Bruxelles! ('''Kif''') *'''Fry''': Prima del torace assaggio un'antenna!<br/>'''Signor Wong''': Vuoi anche dell'insalata?<br/>'''Fry''': Che schifo! *'''Amy''': Mamma, papà, vi presento Kif!<br/>'''Signor Wong''': Quello è il tuo fidanzato?! A pelle non mi piace!<br/>'''Signora Wong''': È troppo seccardino per concepire dei figli!<br/>'''Amy''': Non è seccardino! Ha soltanto le ossa piccole!<br/>'''Kif''': A dire la verità non ho uno scheletro osseo, sono sostenuto da un sistema di vesciche piene di liquidi che...<br/>'''Signor Wong''': Sì, sì, sei il classico pappamolla! Amy dovrebbe uscire con un vero uomo! Come lui! {{NDR|Indicando R.J.}} *Sembra pericoloso, qualcuno potrebbe rimanere ucciso! Fry, Leela, Bender voglio che andiate con lui! ('''Professor Farnsworth''') *{{NDR|Mentre, alla luce del fuoco, si raccontano storie di paura}} '''Bender''': E sebbene il computer fosse spento con la spina staccata, sullo schermo c'era sempre un immagine fissa! Ed era... il logo di Windows 95!<br/>'''Fry''': Che storia è, non fa paura!<br/>'''Bender''': Sì, se sei una stampante laser! *'''Kif''': I ladri mi hanno visto e sono fuggiti spaventati!<br/>'''Amy''': Oh, Kif! Sei così coraggioso!</br>'''Kif''': Sshh, ci sentiranno! *Sono troppo ricca per essere sequestrata! ('''Amy''') *Non ti disperare Kif, sai quante ne trovi di ragazze ricche e belle che si innamorano di te! Ah, ah, ah, ah! ('''Bender''') {{NDR|Dopo che Amy è stata rapita dai nativi di Marte}} *Io sono l'uomo senza nome. Zapp Brannigan al vostro servizio! ('''Zapp Brannigan''') *'''Professor Farnsworth''': Questa missione è incredibilmente pericolosa! Di sicuro qualcuno verrà ucciso. Fry, Leela, Bender!<br/>'''Bender''': Che tu sia maledetto, brutto vecchiaccio! *'''Zapp Brannigan''': Guardate, il grande volto di pietra di Marte! L'unica entrata per accedere alla riserva dei marziani! <br/>'''Leela''': Dov'è il grande sedere di pietra di Marte? <br/>'''Zapp Brannigan''': Ah, beh, quello dovrebbe essere sull'altra faccia del pianeta. *Oh, scimmia trombettiera! ('''Kif''') *''Caro diario, ho appena fatto l'amore per la seconda e ultima volta.'' ('''Kif''') *'''Vento che canta''': {{NDR|il capo della tribù dei marziani}} Su, andate pure. Scusateci per il furto e per il sequestro. <br/> '''Leela''': Aspetti, e le vostre terre sacre? <br/> '''Vento che canta''': Fancuffio alle terre, non vogliamo vivere su Marte, è una fogna! Compriamo un altro pianeta e fingiamo che sia sacro, con tanta ricchezza chi potrà opporsi? Nessuno, te lo dico io. ===Episodio 11, ''Infermità robotica''=== *Lo sponsor di Futurama è Denti Thompson, gli unici denti abbastanza forti per mangiare altri denti. ('''[[Pubblicità dalle serie televisive|Spot Pubblicitario]]''') *Oh! Che bello! Tessere [[sconto]]! Posso avere due cambi d'olio per la macchina al prezzo di uno! Se solo potessi permettermi l'olio o la macchina... Oh! Tutti questi anni, tutti questi ricordi, tutti quegli strani liquidi che fuoriuscivano dai corpi dei pazienti. ('''Dottor Zoidberg''') *'''Impiegata''': Lei vorrebbe aprire un conto pensionistico con sei dollari? Sono certa che un vero annusatore di asini come lei sa che questo le costerà dieci dollari al mese. <br/> '''Fry''': Bisogna spendere per guadagnare. <br/> '''Impiegata''': Bene signore, il suo conto è in rosso di quattro dollari. *Accidenti, ho visto file più veloci alla banca dello sperma. ('''Roberto''') *Anche io me la passo bene, sto seguendo un corso di cucina cinese serale. ('''Bender''') *L'accusa è di rapina in banca. Allora, il mio parrucchiere Keddy mi informa che la banca è un posto dove la gente mette risparmi che saranno male investiti perciò rubare in banca è un crimine fra i peggiori, perché si rubano soldi altrui che non valgono un fico secco. ('''Giudice''') * Vostro onore, chiedo di essere radiato dall'albo degli avvocati per aver presentato delle prove contro i miei clienti. ('''Avvocato''') *'''Fry''': Mi rifiuto di testimoniare perché potrei essere tritato per fare un hamburger! <br/> '''Giudice''': Ah, il sessantasettesimo emendamento... *'''Avvocato''': Sarò anche un sempliciotto pollo di campagna, ma so riconoscere quando perdo una causa. Va bene se richiedo l'infermità mentale? <br/> '''Bender''': Scontare la pena come malato di mente? Lo posso fare a testa in giù. <br/> '''Avvocato''': Cominci ad entrare nella parte, inizia lo show. <br/> '''Giudice''': Avvocato, che prove presenta per sostenere l'infermità mentale degli imputati. <br/>'''Avvocato''': Prima di tutto, hanno assunto me come avvocato difensore.<br/>'''Giudice''': Accettata l'infermità mentale! {{NDR|Batte col martelletto}} *Ascoltami Fry, solo perché credi di essere un robot non significa che tu lo sia, dopotutto io credo di essere un medico, ma questo non fa di me un medico, è merito del [[Camice bianco|camice]]... ('''Zoidberg''') *Porca miseria di Kingston! ('''Hermes''') ===Episodio 12, ''Padri e figli''=== *Ah, la birra... Tutta questa scelta e così poca differenza ... ('''Bender''') *Calma ragazzi, possiamo azzuffarci una volta ubriachi! ('''Leela''') {{NDR|Rivolgendosi a Fry e Bender che stanno discutendo su quale birra comprare}} *'''Leela''': Ascoltate, perché ognuno non si fa la sua birra? <br/>'''Bender''': Ci si può fare la birra da soli? <br/> '''Leela''': Certamente... i bambini all'orfanitrofio lo facevano sempre ... {{NDR|Bender è positivamente sconvolto}} *Mannaggia alle trote salmonate del Gange! Il mio unico figlio è stato sospeso dal collegio... ('''Hermes''') *Come ti ho clonato da uno dei miei porri, posso trovare il modo di rimandarti indietro! ('''Professor Farnsworth''', rivolto a Cubert) *'''Cubert''': Visto? Ha cominciato quel bullo. Non potevamo combatterlo con la forza così abbiamo usato il cervello... <br/> '''Professor Farnsworth''': Sai bene che non voglio che usi certe cose! *'''Dwight''': Dicono che l'alcool rende stupidi... <br/> '''Leela''': Proprio così, Dwight! Hai ragione! L'alcool è davvero molto, molto dannoso! Per i bambini. Ma quando avrai [[Ventunenne|21 anni]] diventerà davvero molto buono! *Timbra! Archivia! Oh, yeah! Per spedirlo via... ('''Hermes''') {{NDR|Sotto le note di ''Get up, Stand up'' di [[Bob Marley]]}} *'''Leela''': {{NDR|Minacciando Dwight e Cubert}} Se voi due foste figli miei, avreste una bella lezione... da vostro padre... appena tornato a casa dal Senato! <br/> '''Professor Farnsworth''': Oh per la miseria! Che hanno combinato adesso? <br/> '''Bender''': I due angioletti ci hanno dato una consegna di pizza falsa... <br/> '''Fry''': L'indirizzo era "Cacca di cane 8", ma l'universo finisce dopo "Cacca di cane 7"... <br/> '''Hermes''': Allora ragazzi, è tutto vero? <br/> '''Dwight''': Si, ma non siamo noi da punire: la squadra di scemi ci ha messo una settimana a capire che la missione era falsa. <br/> '''Cubert''': Già, inoltre fanno birra da contrabbando all'interno della compagnia! <br/> '''Bender''': Bugie! Bugie e calunnie! {{NDR|La birra all'interno di Bender inizia a fermentare}} <br/> '''Professor Farnsworth''': Stai accusando il buon Bender di questo misfatto? È un'offesa intollerabile. Voi due avete superato ogni limite. <br/> '''Hermes''': Mi ha appena tolto le parole di bocca, professore. Noi siamo i loro padri ed è ora che ci comportiamo come tali... <br/> '''Bender''': Eheheh! Comincia la violenza! <br/> '''Hermes''': Trovatevi un lavoro, fannulloni! <br/> '''Bender''': Se vuoi che i ragazzini vengano picchiati, te lo devi fare da solo ... {{NDR|Tira fuori una mazza da baseball}} *Perché ci trattano come se fossimo degli stupidi?! Siamo grandi abbastanza da lavorare in un cartone della Fox! ('''Dwight''') *'''Bender''': Oh, ragazzi l'ho appena sentita fermentare! <br/> '''Leela''': Fammi sentire! Hai pensato a come la chiamerai? <br/> '''Bender''': Avevo pensato a Bendërbrāu se è scura e Bot Weiss se è chiara! <br/> '''Fry''': Spero sia chiara così la potrò portare allo stadio! <br/> {{NDR|Bender rutta}} <br/>'''Fry''': Oh, l'ho sentita muoversi! {{NDR|Riferendosi, come se fosse un feto, alla birra che stanno facendo fermentare nella pancia di Bender}} *Gli affari sono in calo, quindi ho compilato i documenti per riclassificarvi come schiavi! ('''Hermes''') *'''Professor Farnsworth''': Amici, siamo in una spiacevole situazione, ma riusciremo comunque ad uscirne, grazie a voi e al vostro instancabile entusiasmo per la compagnia... {{NDR|Vengono inquadrati Amy, Zoidberg e Scruffy}} <br/> '''Hermes''': {{NDR|Indicando Scruffy}} Io questo tipo neanche lo conosco... <br/> '''Scruffy''': Mi chiamo Scruffy, sono il portiere. <br/> '''Professor Farnsworth''': Si certo, ci sarà utile. Ora dobbiamo concentrare i nostri sforzi e salvare la Planet Express. <br/> '''Scruffy''': Non posso, sono in pausa... *'''Dwight''': Ti sei fatto dichiarare morto tre anni fa per non pagare le tasse. <br/> '''Professor Farnsworth''': Non è stato per non pagare le tasse! Uno schiaccia un pisolino in un fossato nel parco e subito dichiarano questo e quello. <br/> '''Cubert''': Comunque io tecnicamente eredito il tuo edificio e la tua nave spaziale. Per questo la Planet Express ora è ... Eccellente Express {{NDR|Traduzione da Awesome Express}} <br/> '''Hermes''': Brutti ragazzini corrotti! Assumete personale? <br/> '''Dwight''': No! <br/> '''Hermes''': Brutti ragazzini corrotti! *'''Cubert''': {{NDR|Vedendola verniciare la navicella}} Leela, se applichiamo questa decalcomania che ho vinto nei cereali, la nave andrà più veloce. <br/> '''Leela''': E su quali basi scientifiche si fonda la tua teoria? <br/> '''Cubert''': Ho dodici anni! *{{NDR|Nuotando tra i rifiuti}} Per fortuna che non sono disperato come loro... ('''Zoidberg''') *'''Dwight''': Volevamo solo che foste orgogliosi di noi! <br/> '''Hermes''': Orgogliosi di voi? Ci avete rovinato mandandoci sul lastrico con i vostri affari sporchi e un totale disinteresse per noi! È ovvio che siamo orgogliosi di voi! *Au revoooooooooooooooir! ('''Il piccolo principe''') {{NDR|Mentre viene colpito da un giornale con una tale forza da essere scaraventato nello spazio}} *'''Dwight''': Posso usare il mitra, papà? <br/>'''Hermes''': Oh, che padre sarei se ti dicessi di no? *Per quanto mi riguarda potete ficcarvi le vostre scuse in fondo al tubo digerente! ('''Orribile Blob Gelatinoso''') ===Episodio 13, ''Successo da paralisi''=== *Se inizio a bussare non venire a rollara *È il momento di prendere il toro per le scatole! ('''Bender''') C'era un grillo in un campo di lino la formicuzza gliene chiese un fili.... (Bender che canta perché i magneti lo fanno diventare un cantante folk) *Bender è il mio migliore amico, non possiamo buttarlo per strada come le ceneri della nonna. ('''Fry''') *Maledetto il mio esibizionismo! ('''Bender''') *Non ho mai pensato di ferire qualcuno, ma neanche di aiutarlo. ('''Bender''') ===Episodio 14, ''Un amore stellare''=== *'''Fry''': Scusa Leela, ti andrebbe una gitarella su quelle barche a forma di [[cigno]]? Sono un po' pericolose, ma sono riuscito a domarle... <br/> '''Leela''': Non sono barche a forma di cigno: sono cigni. <br/> '''Fry''': Ahh... questo spiega le barchette a uovo... *'''Professor Farnsworth''': Ammirate la mia squadra di supermen mutanti! <br/> '''Leela''': Non superano i 30 centimetri. <br/> '''Professor Farnsworth''': Beh, sono ancora giovani. Ora sono dei super-neonati mutanti. Basterà accelerarne la crescita con le particelle del tempo: i cronotroni. <br/> '''Bender''': Non sono le stesse particelle che hanno distrutto un intero sistem... <br/> '''Professor Farnsworth''': Buone notizie! Andrete sulla nebulosa Tempesta a prendere i cronotroni! *Stentare fino a metà gara è la nostra strategia: sarà più amara l'umiliazione della Terra. ('''Ethan "Gomma da masticare" Tate''') *'''Fry''': Mi faccia entrare Prof. Voglio farmi bello davanti a Leela. <br/> '''Professor Farnsworth''': È più un gesto da soubrette che da basket... <br/> '''Fry''': Che ci importa? Siamo sopra di 30 punti e manca un minuto alla fine, cosa potrebbe acc... {{NDR|Un salto temporale ci porta alla fine della partita, dove i Globetrotters hanno sconfitto i Supermen con Fry in campo per 244 a 86}} *'''Leela''': Non so come hai fatto, ma anche stavolta hai incasinato tutto. Adesso gli altri pianeti cominceranno a fare battute sulle nostre mamme... <br/> '''Hermes''': Fortuna che quella buzzicona di mia madre non è più su questa terra... <br/> '''Professor Farnsworth''': Ora basta con quella donna promiscua Hermes... *'''Leela''': Il fatto è che Fry è un ragazzo dolce, però è così immaturo: adoro il suo fascino fanciullesco ma odio il suo infantilismo... <br/> '''Zoidberg''': Lo so, non è perfetto, solo che rischi di invecchiare da sola come Zoidberg... {{NDR|inizia a piangere}} Stavi dicendo? *'''Fry''': Leela, volevo complimentarmi con te per la classe cristallina con cui hai spostato quelle stelle: guarda un po' che ho portato. <br/> '''Leela''': Ah, champagne casareccio con l'offerta del 3X2, come facevi a saperlo? <br/> '''Fry''': Te lo meriti, insomma, nessuno si stancherà mai di ripetere che sei una grande capitana. <br/> '''Leela''': Oh, sei proprio un ragazzo dolce e sincero... <br/> '''Fry''': E tu sei brava e meravigliosa e soprattutto... vuoi uscire con me? <br/> '''Leela''': Fry, cerca di capire la situazione, tu sei un uomo e io sono una donna. Siamo troppo diversi... *'''Leela''': Sento puzza di imbroglio lontano un miglio. <br/> '''Fry''': Non ti ho imbrogliata! <br/> '''Leela''': E come hai fatto ? Droga nello champagne? Ipnosi? <br/> '''Fry''': No! La droga è per i falliti, mentre l'[[ipnosi]] è per i falliti con le palpebre corte... *Non essere così duro con te stesso, Fry. Hai perso la donna dei tuoi sogni, ma hai pur sempre Zoidberg! Tutti voi avete sempre Zoidberg! ('''Zoidberg''') *E che mi importa? Non sarò mai un Globetrotter. Ormai la mia vita è come quella di tutti i mortali: non ha più senso... ('''Bender''') ===Episodio 15, ''Sono uscito con un robot''=== *È terribile! Lei gli sta annodando il cappio e lui ci sta infilando dentro la testa! D'altronde è questo l'amore. ('''Professor Farnsworth''') ===Episodio 16, ''Una Leela tutta speciale''=== *Metti via quel binocolo Fry: il muro dello strip club non crollerà due volte nella stessa giornata. ('''Leela''') *'''Professor Farnsworth''': Casoriani? Nel nostro isolato? Fiamme e fuoco! Perché non se ne stanno a casa loro? <br/> '''Leela''': Professore, la prego. La società non riuscirà mai a fare progressi se non impareremo a fingere di volerci bene ... e ora andiamo a dare il benvenuto a quei orrendi forestieri. <br/> '''Professor Farnsworth''': NO! *'''Professor Farnsworth''': {{NDR|vedendo 7/8 come numero della maglietta dei NNY Mets di Leela}} Perché ti hanno dato il numero 7 barra 8? <br/> '''Leela''': Gli altri erano stati ritirati... *'''Leela''': Bender, come hai fatto ad entrare qui? <br/> '''Bender''': Essendo tuo agente, posso raggiungerti quando voglio. <br/> '''Leela''': E da quando in qua sei il mio agente? <br/> '''Bender''': Zitta un attimo, ho una chiamata. {{NDR|risponde alla chiamata}} Si? Un importante sponsor per Leela? E il conquibus? Senti, davanti ci devi mettere uno o due zeri, sennò non se ne fa niente, ok? Accetto! <br/> '''Leela''': Bender! È fantastico! Quanto gli hai scucito? <br/> '''Bender''': 100 dollari in contanti... *Quando imparerete voi umani che le razze sono tutte ugualmente inferiori ai [[robot]]? ('''Bender''') ===Episodio 17, ''Un faraone da ricordare''=== *'''Bender''': È un vero e proprio oltraggio! A che serve mettere a segno una rapina geniale se nessuno sa che sei stato tu? <br/> '''Fry''': Puoi sempre godeti la refurtiva... <br/> '''Bender''': Cioè questa robaccia? {{NDR|fa uscire dallo sportello tutto quello rubato in piscina, tra cui un bambino}} Io volevo solo che la gente si ricordasse il mio nome... {{NDR|piange}} È Bender. {{NDR|continua a piangere}} *Tutta fuffa! Perché dannarsi per ricordare qualcosa quando in 5 secondi è bella che dimenticata? ('''Professor Farnsworth''') *Non è giusto. Un cordiale robot con un atteggiamento pimpante e strafottente condannato all'anonimato come tutti voi, specie come Leela... Se morissi domani, non se ne accorgerebbe nessuno... ('''Bender''') *'''Tutti''': Sorpresa! <br/> '''Fry''': Buon funerale Bender! <br/> '''Bender''': Uhh, un funerale a sorpresa? Per me? <br/> '''Fry''': Volevamo mostrarti che sarai ricordato per sempre. <br/> '''Zoidberg''': Ora, se il deceduto vuole occupare il suo posto d'onore... <br/> '''Bender''': {{NDR|entra nella cassa}} Uh, un comodo cuscino... e un mini bar! <br/> '''Fry''': Carissimi amici, siamo qui riuniti per ricordare Bender, che ci è stato portato via nel fiore degli anni stritolato da un tir impazzito guidato dall'Incredibile Hulk... <br/> '''Bender''': Ahh, conoscevi la mia causa di morte preferita, eh? *'''Leela''': Facciamo del nostro meglio. <br/> '''Bender''': Il vostro meglio è il peggio! *Spero che siate felici: anticipandomi il mortorio del mio funerale, siete riusciti a convincermi che vale la pena di vivere la mia vita! ('''Bender''') *'''Fry''': Salve, devo consegnare un blocco di pietra. Firmi qua. <br/> '''Osiriano''': Ah, molto bene. Assomiglia ai dieci milioni di pietre identiche già utilizzate per la futura tomba del nostro faraone Hermenthotip. {{NDR|pronunciato Jokaltotip}} <br/> '''Leela''': Capperi! Chi la sta costruendo? <br/> '''Osiriano''': Voi! <br/> '''Leela''': Ridillo? <br/> '''Osiriano''': Da oggi siete gli schiavi del faraone Hermenthotip. *'''Fry''': Sai qual è il brutto di essere un schiavo? Che ti sfruttano ma non ti pagano e non ti mollano. <br/> '''Leela''': Questa è l'unica cosa che ti rende schiavo... *'''Osiriano''': Attenzione, siete diventati di proprietà del faraone Hermenthotip, erede della decima dinastia, emblema degli aspetti positivi delle inondazioni. <br/> '''Fry''': Incredibile, questo posto è uguale all'Antico Egitto dei miei tempi. <br/> '''Osiriano''': Il che non è una coincidenza: la nostra gente ha visitato il tuo Egitto migliaia di anni orsono. <br/> '''Fry''': Io lo sapevo: teorie folli 1, teorie ragionevoli 1000. <br/> '''Osiriano''': Sono tantissime le cose che abbiamo appreso dagli antichi: la costruzione delle piramidi, i viaggi spaziali e come preparare i defunti per spaventare Gianni e Pinotto... <br/> '''Fry''': Ahh, anche la Mummia Mannara... *'''Bender''': Chic-ose quelle tombe! Questa gente si che sa come morire! <br/> '''Leela''': Ti fuma il cervello? Hanno massacrato migliaia di schiavi per quegli stupidi monumenti... <br/> '''Bender''': Se passi la vita a costruire il piede di qualcuno, te lo ricordi per sempre... Credo che mi piacerà stare qui... *'''Faraone Hermenthotip''': Avverti gli schiavi che possono andare... <br/> '''Bender''': ... più veloce? Glielo ho detto, ma sono dei pigroni sono... <br/> '''Faraone Hermenthotip''': No, volevo dire sono liberi. <br/> '''Bender''': Liberi di amarti vuoi dire? <br/> '''Faraone Hermenthotip''': No, io... {{NDR|muore}} <br/> '''Osiriano''': Il faraone Hermenthotip è morto. <br/> '''Bender''': {{NDR|Inizia a piangere}} Ora starà frustando gli angeli ... *'''Grande Vescovo''': Grande Muro della Profezia, rivelaci la volontà di Dio alla quale obbediremo ciecamente. <br/> '''Vescovi''': Liberaci dal siero (della verità) e dalla responsabilità. <br/> '''Grande Vescovo''': Leggeremo quello che hai ordinato. <br/> '''Vescovi''': E poi lo faremo. <br/> '''Grande Vescovo''': Le tue parole ci guideranno. <br/> '''Vescovi''': Siamo stolti. *Sai qual è un'altra cosa che non mi sta bene? L'orario. ('''Fry''' rivolto a Leela, riguardo la sua condizione di schiavitù) *'''Grande Vescovo''': Popolo di Osiris 4, date il benvenuto ad un uomo che ha iniziato come schiavo ed è diventato il Signore della Creazione, il nostro nuovo faraone, Bender! <br/> '''Bender''': Cittadini di mia proprietà, la crudelta del vecchio faraone appartiene al passato ... <br/> {{NDR|cori di approvazione dagli schiavi}} <br/> ... che un ondata di nuova crudeltà si riversi su questa terra di inutili fannulloni! <br/> {{NDR|cori di approvazione dagli schiavi}} <br/> '''Fry''': Che cosa? <br/> '''Leela''': Che ha detto? <br/> '''Bender''': Ascoltate la mia parola: costruitemi una statua di proporzioni demenziali, un miliardo di metri cubi di altezza, così che io possa essere ricordato per tutta l'eternità! E datevi una mossa! *'''Bender''': Umile schiavo, perché non stai lavorando? <br/> '''Schiavo''': Io lavoro! <br/> '''Bender''': Volevo dire fino allo stremo... *'''Osiriano''': La soddisfa mio Signore? <br/> '''Bender''': Mah, è un buon inizio. Si, le dimensioni sono quelle giuste, anzi, mi chiedo se non sia troppo grande... Insomma, voglio dire, la gente si ricorderà di me... o della statua? <br/> '''Grande Vescovo''': Ma sire, è stata realizzata secondo le sue precise indicazioni... <br/> '''Bender''': Troppo precise se vogliamo... Abbattetela, e riprovateci! Ma stavolta non vi formalizzate troppo... *'''Leela''': Credevi che nell'aldilà avresti avuto bisogno di questa paccotiglia? <br/> '''Bender''': Aldilà? Se avessi saputo di dover affrontare un'altra via, mi sarei ucciso da solo... <br/> '''Leela''': Allora decomponiti in pace, io e Fry ce ne andiamo ... ===Episodio 18, ''Il gioco del Se Fossi 2''=== *Noi robot non possiamo provare [[emozione|emozioni]]... e questo mi rende molto triste. ('''Bender''') *'''Bender''': Questo sarebbe il mio corpo umano? Ah, fichissimo! Ehi, la mia antenna è sparita... {{NDR|guardandosi nelle mutande}} Ah, no, no, si è solo spostata. Il guaio è che ho una pessima ricezione, forse ha bisogno di una smanettata. <br/> '''Fry''': Bender, no! Così rischi di diventare cieco... *'''Bender''': {{NDR|dopo aver baciato Amy}} Ehi, è stato una bomba! {{NDR|si avvicina al professore, lo bacia in bocca, ma rimane deluso}} Ahhh, questo è stato una chiavica... <br/> '''Professor Farnsworth''': Parla per te, biondo! *{{NDR|Bender si scola un drink e si accende un sigaro}} '''Bender''': Uao! È una vera pacchia! <br/> '''Leela''': Bevevi e fumavi anche quando eri solo un robot... <br/> '''Bender''': Ma ora queste cose fanno male! Uao! *Potevate dirmi che le cose gustose sono così gustose! ('''Bender''', mangiando dei nachos) *'''Amy''': Bender, la caratteristica dell'essere umano è l'autocontrollo. <br/> '''Bender''': Aspetta, vuoi vedere che riesco a mangiare nachos ed andare in bagno contemporaneamente? *Fry è un pazzoide! Un pazzoide scatenoide! ('''Bender''') *In fondo, cosa te ne fai del coraggio quando hai una pistola? ('''Professor Farnsworth''') *Stavo facendo un sogno meraviglioso... Peccato che c'eri tu, c'eri tu e c'eri anche tu, dottore! ('''Leela''') ===Episodio 19, ''Il nonno di se stesso''=== *Divertimento per tutta la famiglia (tranne che per i nonni) ('''Sottotitolo durante la sigla''') *Divertimento per la famiglia tranne che per i nonni. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''Fun For The Whole Family (except Grandma and Grandpa)'' *Ehi! Sento puzza di blu! ('''Fry''') *So io cosa fare! Oh no! Non lo posso fare! ('''Leela''') *'''Bender''': Quello non è un disco volante! Quelle sono le mie chiappe!<br>'''Fry''': Oh, mio Dio! Allora il disco volante che si è schiantato a Roswell eravamo noi!<ref>Cfr.: [[:w:it:Incidente di Roswell|Incidente di Roswell]]</ref> *Non devi interferire con il passato. Non fare nulla che possa influenzare qualcosa, a meno che non ti renda conto di doverlo fare per forza e in tal caso, per l'amor di Dio, ricordati di non farlo! ('''Professor Farnsworth''') *Un buffet! Oh che peccato... se solo avessi il mio portafogli. ('''Dottor Zoidberg''') *'''Mildred''': Che vi porto, gente?<br>'''Prof. Farnsworth''': Io vorrei una tavoletta di Soylent verde, una fetta di Soylent arancione e un'insalata di cavolo Soylent.<ref>Riferimento a ''[[2022: i sopravvissuti]]'' (''Soylent Green'')</ref><br>'''Mildred''': Pardon?<br>'''Leela''': {{NDR|Sussurrando}} Siamo nel ventesimo secolo, prof.<br>'''Prof. Farnsworth''': Oh, è vero! Prendo una Croque Monsieur, la paella e due compresse di montone e dell'idromele.<br>'''Leela''': Per me un intramuscolo di Slim femmina.<br>'''Mildred''': Ehm... due chili dog in arrivo. *'''Ufficiale #1''': Signor presidente, i nostri esperti hanno rimontato le parti della navicella aliena e abbiamo ottenuto questo modello.<br>'''[[Harry Truman]]''': Per i pascoli del cielo! Datelo all'Area 51 e fatelo esaminare.<br>'''Ufficiale #2''': Ma al 51 c'è il set per il finto [[allunaggio|atterraggio lunare]].<br>'''[[Harry Truman]]''': Allora dovremo davvero atterrare sulla Luna. Inventate la [[NASA]] e che muovano le chiappe! *'''[[Harry Truman]]''': Qual è lo scopo della tua missione? Vuoi realizzare un ibrido alieno-umano?<br>'''Zoidberg''': Ci stai provando, quattrocchi?<br>'''[[Harry Truman]]''': Santi numi del Paraguay! Mi ritengo offeso!<br>'''Zoidberg''': Non ho ancora sentito un "no"... *{{NDR|Indietro nel tempo, fino al 1947. Fry uccide - per errore - suo nonno e passa la notte con sua nonna, diventando a tutti gli effetti il nonno di se stesso!}}<br/>'''Professor Farnsworth''': Ma che diavolo stai combinando, Fry?!<br/>'''Fry''': Si contenga! Lei non può essere mia nonna. Ho capito tutta la sicutera!<br/>'''Professor Farnsworth''': Invece quella è proprio tua nonna, idiota di un pervertito! Guardala!<br>'''Mildred''': Ora basta, amore, torna a letto.<br>'''Fry''': Ah! È impossibile! Perché se lei è mia nonna, chi diavolo è mio nonno?<br>'''Professor Farnsworth''': Non ci arrivi da solo?! Tu, Fry!<br>'''Fry''': {{NDR|Correndo avanti e indietro}} Aaaaaah! *'''Dott. Farnsworth''': Accendi la navetta, Leela! Rubiamo quella dannata parabola radar e torniamo ai nostri tempi! <br/> '''Fry''': Ma... ma non modificherà la storia? <br/> '''Dott. Farnsworth''': Oh! Una lezione sul non modificare la storia direttamente dal signor ''Io sono mio nonno''! Andiamocene al più presto, e al diavolo la storia! ===Episodio 20, ''Il mestiere di Dio''=== *Mi fa venire l'olio alle ginocchia! ('''Bender''') *'''Fry''': Ancora niente Prof?<br/>'''Professor Farnsworth''': No, lo sniffoscopio non è sufficientemente potente. L'odore di Bender è così debole da essere stato sopraffatto da fonti locali. {{NDR|Tutti si voltano verso Zoidberg}}<br/>'''Dottor Zoidberg''': Hurra! Finalmente qualcuno si accorge di me! *Non puoi rinunciare alle speranze solo perché sei senza speranze! Devi insistere, tapparti le orecchie e fare: "La-la-la, la-la-la, la..." ('''Fry''') *È come cercare un chip in un [[pagliaio]]! ('''Leela''') *Aprite! Abbiamo essiccato le scarpe e ce le siamo mangiate! Ora ci stiamo annoiando... ('''Monaci''') *Quando fai le cose per bene, nessuno sospetterà che tu abbia fatto realmente qualcosa. ('''Dio''') ===Episodio 21, ''Manager d'assalto''=== *La Planet Express è sempre in movimento. Per questa giovane e moderna ditta di spedizioni domani è oggi e oggi è ieri! ('''Video sulla Planet Express''') *'''Fry''': Aiutami a trovare del cibo!<br/>'''Zoidberg''': Non solo ti aiuterò a trovarlo, ti aiuterò anche a mangiarlo! *'''Fry''': Non credete a Robot-[[Gesù]]?<br>'''Robot ebreo''': Crediamo alla sua costruzione e al fatto che è stato ben programmato, ma non era il nostro messia. *{{NDR|Al Cryogenic Support Group (gruppo di supporto per scongelati)}}<br>Come cavernicolo congelato in un ghiacciaio devo affrontare sfide diverse. La cosa più dura è stato vedere mia moglie in vetrina al British Museum! ('''Cavernicolo scongelato''') *Negli anni '80 ero l'uomo più in vista di Wall Street... consumavo whiskey con Boesky e biscotti con scottish! ('''Quel Tizio''') :''Back in the eighties, I was the toast of Wall Street... I had whiskey with Boesky, and cookies with Milken'' *Approvo! ('''Scruffy''') {{NDR|Durante la riunione degli azionisti della Planet Express, ripetuta a ogni proposta che i membri dello staff pongono sul tavolo, anche se queste sono discordanti tra loro}} *La prima [[regole dalle serie televisive|regola]] negli affari è dare la colpa di tutto a chi comandava prima di te. ('''Quel Tizio''') *La Planet {{NDR|Express}} raggiungerà immediatamente il top e ci resterà come [[Cyndi Lauper]]! ('''Quel Tizio''') *'''Fry''': Che stile di vita guardare le scimmie che si pestano accanto alle celebrità!<br/>'''Quel Tizio''': Ai miei tempi {{NDR|Gli anni 80}} andavamo ai coca-party, ma il principio è quello. *'''Quel Tizio''': La spedizione? Non ha niente in comune con l'attività delle consegne! È l'immagine, l'immagine! Gustatevi questa trovata:<br>{{NDR|Fa partire uno spot pubblicitario<ref>Parodia dello spot della Apple [[:w:it:1984 (spot)|1984]].</ref>}}<br>'''Mamma''': Noi siamo una cosa sola, una mente, un obiettivo, un'azione. Il nostro nemico sarà mangiato dagli scoprioni mentre noi ci inchineremo a venerare noi stessi! Il nostro trionfo sarà totale! *{{NDR|Quel Tizio e Fry stanno ordinando al ristorante Elzar's Fine Cuisine}}<br/>'''Quel Tizio''': Che cos'hai di estremamente caro?<br/>'''Elzar''': Quasi tutto!<br/>'''Quel Tizio''': Portamelo!<br/>'''Fry''': Fanne due! E un super bicchiere d'acqua! *Zitto caccoletta bipede! ('''Mamma''') *'''Leela''': Quel Tizio sta trasformando questo posto in un business! {{NDR|Riferendosi alla Planet Express}}<br/>'''Professor Farnsworth''': Questo non è un business! Io l'ho sempre considerato come una modesta fonte di lavoro, un ambiente familiare!<br/>'''Fry''': Ha ragione, Professore. Magari non saremo una famiglia tradizionale come i nostri vicini o la congrega di lesbiche qui di fronte, ma siamo una famiglia. E Quel Tizio questo lo capisce! {{NDR|Un attimo dopo Quel Tizio appare su uno schermo}}<br/>'''Quel Tizio''': Mi licenzio! Non siamo più in affari!<br/>'''Tutti''': Oh, no! <br/>'''Quel Tizio''': Ebbene sì, vendo la Planet Express alla Mamma, così lei la può smembrare ed eliminare la concorrenza! *Balalaica di Jamaica! ('''Hermes''') *'''Mamma''': Faccio una verifica manuale?<br>'''Igner''': Ok.<br>{{NDR|Mamma lo schiaffeggia}} *Sono un uomo degli anni 80, significa che per soli 2 dollari sono pronto a colpirti con una mazza fino al distacco delle retine! ('''Quel Tizio''') *{{NDR|[[Ultime parole dalle serie televisive|Ultime parole]]}} Il mio unico rimpianto è che io... ho... la scheletrite. ('''Quel Tizio''') *Non essere stupido, idiota! ('''Mamma''') *'''Fry''': Preferite essere ricchi che lavorare insieme?<br/>'''Leela''': Altroché! ===Episodio 22, ''Sfida ai fornelli''=== * È la riproduzione in scala ridotta della più grande bottiglia dell'universo. Ho messo una navetta spaziale all'interno per renderla più o meno noiosa. Altolà! Per l'ultima volta Zoidberg: guarda con gli occhi, non con le chele. ('''Professor Farnsworth''') *'''Annunciatore''': Che prepara Elzar? <br/> '''Giornalista''': Senti Rocky, quando glielo chiesto lui mi ha spiegato che quelli erano affari suoi e ha ipotizzato che mia madre fosse una prostituta. <br/> '''[[Martha Stewart]]''': Nella campagna inglese le prostitute decorano la loro camera con zucche colorate. *Maestro Asparago, se riesci a sentirmi da quella fossa in cui ti ho lasciato, questo è per te. ('''Bender''') *Non riuscirò mai a restituirgli i suoi 10 dollari, quindi dovrò imbocare l'unica strada decorosa che mi resta: uccidermi. ('''Zoidberg''') ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{Futurama}} [[Categoria:Stagioni di Futurama| 3]] rx6oo2mgr0b4xdnu45ytvye2fvtipql 1349952 1349950 2024-11-03T11:41:50Z Udiki 86035 Annullata la modifica di [[Special:Contributions/~2024-8632|~2024-8632]] ([[User talk:~2024-8632|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:Jinzo94|Jinzo94]] 1308297 wikitext text/x-wiki {{Torna a|Futurama}} [[Immagine:Futurama 1999 logo.svg|right|thumb]] {{cronologico}} ===Episodio 1, ''Amazzoni in amore''=== *Criptato dalla Comedy Bee (Ape buffa) ('''Sottotitolo durante la sigla''') *Secreto dalle Comedy Bee. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''Secreted by the Comedy Bee'' *'''Hermes''': Gente, abbiamo un problema: Mordicchio vomita sempre pallottole di pelo. </br> '''Leela''': Succede anche a Fry, qual è il problema? *Ma vaffanlobo! ('''Amy''') *'''Brannigan''': Vorrei negoziare un doppio appuntamento, tu e io, Kif e Amy. </br> '''Leela''': Scordatelo. </br> '''Brannigan''': Allora diamo inizio alle trattative: io propongo un accordo di dieci appuntamenti. </br> '''Leela''': Che ne dici di zero? </br> '''Brannigan''': Nove. </br> '''Leela''': Zero. </br> '''Brannigan''': Sette. </br> '''Leela''': Zero! </br> '''Brannigan''': Otto? </br> '''Amy''': Ti prego Leela, Kif è il ragazzo più tenero che mi abbia mai amato. </br> '''Brannigan''': Cinque, ed è la mia ultima offerta ... Quattro! </br> '''Leela''': Uno. </br> '''Brannigan''': Due. </br> '''Leela''': Metà. </br> '''Brannigan''': Accetto! Ci vediamo stasera per una parte di cena e il primo tempo di un film! *Se ti dicessi che hai un corpo stupendo, ti spoglieresti e verresti in pista a fare due salti? ('''Kif''', leggendo i suggerimenti di Zapp Brannigan per conquistare Amy) *Secondo me la parte più erotica della donna sono le bocce. ('''Kif''', leggendo i suggerimenti di Zapp Brannigan per conquistare Amy) *C'è un solo modo per conquistare il cuore di una donna e tutto quello che c'è intorno. Naturalmente parlo del... [[karaoke]]! ('''Zapp Brannigan''') *Non c'è ristorante al mondo che io non sappia pilotare. Dove ci vogliamo dirigere? Vediamo...che prestazioni ha questa "mangioteca" ... Ah, è costruita come una bisteccheria, ma si porta come un fast-food ... AH! Ho perso il controllo! {{NDR|andandosi a schiantare con l'astronave}} Hai vinto ancora tu, gravità! ('''Brannigan''' riferendosi alla navicella da pilotare) *Il numero da voi selezionato si è schiantato contro un pianeta. ('''Voce telefonica registrata''') *Oh! "Mia divinità a piacere"! ('''Bender''') *'''Leela''': Scusa, che fine hanno fatto gli uomini? </br> '''Amazzone''': Uomini estinti da parecchio. </br> '''Bender''': Con tutte queste donne in giro, saranno morti per i cazziatoni, siete d'accordo ragazzi? *'''Amazzone #1''': Ho sentito dire che uomini usati per Snu-Snu. Uniche prove che abbiamo di questo è antica leggenda e vecchio abbonamento a Cosmo. </br> '''Brannigan''': Se la cosa interessa, io mi offro per fare Snu-Snu ... </br> '''Amazzone #1''': Silenzio! Volete morire come ultimi uomini che ci hanno visitato? </br> '''Fry''': Che gli avete fatto ? </br> '''Amazzone #2''': Fracassato i bacini... </br> '''Fry''': Grande! </br> '''Brannigan''': Ti ringrazio signore delle Galassie! *Addio amici. Non avrei mai pensato di morire così ... Ma dentro di me lo speravo! ('''Fry''', riferito alla morte per Snu-Snu) *'''Leela''': Bender, puoi interagire con fem-puter e riprogrammarla per annullare l'ordine ... </br> '''Bender''': Tu puoi interagire con il mio sedere! Lucidamelo! ===Episodio 2, ''Un parassita perduto''=== *Se non ti diverte, scrivi a qualche onorevole. ('''Sottotitolo durante la sigla''') *Se non diverte, scrivete al vostro parlamentare. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''If Not Entertaining, Write Your Congressman'' *Nella mia bocca c'è una festa dove vomitano tutti! {{NDR|Dopo aver assaggiato un sandwich avariato comprato nel bagno di un Autogrill per camionisti}} ('''Fry''') *Scruffy muore esattamente come ha vissuto. {{NDR|Soffocando nei gas di scarico, mentre legge un numero di "tette a gravità zero" su un'amaca}} ('''Scruffy''') *Come Frizza! ('''Scruffy''') *Ah, lo stomaco, maestosa anticamera dell'[[intestino]]! ('''Prof. Farnsworth''') *Questa è la cosa più sdolcinata che mi abbiano mai detto! Andiamo in camera da letto! ('''Leela''') *Sono felice come quando ho ricevuto doppia razione di zuppa all'orfanotrofio! ('''Leela''') *Sai cosa rende la salsa speciale così speciale? Noi! ('''Re dei vermi nello stomaco di Fry''') *Se può esserti di conforto, la mia vita è uno sballo! Pupe, grana, e chi più ne ha più ne metta. ('''Bender''') ===Episodio 3, ''Aiuto, è Natale!''=== *Sacro maiale in agrodolce di tutte le Samoa, dobbiamo difenderci da Babbo Natale. ('''Hermes''') *Chiudete quel caminetto, marmittoni! Mi restano pochi anni da vivere e non voglio viverli da morto. ('''Professor Farnsworth''') *Fatti sotto Babbo Natale! Quel drogato assetato di sangue non potrà farci niente se non saremo così stupidi da lasciare l'edificio. ('''Professor Farnsworth''') *Io aiuto quelli che si aiutano da soli. ('''Zoidberg''', vestito da Gesù) *Babbo Natale, mi hai salvato la vita, ora non uccidermi. ('''Bender''') ===Episodio 4, ''Il quadrifoglio''=== *Trasmesso in simultanea un anno nel futuro. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''Broadcast simultaneously one year in the future'' *Sono proprio sfortunato! Ho investito [[gatto nero|gatti neri]] che erano più fortunati di me. ('''Fry''') *{{NDR|Horse D'Oeuvres}}<br>'''Cassiere''': Abbiamo hamburger di cavallo, patatine fritte di cavallo, dolci di cavallo e frullati di cavallo. Tutto cavallo fresco.<br>'''Hermes''': Sembra molto buono.<br>'''Cassiere''': Ci teniamo che i nostri cavalli siano nutriti con un concentrato di cavallo altamente genuino.<br>'''Leela''': Io prendo la frittata a basso colesterolo di cavallo pazzo.<br>'''Cassiere''': E lei, signore, che tipo di cavallo vuole?<br>'''Hermes''': Una bibita cavallo.<br>'''Cassiere''': Matta cavallo va bene? *Caro Dio dei cavalli, so che non mi rivolgo mai a te ed a volte dubito anche della tua esistenza, ma adesso ho bisogno di un po' di fortuna, ti prego dammi un segno! ('''Fry''') *'''Bender''': Piegare è il mio secondo nome!<br />'''Fry''': Davvero?<br />'''Bender''': Sì, il mio nome completo è Bender Piegare Rodriguez! *La vecchia New York: la città che ha ispirato un casino a Las Vegas! ('''Bender''') *Ah, la colonna sonora del ''[[Breakfast CLub]]''! Non vedo l'ora di essere abbastanza vecchio per provare emozioni per queste cose! ('''Fry''') *Più vicini al paradiso non si può ('''Iscrizione del cimitero orbitale ("Orbiting Meadows")''') :''You'll never get any closer to heaven'' *Philip Fry – Il marziano originale – Qui giace Philip J. Fry, chiamato come suo zio, per portare avanti il suo spirito. :''Philip Fry – The original martian – Here lies Philip J. Fry, named for his uncle, to carry on his spirit.'' ('''[[Epitaffi dalle serie televisive|Epitaffio]] di Philip Fry''') ===Episodio 5, ''Pingui-bot di Gel-catraz''=== *''Ora con Ridolin'' ('''Sottotitolo iniziale''') :''Now with Chucklelin'' *'''Prof. Farnsworth''': Buone notizie ragazzi, state per partire per una missione estremamente controversa. </br>'''Fry''': Controversa? </br> '''Prof. Farnsworth''': Ma no, che dico, no... *'''Prof. Farnsworth''': Vieni Fry, o forse dovrei dire capitano Fry. No, non dovrei, perché sarà Bender il nuovo capitano. </br> '''Fry''': Bender? </br> '''Prof. Farnsworth''': Esatto. Essere [[Comandante (nautica)|capitano]] significa avere cuore ed intuizione, un bravo capitano non deve avere ne l'uno ne l'altro, ecco perché il freddo Bender è perfetto per questo lavoro. </br> '''Bender''': Oh, io sacrifico volentieri la vita di un essere umano. *Niente applausi, ogni volta che battete le mani uccidete migliaia di spore che un giorno andranno a formare un bel fungo nutriente! Mostrate la vostra approvazione alzando il pollice! ('''Free Waterfall, Sr.''') *Perché far ricorso alla [[nonviolenza]]? Non gli possiamo rosolare le chiappe? ('''Leela''') *'''Bender''': Qual è la prima [[Regole dalle serie televisive|regola]] di un bravo [[Comandante (nautica)|capitano]] secondo Peter Pappagallo? </br> '''Fry''': Rispettare sempre la gerarchia del comando, capitano. </br> '''Bender''': Esatto Sbrillo, ti sei appena guadagnato un invito alla tavola del tuo capitano. *Brillante! ('''Zoidberg''') *Vuoi smettere di dire panzane? Quelle non sono medaglie, sono tappi di bottiglia e fettine di salame. ('''Fry''' rivolto a Bender) *Ahahah! Umanoide oleoso! ('''Morbo''') *'''Avvocato''': Figliolo, in qualità di avvocato devo comunicarti che ti sei cacciato in una tanica di problemi, ma abbiamo raggiunto un accordo: 5 ore di servizio alla comunità in cui ripulirai il casino che hai provocato. </br> '''Bender''': 5 ore? Ma siamo impazziti? Non poteva farmi dare la pena di morte piuttosto? </br> '''Avvocato''': Ho fatto del mio meglio, ma è complicato un botto difendere una causa aspettando un processo per quel tipo di incompetenza. {{NDR| Viene mostrato che in realtà è l'avvocato ad essere in prigione}} </br> '''Bender''': Già, in culo alla balena allora. *Bender, non potresti almeno far finta di essere in punizione? ('''Leela''') *Sono neri con le piume bianche o bianchi con le piume nere? ('''Smitty''' riferito ai [[pinguino|pinguini]]) *Ma di che diavolo è fatta quest'acqua? Di ghiaccio? Vaffanchiappola! ('''Bender''') *La smetta di sgridarmi! ('''Zoidberg''' rivolto a Fry, il capitano della nave) *'''Free Waterfall, Sr.''': La situazione sta peggiorando, a quanto pare il petrolio è una droga sessuale naturale. È una sorta di miscela perversa di estrogeni di pinguino, viagra di pinguino e corno di rinoceronte: sono diventati ultrafertili. </br> '''Leela''': Ultra quanto? </br> '''Free Waterfall, Sr.''': Guarda, di solito i pinguinio comune depone un uovo all'anno. Dopo il disastro i nostri pinguini depongono sei uova ogni quarto d'ora. E ogni uovo si schiude dopo dodici ore. Anche i maschi depongono le uova. *Non so perché, ma quando guardo le loro piccole facce mi viene voglia di vomitare! In senso buono, eh! ('''Bender''') *Ehi, sono io, il vostro adorabile dittatore! ('''Bender''') *'''Fry''': Allora, sei riuscita ad aiutare in pinguini?<br>'''Leela''': Ma certo! Insomma, non esattamente...Insomma, io spero che ci pensarà la [[natura]]. Non potrà rovinare le cose più di quanto onn abbiamo fatto noi per risolverle. ===Episodio 6, ''Il pizzetto ballerino''=== *Non sei un sonnambulo, sei un piegambulo! ('''Fry''', rivolto a Bender) *Beh, d'altro canto la cosa non mi sorprende affatto: dopotutto non ho fatto altro che piegare cose fin dal giorno in cui sono nato. ('''Bender''') *'''Amy''': Te lo ricordi il tuo compleanno?<br />'''Bender''': Certo! L'ho festeggiato 4 anni fa... *'''Bender''': {{NDR|con il pizzetto di Flexo}} Barista! Per me una bomba alla pesca e per lei (Angleyne) il drink più femminile della casa.<br />'''Barista''': Due bombe alla pesca in arrivo! *Perciò, morale della storia, se vuoi colare a picco, legati ad un blocco di cemento. ('''Bender''') *'''Angleyne''': Bender! Mi hai ingannata!<br />'''Bender''': Proprio così bambolina. Io non sono il tuo amichetto Flexo, quello che ami ancora alla follia. Ami persino chiunque faccia finta di essere lui.<br />'''Angleyne''': [[Dichiarazioni d'amore dalle serie televisive|Ti amo]] così tanto che sono pronta ad amarti a prescindere da chi fingi di essere...<br />'''Bender''': Ah, come vorrei poterci credere o almeno riuscire a capire quello che hai detto... *{{NDR|Bender lo spintona da dietro}} Grazie caro, l'ho apprezzato. {{NDR|ride}} No, scherzavo, mi ha decisamente infastidito! ('''Flexo''') *'''Angleyne''': Smettetela! Non vale la pena litigare per me!<br />'''Bender''': Probabilmente no, ma io ti amo e intendo mazzolarlo finché non sarai mia! ===Episodio 7, ''Cervello grosso, scarpa fine''=== *'''Hermes''': C'è qualcosa di strano; prima esplode la civiltà della magica Roma spaziale, poi va a scatafascio il Don Martin III ed adesso Twinis12!</br>'''Fry''': Il prossimo ad esplodere sarà questo pianeta al centro della mappa!</br>'''Leela''': Quello è la Terra! </br>'''Fry''': ... </br>'''Leela''': È il pianeta sul quale viviamo! </br>'''Fry''': Non vorrei essere nei loro panni! *Il secondo premio? È un eufemismo per dire perdente! ('''Bender''') *'''Leela''': Quindi il tuo vero nome è Lord Mordicchio? Che conicidenza! <br/>'''Mordicchio''': È per facilitarti le cose, perché nel tempo che impiegheresti per pronunciare anche una sola lettera del mio vero nome nascerebbero e morirebbero un trilione di cosmi in una notte eterna! ===Episodio 8, ''Un gambero da ridere''=== *La Terra, strano pianeta. Sulla Terra alla gente piace mangiare le cozze, sul mio paneta alle cozze piace mangiare la gente. {{NDR|Silenzio del pubblico}} Devo alzare il volume della voce? Sulla Terra sono sempre tutti alla ricerca di un calamaro gigante, sul mio pianeta... {{NDR|Bender inizia a tirargli pomodori}} Questi vermi parassiti possono perforare il cervello di un uomo. ('''Zoidberg''') *'''Hermes''': Sei un gamberaccio squattrinato dottore, non te lo sei ordinato da solo di fare il comico? <br/> '''Zoidberg''': Ma ho la comicità nell'apparato riproduttivo, mio zio Harold era una famosa star di Hollywood, nell'era degli ologrammi muti. *Geniale! ('''Bender''') *'''Calculon''': Sei il mio nuovo scaldabagno? <br/> '''Bender''': No, sono Bender, ci siamo già incontrati, ricordi? <br/> '''Calculon''': Assolutamente no! <br/> '''Bender''': Oh, andiamo, ti ho dato il tormento per tutta la sera, non ti ricordi? Sono stato veramente pesante. <br/> '''Calculon''': Senti, mi hanno programmato per essere pieno di impegni, se non sai riscaldare l'acqua a 210 gradi la cosa non mi interessa. <br/> {{NDR|Calculon chiude la porta, ma Bender risuona}} <br/> '''Calculon''': Sei andato in loop? Qualche corto circuito? Oggi non mi serve nessun Bender! ! <br/> '''Bender''': Bender? No, Bender era quell'altro, io sono Boiler! <br/> {{NDR|Sotto la doccia}} <br/> '''Calculon''': Splendido Boiler! <br/> '''Bender''': Grazie però chiamami Bender! *'''Cameriere''': Allora, che vi porto? <br/> '''Zoidberg''': Il pane è gratis? <br/> '''Cameriere''': Sì. <br/> '''Zoidberg''': Ce ne porti un chilo. *Un oscar dici? Il che mi tirerebbe fuori da questo covo di pantegane corrotte che si chiama televisione. ('''Calculon''') *Si, posso garantirti tutto quello che vuoi. ('''Bender''') *Il fatto che sia una scena drammatica non vi impedisce di escogitare qualcosa di divertente in secondo piano. E fate un po' di casino, per l'amor del cielo. ('''Harold Zoid''') *'''Bender''': Tutto esaurito Calculon, l'oscar ce l'hai praticamente stampato addosso. <br/> '''Calculon''': Spero di piacere la metà di quanto piaccio a me. *Stiamo perdendo la prima. Il mio unico scopo nella vita è partecipare a una festa di Hollywood, dare due dollari al guardarobiere... ('''Fry''') *'''Bender''': {{NDR|Alla fine del film}} Splendido! È un visionario. <br/> '''Calculon''': Se ne sono andati tutti. Non è piaciuto. Ho visto dei mattoni la cui prima ha avuto molto più successo. L'oscar ce lo avevo praticamente stampato addosso? <br/> '''Bender''': Adesso capisci perché ho usato la parola praticamente. *'''Calculon''': Vincere un oscar non vuol dire saper recitare, significa guadagnarsi l'ammirazione di una comunità creativa. <br/> '''Harold Zoid''': Potremmo truccare gli Awards. <br/> '''Calculon''': Mi sta bene. *Oh mio dio! [[Sylvester Stallone]]! ('''Fry''', vedendo uno scheletro in una pozza di catrame) *Calculon ci ucciderà di sicuro. E il colpo è che è tutta colpa degli altri. ('''Bender''') *No zio! Questa sarà una morte della quale io non sarò responsabile! ('''Zoidberg''') ===Episodio 9, ''Amore tecnologico''=== *Siete pregati di alzarvi per la sigla di Futurama. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''Please rise for the Futurama theme song'' *Tremate piccoli esseri extraterrestri, la mia razza vi distruggerà! ('''Morbo''') *{{NDR|All'orfanotrofio Cookieville di minima sicurezza, quando Leela era piccola}}<br>'''Bambini''': {{NDR|In coro con tono canzonatorio}} Occhio Solo! Occhio Solo!<br>'''Kirk il cieco''': Buona percezione della profondità, Occhio Solo! Ahahah!<br>'''Leela''': Come fai a prendermi in giro, Kirk? Tu sei cieco!<br>'''Kirk il cieco''': I miei occhi non funzioneranno, ma almeno li ho tutti e due! *'''Leela''': Signor Vogel! Si ricorda di me?<br>'''Signor Vogel''': Leela! "Non vali niente e nessuno ti vorrà mai bene!"<br>{{NDR|Ridono}}<br>'''Leela''': È vero, me lo diceva in continuazione!<br>{{NDR|Si abbracciano}}<br>'''Signor Vogel''': Ah, quelli sì che erano bei tempi! *Rifletta sull'[[adozione]]. Può avere dei [[figli]] senza fare sesso! ('''Signor Vogel''') *'''Fry''': Ehi, perché quei bambini ti seguono? Hai delle caramelle sulle chiappe?<br>'''Bender''': No, si chiama [[adozione]], amico mio! Forza tesorucci, dobbiamo ritirare dodici assegni dal governo! *Io trovo che la [[chirurgia estetica]] sia ottima. Una volta io ero ''troppo'' carina, perciò ho fatto ridurre la mia bellezza qui e qui. ('''Amy''') *Tu sei molto meglio di [[normalità|normale]]! Sei ''a''normale! ('''Fry''') *Bambino normale e sano? Rendilo supersize per 49¢! ('''Cartello al Taco Bellevue Hospital''') :''Normal, Healthy Baby? Super-Size It For 49¢!'' *'''Zoidberg''': Devi fare attenzione Leela, perché i [[medici]] sono molto poveri. <br/> '''Leela''': Veramente i medici sono ricchi. <br/> '''Zoidberg''': Cosa?! Quando è successo? Stai scherzando, vero? Non è affatto divertente! *{{NDR|Sprizzante di felicità, dopo la chirurgia estetica}} Non mi sono mai sentita così insignificante! Oggi sono passata inosservata in mezzo alla folla! ('''Leela''') *Leela, sei una su 999,999 mila! ('''Adlai Atkins''') :''Leela, you're 999,999 in a million!'' *'''Fry''': Siamo persone uniche e fantastiche! Come il dottor Zoidberg, uno strano mostro che puzza come se mangiasse spazzatura!<br />'''Zoidberg''': Infatti la mangio!<br />'''Fry''': ...e il professore che è un adorabile pazzo rincitrullito!<br />'''Prof. Farnsworth''': Ah sì, è proprio vero.<br />'''Fry''': Hermes, che parla come una scimmia!<br />'''Hermes''': Dammi una banana!<br>'''Fry''': Amy è uno schizzo che viene da Marte.<br />'''Prof. Farnsworth''': E Fry... tu hai quella cosa al cervello!<br />'''Fry''': Già, proprio così! *{{NDR|Al ristornate con i suoi 12 bambini adottati}} Ricordatevi l'educazione, bambini: le forchette nella tasca sinistra e i cucchiai nella destra. ('''Bender''') *{{NDR|Ai 12 bambini adottati}} Buonanotte principi del Maine, sovrani della Nuova Inghilterra.<ref>Citazione del film ''[[Le regole della casa del sidro]]''.</ref> ('''Bender''') ===Episodio 10, ''La pietra dello scandalo''=== *Il giorno di [[Marte (astronomia)|Marte]] è meglio del giorno della Terra: butti l'immondizia dove vuoi! È un pianeta deserto! ('''Signor Wong''') *'''Signora Wong''': Fate come se foste a casa vostra!<br/> '''Zoidberg''': Non vi dispiacerà se l'ho già fatto! Comunque dovete comprare dell' altro bagnoschiuma Dom Pérignon. Con questo non ci ho neanche riempito mezza vasca! *'''Professor Farnsworth''': Certo che avete un ranch molto vasto!<br/>'''Signor Wong''': Circa 18 miliardi di acri, siamo proprietari dell'intero emisfero occidentale {{NDR|di Marte}}, che poi è quello migliore!<br/>'''Professor Farnsworth''': Lo stesso vale sulla Terra! *Possediamo tante di quelle cose che ci resta più facile marcare tutto ciò che non è nostro. ('''Signor Wong''') *Ricorda Kif, la strada più corta per il letto di una donna sono i suoi genitori! Fai sesso con loro e avrai la strada spianata! ('''Zapp Brannigan''') *'''Zoidberg''': Padrone di casa, padrona di casa, mi sto divertendo un sacco!<br/>'''Signor Wong''': Sei appena arrivato e hai già distrutto un divano, hai scarabocchiato un prezioso dipinto e hai riempito la piscina di crostacei!<br/>'''Zoidberg''': Non male per un tipo di città, eh! A proposito, mi sono preso la libertà di concimare il caviale! *Quando sono nervoso non controllo più il riflesso della mimetizzazione! Oh, cielo! Oh, mio Dio! Oh, cavoletti di Bruxelles! ('''Kif''') *'''Fry''': Prima del torace assaggio un'antenna!<br/>'''Signor Wong''': Vuoi anche dell'insalata?<br/>'''Fry''': Che schifo! *'''Amy''': Mamma, papà, vi presento Kif!<br/>'''Signor Wong''': Quello è il tuo fidanzato?! A pelle non mi piace!<br/>'''Signora Wong''': È troppo seccardino per concepire dei figli!<br/>'''Amy''': Non è seccardino! Ha soltanto le ossa piccole!<br/>'''Kif''': A dire la verità non ho uno scheletro osseo, sono sostenuto da un sistema di vesciche piene di liquidi che...<br/>'''Signor Wong''': Sì, sì, sei il classico pappamolla! Amy dovrebbe uscire con un vero uomo! Come lui! {{NDR|Indicando R.J.}} *Sembra pericoloso, qualcuno potrebbe rimanere ucciso! Fry, Leela, Bender voglio che andiate con lui! ('''Professor Farnsworth''') *{{NDR|Mentre, alla luce del fuoco, si raccontano storie di paura}} '''Bender''': E sebbene il computer fosse spento con la spina staccata, sullo schermo c'era sempre un immagine fissa! Ed era... il logo di Windows 95!<br/>'''Fry''': Che storia è, non fa paura!<br/>'''Bender''': Sì, se sei una stampante laser! *'''Kif''': I ladri mi hanno visto e sono fuggiti spaventati!<br/>'''Amy''': Oh, Kif! Sei così coraggioso!</br>'''Kif''': Sshh, ci sentiranno! *Sono troppo ricca per essere sequestrata! ('''Amy''') *Non ti disperare Kif, sai quante ne trovi di ragazze ricche e belle che si innamorano di te! Ah, ah, ah, ah! ('''Bender''') {{NDR|Dopo che Amy è stata rapita dai nativi di Marte}} *Io sono l'uomo senza nome. Zapp Brannigan al vostro servizio! ('''Zapp Brannigan''') *'''Professor Farnsworth''': Questa missione è incredibilmente pericolosa! Di sicuro qualcuno verrà ucciso. Fry, Leela, Bender!<br/>'''Bender''': Che tu sia maledetto, brutto vecchiaccio! *'''Zapp Brannigan''': Guardate, il grande volto di pietra di Marte! L'unica entrata per accedere alla riserva dei marziani! <br/>'''Leela''': Dov'è il grande sedere di pietra di Marte? <br/>'''Zapp Brannigan''': Ah, beh, quello dovrebbe essere sull'altra faccia del pianeta. *Oh, scimmia trombettiera! ('''Kif''') *''Caro diario, ho appena fatto l'amore per la seconda e ultima volta.'' ('''Kif''') *'''Vento che canta''': {{NDR|il capo della tribù dei marziani}} Su, andate pure. Scusateci per il furto e per il sequestro. <br/> '''Leela''': Aspetti, e le vostre terre sacre? <br/> '''Vento che canta''': Fancuffio alle terre, non vogliamo vivere su Marte, è una fogna! Compriamo un altro pianeta e fingiamo che sia sacro, con tanta ricchezza chi potrà opporsi? Nessuno, te lo dico io. ===Episodio 11, ''Infermità robotica''=== *Lo sponsor di Futurama è Denti Thompson, gli unici denti abbastanza forti per mangiare altri denti. ('''[[Pubblicità dalle serie televisive|Spot Pubblicitario]]''') *Oh! Che bello! Tessere [[sconto]]! Posso avere due cambi d'olio per la macchina al prezzo di uno! Se solo potessi permettermi l'olio o la macchina... Oh! Tutti questi anni, tutti questi ricordi, tutti quegli strani liquidi che fuoriuscivano dai corpi dei pazienti. ('''Dottor Zoidberg''') *'''Impiegata''': Lei vorrebbe aprire un conto pensionistico con sei dollari? Sono certa che un vero annusatore di asini come lei sa che questo le costerà dieci dollari al mese. <br/> '''Fry''': Bisogna spendere per guadagnare. <br/> '''Impiegata''': Bene signore, il suo conto è in rosso di quattro dollari. *Accidenti, ho visto file più veloci alla banca dello sperma. ('''Roberto''') *Anche io me la passo bene, sto seguendo un corso di cucina cinese serale. ('''Bender''') *L'accusa è di rapina in banca. Allora, il mio parrucchiere Keddy mi informa che la banca è un posto dove la gente mette risparmi che saranno male investiti perciò rubare in banca è un crimine fra i peggiori, perché si rubano soldi altrui che non valgono un fico secco. ('''Giudice''') * Vostro onore, chiedo di essere radiato dall'albo degli avvocati per aver presentato delle prove contro i miei clienti. ('''Avvocato''') *'''Fry''': Mi rifiuto di testimoniare perché potrei essere tritato per fare un hamburger! <br/> '''Giudice''': Ah, il sessantasettesimo emendamento... *'''Avvocato''': Sarò anche un sempliciotto pollo di campagna, ma so riconoscere quando perdo una causa. Va bene se richiedo l'infermità mentale? <br/> '''Bender''': Scontare la pena come malato di mente? Lo posso fare a testa in giù. <br/> '''Avvocato''': Cominci ad entrare nella parte, inizia lo show. <br/> '''Giudice''': Avvocato, che prove presenta per sostenere l'infermità mentale degli imputati. <br/>'''Avvocato''': Prima di tutto, hanno assunto me come avvocato difensore.<br/>'''Giudice''': Accettata l'infermità mentale! {{NDR|Batte col martelletto}} *Ascoltami Fry, solo perché credi di essere un robot non significa che tu lo sia, dopotutto io credo di essere un medico, ma questo non fa di me un medico, è merito del [[Camice bianco|camice]]... ('''Zoidberg''') *Porca miseria di Kingston! ('''Hermes''') ===Episodio 12, ''Padri e figli''=== *Ah, la birra... Tutta questa scelta e così poca differenza ... ('''Bender''') *Calma ragazzi, possiamo azzuffarci una volta ubriachi! ('''Leela''') {{NDR|Rivolgendosi a Fry e Bender che stanno discutendo su quale birra comprare}} *'''Leela''': Ascoltate, perché ognuno non si fa la sua birra? <br/>'''Bender''': Ci si può fare la birra da soli? <br/> '''Leela''': Certamente... i bambini all'orfanitrofio lo facevano sempre ... {{NDR|Bender è positivamente sconvolto}} *Mannaggia alle trote salmonate del Gange! Il mio unico figlio è stato sospeso dal collegio... ('''Hermes''') *Come ti ho clonato da uno dei miei porri, posso trovare il modo di rimandarti indietro! ('''Professor Farnsworth''', rivolto a Cubert) *'''Cubert''': Visto? Ha cominciato quel bullo. Non potevamo combatterlo con la forza così abbiamo usato il cervello... <br/> '''Professor Farnsworth''': Sai bene che non voglio che usi certe cose! *'''Dwight''': Dicono che l'alcool rende stupidi... <br/> '''Leela''': Proprio così, Dwight! Hai ragione! L'alcool è davvero molto, molto dannoso! Per i bambini. Ma quando avrai [[Ventunenne|21 anni]] diventerà davvero molto buono! *Timbra! Archivia! Oh, yeah! Per spedirlo via... ('''Hermes''') {{NDR|Sotto le note di ''Get up, Stand up'' di [[Bob Marley]]}} *'''Leela''': {{NDR|Minacciando Dwight e Cubert}} Se voi due foste figli miei, avreste una bella lezione... da vostro padre... appena tornato a casa dal Senato! <br/> '''Professor Farnsworth''': Oh per la miseria! Che hanno combinato adesso? <br/> '''Bender''': I due angioletti ci hanno dato una consegna di pizza falsa... <br/> '''Fry''': L'indirizzo era "Cacca di cane 8", ma l'universo finisce dopo "Cacca di cane 7"... <br/> '''Hermes''': Allora ragazzi, è tutto vero? <br/> '''Dwight''': Si, ma non siamo noi da punire: la squadra di scemi ci ha messo una settimana a capire che la missione era falsa. <br/> '''Cubert''': Già, inoltre fanno birra da contrabbando all'interno della compagnia! <br/> '''Bender''': Bugie! Bugie e calunnie! {{NDR|La birra all'interno di Bender inizia a fermentare}} <br/> '''Professor Farnsworth''': Stai accusando il buon Bender di questo misfatto? È un'offesa intollerabile. Voi due avete superato ogni limite. <br/> '''Hermes''': Mi ha appena tolto le parole di bocca, professore. Noi siamo i loro padri ed è ora che ci comportiamo come tali... <br/> '''Bender''': Eheheh! Comincia la violenza! <br/> '''Hermes''': Trovatevi un lavoro, fannulloni! <br/> '''Bender''': Se vuoi che i ragazzini vengano picchiati, te lo devi fare da solo ... {{NDR|Tira fuori una mazza da baseball}} *Perché ci trattano come se fossimo degli stupidi?! Siamo grandi abbastanza da lavorare in un cartone della Fox! ('''Dwight''') *'''Bender''': Oh, ragazzi l'ho appena sentita fermentare! <br/> '''Leela''': Fammi sentire! Hai pensato a come la chiamerai? <br/> '''Bender''': Avevo pensato a Bendërbrāu se è scura e Bot Weiss se è chiara! <br/> '''Fry''': Spero sia chiara così la potrò portare allo stadio! <br/> {{NDR|Bender rutta}} <br/>'''Fry''': Oh, l'ho sentita muoversi! {{NDR|Riferendosi, come se fosse un feto, alla birra che stanno facendo fermentare nella pancia di Bender}} *Gli affari sono in calo, quindi ho compilato i documenti per riclassificarvi come schiavi! ('''Hermes''') *'''Professor Farnsworth''': Amici, siamo in una spiacevole situazione, ma riusciremo comunque ad uscirne, grazie a voi e al vostro instancabile entusiasmo per la compagnia... {{NDR|Vengono inquadrati Amy, Zoidberg e Scruffy}} <br/> '''Hermes''': {{NDR|Indicando Scruffy}} Io questo tipo neanche lo conosco... <br/> '''Scruffy''': Mi chiamo Scruffy, sono il portiere. <br/> '''Professor Farnsworth''': Si certo, ci sarà utile. Ora dobbiamo concentrare i nostri sforzi e salvare la Planet Express. <br/> '''Scruffy''': Non posso, sono in pausa... *'''Dwight''': Ti sei fatto dichiarare morto tre anni fa per non pagare le tasse. <br/> '''Professor Farnsworth''': Non è stato per non pagare le tasse! Uno schiaccia un pisolino in un fossato nel parco e subito dichiarano questo e quello. <br/> '''Cubert''': Comunque io tecnicamente eredito il tuo edificio e la tua nave spaziale. Per questo la Planet Express ora è ... Eccellente Express {{NDR|Traduzione da Awesome Express}} <br/> '''Hermes''': Brutti ragazzini corrotti! Assumete personale? <br/> '''Dwight''': No! <br/> '''Hermes''': Brutti ragazzini corrotti! *'''Cubert''': {{NDR|Vedendola verniciare la navicella}} Leela, se applichiamo questa decalcomania che ho vinto nei cereali, la nave andrà più veloce. <br/> '''Leela''': E su quali basi scientifiche si fonda la tua teoria? <br/> '''Cubert''': Ho dodici anni! *{{NDR|Nuotando tra i rifiuti}} Per fortuna che non sono disperato come loro... ('''Zoidberg''') *'''Dwight''': Volevamo solo che foste orgogliosi di noi! <br/> '''Hermes''': Orgogliosi di voi? Ci avete rovinato mandandoci sul lastrico con i vostri affari sporchi e un totale disinteresse per noi! È ovvio che siamo orgogliosi di voi! *Au revoooooooooooooooir! ('''Il piccolo principe''') {{NDR|Mentre viene colpito da un giornale con una tale forza da essere scaraventato nello spazio}} *'''Dwight''': Posso usare il mitra, papà? <br/>'''Hermes''': Oh, che padre sarei se ti dicessi di no? *Per quanto mi riguarda potete ficcarvi le vostre scuse in fondo al tubo digerente! ('''Orribile Blob Gelatinoso''') ===Episodio 13, ''Successo da paralisi''=== *Se inizio a rollare, non venire a bussare. ('''Fry''') *È il momento di prendere il toro per le scatole! ('''Bender''') *Bender è il mio migliore amico, non possiamo buttarlo per strada come le ceneri della nonna. ('''Fry''') *Maledetto il mio esibizionismo! ('''Bender''') *Non ho mai pensato di ferire qualcuno, ma neanche di aiutarlo. ('''Bender''') ===Episodio 14, ''Un amore stellare''=== *'''Fry''': Scusa Leela, ti andrebbe una gitarella su quelle barche a forma di [[cigno]]? Sono un po' pericolose, ma sono riuscito a domarle... <br/> '''Leela''': Non sono barche a forma di cigno: sono cigni. <br/> '''Fry''': Ahh... questo spiega le barchette a uovo... *'''Professor Farnsworth''': Ammirate la mia squadra di supermen mutanti! <br/> '''Leela''': Non superano i 30 centimetri. <br/> '''Professor Farnsworth''': Beh, sono ancora giovani. Ora sono dei super-neonati mutanti. Basterà accelerarne la crescita con le particelle del tempo: i cronotroni. <br/> '''Bender''': Non sono le stesse particelle che hanno distrutto un intero sistem... <br/> '''Professor Farnsworth''': Buone notizie! Andrete sulla nebulosa Tempesta a prendere i cronotroni! *Stentare fino a metà gara è la nostra strategia: sarà più amara l'umiliazione della Terra. ('''Ethan "Gomma da masticare" Tate''') *'''Fry''': Mi faccia entrare Prof. Voglio farmi bello davanti a Leela. <br/> '''Professor Farnsworth''': È più un gesto da soubrette che da basket... <br/> '''Fry''': Che ci importa? Siamo sopra di 30 punti e manca un minuto alla fine, cosa potrebbe acc... {{NDR|Un salto temporale ci porta alla fine della partita, dove i Globetrotters hanno sconfitto i Supermen con Fry in campo per 244 a 86}} *'''Leela''': Non so come hai fatto, ma anche stavolta hai incasinato tutto. Adesso gli altri pianeti cominceranno a fare battute sulle nostre mamme... <br/> '''Hermes''': Fortuna che quella buzzicona di mia madre non è più su questa terra... <br/> '''Professor Farnsworth''': Ora basta con quella donna promiscua Hermes... *'''Leela''': Il fatto è che Fry è un ragazzo dolce, però è così immaturo: adoro il suo fascino fanciullesco ma odio il suo infantilismo... <br/> '''Zoidberg''': Lo so, non è perfetto, solo che rischi di invecchiare da sola come Zoidberg... {{NDR|inizia a piangere}} Stavi dicendo? *'''Fry''': Leela, volevo complimentarmi con te per la classe cristallina con cui hai spostato quelle stelle: guarda un po' che ho portato. <br/> '''Leela''': Ah, champagne casareccio con l'offerta del 3X2, come facevi a saperlo? <br/> '''Fry''': Te lo meriti, insomma, nessuno si stancherà mai di ripetere che sei una grande capitana. <br/> '''Leela''': Oh, sei proprio un ragazzo dolce e sincero... <br/> '''Fry''': E tu sei brava e meravigliosa e soprattutto... vuoi uscire con me? <br/> '''Leela''': Fry, cerca di capire la situazione, tu sei un uomo e io sono una donna. Siamo troppo diversi... *'''Leela''': Sento puzza di imbroglio lontano un miglio. <br/> '''Fry''': Non ti ho imbrogliata! <br/> '''Leela''': E come hai fatto ? Droga nello champagne? Ipnosi? <br/> '''Fry''': No! La droga è per i falliti, mentre l'[[ipnosi]] è per i falliti con le palpebre corte... *Non essere così duro con te stesso, Fry. Hai perso la donna dei tuoi sogni, ma hai pur sempre Zoidberg! Tutti voi avete sempre Zoidberg! ('''Zoidberg''') *E che mi importa? Non sarò mai un Globetrotter. Ormai la mia vita è come quella di tutti i mortali: non ha più senso... ('''Bender''') ===Episodio 15, ''Sono uscito con un robot''=== *È terribile! Lei gli sta annodando il cappio e lui ci sta infilando dentro la testa! D'altronde è questo l'amore. ('''Professor Farnsworth''') ===Episodio 16, ''Una Leela tutta speciale''=== *Metti via quel binocolo Fry: il muro dello strip club non crollerà due volte nella stessa giornata. ('''Leela''') *'''Professor Farnsworth''': Casoriani? Nel nostro isolato? Fiamme e fuoco! Perché non se ne stanno a casa loro? <br/> '''Leela''': Professore, la prego. La società non riuscirà mai a fare progressi se non impareremo a fingere di volerci bene ... e ora andiamo a dare il benvenuto a quei orrendi forestieri. <br/> '''Professor Farnsworth''': NO! *'''Professor Farnsworth''': {{NDR|vedendo 7/8 come numero della maglietta dei NNY Mets di Leela}} Perché ti hanno dato il numero 7 barra 8? <br/> '''Leela''': Gli altri erano stati ritirati... *'''Leela''': Bender, come hai fatto ad entrare qui? <br/> '''Bender''': Essendo tuo agente, posso raggiungerti quando voglio. <br/> '''Leela''': E da quando in qua sei il mio agente? <br/> '''Bender''': Zitta un attimo, ho una chiamata. {{NDR|risponde alla chiamata}} Si? Un importante sponsor per Leela? E il conquibus? Senti, davanti ci devi mettere uno o due zeri, sennò non se ne fa niente, ok? Accetto! <br/> '''Leela''': Bender! È fantastico! Quanto gli hai scucito? <br/> '''Bender''': 100 dollari in contanti... *Quando imparerete voi umani che le razze sono tutte ugualmente inferiori ai [[robot]]? ('''Bender''') ===Episodio 17, ''Un faraone da ricordare''=== *'''Bender''': È un vero e proprio oltraggio! A che serve mettere a segno una rapina geniale se nessuno sa che sei stato tu? <br/> '''Fry''': Puoi sempre godeti la refurtiva... <br/> '''Bender''': Cioè questa robaccia? {{NDR|fa uscire dallo sportello tutto quello rubato in piscina, tra cui un bambino}} Io volevo solo che la gente si ricordasse il mio nome... {{NDR|piange}} È Bender. {{NDR|continua a piangere}} *Tutta fuffa! Perché dannarsi per ricordare qualcosa quando in 5 secondi è bella che dimenticata? ('''Professor Farnsworth''') *Non è giusto. Un cordiale robot con un atteggiamento pimpante e strafottente condannato all'anonimato come tutti voi, specie come Leela... Se morissi domani, non se ne accorgerebbe nessuno... ('''Bender''') *'''Tutti''': Sorpresa! <br/> '''Fry''': Buon funerale Bender! <br/> '''Bender''': Uhh, un funerale a sorpresa? Per me? <br/> '''Fry''': Volevamo mostrarti che sarai ricordato per sempre. <br/> '''Zoidberg''': Ora, se il deceduto vuole occupare il suo posto d'onore... <br/> '''Bender''': {{NDR|entra nella cassa}} Uh, un comodo cuscino... e un mini bar! <br/> '''Fry''': Carissimi amici, siamo qui riuniti per ricordare Bender, che ci è stato portato via nel fiore degli anni stritolato da un tir impazzito guidato dall'Incredibile Hulk... <br/> '''Bender''': Ahh, conoscevi la mia causa di morte preferita, eh? *'''Leela''': Facciamo del nostro meglio. <br/> '''Bender''': Il vostro meglio è il peggio! *Spero che siate felici: anticipandomi il mortorio del mio funerale, siete riusciti a convincermi che vale la pena di vivere la mia vita! ('''Bender''') *'''Fry''': Salve, devo consegnare un blocco di pietra. Firmi qua. <br/> '''Osiriano''': Ah, molto bene. Assomiglia ai dieci milioni di pietre identiche già utilizzate per la futura tomba del nostro faraone Hermenthotip. {{NDR|pronunciato Jokaltotip}} <br/> '''Leela''': Capperi! Chi la sta costruendo? <br/> '''Osiriano''': Voi! <br/> '''Leela''': Ridillo? <br/> '''Osiriano''': Da oggi siete gli schiavi del faraone Hermenthotip. *'''Fry''': Sai qual è il brutto di essere un schiavo? Che ti sfruttano ma non ti pagano e non ti mollano. <br/> '''Leela''': Questa è l'unica cosa che ti rende schiavo... *'''Osiriano''': Attenzione, siete diventati di proprietà del faraone Hermenthotip, erede della decima dinastia, emblema degli aspetti positivi delle inondazioni. <br/> '''Fry''': Incredibile, questo posto è uguale all'Antico Egitto dei miei tempi. <br/> '''Osiriano''': Il che non è una coincidenza: la nostra gente ha visitato il tuo Egitto migliaia di anni orsono. <br/> '''Fry''': Io lo sapevo: teorie folli 1, teorie ragionevoli 1000. <br/> '''Osiriano''': Sono tantissime le cose che abbiamo appreso dagli antichi: la costruzione delle piramidi, i viaggi spaziali e come preparare i defunti per spaventare Gianni e Pinotto... <br/> '''Fry''': Ahh, anche la Mummia Mannara... *'''Bender''': Chic-ose quelle tombe! Questa gente si che sa come morire! <br/> '''Leela''': Ti fuma il cervello? Hanno massacrato migliaia di schiavi per quegli stupidi monumenti... <br/> '''Bender''': Se passi la vita a costruire il piede di qualcuno, te lo ricordi per sempre... Credo che mi piacerà stare qui... *'''Faraone Hermenthotip''': Avverti gli schiavi che possono andare... <br/> '''Bender''': ... più veloce? Glielo ho detto, ma sono dei pigroni sono... <br/> '''Faraone Hermenthotip''': No, volevo dire sono liberi. <br/> '''Bender''': Liberi di amarti vuoi dire? <br/> '''Faraone Hermenthotip''': No, io... {{NDR|muore}} <br/> '''Osiriano''': Il faraone Hermenthotip è morto. <br/> '''Bender''': {{NDR|Inizia a piangere}} Ora starà frustando gli angeli ... *'''Grande Vescovo''': Grande Muro della Profezia, rivelaci la volontà di Dio alla quale obbediremo ciecamente. <br/> '''Vescovi''': Liberaci dal siero (della verità) e dalla responsabilità. <br/> '''Grande Vescovo''': Leggeremo quello che hai ordinato. <br/> '''Vescovi''': E poi lo faremo. <br/> '''Grande Vescovo''': Le tue parole ci guideranno. <br/> '''Vescovi''': Siamo stolti. *Sai qual è un'altra cosa che non mi sta bene? L'orario. ('''Fry''' rivolto a Leela, riguardo la sua condizione di schiavitù) *'''Grande Vescovo''': Popolo di Osiris 4, date il benvenuto ad un uomo che ha iniziato come schiavo ed è diventato il Signore della Creazione, il nostro nuovo faraone, Bender! <br/> '''Bender''': Cittadini di mia proprietà, la crudelta del vecchio faraone appartiene al passato ... <br/> {{NDR|cori di approvazione dagli schiavi}} <br/> ... che un ondata di nuova crudeltà si riversi su questa terra di inutili fannulloni! <br/> {{NDR|cori di approvazione dagli schiavi}} <br/> '''Fry''': Che cosa? <br/> '''Leela''': Che ha detto? <br/> '''Bender''': Ascoltate la mia parola: costruitemi una statua di proporzioni demenziali, un miliardo di metri cubi di altezza, così che io possa essere ricordato per tutta l'eternità! E datevi una mossa! *'''Bender''': Umile schiavo, perché non stai lavorando? <br/> '''Schiavo''': Io lavoro! <br/> '''Bender''': Volevo dire fino allo stremo... *'''Osiriano''': La soddisfa mio Signore? <br/> '''Bender''': Mah, è un buon inizio. Si, le dimensioni sono quelle giuste, anzi, mi chiedo se non sia troppo grande... Insomma, voglio dire, la gente si ricorderà di me... o della statua? <br/> '''Grande Vescovo''': Ma sire, è stata realizzata secondo le sue precise indicazioni... <br/> '''Bender''': Troppo precise se vogliamo... Abbattetela, e riprovateci! Ma stavolta non vi formalizzate troppo... *'''Leela''': Credevi che nell'aldilà avresti avuto bisogno di questa paccotiglia? <br/> '''Bender''': Aldilà? Se avessi saputo di dover affrontare un'altra via, mi sarei ucciso da solo... <br/> '''Leela''': Allora decomponiti in pace, io e Fry ce ne andiamo ... ===Episodio 18, ''Il gioco del Se Fossi 2''=== *Noi robot non possiamo provare [[emozione|emozioni]]... e questo mi rende molto triste. ('''Bender''') *'''Bender''': Questo sarebbe il mio corpo umano? Ah, fichissimo! Ehi, la mia antenna è sparita... {{NDR|guardandosi nelle mutande}} Ah, no, no, si è solo spostata. Il guaio è che ho una pessima ricezione, forse ha bisogno di una smanettata. <br/> '''Fry''': Bender, no! Così rischi di diventare cieco... *'''Bender''': {{NDR|dopo aver baciato Amy}} Ehi, è stato una bomba! {{NDR|si avvicina al professore, lo bacia in bocca, ma rimane deluso}} Ahhh, questo è stato una chiavica... <br/> '''Professor Farnsworth''': Parla per te, biondo! *{{NDR|Bender si scola un drink e si accende un sigaro}} '''Bender''': Uao! È una vera pacchia! <br/> '''Leela''': Bevevi e fumavi anche quando eri solo un robot... <br/> '''Bender''': Ma ora queste cose fanno male! Uao! *Potevate dirmi che le cose gustose sono così gustose! ('''Bender''', mangiando dei nachos) *'''Amy''': Bender, la caratteristica dell'essere umano è l'autocontrollo. <br/> '''Bender''': Aspetta, vuoi vedere che riesco a mangiare nachos ed andare in bagno contemporaneamente? *Fry è un pazzoide! Un pazzoide scatenoide! ('''Bender''') *In fondo, cosa te ne fai del coraggio quando hai una pistola? ('''Professor Farnsworth''') *Stavo facendo un sogno meraviglioso... Peccato che c'eri tu, c'eri tu e c'eri anche tu, dottore! ('''Leela''') ===Episodio 19, ''Il nonno di se stesso''=== *Divertimento per tutta la famiglia (tranne che per i nonni) ('''Sottotitolo durante la sigla''') *Divertimento per la famiglia tranne che per i nonni. ('''Sottotitolo durante la sigla''') :''Fun For The Whole Family (except Grandma and Grandpa)'' *Ehi! Sento puzza di blu! ('''Fry''') *So io cosa fare! Oh no! Non lo posso fare! ('''Leela''') *'''Bender''': Quello non è un disco volante! Quelle sono le mie chiappe!<br>'''Fry''': Oh, mio Dio! Allora il disco volante che si è schiantato a Roswell eravamo noi!<ref>Cfr.: [[:w:it:Incidente di Roswell|Incidente di Roswell]]</ref> *Non devi interferire con il passato. Non fare nulla che possa influenzare qualcosa, a meno che non ti renda conto di doverlo fare per forza e in tal caso, per l'amor di Dio, ricordati di non farlo! ('''Professor Farnsworth''') *Un buffet! Oh che peccato... se solo avessi il mio portafogli. ('''Dottor Zoidberg''') *'''Mildred''': Che vi porto, gente?<br>'''Prof. Farnsworth''': Io vorrei una tavoletta di Soylent verde, una fetta di Soylent arancione e un'insalata di cavolo Soylent.<ref>Riferimento a ''[[2022: i sopravvissuti]]'' (''Soylent Green'')</ref><br>'''Mildred''': Pardon?<br>'''Leela''': {{NDR|Sussurrando}} Siamo nel ventesimo secolo, prof.<br>'''Prof. Farnsworth''': Oh, è vero! Prendo una Croque Monsieur, la paella e due compresse di montone e dell'idromele.<br>'''Leela''': Per me un intramuscolo di Slim femmina.<br>'''Mildred''': Ehm... due chili dog in arrivo. *'''Ufficiale #1''': Signor presidente, i nostri esperti hanno rimontato le parti della navicella aliena e abbiamo ottenuto questo modello.<br>'''[[Harry Truman]]''': Per i pascoli del cielo! Datelo all'Area 51 e fatelo esaminare.<br>'''Ufficiale #2''': Ma al 51 c'è il set per il finto [[allunaggio|atterraggio lunare]].<br>'''[[Harry Truman]]''': Allora dovremo davvero atterrare sulla Luna. Inventate la [[NASA]] e che muovano le chiappe! *'''[[Harry Truman]]''': Qual è lo scopo della tua missione? Vuoi realizzare un ibrido alieno-umano?<br>'''Zoidberg''': Ci stai provando, quattrocchi?<br>'''[[Harry Truman]]''': Santi numi del Paraguay! Mi ritengo offeso!<br>'''Zoidberg''': Non ho ancora sentito un "no"... *{{NDR|Indietro nel tempo, fino al 1947. Fry uccide - per errore - suo nonno e passa la notte con sua nonna, diventando a tutti gli effetti il nonno di se stesso!}}<br/>'''Professor Farnsworth''': Ma che diavolo stai combinando, Fry?!<br/>'''Fry''': Si contenga! Lei non può essere mia nonna. Ho capito tutta la sicutera!<br/>'''Professor Farnsworth''': Invece quella è proprio tua nonna, idiota di un pervertito! Guardala!<br>'''Mildred''': Ora basta, amore, torna a letto.<br>'''Fry''': Ah! È impossibile! Perché se lei è mia nonna, chi diavolo è mio nonno?<br>'''Professor Farnsworth''': Non ci arrivi da solo?! Tu, Fry!<br>'''Fry''': {{NDR|Correndo avanti e indietro}} Aaaaaah! *'''Dott. Farnsworth''': Accendi la navetta, Leela! Rubiamo quella dannata parabola radar e torniamo ai nostri tempi! <br/> '''Fry''': Ma... ma non modificherà la storia? <br/> '''Dott. Farnsworth''': Oh! Una lezione sul non modificare la storia direttamente dal signor ''Io sono mio nonno''! Andiamocene al più presto, e al diavolo la storia! ===Episodio 20, ''Il mestiere di Dio''=== *Mi fa venire l'olio alle ginocchia! ('''Bender''') *'''Fry''': Ancora niente Prof?<br/>'''Professor Farnsworth''': No, lo sniffoscopio non è sufficientemente potente. L'odore di Bender è così debole da essere stato sopraffatto da fonti locali. {{NDR|Tutti si voltano verso Zoidberg}}<br/>'''Dottor Zoidberg''': Hurra! Finalmente qualcuno si accorge di me! *Non puoi rinunciare alle speranze solo perché sei senza speranze! Devi insistere, tapparti le orecchie e fare: "La-la-la, la-la-la, la..." ('''Fry''') *È come cercare un chip in un [[pagliaio]]! ('''Leela''') *Aprite! Abbiamo essiccato le scarpe e ce le siamo mangiate! Ora ci stiamo annoiando... ('''Monaci''') *Quando fai le cose per bene, nessuno sospetterà che tu abbia fatto realmente qualcosa. ('''Dio''') ===Episodio 21, ''Manager d'assalto''=== *La Planet Express è sempre in movimento. Per questa giovane e moderna ditta di spedizioni domani è oggi e oggi è ieri! ('''Video sulla Planet Express''') *'''Fry''': Aiutami a trovare del cibo!<br/>'''Zoidberg''': Non solo ti aiuterò a trovarlo, ti aiuterò anche a mangiarlo! *'''Fry''': Non credete a Robot-[[Gesù]]?<br>'''Robot ebreo''': Crediamo alla sua costruzione e al fatto che è stato ben programmato, ma non era il nostro messia. *{{NDR|Al Cryogenic Support Group (gruppo di supporto per scongelati)}}<br>Come cavernicolo congelato in un ghiacciaio devo affrontare sfide diverse. La cosa più dura è stato vedere mia moglie in vetrina al British Museum! ('''Cavernicolo scongelato''') *Negli anni '80 ero l'uomo più in vista di Wall Street... consumavo whiskey con Boesky e biscotti con scottish! ('''Quel Tizio''') :''Back in the eighties, I was the toast of Wall Street... I had whiskey with Boesky, and cookies with Milken'' *Approvo! ('''Scruffy''') {{NDR|Durante la riunione degli azionisti della Planet Express, ripetuta a ogni proposta che i membri dello staff pongono sul tavolo, anche se queste sono discordanti tra loro}} *La prima [[regole dalle serie televisive|regola]] negli affari è dare la colpa di tutto a chi comandava prima di te. ('''Quel Tizio''') *La Planet {{NDR|Express}} raggiungerà immediatamente il top e ci resterà come [[Cyndi Lauper]]! ('''Quel Tizio''') *'''Fry''': Che stile di vita guardare le scimmie che si pestano accanto alle celebrità!<br/>'''Quel Tizio''': Ai miei tempi {{NDR|Gli anni 80}} andavamo ai coca-party, ma il principio è quello. *'''Quel Tizio''': La spedizione? Non ha niente in comune con l'attività delle consegne! È l'immagine, l'immagine! Gustatevi questa trovata:<br>{{NDR|Fa partire uno spot pubblicitario<ref>Parodia dello spot della Apple [[:w:it:1984 (spot)|1984]].</ref>}}<br>'''Mamma''': Noi siamo una cosa sola, una mente, un obiettivo, un'azione. Il nostro nemico sarà mangiato dagli scoprioni mentre noi ci inchineremo a venerare noi stessi! Il nostro trionfo sarà totale! *{{NDR|Quel Tizio e Fry stanno ordinando al ristorante Elzar's Fine Cuisine}}<br/>'''Quel Tizio''': Che cos'hai di estremamente caro?<br/>'''Elzar''': Quasi tutto!<br/>'''Quel Tizio''': Portamelo!<br/>'''Fry''': Fanne due! E un super bicchiere d'acqua! *Zitto caccoletta bipede! ('''Mamma''') *'''Leela''': Quel Tizio sta trasformando questo posto in un business! {{NDR|Riferendosi alla Planet Express}}<br/>'''Professor Farnsworth''': Questo non è un business! Io l'ho sempre considerato come una modesta fonte di lavoro, un ambiente familiare!<br/>'''Fry''': Ha ragione, Professore. Magari non saremo una famiglia tradizionale come i nostri vicini o la congrega di lesbiche qui di fronte, ma siamo una famiglia. E Quel Tizio questo lo capisce! {{NDR|Un attimo dopo Quel Tizio appare su uno schermo}}<br/>'''Quel Tizio''': Mi licenzio! Non siamo più in affari!<br/>'''Tutti''': Oh, no! <br/>'''Quel Tizio''': Ebbene sì, vendo la Planet Express alla Mamma, così lei la può smembrare ed eliminare la concorrenza! *Balalaica di Jamaica! ('''Hermes''') *'''Mamma''': Faccio una verifica manuale?<br>'''Igner''': Ok.<br>{{NDR|Mamma lo schiaffeggia}} *Sono un uomo degli anni 80, significa che per soli 2 dollari sono pronto a colpirti con una mazza fino al distacco delle retine! ('''Quel Tizio''') *{{NDR|[[Ultime parole dalle serie televisive|Ultime parole]]}} Il mio unico rimpianto è che io... ho... la scheletrite. ('''Quel Tizio''') *Non essere stupido, idiota! ('''Mamma''') *'''Fry''': Preferite essere ricchi che lavorare insieme?<br/>'''Leela''': Altroché! ===Episodio 22, ''Sfida ai fornelli''=== * È la riproduzione in scala ridotta della più grande bottiglia dell'universo. Ho messo una navetta spaziale all'interno per renderla più o meno noiosa. Altolà! Per l'ultima volta Zoidberg: guarda con gli occhi, non con le chele. ('''Professor Farnsworth''') *'''Annunciatore''': Che prepara Elzar? <br/> '''Giornalista''': Senti Rocky, quando glielo chiesto lui mi ha spiegato che quelli erano affari suoi e ha ipotizzato che mia madre fosse una prostituta. <br/> '''[[Martha Stewart]]''': Nella campagna inglese le prostitute decorano la loro camera con zucche colorate. *Maestro Asparago, se riesci a sentirmi da quella fossa in cui ti ho lasciato, questo è per te. ('''Bender''') *Non riuscirò mai a restituirgli i suoi 10 dollari, quindi dovrò imbocare l'unica strada decorosa che mi resta: uccidermi. ('''Zoidberg''') ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{Interprogetto}} {{Futurama}} [[Categoria:Stagioni di Futurama| 3]] jvw54isucx1bpsvexk7ncctzbtbwi0t Lilli e il vagabondo 0 93739 1349954 1337796 2024-11-03T11:55:50Z ~2024-8218 100188 /* Dialoghi */ 1349954 wikitext text/x-wiki {{Film |titoloitaliano= Lilli e il vagabondo |immagine= |didascalia= |titolooriginale= Lady and the Tramp |paese= Stati Uniti |annouscita= 1955 |genere= animazione, romantico |regista=[[Clyde Geronimi]], [[Wilfred Jackson]], [[Hamilton Luske]] |soggetto = [[Ward Greene]] (racconto), [[Joe Grant]] |sceneggiatore=[[Erdman Penner]], [[Joe Rinaldi]], [[Ralph Wright]], [[Don Da Gradi]] |doppiatorioriginali= * [[Larry Roberts]]: Biagio * [[Barbara Luddy]]: Lilli * [[Bill Thompson]]: Whisky, Joe, poliziotto * [[Bill Baucom]]: Fido * [[Lee Millar]]: Gianni caro, accalappiacani * [[Peggy Lee]]: Tesoro, Gilda, [[Si & Am|Si, Am]] * [[Verna Felton]]: Zia Sara * [[Alan Reed]]: Boris * [[Dal McKennon]]: Toughy * [[Stan Freberg]]: Castoro * [[George Givot]]: Tony |doppiatoriitaliani= Doppiaggio originale (1955): * [[Stefano Sibaldi]]: Biagio * [[Flaminia Jandolo]]: Lilli * [[Lauro Gazzolo]]: Whisky * [[Mario Besesti]]: Fido * [[Giuseppe Rinaldi]]: Gianni caro * [[Rosetta Calavetta]]: Tesoro * [[Maria Saccenti]]: Zia Sara * [[Tina Lattanzi]]: Gilda * [[Luigi Pavese]]: Boris * [[Pino Locchi]]: Toughy * [[Renato Turi]]: Poliziotto * [[Ignazio Balsamo]]: Tony * [[Franco Latini]]: Joe Ridoppiaggio (1997): * [[Claudio Amendola]]: Biagio * [[Margherita Buy]]: Lilli * [[Marco Columbro]]: Whisky * [[Riccardo Garrone (attore)|Riccardo Garrone]]: Fido * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Gianni caro * [[Susanna Javicoli]]: Tesoro * [[Isa Bellini]]: Zia Sara * [[Nancy Brilli]]: Gilda, Gatti Siamesi * [[Mario Bardella]]: Boris * [[Massimo Lodolo]]: Castoro * [[Franco Chillemi]]: Tony * [[Vittorio De Bisogno]]: Joe }} '''''Lilli e il vagabondo''''', film d'animazione statunitense del 1955, regia di [[Clyde Geronimi]], [[Wilfred Jackson]] e [[Hamilton Luske]]. == [[Incipit]] == C'è una sola cosa che tutto il denaro del mondo non può comprare: lo scodinzolio di un cane. Ed è perciò che a tutti i cani del mondo da salotto o da pagliaio questo film è rispettosamente dedicato. ('''Testo in sovrimpressione''') == Frasi == *Se dobbiamo mostrarle chi è che comanda, dobbiamo essere severi fin dal primo giorno. ('''Gianni caro''') *Che giornata! ('''Biagio''') *Funziona benissimo. ('''Castoro''') *Vedi, bimba, quando sei libero, senza padroni, ti godi solo quanto c'è di meglio. ('''Biagio''') *Uomo infelice, deve trovare uomo più infelice di lui, allora è felice. ('''Boris''') ==Dialoghi== *'''Tony''': Adesso apparecchiamo la tavola *'''Joe''': Ecco gli ossi, Tony! *'''Tony''': Molto bene! Ossi?!?!?! Ma sei ammattito Joe? Ti rompo il muso! Stasera per Biagio… quanto di meglio abbiamo! *'''Joe''': E va bene, Tony sei tu il padrone. *'''Tony''': Ora dimmi che ti va di mangiare? Alla carta prego. *'''Tony''': Ah, ah! Ho capito! Ehi, Joe! Biagio dice che vuole due spaghetti speciali con polpettine di carne, va bene? <br> '''Joe''': Ma... Tony, i cani non parlano.<br> '''Tony''': A me ha parlato, invece! <br> '''Joe''': E va bene! Ti ha parlato! Sei tu il padrone! Mamma mia! Sempre ragione lui vuole avere! <br> '''Tony''': Ecco qua! I migliori spaghetti della città! ==[[Explicit]]== Lo sapete? Non me lo ricordo proprio quello che diceva sempre. ('''Fido''') == Voci correlate == *''[[Lilli e il vagabondo II - Il cucciolo ribelle]]'' (2001) ==Altri progetti== {{interprogetto|w|etichetta=''Lilli e il vagabondo''}} {{Disney}} [[Categoria:Classici Disney]] fzyf4arh3m9xax9o6s2fcgn9t0zs0r0 1349956 1349954 2024-11-03T11:57:30Z Udiki 86035 Annullata la modifica di [[Special:Contributions/~2024-8218|~2024-8218]] ([[User talk:~2024-8218|discussione]]), riportata alla versione precedente di [[User:87.6.160.116|87.6.160.116]] 1337796 wikitext text/x-wiki {{Film |titoloitaliano= Lilli e il vagabondo |immagine= |didascalia= |titolooriginale= Lady and the Tramp |paese= Stati Uniti |annouscita= 1955 |genere= animazione, romantico |regista=[[Clyde Geronimi]], [[Wilfred Jackson]], [[Hamilton Luske]] |soggetto = [[Ward Greene]] (racconto), [[Joe Grant]] |sceneggiatore=[[Erdman Penner]], [[Joe Rinaldi]], [[Ralph Wright]], [[Don Da Gradi]] |doppiatorioriginali= * [[Larry Roberts]]: Biagio * [[Barbara Luddy]]: Lilli * [[Bill Thompson]]: Whisky, Joe, poliziotto * [[Bill Baucom]]: Fido * [[Lee Millar]]: Gianni caro, accalappiacani * [[Peggy Lee]]: Tesoro, Gilda, [[Si & Am|Si, Am]] * [[Verna Felton]]: Zia Sara * [[Alan Reed]]: Boris * [[Dal McKennon]]: Toughy * [[Stan Freberg]]: Castoro * [[George Givot]]: Tony |doppiatoriitaliani= Doppiaggio originale (1955): * [[Stefano Sibaldi]]: Biagio * [[Flaminia Jandolo]]: Lilli * [[Lauro Gazzolo]]: Whisky * [[Mario Besesti]]: Fido * [[Giuseppe Rinaldi]]: Gianni caro * [[Rosetta Calavetta]]: Tesoro * [[Maria Saccenti]]: Zia Sara * [[Tina Lattanzi]]: Gilda * [[Luigi Pavese]]: Boris * [[Pino Locchi]]: Toughy * [[Renato Turi]]: Poliziotto * [[Ignazio Balsamo]]: Tony * [[Franco Latini]]: Joe Ridoppiaggio (1997): * [[Claudio Amendola]]: Biagio * [[Margherita Buy]]: Lilli * [[Marco Columbro]]: Whisky * [[Riccardo Garrone (attore)|Riccardo Garrone]]: Fido * [[Massimo Rossi (doppiatore)|Massimo Rossi]]: Gianni caro * [[Susanna Javicoli]]: Tesoro * [[Isa Bellini]]: Zia Sara * [[Nancy Brilli]]: Gilda, Gatti Siamesi * [[Mario Bardella]]: Boris * [[Massimo Lodolo]]: Castoro * [[Franco Chillemi]]: Tony * [[Vittorio De Bisogno]]: Joe }} '''''Lilli e il vagabondo''''', film d'animazione statunitense del 1955, regia di [[Clyde Geronimi]], [[Wilfred Jackson]] e [[Hamilton Luske]]. == [[Incipit]] == C'è una sola cosa che tutto il denaro del mondo non può comprare: lo scodinzolio di un cane. Ed è perciò che a tutti i cani del mondo da salotto o da pagliaio questo film è rispettosamente dedicato. ('''Testo in sovrimpressione''') == Frasi == *Se dobbiamo mostrarle chi è che comanda, dobbiamo essere severi fin dal primo giorno. ('''Gianni caro''') *Che giornata! ('''Biagio''') *Funziona benissimo. ('''Castoro''') *Vedi, bimba, quando sei libero, senza padroni, ti godi solo quanto c'è di meglio. ('''Biagio''') *Uomo infelice, deve trovare uomo più infelice di lui, allora è felice. ('''Boris''') ==Dialoghi== *'''Tony''': Ehi, Joe! Biagio dice che vuole due spaghetti speciali con polpettine di carne, va bene? <br> '''Joe''': Ma... Tony, i cani non parlano.<br> '''Tony''': A me ha parlato, invece! <br> '''Joe''': E va bene! Ti ha parlato! Sei tu il padrone! Mamma mia! Sempre ragione lui vuole avere! <br> '''Tony''': Ecco qua! I migliori spaghetti della città! ==[[Explicit]]== Lo sapete? Non me lo ricordo proprio quello che diceva sempre. ('''Fido''') == Voci correlate == *''[[Lilli e il vagabondo II - Il cucciolo ribelle]]'' (2001) ==Altri progetti== {{interprogetto|w|etichetta=''Lilli e il vagabondo''}} {{Disney}} [[Categoria:Classici Disney]] 7ecn7jtrcsbzqr40wmoksm670qa3djx Sergio Mattarella 0 106535 1349829 1349819 2024-11-02T12:39:09Z Dispe 2786 /* 2024 */ 1349829 wikitext text/x-wiki [[Immagine:Sergio Mattarella Presidente della Repubblica Italiana.jpg|thumb|Sergio Mattarella]] '''Sergio Mattarella''' (1941 – vivente), politico e giurista italiano, 12º Presidente della Repubblica Italiana. ==Citazioni di Sergio Mattarella== {{cronologico}} ===1989=== *In tutto l'Occidente è in corso un processo per cui i veri centri di decisione rischiano di trasferirsi fuori dalla [[politica]]. Guardi che la mia non è una difesa interessata del mestiere di politico. Esiste davvero il pericolo che la politica diventi una sovrastruttura che galleggia su altri centri di potere né palesi né responsabili. La politica, invece, dev'essere un punto alto di mediazione nell'interesse generale. Se la politica non è in grado d'esser questo, le istituzioni saltano e prevale chi ha più forza economica o più forza di pressione, che è poi lo stesso.<ref group="fonte" name=Pansa89>Dall'intervista di [[Giampaolo Pansa]], ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/02/07/ultimo-dei-morotei-contro-re-delle.html L'ultimo dei morotei contro i re delle tessere]'', ''La Repubblica'', 7 febbraio 1989.</ref> *C'è infine lo sforzo per recuperare il senso dello Stato. Non mi faccia dire di più. Il confine fra attività pubblica e interessi privati va ristabilito in modo rigido. [...] È il presupposto da cui discende un altro livello di problemi: come ridare efficienza alla pubblica amministrazione, in quale modo realizzare di nuovo lo Stato sociale in condizioni tanto cambiate, come aggredire davvero la differenza tra il Nord e il Mezzogiorno d'Italia.<ref group="fonte" name=Pansa89/> ===2005=== *Oggi, voi del Governo {{NDR|[[Governo Berlusconi|Berlusconi]]}} e della maggioranza state facendo la «vostra» Costituzione. L'avete preparata e la volete approvare voi, da soli, pensando soltanto alle vostre esigenze, alle vostre opinioni e ai rapporti interni alla vostra maggioranza. Il Governo e la maggioranza hanno cercato accordi soltanto al loro interno, nella vicenda che ha accompagnato il formarsi di questa modifica, profonda e radicale, della Costituzione. Il Governo e la maggioranza – ripeto – hanno cercato accordi al loro interno e, ogni volta che hanno modificato il testo e trovato l'accordo tra di loro, hanno blindato tale accordo. Avete sistematicamente escluso ogni disponibilità ad esaminare le proposte dell'opposizione o anche soltanto a discutere con l'opposizione. Ciò perché non volevate rischiare di modificare gli accordi al vostro interno, i vostri difficili accordi interni.<ref group="fonte" name= Mat005 >Dal [https://www.senato.it/documenti/repository/leggi_e_documenti/raccoltenormative/16%20-%20Federalismo/4%5E%20lett.%20CAMERA/AULA/AULA%2020.10.05.pdf resoconto stenografico] dell'Assemblea della Camera dei deputati – XIV Legislatura – Seduta n. 692 del 20 ottobre 2005, p. 29.</ref> ===2010=== *Studiare insieme [...] mi ha fatto capire che si cresce se si cresce insieme, ci si realizza se ci si realizza insieme, che si è davvero liberi, liberi dall'ignoranza, liberi dal bisogno, liberi dalla violenza, se liberi lo sono anche gli altri.<ref group="fonte" name=MSAC>Da un'intervista rilasciata al Movimento Studenti di Azione Cattolica nel 2010.[https://www.youtube.com/watch?v=VrJ5NTFe3c0 Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> *[...] mutano le stagioni, mutano le condizioni di vita, ma c'è qualcosa che rimane costantemente inalterato ed è il complesso dei valori che danno senso alla vita e alla condizione umana: [...] la dignità della persona, il bene comune, il rispetto degli altri, la responsabilità [...] con cui viviamo lo stesso tempo. Questo complesso di valori è quello che la cultura aiuta a individuare e a fare proprio.<ref group="fonte" name=MSAC/> ===2015=== *Grazie, il pensiero va soprattutto e anzitutto alle difficoltà e alle speranze dei nostri concittadini. È sufficiente questo. (dalle prime parole pronunciate da Mattarella dopo la comunicazione ufficiale della sua elezione alla carica di Presidente della Repubblica Italiana<ref group="fonte" name=Pensiero>Citato in ''[http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/31/sergio-mattarella-pensiero-alle-speranze-alle-difficolta-dei-nostri-cittadini/1386498/ Sergio Mattarella: "Pensiero va alle speranze e alle difficoltà dei concittadini"]'', ''Il Fatto Quotidiano.it'', 31 gennaio 2015.</ref>) *L'alleanza tra Nazioni e popolo seppe battere l'odio [[nazismo|nazista]], [[razzismo|razzista]], [[antisemitismo|antisemita]] e [[totalitarismo|totalitario]] di cui questo luogo è simbolo doloroso. La stessa unità in [[Europa]] e nel mondo saprà battere chi vuole trascinarci in una nuova stagione di terrore. (durante la visita alle fosse ardeatine il giorno dell'elezione a Presidente della Repubblica Italiana<ref group="fonte" name=Pensiero/>) *{{NDR|Sul [[massacro delle foibe]]}} Per troppo tempo le sofferenze patite dagli italiani giuliano-dalmati con la tragedia delle foibe e dell'esodo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia.<ref group="fonte">Da un discorso alla Camera dei Deputati, Roma, 10 febbraio 2015 (Giorno del ricordo); citato in ''[https://www.quirinale.it/elementi/1439|titolo=Il Presidente Mattarella in occasione del Giorno del Ricordo: Comunicato]'', ''Quirinale.it''.</ref> *L'Europa deve riprendere a crescere, a sviluppare la propria integrazione. Soltanto così potrà continuare ad alimentare speranze per le nuove generazioni.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/02/mattarella-berlino-leuropa-cambiare-passo-per-tornare-crescere/1468062/ Mattarella a Berlino: "L'Europa deve cambiare passo per tornare a crescere"]'', ''Il Fatto Quotidiano.it'', 2 marzo 2015.</ref> *È vero, c'è una [[corruzione]] che vediamo diffusa come se ci fosse una sorta di concezione rapinatoria della vita. La corruzione, il potere fine a se stesso, sono conseguenza di una caduta della politica. Di un suo impoverimento.<ref group="fonte" name=repubblica>Durante l'intervento al ''Serming'' di Torino; citato in ''[http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/politica/2015/05/14/news/mattarella_corruzione-114360410/ Mattarella: "Corruzione diffusa, è concezione rapinatoria vita"]'', ''Repubblica.it'', 14 maggio 2015.</ref> *I giovani si allontanano e perdono fiducia perché la [[politica]], spesso, si inaridisce. Perde il legame con i suoi fini oppure perde il coraggio di indicarli chiaramente. La politica smarrisce il suo senso se non è orientata a grandi obiettivi per la umanità, se non è orientata alla giustizia, alla pace, alla lotta contro le esclusioni e contro le diseguaglianze. La politica diventa poca cosa se non è sospinta dalla speranza di un mondo sempre migliore. Anzi, dal desiderio di realizzarlo. E di consegnarlo a chi verrà dopo, a chi è giovane, a chi deve ancora nascere. La politica, deve saper affrontare i problemi reali, ha bisogno di concretezza.<ref group="fonte" name=repubblica/> *La [[pace]] nasce dalla coerenza, dalla legalità, dal rispetto dell'altro, dal far proprie le speranze e le esigenze degli altri. La pace nasce dalla fatica di dire no quando è necessario.<ref group="fonte" name=repubblica/> *In occasione della nona [[Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia|Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia]], istituita per iniziativa del Parlamento Europeo nel 2007, desidero incoraggiare quanti in questi anni si sono battuti e continuano a battersi contro ogni forma di [[discriminazione]] basata sull'orientamento sessuale delle persone. [...] Il [[principio di uguaglianza]], sancito dalla nostra Costituzione e affermato nella Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea, non è soltanto un asse portante del nostro ordinamento e della nostra civiltà. Esso costituisce un impegno incessante per le istituzioni e per ciascuno di noi. Rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della personalità umana è una responsabilità primaria, dalla quale discende la qualità del vivere civile e della stessa democrazia. [...] Le discriminazioni, le violenze morali e fisiche, non sono solo una grave ferita ai singoli, ma offendono la libertà di tutti, insidiano la coesione sociale, limitano la crescita civile. Dobbiamo promuovere il rispetto delle differenze laddove invece la diversità scatena reazioni intolleranti. E dobbiamo parlarne con i giovani, perché purtroppo continuano a registrarsi atti di bullismo contro ragazze e ragazzi, che talvolta spingono alla disperazione. Si tratta di espressioni di disumanità insopportabili che vanno contrastate con un'azione educativa ispirata alla bellezza di una società aperta, solidale e ricca di valori. [...] Contro l'inciviltà delle discriminazioni e delle violenze molta strada è stata fatta, eppure il cammino è ancora lungo. È il cammino di una libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nelle sfera personale come in quella affettiva. Libertà anche come responsabilità. È compito della società nel suo insieme abbattere i pregiudizi dell'intolleranza. E costruire al loro posto una cultura che assuma l'inclusione come obiettivo sociale, che applichi il principio di eguaglianza alle minoranze, che contrasti l'[[omofobia]] e la [[transfobia]], perché la piena affermazione di ogni persona è una ricchezza inestimabile per l'intera comunità.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.corriere.it/politica/15_maggio_17/mattarella-gay-discriminazioni-violenze-offendono-liberta-tutti-cb145de4-fc73-11e4-9e3e-6f5f0dae9d63.shtml Mattarella: «Gay, discriminazioni e violenze offendono libertà di tutti»]'', ''Corriere.it'', 17 maggio 2015.</ref> *Uscire dalla crisi non è facile. Signor [[Quentin Tarantino|Tarantino]], anche se ci prestasse il suo mister Wolf, non credo che lui da solo riuscirebbe a risolvere tutti i problemi.<ref group="fonte">Dall{{'}}''[https://www.quirinale.it/elementi/1048 Intervento del Presidente Mattarella alla cerimonia di presentazione dei candidati ai "Premi David di Donatello"]'', Palazzo del Quirinale, Roma, 12 giugno 2015.</ref> *Il [[terrorismo]], alimentato anche da fanatiche distorsioni della fede in Dio, sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una Terza guerra mondiale. Sta alla nostra responsabilità fermarla.<ref group="fonte">Da un messaggio inviato al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini del 2015; citato in ''[http://mobile.tgcom24.it/checkexistpage.shtml?/politica/mattarella-fermare-terrorismo_2128873-201502a.shtml Mattarella: fermare terrorismo]'', ''Tgcom24.it'', 19 agosto 2015.</ref> *{{NDR|Su [[Expo 2015]]}} È per me un onore concludere l'esposizione universale del 2015 che l'Italia ha offerto al mondo intero come un ponte per il futuro. I risultati vanno oltre la cifra dei 21 milioni. I risultati includono i tanti Paesi coinvolti nella rete del dialogo e della ricerca. Abbiamo guardato al cibo come lingua comune dei popoli, che non vuol dire omologazione, ma rispetto delle culture e delle loro radici, scoperta di valori profondi.<ref group="fonte">Durante la cerimonia conclusiva dell'Expo 2015 all'Open Air Theatre; citato in Stefano Rizzato, ''[http://www.lastampa.it/2015/10/31/societa/expo2015/live-si-chiude-expo-al-via-la-festa-finale-sei-mesi-in-dieci-numeri-levento-in-cifre-XggS3oOwcxEHUOlgSnR64K/pagina.html Expo chiude. Mattarella: "L'Italia ha vinto la sfida"]'', ''Lastampa.it'', 31 ottobre 2015.</ref> ===2016=== *Signore e Signori, sono davvero lieto di ricevere al Palazzo del Quirinale i partecipanti alla riunione Plenaria della Commissione Trilaterale. Quando, oltre quaranta anni fa, David Rockefeller ebbe l'intuizione di dar vita alla Commissione, si mosse nell'intento di capitalizzare le risorse e le energie degli ambienti imprenditoriali, culturali e sociali in America, Europa e Giappone, per superare le rigidità che sovente accompagnano le relazioni ufficiali tra Governi, così da fornire interpretazioni non formali ma originali di fenomeni complessi e dalle ampie ramificazioni. [...] I problemi – e non solo di politica internazionale – necessitano, infatti, di essere affrontati in un'ottica multidimensionale. Da qui la perdurante utilità di un foro di dialogo che possa favorire, avvalendosi di una ampia varietà di esperienze, una prospettiva strategica, di lungo periodo, sganciata da ogni ufficialità. [...] Luoghi di incontro come la Trilaterale sviluppano un metodo di lavoro che consente, attraverso il confronto tra sensibilità presenti nei gruppi dirigenti, la comprensione delle sfide che le nostre società si trovano a dover affrontare. I rapporti elaborati dalla Trilaterale costituiscono, da più di quarant'anni, un interessante stimolo per i policy makers.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/1131 Intervento del Presidente Mattarella all'incontro con i partecipanti alla Riunione Plenaria della Commissione Trilaterale]'', 15 aprile 2016.</ref> *Sconfiggere le [[mafia|mafie]] è possibile, oltre a essere una necessità vitale per l'equilibrio e lo sviluppo del Paese. Pio La Torre ha testimoniato che le mafie possono essere duramente colpite ogni volta che si realizza una convergenza tra le forze positive della società.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-04-30/mafia-mattarella-sconfiggerla-e-possibile-cittadini-siano-protagonisti-102354.shtml?uuid=AC5UyqID Mattarella: «Sconfiggere la mafia è possibile, cittadini siano protagonisti»]'', ''ilsole24ore.com'', 30 aprile 2016.</ref> *Questa giornata {{NDR|la [[Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia]]}} offre l'occasione di riflettere sulla centralità della dignità umana e sul diritto di ogni persona di percorrere la vita senza subire discriminazioni. La piena realizzazione di questa libertà, che deve appartenere a tutti, indipendentemente dall'[[orientamento sessuale]] delle persone, è essenziale per la costruzione di un ordinamento che garantisca il pieno rispetto dei diritti fondamentali e costituisca un pilastro della convivenza civile, in applicazione del principio di [[uguaglianza]] sancito dall'articolo tre della Costituzione. Sulla capacità di respingere ogni forma di intolleranza si misura la maturità della nostra società. L'intolleranza affonda infatti le sue radici nel pregiudizio e deve essere contrastata attraverso l'informazione, la conoscenza, il dialogo, il rispetto.<ref group="fonte" name="IDAHOBIT">Citato in ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=36219 Mattarella: la Giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia «occasione di riflettere sulla centralità della dignità umana e sul diritto di ogni persona di percorrere la vita senza subire discriminazioni»]'', ''Quirinale.it'', 17 maggio 2016; ripreso da ''[http://www.repubblica.it/cronaca/2016/05/17/news/giornata_mondiale_omofobia_mattarella-139967288/ Giornata mondiale contro l'omofobia, Mattarella: "Stop a discriminazioni"]'', ''Repubblca.it'', 17 maggio 2016.</ref> *La non accettazione delle diversità genera [[violenza]] e per questo va contrastata con determinazione. È inaccettabile che l'[[orientamento sessuale]] delle persone costituisca il pretesto per offese e aggressioni. Così come è inaccettabile che ciò determini discriminazioni sul lavoro e nelle attività economiche e sociali. Dietro queste forme di degenerazione del vivere civile vi è il rifiuto di conoscere e accettare le peculiarità di ciascuno. La Costituzione richiede, all'articolo 2, di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali di ognuno, non solo come singolo ma anche nelle formazioni sociali in cui si realizza la sua personalità. E la Corte costituzionale ci ha ricordato che la realizzazione di questi diritti, non può essere condizionata dall'orientamento sessuale, perché tra i compiti della Repubblica vi è quello di garantire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione.<ref group="fonte" name="IDAHOBIT"/> *L'[[Italia]] è, per condizione geografica, storia e cultura, ponte tra Africa ed Europa.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=335 Intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della sessione d'apertura della I Conferenza ministeriale Italia-Africa]'', ''Quirinale.it'', Roma, 18 maggio 2016.</ref> *Il 2 giugno del 1946, dopo il duro ventennio fascista e la sciagura della guerra, l'Italia entrava a far parte a pieno titolo del novero delle nazioni libere e democratiche. E questo accadde, si badi bene, non soltanto perché la forma repubblicana prevalse su quella monarchica, ma perché, per la prima volta nella storia della nazione, ritrovata la libertà, la partecipazione al voto di tutti, uomini e donne, realizzava una piena democrazia. È stata l'introduzione dell'autentico [[suffragio universale]] a far compiere all'Italia il vero salto di qualità, trasformandola in un Paese in cui tutti i cittadini concorrono, in egual misura, a determinare, con il loro voto, le scelte fondamentali della vita nazionale. Furono i cittadini a scegliere la forma di Stato, ad eleggere i membri dell'Assemblea costituente, a determinare la formazione dei governi. Per questo credo che oggi si possa affermare che la [[festa della Repubblica Italiana|festa del 2 giugno]] è la festa della libertà di scelta: e per questo è la festa che riunisce tutti gli italiani.<ref group="fonte" name="Breda">Dall'intervista di Marzio Breda, ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=355 Il 2 giugno, un'Italia migliore]'', ''Quirinale.it'', 2 giugno 2016.</ref> *La [[corruzione]] in Italia – ma non solo in Italia – esiste. È un fenomeno grave, perché divora risorse, nega diritti e mina il rapporto di fiducia tra lo Stato e i cittadini. Ma non sarebbe giusto pensare che tutto il Paese sia così o che sia in balìa della corruzione. Abbiamo anticorpi per combatterla. A differenza di altri luoghi, da noi viene combattuta e, spesso, scoperta e sanzionata. La risposta delle istituzioni esiste e si fa sentire con vigore. Non sempre, ripeto, accade così nel resto del mondo.<ref group="fonte" name="Breda"/> *[[Isola di Lampedusa|Lampedusa]] è la porta d'Europa e la base per un ponte tra i continenti. L'isola ha offerto a chi è arrivato, e la sente come seconda patria, il volto migliore dell'Europa.<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.famigliacristiana.it/articolo/migranti-mattarella-lampedusa-e-il-volto-migliore-dell-europa.aspx Mattarella:«Lampedusa è il volto migliore dell'Europa»]'', ''famigliacristiana.it'', 4 giugno 2016.</ref> *Il processo di integrazione continentale nasce per abbattere distanze, rendere più vicine le persone, garantendo a ogni europeo, ovunque egli risieda, di condurre la propria vita con diritti, doveri e tutele avanzati, comuni e difesi – insieme – al di fuori dei propri confini nazionali e di quelli dell'[[Unione Europea]].<ref group="fonte" name="Forum">Dal ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=363 Saluto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Forum Economico italo-romeno "Gli investimenti italiani in Romania: un percorso europeo nell'economia globale"]'', ''Quirinale.it'', Bucarest, 14 giugno 2016.</ref> *La volontà di rimuovere le barriere tra persone è alla base del sostegno che l'Italia ha sempre assicurato alla aspirazione di [[Bucarest]] di completare il percorso di integrazione europea, attraverso la sua piena partecipazione al sistema Schengen.<ref group="fonte" name="Forum"/> *Con le [[guerra|guerre]] non si risolvono i problemi. Se ne creano dei nuovi. Tutte le guerre creano nuovi problemi, in particolare quelle grandi, quelle mondiali. E in fondo la guerra è ingiusta. Di solito sono ''leader'' incapaci e avventati a causare le guerre, ma poi sono le popolazioni civili e i soldati, per lo più innocenti, che le patiscono. La Grande Guerra, in seguito detta [[Prima guerra mondiale]], è un chiaro esempio di questo tragico assunto. Non era necessaria, non era inevitabile. Il mondo e l'umanità non erano destinati a questa deriva morale. Ma così fu deciso dai ''leader'' politici e militari, erroneamente convinti che la guerra avrebbe risolto problemi e sarebbe stata di breve durata. Niente di tutto questo era vero. Questa ecatombe mondiale durata quattro anni non risolse alcun problema. Al contrario, nuovi problemi si aggiunsero. Fino al punto che, dopo venti anni, l'umanità venne travolta da un altro, ancor più terribile conflitto mondiale. E questo fu così incomprensibilmente mostruoso da cancellare la memoria storica dell'orrore della Prima guerra mondiale.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=465 Intervento del Presidente della Repubblica di Slovenia Borut Pahor in occasione dell'inaugurazione di una targa commemorativa dei caduti sloveni nella Prima Guerra Mondiale a Doberdò del Lago]'', Doberdò del Lago, 26 ottobre 2016.</ref> ===2017=== *La geografia – e la storia – hanno posto su un sentiero comune [[Grecia]] e [[Italia]], centri di irradiazione di una civiltà che ha posto l'essere umano al centro della propria riflessione. Ciò ha consentito di percorrere un lungo cammino, le cui tappe sono state segnate dall'emergere del concetto stesso di cittadinanza e di autogoverno – il Demos, incarnato dalle antiche Poleis greche – successivamente declinato nelle molteplici vicende che hanno caratterizzato la storia dei nostri popoli, sino alla rinascita nazionale vissuta nell'Ottocento. Se la democrazia è lo spazio ideale – concretamente vissuto e quotidianamente alimentato – che ci accomuna, il Mediterraneo rappresenta lo spazio fisico della nostra storia.<ref group="fonte" name="Colazione">Dal discordo in occasione del ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=531 Brindisi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Colazione offerta dal Presidente della Repubblica Ellenica]'', Atene, 17 gennaio 2017.</ref> *Sono trascorsi cinque anni dalla morte di [[Oscar Luigi Scalfaro]], uno dei costruttori della nostra democrazia, che ha servito il Paese con passione, coerenza e rigore morale, contribuendo al rafforzamento delle istituzioni in momenti non facili. Scalfaro ha impegnato la sua intelligenza e la sua umanità, sin dalla Liberazione e dall'Assemblea Costituente, nella concreta realizzazione di quegli ideali di libertà, di coesione sociale, di uguaglianza nei diritti e nei doveri, alla base poi del testo costituzionale. La Costituzione divenuta per lui, giorno dopo giorno, non soltanto la pietra angolare su cui è edificata la nostra casa comune, ma un elemento fondante la sua testimonianza, il traguardo a cui tendere sempre, per migliorare il nostro modello sociale e allargare le opportunità e le libertà. Onore e rettitudine hanno guidato Scalfaro nell'assolvimento dei compiti di Capo dello Stato, così come aveva fatto in tutte le funzioni pubbliche e nei ruoli istituzionali che gli erano stati affidati. Una coerenza di vita che ha legato strettamente convincimenti personali e impegno pubblico, e che è stata testimoniata fino all'ultima volontà, quella di fare della sua abitazione di Novara un luogo di accoglienza e sostegno per persone povere e in difficoltà. Convinto del fondamento etico della politica democratica, Oscar Luigi Scalfaro ha accompagnato dal Quirinale una stagione di cambiamenti profondi, che hanno segnato la storia repubblicana. La sua linea-guida è sempre stata l'interesse dell'Italia, con la salvaguardia e il rafforzamento dei valori costitutivi, primo fra tutti l'unità nazionale. Alla sua figura continua ad andare l'ammirazione e il pensiero riconoscente degli italiani.<ref group="fonte">Dalla commemorazione nel quinto anniversario della morte di Oscar Luigi Scalfaro, ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=2509 Dichiarazione del Presidente Mattarella nel quinto anniversario della scomparsa di Oscar Luigi Scalfaro]'', ''Quirinale.it'', 29 gennaio 2017.</ref> *[[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] è stato l'Imperatore romano filelleno per antonomasia, il sovrano illuminato che ha scelto [[Atene]] quale capitale culturale dell'Impero, oltre che sua patria d'elezione, nella quale scelse di trascorrere lunghi periodi della propria vita. La sua figura sollecita una riflessione, rivolta soprattutto ai giovani e incentrata sull'armonia tra tradizione dell'Occidente e tradizione dell'Oriente; sul conseguimento della pace come condizione necessaria per la ricerca della prosperità; sullo studio e la riflessione per comprendere appieno il mondo, complesso, che ci circonda. Non si tratta, quindi, della celebrazione di un uomo quanto, piuttosto, del valore della tendenza, di cui egli si rese protagonista. Quella di interpretare i propri tempi, valutarne le dinamiche e impostare una strategia.<ref group="fonte" name="Colazione"/> *Il [[libero mercato]] è indispensabile, ma non può essere il solo mercato a dettare le regole di un modello sociale. Il modello sociale europeo è fatto da diritti, da solidarietà. È evidente che questo va perseguito.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=709 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della prima sessione di lavoro della XIII Riunione informale dei Capi di Stati del Gruppo Arraiolos]'', Malta, La Valletta, 14 settembre 2017.</ref> *La [[Guerra civile siriana|crisi siriana]] ha avuto conseguenze molto forti anzitutto per i [[Siria|siriani]] e in secondo luogo per l'[[Europa]]. Ma l'Europa era sostanzialmente assente nell'influenza in quel teatro durante quella crisi. Vi erano Paesi europei presenti, in funzione non certamente decisiva; i protagonisti erano altri, ma le conseguenze erano in Europa. La mancanza di linee comuni di politica estera e di difesa si è avvertita in grande misura in quella circostanza, e continua ad avvertirsi.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=711 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della seconda sessione di lavoro della XIII Riunione informale dei Capi di Stati del Gruppo Arraiolos]'', Malta, La Valletta, 15 settembre 2017.</ref> *A ogni mese di settembre l'apertura dell'anno scolastico rappresenta una svolta nel ritmo della vita del nostro Paese.<ref group="fonte" name="scuola">Dall<nowiki>'</nowiki>''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=707 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico]'', Taranto, 18 settembre 2017.</ref> *Nella [[scuola]] si cresce, ci si incontra, si sviluppano cultura, affetti, solidarietà, conoscenza reciproca. Si sperimenta la vita di comunità, il senso civico.<ref group="fonte" name="scuola"/> *Quando si danneggia una [[scuola]], viene ferita, in realtà, l'intera comunità nazionale.<ref group="fonte" name="scuola"/> *[[Enzo Biagi|Biagi]] è stato una delle figure di maggior spicco del giornalismo italiano del dopoguerra. Il suo talento per la scrittura si è unito a una grande passione civile, e a una curiosità sempre viva non soltanto per ciò che cambiava nei costumi ma anche negli strumenti e nelle modalità della comunicazione. Da giovane scelse la [[Resistenza]], e questo suo impegno [[partigiano]] per la libertà e la democrazia rimase per lui un punto fermo, un tratto indelebile della sua identità di cittadino e di giornalista. La forza delle proprie idee, tuttavia, non fece mai venir meno in Biagi la convinzione di una necessaria autonomia del giornalista, di una irrinunciabile capacità di analisi che doveva esercitarsi su tutti i protagonisti della cronaca proprio per rendere un servizio corretto al pubblico. Biagi ha espresso una grande qualità professionale dando un contributo significativo alla conoscenza e alla libera critica, sale essenziale della vita democratica.<ref group="fonte">Dal ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=3259 Dichiarazione del Presidente Mattarella nel decennale della scomparsa di Enzo Biagi]'', Roma, 6 novembre 2017.</ref> *Ogni aggressione, ogni vessazione diretta ai danni di ogni [[donna]], espressioni dell'idea primitiva che le donne non abbiano il diritto di realizzarsi e di decidere per se stesse, è una violenza di genere e una violazione della dignità della persona. Contro questo atteggiamento l'intera comunità deve sapersi opporre fermamente.<ref group="fonte" name="Donna">Dal ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=3319 Messaggio del Presidente Mattarella in occasione del Seminario "Fermare la violenza contro le donne. Insieme si può fare"]'', Roma, 23 novembre 2017.</ref> *[...] [[Filippo Turati]], padre del Socialismo Italiano, personalità di grande prestigio, che ha contribuito alla crescita del movimento dei lavoratori, all'affermazione di fondamentali [[diritti civili]] e sociali e, così, a un allargamento delle basi [[democrazia|democratiche]] dello stato liberale.<ref group="fonte" name="Turati">Dalla ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=3333 Dichiarazione del Presidente Mattarella nel 160° anniversario della nascita di Filippo Turati]'', Roma, 26 novembre 2017.</ref> *[[Filippo Turati|Turati]] continuò fino alle ultime sue forze a sostenere le ragioni dell'unità [[antifascismo|antifascista]], e si spese per promuoverla tra gli italiani rifugiati all'estero. La sua eredità ideale, la sua testimonianza, il suo impegno, restano alle radici della nostra democrazia e sono iscritte, insieme alle tracce di altri uomini coraggiosi, nei principi della Carta costituzionale nata dalla Liberazione. Turati non ebbe la fortuna di veder il ritorno della [[libertà]], ma contribuì a che la sua fiammella non si spegnesse negli anni bui della dittatura e per questo il Paese lo ricorda con gratitudine e riconoscenza.<ref group="fonte" name="Turati"/> *Ogni [[caduti del lavoro|morte sul lavoro]] è una perdita irreparabile per l'intera società.<ref group="fonte" name="lavoro">Dalla ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=3363 Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione del X anniversario dell'incendio dell'acciaieria ThyssenKrupp]'', Roma, 5 dicembre 2017.</ref> *Il [[lavoro]] costituisce il cardine del patto di cittadinanza su cui si fonda la nostra Repubblica ed è un diritto del lavoratore e un dovere della società che vengano rispettate ed applicate le norme sulla [[sicurezza]]. In questi dieci anni nella prevenzione degli incidenti e nel supporto agli infortunati sul lavoro sono stati fatti passi avanti, ma resta ancora molto da fare per far sì che la sicurezza venga considerata essa stessa un volano che contribuisce allo sviluppo.<ref group="fonte" name="lavoro"/> *L'[[Università di Porto]] si contraddistingue [...] per la sua operosità, per la sua vocazione all'apertura, al dinamismo, all'internazionalità qualità che le consentono di interpretare nel modo più efficace e autentico il ruolo che il sistema universitario deve svolgere, quello di contribuire alla formazione degli europei di domani, forgiando talenti che sappiano adattarsi a una realtà in così profonda e rapida trasformazione.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/1308 Intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del conferimento del Dottorato "honoris causa" da parte dell'Università di Porto]'', Porto, 7 dicembre 2017.</ref> *La [[corruzione]] può essere combattuta soltanto attraverso il convinto coinvolgimento etico e culturale di ciascuno nella società, diretto ad affermare, senza esitazioni o timidezze, il primato della legalità, non essendo esaustiva la repressione penale.<ref group="fonte" name="corruzione">Dalla ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=3377 Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata internazionale contro la corruzione]'', Roma, 9 dicembre 2017.</ref> *La [[corruzione]] rappresenta un fattore di rallentamento della competitività e della produttività, danneggia gravemente il sistema economico, impedendo la valorizzazione delle elevate professionalità che il nostro paese vanta, influisce negativamente sui traffici e le relazioni internazionali.<ref group="fonte" name="corruzione"/> *Con l'adozione, quasi 70 anni fa, della [[Dichiarazione universale dei diritti umani|Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo]], l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite non ha soltanto fatto propria una serie di principi di fondamentale importanza giuridica e politica, ma ha fornito alla comunità internazionale uno strumento essenziale per orientare l'attività degli Stati verso il riconoscimento e la tutela dei diritti di ogni persona.<ref group="fonte" name="umani">Dalla ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=3379 Dichiarazione del Presidente Mattarella in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani]'', Roma, 10 dicembre 2017.</ref> *[...] il rispetto per la dignità umana e la promozione dei principi di [[uguaglianza]] e [[giustizia]] costituiscono i pilastri di una società giusta, capace di rispettare le differenze e di valorizzare il contributo che ciascuno offre al benessere generale.<ref group="fonte" name="umani"/> *In questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora – i ragazzi del '99 – vennero mandati in guerra, nelle trincee. Molti vi morirono. Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica. Propongo questa riflessione perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di [[pace]] del nostro Paese e dell'Europa. Non avviene lo stesso in tanti luoghi del mondo. Assistiamo, persino, al riaffacciarsi della corsa all'arma nucleare. Abbiamo di fronte, oggi, difficoltà che vanno sempre tenute ben presenti. Ma non dobbiamo smarrire la consapevolezza di quel che abbiamo conquistato: la pace, la [[libertà]], la [[democrazia]], i diritti. Non sono condizioni scontate, né acquisite una volta per tutte. Vanno difese, con grande attenzione, non dimenticando mai i sacrifici che sono stati necessari per conseguirle.<ref group="fonte">Dal ''[http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=769 Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 31 dicembre 2017.</ref> ===2018=== *Il cammino dell'umanità, purtroppo, è costellato di stragi, uccisioni, genocidi. Tutte le vittime dell'odio sono uguali e meritano uguale rispetto. Ma la [[Shoah]] – per la sua micidiale combinazione di delirio razzista, volontà di sterminio, pianificazione burocratica, efficienza criminale – resta unica nella storia d'Europa.<ref group="fonte" name="25/01/2018">Dall'intervento alla celebrazione del "Giorno della Memoria" 2018. [http://video.repubblica.it/cronaca/giornata-della-memoria-mattarella-sbagliato-dire-che-il-fascismo-ebbe-meriti/295411/296029 Video] disponibile su ''Repubblica.it''.</ref> *Leggi razziali – che, oggi, molti studiosi preferiscono chiamare "leggi razziste" – rappresentano un capitolo buio, una macchia indelebile, una pagina infamante della nostra storia.<ref group="fonte" name="25/01/2018"/> *Sorprende sentir dire, ancora oggi, da qualche parte, che il [[fascismo]] ebbe alcuni meriti, ma fece due gravi errori: le [[leggi razziali]] e l'entrata in [[guerra]]. Si tratta di un'affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile, da respingere con fermezza. Perché razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale, intervento in guerra contro uno schieramento che sembrava prossimo alla sconfitta, furono diverse facce dello stesso prisma.<ref group="fonte" name="25/01/2018"/> *Questa riflessione di Einaudi indicava come avesse ben chiaro, all'inizio del suo mandato di Presidente della Repubblica, di interpretare un'esperienza senza precedenti: essere il moderatore dell'avvio della vita dell'Italia repubblicana. [...] Consigli, previsioni, esortazioni che gli valsero, da taluno, la definizione di pedante. [...] Einaudi rinviò due leggi approvate dal Parlamento, perché comportavano aumenti di spesa senza copertura finanziaria, in violazione dell'art. 81 della Costituzione. [...] Tale l'importanza che attribuiva al tema della scelta dei ministri, dal volerne fare oggetto di una nota verbale [...] "Dovere del Presidente della Repubblica evitare si pongano precedenti grazie ai quali accada o sembri accadere che egli non trasmetta al suo successore, immuni da ogni incrinatura, le facoltà che la Costituzione gli attribuisce".<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[http://www.quirinale.it/elementi/1344 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia in occasione dell'anniversario del giuramento e dell'entrata in carica del Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi]'', 12 maggio 2018. [https://www.youtube.com/watch?v=vvKDaWlVD2A Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> *In questo caso il Presidente della Repubblica svolge un ruolo di garanzia, che non ha mai subito, né può subire, imposizioni. [...] È mio dovere, nello svolgere il compito di nomina dei ministri – che mi affida la Costituzione – essere attento alla tutela dei risparmi degli italiani. In questo modo, si riafferma, concretamente, la sovranità italiana. [...] se si vuole discuterne lo si deve fare apertamente e con un serio approfondimento. Anche perché si tratta di un tema che non è stato in primo piano durante la recente campagna elettorale.<ref group="fonte">Dalla ''[http://www.quirinale.it/elementi/1345 Dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine del colloquio con il professor Giuseppe Conte]'', 27 maggio 2018. [https://www.youtube.com/watch?v=kRDi1yxssdo Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> *«Il "[[Manifesto della Razza]]" firmato da professori, medici, intellettuali, venne fatto proprio dal fascismo il 25 luglio di 80 anni or sono. Questa presa di posizione rimane la più grave offesa recata dalla scienza e dalla cultura italiana alla causa dell'umanità. La aberrazione dell'affermazione della supremazia di uomini su altri uomini considerati di razze inferiori, la volontà di dominio che esprimeva, la violenza, segregazione, pulizia etnica che portava con sé, avrebbero segnato nel profondo la storia del XX secolo e, con essa, la coscienza dei popoli. La finalità era dare al razzismo basi scientifiche, con un atto di servilismo verso il regime e il suo potere dittatoriale, con un capovolgimento dell'etica umana.<ref group="fonte">Da ''[http://www.quirinale.it/elementi/11822 Dichiarazione del Presidente Mattarella per l'ottantesimo anniversario del "Manifesto della Razza"]'', ''Quirinale.it'', Roma, 25 luglio 2018.</ref> *Il ricordo della [[Disastro di Marcinelle|tragedia di Marcinelle]] rimane parte indelebile della memoria collettiva del nostro Paese e dei Paesi che ne furono colpiti. Il sacrificio dei duecentosessantadue lavoratori, tra i quali centotrentasei connazionali, è destinato a richiamare alla memoria di tutti noi il valore delle sofferenze e del coraggio dei migranti in terra straniera alla ricerca di un futuro migliore per le loro famiglie, da costruire con il loro lavoro.<ref group="fonte" name="Marcinelle">Da ''[http://www.quirinale.it/elementi/12007 Messaggio del Presidente Mattarella in occasione dell'anniversario della tragedia di Marcinelle]'', ''Quirinale.it'', Roma, 8 agosto 2018.</ref> *Il diritto al lavoro, fondamento della Repubblica italiana, continua a rappresentare il principio cardine intorno al quale ruota il nostro sistema sociale e si esprime il principio di cittadinanza. La promozione dell'occupazione e la tutela piena della salute dei lavoratori costituiscono, oggi come ieri, sfide fondamentali nell'attuale contesto economico europeo e nel quadro del processo di integrazione continentale, nel cui ambito lo sviluppo del "pilastro sociale" appare irrinunciabile.<ref group="fonte" name="Marcinelle"/> *{{NDR|[[Giovanni Gronchi]] richiese}} Anzitutto riconoscimento dei diritti del lavoro e trasformazione dei rapporti tra le classi sociali, sottolineando che "il primo problema da risolvere in ordine di urgenza è costituito dalla eliminazione della [[disoccupazione]], che si accompagna alla miseria e agli stenti". [...] fu lo stesso Gronchi, ormai verso la fine del suo mandato, a voler tornare su quello che era stato definito da qualcuno il suo "interventismo". [...] Potremmo riassumere, evocando liberamente [[Paolo Barile]], che il Presidente della Repubblica pro-tempore è portatore dell'indirizzo di attuazione e di rispetto della Costituzione. [...] Nel succedersi dei decenni, l'edificio della Repubblica è stato irrobustito dall'azione dei presidenti che si sono succeduti sino a ieri. A Giovanni Gronchi, il merito [...] di aver saputo accompagnare il nuovo che si manifestava nella vita del Paese; in piena aderenza agli obblighi del mandato affidatogli.<ref group="fonte">Dall'[http://www.quirinale.it/elementi/18296 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di commemorazione del 40º anniversario della scomparsa del Presidente Emerito della Repubblica, Sen. Giovanni Gronchi], 18 ottobre 2018. [https://www.youtube.com/watch?v=adeL0ZsACZ8 Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> *La nuova [[Grecia]] e la nuova [[Italia]] sono nate dalla resistenza al nazifascismo e hanno ripudiato la guerra. Dopo le terribili guerre del secolo scorso che hanno dilaniato l'Europa, l'[[Unione europea]] ha avviato un percorso di mettere il futuro in comune per i popoli europei, assicurando pace, amicizia e collaborazione.<ref group="fonte">Dalla ''[https://www.quirinale.it/elementi/18510 Dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione delle commemorazioni del 75° anniversario dell'eccidio della Divisione Acqui]'', Cefalonia, 28 ottobre 2018. [https://www.quirinale.it/elementi/18512 Video] disponibile su ''Youtube.com''.</ref> *Nessuno Stato, da solo, può affrontare la nuova dimensione sempre più globale. Ne uscirebbe emarginato e perdente<ref group="fonte">Da un'intervista pubblicata dal ''Corriere della Sera'', 4 novembre 2018; disponibile su ''[https://www.quirinale.it/elementi/18699 Quirinale.it]''.</ref> *Come [[Giuseppe Garibaldi|Garibaldi]] per l'Italia, [[Giorgio Castriota Scanderbeg|Skanderbeg]] non fu, infatti soltanto il protagonista dell'unità albanese, ma divenne, nel tempo, il simbolo dell'orgoglio nazionale. Un simbolo nel quale tutto il "popolo delle Aquile" si identifica, anche fuori dai confini albanesi. Egli difese strenuamente principi e valori che conservano oggi stringente attualità: l'accettazione della diversità, e il rispetto delle identità dei singoli, come punto di partenza per l'edificazione di un'identità nazionale che trascende e include, valorizzandole, le specificità di ciascuno.<ref group="fonte" name="Skanderbeg">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/18742 Intervento del Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per il 550° anniversario della morte di Giorgio Castriota Skanderbeg]'', San Demetrio Corone, 7 novembre 2018.</ref> *Gli [[arbëreshe]] costituiscono una storia di integrazione e accoglienza che ha avuto pieno successo, un esempio di come la mutua conoscenza e il reciproco rispetto delle culture siano strumento di crescita per le realtà territoriali e per i Paesi in cui le diverse comunità vivono. La preservazione delle antiche origini, la reciproca influenza, la fusione armonica di lingua, cultura e tradizioni, sono state nei secoli e sono ancora oggi il "valore aggiunto" di queste comunità. Realtà che svolgono un'essenziale funzione di ponte tra i due "popoli di fronte", come spesso ci si riferisce ad [[Albania|albanesi]] e italiani.<ref group="fonte" name="Skanderbeg"/> *Centotrent'anni anni sono tanti e sono una bella storia. Nobile e di valore, connotata da due esigenze e due valori, quello della [[libertà di stampa]] e quello della tutela della lingua e della cultura della popolazione tedesca dell'[[Alto Adige]] e del [[Südtirol]]: due valori importanti che [[Athesia]] ha difeso e tutelato con grande merito come testimoniano le persecuzioni ricevute dalle autorità fasciste e naziste. La casa editrice è stata un punto di riferimento per la tutela della lingua, della cultura e dell'identità del gruppo di [[lingua tedesca]] del Südtirol Alto Adige.<ref group="fonte" name="Athesia">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/19072 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia in occasione dei 130 anni dalla fondazione della società Athesia]'', Merano, 19 novembre 2018.</ref> *Il rapporto tra la tutela delle minoranze e la tutela della libertà di stampa è un elemento importante nella nostra Repubblica. La tutela delle minoranze e la loro cultura non è soltanto un diritto fondamentale, di quelli che la Repubblica deve non soltanto proclamare e affermare ma anche promuovere concretamente, ma è anche un interesse generale della Repubblica, perché il confronto e il contributo delle varie identità è una ricchezza per qualunque Paese democratico.<ref group="fonte" name="Athesia"/> *Vi sono tanti giovani con disabilità che vorrebbero [[Sport per disabili|fare sport]] e non ne hanno la possibilità né le condizioni. Ve ne sono altri – giovani e non giovani – che non ci provano neppure perché sono sfiduciati. Ecco, dobbiamo riconoscere, come società, i progressi fatti ma anche i limiti che rimangono ancora da superare e i ritardi da recuperare. Lo sport paralimpico non è soltanto un ambito dello sport nazionale, è anche la punta e l'avanguardia di un movimento sociale nel nostro Paese, che punta a far crescere il nostro Paese e a migliorare le condizioni di vita di tutti i suoi cittadini che hanno alcuni problemi e difficoltà. Quando si abbatte una barriera che impedisce a una persona di esprimere i propri talenti è un successo non soltanto per quella persona, ma per tutti coloro che la circondano, per tutto l'ambiente in cui è inserita e per tutta la comunità.<ref group="fonte" name="cultura paralimpica">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/19241 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia del Festival della Cultura Paralimpica]'', Roma, 23 novembre 2018.</ref> *[...] i valori dello sport – di quello [[Sport paralimpici|paralimpico]], particolarmente – sono valori universali, che riguardano tutti: il coraggio, la determinazione, l'ispirazione. Sono valori che riguardano ogni persona umana.<ref group="fonte" name="cultura paralimpica"/> *La [[guerra]] è un'ingiustizia, una condizione disumana. [...] La guerra semina sempre distruzione, fa morire persone, distrugge abitati, ma lascia poi tracce pesanti sulla vita di ciascuno che è coinvolto nella guerra. [...] Perché avviene? La risposta non è facile, perché la guerra è irrazionale, non c'è una ragione e, per quanto nei libri di storia ogni tanto si spieghino le ragioni delle guerre, non sono mai sufficienti. La verità è che nel mondo gli adulti sorgono delle barriere che non sono soltanto fisiche, sono anche mentali. Le barriere che nascono nella mente di alcune persone, dall'avversione verso altre, dai pregiudizi, dalla ostilità preconcetta nei confronti di altri, di altre persone, di altri popoli, di altre etnie sono una cosa priva di senso. Ma che avviene.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/19270 Estratto di alcune domande e risposte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'Arsenale della pace]'', Torino, 26 novembre 2018.</ref> *La [[cultura]] e la ricerca producono spirito critico. È la loro funzione, la loro natura.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/19402 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2018/2019 dell'Università degli Studi di Verona]''. Verona, 30 novembre 2018.</ref> *Le [[università]] sono il luogo principe per irrobustire la cultura del nostro Paese, per evitare che si perda il senso del passato e si abbandoni la prospettiva del futuro, la consapevolezza e la responsabilità di costruire il futuro.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/19399 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico 2018/2019 dell'Università degli Studi di Firenze]'', Firenze, 4 dicembre 2018.</ref> *Non dobbiamo avere timore o vergogna di nutrire, e di manifestare, buoni sentimenti. Perché ci aiutano a migliorarci, mentre invece il [[cinismo]] è triste e gretto: si inchina al cosiddetto realismo, ritenendolo immutabile. La realtà può essere cambiata e migliorata.<ref group="fonte" name="mondiale">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/19475 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla riunione mondiale della Comunità Giovanni XXIII]'', Rimini, 7 dicembre 2018.</ref> *Dobbiamo abbattere le [[barriere]] che [[discriminazione|discriminano]]. Vi sono barriere che sono reali, altre sono di convinzione, di mentalità, di modo di pensare. Sono barriere che discriminano, che creano pregiudizi ed esclusione. Occorre un po' di coraggio, è vero, ma, in realtà, andare incontro agli altri e realizzarsi insieme è la nostra realtà, la nostra vocazione più profonda.<ref group="fonte" name="mondiale"/> *Vi sono alcuni valori di fondo che ne costituiscono l'ossatura e la chiave di lettura. Uno di questi valori è il pluralismo, che sostiene l'intero impianto della Costituzione, in conseguenza della scelta di porre la persona – ogni persona – al centro dell'azione dello Stato in tutte le sue articolazioni. Pluralismo nell'assetto dell'ordine istituzionale che presenta organi con diverse fonti di legittimazione e che svolgono funzioni differenti in modo autonomo e indipendente. Pluralismo nell'assetto della società civile, nel cui ambito sorgono e si affermano formazioni autonome di diversa natura e, tra queste quelle delle rappresentanze sociali: in queste formazioni, nel rispetto dei principi democratici, si manifesta l'esercizio di diritti inviolabili dei cittadini. Pluralismo nel dovere di assoluto rispetto della libertà dell'arte e della scienza; dell'autonomia delle università e delle altre realtà attraverso cui si esprimono. Pluralismo nella libertà riconosciuta al mondo dell'informazione e alle molteplici voci che ne costituiscono espressione; da salvaguardare perché rappresentano un presidio irrinunciabile dello Stato democratico. Pluralismo nella libera iniziativa economica che garantisce solidità, innovazione e ulteriore sviluppo al tessuto imprenditoriale che fa, tra l'altro, dell'Italia il secondo Paese manifatturiero d'Europa.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/19730 Intervento Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i Rappresentanti delle Istituzioni, delle Forze Politiche e della Società Civile]''. Roma, Palazzo del Quirinale, 19 dicembre 2018.</ref> ===2019=== *[[Guido Rossa]] non indugiò a chiedersi se toccasse proprio a lui contrastare il [[terrorismo]]. Seppe battersi per tutti. Anche per chi preferiva fingere di non vedere. Anche per chi stentava a capire cosa fosse in gioco nella drammatica stagione del terrorismo, più o meno mascherato dietro deliri ideologici e sigle di maniera.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/22020 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Cerimonia commemorativa del 40° Anniversario dell'uccisione di Guido Rossa]'', Genova, 23 gennaio 2019.</ref> *[...] [[Auschwitz]] non è soltanto lo sbocco inesorabile di un'ideologia folle e criminale e di un sistema di governo a essa ispirato. Auschwitz, evento drammaticamente reale, rimane, oltre la storia e il suo tempo, simbolo del male assoluto. Quel male che alberga nascosto, come un virus micidiale, nei bassifondi della società, nelle pieghe occulte di ideologie, nel buio accecante degli stereotipi e dei pregiudizi. Pronto a risvegliarsi, a colpire, a contagiare, appena se ne ripresentino le condizioni.<ref group="fonte" name="GiornoMemoria2019">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/22058 Intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla celebrazione del Giorno della Memoria]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 24 gennaio 2019.</ref> *Le persecuzioni [[Nazionalsocialismo|naziste]] si iscrivevano in un progetto di società basato sul predominio dei popoli cosiddetti forti e puri sui popoli deboli, su un [[nazionalismo]] esasperato nemico della convivenza, sulla guerra come fonte di rigenerazione e di grandezza, su un imperialismo alimentato da delirio di onnipotenza, sulla sottomissione dell'individuo allo Stato, sulla negazione della [[libertà di coscienza]], sulla repressione feroce di ogni forma di dissenso. Tutto quel che la nostra [[Costituzione]] ha voluto consapevolmente bandire e contrastare – segnando un discrimine tra l'umanità e la barbarie – con il riconoscimento di eguali diritti e dignità ad ogni persona e con l'obiettivo e il metodo della cooperazione internazionale per una convivenza pacifica tra i popoli e gli Stati.<ref group="fonte" name="GiornoMemoria2019"/> *Una sola considerazione sul tema delle [[donna|donne]] nella [[Shoah]]: le ideologie totalitarie hanno sempre considerato le donne come esseri inferiori. E così come la donna ariana, nella follia nazista, era ridotta a mero strumento per la riproduzione di nuovi ariani, la donna ebrea portava la colpa ulteriore di aver generato la progenie di una razza ritenuta diversa. Anche per questo va sempre ricordato che non può esistere democrazia e libertà autentica nei Paesi in cui, ancora, si continua a negare pienezza dei diritti e pari opportunità per ogni donna.<ref group="fonte" name="GiornoMemoria2019"/> *[[Auschwitz]], il più grande e più letale dei campi di sterminio – con le sue grida, il suo sangue, il suo fumo acre, i suoi pianti e la sua disperazione, la brutalità dei carnefici – è stato spesso, e comprensibilmente, definito come l'inferno sulla terra. Ma fu, di questo inferno, solo l'ultimo girone, il più brutale e perverso. Un sistema infernale che ha potuto distruggere milioni di vite umane innocenti nel cuore della civiltà europea, soltanto perché, accanto al nefando pilastro dell'odio, era cresciuto quello dell'indifferenza.<ref group="fonte" name="GiornoMemoria2019"/> *Per una serie di coincidenti circostanze, interne ed esterne, sugli orrori commessi contro gli italiani [[Istria|istriani]], [[Dalmazia|dalmati]] e [[Fiume (Croazia)|fiumani]], cadde una ingiustificabile cortina di silenzio, aumentando le sofferenze degli esuli, cui veniva così precluso perfino il conforto della memoria. Solo dopo la caduta del muro di Berlino – il più vistoso, ma purtroppo non l'unico simbolo della divisione europea – una paziente e coraggiosa opera di ricerca storiografica, non senza vani e inaccettabili tentativi di delegittimazione, ha fatto piena luce sulla tragedia delle [[foibe]] e sul successivo esodo, restituendo questa pagina strappata alla storia e all'identità della nazione.<ref group="fonte" name="foibe">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/22297 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del ‘Giorno del Ricordo']'', Roma, Palazzo del Quirinale, 09 febbraio 2019.</ref> *L'ideale di [[Europa]] è nata tra le tragiche macerie della [[guerra]], tra le stragi e le persecuzioni, tra i fili spinati dei campi della morte. Si è sviluppata in un continente diviso in blocchi contrapposti, nel costante pericolo di conflitti armati: per dire mai più guerra, mai più fanatismi nazionalistici, mai più volontà di dominio e di sopraffazione. L'ideale europeo, e la sua realizzazione nell'Unione, è stato – ed è tuttora – per tutto il mondo, un faro del diritto, delle libertà, del dialogo, della pace. Un modo di vivere e di concepire la democrazia che va incoraggiato, rafforzato e protetto dalle numerose insidie contemporanee, che vanno dalle guerre commerciali, spesso causa di altri conflitti, alle negazioni dei diritti universali, al pericoloso processo di riarmo nucleare, al terrorismo fondamentalista di matrice islamista, alle tentazioni di risolvere la complessità dei problemi attraverso scorciatoie autoritarie.<ref group="fonte" name="foibe"/> *Stroncare il [[Tratta di esseri umani|traffico]] è compito delle forze di polizia, dei magistrati, delle istituzioni nazionali e degli organismi internazionali. Ma tutta la società civile è chiamata a fare la propria parte, agendo con responsabilità e coerenza morale. Nessuno può restare indifferente. Contrastare la tratta vuol dire sottrarsi a ogni complicità con le organizzazioni criminali e prosciugare le aree grigie. Vuol dire spezzare il legame di protezione che, purtroppo, si crea tra la vittima e i suoi aguzzini. Significa che tutti devono aprire gli occhi su una cruda realtà: la domanda di [[prostituzione|prostitute]] schiave è alimentata da comportamenti di uomini delle società più prospere. Da uomini, di ogni età e censo, che approfittano di queste povere donne, indifferenti davanti alla violenza, alla riduzione in [[schiavitù]], spesso anche di fronte alla minore età palese delle ragazze. È un fenomeno diffuso, che, in realtà, esprime una acquiescenza se non una tacita ma concreta connivenza con il crimine.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/23666 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Celebrazione della Giornata Internazionale della Donna dal titolo: "Mai più schiave"]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 8 marzo 2019.</ref> *[[Marco Biagi]] era un uomo di dialogo, era un docente che amava l'insegnamento e il confronto con gli studenti; era uno studioso che approfondiva i temi della sua disciplina, avvertendo con grande consapevolezza che quell'equilibrio mirabile disegnato dalla nostra Costituzione richiede che ci si preoccupi costantemente di evitare che nascano ferite nella coesione sociale, di intervenire per sanarle, per ridurre le fratture sociali e per rimuoverle. Per questo i brigatisti assassini [[Omicidio di Marco Biagi|lo hanno ucciso]], nel loro folle disegno di esasperare le contrapposizioni e le tensioni. Chi si preoccupava di cucire, di legare, di far crescere la coesione sociale era un ostacolo. Così come è stato per altre persone, per altri docenti, da Ezio Tarantelli a Massimo d'Antona, anche loro, come è noto, giuslavoristi. O come è stato per altri docenti, studiosi profondi e miti come Roberto Ruffilli in questa regione.<ref group="fonte">Dall{{'}}''[https://www.quirinale.it/elementi/25969 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al XVII Convegno Internazionale in ricordo di Marco Biagi dal titolo "La dimensione collettiva delle relazioni di lavoro: Sfide organizzative e regolatorie in un mondo del lavoro in trasformazione"]'', Modena, 18 marzo 2019.</ref> *{{NDR|Sulla Commissione banche}} Non è in alcun modo in discussione, ovviamente, il potere del [[Parlamento]] di istituire commissioni di inchiesta in settori della vita istituzionale, economica o sociale, tenendo conto, peraltro, dei limiti all'attività delle commissioni derivanti dalla Costituzione e puntualmente indicati dalla giurisprudenza della Corte Costituzionale. Non può, tuttavia, passare inosservato che, rispetto a tutte le banche, e anche agli operatori finanziari, questa volta viene, tra l'altro, previsto che la Commissione possa ''"analizzare la gestione degli enti creditizi e delle imprese di investimento"''. Queste indicazioni, così ampie e generali, non devono poter sfociare in un controllo dell'attività creditizia, sino a coinvolgere le stesse operazioni bancarie, ovvero dell'attività di investimento nelle sue varie forme. Occorre considerare la natura privata degli enti interessati la cui attività costituisce esercizio della libertà di iniziativa economica riconosciuta e garantita dall'articolo 41 della [[Costituzione]].<ref group="fonte">Dalla ''[https://www.quirinale.it/elementi/26205 Lettera ai Presidenti del Senato e della Camera (Commissione Banche)]'', 23 marzo 2019.</ref> *La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva.<ref group="fonte">Intervento del Presidente Sergio Mattarella alla cerimonia commemorativa del 74° Anniversario della Liberazione ''www.quirinale.it/elementi/28579''</ref> *Tutti coloro che fanno parte delle nostre Forze armate sono dei soldati; "[[soldato]]" è un termine che unifica, che abbraccia dal più giovane dei militari di truppa al capo di Stato Maggiore, ed esprime quella condizione [...] di dedizione, di impegno, di onore, di amor di patria.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/28740 Intervento del Presidente Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con una rappresentanza dell'Esercito Italiano, nel 158° anniversario di fondazione]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 8 maggio 2019.</ref> *"''Noi soldati polacchi, per la nostra e vostra libertà, abbiamo dato l'anima a Dio, i corpi al suolo d'Italia e i cuori alla Polonia''"<ref>Frase incisa sulla stele del Sacrario di [[Montecassino]].</ref>. In questa frase – carica di significati – è racchiuso il nucleo dell'amicizia che lega Polonia e Italia, un'amicizia nutrita da contatti culturali intensi, da sensibilità comuni, da una condivisa, e spesso sofferta, aspirazione alla libertà, sin dalla partecipazione alla [[Giovine Europa]] di [[Giuseppe Mazzini|Mazzini]] e alle guerre di indipendenza. Gli italiani che sacrificarono la loro vita nella "[[Rivolta di gennaio]]", guidati da [[Francesco Nullo]], erano condotti dallo stesso spirito che animava i coraggiosi soldati polacchi, agli ordini del [[Władysław Anders|Generale Anders]], il cui ricordo è costantemente vivo e radicato. Coloro che qui combatterono e caddero, lo fecero per liberare l'Italia dal [[nazifascismo]], e per rendere possibile la nascita di una nuova Europa, i cui popoli, abbattute le ultime barriere che troppo a lungo hanno diviso il nostro Continente, potessero sentirsi uniti. Come oggi possono dirsi, in un'Europa finalmente libera dal giogo della [[dittatura]] e del [[guerra|conflitto]]. Un'Europa della [[libertà]] contrapposta a quell'Europa della prevaricazione e degli orrori di cui furono testimoni, tra gli altri, due straordinarie personalità che quest'anno ricordiamo, nel centenario della loro nascita, [[Gustaw Herling]] e [[Primo Levi]].<ref group="fonte">Dal saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della partecipazione alla cerimonia per il 75° Anniversario della Battaglia di Montecassino, Montecassino, 18 maggio 2019; citato in ''[http://moked.it/blog/2019/05/19/la-cerimonia-montecassino-europa-unita-antidoto-allodio/ La cerimonia a Montecassino: "Europa unita antidoto all'odio"]'', ''Moked.it''.</ref> *La Repubblica ha l'obiettivo di colmare le fratture che si aprono nella società. Chi detesta la [[democrazia]], invece, vuole che le fratture si allarghino, che diventino conflitti insanabili, che seminino paure e rancore; che la Costituzione divenga irrealizzabile.<ref group="fonte" name="Massimo">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/29889 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di intitolazione dell'Aula XIII a vent'anni dall'assassinio di Massimo D'Antona]''. Roma, 20 maggio 2019.</ref> *Il [[terrorismo]] è stato sconfitto grazie all'unità del nostro Paese, dei suoi soggetti politici, delle sue forze intellettuali, del mondo del lavoro. Le minacce alla democrazia cambiano, e così i rischi per la convivenza. In un Paese democratico, qual è il nostro, si deve costantemente rammentare che vi è un patrimonio di valori e di istituzioni che va sempre difeso insieme.<ref group="fonte" name="Massimo"/> *Non c'è futuro al di fuori dell'[[Unione Europea]]. Di fronte alle grandi questioni e numerose sfide, tutte di carattere globale, in un modo sempre più condizionato da grandi soggetti, i singoli paesi dell'Unione si dividono tra quelli che sono piccoli e quelli che non hanno ancora compreso di esser piccoli anche loro.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/32034 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con i componenti dell'Associazione Stampa Parlamentare, i Direttori dei quotidiani e delle agenzie giornalistiche e i giornalisti accreditati presso il Quirinale per la consegna del "Ventaglio" da parte dell'Associazione Stampa Parlamentare]'', 25 luglio 2019.</ref> *{{NDR|Su [[Abiy Ahmed Ali]]}} Con grande coraggio e visione Ella ha riaperto un dialogo con l'Eritrea e posto le basi per un processo di integrazione regionale che include anche la Somalia. Questa sua iniziativa è stata foriera di speranza per milioni di persone, creando nuove prospettive di futuro soprattutto per le giovani generazioni dell'Etiopia e dei paesi vicini.<ref group="fonte">Dal ''[https://www.quirinale.it/elementi/40079 Messaggio di Mattarella al Primo Ministro dell'Etiopia Abiy Ahmed Ali per il conferimento del Premo Nobel per la Pace]'', 11 ottobre 2019.</ref> ===2020=== *C'è un triste episodio di questi giorni che sottolinea l'importanza della comunanza di studio che attraversa le frontiere. Tutto il mondo dello sport, ogni continente, è rattristato dalla morte di [[Kobe Bryant]], con una tristezza che ha il fondamento non soltanto per la sua capacità e la sua popolarità, ma, per il nostro Paese, perché si era formato qui, nelle nostre scuole elementari e medie. E la comunanza di studi è quella che, al di sopra e molto di più dei legami politici istituzionali ed economici, lega davvero l'umanità attraverso i suoi confini. In questa stagione – ripeto – di incertezze internazionali, la comunanza di rapporti umani che si crea con gli studi in comune è l'antidoto ai pericoli che attraversa la comunità internazionale.<ref group="fonte" name="Sannio">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/44059 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'inaugurazione dell'Anno Accademico 2019-2020 dell'Università del Sannio]'', Benevento, 28 gennaio 2020.</ref> *L'economia sostenibile è farsi carico che il limite e l'esigenza di difesa del clima non sono un freno all'economia; al contrario, stimolano risorse e sono un motivo di crescita per l'economia.<ref group="fonte" name="Sannio"/> *L'Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del [[pandemia di COVID-19 del 2019-2020|coronavirus]] sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell'Unione Europea. Si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l'azione.<ref>In riferimento alla decisione della BCE del 12 marzo 2020 di non intervenire con un ribasso dei tassi, nonostante la crisi pandemica. {{cfr}} ''[https://www.repubblica.it/politica/2020/03/12/news/coronavirus_mattarella_europa-251109143/ Coronavirus, monito di Mattarella all'Europa: "All'Italia serve solidarietà, non ostacoli"]'', ''Repubblica.it'', 12 marzo 2020.</ref><ref group="fonte">Dalla ''[https://www.quirinale.it/elementi/46574 Nota del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella]'', Roma, 12 marzo 2020.</ref> *Le [[mafia|mafie]] cambiano le forme, i campi di azione, le strategie criminali. Si insinuano nelle attività economiche e creano nuove zone grigie di corruzione e complicità. Sono un cancro per la società e un grave impedimento allo sviluppo. Occorre vigilanza, e la consapevolezza deve farsi cultura. Occasioni come queste ci aiutano a riflettere insieme. Sconfiggeremo ed estirperemo le mafie. Con l'azione delle istituzioni, con la coesione delle comunità, con il protagonismo dei cittadini.<ref group="fonte">Dalla ''[https://www.quirinale.it/elementi/46594 Dichiarazione del Presidente Mattarella per la Giornata Nazionale della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie]'', Roma, 21 marzo 2020.</ref> *[[Alberto Arbasino|Arbasino]] è stato uno scrittore di grandi qualità e creatività, un romanziere innovatore, un uomo di cultura poliedrico, tra i motori del Gruppo 63. La sensibilità con cui ha guardato la realtà si combinava con il coraggio della sperimentazione. Ha cercato espressione anche nella poesia. E con passione civile è stato giornalista, cercando sempre nella modernità strumenti utili alla narrazione e alla comprensione dei mutamenti, sociali e di costume. L'Italia si è arricchita del suo talento, e la cultura ne farà tesoro.<ref group="fonte">Dalla ''[https://www.quirinale.it/elementi/46598 Dichiarazione del Presidente Mattarella per la scomparsa di Alberto Arbasino]'', Roma, 23 marzo 2020.</ref> *Operare per una società libera e matura significa non permettere che la propria identità o l'orientamento sessuale siano motivo di aggressione né di discriminazioni nel lavoro e nella vita sociale.<ref group="fonte">Citato in [https://www.neg.zone/2020/05/17/omobitransfobia-conte/ ''Giornata mondiale contro l'omobitransfobia''], in ''neg.zone'', 17 maggio 2020.</ref> *Sul tema delle notizie manipolate può [...] sorgere un equivoco che è opportuno evitare, giacché potrebbe evocare il rischio della tentazione di un controllo sulle [[libertà di stampa|libere espressioni di stampa]]. Le [[fake news]] – notizie contraffatte – sono, normalmente, il prodotto di azioni malevole, abitualmente anonime, concertate allo scopo di ingannare la pubblica opinione, contando sull'effetto moltiplicatore del web e sulla assenza di sanzioni che caratterizza un mondo privo di responsabilità definibili. La pretesa di un "non luogo", come è stato chiamato, dove ci si può permettere di propalare presunti fatti, falsati o inesistenti, senza alcuna sanzione. Esattamente l'opposto dell'informazione professionale che prevede anche sistemi di sanzioni puntuali sia degli organi preposti alla deontologia professionale, che da parte della magistratura. I due fenomeni non vanno quindi in alcun modo confusi.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/49941 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia di consegna del "Ventaglio" da parte dell'Associazione Stampa Parlamentare]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 31 luglio 2020.</ref> *[[Giancarlo Siani]] fu ucciso proprio per il lavoro svolto, per l'onestà e l'intelligenza con cui onorava il diritto alla libera informazione, raccontando i delitti della malavita e le trame di chi ne tirava le fila. [...]<br>Giancarlo Siani è stato testimone del miglior giornalismo: sarà sempre un esempio di coraggio e di professionalità per chi ha lavorato con lui e per chi intraprende, con idealità e passione, la strada del giornalismo.<br>Il sacrificio di Giancarlo Siani resterà nella coscienza di tante persone oneste che si battono per contrastare l'illegalità e le mafie con gli strumenti della civiltà, della cultura, con il rispetto della verità e delle regole.<ref group="fonte">Dal messaggio inviato al Presidente della Fondazione Giancarlo Siani Onlus, Gianmario Siani, in ''[https://www.quirinale.it/elementi/50363 Mattarella: Giancarlo Siani è stato testimone del miglior giornalismo, di coraggio e di professionalità]'', ''quirinale.it'', 23 settembre 2020.</ref> *[[Dante]] è in realtà il grande profeta dell'Italia, un [[patriota]] visionario, destinato, quasi biblicamente, a scorgere ma non a calcare la Terra vagheggiata e promessa. Il contributo artistico, culturale e linguistico che Dante ha fornito alla formazione dell'Italia è immenso e inestimabile.<br />Dante è anche l'uomo che ha portato a compimento il passaggio tra latino e volgare, riconoscendo al parlare del popolo, alla lingua "naturale", la dignità letteraria e la superiorità comunicativa. Dante è il poeta italiano e civile per eccellenza, che a distanza di secoli ha trasmesso alimento e ispirazione vitale anche a quella generazione di poeti, artisti e uomini politici del [[Risorgimento]] che hanno costruito l'unità d'Italia, di cui Dante è padre e pilastro essenziale.<ref group="fonte">Dall<noviki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/50535 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione delle celebrazioni per il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 3 ottobre 2020.</ref> *I pionieri dell'[[Associazione italiana per la ricerca sul cancro]] hanno avuto una preziosa lungimiranza. Si tratta di scienziati e di personalità che, poco più di cinquant'anni addietro, sono stati capaci di iniziative comuni e di chiamare a raccolta tutte le forze disponibili per combattere il [[cancro]]. Sapevano che l'umanità, alleata con la scienza, avrebbe vinto, come certamente avverrà definitivamente – speriamo – in un futuro non lontano. Hanno lanciato la sfida consapevoli che il cammino non sarebbe stato facile, né breve. Ma puntando sulla ricerca, raccogliendo fondi per investirveli, nutrivano fiducia sui risultati.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/50942 Intervento del Presidente Mattarella in occasione della cerimonia di celebrazione de "I Giorni della Ricerca"]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 26 ottobre 2020.</ref> *La [[scienza]] ci offre l'arma più forte, prevalendo su [[ignoranza]] e [[pregiudizio|pregiudizi]]. Ora a tutti e ovunque, senza distinzioni, dovrà essere consentito di vaccinarsi gratuitamente: perché è giusto e perché necessario per la sicurezza comune. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere.<ref group="fonte">Dal ''[https://www.quirinale.it/elementi/51499 Messaggio di Fine Anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 31 dicembre 2020.</ref> ===2021=== *[...] [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] – che simboleggia e riassume tutto l'orrore e la lucida follia del [[totalitarismo]] [[razzismo|razzista]] – racchiude in sé i termini di un tragico paradosso. Si tratta, infatti, della costruzione più disumana mai concepita dall'uomo. Uomini contro l'umanità. Una spaventosa fabbrica di morte. Il non luogo, l'inaudito, il mai visto, l'inimmaginabile. Sono questi i termini ricorrenti con cui i sopravvissuti hanno descritto il loro tremendo passaggio in quei luoghi di violenza e di abiezione. Lo abbiamo ascoltato poc'anzi ancora dalle parole di Sami Modiano. Un ''unicum'', nella storia dell'umanità, che pur è costellata purtroppo di stragi, genocidi, guerre e crudeltà. Una mostruosa costruzione, realizzata nel cuore della civile ed evoluta Europa.<ref group="fonte" name="Memoria2021">Dall{{'}}''[https://www.quirinale.it/elementi/51651 intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla celebrazione del Giorno della Memoria]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 27 gennaio 2021.</ref> *Il [[fascismo]], il [[nazismo]], il [[razzismo]] non furono funghi velenosi nati per caso nel giardino ben curato della civiltà europea. Furono invece il prodotto di pulsioni, di correnti pseudo culturali, e persino di mode e atteggiamenti che affondavano le radici nei decenni e, persino, nei secoli precedenti. Certo, nei salotti di tante parti d'Europa, dove a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento, si conversava, con irresponsabile civetteria, di gerarchia razziale, di superiorità ariana, di antisemitismo accademico, forse nessuno avrebbe pensato che si sarebbe poi arrivati un giorno a quella che fu crudelmente chiamata soluzione finale, ai campi di sterminio, ai forni crematori. Ma le parole, specialmente se sono di [[odio,]] non restano a lungo senza conseguenze. Quelle idee e quei pensieri grotteschi, nutriti di secoli di pregiudizi contro gli ebrei, rappresentarono il brodo di cultura nel quale nacque e si riprodusse il germe del totalitarismo razzista. Rimasto per molto tempo allo stato latente, esplose e si diffuse, con violenza inimmaginabile, quando infettò organismi politici e sociali indeboliti e sfibrati dalla crisi economica esplosa dopo la Grande Guerra. La disperazione e la paura del futuro, di fronte all'inefficacia e alle divisioni della politica, spinsero molte persone a consegnare il proprio destino nelle mani di chi proponeva scorciatoie autoritarie, ad affidarsi ciecamente al carisma "magico" dell'uomo forte. "Credere, obbedire e combattere", intimava il fascismo. "Obbedienza incondizionata ad Adolf Hitler" giuravano invece i soldati e i funzionari del regime nazista. La fiducia nel potere diventava un atto di fede cieco e assoluto. L'arbitrio soppiantava la legge.<ref group="fonte" name="Memoria2021"/> *Nei giorni scorsi [[Edith Bruk]] ha detto che "sull'Europa intera sta tornando una nuvola nera". Confido che non sia così, anche per la fiducia nella grande, storica costruzione di pace rappresentata dall'[[Unione Europea]], nata dando centralità alla persona umana, sulla base dell'amicizia tra i popoli del Continente e mettendo in comune il loro futuro. Ma quell'appello, quell'avvertimento non va dimenticato. Sta a noi impedire che quel che – di così turpe – è avvenuto si ripeta. Sta a noi vigilare e guidare gli avvenimenti e trasmettere alle future generazioni i valori della civiltà umana.<ref group="fonte" name="Memoria2021"/> *Quando mi hanno eletto al Quirinale mi sono preoccupato perché sapevo quanto era impegnativo il compito. Ma due cose mi hanno aiutato: ho ottimi collaboratori ma soprattutto il fatto che in Italia in base alla Costituzione non c'è un solo organo che decide ma le decisioni sono distribuite tra tanti organi. Il presidente della Repubblica deve conoscere tutti, seguire tutti per poter intervenire con suggerimenti. Ma tra otto mesi il mio mandato di presidente termina. Io sono vecchio tra qualche mese potrò riposarmi.<ref group="fonte">Citato in ''[https://www.repubblica.it/politica/2021/05/19/news/mattarella_quirinale_riposo-301722022/ Mattarella ai bambini: "Sono vecchio, fra otto mesi potrò riposarmi"]'', ''repubblica.it'', 19 maggio 2021.</ref> *Questo non è giorno di discorsi ma di applausi e ringraziamenti. Complimenti! Ieri sera avete meritato di vincere ben al di là dei rigori perché avete avuto due pesanti handicap: giocare in casa degli avversari in uno stadio come Wembley e il gol a freddo che avrebbe messo in ginocchio chiunque. Siete stati accompagnati e circondati dall'affetto degli italiani e li avete ricambiati rendendo onore allo sport. Così come ha fatto Matteo Berrettini. {{sic|Arrivare}} alla finale di Wimbledon ma la rimonta del primo set equivale a una vittoria. [...] Negli Europei avete reso onore allo sport per diversi motivi, avete vinto esprimendo un magnifico gioco che ha fatto divertire tutti. Avete reso onore allo sport, avete manifestato il legame comune che vi ha unito e armonia di squadra e questo è di straordinario valore. Un ringraziamento a Roberto Mancini: la fiducia che ha sempre manifestato, la rivoluzione nell'impostazione del gioco, l'accurata preparazione di ogni partita. Grazie, grazie davvero [[Roberto Mancini|Mancini]].<ref group="fonte">Citato in ''[http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Azzurri-a-Roma-l-accoglienza-dei-tifosi-Nel-pomeriggio-l-incontro-con-Mattarella-e-Draghi-9d2a7f0f-03cb-44ce-b857-f6ed602a80ee.html Mattarella agli Azzurri: "Avete reso onore allo sport"]'', ''rainews.it'', 13 luglio 2021.</ref> *Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione, perché quell'invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui.<ref group="fonte" name="annoaccademico20202021">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/59486 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico 2021-2022 dell'Università degli Studi di Pavia, in occasione del 660° anniversario dell'Ateneo]'', 5 settembre 2021.</ref> *Chi pretende di non vaccinarsi – naturalmente con l'eccezione di coloro che non possono farlo per motivi di salute – e comunque di svolgere una vita normale, frequentando luoghi condivisi, di lavoro, di intrattenimento, di svago, in realtà costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà, a rinunziare a prospettive di normalità di vita.<ref group="fonte" name="annoaccademico20202021"/> *Non posso non dire una parola sui fenomeni e sulle espressioni di violenza, di minacce che affiorano in questo periodo contro medici, contro scienziati, contro giornalisti, contro persone delle istituzioni. Sono fenomeni allarmanti e gravi che vanno contrastati con fermezza.<ref group="fonte" name="annoaccademico20202021"/> *L'Alleanza Atlantica rappresenta per l'Italia una pietra angolare della politica di sicurezza, nel coordinamento, in maniera sempre più ampia e proficua, con una Unione Europea che intende contribuire in modo efficace alla stabilità e alla affermazione dei principi dello Stato di diritto. Sono convinto che il rafforzamento dell'Unione Europea in questo campo – basato sulla complementarietà con la [[Nato]] e la condivisione delle risorse militari – fornirà un contributo prezioso e qualificato al processo di rafforzamento dell'Alleanza, alla solidità dell'indispensabile rapporto transatlantico.<ref group="fonte">Dall{{'}}''[https://www.quirinale.it/elementi/59661 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del 70° anniversario della NATO in Italia]'', Lago Patria, 17 settembre 2021.</ref> *Forse la solitudine è coessenziale alla funzione di Presidente della Repubblica. Ma nessun uomo è solo se sceglie di mantenere la sua libertà, avendo come limite l'obbedienza alla propria coscienza.<ref group="fonte">Dall'''[https://www.quirinale.it/elementi/60925 Intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all'incontro di studio "Giovanni Leone. Presidente della Repubblica 1971-1978" nel ventesimo anniversario della scomparsa]'', ''Quirinale.it'', Roma, Palazzo del Quirinale, 11 novembre 2021.</ref> ===2022=== *I giorni difficili trascorsi per l'elezione alla Presidenza della Repubblica nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando – sul versante sanitario, su quello economico, su quello sociale – richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati – e, naturalmente, devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti – con l'impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini.<ref group="fonte">Dalla ''[https://www.quirinale.it/elementi/62204 Dichiarazione del Presidente Mattarella dopo la comunicazione dell'esito della votazione da parte dei Presidenti di Senato e Camera]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 29 gennaio 2022.</ref> *Poteri economici sovranazionali tendono a prevalere e a imporsi, aggirando il processo democratico.<ref group="fonte" name="giuramento">Dal ''[https://www.quirinale.it/elementi/62298 Messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Parlamento nel giorno del giuramento]'', Roma, Camera dei deputati, 3 febbraio 2022.</ref> *[...] i regimi autoritari o autocratici tentano ingannevolmente di apparire, a occhi superficiali, più efficienti di quelli democratici, le cui decisioni, basate sul libero consenso e sul coinvolgimento sociale, sono, invece, più solide ed efficaci.<ref group="fonte" name="giuramento"/> *Senza partiti coinvolgenti, così come senza corpi sociali intermedi, il cittadino si scopre solo e più indifeso. Deve poter far affidamento sulla politica come modalità civile per esprimere le proprie idee e, insieme, la propria appartenenza alla Repubblica.<ref group="fonte" name="giuramento"/> *La cultura non è il superfluo: è un elemento costitutivo dell'identità italiana.<ref group="fonte" name="giuramento"/> *La pari dignità sociale è un caposaldo di uno sviluppo giusto ed effettivo. Le diseguaglianze non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono piuttosto il freno per ogni prospettiva reale di crescita.<ref group="fonte" name="giuramento"/> *Dignità è non dover essere costrette a scegliere tra lavoro e maternità.<ref group="fonte" name="giuramento"/> *Sono certo di interpretare il sentimento di tutte le italiane e di tutti gli italiani rivolgendo il primo pensiero di questo 8 marzo alle donne ucraine. Madri, lavoratrici, giovani, colpite da una violenza inattesa, crudele, assurda. Donne che partecipano coraggiosamente alla difesa della loro comunità, donne costrette a ripararsi nei rifugi d'emergenza, che lasciano le loro case e il loro Paese, che hanno paura per i loro figli, che prestano cura ai più deboli, che piangono morti innocenti. E tante, troppe, sono le donne già cadute in questo ingiustificabile conflitto. Nelle guerre le donne pagano sempre prezzi altissimi. Come donne, come madri, come compagne di vita. Vittime dell'insensatezza della guerra, vittime spesso di violenze brutali. Eppure la loro forza nel dolore, la loro dignità, si sono sempre rivelate energie insostituibili di resistenza, di coesione, di pacificazione, di ricostruzione.<ref group="fonte" name="donne ucraine">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/63552 intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della "Giornata Internazionale della Donna"]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 8 marzo 2022.</ref> *{{NDR|Su [[Oksana Lyniv]]}} La sua carriera artistica – la prima donna al mondo a dirigere a [[Bayreuth]] e la prima direttrice di una fondazione lirica italiana – è già di per sé un modello in un campo – quello della direzione musicale – abitualmente occupato da uomini. Oggi questa sua alta competenza musicale si fonde con l'impegno per il suo Paese vittima di una crudele e insensata [[Invasione russa dell'Ucraina del 2022|invasione]].<ref group="fonte" name="donne ucraine"/> *Le giovani donne rappresentano un grande potenziale di crescita economica, sociale, civile. È un diritto costituzionale delle nostre concittadine poter partecipare allo sviluppo del nostro Paese in modo pieno ed efficace. La Repubblica non può sopportare che questo diritto venga meno per una parte così importante della propria società. Se alla politica spetta il compito di abbattere gli ostacoli per una completa realizzazione dei loro progetti di vita, alle giovani donne va chiesto di superare scoraggiamenti e di intraprendere, con determinazione, la via dello studio, delle università, della specializzazione, della formazione professionale. Non è compatibile con la nostra civiltà che, a parità di mansioni e di impiego, esista una differenza di retribuzione a sfavore delle donne.<ref group="fonte" name="donne ucraine"/> *Ai magistrati è attribuita la tutela dei diritti e la garanzia di giustizia che vi è connessa; senza queste lo Stato democratico, fondato sull'uguaglianza e sulla pari dignità delle persone, sarebbe gravemente compromesso. Principale corollario dell'[[uguaglianza]] dei cittadini davanti alla legge, riconosciuta dall'art. 3 della Costituzione, è l'[[imparzialità]] nell'esercizio della giurisdizione, vale a dire la capacità di assicurare la tutela dei diritti riconosciuta in modo efficace a ciascuno.<ref group="fonte" name="magistati">Dall'[Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con i magistrati ordinari in tirocinio nominati con D.M. 2 marzo 2021, Roma, Palazzo del Quirinale, 30 marzo 2022.</ref> *Il legame che intercorre tra le garanzie costituzionali di autonomia e [[indipendenza]] e l'imparziale esercizio della giurisdizione è indissolubile ed è di valore imprescindibile.<ref group="fonte" name="magistati"/> *[[Interpretazione giuridica|Interpretare]] non può mai voler dire né arbitrio né, tanto meno, ricerca di originalità: è la norma – stabilita democraticamente dal Parlamento e correttamente inserita nella cornice valoriale delineata dalla Costituzione – a dover definire, perimetrandolo, l'ambito di riferimento della decisione. Interpretare, quindi, significa adattare al caso concreto la norma, senza mai stravolgerla o forzarla, rendendola, piuttosto, attraverso un percorso logico, viva e riconoscibile. Al contempo, la norma deve rimanere uno strumento certo per la risoluzione dei conflitti, non può risolversi in un percorso argomentativo che eviti di affrontare la responsabilità della decisione. Occorre aver ben presente che il fine ultimo dell'intervento richiesto alla Magistratura è la risposta di giustizia, che rimarrebbe irrimediabilmente denegata ogni qualvolta, alla pur sapiente ricostruzione normativa, non corrispondesse l'adozione di una decisione riconoscibile e comprensibile.<ref group="fonte" name="magistati"/> *La [[guerra]]: è esattamente il contrario dello [[spirito olimpico]] e paralimpico. E' esattamente il contrario del significato di incontro di [[pace]], di [[amicizia]], di [[collaborazione]], di confronto [[lealtà|leale]] e [[amicizia|amichevole]] fra tutti, da ogni parte del mondo, che [[Olimpiadi]] e [[Paralimpiadi]] rappresentano.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/65809 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Cerimonia di restituzione della bandiera degli atleti italiani di ritorno dai Giochi Olimpici e Paralimpici invernali di Pechino 2022]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 5 aprile 2022.</ref> *La [[cultura]] non è un luogo separato dal contesto sociale, una nicchia di attività umane voluttuarie o superflue. Bensì è bellezza che si trasmette, è pensiero che arricchisce, è conoscenza, [[etica]], dialogo, emozioni.<ref group="fonte" name="Procida">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/65889 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia inaugurale di "Procida Capitale della Cultura 2022"]'', Procida, 9 aprile 2022.</ref> *Il patrimonio culturale genera patrimonio morale in cui risiede la civiltà di un popolo. Genera umanesimo.<ref group="fonte" name="Procida"/> *Il [[mare]] che ci attornia è una ricchezza straordinaria: dobbiamo averne cura, e al tempo stesso riconoscerne il valore. Il mare unisce. Il mare è vita. Il mare è solidarietà. ll mare è relazione tra i popoli. Il mare è cultura.<ref group="fonte" name="Procida"/> *Il nostro Paese riuscirà a raggiungere i traguardi che si è dato soltanto se il Meridione tornerà a crescere in modo equilibrato, nel segno di una forte innovazione e di una ritrovata coesione.<ref group="fonte" name="Procida"/> *Abbiamo assistito, in queste settimane – con un profondo senso di angoscia – a scene di violenza sui civili, anziani donne e bambini, all'uso di armi che devastano senza discrimine, senza alcuna pietà. L'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022|attacco violento della Federazione Russa al popolo ucraino]] non ha alcuna giustificazione... La pretesa di dominare un altro popolo, di invadere uno Stato indipendente, ci riporta alle pagine più buie dell'[[imperialismo]] e del [[colonialismo]]. L'incendio appiccato alle regole della comunità internazionale appare devastante; destinato a propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermarlo subito, scongiurando il pericolo del moltiplicarsi, dalla stessa parte, di avventure belliche di cui sarebbe difficile contenere i confini. Per tutte queste ragioni la [[solidarietà]], che va espressa e praticata nei confronti dell'[[Ucraina]], deve essere ferma e coesa. È possibile che questo comporti alcuni sacrifici. Ma questi avrebbero portata di gran lunga inferiore rispetto a quelli che sarebbe inevitabile subire se quella deriva di aggressività bellica non venisse fermata subito.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/66989 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, nella ricorrenza del 77° anniversario della Liberazione]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 22 aprile 2022.</ref> *L'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre]] produsse il vaglio, che spazzò via vent'anni di illusioni, di parole d'ordine vuote e consumate, di retorica bellicista. Il regime [[fascismo|fascista]], implose dall'interno, crollò su se stesso, corroso dalla sua stessa vanagloria. Non fu la morte della [[Patria]]. Ma, al contrario, la riscoperta del suo senso autentico. Quella di una comunità di destino, di donne e uomini che condividono il comune senso di pietà, i valori di [[libertà]], [[giustizia]] e [[democrazia]], che si proteggono a vicenda, che lavorano per la [[pace]], il [[benessere]], la [[solidarietà]].<ref group="fonte" name="Acerra">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/67016 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 77° Anniversario della Liberazione]'', Acerra, 25 aprile 2022.</ref> *Un vostro eroico concittadino, nato qui ad Acerra, Medaglia d'oro al valore militare, il Colonnello [[Michele Ferrajolo]], di stanza a [[Mondragone]], rifiutò sdegnosamente il 9 settembre di consegnare le armi ai tedeschi, incitando i suoi soldati alla [[Resistenza italiana|resistenza]]. A chi, tra i suoi, gli propose di arrendersi per aver salva la vita, rispose: "Non si vergogna di parlarmi così? Qui è in gioco l'onore della Patria". Fu ucciso da una raffica di mitra. Morì, tra i primissimi, per amore della Patria, quella che il [[fascismo]] aveva tradito e umiliato, imponendo la [[dittatura]], la repressione, la [[guerra]] a fianco di [[Adolf Hitler|Hitler]]. In quel momento, il più duro e decisivo, la parola Patria riacquistava agli occhi di tanti italiani il suo significato più limpido e più autentico.<ref group="fonte" name="Acerra"/> *Furono resistenti i combattenti delle montagne, le tante staffette partigiane, i militari che, perdendo la vita o subendo la deportazione, rifiutarono di servire sotto la [[Repubblica Sociale Italiana|cupa bandiera di Salò]]. Furono resistenti, a pieno titolo, le persone che nascosero in casa gli ebrei, o i militari alleati, o ricercati politici, coloro che sostenevano la rete logistica della Resistenza. Furono resistenti gli operai che entrarono in [[sciopero]] al Nord, gli autori di volantini e giornali clandestini, gli intellettuali che non si piegarono, i parroci che rimasero vicini al loro gregge ferito. Le vittime innocenti delle tante stragi che, in quella terribile stagione, insanguinarono il nostro Paese.<ref group="fonte" name="Acerra"/> *Il [[Consiglio d'Europa]] ha sempre avuto la vocazione a essere la "casa comune europea" e ha saputo svilupparla nei decenni che hanno fatto seguito alla sua istituzione, come testimonia anche la sua attuale ampia rappresentatività. Una casa che, se è stata specchio fedele delle divisioni e delle difficoltà manifestatesi fra le diverse comunità nazionali, ha saputo essere anche, e soprattutto, espressione del coraggio di unità dell'Europa, spesso prefigurando quanto si è potuto successivamente costruire, sotto altri profili e in altri ambiti, come la Unione Europea.<ref group="fonte" name="COE">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/67082 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa]'', Palazzo d'Europa, Strasburgo, 27 aprile 2022.</ref> *Quanto la [[guerra]] ha la pretesa di essere [[Guerra lampo|lampo]] – e non le riesce – tanto la [[pace]] è frutto del paziente e inarrestabile fluire dello spirito e della pratica di collaborazione tra i popoli, della capacità di passare dallo scontro e dalla corsa agli armamenti, al dialogo, al controllo e alla riduzione bilanciata delle armi di aggressione. E' una costruzione laboriosa, fatta di comportamenti e di scelte coerenti e continuative, non di un atto isolato. Il frutto di una ostinata fiducia verso l'[[umanità]] e di senso di responsabilità nei suoi confronti.<ref group="fonte" name="COE"/> *La [[pace]] non si impone automaticamente, da sola, ma è frutto della volontà degli uomini.<ref group="fonte" name="COE"/> *La [[guerra]] è un mostro vorace, mai sazio.<ref group="fonte" name="COE"/> *Con la sua visione pan-africanista illuminata, di una [[Africa]] rigenerata, guidata dall'obiettivo di pacifici destini per tutti i popoli, a partire da quelli del continente, [[Kenneth Kaunda|Kaunda]] [...] fu fonte di ispirazione per l'Africa e per il resto del mondo.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/69381 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'Assemblea Nazionale in occasione della Visita Ufficiale nella Repubblica dello Zambia]'', Lusaka, 7 luglio 2022.</ref> *Statista insigne, sin dal momento della sua elezione alla guida dell'U.R.S.S. Gorbaciov ha suscitato in patria e all'estero importantissime aspettative di cambiamento. Ha perseguito con tenacia l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei suoi concittadini e di dischiudere alla comunità internazionale prospettive di pace e di collaborazione che sarebbero state inimmaginabili senza il suo fondamentale contributo, come poi riconosciuto con l'assegnazione del Premio Nobel per la pace. In lui convivevano sincero attaccamento alle proprie radici e capacità di ascoltare e comprendere le ragioni degli altri, con il coraggio della consapevolezza che la preservazione della pace rappresentasse il valore più alto e la chiave di volta per la costruzione di un mondo migliore per tutti. Il debito nei suoi confronti è grande, soprattutto da parte degli europei.<ref group="fonte">Citato in ''[https://www.ilsecoloxix.it/italia-mondo/esteri/2022/08/31/news/l-omaggio-di-draghi-a-gorbaciov-il-suo-desiderio-di-pace-e-quanto-mai-attuale-oggi-mosca-decide-sui-funerali-di-stato-1.41653295 ''Interfax: niente funerali di Stato per Gorbaciov. Ma il Cremlino frena: "Non abbiamo ancora deciso". Putin gli rende omaggio'']'', ''Ilsecoloxix.it'', 31 agosto 2022.</ref> *L'[[Unione Europea]] ha saputo realizzare – da quando, sessantacinque anni fa, con i [[Trattati di Roma]], ha preso le mosse questa straordinaria esperienza – un progetto credibile di stabilità, [[pace]], [[benessere]], promuovendo su basi solide, libere, più giuste, le rispettive società. La storia della Regione balcanica, anche quella più recente e tragica, ci aiuta a ricordare il senso più profondo del progetto europeo, quale fu concepito dai Padri Fondatori. Prima di essere un'importante realtà economica, l'Europa è infatti un progetto di pace e di riconciliazione fra i popoli, un progetto di condivisione delle rispettive sovranità nazionali per costruire qualcosa di più grande e più alto a beneficio dei cittadini.<ref group="fonte" name="Macedonia">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/70860 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all'Assemblea in occasione della Visita Ufficiale nella Repubblica della Macedonia del Nord]'', Skopje, 9 settembre 2022.</ref> *Il Presidente della Federazione Russa {{NDR|[[Vladimir Putin]]}} ha riportato l'[[incubo]] della [[guerra]] nel nostro Continente, proprio dove l'opera paziente e lungimirante dei Padri fondatori dell'Europa e il dialogo tra statisti di grande valore, era riuscita a sradicarlo. [[Invasione russa dell'Ucraina del 2022|Quanto sta avvenendo in Ucraina]] costituisce una minaccia ai valori fondanti della comunità internazionale e la risposta della famiglia euro-atlantica è stata all'altezza della sfida posta dall'avventura bellicista intrapresa da Mosca.<ref group="fonte" name="Macedonia"/> *È una responsabilità indifferibile degli Stati dell'[[Unione europea|Unione]] e delle Istituzioni comuni individuare delle soluzioni innovative idonee a garantire sicurezza e stabilità al nostro continente. È compito dell'Unione quello di definire una politica estera che funga da presidio alla nostra [[libertà]], una politica di difesa comune e spirito di coerenza di piena complementarietà con l'Alleanza atlantica e con la Nato, che sappia abbracciare ambiti sempre più vasti.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/72191 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al XVII Vertice dei Capi di Stato del "Gruppo Arraiolos"]'', La Valletta, 6 ottobre 2022.</ref> *Ogni nome di [[soldato]] caduto che leggiamo nelle lapidi dei nostri sacrari, accanto alle migliaia di sconosciuti, tutti rappresentati dalle spoglie del [[Milite ignoto]] all'Altare della Patria, racconta un frammento della nostra storia collettiva. Vite spezzate, sacrificate. Giovani che non hanno avuto il dono di vivere il [[futuro]] che avevano sognato. Genitori che li hanno pianti, mogli e figli che hanno atteso invano sposi e padri che non sarebbero mai tornati alle loro case. La nostra [[storia]], anche quella di oggi, è frutto anche di quel dolore. E ha valore proprio perché ne ha saputo fare memoria. Quei sacrifici non sono stati vani. Perché nella consapevolezza di quanto sia terribile la [[guerra]] si è radicato nel cuore della nostra Europa il dovere ineludibile della [[pace]].<ref name="forze" group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/72844 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Festa delle Forze Armate]'', Bari, 4 novembre 2022.</ref> *L'Europa unita è stata per settant'anni l'antidoto più forte a egoismi e nazionalismi.<ref name="forze" group="fonte"/> *I [[Relazioni bilaterali tra Italia e Svizzera|rapporti tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica italiana]] sono naturali, ampi e intensi. Ci uniscono la prossimità geografica, le connessioni tra le nostre popolazioni legate dalla catena delle [[Alpi]], le affinità e gli scambi che nei secoli hanno alimentato le nostre relazioni. Non da oggi i nostri concittadini, svizzeri e italiani, si sentono a casa nell'uno e nell'altro Paese. La Svizzera è stata per secoli terra di accoglienza per molti esuli. È avvenuto durante le lotte per il [[Risorgimento]] in Italia. È avvenuto negli anni bui del Novecento, quando hanno trovato qui rifugio esuli [[antifascisti]].<ref name="Svizzera" group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/74219 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell'incontro con i Consiglieri Federali in occasione della Visita di Stato nella Confederazione Svizzera]'', Berna, 29 novembre 2022.</ref> *Unione Europea e Confederazione {{NDR|[[svizzera]]}} sono partner necessari, affidabili, amici, interdipendenti, uniti da un destino comune dettato dall'appartenenza alla comune civiltà europea.<ref name="Svizzera" group="fonte"/> *Il 2022 è stato l'anno della folle [[Invasione russa dell'Ucraina del 2022|guerra scatenata dalla Federazione russa]]. La risposta dell'Italia, dell'Europa e dell'Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito e al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria [[libertà]] e i propri diritti.<ref name="Fine2022" group="fonte">Dal ''[https://www.quirinale.it/elementi/75699 Messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella]'', Palazzo del Quirinale, 31 dicembre 2022.</ref> *Si prova profonda tristezza per le tante vite umane perdute e perché, ogni giorno, vengono distrutte case, ospedali, scuole, teatri, trasformando città e paesi in un cumulo di rovine. Vengono bruciate, per armamenti, immani quantità di risorse finanziarie che, se destinate alla fame nel mondo, alla lotta alle malattie o alla [[povertà]], sarebbero di sollievo per l'umanità. Di questi ulteriori gravi danni, la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi. Pensiamoci: se l'aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili. Non ci rassegniamo a questo presente. Il futuro non può essere questo.<ref name="Fine2022" group="fonte"/> *Le differenze legate a fattori sociali, economici, organizzativi, sanitari tra i diversi territori del nostro Paese – tra Nord e Meridione, per le isole minori, per le zone interne – creano ingiustizie, feriscono il diritto all'[[uguaglianza]].<ref name="Fine2022" group="fonte"/> *Pensare di rigettare il cambiamento, di rinunciare alla modernità non è soltanto un errore: è anche un'illusione. Il cambiamento va guidato, l'innovazione va interpretata per migliorare la nostra condizione di vita, ma non può essere rimossa.<ref name="Fine2022" group="fonte"/> ===2023=== *L'Italia, tra i primi Paesi a riconoscere il [[Kosovo]], capisce bene quanto impegnativo possa essere il percorso di riconciliazione con la [[Serbia]]. Ma occorre accantonare la visione dell'altro come nemico e fare scelte coraggiose per creare un clima di [[fiducia]] e rispetto reciproci.<ref name="Kosovo" group="fonte">Citato in ''[https://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2023/01/23/mattarella-a-presidente-kosovo-pristina-belgrado-dialoghino_6f081c43-92d8-4de6-8c9d-6342f03e8d18.html Mattarella a presidente Kosovo, Pristina-Belgrado dialoghino]'', ''Ansa.it'', 23 gennaio 2023.</ref> *Il sistema di Auschwitz e dei campi ad esso collegati fu l'estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche, di istinti brutali, di pregiudizi, di dottrine perniciose, di gretti interessi, e persino di conformismi di moda.<br>Tossine letali – razzismo, nazionalismo aggressivo e guerrafondaio, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato – che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle università ai salotti, persino tra artisti e scienziati, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti.<ref group="fonte">Dall'''[https://www.quirinale.it/elementi/78921 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria]'', ''Quirinale.it'', Roma, Palazzo del Quirinale, 27 gennaio 2023.</ref> *La storia ci ha insegnato che la differenza è ricchezza, non una malapianta da estirpare. Che i muri e i reticolati generano diffidenza, paura, conflitti. Che il nazionalismo esasperato, fondato sulla repressione delle minoranze, sulle pretese di superiorità o di omogeneità etnica di lingua e cultura, produce inevitabilmente una spirale di violenza e di guerra. Che le ideologie basate sulla negazione dei diritti individuali, in nome della superiorità dello Stato o di un partito, lungi dal risolvere le controversie, opprimono i cittadini e sfociano in gravissime tragedie. Che la prepotenza e l'uso della forza non producono mai pace e benessere, ma generano violenza e gravi ingiustizie. La civiltà della convivenza, del dialogo, del diritto internazionale, della democrazia è l'unica alternativa alla guerra e alle epurazioni, come purtroppo ci insegnano – ancora oggi – le terribili vicende legate all'insensata e tragica invasione russa dell'Ucraina. Un tentativo inaccettabile di portare indietro le lancette della storia, cercando di tornare in tempi oscuri, contrassegnati dalla logica del dominio della forza.<ref group="fonte">Dall<nowiki>'</nowiki>''[https://www.quirinale.it/elementi/79127 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Celebrazione del "Giorno del Ricordo"]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 10 febbraio 2023.</ref> === 2024 === *Celebrare doverosamente i Giusti non deve far dimenticare i tanti, troppi ingiusti: i pavidi, i delatori per denaro, per invidia o per conformismo; i cacciatori di ebrei; gli assassini; gli ideologi del razzismo. Non c'è torto maggiore che si possa commettere nei confronti della memoria delle vittime che annegare in un calderone indistinto le responsabilità o compiere superficiali operazioni di negazione o di riduzione delle colpe, personali o collettive. Non si deve mai dimenticare che il nostro Paese, l'Italia, adottò durante il [[fascismo]] – in un clima di complessiva indifferenza –  le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla [[Repubblica Sociale Italiana|Repubblica di Salò]] collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei.<ref group="fonte">Dall'''[https://www.quirinale.it/elementi/106132 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria]'', Palazzo del Quirinale, 26 gennaio 2024.</ref> *{{NDR|Su [[Aleksej Naval'nyj]]}} La sua morte è la peggiore e più ingiusta conclusione di una vicenda umana e politica che ha scosso le coscienze dell'opinione pubblica mondiale. Per le sue idee e per il suo desiderio di libertà Navalnyj è stato condannato a una lunga detenzione in condizioni durissime. Un prezzo iniquo e inaccettabile, che riporta alla memoria i tempi più bui della storia. Tempi che speravamo di non dover più rivivere. Il suo coraggio resterà di richiamo per tutti. Esprimo alla famiglia di Aleksej Navalnyj il cordoglio e la vicinanza della Repubblica italiana.<ref group="fonte">Citato in ''[https://www.lastampa.it/esteri/2024/02/16/news/navalny_morto_reazioni-14076509/?ref=LSHA-BH-P1-S2-T1 Navalny, le ombre sulla morte]'', ''lastampa.it'', 16 febbraio 2024.</ref> *{{NDR|Sulla [[Costituzione della Repubblica Italiana]]}} È lo scrigno che contiene e tutela i nostri diritti e la nostra libertà. Per questo è importante conoscerla: per usufruire di questi diritti e di queste libertà.<ref group="fonte">Dall'incontro ''La Costituzione in Shorts'', Palazzo del Quirinale, 13 marzo 2024. Video disponibile su ''youtube.com'', min. [https://www.youtube.com/watch?v=LBBPlbugrik&t=601s 10:01].</ref> *A differenza dei loro nemici, imbevuti del culto macabro della morte e della guerra, i patrioti della [[Resistenza italiana|Resistenza]] fecero uso delle armi perché un giorno queste tacessero [...].<ref group="fonte">Dall'''[https://www.quirinale.it/elementi/110962 intervento alla cerimonia in occasione del 79º anniversario della Liberazione]'', Civitella in Val di Chiana, 25 aprile 2024.</ref> *Ho chiesto il leggio perché [...] le Istituzioni devono avere rispetto per la [[stampa]] e parlare in piedi.<ref group="fonte" name="agencies">Dall'''[Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con le agenzie di Stampa Europee (European Alliance of New Agencies - EANA)]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 03 ottobre 2024.</ref> *La [[libertà]] e il [[pluralismo]] dei [[media]] garantiscono il pieno dispiegarsi di alcuni dei [[diritto|diritti]] irrinunziabili per la [[democrazia]] e la misurazione della sua qualità: il diritto alla [[Libertà di parola|libertà di espressione]] e di [[Libertà d'informazione|informazione]]. L’informazione libera, indipendente, plurale è un diritto dei cittadini; è per tutti un dovere esigerla. È l’antidoto per contrastare fenomeni manipolativi.<ref group="fonte" name="agencies"/> *La sostenibilità delle [[editoria|imprese editoriali]] è essa stessa garanzia di [[libertà]] per realizzare il bene dell'[[Libertà d'informazione|informazione]]. Poter operare in un ambiente che consente pari opportunità di [[mercato]] e tutela adeguate contribuisce a questo obiettivo. Coloro che scommettono sul bene informazione e coloro che ogni giorno, con responsabilità, lo realizzano, sono attori che svolgono un servizio irrinunziabile alla comunità.<ref group="fonte" name="agencies"/> *Oggi gli scontri bellici in atto, a partire dall'[[Conflitto russo-ucraino|aggressione della Federazione Russa alla indipendenza dell'Ucraina]], si avvalgono di [[Guerra ibrida|armi ibride]] giocate sul terreno delle ''[[fake news]]'' dirette alle pubbliche opinioni dei Paesi democratici nel tentativo di [[manipolazione|manipolarle]]. È un sovrappiù di responsabilità per le [[agenzia di stampa|agenzie di stampa]] il compito di restituire [[verità]] contro le azioni di [[propaganda]] che cercano di adulterare i fatti, intossicando così le [[coscienza|coscienze]].<ref group="fonte" name="agencies"/> *Ogni anno [...] decine di [[giornalista|giornalisti]] perdono la vita per raccontare ciò che accade, e non soltanto nei teatri di guerra. È il prezzo più alto pagato al dovere verso la [[verità]] dei fatti.<ref group="fonte" name="agencies"/> *Assistiamo, al tempo stesso, a paradossi: mentre milioni di persone patiscono la [[fame]], altri milioni di persone soffrono [[obesità]] e sovra-alimentazione. Mentre in alcune regioni c’è un’impressionante penuria di [[cibo]] in altre si registrano diffusi quanto assurdi sprechi alimentari. In questo quadro fatto di ingiustizie e di pericolosi squilibri, che creano contrapposizioni e fratture, a volte utilizzate in modo strumentale da chi deliberatamente coltiva divisioni in seno alla Comunità internazionale, è sempre più urgente dotare le collettività più fragili di strumenti nuovi per garantire uno sviluppo sostenibile dei sistemi agricoli, alimentari e ambientali. Ovunque, [[acqua]] e suolo rappresentano beni comuni fondamentali da tutelare sempre meglio e da ricondurre con più forza all’interesse generale delle comunità. L’imperativo deve essere “produrre meglio, consumando meno”. E, certamente, l’innovazione, la ricerca e le nuove tecnologie possono oggi aiutare gli esseri umani a raggiungere questo fondamentale traguardo. È questo il difficile ma prezioso compito che la [[FAO]] da decenni sviluppa.<ref group="fonte">Dall'''[https://www.quirinale.it/elementi/122036 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro con il Direttore Generale della FAO, Qu Dongyu, accompagnato da una delegazione]'', Roma, Palazzo del Quirinale, 8 ottobre 2024.</ref> *Si usa dire che "''Milan la ga el cor an man''". Per chi – come me – non è milanese: che [[Milano]] ha il cuore in mano. Per voler esprimere, illustrare la capacità di integrazione progressiva su cui [[Milano]] ha basato anche il suo sviluppo: la [[laboriosità]] dell'[[immigrazione]] [[Veneto|veneta]], l'[[Esodo giuliano dalmata|esodo giuliano-dalmata]], l'ondata migratoria dal [[Meridione]]. Tutti hanno contribuito alla crescita e al [[progresso]] di Milano. In quello che era il triangolo [[industria|industriale]] tutte le [[città]] recano i segni della [[industrializzazione]] e della [[immigrazione]]. Ma non sono i manufatti, gli edifici a comporre una città. Sono le [[persone]].<ref group="fonte" name="Immigrati">Dall'''[https://www.quirinale.it/elementi/122060 Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’incontro dedicato al centro orientamento immigrati Franco Verga]]'', Milano, 14 ottobre 2024.</ref> *La [[Storia d'Italia|storia italiana]] è fatta di [[emigrazione]] e di [[immigrazione]].<ref group="fonte" name="Immigrati"/> *[[Piana degli Albanesi|Piana]] - capitale della cultura [[arbëreshë]] in Sicilia - ci fa sentire insieme a casa, membri di una stessa comunità: albanesi, italiani e italo-albanesi.<ref group="fonte" name="arbëreshë">Dall'''[https://www.quirinale.it/elementi/122239 Intervento del Presidente della Repubblica in occasione dell'incontro sulla storia e la cultura arbëreshë in Sicilia]'', Piana degli Albanesi, 18 ottobre 2024.</ref> *{{NDR|I popoli di [[Albania]] e [[Italia]]}} sono legati [...] da un rapporto di “[[fratellanza]]”, a cui contribuiscono fortemente le comunità [[arbëreshë]] presenti in Italia. Da oltre 500 anni, queste comunità mantengono, con grande determinazione, il patrimonio culturale della propria origine; e questa singolare condizione suscita sincera ammirazione. Di discendenza albanese, ma da lungo tempo italiani, gli arbëreshë hanno conservato con orgoglio le antiche tradizioni, i riti religiosi, la lingua stessa della terra materna.<ref group="fonte" name="arbëreshë"/> *Un marcato dinamismo culturale e intellettuale è da sempre un tratto distintivo del popolo [[arbëreshë]], che si è anche espresso, nel corso dei secoli, in un impegno civico di vasta portata. [[Francesco Crispi]] - Zef Krispi - partecipe della [[spedizione dei mille]] e in seguito più volte Presidente del Consiglio in Italia, si definiva “albanese di sangue e di cuore”.<ref group="fonte" name="arbëreshë"/> *Oggi, la capacità della comunità [[arbëreshë]] di preservare un così ricco patrimonio rappresenta un modello, parte di quella ricchezza - di diversità, linguistiche e culturali, presenti in Italia - tutelata dalla nostra Costituzione, proprio quale elemento essenziale di una Repubblica rispettosa delle molteplici identità che la costituiscono; tutelata anche dalla legge 482 del ’99, dedicata alle minoranze linguistiche storiche. Gli arbëreshë esprimono una storia di integrazione e di accoglienza che ha avuto pieno successo, un esempio di come [...] la mutua conoscenza e il rispetto reciproco siano fonte di arricchimento culturale e strumento di crescita per le realtà e i Paesi in cui vivono insieme le diverse comunità. Queste comunità arbëreshë rappresentano, inoltre, un ponte di amicizia con i popoli albanofoni sull’altra sponda dell’Adriatico.<ref group="fonte" name="arbëreshë"/> *In [[economia]], l'estrazione di risorse a beneficio di pochi, produce soltanto concentrazione di [[potere]], l'esatto contrario della [[democrazia]]. Ce lo hanno ricordato i tre premi Nobel per l’economia di quest’anno, [[Daron Acemoğlu|Acemoglu]], [[Simon Johnson (economista)|Johnson]], [[James A. Robinson|Robinson]]: soltanto i Paesi che orientano le loro istituzioni economiche e politiche all'inclusione – anche quella finanziaria – sono in grado di prosperare nel lungo periodo.<ref group="fonte">Dall'''[https://www.quirinale.it/elementi/122508Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia in occasione della 100^ Giornata Mondiale del Risparmio]'', Roma, 31 ottobre 2024.</ref> ==Citazioni su Sergio Mattarella== *Abbiamo pensato di proporre una persona la cui esperienza personale e istituzionale garantisca sette anni di autorevole guida al Colle. [...] La proposta che vogliamo formularvi è quella che riguarda Sergio Mattarella. ([[Matteo Renzi]]) *E comunque, se rinasco, voglio la pazienza di Mattarella. ([[Marianna Aprile]]) *È molto bello un uomo che si ricorda degli altri esseri umani. Quell'uomo, che avevo visto solo quando tirava fuori il corpo del fratello dalla macchina, adesso è Presidente della Repubblica. Avevamo fatto una decina di foto, io e Franco Zecchin. Oggi questa foto non è più la foto di allora, non è più mia, è entrata dentro la storia. Un Presidente della Repubblica che ha questo background non ci abbandona. Quello che non hanno fatto in precedenza gli altri, lo farà lui. ([[Letizia Battaglia]]) *È l'uomo più serio e composto che abbia mai visto. È così serio che in confronto [[Clint Eastwood]] sembra [[Stanlio & Ollio|Stanlio]]. (''[[Crozza nel Paese delle Meraviglie]]'') *Il silenzio di Mattarella di fronte allo scempio della Costituzione fatto da Renzie {{NDR|[[Matteo Renzi]]}}, mai eletto neppure in Parlamento che ieri notte si aggirava come un bullo in parlamento a provocare le opposizioni. Questo silenzio è inquietante, forse peggio dei moniti di [[Giorgio Napolitano|Napolitano]]. ([[Beppe Grillo]]) *In un momento in cui la politica è innanzitutto mediatica, nell'epoca della disintermediazione, una figura come quella di Mattarella viene facilmente bollata come grigia. È grigio davvero? Se il grigio è il colore dell'eleganza, certamente sì. Se invece è un modo per definire chi non è carne né pesce, certamente no. Perché Mattarella non è un peluche, e anche nel mare magnum del pentapartito ha sempre avuto chiaro da che parte stare: non è un caso che, se c'è un ostacolo alla sua elezione {{NDR|a presidente della Repubblica}}, è il fatto che [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]] si sia legato al dito le sue dimissioni da ministro della Pubblica Istruzione nel 1990, per protestare contro la legge Mammì. ([[Andrea Sarubbi]]) *Mattarella viene da una storia e da una cultura politica molto diverse dalla mia, ma gli ho sempre riconosciuto preparazione e autorevolezza, dignità e garbo istituzionale. E poi non posso dimenticare come il suo impegno politico nasca da un grande valore morale e civile, come risposta a un gravissimo atto di criminalità che lo ha colpito negli affetti più cari. La sua famiglia ha pagato un alto prezzo di sangue alla causa della democrazia, della legalità, della libertà. Da capo dello Stato si sta dimostrando, e non ne ho mai dubitato, all'altezza del ruolo. ([[Silvio Berlusconi]]) *Nel centrosinistra una delle persone più eminenti è il ministro Sergio Mattarella, un politico serio e preparato. Il motivo, però, della sua permanenza ai vertici non è tanto legato a queste qualità quanto alla affidabilità che egli riscuote all'interno della delegazione di appartenenza. Mattarella resterà, con molta probabilità, nella storia della Repubblica per aver inventato il «mattarellum», la legge elettorale che ha bloccato «sull'orlo del baratro» la spinta riformatrice che stava spazzando via il vecchio sistema di potere.<ref group="fonte">Da ''La politica delle tribù: tre anni di cronaca siciliana'', Rubbettino Editore, 2002, p. 19. ISBN 9788849803563.</ref> (Nino Alongi) *Qualcuno ha detto di Mattarella: in politica è tenacissimo e insistente, come la goccia che cade. ([[Giampaolo Pansa]]) *Sergio Mattarella è stato un uomo di partito, di corrente, di polemiche aspre. È stato l'uomo che all'indomani del ribaltone che defenestra [[Romano Prodi]] diventa il vicepresidente del Consiglio con [[Massimo D'Alema|D'Alema]]. ([[Claudio Martelli]]) ==Note== <references /> ===Fonti=== <references group="fonte" /> ==Voci correlate== *[[Bernardo Mattarella]] – padre *[[Piersanti Mattarella]] – fratello ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Presidenti della Repubblica Italiana}} {{DEFAULTSORT:Mattarella, Sergio}} [[Categoria:Giuristi italiani]] [[Categoria:Politici italiani]] k4etdn5mdnyybxf8pbe69z30a988s5y Utente:Mariomassone 2 110782 1349936 1349678 2024-11-03T09:39:07Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1349936 wikitext text/x-wiki ==[[Aleksej Naval'nyj]]== ==''Patriot''== ===Incipit=== In realtà, morire non è stato doloroso. Se non fossi stato sul punto di esalare il mio ultimo respiro, non mi sarei mai sdraiato sul pavimento accanto alla toilette dell'aereo. Come potete immaginare, non era esattamente pulito. ===Citazioni=== *La possibilità di candidarmi alle elezioni mi era preclusa da molto tempo. Lo Stato non riconosceva il partito politico che guidavo e ne aveva appena rifiutata la registrazione per la nona volta in otto anni. Per qualche strana ragione, succedeva sempre che non riuscissimo a «compilare correttamente i moduli» e, nelle rarissime occasioni in cui un nostro candidato entrava nelle liste elettorali, spuntavano i pretesti più fantasiosi per negargli l'eleggibilità. (p. 5) *In un paese autoritario, dove per oltre due decenni il regime si era dato la priorità di inculcare nell'elettorato l'idea che le persone sono impotenti e non possono cambiare le cose, convincere la gente a uscire di casa e andare a votare non è mai stato un compito facile. Era pur vero, però, che i redditi erano calati per sette anni di fila, quindi se anche solo un terzo dei cittadini stufi del regime si fosse convinto ad andare ai seggi, nessun candidato di Putin avrebbe avuto una chance. A questo punto, come indurre gli elettori a votare? Con la persuasione? Offrendo in cambio qualcosa? Noi scegliemmo di farli arrabbiare. Di farli arrabbiare sul serio. (p. 6) *Considerando la realtà della Russia, scartammo fin dall'inizio l'idea di un approccio giornalistico prudente, fatto degli infiniti giri di parole – presunto, possibile, cosiddetto – tanto amati dai consulenti legali. Chiamavamo le cose col loro nome: ladro, corruzione. Se qualcuno aveva una proprietà sontuosa, non ci limitavamo a menzionarne l'esistenza, ma effettuavamo riprese con i droni e la mostravamo al pubblico in tutta la sua magnificenza. Dopodiché ne scoprivamo il valore e lo raffrontavamo con il modesto reddito che il burocrate suo proprietario dichiarava. (p. 6) *Quello che facevamo era intrattenere e al contempo scatenare indignazione con immagini della vita condotta dagli «umili patrioti che governano la nostra terra», spiegando come funzionano i meccanismi della corruzione e incitando a intraprendere azioni pratiche per causare il massimo danno al sistema di Putin. Il materiale non mancava mai. (p. 7) *In genere parlo volentieri con la gente, ma non in aereo: troppo rumore di sottofondo e non gradisco molto avere qualcuno che, a venti centimetri da me per farsi sentire, urla: «Lei indaga sulla corruzione in Russia, giusto? Be', senta cosa mi è capitato».<br>La Russia è fondata sulla corruzione e a tutti è capitato qualcosa. (p. 12) *Provate a toccarvi il polso con un dito della mano opposta. Sentite qualcosa perché il vostro corpo rilascia acetilcolina e un segnale nervoso informa il vostro cervello di questa azione, che vedete con gli occhi e identificate con il senso del tatto. Adesso fate la stessa cosa con gli occhi chiusi: non vedete il dito, ma siete perfettamente in grado di stabilire quando toccate il polso e quando non lo fate. Questo perché, dopo che l'acetilcolina trasmette un segnale tra le cellule nervose, il vostro corpo secerne colineterasi, un enzima che arresta il segnale a lavoro terminato. Per farlo, «distruggere» l'acetilcolina «usata» e, con essa, ogni traccia del segnale inviato al cervello. In assenza di questo meccanismo, il cervello riceverebbe di continuo il messaggio del dito che tocca il polso, ripetuto milioni di volte. Sarebbe simile al cosiddetto DDoS, un Distributed Denial of Service (ovvero un attacco distribuito di negazione del servizio), ai danni di un sito web: clicca una volta e il sito si apre, clicca un milione di volte al secondo e il sito va in crash.<br>In caso di DDoS, puoi ricaricare il server o installarne uno più potente. Con gli esseri umani, però, non è così semplice. Bombardato da miliardi di falsi segnali, il cervello si disorienta, non è in grado di elaborare quanto succede e alla fine va in blocco. Dopo un po' di tempo, la persona smette di respirare, visto che anche questa è una funzione controllata dal cervello.<br>È così che agiscono le sostanze nervine. (pp. 14-15) *Quando la gente mi chiede com'è morire a causa di un'[[Armi chimiche|arma chimica]], faccio due associazioni mentali: i Dissennatori di ''Harry Potter'' e i Nazgûl del ''Signore degli Anelli''. Il bacio di un Dissennatore non fa male: la vittima sente solo la vita che la lascia. L'arma principale di un Nazgûl è la spaventosa capacità di farti perdere la volontà e la forza. Lì in quel corridoio, un Dissennatore mi bacia mentre un Nazgûl si mette al mio fianco. (pp. 15-16) *Se immaginate che uscire dal [[coma]] sia una faccenda più o meno istantanea, come vorrebbero farci credere i film, mi tocca deludervi. Sarei fin troppo lieto di affermare che un attimo prima stavo morendo a bordo di un aereo e un'attimo dopo ho aperto gli occhi scoprendo che mi trovavo all'ospedale e davanti a me c'era la mia amata moglie, o perlomeno una squadra di medici che mi scrutavano ansiosi. Non è andata così. Tornare alla vita normale ha comportato diverse settimane di visioni molto sgradevoli e persistenti. L'intero processo è assomigliato a un viaggio interminabile e altamente realistico all'inferno. Anzi, non mi sorprenderebbe se l'idea dei suoi gironi fosse venuta proprio a persone che sono state in coma e hanno visto ciò che ho visto io. C'è stata una sequenza ininterrotta di allucinazioni, in mezzo alle quali di tanto in tanto intravedevo un barlume di realtà. Con il passare del tempo, la realtà aumentava e le allucinazioni diminuivano. (p. 17) *Un giorno, quando ormai avevo una migliore connessione con la realtà e stavo addirittura cominciando pian piano a ricordare qualche parola d'inglese, chiesi all'infermiere un bicchier d'acqua. Lei disse che me l'avrebbe data solo se avessi scritto quella parola, e mi porse una penna. Ricordavo come si dice «acqua» in inglese, ma proprio non sapevo come scriverlo, per quanto mi sforzassi. Cominciai ad arrabbiarmi e chiesi di nuovo, con stizza, di darmi l'acqua. «Prova un'ultima volta a scriverlo» mi disse l'infermiera con fermezza. Io feci qualche scarabocchio sul foglio, andai su tutte le furie e in un attacco di collera scrissi la parola che di colpo mi era emersa dall'inconscio: ''fuck''. Con un sottile senso di vendetta, ma soprattutto orgoglio, porsi il foglio all'infermiera. Lei mi guardò con commiserazione. Avevo scritto ''fkuc''. (p. 20) *Yulia e Leonid provarono più volte a raccontarmi quello che mi era capitato. Per un po' ebbero sarso successo. Sembrava che stessero bussando a una porta chiusa dietro cui si celava il mio cervello, che però non rispondeva. Mi dissero dell'avvelenamento; di come mi ero sentito male sull'aereo; dell'ospedale di Omsk, pieno di agenti dell'FSB; di come per un sacco di tempo il regime non avesse accettato di trasferirmi; del viaggio in Germania... ma io mi limitavo a fissarli con lo sguardo vitreo. Mi raccontarono profusamente e nei dettagli che Putin aveva cercato di assassinarmi mentre ero in visita in Siberia; che laboratori indipendenti avevano confermato che ero stato avvelenato e, per giunta, con lo stesso agente chimico che i servizi segreti russi avevano usato per avvelenare [[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal'|Sergei Skripal' e sua figlia a Salisbury]]. Poi, quando per l'ennesima volta pronunciarono la parola «''[[novičok]]''», di colpo li guardai dritto negli occhi e dissi: «Ma che cazzo? È una tale idiozia!». (pp. 21-22) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per strada i soldati erano inguainati da capo a piedi in insolite tute bianche. Indossavano maschere antigas che li facevano assomigliare a una qualche strana specie animale. Io vengo da una famiglia di militari, e ovviamente a casa avevamo delle maschere antigas, ma la loro unica funzione era essere indossate dai figli degli amici dei miei che venivano a trovarci: si mettevano a correre per l'appartamento, fingendo di essere elefanti e strillando di gioia. Il gioco poteva durare due o tre minuti al massimo, perché sotto le maschere antigas si moriva di caldo. I soldati in strada non stavano giocando e non si divertivano affatto. Fermavano le automobili e le lasciavano procedere solo dopo aver esaminato le loro ruote con una speciale asta metallica: un comportamento piuttosto bizzarro. (p. 29) *Quando per l'ennesima volta mi sentivo chiedere se fossi ucraino o russo, mi sforzavo di non dare una risposta netta. Era come se mi avessero chiesto a chi volevo più bene, a mio padre o a mia madre, e per quella domanda non esisteva una risposta valida. (p. 31) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per il resto del mondo fu un enorme disastro nucleare. Per l'Unione Sovietica, uno dei fattori scatenanti del crollo di un paese già colpito dalla crisi economica del suo «socialismo pienamente sviluppato». Per il ramo ucraino della nostra famiglia fu un'immane tragedia che spazzò via la vita di un tempo. Per me rappresentò il primo evento, la prima lezione di vita, che ebbe un impatto formativo sul mio modo di vedere le cose. Le radiazioni potevano essere lontane, ma l'ipocrisia e le bugie inondarono la nazione intera. (p. 32) *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. (p. 33) *Ero solo un bambino, ma la domanda che più mi tormentava era perché le autorità stessero mentendo quando tutti attorno a me sapevano la verità. Quanto era patetico quel tentativo di ingannarci? Se devi mentire, dovresti almeno aspettarti di trarne qualche beneficio. Dici di essere malato e non sei costretto ad andare a scuola. Perlomeno ha un senso. Ma loro dove volevano andare a parare? [...] Se il disastro di Černobyl' non fosse mai avvenuto, probabilmente avrei sentito parlare meno di politica. Senza dubbio non mi avrebbe toccato così da vicino, e le mie opinioni politiche sarebbero state un po' diverse. Ma le cose andarono come andarono, e molti anni dopo, quando ero un uomo adulto, mentre guardavo in tivù l'appena nominato presidente ''ad interim'' della Russia, il quarantasettenne Vladimir Putin, lungi dal condividere l'entusiasmo per il nuovo, «energico leader» del paese, continuavo a pensare: «Questo mente in continuazione, proprio come succedeva quando ero bambino». (pp. 37-38) *{{NDR|Sulla ''[[dedovščina]]''}} Inutile dire che una pratica così idiota non migliorava affatto la disciplina, e in realtà il nonnismo non faceva che minare il rispetto per l'esercito. I soldati che tornavano a casa dopo due anni di servizio alla patria descrivevano in termini piuttosto scabrosi le violenze ai futuri coscritti. Le loro rivelazioni ricordavano da vicino quelle delle persone che escono dal carcere. Le madri ascoltavano inorridite, dopodiché non avevano il minimo desiderio di mandare i figli a fare la leva. Periodicamente, dopo che l'ennesimo giovane sfortunato, incapace di sopportare oltre i maltrattamenti, si era suicidato o aveva sparato ai suoi aguzzini, l'esercito lanciava l'ennesima campagna antinonnismo, che non serviva mai a niente. La pratica è istituzionalizzata e si può combattere solo cambiando l'istituzione, nello specifico creando un esercito in cui militari di professione, uomini e donne, ricevono uno stipendio per difendere il paese. Quello che non serve è un esercito che dipende da poveri scalognati prelevati dalle loro famiglie (nell'Unione Sovietica per due anni, oggi per uno) e costretti a passare il tempo in un'istituzione che costituisce una forma bislacca di scuola di sopravvivenza. (pp. 43-44) *Non sopporto la parola «mentalità», perché mi sembra un concetto del tutto artificiale, ma una cosa è indiscutibile: esiste un certo tipo di carattere nazionale russo, e la spacconeria nel resistere a privazioni che potrebbero tranquillamente essere evitate ne rappresenta un aspetto significativo. Sopportiamo condizioni atroci, critichiamo le autorità, ce ne lamentiamo, eppure al tempo stesso riusciamo a vantarci di essere in grado di sopravvivere a queste circostanze orribili, e lo consideriamo un notevole vantaggio competitivo in un confronto ipotetico tra nazioni. [...] Non serve essere grandi psicologi per capire che cosa c'è alla radice di questo: noi russi aneliamo a una vita normale, ben consapevoli che siamo stati noi stessi a inventare tutti i nostri problemi attuali. Proprio non riusciamo ad ammettere, però, di essere idioti, quindi cerchiamo qualcosa per cui andare fieri, mentre in realtà non c'è proprio niente di cui vantarsi. (pp. 44-45) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] (nelle basi militari si parlare di ''osobisty'', «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era ''defitsìt'' (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. (pp. 46-47) *Quando Sasha, mio cugino, venne a fare una gita a Mosca, fu portato, com'è ovvio, al Mausoleo di Lenin, una classica destinazione turistica per un bambino sovietico. Quando tornò in Ucraina, corse dalla nonna urlando esaltato: «Ho visto Lenin!». E lei rispose, secca: «Be', non gli hai sputato in faccia?». La parte ucraina della nostra famiglia si piegava in due dal ridere, ma io ero inorridito. [...] Mi ci volle qualche tempo per racimolare il coraggio di chiedere perché la mia amata nonna disprezzasse tanto «il migliore fra gli uomini». Risultò che il sentimento era radicato nella storia della sua famiglia. Lei era l'undicesima figlia, l'ultima, e l'unica femmina. La loro terra, con undici uomini che ci lavoravano da mattina a sera, era molto prospera. La loro casa era stata la prima in paese a sfoggiare un tetto di ferro, e avevano persino costruito un mulino, segno di inaudito benessere. Poi erano state introdotte le fattorie collettive. Pur essendo riuscita a evitare la deportazione in Siberia toccata a migliaia di altri kulaki (contadini ricchi), la famiglia della nonna fu espulsa dalla propria abitazione e costretta a trasferirsi nel fienile. Il tetto di ferro, che era stato l'invidia del paese intero, era stato portato in città, dove lo avevano venduto, per poi spendere i soldi, secondo la leggenda famigliare, «in alcol per il consiglio del paese». All'epoca quel particolare mi parve poco credibile, ma oggi non ho dubbi che fosse vero. (pp. 48-49) *La nostalgia per l'Unione Sovietica è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? (pp. 52-53) *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. (pp. 53-54) *Il maggiore problema di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]], che alla fine lo diventò anche per l'URSS, era l'incertezza delle azioni, sempre poco convinte. Voleva essere un riformatore, ma temeva le conseguenze di una vera riforma; annunciava grandi cambiamenti solo per cercare poi di evitarli; aprì uno spiraglio alla libertà, ma quando tutti vollero sfruttarlo, cercò di richiudere la porta in fretta e furia. Il fatto era che la gente voleva quella porta spalancata, non una fessura dalla quale sbirciare. (p. 59) *Gorbačëv, e in seguito la prima generazione di riformatori sotto Boris Eltsin, hanno subito la tragedia di essere costretti a introdurre riforme perché l'economia che avevano ereditato era stata distrutta dal regime comunista, solo per sentirsi poi accusare di averla distrutta loro. La pianificazione economica sovietica stava crollando: non circolavano merci a sufficienza e, a conferma che avevi il diritto di acquistare beni che scarseggiavano, vennero introdotte le tessere per le razioni da presentare nei negozi. [...] L'unico rimedio a quella situazione era una riforma politica ed economica, ma l'opinione pubblica scambiò la causa per l'effetto. La gente credeva che non fossero stati il PCUS, il Comitato statale per la pianificazione (Gosplan) e il KGB ad aver portato il paese al punto in cui ''perestrojka'' e riforme erano diventate necessarie per salvarlo, ma l'opposto. Si pensava infatti che le riforme avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero acuito le carenze, introdotto la necessità delle tessere e peggiorato la povertà. Il termine «riforma» era, e rimane ancora oggi, offensivo: «Sappiamo tutto delle vostre riforme. Ci ricordiamo delle tessere e di come siamo diventati tutti mendicanti!». Lo stesso destino che sarebbe toccato in seguito alle parole «democrazia», «economia di mercato» e «capitalismo». (pp. 61-62) *Più diventavo grande, meno tolleravo Gorbačëv, ma adesso lo vedo sotto una luce positiva, se non altro perché si è dimostrato del tutto incorruttibile. In questo era unico. Chiunque abbia avuto potere nel periodo di transizione dal socialismo al capitalismo ha cercato di accaparrarsi una fetta di torta il più grande possibile, e quasi tutti ci sono riusciti. [...] Quando Gorbačëv diede le dimissioni, non portò niente con sé, anche se aveva avuto enormi opportunità per diventare ricco. [...] L'opinione pubblica può pensare quanto vuole che non ne abbia avuto l'opportunità, ma resta il fatto che non ci provò nemmeno. A mio parere era semplicemente un diverso tipo di persona e non era avido. (pp. 63-64) *{{NDR|Sulla [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]]}} Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il teto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. (p. 67) *La [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra in Afghanistan]] incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan|Repubblica democratica dell'Afghanistan]]». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. (p. 68) *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. (pp. 68-69) *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una ''jihad'' islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla ''sharia''. [[Osama bin Laden]], al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. (pp. 70-71) *Si scoprì che essere poveri era più sopportabile quando lo erano tutti, ma era intollerabile se vedevi il tuo vicino molto più ricco di te. Si sente spesso parlare dell'invidia del popolo russo o sovietico verso i primi imprenditori, e per questo motivo gli anni Ottanta furono un periodo tanto odiato. Credo tuttavia che la causa fosse l'ineguaglianza delle opportunità. Se Gorbačëv avesse potuto rendere agevole per tutti diventare imprenditori, se lo avessero fatto milioni di persone e non qualche decina di migliaia tra i più intelligenti, o i più furbi, oppure tra coloro che godevano di una buona posizione, le cose sarebbero potute andare diversamente. E invece fondare una cooperativa, e in seguito un'azienda, era un calvario burocratico di stampo sovietico. Volendo avviare un'attività, dovevi pagare tangenti oppure avere i contatti giusti, o almeno possedere carisma da vendere. Tutto questo creò la durevole immagine dell'uomo d'affari scaltro e subdolo, diventato tale con mezzi meno che legali. (p. 76) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Nella nostra cittadina nessuno batteva ciglio alla vista dei carri armati. I visitatori amavano essere fotografati accanto al cartello «Attenzione, carri armati» che era un po' il nostro simbolo. Quel giorno, però, sembrava tutto diverso. Anzitutto, percorrevano la strada asfaltata, cosa che abitualmente non facevano perché l'avrebbero distrutta. Poi sembrava che stessero andando in guerra o fossero impegnati in un'operazione speciale di qualche tipo. La scena aveva un che di caotico. Ma l'aspetto più importante era che si stavano dirigendo verso Mosca. Felice di avere una scusa per non andare alla dacia, tornai a casa e accesi il televisore per capire cosa stesse succedendo. Stavano trasmettendo ''Il lago dei cigni'', e per qualsiasi sovietico questo significava che stava accadendo qualcosa di grave. Fin da piccolo avevo imparato che, se invece dei cartoni animati trasmettevano un concerto di musica classica, con ogni probabilità era morto un leader e sarebbe cominciato un diluvio di cordoglio pubblico. Questa volta, però, non era affatto chiaro chi fosse deceduto. (p. 77) *[...] venne letto alla radio un lunghissimo discorso al popolo sovietico. Era incredibilmente prolisso, con frasi che sembravano tratte da un editoriale della «Pravda» (e nel 1991 gli editoriali della «Pravda» erano sinonimo di cliché, idiozia e disonestà). Rammento solo che veniva condannato con forza il fiorire della «speculazione». Il monito non poteva essere più chiaro: la nosra futura vita di agi grazie a capitalismo ed economia di mercato era a rischio. Ricordo anche la frase: «Mai nella storia del paese la propaganda di sesso e violenza ha assunto simili proporzioni, mettendo in pericolo la vita e la salute delle generazioni future». Un attacco vero e proprio alle migliori conquiste della nostra epoca. Le immagini di donne nude non avevano fatto in tempo ad apparire su giornali e periodici, e queste persone le volevano bandire con il pretesto che erano una minaccia per la nostra salute. Per aggiungere il danno alla beffa, era una replica di quegli stessi programmi che anni prima avevano condannato la musica rock perché conteneva «una propaganda sfrenata di sesso e violenza». Era chiaro come gli autori della dichiarazione l'avessero scritta con il sottile intento di toccare le più profonde corde del cuore del popolo sovietico. Nell'ascoltare le parole che vietavano il sesso e il profitto, e parlavano della necessità di rifornire i villaggi di carburante e lubrificanti (altro argomento dei golpisti), i sovietici avrebbero picchiato i pugni sul tavolo dicendo: «Ehi, i compagni del Comitato di emergenza stanno facendo proprio la cosa giusta! Era ora di aiutare i contadini e bandire il sesso!». (p. 79) *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». (p. 85) *I nuovi leader saliti al potere in Russia – tra i quali Putin e tipi come lui erano di terza o quarta categoria – ignorarono il problema dei russi bloccati fuori dal paese. Si sarebbe potuto evitare un gran numero di conflitti, e si sarebbero salvate vite, se il governo dell'epoca avesse proposto anche solo un programma basilare per il rientro dei russi in uno qualsiasi dei territori ancora appartenenti a Mosca. Com'è ovvio, nessuno si sarebbe affrettato a tornare dai prosperi Stati baltici, e in quel caso sarebbero serviti approcci diversi. Eppure le domande confuse di chi viveva in Uzbekistan, Kirghizistan e in molte altre repubbliche – Qual è adesso il nostro posto? Che cosa dobbiamo fare? – avrebbero dovuto trovare risposta. È straordinario come, anche adesso che il probelam della «russofobia» e la violazione dei diritti dei russi sono diventati in pratica la massima priorità nell'agenda del Cremlino, tutto resti a livello di una demagogia spudorata e ipocrita dietro alla quale manca qualsiasi provvedimento costruttivo. [...] L'attuale regime preferisce parlare senza sosta di russi oppressi senza far nulla per aiutarli. (pp. 86-87) *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. (p. 89) *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. (p. 90) *[...] in URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» (pp. 102-103) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alexei Navalny, ''Patriot'', traduzione di Teresa Albanese, Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori, Milano, 2024, ISBN 978-88-04-75686-6. ==[[Alberto Pollera]]== Alberto Pollera (1873 – 1939), militare e antropologo italiano. ==''Lo Stato etiopico e la sua Chiesa''== ===Incipit=== Questo libro vede la luce assai tempo dopo che fu compilato: debbo perciò pregare il benevolo lettore di tener presente trattarsi dell'esame di ordinamenti e costumi di un popolo che si avvia rapidamente ad una importante evoluzione civile, la quale, cominciata tardi, si affretta a raggiungere con ritmo sempre più accelerato, miglioramenti e sviluppi che, fino a pochi anni fa, sembrava assurdo sperare. ===Citazioni=== *Gli Abissini identificarono più tardi la regina Macheddà con Azieb, [[regina di Saba]], dando con ciò un seguito apparentemente logico a questa tradizione. [...] la leggenda della regina di Saba non deve in Abissinia aver acquistato valore che in epoca molto posteriore, e verosimilmente quando, con S. Frumenzio e coi santi predicatori e gli Abuna suoi successori, provenienti da Bisanzio, da Alessandria e da Roma, la religione cristiana si diffuse in Etiopia, e ciò perché [...] questi apostoli della fede, avevano ben ragione di credere che l'accennata tradizione potesse giovare, come giovò, ai loro intenti. (pp. 8-9) *A noi può sembrare che il concetto etiopico della parentela dinastica colla Vergine sia un po' troppo esagerato ed estensivo, a motivo della enorme distanza di tempo e del gran numero di generazioni trascorse; ma la mentalità etiopica non valuta le cose al modo nostro, perché già nelle piccole questioni interne di stirpe, è abituata a riconoscere legami di consanguineità molto arretrati nel tempo, sul quale non ferma affatto la sua attenzione. (p. 15) *Per evitare l'obiezione che nella Bibbia non si fa affatto cenno del trafugamento delle Tavole, che anzi si dice andassero distrutte in Babilonia, i manoscritti etiopici, narrando con assai maggior copia di particolari la leggenda [...], aggiungono che, appena il gran sacerdote Sadok ed il re Salomone si accorsero della scomparsa di quelle, decisero di tener celata la immane sciagura al popolo, per modo che questo non seppe mai niente di ciò, e continuò a venerare quell'Arca, la quale non era, pur troppo, che un semplice simulacro della prima. (p. 23) *Il popolo etiopico, orgoglioso delle tradizioni [...] e convinto di esser divenuto per volontà di Dio il vero popolo eletto sulla terra, a cagione della discendenza salomonica di [[Menelik I]], in sostituzione del popolo ebreo, resosene indegno, è andato a ricercare nella Bibbia tutte le promesse fatte da Dio ad Abramo e a David, e ritiene che esse siano ancora in pieno vigore per il proprio paese. (p. 24) *Direi quasi che l'orgoglio in Abissinia è una malattia contagiosa, cronica, permanente, che non risparmia nemmeno i più miseri. Non deve quindi stupire se questo orgoglio si trova elevato a potenza molto elevata nei legittimi regnanti di quel paese, che fanno seguire il loro nome da iperbolici titoli. (pp. 25-26) *Ora, i regnanti di Etiopia, nelle ingenua ma ferma convinzione di occupare di diritto e di fatto il primo posto fra i regnanti di tutto il mondo, ogni volta che hanno avuto occasione di indirizzare messaggi a regnanti europei, lo hanno fatto appunto nel modo da essi usato verso i loro inferiori, ossia iniziando la lettera col proprio nome, anche quando facevano ciò per invocare importanti servigi da loro. (p. 26) *Si dice [...] che il [[Teodoro II d'Etiopia|Negus Teodoro]], ritenendo l'Inghilterra il paese più ragguardevole dopo il suo, rivolgesse alla regina Vittoria domanda di matrimonio, e che la mancata risposta fosse il movente che lo indusse a imprigionare, per atto di rappresaglia e di sfida, tutti gli europei che tovavansi presso di lui [...].<br>In quella tragica vigilia, ma troppo tardi, Teodoro comprese che la superiorità etiopica era ormai una leggenda fantastica; il che non ha tuttavia impedito alla massa di continuare a credervi. Umili e grandi ne sono ugualmente convinti, e se ciò costituisce una ingenuità, non si può negare che costituisca anche una forza per lo stato che tali credenze coltiva, con pieno consenso, fra i suoi sudditi. (p. 27) *[...] degli Abissini si può dire quello che è stato detto degli Ebrei, e cioè che, credendosi di una stirpe privilegiata, hanno sempre voluto isolarsi, e mantenersi distinti da tutte le altre nazioni.<br>Questa credenza ispirò ad essi il concetto della autoglorificazione, perché ritennero di essere veramente i solo veri figli di Dio, discendenti diretti della linea primogenita di Adamo, senza riflettere che la funzione del popolo eletto venne necessariamente a cessare colla venuta di Gesù Cristo, immolatosi per la intera umanità, e non per la fortuna di un popolo. (p. 31) *[...] in Etiopia è pacificamente ammesso e riconosciuto, che la madre ha diritto di attribuire con giuramento la paternità del figlio a chi essa ritiene ne sia l'autore, senza bisogno di altra indagine o prova concomitante.<br>L'unione poi, sia pure effimera, con una schiava, decisamente biasimata e derisa quando si tratta di altri, è invece susata trattandosi di signori e di principi, i quali pur non tenendo un harem, come i mussulmani, ne seguono la pratica poligama. L'importante è che la discendenza dei salomonidi e la loro tradizione continui. (pp. 37-38) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alberto Pollera, ''[https://dl.unito.it/it/ricerca/digitale/?id=mag:447 Lo Stato etiopico e la sua Chiesa]'', Roma, SEAI, 1926. ==Irridentismo russo== *L'idea secondo cui la Russia sarebbe a casa propria ovunque si parla russo [...] basterebbe, se fosse convalidata, a mettere l'Europa e il mondo a ferro e fuoco. Che succederebbe, se si ragionasse così, con i transilvani in Romania? Con i catalani in Francia? Con le tre comunità linguistiche di cui è composta la Svizzera? Con quella «minoranza vallona» di cui certi ideologi, a Mosca, già sostengono che sarebbe minacciata di «genocidio»? Con quella parte della California dove si parla spagnolo? Con la Gran Bretagna, che ha la lingua in comune con l'America? Il nazionalismo linguistico, sotto Putin non meno che all'epoca, nel 1938, dell'annessione dei tedeschi dei Sudeti al Terzo Reich, è un vaso di Pandora. [...] allora come si potrebbe impedire alla Lituania di rivendicare Smolensk? Alla Polonia di avanzare i suoi diritti su Leopoli? Alla Slovacchia di invadere l'oblast della Transcarpazia? Alla Moldavia di reclamare un pezzo di Transnistria? E perché la Russia, un Paese che, lo ripetiamo, non è mai stato uno Stato-nazione prima del 1991, avrebbe più titoli di altri da far valere sulle terre liberate dell'ex Unione Sovietica? ([[Bernard-Henri Lévy]]) ==Per Stepan Bandera== {{Int|Da ''[https://web.archive.org/web/20100426235947/http://www.stepanbandera.org/bandera_perspective_5.htm Ai principi della nostra politica di liberazione]''|Articolo pubblicato in ''Vizvolna Politika'', novembre-dicembre 1946; ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1.|h=4}} ===Citazioni su Stepan Bandera=== *L'estrema destra in Ucraina vede certamente Bandera come uno dei loro padri politici, ma l'estrema destra nel paese è molto debole, e la popolarità della figura di Bandera va molto al di là della destra. La ragione è che, sebbene Bandera fosse di estrema destra e – almeno per un periodo della sua vita – un fascista, in Ucraina oggi non è visto principalmente come tale. È considerato un combattente per l'indipendenza dell'Ucraina che morì per questo. Fu ucciso a Monaco di Baviera nel 1959 dal KGB – la stessa organizzazione nella quale si è formato Putin. Nel discorso pubblico la sua figura è quella di un liberatore, anche se naturalmente non avrebbe instaurato un regime liberale se fosse andato al potere. Del resto, i suoi rapporti con l'occupante tedesco durante la Seconda guerra mondiale erano stati conflittuali. Due dei suoi fratelli furono uccisi ad Auschwitz (apparentemente da compagni di prigionia). Un altro fratello morì durante l'occupazione tedesca in circostanze non chiare. Lo stesso Stepan Bandera è stato a lungo rinchiuso nel campo di concentramento di Sachsenhausen vicino a Berlino. Queste sono le cose che sono enfatizzate dalla memoria pubblica in Ucraina: una memoria selettiva, non una visione storica oggettiva. È un fenomeno che vediamo in molti Paesi, dove le pagine buie delle biografie degli eroi nazionali sono dimenticate o taciute. ([[Andreas Umland]]) *La Russia usa allegramente il culto ucraino di Bandera come prova che l'Ucraina è uno Stato nazista. Gli ucraini rispondono per lo più sbianchettando l'eredità di Bandera. È sempre più difficile per le persone concepire l'idea che qualcuno possa essere stato il nemico del tuo nemico e tuttavia non una forza benevola. Una vittima e anche un carnefice. O viceversa. ([[Maša Gessen]]) ==Bibliografia== *Степан Бандера, ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1. ==Per [[Vera Politkovskaja]]== '''Vera Aleksandrovna Politkovskaja''' (1980 – vivente), giornalista russa. {{Int|Da ''[https://video.repubblica.it/mondo/mia-mamma-anna-politkovskaja/13099/14374 "Mia mamma, Anna Politkovskaja"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Video.repubblica.it'', 4 ottobre 2007.}} *Lei riceveva sempre minacce. Noi vivevamo con questa continua pena, paura. Però lei proprio non ne voleva neanche parlare. Lei diceva: «Questo è il mio paese. Io sono nata qui, voglio vivere qui, voglio lavorare qui. Quale sarà il mio valore se io prendo, lascio tutto e me ne vado?». *Era mia madre. Io penso che, durante la sua vita, lei ha fatto molto bene per le persone e ha lasciato sicuramente la sua traccia. E quindi col suo contributo qualcosa di meglio c'è nel nostro paese. Però contemporaneamente devo dire sarebbe stato molto meglio che lei non se ne fosse occupato, che non avesse fatto nulla e che fosse viva. Per me, al diavolo tutto. Io avrei voluto mia madre. {{Int|Da ''[https://www.balcanicaucaso.org/aree/Cecenia/Intervista-a-Vera-Politkovskaja-86280 Intervista a Vera Politkovskaja]''|Intervista di Giorgio Comai, ''Balcanicaucaso.org'', 3 dicembre 2010.}} *Non augurerei a nessuno di leggere sulla propria madre il tipo di frasi ed opinioni riguardanti Anna Politkovskaja che mi è capitato di trovare. *Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l'altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell'omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l'assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l'ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini. *Abbiamo ricevuto molte dimostrazioni di sostegno da rappresentanze diplomatiche estere. Ricordo che ad esempio il console francese è venuto di persona al funerale e ci ha passato una lettera di condoglianze firmata personalmente dal capo dello Stato del suo Paese. Ma i diplomatici non vengono certo a dire a noi di cosa parlano nei loro incontri ufficiali con i vertici russi. {{Int|Da ''[https://www.lsdi.it/2011/vera-politkovskaja-in-russia-sempre-peggio-per-la-liberta-di-stampa/ Vera Politkovskaja, in Russia sempre peggio per la libertà di stampa]''|Intervista di Valentina Barbieri, ''Lsdi.it'', 17 maggio 2011.}} *Nel nostro paese la libertà di stampa è un problema grave. Ogni giornalista si trova di fronte ad un bivio: può scegliere la carriera e scrivere quello che gli dicono oppure può fare una scelta diversa, scrivere quello che trova giusto e occuparsi di quello che gli interessa. Le conseguenze sono diverse: nel primo caso guadagnerà un posto di prestigio (ovvero statale), nel secondo caso potrebbe finire male. *Per quanto riguarda il mio vissuto di giornalista, cerco di evitare qualsiasi confronto tra l’esperienza di mia mamma e la mia. Non ho la sua ricchezza professionale, trent’anni di attività, la sua grande esperienza. Lei lavorava a modo suo, in una maniera personale, io lavoro in un altro modo, il mio. *Quando ti riferisci a qualcuno, inizi inevitabilmente a copiare, mentre nel giornalismo è più importante lavorare sul proprio stile. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/vera_politkovskaja_un_delitto_dimostrativo_come_quello_di_mia_madre_proveranno_a_insabbiare-108637090/ "Un delitto dimostrativo come quello di mia madre. Proveranno a insabbiare"]''|Intervista di Aleksej Tekhnenko, ''Repubblica.it'', 3 marzo 2015.}} *Quello di [[Boris Nemcov|Nemtsov]] è un omicidio politico, dimostrativo, arrogante. Come quello che ha distrutto la nostra famiglia. [...] Riconosco uno stile che mi preoccupa. Vaghezza, contraddizioni e troppe ipotesi che fanno solo confusione. Come allora. *A me basta la certezza che sia un omicidio politico. Chiunque abbia ucciso lo ha fatto per mettere a tacere una voce scomoda. È sempre la stessa storia. *Bisogna restare all'erta. Contrastare ogni voce falsa, chiedere giustizia sempre, instancabilmente. E mi auguro che gli amici e i compagni di movimento di Nemtsov riescano a tenere alta l'attenzione sui media. Lo so per esperienza, non è facile. Tutto si dimentica. {{Int|Da ''[https://www.la7.it/piazzapulita/video/parla-vera-la-figlia-di-anna-politkovskaja-i-russi-non-sono-abituati-a-pensare-05-05-2022-437048 «I russi non sono abituati a pensare»]''|Intervista di Sara Giudice, ''La7.it'', 5 maggio 2022.}} {{Int|Da ''[https://tg24.sky.it/mondo/2022/10/14/vera-politkovskaja-live-in-firenze-2022 "Putin indifferente a reazione Europa su Ucraina"]''|''Tg24.sky.it'', 14 ottobre 2022.}} {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2023/02/21/video/massimo_giannini_intervista_vera_politkovskaja_anna_mia_madre-12655173/ "Anna, mia madre"]''|Intervista di Massimo Giannini, ''Lastampa.it'', 21 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2023/02/putin--un-dittatore-mia-madre-ora-sarebbe-in-ucraina-dalla-parte-delle-vittime-eb0c8871-076d-482a-b394-86db8efd34c9.html "Putin è un dittatore, mia madre ora sarebbe in Ucraina dalla parte delle vittime"]''|''Rainews.it'', 22 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2023/05/20/vera-politkovskaja-un-libro-per-ricordare-la-madre-anna-politkovskaja/ Vera Politkovskaja: «In Russia la misoginia fa parte dei valori tradizionali»]''|''Iodonna.it'', 20 maggio 2023.}} *Se parliamo di questo momento storico, noto molti cambiamenti, ma in negativo. Non vedo segnali di miglioramento della situazione o di un prossimo futuro in cui la Russia sarà finalmente “un Paese felice”. La Russia precipita sempre di più in una realtà oscura e imprevedibile. Per uscirne impiegherà diversi decenni. *Oggi i diritti dell’uomo, così come sono intesi in Occidente, non esistono. Non solo, ma negli ultimi tempi politici e personaggi pubblici insistono nel criticare l’introduzione di queste concezioni in Russia, o a distorcerne il significato. Adesso ai diritti della persona vengono contrapposti i non del tutto chiari “valori tradizionali”. Risultato: l’attività di alcune persone sui social porta a procedimenti penali, il movimento Lgbt è di fatto vietato, tutti i media dell’opposizione sono stati bloccati in rete o chiusi. La Russia si è ritirata dalla convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Se si scava, poi, un po’ più a fondo, si scopre che non c’è più nemmeno lo spazio per tentare di difendere i diritti umani. *[...] in Russia la misoginia è un sentimento abbastanza diffuso e per qualche russo è addirittura parte di quei valori tradizionali cui accennavo prima. Però, a essere sinceri, in molti Paesi questo sentimento è comune almeno quanto in Russia, e in alcuni anche di più. Se poi contestualizziamo il tutto da un punto di vista storico, non è passato molto tempo da quando le donne hanno ottenuto almeno il diritto di voto. E ora, come allora, la parte femminile del mondo deve ancora lottare per ottenere le stesse possibilità degli uomini. Per questo continuare a conquistare i propri diritti è il compito più importante per tutte le donne del pianeta. {{Int|Da ''[https://www.r/robinson/2023/10/23/news/vera_politkovskaja_la_mia_russia_ora_e_mordor-418550449/ Vera Politkovskaja: “La mia Russia ora è Mordor”]''|''Repubblica.it'', 23 ottobre 2023.}} *Riconosco senza problemi che una parte della responsabilità per quello che accade è mia, in quanto cittadina proveniente dalla Russia, e i cittadini dell’Ucraina, finché la guerra non finirà, hanno tutto il diritto di accusare i cittadini della Federazione russa per quanto si sta verificando. Ma questo diritto è solo loro. *Come è possibile che l’odio verso i russi in tanti Paesi del mondo, specie in Europa, faccia ormai parte della normalità? La prima cosa che colpisce è la reazione serafica della comunità europea che vede in questo odio un dato di fatto, un normale stato delle cose. Va detto che anche l’invasione dell’Ucraina è un dato di fatto, ormai scontato, per molti russi. Qual è dunque la differenza tra comunità europea così civile e quella russa, che negli ultimi diciotto mesi è stata costantemente tacciata di non ribellarsi a sufficienza contro le autorità? Dove sono finiti tutti quelli a cui stridono i denti a forza di intestarsi la causa animalista, quella della comunità LGBTQIA+ o quella degli afroamericani? Siete tutti concordi nel dire che siamo tutti uguali ma prendersela con una persona solo perché possiede il passaporto russo vi sta bene? *La maggioranza degli stati che non accoglie più i russi e ha anche interrotto l’emissione di visti di transito è rappresentata da Paesi al confine con la Russia. Ovvero proprio quei Paesi in cui si sono rifugiati i miei concittadini in fuga dagli orrori del regime di Putin. L’hanno fatto in pena per il futuro e l’incolumità delle proprie famiglie, temendo di essere esposti a azioni persecutorie politiche, che oggi in Russia equivalgono a quelle penali. *Tra i Paesi che non concedono visti ai russi figurano la Polonia, la Finlandia, la Repubblica ceca, la Lettonia e tanti altri. Oltre a questo divieto, di recente i politici di tutti i Paesi europei che spartiscono la frontiera con la Russia hanno bloccato l’ingresso nei paesi membri dell’Unione Europea alle automobili immatricolate nel mio Paese. L’argomentazione utilizzata per giustificare la misura rimanda a una delle regole del regime sanzionatorio introdotto dopo lo scoppio della guerra: ora le automobili russe sono considerate merce d’importazione e quindi vietata. *«Russi, dovete soffrire! Ovunque siate, alla fine siete voi che avete invaso! Se non vi va bene ritornatevene a casa vostra e rovesciate Putin! Non avrete diritti finché ci sarà la guerra!». Ogni qual volta sento pronunciare queste frasi da parte degli ucraini, la mia mente va col pensiero alle loro città dove tutti i giorni cadono i missili russi. Mi sento capace di capirli e perdonarli ogni volta, perché mi mostrano un odio viscerale, ma per «una giusta causa». Tuttavia non posso non notare i parallelismi con la retorica del Cremlino: potete “invitare” i russi a tornare casa per rovesciare Putin quanto volete, ma rimane il fatto che ora tutti i critici del regime in vigore a Mosca si trovano o sotto terra, o in prigione o all’estero. Non dimentichiamo che è da diciotto mesi che lo stesso esercito ucraino non riesce a sconfiggere il regime putiniano, al netto di tutti gli aiuti provenienti dal mondo civile. *La guerra in Ucraina è il frutto di una politica pluriennale del Cremlino, smascherata sovente da chi ora non c’è più, è dietro le sbarre oppure se n’è andato. Al contempo è anche il fallimento totale della diplomazia non solo di Kiev e Mosca, ma anche di quella europea e americana. A pensarci bene, i responsabili delle ostilità in Ucraina al massimo sono i vertici del potere russo e i politici occidentali. Ora Putin potrà troneggiare legalmente fino al 2036. Il presidente di un paese immenso ha sistematicamente violato le leggi, anche quelle internazionali, ma in tutto il mondo civile hanno continuato a stringergli la mano. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/19/news/politkovskaja_morte_navalny_putin-422158715/ Putin temeva Navalny più di ogni altro e si è sbarazzato di lui come di mia madre Anna Politkovksaja]''|''Repubblica.it'', 19 febbraio 2024.}} *Per i politici europei e americani, l’omicidio di Navalny è solo l’ennesimo pretesto per prendere la parola e ancora una volta “dare uno schiaffo” alla Russia di Putin. *L’oppositore russo è stato in qualche modo il prigioniero personale di Vladimir Putin che lo temeva talmente da non osare pronunciare il suo nome ad alta voce, offrendo così il fianco ai giornalisti che glielo hanno fatto notare a più riprese. Navalny, dal canto suo, trovandosi già dietro le sbarre, non ha mai avuto paura a definire il capo di stato russo un omicida, un farabutto e un ladro. Con il sorriso sarcastico sul suo volto, in più di un’occasione ha schernito il presidente russo e tutto il sistema da lui costruito. Le numerose cause penali intentate ai suoi danni non facevano altro che dargli il pretesto per farsi una risata. *[...] le persone che si sono occupate di eliminare Navalny sono ufficialmente “a servizio dello stato” nei tribunali, nelle procure, nelle carceri e nelle case circondariali. Si tratta di persone che non per forza occupano posizioni di rilievo. Ma tutte loro, in un modo o nell’altro, sono complici e, qualora il caso relativo all’omicidio di Navalny dovesse arrivare in tribunale, sul banco degli imputati ci sarebbero decine di persone. *[...] le cose si svolgeranno come si erano svolte fino all’esecuzione di Navalny. Con l’aiuto delle forze dell’ordine, degli arresti e dei processi, metteranno il bavaglio a tutti quelli che oseranno pronunciare la verità sulla fine dell’oppositore. I politici occidentali si indigneranno ancora un po’, esprimeranno il loro orrore rispetto a quanto accade in Russia, salvo poi tornare subito a occuparsi delle loro vicende quotidiane. Succederà così perché non possono fare nulla, non hanno mai avuto e non hanno neanche ora delle reali possibilità per fare leva sulla situazione in modo da cambiarla. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/venerdi/2024/03/08/news/vera_politkovskaja_il_futuro_della_russia_sara_scritto_dalle_donne-422277423/ Vera PolitkovskaJa: “Il futuro della Russia sarà scritto dalle donne”]''|''Repubblica.it'', 8 marzo 2024.}} *Mentre in tutto il mondo civilizzato il ruolo della donna nella società cresce, in Russia si susseguono prese di posizione che non fanno che danneggiarla. Non mi riferisco solo al divieto di abortire, già in vigore nelle strutture sanitarie private del Paese, ma anche agli appelli dei politici che chiedono di limitare l’accesso delle donne all’istruzione secondaria, in modo che non vengano distolte da quella che secondo lo Stato (e secondo una parte dei russi) è la loro funzione principale: fare figli. *In generale l’impressione è che – sempre nella visione statale – le donne russe, ancor più dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, siano destinate a ricoprire esclusivamente il ruolo di macchine per la riproduzione della popolazione. *Ad abbandonare la Russia sono state proprio quelle persone che avrebbero potuto influire sul futuro in maniera positiva. Neanche dall’estero riescono a far sentire la loro voce: la macchina della propaganda ha fatto presto a bollare come "traditore della patria” chi è andato via. Con il risultato che chiunque dall’estero osi criticare pubblicamente la situazione in Russia viene sommerso da una montagna di fango e screditato in tutti i modi possibili, compreso ritrovarsi oggetto di azioni civili e penali. Lo scopo è anche quello di rendere difficile il rientro in patria di queste persone. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} La denigrazione del nemico con ogni mezzo è pratica diffusa in Russia: se poi il nemico è una donna che ha osato mostrare al mondo un’immagine che non è solo quella della vedova inconsolabile e in preda al dolore, i denigratori sono capaci di tutto. La misoginia trova terreno fertile nella nostra società. *Nell’immaginario collettivo russo il campo d’azione legittimo della donna continua a essere quello della cucina e delle stanze da letto dei figli. Anche per quelle che riescono a uscire da questo schema la vita non è semplice: il divario salariale a parità di professione e di ore di lavoro, nel migliore dei casi, è del 30 per cento. Gli uomini non hanno nessun problema a cercare di ostacolare la carriera delle loro colleghe. *[...] nel Caucaso, e in particolare in Cecenia, la situazione per le donne è orribile. Qui, come all’epoca dei barbari, sono soggette a mutilazioni genitali e rischiano di venire uccise in nome dell’onore della famiglia. *Il 40 per cento circa dei russi è convinto che se un uomo mantiene una donna può vietarle di uscire di casa, incontrare gli amici e i parenti, lavorare o utilizzare le carte di credito senza il suo consenso. Certo, non tutti gli uomini russi la pensano così. Ma se ci riferiamo al cosiddetto “Paese profondo”, allora diciamo che questa visione della donna è molto diffusa. *Mi piace pensare che sia possibile, ma servirebbero sforzi giganteschi e un leader, o una leader, capace di unire moltissime persone che la pensano in maniera diversa sulla guerra e sull’operato di Putin. Yulia Navalnaya ha tutte le carte in regola per diventarla. Ha tutto quello che le serve, salvo il marito. *Credo che Yulia sia assolutamente in grado di unire tutte le forze di opposizione russe al di fuori del Paese. Ma l’apparato repressivo all’interno del Paese è talmente potente che riuscire a coinvolgere chi vive in Russia sarebbe ben altra impresa. Questo è un dato di fatto, e non può essere ignorato. *Le donne russe sono forti per natura e temprate dalle circostanze. Di “principesse sul pisello” io ne conosco poche. La mia speranza è che sulla scena politica emergano donne che sappiano guardare la realtà come la vede Yulia Navalnaya. Penso che solo loro potrebbero diventare la forza motrice che potrà far uscire la Russia dalle tenebre in cui si è impantanata. ==''Una madre''== ===Incipit=== Mia madre è sempre stata una persona scomoda, non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune che sfoglia un giornale e ne legge gli articoli. Purtroppo la maggioranza della popolazione russa crede a quello che le viene detto dagli schermi dei canali di Stato: un mondo virtuale creato dalla propaganda, dove, nel complesso, tutto va bene. E i problemi, che periodicamente vengono segnalati all’opinione pubblica, hanno origine nei Paesi occidentali o, come si dice in Russia con un sorrisetto, «nell’Occidente in decomposizione». ===Citazioni=== *I [[Dittatura|dittatori]] hanno bisogno di offrire sacrifici umani per consolidare il loro potere. (p. 10) *In Russia tutti si sono dimenticati in fretta di Anna Politkovskaja, soprattutto la gente che conta, perché mantenere la memoria di persone come mia madre è pericoloso. È molto più comodo perderne le tracce e dimenticare la sua verità. (p. 10) *In Occidente il nome Politkovskaja è fonte di orgoglio. A mia madre intitolano piazze e vie, la sua attività giornalistica viene studiata nelle università, i suoi libri si vendono in tutto il mondo. In Russia quel nome è avvolto dal silenzio. (p. 10) *Dopo il 24 febbraio 2022 il nostro cognome è tornato ad avere un peso, a essere oggetto di minacce, ancora di morte, questa volta contro mia figlia, che è solo un’adolescente. Da quando a scuola hanno iniziato a parlare del conflitto in Ucraina, i compagni si sono scagliati contro di lei. Pesantemente. Così abbiamo scelto l’esilio volontario, la fuga in un altro Paese. (p. 10) *Anna Politkovskaja si formò come giornalista proprio nel periodo della [[perestrojka]]. Ne ha incarnato perfettamente lo spirito, il desiderio di cambiamento: sognava una democrazia compiuta, e sognava di fare il suo mestiere in un Paese libero, come dovrebbe essere, come non è quasi mai, nel mondo. (p. 16) *Nella vita di tutti i giorni mia madre era una persona difficile. La gestione familiare, il desiderio di avere il meglio per noi, oltre alla sua acuta percezione di tutto ciò che accadeva intorno, prosciugavano le sue forze. A ripensarci ora, credo che la responsabilità di una famiglia le sia caduta addosso troppo presto. (p. 25) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Di quei momenti, dopo il ritorno a Mosca, ricordo questa scena in particolare: mia madre che piange seduta su una panchina nel cortile di casa. Ignara del motivo, pensavo fosse preoccupata per papà, che non era ancora tornato dalla Casa Bianca. Invece poi ho scoperto che quel giorno tre giovani manifestanti che si opponevano ai golpisti erano morti, schiacciati dalle ruote di un veicolo da combattimento della fanteria proprio nel centro di Mosca. Alla notizia, mamma non era riuscita a trattenere le lacrime. L'episodio fu per lei un chiaro esempio di come troppo spesso siano le persone comuni a subire le conseguenze di avvenimenti storici di portata epocale, anche pagando con la vita: un tema che percorre come una linea rossa tuta la sua carriera professionale. (p. 32) *In cabina di regia scherzavamo sul fatto che, per qualche motivo a noi sconosciuto, gli opinionisti filogovernativi risultavano sempre un po' retrogradi, dei sempliciotti, con il loro eloquio clericale, noioso e poco interessante, mentre gli avversari dimostravano grande acume, profonda conoscenza dell'argomento oggetto della discussione, e avevano un atteggiamento propositivo e idee concrete per trovare una soluzione al problema. Gli oppositori non pensavano solo a farsi belli di fronte alle telecamere, e lo spettatore era in grado di capire benissimo come stavano le cose. (p. 46) *Molti in Occidente non capiscono perché i russi accettino così docilmente tutto ciò che fanno le autorità. I cittadini non protestano, non scendono in piazza. Oltre al fatto che la maggior parte della popolazione è impegnata a sopravvivere in condizioni di povertà, le sanzioni per la partecipazione a picchetti o manifestazioni sono diventate così elevate che pochi osano esporsi. Se in Europa, al termine di una «protesta» pacifica, ciascuno può rientrare tranquillo a casa propria, in Russia la maggioranza dei manifestanti finisce in una stazione di polizia. E non è scontato che se la cavi con una «semplice» (comunque alta) sanzione amministrativa, anziché con quindici giorni di cella. Anzi, spesso rischia un processo penale. (p. 53) *Chi può, in Russia, evita il servizio militare come la peste, perché sa che nelle caserme potrebbe accadere di tutto, ammesso di sopravvivere al nonnismo incontrollato. È risaputo, inoltre, che in tempo di pace i soldati vengono spediti in zone impervie affinché diventino «veri uomini», imparando a cavarsela con misere razioni alimentari e attrezzature poco idonee. Il podersoso ammodernamento delle forze armate, per il quale è stato speso l'equivalente di milardi di euro, è in buona parte avvenuto solo formalmente e non si capisce dove siano finiti quei soldi. (p. 63) *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Secondo le stime dell'intelligence ucraina, in migliaia si sarebbero dati alla fuga dalla prima linea e in alcune unità si è arrivati al 60-70 per cento di disertori. I dissidenti russi si mantengono più cauti, calcolando gli abbandoni in circa un miglaio. Il Cremlino, proprio come sul numero dei morti, tace. (p. 66) *I familiari dei caduti raccontano che spesso apprendono della scomparsa dei congiunti dai commilitoni o dai canali Telegram ucraini. Oppure capiscono che è successo qualcosa di irreparabile quando il loro congiunto smette di chiamare a casa. I russi, al contrario, tendono a lasciare sul campo i corpi dei comilitoni russi. (p. 66) *Un'intera generazione di giovani pagherà un prezzo altissimo, come è già avvenuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, del conflitto in Afghanistan e della Cecenia. E il prezzo non è solo la morte. Tra i fortunati che torneranno da questa guerra, le conseguenze psicologiche saranno incalcolabili, per non parlare dell'enorme quantità di invalidi che non sapranno di cosa vivere. (p. 69) *Io sono una cittadina russa, ma sono disgustata dal cieco nazionalismo e dallo pseudopatriottismo che stanno montando nel mio Paese. Quando un Paese aggredisce, chi subisce e soffre deve difendersi. Credo sia giusto che l'Occidente stia aiutando attivamente l'Ucraina a difendersi. Se così non fosse stato, la guerra sarebbe già finita. E penso che lo stesso Cremlino avesse scommesso sulla mancanza di sosteno da parte occidentale, quando ha cominciato l'aggressione. Quello che dico può apparire una contraddizione, per me che sono una pacifista convinta. Odio la guerra e le conseguenze che porta con sé. Ma si tratta di una contraddizione inevitabile. Voglio vedere la Russia come un Paese prospero, libero e sviluppato, non incosciente, povero e militarizzato. (p. 70) *La diffusione di informazioni da canali non ufficiali inizialmente comportava una multa, quindi la sospensione dell'attività, infine il ritiro della licenza per trasmettere, radio o televisione che fosse, o per stampare e vendere il giornale. Nel corso del primo mese di guerra, in Russia sono state varate alcune leggi che introducevano la responsabilità amministrativa e penale per la diffusione di «fake news» riguardanti le azioni dell'esercito russo, con una pena prevista fino a quindici anni di carcere. Ciò ha permesso di arrestare diverse persone che avevano criticato l'operato dei militari russi in Ucraina sui social o sui propri blog. (p. 76) *A tutte le difficoltà oggettive connesse con l'inizio della guerra se n'è aggiunta una ulteriore, che riguarda solo mia figlia: inconsapevolmente si è ritrovata anche lei sulla linea del fuoco. Lei si chiama come la nonna, Anna Politkovskaja, e per questo a scuola è stata subito oggetto di atti di violenza e di bullismo. A dire la verità, era già accaduto in passato. Quando Anna visitava una nuova palestra per un corso di ginnastica, le veniva spesso ricordato dai suoi coetanei, ovviamente in forma offensiva, da quale famiglia provenisse. Dopo il 24 febbraio 2022, però, la mancanza di rispetto si è trasformata in minaccia. (pp. 77-78) *Quando mamma era via, in pratica non avevamo alcun contatto con lei, perché non esistevano linee telefoniche adeguate. Eppure non sono mai rimasta a casa ad aspettare che tornasse. Del resto, lei non l'avrebbe mai voluto. Mia madre era una donna estremamente indipendente e con questo spirito ha cresciuto anche noi. Ancora adesso, quando ripenso a lei, la vedo seduta alla scrivania con la testa china sul computer a scrivere una «nota». Così le piaceva chiamare i suoi testi: non notizie, articoli, materiali, ma note. E mentre ci si dedicava era assente, anche quando era presente fisicamente. (pp. 89-90) *Mia madre non accettava mai compensi da parte delle persone che aiutava: era una questione di principio. (p. 95) *Lei cercava comprensione, ma riceveva sostegno solo dai colleghi della redazione del suo giornale e da pochissime altre redazioni di mezzi di informazione alternativi. E, ovviamente, dalle tante persone che aiutava. Perché solo questo contava per lei: fare il proprio lavoro, raccontare quello che vedeva, dare asilo a quanti non sapevano dove altro andare. Le loro storie non coincidevano con la versione ufficiale dei vari uffici competenti legati al Cremlino. (p. 105) *Questo era il suo modello di giornalismo. Raccontare i fatti, scrivere senza tener conto delle gerarchie. Un concetto forse banale per chi vive in una democrazia, ma in Russia era pura follia: significava dare per sontata la libertà e sfidare il sistema irritando tutti, compresi i colleghi che avrebbero dovuto farsi carico della stessa responsabilità, raccontando a loro volta la verità. Invece mia madre era sola, profondamente sola. (p. 106) *Scrivere la verità serve, anche se nessuno la vuole ascoltare. E serve anche fare il proprio lavoro bene, sempre. Mettere in discussione questo significherebbe riconoscere che il suo sacrificio è stato inutile. (p. 107) *Lei era profondamente convinta che, nel momento in cui si assiste a un'ingiustizia, si è costreti a intervenire. Se invece non la riconosci, o non ci credi, allora non ti senti coinvolto, anche se in fondo sospetti che un'ingiustizia esista. (p. 108) *{{NDR|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]]}} I terroristi avevano già ucciso diverse persone. Doveva avanzare con cautela, seguendo un certo percorso all'interno dell'edificio, e un passo sbagliato a sinistra o a destra poteva portare all'irreparabile. «Lì dentro ricordo di aver calpestato vetri rotti mescolati a qualcosa che sembrava sangue», c'erano vetri ovunque mi disse. «Una sensazione impossibile da dimenticare». (p. 117) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Dopo alcuni articoli si cominciò a dire che mia madre stava speculando sui morti, che «ballava sulle loro ossa» per fare carriera. Come spesso accade in Russia, parlare o scrivere di questa vile operazione, a seguito della quale morirono centotrenta persone, invece di essere liberate, significa mettere in discussione il lavoro delle forze speciali e le decisioni della leadership. Per questo, proprio perché la cosa era andata male ed erano morte molte persone, le dicevano di lasciar perdere. (p. 120) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Mi sarei potuta trovare anche io in quel teatro. Tra gli ostaggi, le vittime o tra quanti, a causa di quella storia, portano cicatrici che non si rimarginano. Ma non avevo sentito la sveglia e l'audizione, quel famoso giorno, era saltata. (p. 122) *{{NDR|Sulla [[strage di Beslan]]}} Se fosse arrivata a Beslan, mia madre avrebbe provato a parlare con i terroristi, ma evidentemente troppe persone non volevano che accadesse. Non tolleravano come lavorava, il fatto che raccogliesse le testimonianze delle famiglie degli ostaggi. Su quell'aereo non hanno solo cercato di ucciderla. Le hanno impedito di fare il suo lavoro. (p. 139) *Nessuna autorità russa presenziò al funerale. Solo tanta gente comune in lacrime. Quel giorno mi resi davvero conto di quanto lei fosse tenuta in considerazione, di quanto le volessero bene e di quanto profondamente il suo assassinio avesse scosso l'opinione pubblica. In molti, da quel momento, non avrebbero avuto più voce, né una spalla su cui piangere. Per tante di quelle persone si era spenta l'ultima possibilità di avere giustizia, di vedere scritta la propria storia. (p. 165) *In Russia, i membri delle forze dell'ordine rappresentano una casta a sé. Per me è sempre stato un mistero dove e da chi imparino a comportarsi e a comunicare con la gente. Spesso il loro stile «da cavernicoli» sembra fatto apposta per innervosire gli interlocutori, farli sentire inferiori, poca cosa rispetto alla «macchina statale» e all'uniforme che hanno di fronte. La maggior parte delle persone normali, a cui non è mai capitato di avere a che fare con loro, la prima volta non sa come affrontarli. (p. 170) *La [[seconda guerra cecena]] è stata una delle meno raccontate della storia, spacciata per giunta come lotta al terrorismo islamico, uno dei pilastri su cui Putin costruì una parte consistente della retorica sulla sua nuova Russia. Un secondo, forte pilastro propagandistico fu individuato nella «[[Fronte orientale (1941-1945)|grande guerra patriottica]]», la resistenza al nazismo e la vittoria del 1945. Se il nazismo era stato il nemico e la sua sconfitta un atto fondativo della nuova Russia, chi ne sottovalutava la valenza politica e storia si poneva automaticamente al di fuori del pensiero dominante in Russia. Bisognava eliminare le scorie del decennio eltsiniano e degli anni della perestrojka, quando la ricerca storica aveva vissuto un periodo di grande libertà erano venute alla luce verità sgradevoli per i russi, legate ai crimini del regime staliniano. La storia e la democrazia dovevano diventare sovrane, mentre la libera ricerca storica era vista come una minaccia, perché capace di «leggere» in maniera critica la narrazione dominante del passato. [...] Il terzo pilastro su cui poggia la nuova dottrina nazionale è quella del vittimismo. Dopo il [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|crollo dell'Unione Sovietica]], la Russia è stata umiliata. Da chi, se non dall'Occidente, con i suoi valori così lontani da quelli della tradizione russa? (pp. 181-183) *Putin e i suoi, [...] oltre alla sbandierata denazificazione, non hanno mai dichiarato i veri scopi della guerra. In Russia è stato ripetuto che si trattava di proteggere la popolazione del Donbass dopo otto anni di continue aggressioni e che in Ucraina esisteva un regime nemico, pronto, secondo Mosca, a invadere il Paese su mandato dell'Occidente. La realtà è che il Cremlino non può tollerare un'Ucraina democratica, che cerca di porre le basi per il suo ingresso nell'Europa politica. Una guerra prolungata, comunque vada a finire, rallenterà il processo di democratizzazione ed europeizzazione dell'Ucraina. La dirigenza russa parla anche dell'esistenza di una minoranza nazionale russa in Ucraina che non può essere esclusa dal godimento dei pieni diritti tra cui, per esempio, l'uso del russo a scuola e negli uffici pubblici. Nel primo mese di guerra, tuttavia, i bombardamenti si sono concentrati proprio sui territori in cui è preponderante la popolazione russofona, così come russofona è la maggioranza dei profughi costretti a lasciare le proprie abitazioni. Dopo l'aggressione, addirittura, molti di loro stanno progressivamente privilegiando l'ucraino. (pp. 183-184) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Vera Politkovskaja, ''Una madre. {{small|La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja}}'', traduzione di Marco Clementi, Rizzoli, ISBN 978-88-17-17882-2 ==Per [[Cristina Marsillach]]== {{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}} *Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempre stare (deve sempre esserci la paura) su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni. :''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.'' *Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava addosso dei corvi vivi. Io gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Litigavamo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente. :''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.'' *Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici (questioni tecniche, dettagli tecnici), mentre io volevo fargli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlava di cosa stava per fare tecnicamente (sul piano tecnico). :''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.'' ---------------------------------- '''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico. ==''Running with the fox''== *I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo. :''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10) *Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente. :''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15) *Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi. :''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16) *Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno. :''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32) *Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce. :''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45) *Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli. :''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45) *Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà. :''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56) *I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro. :''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58) *Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane. :''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61) *L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole. :''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173) *Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico. :''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181) *Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli. :''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) ------------------- [[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]] '''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope. ==Citazioni su Mangascià Giovanni== *Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]]) *Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]]) nwp5netsxt11zywdi5dqfkqsf058l3g 1349945 1349936 2024-11-03T10:17:55Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1349945 wikitext text/x-wiki ==[[Aleksej Naval'nyj]]== ==''Patriot''== ===Incipit=== In realtà, morire non è stato doloroso. Se non fossi stato sul punto di esalare il mio ultimo respiro, non mi sarei mai sdraiato sul pavimento accanto alla toilette dell'aereo. Come potete immaginare, non era esattamente pulito. ===Citazioni=== *La possibilità di candidarmi alle elezioni mi era preclusa da molto tempo. Lo Stato non riconosceva il partito politico che guidavo e ne aveva appena rifiutata la registrazione per la nona volta in otto anni. Per qualche strana ragione, succedeva sempre che non riuscissimo a «compilare correttamente i moduli» e, nelle rarissime occasioni in cui un nostro candidato entrava nelle liste elettorali, spuntavano i pretesti più fantasiosi per negargli l'eleggibilità. (p. 5) *In un paese autoritario, dove per oltre due decenni il regime si era dato la priorità di inculcare nell'elettorato l'idea che le persone sono impotenti e non possono cambiare le cose, convincere la gente a uscire di casa e andare a votare non è mai stato un compito facile. Era pur vero, però, che i redditi erano calati per sette anni di fila, quindi se anche solo un terzo dei cittadini stufi del regime si fosse convinto ad andare ai seggi, nessun candidato di Putin avrebbe avuto una chance. A questo punto, come indurre gli elettori a votare? Con la persuasione? Offrendo in cambio qualcosa? Noi scegliemmo di farli arrabbiare. Di farli arrabbiare sul serio. (p. 6) *Considerando la realtà della Russia, scartammo fin dall'inizio l'idea di un approccio giornalistico prudente, fatto degli infiniti giri di parole – presunto, possibile, cosiddetto – tanto amati dai consulenti legali. Chiamavamo le cose col loro nome: ladro, corruzione. Se qualcuno aveva una proprietà sontuosa, non ci limitavamo a menzionarne l'esistenza, ma effettuavamo riprese con i droni e la mostravamo al pubblico in tutta la sua magnificenza. Dopodiché ne scoprivamo il valore e lo raffrontavamo con il modesto reddito che il burocrate suo proprietario dichiarava. (p. 6) *Quello che facevamo era intrattenere e al contempo scatenare indignazione con immagini della vita condotta dagli «umili patrioti che governano la nostra terra», spiegando come funzionano i meccanismi della corruzione e incitando a intraprendere azioni pratiche per causare il massimo danno al sistema di Putin. Il materiale non mancava mai. (p. 7) *In genere parlo volentieri con la gente, ma non in aereo: troppo rumore di sottofondo e non gradisco molto avere qualcuno che, a venti centimetri da me per farsi sentire, urla: «Lei indaga sulla corruzione in Russia, giusto? Be', senta cosa mi è capitato».<br>La Russia è fondata sulla corruzione e a tutti è capitato qualcosa. (p. 12) *Provate a toccarvi il polso con un dito della mano opposta. Sentite qualcosa perché il vostro corpo rilascia acetilcolina e un segnale nervoso informa il vostro cervello di questa azione, che vedete con gli occhi e identificate con il senso del tatto. Adesso fate la stessa cosa con gli occhi chiusi: non vedete il dito, ma siete perfettamente in grado di stabilire quando toccate il polso e quando non lo fate. Questo perché, dopo che l'acetilcolina trasmette un segnale tra le cellule nervose, il vostro corpo secerne colineterasi, un enzima che arresta il segnale a lavoro terminato. Per farlo, «distruggere» l'acetilcolina «usata» e, con essa, ogni traccia del segnale inviato al cervello. In assenza di questo meccanismo, il cervello riceverebbe di continuo il messaggio del dito che tocca il polso, ripetuto milioni di volte. Sarebbe simile al cosiddetto DDoS, un Distributed Denial of Service (ovvero un attacco distribuito di negazione del servizio), ai danni di un sito web: clicca una volta e il sito si apre, clicca un milione di volte al secondo e il sito va in crash.<br>In caso di DDoS, puoi ricaricare il server o installarne uno più potente. Con gli esseri umani, però, non è così semplice. Bombardato da miliardi di falsi segnali, il cervello si disorienta, non è in grado di elaborare quanto succede e alla fine va in blocco. Dopo un po' di tempo, la persona smette di respirare, visto che anche questa è una funzione controllata dal cervello.<br>È così che agiscono le sostanze nervine. (pp. 14-15) *Quando la gente mi chiede com'è morire a causa di un'[[Armi chimiche|arma chimica]], faccio due associazioni mentali: i Dissennatori di ''Harry Potter'' e i Nazgûl del ''Signore degli Anelli''. Il bacio di un Dissennatore non fa male: la vittima sente solo la vita che la lascia. L'arma principale di un Nazgûl è la spaventosa capacità di farti perdere la volontà e la forza. Lì in quel corridoio, un Dissennatore mi bacia mentre un Nazgûl si mette al mio fianco. (pp. 15-16) *Se immaginate che uscire dal [[coma]] sia una faccenda più o meno istantanea, come vorrebbero farci credere i film, mi tocca deludervi. Sarei fin troppo lieto di affermare che un attimo prima stavo morendo a bordo di un aereo e un'attimo dopo ho aperto gli occhi scoprendo che mi trovavo all'ospedale e davanti a me c'era la mia amata moglie, o perlomeno una squadra di medici che mi scrutavano ansiosi. Non è andata così. Tornare alla vita normale ha comportato diverse settimane di visioni molto sgradevoli e persistenti. L'intero processo è assomigliato a un viaggio interminabile e altamente realistico all'inferno. Anzi, non mi sorprenderebbe se l'idea dei suoi gironi fosse venuta proprio a persone che sono state in coma e hanno visto ciò che ho visto io. C'è stata una sequenza ininterrotta di allucinazioni, in mezzo alle quali di tanto in tanto intravedevo un barlume di realtà. Con il passare del tempo, la realtà aumentava e le allucinazioni diminuivano. (p. 17) *Un giorno, quando ormai avevo una migliore connessione con la realtà e stavo addirittura cominciando pian piano a ricordare qualche parola d'inglese, chiesi all'infermiere un bicchier d'acqua. Lei disse che me l'avrebbe data solo se avessi scritto quella parola, e mi porse una penna. Ricordavo come si dice «acqua» in inglese, ma proprio non sapevo come scriverlo, per quanto mi sforzassi. Cominciai ad arrabbiarmi e chiesi di nuovo, con stizza, di darmi l'acqua. «Prova un'ultima volta a scriverlo» mi disse l'infermiera con fermezza. Io feci qualche scarabocchio sul foglio, andai su tutte le furie e in un attacco di collera scrissi la parola che di colpo mi era emersa dall'inconscio: ''fuck''. Con un sottile senso di vendetta, ma soprattutto orgoglio, porsi il foglio all'infermiera. Lei mi guardò con commiserazione. Avevo scritto ''fkuc''. (p. 20) *Yulia e Leonid provarono più volte a raccontarmi quello che mi era capitato. Per un po' ebbero sarso successo. Sembrava che stessero bussando a una porta chiusa dietro cui si celava il mio cervello, che però non rispondeva. Mi dissero dell'avvelenamento; di come mi ero sentito male sull'aereo; dell'ospedale di Omsk, pieno di agenti dell'FSB; di come per un sacco di tempo il regime non avesse accettato di trasferirmi; del viaggio in Germania... ma io mi limitavo a fissarli con lo sguardo vitreo. Mi raccontarono profusamente e nei dettagli che Putin aveva cercato di assassinarmi mentre ero in visita in Siberia; che laboratori indipendenti avevano confermato che ero stato avvelenato e, per giunta, con lo stesso agente chimico che i servizi segreti russi avevano usato per avvelenare [[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal'|Sergei Skripal' e sua figlia a Salisbury]]. Poi, quando per l'ennesima volta pronunciarono la parola «''[[novičok]]''», di colpo li guardai dritto negli occhi e dissi: «Ma che cazzo? È una tale idiozia!». (pp. 21-22) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per strada i soldati erano inguainati da capo a piedi in insolite tute bianche. Indossavano maschere antigas che li facevano assomigliare a una qualche strana specie animale. Io vengo da una famiglia di militari, e ovviamente a casa avevamo delle maschere antigas, ma la loro unica funzione era essere indossate dai figli degli amici dei miei che venivano a trovarci: si mettevano a correre per l'appartamento, fingendo di essere elefanti e strillando di gioia. Il gioco poteva durare due o tre minuti al massimo, perché sotto le maschere antigas si moriva di caldo. I soldati in strada non stavano giocando e non si divertivano affatto. Fermavano le automobili e le lasciavano procedere solo dopo aver esaminato le loro ruote con una speciale asta metallica: un comportamento piuttosto bizzarro. (p. 29) *Quando per l'ennesima volta mi sentivo chiedere se fossi ucraino o russo, mi sforzavo di non dare una risposta netta. Era come se mi avessero chiesto a chi volevo più bene, a mio padre o a mia madre, e per quella domanda non esisteva una risposta valida. (p. 31) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per il resto del mondo fu un enorme disastro nucleare. Per l'Unione Sovietica, uno dei fattori scatenanti del crollo di un paese già colpito dalla crisi economica del suo «socialismo pienamente sviluppato». Per il ramo ucraino della nostra famiglia fu un'immane tragedia che spazzò via la vita di un tempo. Per me rappresentò il primo evento, la prima lezione di vita, che ebbe un impatto formativo sul mio modo di vedere le cose. Le radiazioni potevano essere lontane, ma l'ipocrisia e le bugie inondarono la nazione intera. (p. 32) *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. (p. 33) *Ero solo un bambino, ma la domanda che più mi tormentava era perché le autorità stessero mentendo quando tutti attorno a me sapevano la verità. Quanto era patetico quel tentativo di ingannarci? Se devi mentire, dovresti almeno aspettarti di trarne qualche beneficio. Dici di essere malato e non sei costretto ad andare a scuola. Perlomeno ha un senso. Ma loro dove volevano andare a parare? [...] Se il disastro di Černobyl' non fosse mai avvenuto, probabilmente avrei sentito parlare meno di politica. Senza dubbio non mi avrebbe toccato così da vicino, e le mie opinioni politiche sarebbero state un po' diverse. Ma le cose andarono come andarono, e molti anni dopo, quando ero un uomo adulto, mentre guardavo in tivù l'appena nominato presidente ''ad interim'' della Russia, il quarantasettenne Vladimir Putin, lungi dal condividere l'entusiasmo per il nuovo, «energico leader» del paese, continuavo a pensare: «Questo mente in continuazione, proprio come succedeva quando ero bambino». (pp. 37-38) *{{NDR|Sulla ''[[dedovščina]]''}} Inutile dire che una pratica così idiota non migliorava affatto la disciplina, e in realtà il nonnismo non faceva che minare il rispetto per l'esercito. I soldati che tornavano a casa dopo due anni di servizio alla patria descrivevano in termini piuttosto scabrosi le violenze ai futuri coscritti. Le loro rivelazioni ricordavano da vicino quelle delle persone che escono dal carcere. Le madri ascoltavano inorridite, dopodiché non avevano il minimo desiderio di mandare i figli a fare la leva. Periodicamente, dopo che l'ennesimo giovane sfortunato, incapace di sopportare oltre i maltrattamenti, si era suicidato o aveva sparato ai suoi aguzzini, l'esercito lanciava l'ennesima campagna antinonnismo, che non serviva mai a niente. La pratica è istituzionalizzata e si può combattere solo cambiando l'istituzione, nello specifico creando un esercito in cui militari di professione, uomini e donne, ricevono uno stipendio per difendere il paese. Quello che non serve è un esercito che dipende da poveri scalognati prelevati dalle loro famiglie (nell'Unione Sovietica per due anni, oggi per uno) e costretti a passare il tempo in un'istituzione che costituisce una forma bislacca di scuola di sopravvivenza. (pp. 43-44) *Non sopporto la parola «mentalità», perché mi sembra un concetto del tutto artificiale, ma una cosa è indiscutibile: esiste un certo tipo di carattere nazionale russo, e la spacconeria nel resistere a privazioni che potrebbero tranquillamente essere evitate ne rappresenta un aspetto significativo. Sopportiamo condizioni atroci, critichiamo le autorità, ce ne lamentiamo, eppure al tempo stesso riusciamo a vantarci di essere in grado di sopravvivere a queste circostanze orribili, e lo consideriamo un notevole vantaggio competitivo in un confronto ipotetico tra nazioni. [...] Non serve essere grandi psicologi per capire che cosa c'è alla radice di questo: noi russi aneliamo a una vita normale, ben consapevoli che siamo stati noi stessi a inventare tutti i nostri problemi attuali. Proprio non riusciamo ad ammettere, però, di essere idioti, quindi cerchiamo qualcosa per cui andare fieri, mentre in realtà non c'è proprio niente di cui vantarsi. (pp. 44-45) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] (nelle basi militari si parlare di ''osobisty'', «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era ''defitsìt'' (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. (pp. 46-47) *Quando Sasha, mio cugino, venne a fare una gita a Mosca, fu portato, com'è ovvio, al Mausoleo di Lenin, una classica destinazione turistica per un bambino sovietico. Quando tornò in Ucraina, corse dalla nonna urlando esaltato: «Ho visto Lenin!». E lei rispose, secca: «Be', non gli hai sputato in faccia?». La parte ucraina della nostra famiglia si piegava in due dal ridere, ma io ero inorridito. [...] Mi ci volle qualche tempo per racimolare il coraggio di chiedere perché la mia amata nonna disprezzasse tanto «il migliore fra gli uomini». Risultò che il sentimento era radicato nella storia della sua famiglia. Lei era l'undicesima figlia, l'ultima, e l'unica femmina. La loro terra, con undici uomini che ci lavoravano da mattina a sera, era molto prospera. La loro casa era stata la prima in paese a sfoggiare un tetto di ferro, e avevano persino costruito un mulino, segno di inaudito benessere. Poi erano state introdotte le fattorie collettive. Pur essendo riuscita a evitare la deportazione in Siberia toccata a migliaia di altri kulaki (contadini ricchi), la famiglia della nonna fu espulsa dalla propria abitazione e costretta a trasferirsi nel fienile. Il tetto di ferro, che era stato l'invidia del paese intero, era stato portato in città, dove lo avevano venduto, per poi spendere i soldi, secondo la leggenda famigliare, «in alcol per il consiglio del paese». All'epoca quel particolare mi parve poco credibile, ma oggi non ho dubbi che fosse vero. (pp. 48-49) *La nostalgia per l'Unione Sovietica è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? (pp. 52-53) *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. (pp. 53-54) *Il maggiore problema di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]], che alla fine lo diventò anche per l'URSS, era l'incertezza delle azioni, sempre poco convinte. Voleva essere un riformatore, ma temeva le conseguenze di una vera riforma; annunciava grandi cambiamenti solo per cercare poi di evitarli; aprì uno spiraglio alla libertà, ma quando tutti vollero sfruttarlo, cercò di richiudere la porta in fretta e furia. Il fatto era che la gente voleva quella porta spalancata, non una fessura dalla quale sbirciare. (p. 59) *Gorbačëv, e in seguito la prima generazione di riformatori sotto Boris Eltsin, hanno subito la tragedia di essere costretti a introdurre riforme perché l'economia che avevano ereditato era stata distrutta dal regime comunista, solo per sentirsi poi accusare di averla distrutta loro. La pianificazione economica sovietica stava crollando: non circolavano merci a sufficienza e, a conferma che avevi il diritto di acquistare beni che scarseggiavano, vennero introdotte le tessere per le razioni da presentare nei negozi. [...] L'unico rimedio a quella situazione era una riforma politica ed economica, ma l'opinione pubblica scambiò la causa per l'effetto. La gente credeva che non fossero stati il PCUS, il Comitato statale per la pianificazione (Gosplan) e il KGB ad aver portato il paese al punto in cui ''perestrojka'' e riforme erano diventate necessarie per salvarlo, ma l'opposto. Si pensava infatti che le riforme avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero acuito le carenze, introdotto la necessità delle tessere e peggiorato la povertà. Il termine «riforma» era, e rimane ancora oggi, offensivo: «Sappiamo tutto delle vostre riforme. Ci ricordiamo delle tessere e di come siamo diventati tutti mendicanti!». Lo stesso destino che sarebbe toccato in seguito alle parole «democrazia», «economia di mercato» e «capitalismo». (pp. 61-62) *Più diventavo grande, meno tolleravo Gorbačëv, ma adesso lo vedo sotto una luce positiva, se non altro perché si è dimostrato del tutto incorruttibile. In questo era unico. Chiunque abbia avuto potere nel periodo di transizione dal socialismo al capitalismo ha cercato di accaparrarsi una fetta di torta il più grande possibile, e quasi tutti ci sono riusciti. [...] Quando Gorbačëv diede le dimissioni, non portò niente con sé, anche se aveva avuto enormi opportunità per diventare ricco. [...] L'opinione pubblica può pensare quanto vuole che non ne abbia avuto l'opportunità, ma resta il fatto che non ci provò nemmeno. A mio parere era semplicemente un diverso tipo di persona e non era avido. (pp. 63-64) *{{NDR|Sulla [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]]}} Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il teto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. (p. 67) *La [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra in Afghanistan]] incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan|Repubblica democratica dell'Afghanistan]]». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. (p. 68) *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. (pp. 68-69) *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una ''jihad'' islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla ''sharia''. [[Osama bin Laden]], al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. (pp. 70-71) *Si scoprì che essere poveri era più sopportabile quando lo erano tutti, ma era intollerabile se vedevi il tuo vicino molto più ricco di te. Si sente spesso parlare dell'invidia del popolo russo o sovietico verso i primi imprenditori, e per questo motivo gli anni Ottanta furono un periodo tanto odiato. Credo tuttavia che la causa fosse l'ineguaglianza delle opportunità. Se Gorbačëv avesse potuto rendere agevole per tutti diventare imprenditori, se lo avessero fatto milioni di persone e non qualche decina di migliaia tra i più intelligenti, o i più furbi, oppure tra coloro che godevano di una buona posizione, le cose sarebbero potute andare diversamente. E invece fondare una cooperativa, e in seguito un'azienda, era un calvario burocratico di stampo sovietico. Volendo avviare un'attività, dovevi pagare tangenti oppure avere i contatti giusti, o almeno possedere carisma da vendere. Tutto questo creò la durevole immagine dell'uomo d'affari scaltro e subdolo, diventato tale con mezzi meno che legali. (p. 76) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Nella nostra cittadina nessuno batteva ciglio alla vista dei carri armati. I visitatori amavano essere fotografati accanto al cartello «Attenzione, carri armati» che era un po' il nostro simbolo. Quel giorno, però, sembrava tutto diverso. Anzitutto, percorrevano la strada asfaltata, cosa che abitualmente non facevano perché l'avrebbero distrutta. Poi sembrava che stessero andando in guerra o fossero impegnati in un'operazione speciale di qualche tipo. La scena aveva un che di caotico. Ma l'aspetto più importante era che si stavano dirigendo verso Mosca. Felice di avere una scusa per non andare alla dacia, tornai a casa e accesi il televisore per capire cosa stesse succedendo. Stavano trasmettendo ''Il lago dei cigni'', e per qualsiasi sovietico questo significava che stava accadendo qualcosa di grave. Fin da piccolo avevo imparato che, se invece dei cartoni animati trasmettevano un concerto di musica classica, con ogni probabilità era morto un leader e sarebbe cominciato un diluvio di cordoglio pubblico. Questa volta, però, non era affatto chiaro chi fosse deceduto. (p. 77) *[...] venne letto alla radio un lunghissimo discorso al popolo sovietico. Era incredibilmente prolisso, con frasi che sembravano tratte da un editoriale della «Pravda» (e nel 1991 gli editoriali della «Pravda» erano sinonimo di cliché, idiozia e disonestà). Rammento solo che veniva condannato con forza il fiorire della «speculazione». Il monito non poteva essere più chiaro: la nosra futura vita di agi grazie a capitalismo ed economia di mercato era a rischio. Ricordo anche la frase: «Mai nella storia del paese la propaganda di sesso e violenza ha assunto simili proporzioni, mettendo in pericolo la vita e la salute delle generazioni future». Un attacco vero e proprio alle migliori conquiste della nostra epoca. Le immagini di donne nude non avevano fatto in tempo ad apparire su giornali e periodici, e queste persone le volevano bandire con il pretesto che erano una minaccia per la nostra salute. Per aggiungere il danno alla beffa, era una replica di quegli stessi programmi che anni prima avevano condannato la musica rock perché conteneva «una propaganda sfrenata di sesso e violenza». Era chiaro come gli autori della dichiarazione l'avessero scritta con il sottile intento di toccare le più profonde corde del cuore del popolo sovietico. Nell'ascoltare le parole che vietavano il sesso e il profitto, e parlavano della necessità di rifornire i villaggi di carburante e lubrificanti (altro argomento dei golpisti), i sovietici avrebbero picchiato i pugni sul tavolo dicendo: «Ehi, i compagni del Comitato di emergenza stanno facendo proprio la cosa giusta! Era ora di aiutare i contadini e bandire il sesso!». (p. 79) *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». (p. 85) *I nuovi leader saliti al potere in Russia – tra i quali Putin e tipi come lui erano di terza o quarta categoria – ignorarono il problema dei russi bloccati fuori dal paese. Si sarebbe potuto evitare un gran numero di conflitti, e si sarebbero salvate vite, se il governo dell'epoca avesse proposto anche solo un programma basilare per il rientro dei russi in uno qualsiasi dei territori ancora appartenenti a Mosca. Com'è ovvio, nessuno si sarebbe affrettato a tornare dai prosperi Stati baltici, e in quel caso sarebbero serviti approcci diversi. Eppure le domande confuse di chi viveva in Uzbekistan, Kirghizistan e in molte altre repubbliche – Qual è adesso il nostro posto? Che cosa dobbiamo fare? – avrebbero dovuto trovare risposta. È straordinario come, anche adesso che il probelam della «russofobia» e la violazione dei diritti dei russi sono diventati in pratica la massima priorità nell'agenda del Cremlino, tutto resti a livello di una demagogia spudorata e ipocrita dietro alla quale manca qualsiasi provvedimento costruttivo. [...] L'attuale regime preferisce parlare senza sosta di russi oppressi senza far nulla per aiutarli. (pp. 86-87) *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. (p. 89) *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. (p. 90) *[...] in URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» (pp. 102-103) *Ho già menzionato il decennio che passò alla storia come «i maledetti anni Novanta», un'espressione che vorrei spiegare, perché rappresenta una delle principali ragioni per le quali Putin continua a essere popolare in una fetta della società e perché il suo nome è associato alla «restaurazione dell'ordine» anche se, con lui al potere, l'amministrazione dello Stato è in totale degrado. [...] Ciò che rendeva «maledetti» gli anni Novanta era il fatto che in ogni centro abitato tutti sapessero esattamente chi fosse a capo della criminalità e quali gang fossero operative. In qualche modo, il crimine organizzato compariva dal giorno alla notte e assumeva all'istante un ruolo cruciale nella vita pubblica. [...] Nell'esatto istante in cui l'Unione Sovietica era crollata, lasciando il paese senza un unico centro di potere noto e accettato da tutti, le persone avevano scoperto all'improvviso che a comandare adesso erano le gang che stazionavano ogni sera al chiosco degli spiedini in fondo alla strada. [...] All'improvviso venne fuori che aver trascorso un periodo in carcere era qualcosa di positivo. In precedenza si sarebbe detto: «È stato sette anni in prigione. È una causa persa. Stagli lontano». Adesso, per qualche imperscrutabile ragione, la frase era diventata: «È stato sette anni in prigione, quindi ha contatti giusti e risolverà i nostri problemi». (pp. 106-107) *Sono convinto che prima o poi ogni cosa andrà al suo posto e tutto finirà bene, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà che dai primi anni Novanta ai Venti del Duemila la vita di una nazione è stata stoltamente sprecata in un'epoca di degenerazione e di incapacità di stare al passo. C'è una buona ragione se le persone come me, e quelle di cinque o dieci anni più vecchie, sono chiamate la generazione maledetta o perduta. Noi siamo quelli che avrebbero dovuto beneficiare della libertà politica e di mercato, ci saremmo potuti adattare in fretta a un nuovo mondo, in una maniera del tutto fuori dalla portata delle generazioni precedenti. Il 15 per cento di noi sarebbe dovuto diventare imprenditore, «come in America». Solo che la Russia non ce l'ha fatta. Nessuno dubita che adesso viviamo meglio che negli anni Novanta, ma, perdonatemi, sono passati trent'anni. Anche in Core del Nord le persone vivono meglio oggi che trent'anni fa. [...] Il confronto non dovrebbe essere tra come eravamo negli anni Novanta e come siamo adesso, ma tra come siamo adesso e come avremmo potuto essere al tasso di crescita medio globale. Avremmo ottenuto senza fatica quello che abbiamo visto ottenere da Cecoslovacchia, Germania dell'Est, Cina e Corea del Sud. Questo confronto non può che deprimerci. [...]Perché non ha funzionato? Perché i polacchi e i cechi la sfangano e noi no? Ho una risposta semplice, che, per quanto tecnicamente significhi rispondere a una domanda ponendone altre, aiuta ogni pezzo del rompicapo ad andare al suo posto: [[Leszek Balcerowicz]], l'architetto delle riforme polacche, è forse diventato un multimilionario come il nostro [[Anatolij Borisovič Čubajs|Anatolij Čubajs]]? La famiglia di [[Václav Havel]], il leader post-comunista ceco, ha forse comprato una villa da 15 milioni di dollari a Saint-Barthélemy, l'«isola dei milionari», e possiede altri beni per un totale di centinaia di milioni? Come mai in Russia quasi tutti i giovani democratici, riformatori e sostenitori del libero mercato degli anni Novanta sono diventati favolosamente ricchi e oggi hanno cambiato le loro posizioni diventando pilastri conservatori dello Stato? In Estonia o Ungheria, Slovacchia o Germania non è successo niente del genere. (pp. 123-124) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alexei Navalny, ''Patriot'', traduzione di Teresa Albanese, Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori, Milano, 2024, ISBN 978-88-04-75686-6. ==[[Alberto Pollera]]== Alberto Pollera (1873 – 1939), militare e antropologo italiano. ==''Lo Stato etiopico e la sua Chiesa''== ===Incipit=== Questo libro vede la luce assai tempo dopo che fu compilato: debbo perciò pregare il benevolo lettore di tener presente trattarsi dell'esame di ordinamenti e costumi di un popolo che si avvia rapidamente ad una importante evoluzione civile, la quale, cominciata tardi, si affretta a raggiungere con ritmo sempre più accelerato, miglioramenti e sviluppi che, fino a pochi anni fa, sembrava assurdo sperare. ===Citazioni=== *Gli Abissini identificarono più tardi la regina Macheddà con Azieb, [[regina di Saba]], dando con ciò un seguito apparentemente logico a questa tradizione. [...] la leggenda della regina di Saba non deve in Abissinia aver acquistato valore che in epoca molto posteriore, e verosimilmente quando, con S. Frumenzio e coi santi predicatori e gli Abuna suoi successori, provenienti da Bisanzio, da Alessandria e da Roma, la religione cristiana si diffuse in Etiopia, e ciò perché [...] questi apostoli della fede, avevano ben ragione di credere che l'accennata tradizione potesse giovare, come giovò, ai loro intenti. (pp. 8-9) *A noi può sembrare che il concetto etiopico della parentela dinastica colla Vergine sia un po' troppo esagerato ed estensivo, a motivo della enorme distanza di tempo e del gran numero di generazioni trascorse; ma la mentalità etiopica non valuta le cose al modo nostro, perché già nelle piccole questioni interne di stirpe, è abituata a riconoscere legami di consanguineità molto arretrati nel tempo, sul quale non ferma affatto la sua attenzione. (p. 15) *Per evitare l'obiezione che nella Bibbia non si fa affatto cenno del trafugamento delle Tavole, che anzi si dice andassero distrutte in Babilonia, i manoscritti etiopici, narrando con assai maggior copia di particolari la leggenda [...], aggiungono che, appena il gran sacerdote Sadok ed il re Salomone si accorsero della scomparsa di quelle, decisero di tener celata la immane sciagura al popolo, per modo che questo non seppe mai niente di ciò, e continuò a venerare quell'Arca, la quale non era, pur troppo, che un semplice simulacro della prima. (p. 23) *Il popolo etiopico, orgoglioso delle tradizioni [...] e convinto di esser divenuto per volontà di Dio il vero popolo eletto sulla terra, a cagione della discendenza salomonica di [[Menelik I]], in sostituzione del popolo ebreo, resosene indegno, è andato a ricercare nella Bibbia tutte le promesse fatte da Dio ad Abramo e a David, e ritiene che esse siano ancora in pieno vigore per il proprio paese. (p. 24) *Direi quasi che l'orgoglio in Abissinia è una malattia contagiosa, cronica, permanente, che non risparmia nemmeno i più miseri. Non deve quindi stupire se questo orgoglio si trova elevato a potenza molto elevata nei legittimi regnanti di quel paese, che fanno seguire il loro nome da iperbolici titoli. (pp. 25-26) *Ora, i regnanti di Etiopia, nelle ingenua ma ferma convinzione di occupare di diritto e di fatto il primo posto fra i regnanti di tutto il mondo, ogni volta che hanno avuto occasione di indirizzare messaggi a regnanti europei, lo hanno fatto appunto nel modo da essi usato verso i loro inferiori, ossia iniziando la lettera col proprio nome, anche quando facevano ciò per invocare importanti servigi da loro. (p. 26) *Si dice [...] che il [[Teodoro II d'Etiopia|Negus Teodoro]], ritenendo l'Inghilterra il paese più ragguardevole dopo il suo, rivolgesse alla regina Vittoria domanda di matrimonio, e che la mancata risposta fosse il movente che lo indusse a imprigionare, per atto di rappresaglia e di sfida, tutti gli europei che tovavansi presso di lui [...].<br>In quella tragica vigilia, ma troppo tardi, Teodoro comprese che la superiorità etiopica era ormai una leggenda fantastica; il che non ha tuttavia impedito alla massa di continuare a credervi. Umili e grandi ne sono ugualmente convinti, e se ciò costituisce una ingenuità, non si può negare che costituisca anche una forza per lo stato che tali credenze coltiva, con pieno consenso, fra i suoi sudditi. (p. 27) *[...] degli Abissini si può dire quello che è stato detto degli Ebrei, e cioè che, credendosi di una stirpe privilegiata, hanno sempre voluto isolarsi, e mantenersi distinti da tutte le altre nazioni.<br>Questa credenza ispirò ad essi il concetto della autoglorificazione, perché ritennero di essere veramente i solo veri figli di Dio, discendenti diretti della linea primogenita di Adamo, senza riflettere che la funzione del popolo eletto venne necessariamente a cessare colla venuta di Gesù Cristo, immolatosi per la intera umanità, e non per la fortuna di un popolo. (p. 31) *[...] in Etiopia è pacificamente ammesso e riconosciuto, che la madre ha diritto di attribuire con giuramento la paternità del figlio a chi essa ritiene ne sia l'autore, senza bisogno di altra indagine o prova concomitante.<br>L'unione poi, sia pure effimera, con una schiava, decisamente biasimata e derisa quando si tratta di altri, è invece susata trattandosi di signori e di principi, i quali pur non tenendo un harem, come i mussulmani, ne seguono la pratica poligama. L'importante è che la discendenza dei salomonidi e la loro tradizione continui. (pp. 37-38) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alberto Pollera, ''[https://dl.unito.it/it/ricerca/digitale/?id=mag:447 Lo Stato etiopico e la sua Chiesa]'', Roma, SEAI, 1926. ==Irridentismo russo== *L'idea secondo cui la Russia sarebbe a casa propria ovunque si parla russo [...] basterebbe, se fosse convalidata, a mettere l'Europa e il mondo a ferro e fuoco. Che succederebbe, se si ragionasse così, con i transilvani in Romania? Con i catalani in Francia? Con le tre comunità linguistiche di cui è composta la Svizzera? Con quella «minoranza vallona» di cui certi ideologi, a Mosca, già sostengono che sarebbe minacciata di «genocidio»? Con quella parte della California dove si parla spagnolo? Con la Gran Bretagna, che ha la lingua in comune con l'America? Il nazionalismo linguistico, sotto Putin non meno che all'epoca, nel 1938, dell'annessione dei tedeschi dei Sudeti al Terzo Reich, è un vaso di Pandora. [...] allora come si potrebbe impedire alla Lituania di rivendicare Smolensk? Alla Polonia di avanzare i suoi diritti su Leopoli? Alla Slovacchia di invadere l'oblast della Transcarpazia? Alla Moldavia di reclamare un pezzo di Transnistria? E perché la Russia, un Paese che, lo ripetiamo, non è mai stato uno Stato-nazione prima del 1991, avrebbe più titoli di altri da far valere sulle terre liberate dell'ex Unione Sovietica? ([[Bernard-Henri Lévy]]) ==Per Stepan Bandera== {{Int|Da ''[https://web.archive.org/web/20100426235947/http://www.stepanbandera.org/bandera_perspective_5.htm Ai principi della nostra politica di liberazione]''|Articolo pubblicato in ''Vizvolna Politika'', novembre-dicembre 1946; ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1.|h=4}} ===Citazioni su Stepan Bandera=== *L'estrema destra in Ucraina vede certamente Bandera come uno dei loro padri politici, ma l'estrema destra nel paese è molto debole, e la popolarità della figura di Bandera va molto al di là della destra. La ragione è che, sebbene Bandera fosse di estrema destra e – almeno per un periodo della sua vita – un fascista, in Ucraina oggi non è visto principalmente come tale. È considerato un combattente per l'indipendenza dell'Ucraina che morì per questo. Fu ucciso a Monaco di Baviera nel 1959 dal KGB – la stessa organizzazione nella quale si è formato Putin. Nel discorso pubblico la sua figura è quella di un liberatore, anche se naturalmente non avrebbe instaurato un regime liberale se fosse andato al potere. Del resto, i suoi rapporti con l'occupante tedesco durante la Seconda guerra mondiale erano stati conflittuali. Due dei suoi fratelli furono uccisi ad Auschwitz (apparentemente da compagni di prigionia). Un altro fratello morì durante l'occupazione tedesca in circostanze non chiare. Lo stesso Stepan Bandera è stato a lungo rinchiuso nel campo di concentramento di Sachsenhausen vicino a Berlino. Queste sono le cose che sono enfatizzate dalla memoria pubblica in Ucraina: una memoria selettiva, non una visione storica oggettiva. È un fenomeno che vediamo in molti Paesi, dove le pagine buie delle biografie degli eroi nazionali sono dimenticate o taciute. ([[Andreas Umland]]) *La Russia usa allegramente il culto ucraino di Bandera come prova che l'Ucraina è uno Stato nazista. Gli ucraini rispondono per lo più sbianchettando l'eredità di Bandera. È sempre più difficile per le persone concepire l'idea che qualcuno possa essere stato il nemico del tuo nemico e tuttavia non una forza benevola. Una vittima e anche un carnefice. O viceversa. ([[Maša Gessen]]) ==Bibliografia== *Степан Бандера, ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1. ==Per [[Vera Politkovskaja]]== '''Vera Aleksandrovna Politkovskaja''' (1980 – vivente), giornalista russa. {{Int|Da ''[https://video.repubblica.it/mondo/mia-mamma-anna-politkovskaja/13099/14374 "Mia mamma, Anna Politkovskaja"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Video.repubblica.it'', 4 ottobre 2007.}} *Lei riceveva sempre minacce. Noi vivevamo con questa continua pena, paura. Però lei proprio non ne voleva neanche parlare. Lei diceva: «Questo è il mio paese. Io sono nata qui, voglio vivere qui, voglio lavorare qui. Quale sarà il mio valore se io prendo, lascio tutto e me ne vado?». *Era mia madre. Io penso che, durante la sua vita, lei ha fatto molto bene per le persone e ha lasciato sicuramente la sua traccia. E quindi col suo contributo qualcosa di meglio c'è nel nostro paese. Però contemporaneamente devo dire sarebbe stato molto meglio che lei non se ne fosse occupato, che non avesse fatto nulla e che fosse viva. Per me, al diavolo tutto. Io avrei voluto mia madre. {{Int|Da ''[https://www.balcanicaucaso.org/aree/Cecenia/Intervista-a-Vera-Politkovskaja-86280 Intervista a Vera Politkovskaja]''|Intervista di Giorgio Comai, ''Balcanicaucaso.org'', 3 dicembre 2010.}} *Non augurerei a nessuno di leggere sulla propria madre il tipo di frasi ed opinioni riguardanti Anna Politkovskaja che mi è capitato di trovare. *Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l'altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell'omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l'assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l'ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini. *Abbiamo ricevuto molte dimostrazioni di sostegno da rappresentanze diplomatiche estere. Ricordo che ad esempio il console francese è venuto di persona al funerale e ci ha passato una lettera di condoglianze firmata personalmente dal capo dello Stato del suo Paese. Ma i diplomatici non vengono certo a dire a noi di cosa parlano nei loro incontri ufficiali con i vertici russi. {{Int|Da ''[https://www.lsdi.it/2011/vera-politkovskaja-in-russia-sempre-peggio-per-la-liberta-di-stampa/ Vera Politkovskaja, in Russia sempre peggio per la libertà di stampa]''|Intervista di Valentina Barbieri, ''Lsdi.it'', 17 maggio 2011.}} *Nel nostro paese la libertà di stampa è un problema grave. Ogni giornalista si trova di fronte ad un bivio: può scegliere la carriera e scrivere quello che gli dicono oppure può fare una scelta diversa, scrivere quello che trova giusto e occuparsi di quello che gli interessa. Le conseguenze sono diverse: nel primo caso guadagnerà un posto di prestigio (ovvero statale), nel secondo caso potrebbe finire male. *Per quanto riguarda il mio vissuto di giornalista, cerco di evitare qualsiasi confronto tra l’esperienza di mia mamma e la mia. Non ho la sua ricchezza professionale, trent’anni di attività, la sua grande esperienza. Lei lavorava a modo suo, in una maniera personale, io lavoro in un altro modo, il mio. *Quando ti riferisci a qualcuno, inizi inevitabilmente a copiare, mentre nel giornalismo è più importante lavorare sul proprio stile. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/vera_politkovskaja_un_delitto_dimostrativo_come_quello_di_mia_madre_proveranno_a_insabbiare-108637090/ "Un delitto dimostrativo come quello di mia madre. Proveranno a insabbiare"]''|Intervista di Aleksej Tekhnenko, ''Repubblica.it'', 3 marzo 2015.}} *Quello di [[Boris Nemcov|Nemtsov]] è un omicidio politico, dimostrativo, arrogante. Come quello che ha distrutto la nostra famiglia. [...] Riconosco uno stile che mi preoccupa. Vaghezza, contraddizioni e troppe ipotesi che fanno solo confusione. Come allora. *A me basta la certezza che sia un omicidio politico. Chiunque abbia ucciso lo ha fatto per mettere a tacere una voce scomoda. È sempre la stessa storia. *Bisogna restare all'erta. Contrastare ogni voce falsa, chiedere giustizia sempre, instancabilmente. E mi auguro che gli amici e i compagni di movimento di Nemtsov riescano a tenere alta l'attenzione sui media. Lo so per esperienza, non è facile. Tutto si dimentica. {{Int|Da ''[https://www.la7.it/piazzapulita/video/parla-vera-la-figlia-di-anna-politkovskaja-i-russi-non-sono-abituati-a-pensare-05-05-2022-437048 «I russi non sono abituati a pensare»]''|Intervista di Sara Giudice, ''La7.it'', 5 maggio 2022.}} {{Int|Da ''[https://tg24.sky.it/mondo/2022/10/14/vera-politkovskaja-live-in-firenze-2022 "Putin indifferente a reazione Europa su Ucraina"]''|''Tg24.sky.it'', 14 ottobre 2022.}} {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2023/02/21/video/massimo_giannini_intervista_vera_politkovskaja_anna_mia_madre-12655173/ "Anna, mia madre"]''|Intervista di Massimo Giannini, ''Lastampa.it'', 21 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2023/02/putin--un-dittatore-mia-madre-ora-sarebbe-in-ucraina-dalla-parte-delle-vittime-eb0c8871-076d-482a-b394-86db8efd34c9.html "Putin è un dittatore, mia madre ora sarebbe in Ucraina dalla parte delle vittime"]''|''Rainews.it'', 22 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2023/05/20/vera-politkovskaja-un-libro-per-ricordare-la-madre-anna-politkovskaja/ Vera Politkovskaja: «In Russia la misoginia fa parte dei valori tradizionali»]''|''Iodonna.it'', 20 maggio 2023.}} *Se parliamo di questo momento storico, noto molti cambiamenti, ma in negativo. Non vedo segnali di miglioramento della situazione o di un prossimo futuro in cui la Russia sarà finalmente “un Paese felice”. La Russia precipita sempre di più in una realtà oscura e imprevedibile. Per uscirne impiegherà diversi decenni. *Oggi i diritti dell’uomo, così come sono intesi in Occidente, non esistono. Non solo, ma negli ultimi tempi politici e personaggi pubblici insistono nel criticare l’introduzione di queste concezioni in Russia, o a distorcerne il significato. Adesso ai diritti della persona vengono contrapposti i non del tutto chiari “valori tradizionali”. Risultato: l’attività di alcune persone sui social porta a procedimenti penali, il movimento Lgbt è di fatto vietato, tutti i media dell’opposizione sono stati bloccati in rete o chiusi. La Russia si è ritirata dalla convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Se si scava, poi, un po’ più a fondo, si scopre che non c’è più nemmeno lo spazio per tentare di difendere i diritti umani. *[...] in Russia la misoginia è un sentimento abbastanza diffuso e per qualche russo è addirittura parte di quei valori tradizionali cui accennavo prima. Però, a essere sinceri, in molti Paesi questo sentimento è comune almeno quanto in Russia, e in alcuni anche di più. Se poi contestualizziamo il tutto da un punto di vista storico, non è passato molto tempo da quando le donne hanno ottenuto almeno il diritto di voto. E ora, come allora, la parte femminile del mondo deve ancora lottare per ottenere le stesse possibilità degli uomini. Per questo continuare a conquistare i propri diritti è il compito più importante per tutte le donne del pianeta. {{Int|Da ''[https://www.r/robinson/2023/10/23/news/vera_politkovskaja_la_mia_russia_ora_e_mordor-418550449/ Vera Politkovskaja: “La mia Russia ora è Mordor”]''|''Repubblica.it'', 23 ottobre 2023.}} *Riconosco senza problemi che una parte della responsabilità per quello che accade è mia, in quanto cittadina proveniente dalla Russia, e i cittadini dell’Ucraina, finché la guerra non finirà, hanno tutto il diritto di accusare i cittadini della Federazione russa per quanto si sta verificando. Ma questo diritto è solo loro. *Come è possibile che l’odio verso i russi in tanti Paesi del mondo, specie in Europa, faccia ormai parte della normalità? La prima cosa che colpisce è la reazione serafica della comunità europea che vede in questo odio un dato di fatto, un normale stato delle cose. Va detto che anche l’invasione dell’Ucraina è un dato di fatto, ormai scontato, per molti russi. Qual è dunque la differenza tra comunità europea così civile e quella russa, che negli ultimi diciotto mesi è stata costantemente tacciata di non ribellarsi a sufficienza contro le autorità? Dove sono finiti tutti quelli a cui stridono i denti a forza di intestarsi la causa animalista, quella della comunità LGBTQIA+ o quella degli afroamericani? Siete tutti concordi nel dire che siamo tutti uguali ma prendersela con una persona solo perché possiede il passaporto russo vi sta bene? *La maggioranza degli stati che non accoglie più i russi e ha anche interrotto l’emissione di visti di transito è rappresentata da Paesi al confine con la Russia. Ovvero proprio quei Paesi in cui si sono rifugiati i miei concittadini in fuga dagli orrori del regime di Putin. L’hanno fatto in pena per il futuro e l’incolumità delle proprie famiglie, temendo di essere esposti a azioni persecutorie politiche, che oggi in Russia equivalgono a quelle penali. *Tra i Paesi che non concedono visti ai russi figurano la Polonia, la Finlandia, la Repubblica ceca, la Lettonia e tanti altri. Oltre a questo divieto, di recente i politici di tutti i Paesi europei che spartiscono la frontiera con la Russia hanno bloccato l’ingresso nei paesi membri dell’Unione Europea alle automobili immatricolate nel mio Paese. L’argomentazione utilizzata per giustificare la misura rimanda a una delle regole del regime sanzionatorio introdotto dopo lo scoppio della guerra: ora le automobili russe sono considerate merce d’importazione e quindi vietata. *«Russi, dovete soffrire! Ovunque siate, alla fine siete voi che avete invaso! Se non vi va bene ritornatevene a casa vostra e rovesciate Putin! Non avrete diritti finché ci sarà la guerra!». Ogni qual volta sento pronunciare queste frasi da parte degli ucraini, la mia mente va col pensiero alle loro città dove tutti i giorni cadono i missili russi. Mi sento capace di capirli e perdonarli ogni volta, perché mi mostrano un odio viscerale, ma per «una giusta causa». Tuttavia non posso non notare i parallelismi con la retorica del Cremlino: potete “invitare” i russi a tornare casa per rovesciare Putin quanto volete, ma rimane il fatto che ora tutti i critici del regime in vigore a Mosca si trovano o sotto terra, o in prigione o all’estero. Non dimentichiamo che è da diciotto mesi che lo stesso esercito ucraino non riesce a sconfiggere il regime putiniano, al netto di tutti gli aiuti provenienti dal mondo civile. *La guerra in Ucraina è il frutto di una politica pluriennale del Cremlino, smascherata sovente da chi ora non c’è più, è dietro le sbarre oppure se n’è andato. Al contempo è anche il fallimento totale della diplomazia non solo di Kiev e Mosca, ma anche di quella europea e americana. A pensarci bene, i responsabili delle ostilità in Ucraina al massimo sono i vertici del potere russo e i politici occidentali. Ora Putin potrà troneggiare legalmente fino al 2036. Il presidente di un paese immenso ha sistematicamente violato le leggi, anche quelle internazionali, ma in tutto il mondo civile hanno continuato a stringergli la mano. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/19/news/politkovskaja_morte_navalny_putin-422158715/ Putin temeva Navalny più di ogni altro e si è sbarazzato di lui come di mia madre Anna Politkovksaja]''|''Repubblica.it'', 19 febbraio 2024.}} *Per i politici europei e americani, l’omicidio di Navalny è solo l’ennesimo pretesto per prendere la parola e ancora una volta “dare uno schiaffo” alla Russia di Putin. *L’oppositore russo è stato in qualche modo il prigioniero personale di Vladimir Putin che lo temeva talmente da non osare pronunciare il suo nome ad alta voce, offrendo così il fianco ai giornalisti che glielo hanno fatto notare a più riprese. Navalny, dal canto suo, trovandosi già dietro le sbarre, non ha mai avuto paura a definire il capo di stato russo un omicida, un farabutto e un ladro. Con il sorriso sarcastico sul suo volto, in più di un’occasione ha schernito il presidente russo e tutto il sistema da lui costruito. Le numerose cause penali intentate ai suoi danni non facevano altro che dargli il pretesto per farsi una risata. *[...] le persone che si sono occupate di eliminare Navalny sono ufficialmente “a servizio dello stato” nei tribunali, nelle procure, nelle carceri e nelle case circondariali. Si tratta di persone che non per forza occupano posizioni di rilievo. Ma tutte loro, in un modo o nell’altro, sono complici e, qualora il caso relativo all’omicidio di Navalny dovesse arrivare in tribunale, sul banco degli imputati ci sarebbero decine di persone. *[...] le cose si svolgeranno come si erano svolte fino all’esecuzione di Navalny. Con l’aiuto delle forze dell’ordine, degli arresti e dei processi, metteranno il bavaglio a tutti quelli che oseranno pronunciare la verità sulla fine dell’oppositore. I politici occidentali si indigneranno ancora un po’, esprimeranno il loro orrore rispetto a quanto accade in Russia, salvo poi tornare subito a occuparsi delle loro vicende quotidiane. Succederà così perché non possono fare nulla, non hanno mai avuto e non hanno neanche ora delle reali possibilità per fare leva sulla situazione in modo da cambiarla. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/venerdi/2024/03/08/news/vera_politkovskaja_il_futuro_della_russia_sara_scritto_dalle_donne-422277423/ Vera PolitkovskaJa: “Il futuro della Russia sarà scritto dalle donne”]''|''Repubblica.it'', 8 marzo 2024.}} *Mentre in tutto il mondo civilizzato il ruolo della donna nella società cresce, in Russia si susseguono prese di posizione che non fanno che danneggiarla. Non mi riferisco solo al divieto di abortire, già in vigore nelle strutture sanitarie private del Paese, ma anche agli appelli dei politici che chiedono di limitare l’accesso delle donne all’istruzione secondaria, in modo che non vengano distolte da quella che secondo lo Stato (e secondo una parte dei russi) è la loro funzione principale: fare figli. *In generale l’impressione è che – sempre nella visione statale – le donne russe, ancor più dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, siano destinate a ricoprire esclusivamente il ruolo di macchine per la riproduzione della popolazione. *Ad abbandonare la Russia sono state proprio quelle persone che avrebbero potuto influire sul futuro in maniera positiva. Neanche dall’estero riescono a far sentire la loro voce: la macchina della propaganda ha fatto presto a bollare come "traditore della patria” chi è andato via. Con il risultato che chiunque dall’estero osi criticare pubblicamente la situazione in Russia viene sommerso da una montagna di fango e screditato in tutti i modi possibili, compreso ritrovarsi oggetto di azioni civili e penali. Lo scopo è anche quello di rendere difficile il rientro in patria di queste persone. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} La denigrazione del nemico con ogni mezzo è pratica diffusa in Russia: se poi il nemico è una donna che ha osato mostrare al mondo un’immagine che non è solo quella della vedova inconsolabile e in preda al dolore, i denigratori sono capaci di tutto. La misoginia trova terreno fertile nella nostra società. *Nell’immaginario collettivo russo il campo d’azione legittimo della donna continua a essere quello della cucina e delle stanze da letto dei figli. Anche per quelle che riescono a uscire da questo schema la vita non è semplice: il divario salariale a parità di professione e di ore di lavoro, nel migliore dei casi, è del 30 per cento. Gli uomini non hanno nessun problema a cercare di ostacolare la carriera delle loro colleghe. *[...] nel Caucaso, e in particolare in Cecenia, la situazione per le donne è orribile. Qui, come all’epoca dei barbari, sono soggette a mutilazioni genitali e rischiano di venire uccise in nome dell’onore della famiglia. *Il 40 per cento circa dei russi è convinto che se un uomo mantiene una donna può vietarle di uscire di casa, incontrare gli amici e i parenti, lavorare o utilizzare le carte di credito senza il suo consenso. Certo, non tutti gli uomini russi la pensano così. Ma se ci riferiamo al cosiddetto “Paese profondo”, allora diciamo che questa visione della donna è molto diffusa. *Mi piace pensare che sia possibile, ma servirebbero sforzi giganteschi e un leader, o una leader, capace di unire moltissime persone che la pensano in maniera diversa sulla guerra e sull’operato di Putin. Yulia Navalnaya ha tutte le carte in regola per diventarla. Ha tutto quello che le serve, salvo il marito. *Credo che Yulia sia assolutamente in grado di unire tutte le forze di opposizione russe al di fuori del Paese. Ma l’apparato repressivo all’interno del Paese è talmente potente che riuscire a coinvolgere chi vive in Russia sarebbe ben altra impresa. Questo è un dato di fatto, e non può essere ignorato. *Le donne russe sono forti per natura e temprate dalle circostanze. Di “principesse sul pisello” io ne conosco poche. La mia speranza è che sulla scena politica emergano donne che sappiano guardare la realtà come la vede Yulia Navalnaya. Penso che solo loro potrebbero diventare la forza motrice che potrà far uscire la Russia dalle tenebre in cui si è impantanata. ==''Una madre''== ===Incipit=== Mia madre è sempre stata una persona scomoda, non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune che sfoglia un giornale e ne legge gli articoli. Purtroppo la maggioranza della popolazione russa crede a quello che le viene detto dagli schermi dei canali di Stato: un mondo virtuale creato dalla propaganda, dove, nel complesso, tutto va bene. E i problemi, che periodicamente vengono segnalati all’opinione pubblica, hanno origine nei Paesi occidentali o, come si dice in Russia con un sorrisetto, «nell’Occidente in decomposizione». ===Citazioni=== *I [[Dittatura|dittatori]] hanno bisogno di offrire sacrifici umani per consolidare il loro potere. (p. 10) *In Russia tutti si sono dimenticati in fretta di Anna Politkovskaja, soprattutto la gente che conta, perché mantenere la memoria di persone come mia madre è pericoloso. È molto più comodo perderne le tracce e dimenticare la sua verità. (p. 10) *In Occidente il nome Politkovskaja è fonte di orgoglio. A mia madre intitolano piazze e vie, la sua attività giornalistica viene studiata nelle università, i suoi libri si vendono in tutto il mondo. In Russia quel nome è avvolto dal silenzio. (p. 10) *Dopo il 24 febbraio 2022 il nostro cognome è tornato ad avere un peso, a essere oggetto di minacce, ancora di morte, questa volta contro mia figlia, che è solo un’adolescente. Da quando a scuola hanno iniziato a parlare del conflitto in Ucraina, i compagni si sono scagliati contro di lei. Pesantemente. Così abbiamo scelto l’esilio volontario, la fuga in un altro Paese. (p. 10) *Anna Politkovskaja si formò come giornalista proprio nel periodo della [[perestrojka]]. Ne ha incarnato perfettamente lo spirito, il desiderio di cambiamento: sognava una democrazia compiuta, e sognava di fare il suo mestiere in un Paese libero, come dovrebbe essere, come non è quasi mai, nel mondo. (p. 16) *Nella vita di tutti i giorni mia madre era una persona difficile. La gestione familiare, il desiderio di avere il meglio per noi, oltre alla sua acuta percezione di tutto ciò che accadeva intorno, prosciugavano le sue forze. A ripensarci ora, credo che la responsabilità di una famiglia le sia caduta addosso troppo presto. (p. 25) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Di quei momenti, dopo il ritorno a Mosca, ricordo questa scena in particolare: mia madre che piange seduta su una panchina nel cortile di casa. Ignara del motivo, pensavo fosse preoccupata per papà, che non era ancora tornato dalla Casa Bianca. Invece poi ho scoperto che quel giorno tre giovani manifestanti che si opponevano ai golpisti erano morti, schiacciati dalle ruote di un veicolo da combattimento della fanteria proprio nel centro di Mosca. Alla notizia, mamma non era riuscita a trattenere le lacrime. L'episodio fu per lei un chiaro esempio di come troppo spesso siano le persone comuni a subire le conseguenze di avvenimenti storici di portata epocale, anche pagando con la vita: un tema che percorre come una linea rossa tuta la sua carriera professionale. (p. 32) *In cabina di regia scherzavamo sul fatto che, per qualche motivo a noi sconosciuto, gli opinionisti filogovernativi risultavano sempre un po' retrogradi, dei sempliciotti, con il loro eloquio clericale, noioso e poco interessante, mentre gli avversari dimostravano grande acume, profonda conoscenza dell'argomento oggetto della discussione, e avevano un atteggiamento propositivo e idee concrete per trovare una soluzione al problema. Gli oppositori non pensavano solo a farsi belli di fronte alle telecamere, e lo spettatore era in grado di capire benissimo come stavano le cose. (p. 46) *Molti in Occidente non capiscono perché i russi accettino così docilmente tutto ciò che fanno le autorità. I cittadini non protestano, non scendono in piazza. Oltre al fatto che la maggior parte della popolazione è impegnata a sopravvivere in condizioni di povertà, le sanzioni per la partecipazione a picchetti o manifestazioni sono diventate così elevate che pochi osano esporsi. Se in Europa, al termine di una «protesta» pacifica, ciascuno può rientrare tranquillo a casa propria, in Russia la maggioranza dei manifestanti finisce in una stazione di polizia. E non è scontato che se la cavi con una «semplice» (comunque alta) sanzione amministrativa, anziché con quindici giorni di cella. Anzi, spesso rischia un processo penale. (p. 53) *Chi può, in Russia, evita il servizio militare come la peste, perché sa che nelle caserme potrebbe accadere di tutto, ammesso di sopravvivere al nonnismo incontrollato. È risaputo, inoltre, che in tempo di pace i soldati vengono spediti in zone impervie affinché diventino «veri uomini», imparando a cavarsela con misere razioni alimentari e attrezzature poco idonee. Il podersoso ammodernamento delle forze armate, per il quale è stato speso l'equivalente di milardi di euro, è in buona parte avvenuto solo formalmente e non si capisce dove siano finiti quei soldi. (p. 63) *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Secondo le stime dell'intelligence ucraina, in migliaia si sarebbero dati alla fuga dalla prima linea e in alcune unità si è arrivati al 60-70 per cento di disertori. I dissidenti russi si mantengono più cauti, calcolando gli abbandoni in circa un miglaio. Il Cremlino, proprio come sul numero dei morti, tace. (p. 66) *I familiari dei caduti raccontano che spesso apprendono della scomparsa dei congiunti dai commilitoni o dai canali Telegram ucraini. Oppure capiscono che è successo qualcosa di irreparabile quando il loro congiunto smette di chiamare a casa. I russi, al contrario, tendono a lasciare sul campo i corpi dei comilitoni russi. (p. 66) *Un'intera generazione di giovani pagherà un prezzo altissimo, come è già avvenuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, del conflitto in Afghanistan e della Cecenia. E il prezzo non è solo la morte. Tra i fortunati che torneranno da questa guerra, le conseguenze psicologiche saranno incalcolabili, per non parlare dell'enorme quantità di invalidi che non sapranno di cosa vivere. (p. 69) *Io sono una cittadina russa, ma sono disgustata dal cieco nazionalismo e dallo pseudopatriottismo che stanno montando nel mio Paese. Quando un Paese aggredisce, chi subisce e soffre deve difendersi. Credo sia giusto che l'Occidente stia aiutando attivamente l'Ucraina a difendersi. Se così non fosse stato, la guerra sarebbe già finita. E penso che lo stesso Cremlino avesse scommesso sulla mancanza di sosteno da parte occidentale, quando ha cominciato l'aggressione. Quello che dico può apparire una contraddizione, per me che sono una pacifista convinta. Odio la guerra e le conseguenze che porta con sé. Ma si tratta di una contraddizione inevitabile. Voglio vedere la Russia come un Paese prospero, libero e sviluppato, non incosciente, povero e militarizzato. (p. 70) *La diffusione di informazioni da canali non ufficiali inizialmente comportava una multa, quindi la sospensione dell'attività, infine il ritiro della licenza per trasmettere, radio o televisione che fosse, o per stampare e vendere il giornale. Nel corso del primo mese di guerra, in Russia sono state varate alcune leggi che introducevano la responsabilità amministrativa e penale per la diffusione di «fake news» riguardanti le azioni dell'esercito russo, con una pena prevista fino a quindici anni di carcere. Ciò ha permesso di arrestare diverse persone che avevano criticato l'operato dei militari russi in Ucraina sui social o sui propri blog. (p. 76) *A tutte le difficoltà oggettive connesse con l'inizio della guerra se n'è aggiunta una ulteriore, che riguarda solo mia figlia: inconsapevolmente si è ritrovata anche lei sulla linea del fuoco. Lei si chiama come la nonna, Anna Politkovskaja, e per questo a scuola è stata subito oggetto di atti di violenza e di bullismo. A dire la verità, era già accaduto in passato. Quando Anna visitava una nuova palestra per un corso di ginnastica, le veniva spesso ricordato dai suoi coetanei, ovviamente in forma offensiva, da quale famiglia provenisse. Dopo il 24 febbraio 2022, però, la mancanza di rispetto si è trasformata in minaccia. (pp. 77-78) *Quando mamma era via, in pratica non avevamo alcun contatto con lei, perché non esistevano linee telefoniche adeguate. Eppure non sono mai rimasta a casa ad aspettare che tornasse. Del resto, lei non l'avrebbe mai voluto. Mia madre era una donna estremamente indipendente e con questo spirito ha cresciuto anche noi. Ancora adesso, quando ripenso a lei, la vedo seduta alla scrivania con la testa china sul computer a scrivere una «nota». Così le piaceva chiamare i suoi testi: non notizie, articoli, materiali, ma note. E mentre ci si dedicava era assente, anche quando era presente fisicamente. (pp. 89-90) *Mia madre non accettava mai compensi da parte delle persone che aiutava: era una questione di principio. (p. 95) *Lei cercava comprensione, ma riceveva sostegno solo dai colleghi della redazione del suo giornale e da pochissime altre redazioni di mezzi di informazione alternativi. E, ovviamente, dalle tante persone che aiutava. Perché solo questo contava per lei: fare il proprio lavoro, raccontare quello che vedeva, dare asilo a quanti non sapevano dove altro andare. Le loro storie non coincidevano con la versione ufficiale dei vari uffici competenti legati al Cremlino. (p. 105) *Questo era il suo modello di giornalismo. Raccontare i fatti, scrivere senza tener conto delle gerarchie. Un concetto forse banale per chi vive in una democrazia, ma in Russia era pura follia: significava dare per sontata la libertà e sfidare il sistema irritando tutti, compresi i colleghi che avrebbero dovuto farsi carico della stessa responsabilità, raccontando a loro volta la verità. Invece mia madre era sola, profondamente sola. (p. 106) *Scrivere la verità serve, anche se nessuno la vuole ascoltare. E serve anche fare il proprio lavoro bene, sempre. Mettere in discussione questo significherebbe riconoscere che il suo sacrificio è stato inutile. (p. 107) *Lei era profondamente convinta che, nel momento in cui si assiste a un'ingiustizia, si è costreti a intervenire. Se invece non la riconosci, o non ci credi, allora non ti senti coinvolto, anche se in fondo sospetti che un'ingiustizia esista. (p. 108) *{{NDR|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]]}} I terroristi avevano già ucciso diverse persone. Doveva avanzare con cautela, seguendo un certo percorso all'interno dell'edificio, e un passo sbagliato a sinistra o a destra poteva portare all'irreparabile. «Lì dentro ricordo di aver calpestato vetri rotti mescolati a qualcosa che sembrava sangue», c'erano vetri ovunque mi disse. «Una sensazione impossibile da dimenticare». (p. 117) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Dopo alcuni articoli si cominciò a dire che mia madre stava speculando sui morti, che «ballava sulle loro ossa» per fare carriera. Come spesso accade in Russia, parlare o scrivere di questa vile operazione, a seguito della quale morirono centotrenta persone, invece di essere liberate, significa mettere in discussione il lavoro delle forze speciali e le decisioni della leadership. Per questo, proprio perché la cosa era andata male ed erano morte molte persone, le dicevano di lasciar perdere. (p. 120) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Mi sarei potuta trovare anche io in quel teatro. Tra gli ostaggi, le vittime o tra quanti, a causa di quella storia, portano cicatrici che non si rimarginano. Ma non avevo sentito la sveglia e l'audizione, quel famoso giorno, era saltata. (p. 122) *{{NDR|Sulla [[strage di Beslan]]}} Se fosse arrivata a Beslan, mia madre avrebbe provato a parlare con i terroristi, ma evidentemente troppe persone non volevano che accadesse. Non tolleravano come lavorava, il fatto che raccogliesse le testimonianze delle famiglie degli ostaggi. Su quell'aereo non hanno solo cercato di ucciderla. Le hanno impedito di fare il suo lavoro. (p. 139) *Nessuna autorità russa presenziò al funerale. Solo tanta gente comune in lacrime. Quel giorno mi resi davvero conto di quanto lei fosse tenuta in considerazione, di quanto le volessero bene e di quanto profondamente il suo assassinio avesse scosso l'opinione pubblica. In molti, da quel momento, non avrebbero avuto più voce, né una spalla su cui piangere. Per tante di quelle persone si era spenta l'ultima possibilità di avere giustizia, di vedere scritta la propria storia. (p. 165) *In Russia, i membri delle forze dell'ordine rappresentano una casta a sé. Per me è sempre stato un mistero dove e da chi imparino a comportarsi e a comunicare con la gente. Spesso il loro stile «da cavernicoli» sembra fatto apposta per innervosire gli interlocutori, farli sentire inferiori, poca cosa rispetto alla «macchina statale» e all'uniforme che hanno di fronte. La maggior parte delle persone normali, a cui non è mai capitato di avere a che fare con loro, la prima volta non sa come affrontarli. (p. 170) *La [[seconda guerra cecena]] è stata una delle meno raccontate della storia, spacciata per giunta come lotta al terrorismo islamico, uno dei pilastri su cui Putin costruì una parte consistente della retorica sulla sua nuova Russia. Un secondo, forte pilastro propagandistico fu individuato nella «[[Fronte orientale (1941-1945)|grande guerra patriottica]]», la resistenza al nazismo e la vittoria del 1945. Se il nazismo era stato il nemico e la sua sconfitta un atto fondativo della nuova Russia, chi ne sottovalutava la valenza politica e storia si poneva automaticamente al di fuori del pensiero dominante in Russia. Bisognava eliminare le scorie del decennio eltsiniano e degli anni della perestrojka, quando la ricerca storica aveva vissuto un periodo di grande libertà erano venute alla luce verità sgradevoli per i russi, legate ai crimini del regime staliniano. La storia e la democrazia dovevano diventare sovrane, mentre la libera ricerca storica era vista come una minaccia, perché capace di «leggere» in maniera critica la narrazione dominante del passato. [...] Il terzo pilastro su cui poggia la nuova dottrina nazionale è quella del vittimismo. Dopo il [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|crollo dell'Unione Sovietica]], la Russia è stata umiliata. Da chi, se non dall'Occidente, con i suoi valori così lontani da quelli della tradizione russa? (pp. 181-183) *Putin e i suoi, [...] oltre alla sbandierata denazificazione, non hanno mai dichiarato i veri scopi della guerra. In Russia è stato ripetuto che si trattava di proteggere la popolazione del Donbass dopo otto anni di continue aggressioni e che in Ucraina esisteva un regime nemico, pronto, secondo Mosca, a invadere il Paese su mandato dell'Occidente. La realtà è che il Cremlino non può tollerare un'Ucraina democratica, che cerca di porre le basi per il suo ingresso nell'Europa politica. Una guerra prolungata, comunque vada a finire, rallenterà il processo di democratizzazione ed europeizzazione dell'Ucraina. La dirigenza russa parla anche dell'esistenza di una minoranza nazionale russa in Ucraina che non può essere esclusa dal godimento dei pieni diritti tra cui, per esempio, l'uso del russo a scuola e negli uffici pubblici. Nel primo mese di guerra, tuttavia, i bombardamenti si sono concentrati proprio sui territori in cui è preponderante la popolazione russofona, così come russofona è la maggioranza dei profughi costretti a lasciare le proprie abitazioni. Dopo l'aggressione, addirittura, molti di loro stanno progressivamente privilegiando l'ucraino. (pp. 183-184) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Vera Politkovskaja, ''Una madre. {{small|La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja}}'', traduzione di Marco Clementi, Rizzoli, ISBN 978-88-17-17882-2 ==Per [[Cristina Marsillach]]== {{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}} *Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempre stare (deve sempre esserci la paura) su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni. :''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.'' *Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava addosso dei corvi vivi. Io gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Litigavamo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente. :''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.'' *Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici (questioni tecniche, dettagli tecnici), mentre io volevo fargli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlava di cosa stava per fare tecnicamente (sul piano tecnico). :''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.'' ---------------------------------- '''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico. ==''Running with the fox''== *I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo. :''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10) *Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente. :''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15) *Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi. :''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16) *Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno. :''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32) *Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce. :''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45) *Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli. :''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45) *Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà. :''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56) *I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro. :''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58) *Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane. :''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61) *L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole. :''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173) *Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico. :''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181) *Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli. :''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) ------------------- [[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]] '''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope. ==Citazioni su Mangascià Giovanni== *Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]]) *Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]]) pxwiub5bsme6yqrdiggobrwgk8njudl 1349946 1349945 2024-11-03T10:18:12Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1349946 wikitext text/x-wiki ==[[Aleksej Naval'nyj]]== ==''Patriot''== ===Incipit=== In realtà, morire non è stato doloroso. Se non fossi stato sul punto di esalare il mio ultimo respiro, non mi sarei mai sdraiato sul pavimento accanto alla toilette dell'aereo. Come potete immaginare, non era esattamente pulito. ===Citazioni=== *La possibilità di candidarmi alle elezioni mi era preclusa da molto tempo. Lo Stato non riconosceva il partito politico che guidavo e ne aveva appena rifiutata la registrazione per la nona volta in otto anni. Per qualche strana ragione, succedeva sempre che non riuscissimo a «compilare correttamente i moduli» e, nelle rarissime occasioni in cui un nostro candidato entrava nelle liste elettorali, spuntavano i pretesti più fantasiosi per negargli l'eleggibilità. (p. 5) *In un paese autoritario, dove per oltre due decenni il regime si era dato la priorità di inculcare nell'elettorato l'idea che le persone sono impotenti e non possono cambiare le cose, convincere la gente a uscire di casa e andare a votare non è mai stato un compito facile. Era pur vero, però, che i redditi erano calati per sette anni di fila, quindi se anche solo un terzo dei cittadini stufi del regime si fosse convinto ad andare ai seggi, nessun candidato di Putin avrebbe avuto una chance. A questo punto, come indurre gli elettori a votare? Con la persuasione? Offrendo in cambio qualcosa? Noi scegliemmo di farli arrabbiare. Di farli arrabbiare sul serio. (p. 6) *Considerando la realtà della Russia, scartammo fin dall'inizio l'idea di un approccio giornalistico prudente, fatto degli infiniti giri di parole – presunto, possibile, cosiddetto – tanto amati dai consulenti legali. Chiamavamo le cose col loro nome: ladro, corruzione. Se qualcuno aveva una proprietà sontuosa, non ci limitavamo a menzionarne l'esistenza, ma effettuavamo riprese con i droni e la mostravamo al pubblico in tutta la sua magnificenza. Dopodiché ne scoprivamo il valore e lo raffrontavamo con il modesto reddito che il burocrate suo proprietario dichiarava. (p. 6) *Quello che facevamo era intrattenere e al contempo scatenare indignazione con immagini della vita condotta dagli «umili patrioti che governano la nostra terra», spiegando come funzionano i meccanismi della corruzione e incitando a intraprendere azioni pratiche per causare il massimo danno al sistema di Putin. Il materiale non mancava mai. (p. 7) *In genere parlo volentieri con la gente, ma non in aereo: troppo rumore di sottofondo e non gradisco molto avere qualcuno che, a venti centimetri da me per farsi sentire, urla: «Lei indaga sulla corruzione in Russia, giusto? Be', senta cosa mi è capitato».<br>La Russia è fondata sulla corruzione e a tutti è capitato qualcosa. (p. 12) *Provate a toccarvi il polso con un dito della mano opposta. Sentite qualcosa perché il vostro corpo rilascia acetilcolina e un segnale nervoso informa il vostro cervello di questa azione, che vedete con gli occhi e identificate con il senso del tatto. Adesso fate la stessa cosa con gli occhi chiusi: non vedete il dito, ma siete perfettamente in grado di stabilire quando toccate il polso e quando non lo fate. Questo perché, dopo che l'acetilcolina trasmette un segnale tra le cellule nervose, il vostro corpo secerne colineterasi, un enzima che arresta il segnale a lavoro terminato. Per farlo, «distruggere» l'acetilcolina «usata» e, con essa, ogni traccia del segnale inviato al cervello. In assenza di questo meccanismo, il cervello riceverebbe di continuo il messaggio del dito che tocca il polso, ripetuto milioni di volte. Sarebbe simile al cosiddetto DDoS, un Distributed Denial of Service (ovvero un attacco distribuito di negazione del servizio), ai danni di un sito web: clicca una volta e il sito si apre, clicca un milione di volte al secondo e il sito va in crash.<br>In caso di DDoS, puoi ricaricare il server o installarne uno più potente. Con gli esseri umani, però, non è così semplice. Bombardato da miliardi di falsi segnali, il cervello si disorienta, non è in grado di elaborare quanto succede e alla fine va in blocco. Dopo un po' di tempo, la persona smette di respirare, visto che anche questa è una funzione controllata dal cervello.<br>È così che agiscono le sostanze nervine. (pp. 14-15) *Quando la gente mi chiede com'è morire a causa di un'[[Armi chimiche|arma chimica]], faccio due associazioni mentali: i Dissennatori di ''Harry Potter'' e i Nazgûl del ''Signore degli Anelli''. Il bacio di un Dissennatore non fa male: la vittima sente solo la vita che la lascia. L'arma principale di un Nazgûl è la spaventosa capacità di farti perdere la volontà e la forza. Lì in quel corridoio, un Dissennatore mi bacia mentre un Nazgûl si mette al mio fianco. (pp. 15-16) *Se immaginate che uscire dal [[coma]] sia una faccenda più o meno istantanea, come vorrebbero farci credere i film, mi tocca deludervi. Sarei fin troppo lieto di affermare che un attimo prima stavo morendo a bordo di un aereo e un'attimo dopo ho aperto gli occhi scoprendo che mi trovavo all'ospedale e davanti a me c'era la mia amata moglie, o perlomeno una squadra di medici che mi scrutavano ansiosi. Non è andata così. Tornare alla vita normale ha comportato diverse settimane di visioni molto sgradevoli e persistenti. L'intero processo è assomigliato a un viaggio interminabile e altamente realistico all'inferno. Anzi, non mi sorprenderebbe se l'idea dei suoi gironi fosse venuta proprio a persone che sono state in coma e hanno visto ciò che ho visto io. C'è stata una sequenza ininterrotta di allucinazioni, in mezzo alle quali di tanto in tanto intravedevo un barlume di realtà. Con il passare del tempo, la realtà aumentava e le allucinazioni diminuivano. (p. 17) *Un giorno, quando ormai avevo una migliore connessione con la realtà e stavo addirittura cominciando pian piano a ricordare qualche parola d'inglese, chiesi all'infermiere un bicchier d'acqua. Lei disse che me l'avrebbe data solo se avessi scritto quella parola, e mi porse una penna. Ricordavo come si dice «acqua» in inglese, ma proprio non sapevo come scriverlo, per quanto mi sforzassi. Cominciai ad arrabbiarmi e chiesi di nuovo, con stizza, di darmi l'acqua. «Prova un'ultima volta a scriverlo» mi disse l'infermiera con fermezza. Io feci qualche scarabocchio sul foglio, andai su tutte le furie e in un attacco di collera scrissi la parola che di colpo mi era emersa dall'inconscio: ''fuck''. Con un sottile senso di vendetta, ma soprattutto orgoglio, porsi il foglio all'infermiera. Lei mi guardò con commiserazione. Avevo scritto ''fkuc''. (p. 20) *Yulia e Leonid provarono più volte a raccontarmi quello che mi era capitato. Per un po' ebbero sarso successo. Sembrava che stessero bussando a una porta chiusa dietro cui si celava il mio cervello, che però non rispondeva. Mi dissero dell'avvelenamento; di come mi ero sentito male sull'aereo; dell'ospedale di Omsk, pieno di agenti dell'FSB; di come per un sacco di tempo il regime non avesse accettato di trasferirmi; del viaggio in Germania... ma io mi limitavo a fissarli con lo sguardo vitreo. Mi raccontarono profusamente e nei dettagli che Putin aveva cercato di assassinarmi mentre ero in visita in Siberia; che laboratori indipendenti avevano confermato che ero stato avvelenato e, per giunta, con lo stesso agente chimico che i servizi segreti russi avevano usato per avvelenare [[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal'|Sergei Skripal' e sua figlia a Salisbury]]. Poi, quando per l'ennesima volta pronunciarono la parola «''[[novičok]]''», di colpo li guardai dritto negli occhi e dissi: «Ma che cazzo? È una tale idiozia!». (pp. 21-22) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per strada i soldati erano inguainati da capo a piedi in insolite tute bianche. Indossavano maschere antigas che li facevano assomigliare a una qualche strana specie animale. Io vengo da una famiglia di militari, e ovviamente a casa avevamo delle maschere antigas, ma la loro unica funzione era essere indossate dai figli degli amici dei miei che venivano a trovarci: si mettevano a correre per l'appartamento, fingendo di essere elefanti e strillando di gioia. Il gioco poteva durare due o tre minuti al massimo, perché sotto le maschere antigas si moriva di caldo. I soldati in strada non stavano giocando e non si divertivano affatto. Fermavano le automobili e le lasciavano procedere solo dopo aver esaminato le loro ruote con una speciale asta metallica: un comportamento piuttosto bizzarro. (p. 29) *Quando per l'ennesima volta mi sentivo chiedere se fossi ucraino o russo, mi sforzavo di non dare una risposta netta. Era come se mi avessero chiesto a chi volevo più bene, a mio padre o a mia madre, e per quella domanda non esisteva una risposta valida. (p. 31) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per il resto del mondo fu un enorme disastro nucleare. Per l'Unione Sovietica, uno dei fattori scatenanti del crollo di un paese già colpito dalla crisi economica del suo «socialismo pienamente sviluppato». Per il ramo ucraino della nostra famiglia fu un'immane tragedia che spazzò via la vita di un tempo. Per me rappresentò il primo evento, la prima lezione di vita, che ebbe un impatto formativo sul mio modo di vedere le cose. Le radiazioni potevano essere lontane, ma l'ipocrisia e le bugie inondarono la nazione intera. (p. 32) *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. (p. 33) *Ero solo un bambino, ma la domanda che più mi tormentava era perché le autorità stessero mentendo quando tutti attorno a me sapevano la verità. Quanto era patetico quel tentativo di ingannarci? Se devi mentire, dovresti almeno aspettarti di trarne qualche beneficio. Dici di essere malato e non sei costretto ad andare a scuola. Perlomeno ha un senso. Ma loro dove volevano andare a parare? [...] Se il disastro di Černobyl' non fosse mai avvenuto, probabilmente avrei sentito parlare meno di politica. Senza dubbio non mi avrebbe toccato così da vicino, e le mie opinioni politiche sarebbero state un po' diverse. Ma le cose andarono come andarono, e molti anni dopo, quando ero un uomo adulto, mentre guardavo in tivù l'appena nominato presidente ''ad interim'' della Russia, il quarantasettenne Vladimir Putin, lungi dal condividere l'entusiasmo per il nuovo, «energico leader» del paese, continuavo a pensare: «Questo mente in continuazione, proprio come succedeva quando ero bambino». (pp. 37-38) *{{NDR|Sulla ''[[dedovščina]]''}} Inutile dire che una pratica così idiota non migliorava affatto la disciplina, e in realtà il nonnismo non faceva che minare il rispetto per l'esercito. I soldati che tornavano a casa dopo due anni di servizio alla patria descrivevano in termini piuttosto scabrosi le violenze ai futuri coscritti. Le loro rivelazioni ricordavano da vicino quelle delle persone che escono dal carcere. Le madri ascoltavano inorridite, dopodiché non avevano il minimo desiderio di mandare i figli a fare la leva. Periodicamente, dopo che l'ennesimo giovane sfortunato, incapace di sopportare oltre i maltrattamenti, si era suicidato o aveva sparato ai suoi aguzzini, l'esercito lanciava l'ennesima campagna antinonnismo, che non serviva mai a niente. La pratica è istituzionalizzata e si può combattere solo cambiando l'istituzione, nello specifico creando un esercito in cui militari di professione, uomini e donne, ricevono uno stipendio per difendere il paese. Quello che non serve è un esercito che dipende da poveri scalognati prelevati dalle loro famiglie (nell'Unione Sovietica per due anni, oggi per uno) e costretti a passare il tempo in un'istituzione che costituisce una forma bislacca di scuola di sopravvivenza. (pp. 43-44) *Non sopporto la parola «mentalità», perché mi sembra un concetto del tutto artificiale, ma una cosa è indiscutibile: esiste un certo tipo di carattere nazionale russo, e la spacconeria nel resistere a privazioni che potrebbero tranquillamente essere evitate ne rappresenta un aspetto significativo. Sopportiamo condizioni atroci, critichiamo le autorità, ce ne lamentiamo, eppure al tempo stesso riusciamo a vantarci di essere in grado di sopravvivere a queste circostanze orribili, e lo consideriamo un notevole vantaggio competitivo in un confronto ipotetico tra nazioni. [...] Non serve essere grandi psicologi per capire che cosa c'è alla radice di questo: noi russi aneliamo a una vita normale, ben consapevoli che siamo stati noi stessi a inventare tutti i nostri problemi attuali. Proprio non riusciamo ad ammettere, però, di essere idioti, quindi cerchiamo qualcosa per cui andare fieri, mentre in realtà non c'è proprio niente di cui vantarsi. (pp. 44-45) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] (nelle basi militari si parlare di ''osobisty'', «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era ''defitsìt'' (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. (pp. 46-47) *Quando Sasha, mio cugino, venne a fare una gita a Mosca, fu portato, com'è ovvio, al Mausoleo di Lenin, una classica destinazione turistica per un bambino sovietico. Quando tornò in Ucraina, corse dalla nonna urlando esaltato: «Ho visto Lenin!». E lei rispose, secca: «Be', non gli hai sputato in faccia?». La parte ucraina della nostra famiglia si piegava in due dal ridere, ma io ero inorridito. [...] Mi ci volle qualche tempo per racimolare il coraggio di chiedere perché la mia amata nonna disprezzasse tanto «il migliore fra gli uomini». Risultò che il sentimento era radicato nella storia della sua famiglia. Lei era l'undicesima figlia, l'ultima, e l'unica femmina. La loro terra, con undici uomini che ci lavoravano da mattina a sera, era molto prospera. La loro casa era stata la prima in paese a sfoggiare un tetto di ferro, e avevano persino costruito un mulino, segno di inaudito benessere. Poi erano state introdotte le fattorie collettive. Pur essendo riuscita a evitare la deportazione in Siberia toccata a migliaia di altri kulaki (contadini ricchi), la famiglia della nonna fu espulsa dalla propria abitazione e costretta a trasferirsi nel fienile. Il tetto di ferro, che era stato l'invidia del paese intero, era stato portato in città, dove lo avevano venduto, per poi spendere i soldi, secondo la leggenda famigliare, «in alcol per il consiglio del paese». All'epoca quel particolare mi parve poco credibile, ma oggi non ho dubbi che fosse vero. (pp. 48-49) *La nostalgia per l'Unione Sovietica è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? (pp. 52-53) *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. (pp. 53-54) *Il maggiore problema di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]], che alla fine lo diventò anche per l'URSS, era l'incertezza delle azioni, sempre poco convinte. Voleva essere un riformatore, ma temeva le conseguenze di una vera riforma; annunciava grandi cambiamenti solo per cercare poi di evitarli; aprì uno spiraglio alla libertà, ma quando tutti vollero sfruttarlo, cercò di richiudere la porta in fretta e furia. Il fatto era che la gente voleva quella porta spalancata, non una fessura dalla quale sbirciare. (p. 59) *Gorbačëv, e in seguito la prima generazione di riformatori sotto Boris Eltsin, hanno subito la tragedia di essere costretti a introdurre riforme perché l'economia che avevano ereditato era stata distrutta dal regime comunista, solo per sentirsi poi accusare di averla distrutta loro. La pianificazione economica sovietica stava crollando: non circolavano merci a sufficienza e, a conferma che avevi il diritto di acquistare beni che scarseggiavano, vennero introdotte le tessere per le razioni da presentare nei negozi. [...] L'unico rimedio a quella situazione era una riforma politica ed economica, ma l'opinione pubblica scambiò la causa per l'effetto. La gente credeva che non fossero stati il PCUS, il Comitato statale per la pianificazione (Gosplan) e il KGB ad aver portato il paese al punto in cui ''perestrojka'' e riforme erano diventate necessarie per salvarlo, ma l'opposto. Si pensava infatti che le riforme avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero acuito le carenze, introdotto la necessità delle tessere e peggiorato la povertà. Il termine «riforma» era, e rimane ancora oggi, offensivo: «Sappiamo tutto delle vostre riforme. Ci ricordiamo delle tessere e di come siamo diventati tutti mendicanti!». Lo stesso destino che sarebbe toccato in seguito alle parole «democrazia», «economia di mercato» e «capitalismo». (pp. 61-62) *Più diventavo grande, meno tolleravo Gorbačëv, ma adesso lo vedo sotto una luce positiva, se non altro perché si è dimostrato del tutto incorruttibile. In questo era unico. Chiunque abbia avuto potere nel periodo di transizione dal socialismo al capitalismo ha cercato di accaparrarsi una fetta di torta il più grande possibile, e quasi tutti ci sono riusciti. [...] Quando Gorbačëv diede le dimissioni, non portò niente con sé, anche se aveva avuto enormi opportunità per diventare ricco. [...] L'opinione pubblica può pensare quanto vuole che non ne abbia avuto l'opportunità, ma resta il fatto che non ci provò nemmeno. A mio parere era semplicemente un diverso tipo di persona e non era avido. (pp. 63-64) *{{NDR|Sulla [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]]}} Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il teto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. (p. 67) *La [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra in Afghanistan]] incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan|Repubblica democratica dell'Afghanistan]]». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. (p. 68) *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. (pp. 68-69) *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una ''jihad'' islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla ''sharia''. [[Osama bin Laden]], al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. (pp. 70-71) *Si scoprì che essere poveri era più sopportabile quando lo erano tutti, ma era intollerabile se vedevi il tuo vicino molto più ricco di te. Si sente spesso parlare dell'invidia del popolo russo o sovietico verso i primi imprenditori, e per questo motivo gli anni Ottanta furono un periodo tanto odiato. Credo tuttavia che la causa fosse l'ineguaglianza delle opportunità. Se Gorbačëv avesse potuto rendere agevole per tutti diventare imprenditori, se lo avessero fatto milioni di persone e non qualche decina di migliaia tra i più intelligenti, o i più furbi, oppure tra coloro che godevano di una buona posizione, le cose sarebbero potute andare diversamente. E invece fondare una cooperativa, e in seguito un'azienda, era un calvario burocratico di stampo sovietico. Volendo avviare un'attività, dovevi pagare tangenti oppure avere i contatti giusti, o almeno possedere carisma da vendere. Tutto questo creò la durevole immagine dell'uomo d'affari scaltro e subdolo, diventato tale con mezzi meno che legali. (p. 76) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Nella nostra cittadina nessuno batteva ciglio alla vista dei carri armati. I visitatori amavano essere fotografati accanto al cartello «Attenzione, carri armati» che era un po' il nostro simbolo. Quel giorno, però, sembrava tutto diverso. Anzitutto, percorrevano la strada asfaltata, cosa che abitualmente non facevano perché l'avrebbero distrutta. Poi sembrava che stessero andando in guerra o fossero impegnati in un'operazione speciale di qualche tipo. La scena aveva un che di caotico. Ma l'aspetto più importante era che si stavano dirigendo verso Mosca. Felice di avere una scusa per non andare alla dacia, tornai a casa e accesi il televisore per capire cosa stesse succedendo. Stavano trasmettendo ''Il lago dei cigni'', e per qualsiasi sovietico questo significava che stava accadendo qualcosa di grave. Fin da piccolo avevo imparato che, se invece dei cartoni animati trasmettevano un concerto di musica classica, con ogni probabilità era morto un leader e sarebbe cominciato un diluvio di cordoglio pubblico. Questa volta, però, non era affatto chiaro chi fosse deceduto. (p. 77) *[...] venne letto alla radio un lunghissimo discorso al popolo sovietico. Era incredibilmente prolisso, con frasi che sembravano tratte da un editoriale della «Pravda» (e nel 1991 gli editoriali della «Pravda» erano sinonimo di cliché, idiozia e disonestà). Rammento solo che veniva condannato con forza il fiorire della «speculazione». Il monito non poteva essere più chiaro: la nosra futura vita di agi grazie a capitalismo ed economia di mercato era a rischio. Ricordo anche la frase: «Mai nella storia del paese la propaganda di sesso e violenza ha assunto simili proporzioni, mettendo in pericolo la vita e la salute delle generazioni future». Un attacco vero e proprio alle migliori conquiste della nostra epoca. Le immagini di donne nude non avevano fatto in tempo ad apparire su giornali e periodici, e queste persone le volevano bandire con il pretesto che erano una minaccia per la nostra salute. Per aggiungere il danno alla beffa, era una replica di quegli stessi programmi che anni prima avevano condannato la musica rock perché conteneva «una propaganda sfrenata di sesso e violenza». Era chiaro come gli autori della dichiarazione l'avessero scritta con il sottile intento di toccare le più profonde corde del cuore del popolo sovietico. Nell'ascoltare le parole che vietavano il sesso e il profitto, e parlavano della necessità di rifornire i villaggi di carburante e lubrificanti (altro argomento dei golpisti), i sovietici avrebbero picchiato i pugni sul tavolo dicendo: «Ehi, i compagni del Comitato di emergenza stanno facendo proprio la cosa giusta! Era ora di aiutare i contadini e bandire il sesso!». (p. 79) *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». (p. 85) *I nuovi leader saliti al potere in Russia – tra i quali Putin e tipi come lui erano di terza o quarta categoria – ignorarono il problema dei russi bloccati fuori dal paese. Si sarebbe potuto evitare un gran numero di conflitti, e si sarebbero salvate vite, se il governo dell'epoca avesse proposto anche solo un programma basilare per il rientro dei russi in uno qualsiasi dei territori ancora appartenenti a Mosca. Com'è ovvio, nessuno si sarebbe affrettato a tornare dai prosperi Stati baltici, e in quel caso sarebbero serviti approcci diversi. Eppure le domande confuse di chi viveva in Uzbekistan, Kirghizistan e in molte altre repubbliche – Qual è adesso il nostro posto? Che cosa dobbiamo fare? – avrebbero dovuto trovare risposta. È straordinario come, anche adesso che il probelam della «russofobia» e la violazione dei diritti dei russi sono diventati in pratica la massima priorità nell'agenda del Cremlino, tutto resti a livello di una demagogia spudorata e ipocrita dietro alla quale manca qualsiasi provvedimento costruttivo. [...] L'attuale regime preferisce parlare senza sosta di russi oppressi senza far nulla per aiutarli. (pp. 86-87) *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. (p. 89) *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. (p. 90) *[...] in URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» (pp. 102-103) *Ho già menzionato il decennio che passò alla storia come «i maledetti anni Novanta», un'espressione che vorrei spiegare, perché rappresenta una delle principali ragioni per le quali Putin continua a essere popolare in una fetta della società e perché il suo nome è associato alla «restaurazione dell'ordine» anche se, con lui al potere, l'amministrazione dello Stato è in totale degrado. [...] Ciò che rendeva «maledetti» gli anni Novanta era il fatto che in ogni centro abitato tutti sapessero esattamente chi fosse a capo della criminalità e quali gang fossero operative. In qualche modo, il crimine organizzato compariva dal giorno alla notte e assumeva all'istante un ruolo cruciale nella vita pubblica. [...] Nell'esatto istante in cui l'Unione Sovietica era crollata, lasciando il paese senza un unico centro di potere noto e accettato da tutti, le persone avevano scoperto all'improvviso che a comandare adesso erano le gang che stazionavano ogni sera al chiosco degli spiedini in fondo alla strada. [...] All'improvviso venne fuori che aver trascorso un periodo in carcere era qualcosa di positivo. In precedenza si sarebbe detto: «È stato sette anni in prigione. È una causa persa. Stagli lontano». Adesso, per qualche imperscrutabile ragione, la frase era diventata: «È stato sette anni in prigione, quindi ha contatti giusti e risolverà i nostri problemi». (pp. 106-107) *Sono convinto che prima o poi ogni cosa andrà al suo posto e tutto finirà bene, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà che dai primi anni Novanta ai Venti del Duemila la vita di una nazione è stata stoltamente sprecata in un'epoca di degenerazione e di incapacità di stare al passo. C'è una buona ragione se le persone come me, e quelle di cinque o dieci anni più vecchie, sono chiamate la generazione maledetta o perduta. Noi siamo quelli che avrebbero dovuto beneficiare della libertà politica e di mercato, ci saremmo potuti adattare in fretta a un nuovo mondo, in una maniera del tutto fuori dalla portata delle generazioni precedenti. Il 15 per cento di noi sarebbe dovuto diventare imprenditore, «come in America». Solo che la Russia non ce l'ha fatta. Nessuno dubita che adesso viviamo meglio che negli anni Novanta, ma, perdonatemi, sono passati trent'anni. Anche in Core del Nord le persone vivono meglio oggi che trent'anni fa. [...] Il confronto non dovrebbe essere tra come eravamo negli anni Novanta e come siamo adesso, ma tra come siamo adesso e come avremmo potuto essere al tasso di crescita medio globale. Avremmo ottenuto senza fatica quello che abbiamo visto ottenere da Cecoslovacchia, Germania dell'Est, Cina e Corea del Sud. Questo confronto non può che deprimerci. [...] Perché non ha funzionato? Perché i polacchi e i cechi la sfangano e noi no? Ho una risposta semplice, che, per quanto tecnicamente significhi rispondere a una domanda ponendone altre, aiuta ogni pezzo del rompicapo ad andare al suo posto: [[Leszek Balcerowicz]], l'architetto delle riforme polacche, è forse diventato un multimilionario come il nostro [[Anatolij Borisovič Čubajs|Anatolij Čubajs]]? La famiglia di [[Václav Havel]], il leader post-comunista ceco, ha forse comprato una villa da 15 milioni di dollari a Saint-Barthélemy, l'«isola dei milionari», e possiede altri beni per un totale di centinaia di milioni? Come mai in Russia quasi tutti i giovani democratici, riformatori e sostenitori del libero mercato degli anni Novanta sono diventati favolosamente ricchi e oggi hanno cambiato le loro posizioni diventando pilastri conservatori dello Stato? In Estonia o Ungheria, Slovacchia o Germania non è successo niente del genere. (pp. 123-124) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alexei Navalny, ''Patriot'', traduzione di Teresa Albanese, Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori, Milano, 2024, ISBN 978-88-04-75686-6. ==[[Alberto Pollera]]== Alberto Pollera (1873 – 1939), militare e antropologo italiano. ==''Lo Stato etiopico e la sua Chiesa''== ===Incipit=== Questo libro vede la luce assai tempo dopo che fu compilato: debbo perciò pregare il benevolo lettore di tener presente trattarsi dell'esame di ordinamenti e costumi di un popolo che si avvia rapidamente ad una importante evoluzione civile, la quale, cominciata tardi, si affretta a raggiungere con ritmo sempre più accelerato, miglioramenti e sviluppi che, fino a pochi anni fa, sembrava assurdo sperare. ===Citazioni=== *Gli Abissini identificarono più tardi la regina Macheddà con Azieb, [[regina di Saba]], dando con ciò un seguito apparentemente logico a questa tradizione. [...] la leggenda della regina di Saba non deve in Abissinia aver acquistato valore che in epoca molto posteriore, e verosimilmente quando, con S. Frumenzio e coi santi predicatori e gli Abuna suoi successori, provenienti da Bisanzio, da Alessandria e da Roma, la religione cristiana si diffuse in Etiopia, e ciò perché [...] questi apostoli della fede, avevano ben ragione di credere che l'accennata tradizione potesse giovare, come giovò, ai loro intenti. (pp. 8-9) *A noi può sembrare che il concetto etiopico della parentela dinastica colla Vergine sia un po' troppo esagerato ed estensivo, a motivo della enorme distanza di tempo e del gran numero di generazioni trascorse; ma la mentalità etiopica non valuta le cose al modo nostro, perché già nelle piccole questioni interne di stirpe, è abituata a riconoscere legami di consanguineità molto arretrati nel tempo, sul quale non ferma affatto la sua attenzione. (p. 15) *Per evitare l'obiezione che nella Bibbia non si fa affatto cenno del trafugamento delle Tavole, che anzi si dice andassero distrutte in Babilonia, i manoscritti etiopici, narrando con assai maggior copia di particolari la leggenda [...], aggiungono che, appena il gran sacerdote Sadok ed il re Salomone si accorsero della scomparsa di quelle, decisero di tener celata la immane sciagura al popolo, per modo che questo non seppe mai niente di ciò, e continuò a venerare quell'Arca, la quale non era, pur troppo, che un semplice simulacro della prima. (p. 23) *Il popolo etiopico, orgoglioso delle tradizioni [...] e convinto di esser divenuto per volontà di Dio il vero popolo eletto sulla terra, a cagione della discendenza salomonica di [[Menelik I]], in sostituzione del popolo ebreo, resosene indegno, è andato a ricercare nella Bibbia tutte le promesse fatte da Dio ad Abramo e a David, e ritiene che esse siano ancora in pieno vigore per il proprio paese. (p. 24) *Direi quasi che l'orgoglio in Abissinia è una malattia contagiosa, cronica, permanente, che non risparmia nemmeno i più miseri. Non deve quindi stupire se questo orgoglio si trova elevato a potenza molto elevata nei legittimi regnanti di quel paese, che fanno seguire il loro nome da iperbolici titoli. (pp. 25-26) *Ora, i regnanti di Etiopia, nelle ingenua ma ferma convinzione di occupare di diritto e di fatto il primo posto fra i regnanti di tutto il mondo, ogni volta che hanno avuto occasione di indirizzare messaggi a regnanti europei, lo hanno fatto appunto nel modo da essi usato verso i loro inferiori, ossia iniziando la lettera col proprio nome, anche quando facevano ciò per invocare importanti servigi da loro. (p. 26) *Si dice [...] che il [[Teodoro II d'Etiopia|Negus Teodoro]], ritenendo l'Inghilterra il paese più ragguardevole dopo il suo, rivolgesse alla regina Vittoria domanda di matrimonio, e che la mancata risposta fosse il movente che lo indusse a imprigionare, per atto di rappresaglia e di sfida, tutti gli europei che tovavansi presso di lui [...].<br>In quella tragica vigilia, ma troppo tardi, Teodoro comprese che la superiorità etiopica era ormai una leggenda fantastica; il che non ha tuttavia impedito alla massa di continuare a credervi. Umili e grandi ne sono ugualmente convinti, e se ciò costituisce una ingenuità, non si può negare che costituisca anche una forza per lo stato che tali credenze coltiva, con pieno consenso, fra i suoi sudditi. (p. 27) *[...] degli Abissini si può dire quello che è stato detto degli Ebrei, e cioè che, credendosi di una stirpe privilegiata, hanno sempre voluto isolarsi, e mantenersi distinti da tutte le altre nazioni.<br>Questa credenza ispirò ad essi il concetto della autoglorificazione, perché ritennero di essere veramente i solo veri figli di Dio, discendenti diretti della linea primogenita di Adamo, senza riflettere che la funzione del popolo eletto venne necessariamente a cessare colla venuta di Gesù Cristo, immolatosi per la intera umanità, e non per la fortuna di un popolo. (p. 31) *[...] in Etiopia è pacificamente ammesso e riconosciuto, che la madre ha diritto di attribuire con giuramento la paternità del figlio a chi essa ritiene ne sia l'autore, senza bisogno di altra indagine o prova concomitante.<br>L'unione poi, sia pure effimera, con una schiava, decisamente biasimata e derisa quando si tratta di altri, è invece susata trattandosi di signori e di principi, i quali pur non tenendo un harem, come i mussulmani, ne seguono la pratica poligama. L'importante è che la discendenza dei salomonidi e la loro tradizione continui. (pp. 37-38) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alberto Pollera, ''[https://dl.unito.it/it/ricerca/digitale/?id=mag:447 Lo Stato etiopico e la sua Chiesa]'', Roma, SEAI, 1926. ==Irridentismo russo== *L'idea secondo cui la Russia sarebbe a casa propria ovunque si parla russo [...] basterebbe, se fosse convalidata, a mettere l'Europa e il mondo a ferro e fuoco. Che succederebbe, se si ragionasse così, con i transilvani in Romania? Con i catalani in Francia? Con le tre comunità linguistiche di cui è composta la Svizzera? Con quella «minoranza vallona» di cui certi ideologi, a Mosca, già sostengono che sarebbe minacciata di «genocidio»? Con quella parte della California dove si parla spagnolo? Con la Gran Bretagna, che ha la lingua in comune con l'America? Il nazionalismo linguistico, sotto Putin non meno che all'epoca, nel 1938, dell'annessione dei tedeschi dei Sudeti al Terzo Reich, è un vaso di Pandora. [...] allora come si potrebbe impedire alla Lituania di rivendicare Smolensk? Alla Polonia di avanzare i suoi diritti su Leopoli? Alla Slovacchia di invadere l'oblast della Transcarpazia? Alla Moldavia di reclamare un pezzo di Transnistria? E perché la Russia, un Paese che, lo ripetiamo, non è mai stato uno Stato-nazione prima del 1991, avrebbe più titoli di altri da far valere sulle terre liberate dell'ex Unione Sovietica? ([[Bernard-Henri Lévy]]) ==Per Stepan Bandera== {{Int|Da ''[https://web.archive.org/web/20100426235947/http://www.stepanbandera.org/bandera_perspective_5.htm Ai principi della nostra politica di liberazione]''|Articolo pubblicato in ''Vizvolna Politika'', novembre-dicembre 1946; ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1.|h=4}} ===Citazioni su Stepan Bandera=== *L'estrema destra in Ucraina vede certamente Bandera come uno dei loro padri politici, ma l'estrema destra nel paese è molto debole, e la popolarità della figura di Bandera va molto al di là della destra. La ragione è che, sebbene Bandera fosse di estrema destra e – almeno per un periodo della sua vita – un fascista, in Ucraina oggi non è visto principalmente come tale. È considerato un combattente per l'indipendenza dell'Ucraina che morì per questo. Fu ucciso a Monaco di Baviera nel 1959 dal KGB – la stessa organizzazione nella quale si è formato Putin. Nel discorso pubblico la sua figura è quella di un liberatore, anche se naturalmente non avrebbe instaurato un regime liberale se fosse andato al potere. Del resto, i suoi rapporti con l'occupante tedesco durante la Seconda guerra mondiale erano stati conflittuali. Due dei suoi fratelli furono uccisi ad Auschwitz (apparentemente da compagni di prigionia). Un altro fratello morì durante l'occupazione tedesca in circostanze non chiare. Lo stesso Stepan Bandera è stato a lungo rinchiuso nel campo di concentramento di Sachsenhausen vicino a Berlino. Queste sono le cose che sono enfatizzate dalla memoria pubblica in Ucraina: una memoria selettiva, non una visione storica oggettiva. È un fenomeno che vediamo in molti Paesi, dove le pagine buie delle biografie degli eroi nazionali sono dimenticate o taciute. ([[Andreas Umland]]) *La Russia usa allegramente il culto ucraino di Bandera come prova che l'Ucraina è uno Stato nazista. Gli ucraini rispondono per lo più sbianchettando l'eredità di Bandera. È sempre più difficile per le persone concepire l'idea che qualcuno possa essere stato il nemico del tuo nemico e tuttavia non una forza benevola. Una vittima e anche un carnefice. O viceversa. ([[Maša Gessen]]) ==Bibliografia== *Степан Бандера, ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1. ==Per [[Vera Politkovskaja]]== '''Vera Aleksandrovna Politkovskaja''' (1980 – vivente), giornalista russa. {{Int|Da ''[https://video.repubblica.it/mondo/mia-mamma-anna-politkovskaja/13099/14374 "Mia mamma, Anna Politkovskaja"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Video.repubblica.it'', 4 ottobre 2007.}} *Lei riceveva sempre minacce. Noi vivevamo con questa continua pena, paura. Però lei proprio non ne voleva neanche parlare. Lei diceva: «Questo è il mio paese. Io sono nata qui, voglio vivere qui, voglio lavorare qui. Quale sarà il mio valore se io prendo, lascio tutto e me ne vado?». *Era mia madre. Io penso che, durante la sua vita, lei ha fatto molto bene per le persone e ha lasciato sicuramente la sua traccia. E quindi col suo contributo qualcosa di meglio c'è nel nostro paese. Però contemporaneamente devo dire sarebbe stato molto meglio che lei non se ne fosse occupato, che non avesse fatto nulla e che fosse viva. Per me, al diavolo tutto. Io avrei voluto mia madre. {{Int|Da ''[https://www.balcanicaucaso.org/aree/Cecenia/Intervista-a-Vera-Politkovskaja-86280 Intervista a Vera Politkovskaja]''|Intervista di Giorgio Comai, ''Balcanicaucaso.org'', 3 dicembre 2010.}} *Non augurerei a nessuno di leggere sulla propria madre il tipo di frasi ed opinioni riguardanti Anna Politkovskaja che mi è capitato di trovare. *Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l'altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell'omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l'assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l'ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini. *Abbiamo ricevuto molte dimostrazioni di sostegno da rappresentanze diplomatiche estere. Ricordo che ad esempio il console francese è venuto di persona al funerale e ci ha passato una lettera di condoglianze firmata personalmente dal capo dello Stato del suo Paese. Ma i diplomatici non vengono certo a dire a noi di cosa parlano nei loro incontri ufficiali con i vertici russi. {{Int|Da ''[https://www.lsdi.it/2011/vera-politkovskaja-in-russia-sempre-peggio-per-la-liberta-di-stampa/ Vera Politkovskaja, in Russia sempre peggio per la libertà di stampa]''|Intervista di Valentina Barbieri, ''Lsdi.it'', 17 maggio 2011.}} *Nel nostro paese la libertà di stampa è un problema grave. Ogni giornalista si trova di fronte ad un bivio: può scegliere la carriera e scrivere quello che gli dicono oppure può fare una scelta diversa, scrivere quello che trova giusto e occuparsi di quello che gli interessa. Le conseguenze sono diverse: nel primo caso guadagnerà un posto di prestigio (ovvero statale), nel secondo caso potrebbe finire male. *Per quanto riguarda il mio vissuto di giornalista, cerco di evitare qualsiasi confronto tra l’esperienza di mia mamma e la mia. Non ho la sua ricchezza professionale, trent’anni di attività, la sua grande esperienza. Lei lavorava a modo suo, in una maniera personale, io lavoro in un altro modo, il mio. *Quando ti riferisci a qualcuno, inizi inevitabilmente a copiare, mentre nel giornalismo è più importante lavorare sul proprio stile. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/vera_politkovskaja_un_delitto_dimostrativo_come_quello_di_mia_madre_proveranno_a_insabbiare-108637090/ "Un delitto dimostrativo come quello di mia madre. Proveranno a insabbiare"]''|Intervista di Aleksej Tekhnenko, ''Repubblica.it'', 3 marzo 2015.}} *Quello di [[Boris Nemcov|Nemtsov]] è un omicidio politico, dimostrativo, arrogante. Come quello che ha distrutto la nostra famiglia. [...] Riconosco uno stile che mi preoccupa. Vaghezza, contraddizioni e troppe ipotesi che fanno solo confusione. Come allora. *A me basta la certezza che sia un omicidio politico. Chiunque abbia ucciso lo ha fatto per mettere a tacere una voce scomoda. È sempre la stessa storia. *Bisogna restare all'erta. Contrastare ogni voce falsa, chiedere giustizia sempre, instancabilmente. E mi auguro che gli amici e i compagni di movimento di Nemtsov riescano a tenere alta l'attenzione sui media. Lo so per esperienza, non è facile. Tutto si dimentica. {{Int|Da ''[https://www.la7.it/piazzapulita/video/parla-vera-la-figlia-di-anna-politkovskaja-i-russi-non-sono-abituati-a-pensare-05-05-2022-437048 «I russi non sono abituati a pensare»]''|Intervista di Sara Giudice, ''La7.it'', 5 maggio 2022.}} {{Int|Da ''[https://tg24.sky.it/mondo/2022/10/14/vera-politkovskaja-live-in-firenze-2022 "Putin indifferente a reazione Europa su Ucraina"]''|''Tg24.sky.it'', 14 ottobre 2022.}} {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2023/02/21/video/massimo_giannini_intervista_vera_politkovskaja_anna_mia_madre-12655173/ "Anna, mia madre"]''|Intervista di Massimo Giannini, ''Lastampa.it'', 21 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2023/02/putin--un-dittatore-mia-madre-ora-sarebbe-in-ucraina-dalla-parte-delle-vittime-eb0c8871-076d-482a-b394-86db8efd34c9.html "Putin è un dittatore, mia madre ora sarebbe in Ucraina dalla parte delle vittime"]''|''Rainews.it'', 22 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2023/05/20/vera-politkovskaja-un-libro-per-ricordare-la-madre-anna-politkovskaja/ Vera Politkovskaja: «In Russia la misoginia fa parte dei valori tradizionali»]''|''Iodonna.it'', 20 maggio 2023.}} *Se parliamo di questo momento storico, noto molti cambiamenti, ma in negativo. Non vedo segnali di miglioramento della situazione o di un prossimo futuro in cui la Russia sarà finalmente “un Paese felice”. La Russia precipita sempre di più in una realtà oscura e imprevedibile. Per uscirne impiegherà diversi decenni. *Oggi i diritti dell’uomo, così come sono intesi in Occidente, non esistono. Non solo, ma negli ultimi tempi politici e personaggi pubblici insistono nel criticare l’introduzione di queste concezioni in Russia, o a distorcerne il significato. Adesso ai diritti della persona vengono contrapposti i non del tutto chiari “valori tradizionali”. Risultato: l’attività di alcune persone sui social porta a procedimenti penali, il movimento Lgbt è di fatto vietato, tutti i media dell’opposizione sono stati bloccati in rete o chiusi. La Russia si è ritirata dalla convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Se si scava, poi, un po’ più a fondo, si scopre che non c’è più nemmeno lo spazio per tentare di difendere i diritti umani. *[...] in Russia la misoginia è un sentimento abbastanza diffuso e per qualche russo è addirittura parte di quei valori tradizionali cui accennavo prima. Però, a essere sinceri, in molti Paesi questo sentimento è comune almeno quanto in Russia, e in alcuni anche di più. Se poi contestualizziamo il tutto da un punto di vista storico, non è passato molto tempo da quando le donne hanno ottenuto almeno il diritto di voto. E ora, come allora, la parte femminile del mondo deve ancora lottare per ottenere le stesse possibilità degli uomini. Per questo continuare a conquistare i propri diritti è il compito più importante per tutte le donne del pianeta. {{Int|Da ''[https://www.r/robinson/2023/10/23/news/vera_politkovskaja_la_mia_russia_ora_e_mordor-418550449/ Vera Politkovskaja: “La mia Russia ora è Mordor”]''|''Repubblica.it'', 23 ottobre 2023.}} *Riconosco senza problemi che una parte della responsabilità per quello che accade è mia, in quanto cittadina proveniente dalla Russia, e i cittadini dell’Ucraina, finché la guerra non finirà, hanno tutto il diritto di accusare i cittadini della Federazione russa per quanto si sta verificando. Ma questo diritto è solo loro. *Come è possibile che l’odio verso i russi in tanti Paesi del mondo, specie in Europa, faccia ormai parte della normalità? La prima cosa che colpisce è la reazione serafica della comunità europea che vede in questo odio un dato di fatto, un normale stato delle cose. Va detto che anche l’invasione dell’Ucraina è un dato di fatto, ormai scontato, per molti russi. Qual è dunque la differenza tra comunità europea così civile e quella russa, che negli ultimi diciotto mesi è stata costantemente tacciata di non ribellarsi a sufficienza contro le autorità? Dove sono finiti tutti quelli a cui stridono i denti a forza di intestarsi la causa animalista, quella della comunità LGBTQIA+ o quella degli afroamericani? Siete tutti concordi nel dire che siamo tutti uguali ma prendersela con una persona solo perché possiede il passaporto russo vi sta bene? *La maggioranza degli stati che non accoglie più i russi e ha anche interrotto l’emissione di visti di transito è rappresentata da Paesi al confine con la Russia. Ovvero proprio quei Paesi in cui si sono rifugiati i miei concittadini in fuga dagli orrori del regime di Putin. L’hanno fatto in pena per il futuro e l’incolumità delle proprie famiglie, temendo di essere esposti a azioni persecutorie politiche, che oggi in Russia equivalgono a quelle penali. *Tra i Paesi che non concedono visti ai russi figurano la Polonia, la Finlandia, la Repubblica ceca, la Lettonia e tanti altri. Oltre a questo divieto, di recente i politici di tutti i Paesi europei che spartiscono la frontiera con la Russia hanno bloccato l’ingresso nei paesi membri dell’Unione Europea alle automobili immatricolate nel mio Paese. L’argomentazione utilizzata per giustificare la misura rimanda a una delle regole del regime sanzionatorio introdotto dopo lo scoppio della guerra: ora le automobili russe sono considerate merce d’importazione e quindi vietata. *«Russi, dovete soffrire! Ovunque siate, alla fine siete voi che avete invaso! Se non vi va bene ritornatevene a casa vostra e rovesciate Putin! Non avrete diritti finché ci sarà la guerra!». Ogni qual volta sento pronunciare queste frasi da parte degli ucraini, la mia mente va col pensiero alle loro città dove tutti i giorni cadono i missili russi. Mi sento capace di capirli e perdonarli ogni volta, perché mi mostrano un odio viscerale, ma per «una giusta causa». Tuttavia non posso non notare i parallelismi con la retorica del Cremlino: potete “invitare” i russi a tornare casa per rovesciare Putin quanto volete, ma rimane il fatto che ora tutti i critici del regime in vigore a Mosca si trovano o sotto terra, o in prigione o all’estero. Non dimentichiamo che è da diciotto mesi che lo stesso esercito ucraino non riesce a sconfiggere il regime putiniano, al netto di tutti gli aiuti provenienti dal mondo civile. *La guerra in Ucraina è il frutto di una politica pluriennale del Cremlino, smascherata sovente da chi ora non c’è più, è dietro le sbarre oppure se n’è andato. Al contempo è anche il fallimento totale della diplomazia non solo di Kiev e Mosca, ma anche di quella europea e americana. A pensarci bene, i responsabili delle ostilità in Ucraina al massimo sono i vertici del potere russo e i politici occidentali. Ora Putin potrà troneggiare legalmente fino al 2036. Il presidente di un paese immenso ha sistematicamente violato le leggi, anche quelle internazionali, ma in tutto il mondo civile hanno continuato a stringergli la mano. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/19/news/politkovskaja_morte_navalny_putin-422158715/ Putin temeva Navalny più di ogni altro e si è sbarazzato di lui come di mia madre Anna Politkovksaja]''|''Repubblica.it'', 19 febbraio 2024.}} *Per i politici europei e americani, l’omicidio di Navalny è solo l’ennesimo pretesto per prendere la parola e ancora una volta “dare uno schiaffo” alla Russia di Putin. *L’oppositore russo è stato in qualche modo il prigioniero personale di Vladimir Putin che lo temeva talmente da non osare pronunciare il suo nome ad alta voce, offrendo così il fianco ai giornalisti che glielo hanno fatto notare a più riprese. Navalny, dal canto suo, trovandosi già dietro le sbarre, non ha mai avuto paura a definire il capo di stato russo un omicida, un farabutto e un ladro. Con il sorriso sarcastico sul suo volto, in più di un’occasione ha schernito il presidente russo e tutto il sistema da lui costruito. Le numerose cause penali intentate ai suoi danni non facevano altro che dargli il pretesto per farsi una risata. *[...] le persone che si sono occupate di eliminare Navalny sono ufficialmente “a servizio dello stato” nei tribunali, nelle procure, nelle carceri e nelle case circondariali. Si tratta di persone che non per forza occupano posizioni di rilievo. Ma tutte loro, in un modo o nell’altro, sono complici e, qualora il caso relativo all’omicidio di Navalny dovesse arrivare in tribunale, sul banco degli imputati ci sarebbero decine di persone. *[...] le cose si svolgeranno come si erano svolte fino all’esecuzione di Navalny. Con l’aiuto delle forze dell’ordine, degli arresti e dei processi, metteranno il bavaglio a tutti quelli che oseranno pronunciare la verità sulla fine dell’oppositore. I politici occidentali si indigneranno ancora un po’, esprimeranno il loro orrore rispetto a quanto accade in Russia, salvo poi tornare subito a occuparsi delle loro vicende quotidiane. Succederà così perché non possono fare nulla, non hanno mai avuto e non hanno neanche ora delle reali possibilità per fare leva sulla situazione in modo da cambiarla. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/venerdi/2024/03/08/news/vera_politkovskaja_il_futuro_della_russia_sara_scritto_dalle_donne-422277423/ Vera PolitkovskaJa: “Il futuro della Russia sarà scritto dalle donne”]''|''Repubblica.it'', 8 marzo 2024.}} *Mentre in tutto il mondo civilizzato il ruolo della donna nella società cresce, in Russia si susseguono prese di posizione che non fanno che danneggiarla. Non mi riferisco solo al divieto di abortire, già in vigore nelle strutture sanitarie private del Paese, ma anche agli appelli dei politici che chiedono di limitare l’accesso delle donne all’istruzione secondaria, in modo che non vengano distolte da quella che secondo lo Stato (e secondo una parte dei russi) è la loro funzione principale: fare figli. *In generale l’impressione è che – sempre nella visione statale – le donne russe, ancor più dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, siano destinate a ricoprire esclusivamente il ruolo di macchine per la riproduzione della popolazione. *Ad abbandonare la Russia sono state proprio quelle persone che avrebbero potuto influire sul futuro in maniera positiva. Neanche dall’estero riescono a far sentire la loro voce: la macchina della propaganda ha fatto presto a bollare come "traditore della patria” chi è andato via. Con il risultato che chiunque dall’estero osi criticare pubblicamente la situazione in Russia viene sommerso da una montagna di fango e screditato in tutti i modi possibili, compreso ritrovarsi oggetto di azioni civili e penali. Lo scopo è anche quello di rendere difficile il rientro in patria di queste persone. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} La denigrazione del nemico con ogni mezzo è pratica diffusa in Russia: se poi il nemico è una donna che ha osato mostrare al mondo un’immagine che non è solo quella della vedova inconsolabile e in preda al dolore, i denigratori sono capaci di tutto. La misoginia trova terreno fertile nella nostra società. *Nell’immaginario collettivo russo il campo d’azione legittimo della donna continua a essere quello della cucina e delle stanze da letto dei figli. Anche per quelle che riescono a uscire da questo schema la vita non è semplice: il divario salariale a parità di professione e di ore di lavoro, nel migliore dei casi, è del 30 per cento. Gli uomini non hanno nessun problema a cercare di ostacolare la carriera delle loro colleghe. *[...] nel Caucaso, e in particolare in Cecenia, la situazione per le donne è orribile. Qui, come all’epoca dei barbari, sono soggette a mutilazioni genitali e rischiano di venire uccise in nome dell’onore della famiglia. *Il 40 per cento circa dei russi è convinto che se un uomo mantiene una donna può vietarle di uscire di casa, incontrare gli amici e i parenti, lavorare o utilizzare le carte di credito senza il suo consenso. Certo, non tutti gli uomini russi la pensano così. Ma se ci riferiamo al cosiddetto “Paese profondo”, allora diciamo che questa visione della donna è molto diffusa. *Mi piace pensare che sia possibile, ma servirebbero sforzi giganteschi e un leader, o una leader, capace di unire moltissime persone che la pensano in maniera diversa sulla guerra e sull’operato di Putin. Yulia Navalnaya ha tutte le carte in regola per diventarla. Ha tutto quello che le serve, salvo il marito. *Credo che Yulia sia assolutamente in grado di unire tutte le forze di opposizione russe al di fuori del Paese. Ma l’apparato repressivo all’interno del Paese è talmente potente che riuscire a coinvolgere chi vive in Russia sarebbe ben altra impresa. Questo è un dato di fatto, e non può essere ignorato. *Le donne russe sono forti per natura e temprate dalle circostanze. Di “principesse sul pisello” io ne conosco poche. La mia speranza è che sulla scena politica emergano donne che sappiano guardare la realtà come la vede Yulia Navalnaya. Penso che solo loro potrebbero diventare la forza motrice che potrà far uscire la Russia dalle tenebre in cui si è impantanata. ==''Una madre''== ===Incipit=== Mia madre è sempre stata una persona scomoda, non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune che sfoglia un giornale e ne legge gli articoli. Purtroppo la maggioranza della popolazione russa crede a quello che le viene detto dagli schermi dei canali di Stato: un mondo virtuale creato dalla propaganda, dove, nel complesso, tutto va bene. E i problemi, che periodicamente vengono segnalati all’opinione pubblica, hanno origine nei Paesi occidentali o, come si dice in Russia con un sorrisetto, «nell’Occidente in decomposizione». ===Citazioni=== *I [[Dittatura|dittatori]] hanno bisogno di offrire sacrifici umani per consolidare il loro potere. (p. 10) *In Russia tutti si sono dimenticati in fretta di Anna Politkovskaja, soprattutto la gente che conta, perché mantenere la memoria di persone come mia madre è pericoloso. È molto più comodo perderne le tracce e dimenticare la sua verità. (p. 10) *In Occidente il nome Politkovskaja è fonte di orgoglio. A mia madre intitolano piazze e vie, la sua attività giornalistica viene studiata nelle università, i suoi libri si vendono in tutto il mondo. In Russia quel nome è avvolto dal silenzio. (p. 10) *Dopo il 24 febbraio 2022 il nostro cognome è tornato ad avere un peso, a essere oggetto di minacce, ancora di morte, questa volta contro mia figlia, che è solo un’adolescente. Da quando a scuola hanno iniziato a parlare del conflitto in Ucraina, i compagni si sono scagliati contro di lei. Pesantemente. Così abbiamo scelto l’esilio volontario, la fuga in un altro Paese. (p. 10) *Anna Politkovskaja si formò come giornalista proprio nel periodo della [[perestrojka]]. Ne ha incarnato perfettamente lo spirito, il desiderio di cambiamento: sognava una democrazia compiuta, e sognava di fare il suo mestiere in un Paese libero, come dovrebbe essere, come non è quasi mai, nel mondo. (p. 16) *Nella vita di tutti i giorni mia madre era una persona difficile. La gestione familiare, il desiderio di avere il meglio per noi, oltre alla sua acuta percezione di tutto ciò che accadeva intorno, prosciugavano le sue forze. A ripensarci ora, credo che la responsabilità di una famiglia le sia caduta addosso troppo presto. (p. 25) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Di quei momenti, dopo il ritorno a Mosca, ricordo questa scena in particolare: mia madre che piange seduta su una panchina nel cortile di casa. Ignara del motivo, pensavo fosse preoccupata per papà, che non era ancora tornato dalla Casa Bianca. Invece poi ho scoperto che quel giorno tre giovani manifestanti che si opponevano ai golpisti erano morti, schiacciati dalle ruote di un veicolo da combattimento della fanteria proprio nel centro di Mosca. Alla notizia, mamma non era riuscita a trattenere le lacrime. L'episodio fu per lei un chiaro esempio di come troppo spesso siano le persone comuni a subire le conseguenze di avvenimenti storici di portata epocale, anche pagando con la vita: un tema che percorre come una linea rossa tuta la sua carriera professionale. (p. 32) *In cabina di regia scherzavamo sul fatto che, per qualche motivo a noi sconosciuto, gli opinionisti filogovernativi risultavano sempre un po' retrogradi, dei sempliciotti, con il loro eloquio clericale, noioso e poco interessante, mentre gli avversari dimostravano grande acume, profonda conoscenza dell'argomento oggetto della discussione, e avevano un atteggiamento propositivo e idee concrete per trovare una soluzione al problema. Gli oppositori non pensavano solo a farsi belli di fronte alle telecamere, e lo spettatore era in grado di capire benissimo come stavano le cose. (p. 46) *Molti in Occidente non capiscono perché i russi accettino così docilmente tutto ciò che fanno le autorità. I cittadini non protestano, non scendono in piazza. Oltre al fatto che la maggior parte della popolazione è impegnata a sopravvivere in condizioni di povertà, le sanzioni per la partecipazione a picchetti o manifestazioni sono diventate così elevate che pochi osano esporsi. Se in Europa, al termine di una «protesta» pacifica, ciascuno può rientrare tranquillo a casa propria, in Russia la maggioranza dei manifestanti finisce in una stazione di polizia. E non è scontato che se la cavi con una «semplice» (comunque alta) sanzione amministrativa, anziché con quindici giorni di cella. Anzi, spesso rischia un processo penale. (p. 53) *Chi può, in Russia, evita il servizio militare come la peste, perché sa che nelle caserme potrebbe accadere di tutto, ammesso di sopravvivere al nonnismo incontrollato. È risaputo, inoltre, che in tempo di pace i soldati vengono spediti in zone impervie affinché diventino «veri uomini», imparando a cavarsela con misere razioni alimentari e attrezzature poco idonee. Il podersoso ammodernamento delle forze armate, per il quale è stato speso l'equivalente di milardi di euro, è in buona parte avvenuto solo formalmente e non si capisce dove siano finiti quei soldi. (p. 63) *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Secondo le stime dell'intelligence ucraina, in migliaia si sarebbero dati alla fuga dalla prima linea e in alcune unità si è arrivati al 60-70 per cento di disertori. I dissidenti russi si mantengono più cauti, calcolando gli abbandoni in circa un miglaio. Il Cremlino, proprio come sul numero dei morti, tace. (p. 66) *I familiari dei caduti raccontano che spesso apprendono della scomparsa dei congiunti dai commilitoni o dai canali Telegram ucraini. Oppure capiscono che è successo qualcosa di irreparabile quando il loro congiunto smette di chiamare a casa. I russi, al contrario, tendono a lasciare sul campo i corpi dei comilitoni russi. (p. 66) *Un'intera generazione di giovani pagherà un prezzo altissimo, come è già avvenuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, del conflitto in Afghanistan e della Cecenia. E il prezzo non è solo la morte. Tra i fortunati che torneranno da questa guerra, le conseguenze psicologiche saranno incalcolabili, per non parlare dell'enorme quantità di invalidi che non sapranno di cosa vivere. (p. 69) *Io sono una cittadina russa, ma sono disgustata dal cieco nazionalismo e dallo pseudopatriottismo che stanno montando nel mio Paese. Quando un Paese aggredisce, chi subisce e soffre deve difendersi. Credo sia giusto che l'Occidente stia aiutando attivamente l'Ucraina a difendersi. Se così non fosse stato, la guerra sarebbe già finita. E penso che lo stesso Cremlino avesse scommesso sulla mancanza di sosteno da parte occidentale, quando ha cominciato l'aggressione. Quello che dico può apparire una contraddizione, per me che sono una pacifista convinta. Odio la guerra e le conseguenze che porta con sé. Ma si tratta di una contraddizione inevitabile. Voglio vedere la Russia come un Paese prospero, libero e sviluppato, non incosciente, povero e militarizzato. (p. 70) *La diffusione di informazioni da canali non ufficiali inizialmente comportava una multa, quindi la sospensione dell'attività, infine il ritiro della licenza per trasmettere, radio o televisione che fosse, o per stampare e vendere il giornale. Nel corso del primo mese di guerra, in Russia sono state varate alcune leggi che introducevano la responsabilità amministrativa e penale per la diffusione di «fake news» riguardanti le azioni dell'esercito russo, con una pena prevista fino a quindici anni di carcere. Ciò ha permesso di arrestare diverse persone che avevano criticato l'operato dei militari russi in Ucraina sui social o sui propri blog. (p. 76) *A tutte le difficoltà oggettive connesse con l'inizio della guerra se n'è aggiunta una ulteriore, che riguarda solo mia figlia: inconsapevolmente si è ritrovata anche lei sulla linea del fuoco. Lei si chiama come la nonna, Anna Politkovskaja, e per questo a scuola è stata subito oggetto di atti di violenza e di bullismo. A dire la verità, era già accaduto in passato. Quando Anna visitava una nuova palestra per un corso di ginnastica, le veniva spesso ricordato dai suoi coetanei, ovviamente in forma offensiva, da quale famiglia provenisse. Dopo il 24 febbraio 2022, però, la mancanza di rispetto si è trasformata in minaccia. (pp. 77-78) *Quando mamma era via, in pratica non avevamo alcun contatto con lei, perché non esistevano linee telefoniche adeguate. Eppure non sono mai rimasta a casa ad aspettare che tornasse. Del resto, lei non l'avrebbe mai voluto. Mia madre era una donna estremamente indipendente e con questo spirito ha cresciuto anche noi. Ancora adesso, quando ripenso a lei, la vedo seduta alla scrivania con la testa china sul computer a scrivere una «nota». Così le piaceva chiamare i suoi testi: non notizie, articoli, materiali, ma note. E mentre ci si dedicava era assente, anche quando era presente fisicamente. (pp. 89-90) *Mia madre non accettava mai compensi da parte delle persone che aiutava: era una questione di principio. (p. 95) *Lei cercava comprensione, ma riceveva sostegno solo dai colleghi della redazione del suo giornale e da pochissime altre redazioni di mezzi di informazione alternativi. E, ovviamente, dalle tante persone che aiutava. Perché solo questo contava per lei: fare il proprio lavoro, raccontare quello che vedeva, dare asilo a quanti non sapevano dove altro andare. Le loro storie non coincidevano con la versione ufficiale dei vari uffici competenti legati al Cremlino. (p. 105) *Questo era il suo modello di giornalismo. Raccontare i fatti, scrivere senza tener conto delle gerarchie. Un concetto forse banale per chi vive in una democrazia, ma in Russia era pura follia: significava dare per sontata la libertà e sfidare il sistema irritando tutti, compresi i colleghi che avrebbero dovuto farsi carico della stessa responsabilità, raccontando a loro volta la verità. Invece mia madre era sola, profondamente sola. (p. 106) *Scrivere la verità serve, anche se nessuno la vuole ascoltare. E serve anche fare il proprio lavoro bene, sempre. Mettere in discussione questo significherebbe riconoscere che il suo sacrificio è stato inutile. (p. 107) *Lei era profondamente convinta che, nel momento in cui si assiste a un'ingiustizia, si è costreti a intervenire. Se invece non la riconosci, o non ci credi, allora non ti senti coinvolto, anche se in fondo sospetti che un'ingiustizia esista. (p. 108) *{{NDR|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]]}} I terroristi avevano già ucciso diverse persone. Doveva avanzare con cautela, seguendo un certo percorso all'interno dell'edificio, e un passo sbagliato a sinistra o a destra poteva portare all'irreparabile. «Lì dentro ricordo di aver calpestato vetri rotti mescolati a qualcosa che sembrava sangue», c'erano vetri ovunque mi disse. «Una sensazione impossibile da dimenticare». (p. 117) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Dopo alcuni articoli si cominciò a dire che mia madre stava speculando sui morti, che «ballava sulle loro ossa» per fare carriera. Come spesso accade in Russia, parlare o scrivere di questa vile operazione, a seguito della quale morirono centotrenta persone, invece di essere liberate, significa mettere in discussione il lavoro delle forze speciali e le decisioni della leadership. Per questo, proprio perché la cosa era andata male ed erano morte molte persone, le dicevano di lasciar perdere. (p. 120) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Mi sarei potuta trovare anche io in quel teatro. Tra gli ostaggi, le vittime o tra quanti, a causa di quella storia, portano cicatrici che non si rimarginano. Ma non avevo sentito la sveglia e l'audizione, quel famoso giorno, era saltata. (p. 122) *{{NDR|Sulla [[strage di Beslan]]}} Se fosse arrivata a Beslan, mia madre avrebbe provato a parlare con i terroristi, ma evidentemente troppe persone non volevano che accadesse. Non tolleravano come lavorava, il fatto che raccogliesse le testimonianze delle famiglie degli ostaggi. Su quell'aereo non hanno solo cercato di ucciderla. Le hanno impedito di fare il suo lavoro. (p. 139) *Nessuna autorità russa presenziò al funerale. Solo tanta gente comune in lacrime. Quel giorno mi resi davvero conto di quanto lei fosse tenuta in considerazione, di quanto le volessero bene e di quanto profondamente il suo assassinio avesse scosso l'opinione pubblica. In molti, da quel momento, non avrebbero avuto più voce, né una spalla su cui piangere. Per tante di quelle persone si era spenta l'ultima possibilità di avere giustizia, di vedere scritta la propria storia. (p. 165) *In Russia, i membri delle forze dell'ordine rappresentano una casta a sé. Per me è sempre stato un mistero dove e da chi imparino a comportarsi e a comunicare con la gente. Spesso il loro stile «da cavernicoli» sembra fatto apposta per innervosire gli interlocutori, farli sentire inferiori, poca cosa rispetto alla «macchina statale» e all'uniforme che hanno di fronte. La maggior parte delle persone normali, a cui non è mai capitato di avere a che fare con loro, la prima volta non sa come affrontarli. (p. 170) *La [[seconda guerra cecena]] è stata una delle meno raccontate della storia, spacciata per giunta come lotta al terrorismo islamico, uno dei pilastri su cui Putin costruì una parte consistente della retorica sulla sua nuova Russia. Un secondo, forte pilastro propagandistico fu individuato nella «[[Fronte orientale (1941-1945)|grande guerra patriottica]]», la resistenza al nazismo e la vittoria del 1945. Se il nazismo era stato il nemico e la sua sconfitta un atto fondativo della nuova Russia, chi ne sottovalutava la valenza politica e storia si poneva automaticamente al di fuori del pensiero dominante in Russia. Bisognava eliminare le scorie del decennio eltsiniano e degli anni della perestrojka, quando la ricerca storica aveva vissuto un periodo di grande libertà erano venute alla luce verità sgradevoli per i russi, legate ai crimini del regime staliniano. La storia e la democrazia dovevano diventare sovrane, mentre la libera ricerca storica era vista come una minaccia, perché capace di «leggere» in maniera critica la narrazione dominante del passato. [...] Il terzo pilastro su cui poggia la nuova dottrina nazionale è quella del vittimismo. Dopo il [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|crollo dell'Unione Sovietica]], la Russia è stata umiliata. Da chi, se non dall'Occidente, con i suoi valori così lontani da quelli della tradizione russa? (pp. 181-183) *Putin e i suoi, [...] oltre alla sbandierata denazificazione, non hanno mai dichiarato i veri scopi della guerra. In Russia è stato ripetuto che si trattava di proteggere la popolazione del Donbass dopo otto anni di continue aggressioni e che in Ucraina esisteva un regime nemico, pronto, secondo Mosca, a invadere il Paese su mandato dell'Occidente. La realtà è che il Cremlino non può tollerare un'Ucraina democratica, che cerca di porre le basi per il suo ingresso nell'Europa politica. Una guerra prolungata, comunque vada a finire, rallenterà il processo di democratizzazione ed europeizzazione dell'Ucraina. La dirigenza russa parla anche dell'esistenza di una minoranza nazionale russa in Ucraina che non può essere esclusa dal godimento dei pieni diritti tra cui, per esempio, l'uso del russo a scuola e negli uffici pubblici. Nel primo mese di guerra, tuttavia, i bombardamenti si sono concentrati proprio sui territori in cui è preponderante la popolazione russofona, così come russofona è la maggioranza dei profughi costretti a lasciare le proprie abitazioni. Dopo l'aggressione, addirittura, molti di loro stanno progressivamente privilegiando l'ucraino. (pp. 183-184) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Vera Politkovskaja, ''Una madre. {{small|La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja}}'', traduzione di Marco Clementi, Rizzoli, ISBN 978-88-17-17882-2 ==Per [[Cristina Marsillach]]== {{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}} *Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempre stare (deve sempre esserci la paura) su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni. :''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.'' *Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava addosso dei corvi vivi. Io gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Litigavamo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente. :''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.'' *Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici (questioni tecniche, dettagli tecnici), mentre io volevo fargli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlava di cosa stava per fare tecnicamente (sul piano tecnico). :''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.'' ---------------------------------- '''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico. ==''Running with the fox''== *I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo. :''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10) *Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente. :''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15) *Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi. :''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16) *Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno. :''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32) *Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce. :''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45) *Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli. :''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45) *Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà. :''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56) *I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro. :''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58) *Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane. :''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61) *L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole. :''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173) *Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico. :''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181) *Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli. :''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) ------------------- [[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]] '''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope. ==Citazioni su Mangascià Giovanni== *Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]]) *Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]]) 64s33kki5m19qwxedi3e4ere7q655vl 1349949 1349946 2024-11-03T10:23:08Z Mariomassone 17056 /* Citazioni */ 1349949 wikitext text/x-wiki ==[[Aleksej Naval'nyj]]== ==''Patriot''== ===Incipit=== In realtà, morire non è stato doloroso. Se non fossi stato sul punto di esalare il mio ultimo respiro, non mi sarei mai sdraiato sul pavimento accanto alla toilette dell'aereo. Come potete immaginare, non era esattamente pulito. ===Citazioni=== *La possibilità di candidarmi alle elezioni mi era preclusa da molto tempo. Lo Stato non riconosceva il partito politico che guidavo e ne aveva appena rifiutata la registrazione per la nona volta in otto anni. Per qualche strana ragione, succedeva sempre che non riuscissimo a «compilare correttamente i moduli» e, nelle rarissime occasioni in cui un nostro candidato entrava nelle liste elettorali, spuntavano i pretesti più fantasiosi per negargli l'eleggibilità. (p. 5) *In un paese autoritario, dove per oltre due decenni il regime si era dato la priorità di inculcare nell'elettorato l'idea che le persone sono impotenti e non possono cambiare le cose, convincere la gente a uscire di casa e andare a votare non è mai stato un compito facile. Era pur vero, però, che i redditi erano calati per sette anni di fila, quindi se anche solo un terzo dei cittadini stufi del regime si fosse convinto ad andare ai seggi, nessun candidato di Putin avrebbe avuto una chance. A questo punto, come indurre gli elettori a votare? Con la persuasione? Offrendo in cambio qualcosa? Noi scegliemmo di farli arrabbiare. Di farli arrabbiare sul serio. (p. 6) *Considerando la realtà della Russia, scartammo fin dall'inizio l'idea di un approccio giornalistico prudente, fatto degli infiniti giri di parole – presunto, possibile, cosiddetto – tanto amati dai consulenti legali. Chiamavamo le cose col loro nome: ladro, corruzione. Se qualcuno aveva una proprietà sontuosa, non ci limitavamo a menzionarne l'esistenza, ma effettuavamo riprese con i droni e la mostravamo al pubblico in tutta la sua magnificenza. Dopodiché ne scoprivamo il valore e lo raffrontavamo con il modesto reddito che il burocrate suo proprietario dichiarava. (p. 6) *Quello che facevamo era intrattenere e al contempo scatenare indignazione con immagini della vita condotta dagli «umili patrioti che governano la nostra terra», spiegando come funzionano i meccanismi della corruzione e incitando a intraprendere azioni pratiche per causare il massimo danno al sistema di Putin. Il materiale non mancava mai. (p. 7) *In genere parlo volentieri con la gente, ma non in aereo: troppo rumore di sottofondo e non gradisco molto avere qualcuno che, a venti centimetri da me per farsi sentire, urla: «Lei indaga sulla corruzione in Russia, giusto? Be', senta cosa mi è capitato».<br>La Russia è fondata sulla corruzione e a tutti è capitato qualcosa. (p. 12) *Provate a toccarvi il polso con un dito della mano opposta. Sentite qualcosa perché il vostro corpo rilascia acetilcolina e un segnale nervoso informa il vostro cervello di questa azione, che vedete con gli occhi e identificate con il senso del tatto. Adesso fate la stessa cosa con gli occhi chiusi: non vedete il dito, ma siete perfettamente in grado di stabilire quando toccate il polso e quando non lo fate. Questo perché, dopo che l'acetilcolina trasmette un segnale tra le cellule nervose, il vostro corpo secerne colineterasi, un enzima che arresta il segnale a lavoro terminato. Per farlo, «distruggere» l'acetilcolina «usata» e, con essa, ogni traccia del segnale inviato al cervello. In assenza di questo meccanismo, il cervello riceverebbe di continuo il messaggio del dito che tocca il polso, ripetuto milioni di volte. Sarebbe simile al cosiddetto DDoS, un Distributed Denial of Service (ovvero un attacco distribuito di negazione del servizio), ai danni di un sito web: clicca una volta e il sito si apre, clicca un milione di volte al secondo e il sito va in crash.<br>In caso di DDoS, puoi ricaricare il server o installarne uno più potente. Con gli esseri umani, però, non è così semplice. Bombardato da miliardi di falsi segnali, il cervello si disorienta, non è in grado di elaborare quanto succede e alla fine va in blocco. Dopo un po' di tempo, la persona smette di respirare, visto che anche questa è una funzione controllata dal cervello.<br>È così che agiscono le sostanze nervine. (pp. 14-15) *Quando la gente mi chiede com'è morire a causa di un'[[Armi chimiche|arma chimica]], faccio due associazioni mentali: i Dissennatori di ''Harry Potter'' e i Nazgûl del ''Signore degli Anelli''. Il bacio di un Dissennatore non fa male: la vittima sente solo la vita che la lascia. L'arma principale di un Nazgûl è la spaventosa capacità di farti perdere la volontà e la forza. Lì in quel corridoio, un Dissennatore mi bacia mentre un Nazgûl si mette al mio fianco. (pp. 15-16) *Se immaginate che uscire dal [[coma]] sia una faccenda più o meno istantanea, come vorrebbero farci credere i film, mi tocca deludervi. Sarei fin troppo lieto di affermare che un attimo prima stavo morendo a bordo di un aereo e un'attimo dopo ho aperto gli occhi scoprendo che mi trovavo all'ospedale e davanti a me c'era la mia amata moglie, o perlomeno una squadra di medici che mi scrutavano ansiosi. Non è andata così. Tornare alla vita normale ha comportato diverse settimane di visioni molto sgradevoli e persistenti. L'intero processo è assomigliato a un viaggio interminabile e altamente realistico all'inferno. Anzi, non mi sorprenderebbe se l'idea dei suoi gironi fosse venuta proprio a persone che sono state in coma e hanno visto ciò che ho visto io. C'è stata una sequenza ininterrotta di allucinazioni, in mezzo alle quali di tanto in tanto intravedevo un barlume di realtà. Con il passare del tempo, la realtà aumentava e le allucinazioni diminuivano. (p. 17) *Un giorno, quando ormai avevo una migliore connessione con la realtà e stavo addirittura cominciando pian piano a ricordare qualche parola d'inglese, chiesi all'infermiere un bicchier d'acqua. Lei disse che me l'avrebbe data solo se avessi scritto quella parola, e mi porse una penna. Ricordavo come si dice «acqua» in inglese, ma proprio non sapevo come scriverlo, per quanto mi sforzassi. Cominciai ad arrabbiarmi e chiesi di nuovo, con stizza, di darmi l'acqua. «Prova un'ultima volta a scriverlo» mi disse l'infermiera con fermezza. Io feci qualche scarabocchio sul foglio, andai su tutte le furie e in un attacco di collera scrissi la parola che di colpo mi era emersa dall'inconscio: ''fuck''. Con un sottile senso di vendetta, ma soprattutto orgoglio, porsi il foglio all'infermiera. Lei mi guardò con commiserazione. Avevo scritto ''fkuc''. (p. 20) *Yulia e Leonid provarono più volte a raccontarmi quello che mi era capitato. Per un po' ebbero sarso successo. Sembrava che stessero bussando a una porta chiusa dietro cui si celava il mio cervello, che però non rispondeva. Mi dissero dell'avvelenamento; di come mi ero sentito male sull'aereo; dell'ospedale di Omsk, pieno di agenti dell'FSB; di come per un sacco di tempo il regime non avesse accettato di trasferirmi; del viaggio in Germania... ma io mi limitavo a fissarli con lo sguardo vitreo. Mi raccontarono profusamente e nei dettagli che Putin aveva cercato di assassinarmi mentre ero in visita in Siberia; che laboratori indipendenti avevano confermato che ero stato avvelenato e, per giunta, con lo stesso agente chimico che i servizi segreti russi avevano usato per avvelenare [[Avvelenamento di Sergej e Julija Skripal'|Sergei Skripal' e sua figlia a Salisbury]]. Poi, quando per l'ennesima volta pronunciarono la parola «''[[novičok]]''», di colpo li guardai dritto negli occhi e dissi: «Ma che cazzo? È una tale idiozia!». (pp. 21-22) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per strada i soldati erano inguainati da capo a piedi in insolite tute bianche. Indossavano maschere antigas che li facevano assomigliare a una qualche strana specie animale. Io vengo da una famiglia di militari, e ovviamente a casa avevamo delle maschere antigas, ma la loro unica funzione era essere indossate dai figli degli amici dei miei che venivano a trovarci: si mettevano a correre per l'appartamento, fingendo di essere elefanti e strillando di gioia. Il gioco poteva durare due o tre minuti al massimo, perché sotto le maschere antigas si moriva di caldo. I soldati in strada non stavano giocando e non si divertivano affatto. Fermavano le automobili e le lasciavano procedere solo dopo aver esaminato le loro ruote con una speciale asta metallica: un comportamento piuttosto bizzarro. (p. 29) *Quando per l'ennesima volta mi sentivo chiedere se fossi ucraino o russo, mi sforzavo di non dare una risposta netta. Era come se mi avessero chiesto a chi volevo più bene, a mio padre o a mia madre, e per quella domanda non esisteva una risposta valida. (p. 31) *{{NDR|Sul [[disastro di Černobyl']]}} Per il resto del mondo fu un enorme disastro nucleare. Per l'Unione Sovietica, uno dei fattori scatenanti del crollo di un paese già colpito dalla crisi economica del suo «socialismo pienamente sviluppato». Per il ramo ucraino della nostra famiglia fu un'immane tragedia che spazzò via la vita di un tempo. Per me rappresentò il primo evento, la prima lezione di vita, che ebbe un impatto formativo sul mio modo di vedere le cose. Le radiazioni potevano essere lontane, ma l'ipocrisia e le bugie inondarono la nazione intera. (p. 32) *La risposta standard, e in tutto e per tutto demenziale, delle autorità sovietiche – e in seguito russe – a qualsiasi crisi è decidere che è nell'interesse della popolazione ascoltare un flusso incessante di bugie. Altrimenti, dice il ragionamento, le persone senza dubbio scapperanno di casa e si metteranno a scorrazzare in uno stato di anarchia totale, appiccando il fuoco ai palazzi e ammazzandosi a vicenda.<br>La verità è che non è mai successo niente del genere. Nella maggior parte delle emergenze, la gente è preparata a comportarsi in modo razionale e disciplinato, soprattutto se la situazione viene spiegata e viene illustrato cosa occorre fare. Eppure, come ho potuto constatare più volte in circostanze meno drammatiche, la prima reazione ufficiale è invariabilmente quella di mentire. I funzionari non traggono alcun beneficio pratico dal farlo, è semplicemente una regola: in una situazione di imbarazzo, menti. Sminuisci i danni, nega sempre e comunque, bleffa. Più tardi si potrà sistemare ogni cosa, ma adesso, nel momento dell'emergenza, i funzionari non hanno altra alternativa che mentire, perché la popolazione considerata idiota non è pronta per la verità. (p. 33) *Ero solo un bambino, ma la domanda che più mi tormentava era perché le autorità stessero mentendo quando tutti attorno a me sapevano la verità. Quanto era patetico quel tentativo di ingannarci? Se devi mentire, dovresti almeno aspettarti di trarne qualche beneficio. Dici di essere malato e non sei costretto ad andare a scuola. Perlomeno ha un senso. Ma loro dove volevano andare a parare? [...] Se il disastro di Černobyl' non fosse mai avvenuto, probabilmente avrei sentito parlare meno di politica. Senza dubbio non mi avrebbe toccato così da vicino, e le mie opinioni politiche sarebbero state un po' diverse. Ma le cose andarono come andarono, e molti anni dopo, quando ero un uomo adulto, mentre guardavo in tivù l'appena nominato presidente ''ad interim'' della Russia, il quarantasettenne Vladimir Putin, lungi dal condividere l'entusiasmo per il nuovo, «energico leader» del paese, continuavo a pensare: «Questo mente in continuazione, proprio come succedeva quando ero bambino». (pp. 37-38) *{{NDR|Sulla ''[[dedovščina]]''}} Inutile dire che una pratica così idiota non migliorava affatto la disciplina, e in realtà il nonnismo non faceva che minare il rispetto per l'esercito. I soldati che tornavano a casa dopo due anni di servizio alla patria descrivevano in termini piuttosto scabrosi le violenze ai futuri coscritti. Le loro rivelazioni ricordavano da vicino quelle delle persone che escono dal carcere. Le madri ascoltavano inorridite, dopodiché non avevano il minimo desiderio di mandare i figli a fare la leva. Periodicamente, dopo che l'ennesimo giovane sfortunato, incapace di sopportare oltre i maltrattamenti, si era suicidato o aveva sparato ai suoi aguzzini, l'esercito lanciava l'ennesima campagna antinonnismo, che non serviva mai a niente. La pratica è istituzionalizzata e si può combattere solo cambiando l'istituzione, nello specifico creando un esercito in cui militari di professione, uomini e donne, ricevono uno stipendio per difendere il paese. Quello che non serve è un esercito che dipende da poveri scalognati prelevati dalle loro famiglie (nell'Unione Sovietica per due anni, oggi per uno) e costretti a passare il tempo in un'istituzione che costituisce una forma bislacca di scuola di sopravvivenza. (pp. 43-44) *Non sopporto la parola «mentalità», perché mi sembra un concetto del tutto artificiale, ma una cosa è indiscutibile: esiste un certo tipo di carattere nazionale russo, e la spacconeria nel resistere a privazioni che potrebbero tranquillamente essere evitate ne rappresenta un aspetto significativo. Sopportiamo condizioni atroci, critichiamo le autorità, ce ne lamentiamo, eppure al tempo stesso riusciamo a vantarci di essere in grado di sopravvivere a queste circostanze orribili, e lo consideriamo un notevole vantaggio competitivo in un confronto ipotetico tra nazioni. [...] Non serve essere grandi psicologi per capire che cosa c'è alla radice di questo: noi russi aneliamo a una vita normale, ben consapevoli che siamo stati noi stessi a inventare tutti i nostri problemi attuali. Proprio non riusciamo ad ammettere, però, di essere idioti, quindi cerchiamo qualcosa per cui andare fieri, mentre in realtà non c'è proprio niente di cui vantarsi. (pp. 44-45) *Tutti i sovietici amavano criticare le autorità, ma avevano il terrore dell'onnipotente [[Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti|KGB]] (nelle basi militari si parlare di ''osobisty'', «agenti speciali»). La preoccupazione più grande erano le intercettazioni telefoniche. Non era certo credibile che il KGB avesse abbastanza personale per origliare le conversazioni in ogni appartamento. Eppure, quando gli amici venivano a trovare mio padre e, dopo qualche vodka in cucina, cominciavano a bersagliare il governo, mia madre metteva il telefono sotto un cuscino. Pensavo che fosse bizzarro, e quando chiesi perché lo faceva, lei liquidò la mia domanda affermando che non si poteva sapere che cosa sarebbe stato detto e chi lo avrebbe sentito. A me sembrava assurdo. Quelli erano adulti che parlavano di questioni del tutto ordinarie, come l'impossibilità di trovare ketchup bulgaro nei negozi e la necessità di mettersi in fila per la carne alle cinque del mattino. Io davvero non riuscivo a capire di cosa si dovesse aver paura. Qualsiasi ragazzo in età scolare era stato nei negozi e aveva visto le code interminabili, e sapeva che la parola più usata nel lessico sovietico era ''defitsìt'' (carenza). Significava che c'erano persone che non ti permettevano di dire una cosa risaputa. Inoltre, sembrava che assoldassero altra gente per origliare dal telefono di casa tua, al punto che avevamo bisogno di usare un cuscino per proteggerci. Ironico che il mio primo ricordo dell'uso di quel cuscino risalga al 1984. (pp. 46-47) *Quando Sasha, mio cugino, venne a fare una gita a Mosca, fu portato, com'è ovvio, al Mausoleo di Lenin, una classica destinazione turistica per un bambino sovietico. Quando tornò in Ucraina, corse dalla nonna urlando esaltato: «Ho visto Lenin!». E lei rispose, secca: «Be', non gli hai sputato in faccia?». La parte ucraina della nostra famiglia si piegava in due dal ridere, ma io ero inorridito. [...] Mi ci volle qualche tempo per racimolare il coraggio di chiedere perché la mia amata nonna disprezzasse tanto «il migliore fra gli uomini». Risultò che il sentimento era radicato nella storia della sua famiglia. Lei era l'undicesima figlia, l'ultima, e l'unica femmina. La loro terra, con undici uomini che ci lavoravano da mattina a sera, era molto prospera. La loro casa era stata la prima in paese a sfoggiare un tetto di ferro, e avevano persino costruito un mulino, segno di inaudito benessere. Poi erano state introdotte le fattorie collettive. Pur essendo riuscita a evitare la deportazione in Siberia toccata a migliaia di altri kulaki (contadini ricchi), la famiglia della nonna fu espulsa dalla propria abitazione e costretta a trasferirsi nel fienile. Il tetto di ferro, che era stato l'invidia del paese intero, era stato portato in città, dove lo avevano venduto, per poi spendere i soldi, secondo la leggenda famigliare, «in alcol per il consiglio del paese». All'epoca quel particolare mi parve poco credibile, ma oggi non ho dubbi che fosse vero. (pp. 48-49) *La nostalgia per l'Unione Sovietica è un elemento importante della Russia di oggi, e un fattore politico da non sottovalutare. Molto prima dell'appello di Trump, «Make America Great Again», Vladimir Putin aveva pronunciato lo slogan ufficioso del suo regno: «Ci devono rispettare e temere quanto l'Unione Sovietica», cavalcando questa retorica fin dai primi passi che ha compiuto per arrivare al potere. A me sembrava ridicolo ed ero certo che non avrebbe funzionato, però mi sbagliavo. È un pensiero banale, ma il cervello umano è davvero strutturato in modo da tornare con il ricordo solo a quanto c'era di buono nel passato. Coloro che hanno nostalgia dell'Unione Sovietica in realtà hanno nostalgia della loro giovinezza, un'epoca in cui tutto doveva ancora succedere, in cui giocavi a pallavolo sulla spiaggia con i tuoi amici e di sera bevevi vino, grigliavi spiedini di carne e non ti preoccupavi della criminalità, della disoccupazione e delle incerte prospettive per il futuro. Anche le tipiche assurdità sovietiche come essere spediti a «raccogliere patate», il lavoro obbligatorio nei campi in cui venivano mandati allievi delle scuole, studenti universitari e lavoratori delle aziende cittadine negli ultimi anni dell'Unione Sovietica, sono ricordate come nient'altro che un simpatico diversivo. All'epoca, smuovere il terreno congelato per «aiutare i lavoratori delle fattorie collettive a salvare il raccolto» era una gran scocciatura e stava solo a dimostrare il fallimento totale del sistema agricolo sovietico. Ma chi si ricorda gli stivali di gomma che pizzicavano, lo sporco sotto le unghie e il senso di totale inutilità di quelle fatiche, quando è tutto eclissato dall'immagine mentale di una compagna di classe che ti rivolgeva un sorriso smagliante dal lotto di terra vicino? (pp. 52-53) *Quando sei un bambino o un adolescente, tutto sembra andare bene, e i politici spesso sfruttano questa legge della vita per oscurare la nostra immagine del futuro presentando una falsa immagine del passato. È importante, però, che ci comportiamo come esseri umani e non come pesci rossi, la cui memoria è notoriamente limitata agli ultimi tre secondi. Bersagliare di patate i tuoi amici nei campi era divertente, non c'è dubbio, ma il ricordo più durevole dell'Unione Sovietica della mia infanzia è comunque la coda per il latte. Mio fratello era nato nel 1983. Una casa con un bambino piccolo ha bisogno di un costante rifornimento di latte e per diversi anni io sono stato responsabile del suo acquisto. Ogni giorno, dopo la scuola, andavo al negozio e facevo la fila per almeno quaranta minuti per comprare quel maledettissimo latte. Spesso non era ancora stato consegnato, e tu te ne stavi lì ad aspettare che arrivasse, in compagnia di decine di adulti ingrugniti. Se eri un po' in ritardo, era possibile che tutto il latte fosse già venduto, e quella sera i tuoi genitori non sarebbero stati contenti. Per questo non ho alcun desiderio di tornare all'Unione Sovietica. Uno Stato che non riesce a produrre abbastanza latte per i suoi cittadini non merita la mia nostalgia. (pp. 53-54) *Il maggiore problema di [[Michail Gorbačëv|Gorbačëv]], che alla fine lo diventò anche per l'URSS, era l'incertezza delle azioni, sempre poco convinte. Voleva essere un riformatore, ma temeva le conseguenze di una vera riforma; annunciava grandi cambiamenti solo per cercare poi di evitarli; aprì uno spiraglio alla libertà, ma quando tutti vollero sfruttarlo, cercò di richiudere la porta in fretta e furia. Il fatto era che la gente voleva quella porta spalancata, non una fessura dalla quale sbirciare. (p. 59) *Gorbačëv, e in seguito la prima generazione di riformatori sotto Boris Eltsin, hanno subito la tragedia di essere costretti a introdurre riforme perché l'economia che avevano ereditato era stata distrutta dal regime comunista, solo per sentirsi poi accusare di averla distrutta loro. La pianificazione economica sovietica stava crollando: non circolavano merci a sufficienza e, a conferma che avevi il diritto di acquistare beni che scarseggiavano, vennero introdotte le tessere per le razioni da presentare nei negozi. [...] L'unico rimedio a quella situazione era una riforma politica ed economica, ma l'opinione pubblica scambiò la causa per l'effetto. La gente credeva che non fossero stati il PCUS, il Comitato statale per la pianificazione (Gosplan) e il KGB ad aver portato il paese al punto in cui ''perestrojka'' e riforme erano diventate necessarie per salvarlo, ma l'opposto. Si pensava infatti che le riforme avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero distrutto il vecchio e stabile modo di vivere e avessero acuito le carenze, introdotto la necessità delle tessere e peggiorato la povertà. Il termine «riforma» era, e rimane ancora oggi, offensivo: «Sappiamo tutto delle vostre riforme. Ci ricordiamo delle tessere e di come siamo diventati tutti mendicanti!». Lo stesso destino che sarebbe toccato in seguito alle parole «democrazia», «economia di mercato» e «capitalismo». (pp. 61-62) *Più diventavo grande, meno tolleravo Gorbačëv, ma adesso lo vedo sotto una luce positiva, se non altro perché si è dimostrato del tutto incorruttibile. In questo era unico. Chiunque abbia avuto potere nel periodo di transizione dal socialismo al capitalismo ha cercato di accaparrarsi una fetta di torta il più grande possibile, e quasi tutti ci sono riusciti. [...] Quando Gorbačëv diede le dimissioni, non portò niente con sé, anche se aveva avuto enormi opportunità per diventare ricco. [...] L'opinione pubblica può pensare quanto vuole che non ne abbia avuto l'opportunità, ma resta il fatto che non ci provò nemmeno. A mio parere era semplicemente un diverso tipo di persona e non era avido. (pp. 63-64) *{{NDR|Sulla [[dissoluzione dell'Unione Sovietica]]}} Non ho avuto rimpianti. Dopotutto, che cosa avevo perso? La Russia, il mio paese, era ancora lì. Avevo ancora la mia lingua, Tolstoj e Dostoevskij, Mosca e Kazan' e Rostov. L'esercito era ancora lì e lo Stato pure. Persino i burocrati erano ancora al loro posto. Kiev, Tallinn e Riga non erano svanite nell'aria. Tutto era come prima e potevi visitare quelle città, se volevi. La differenza stava nel fatto che adesso avevi una scelta, avevi la libertà. Ciò che resta di quella libertà nell'odierna Russia di Putin che finge di essere l'URSS è in realtà molto più di quanto c'era allora. Adesso puoi scegliere che lavoro fare, dove vivere e quale stile di vita adottare. Non sei più obbligato a gareggiare con gli altri per stabilire chi sia il più ipocrita e quindi si possa guadagnare il permesso di andare all'estero. Adesso puoi semplicemente comprare un biglietto e partire.<br>A questo punto c'è sempre qualcuno che dice: «Solo che adesso devi avere abbastanza soldi», e poi si mette a ricordare le garanzie sociali e l'uguaglianza dell'URSS. In realtà non esisteva niente di simile. Il divario sociale che c'era all'epoca tra un contadino di un colletivo agricolo e un membro di un comitato di un collettivo agricolo e un membro di un comitato regionale del Partito comunista è pari a quello che oggi separa un oligarca e un operaio. Ai tempi dell'URSS, case e automobili erano di gran lunga meno accessibili rispetto a ora. Certo, la gente riceveva un alloggio gratuito, ma dopo una lista d'attesa di vent'anni. Senza dubbio il teto del lusso e della ricchezza è molto cambiato: con l'URSS era al primo piano di una dacia nel «villaggio degli scrittori» nelle campagne attorno a Mosca, mentre oggi non c'è proprio, è schizzato lontanissimo, superando quelli degli chalet francesi e dei grattacieli ai bordi di Central Park a New York. (p. 67) *La [[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|guerra in Afghanistan]] incombe minacciosa sui miei ricordi d'infanzia, ma pesava ancoa di più sul destino della nazione. La tomba dell'URSS è stata scavata da Černobyl', dalla crisi economica, dall'invio di truppe in Afghanistan nel 1979 e dai successivi dieci anni di inutile guerra. Per me era rappresentata soprattutto dalle pompose stelle di un rosso brillante all'ingresso dei condomini. Erano invariabilmente accompagnate da un'iscrizione che diceva: «Qui ha vissuto Tizio, caduto eroicamente nell'adempimento del proprio dovere internazionale nella [[Repubblica Democratica dell'Afghanistan|Repubblica democratica dell'Afghanistan]]». Ricordo anche quando venne ucciso il figlio di un'insegnante della nostra scuola. La notizia si diffuse come un lampo e inizialmente tutti noi alunni rimanemmo silenziosi in maniera consona al momento. Ma i bambini sono bambini e, all'intervallo, stavamo urlando e lanciandoci oggetti come sempre. Uscì la nostra professoressa più composta: non l'avevo mai sentita alzare la voce, ma si mise a urlare definendoci spudorati. (p. 68) *In quegli anni, i genitori dei ragazzi in età di leva erano terrorizzati all'idea che i figli venissero mandati in Afghanistan a combattere: era una lotteria spaventosa alla quale tutto il paese doveva prendere parte. L'orrore non fece che accrescersi quando tornarono a casa sempre più «200», in gergo militare le bare di zinco sigillate nelle quali arrivavano i cadaveri, le Cargo 200. Mio cugino fu arruolato nell'esercito, e ricordo i miei parenti preoccupatissimi che venisse mandato in Afghanistan, soprattutto perché, da ragazzo patriottico ma non molto saggio qual era, aveva chiesto di essere assegnato proprio là. Per fortuna non accadde. (pp. 68-69) *La guerra in Afghanistan ebbe un peso cruciale non solo per noi, ma anche per il resto del mondo, e ancora oggi ne subiamo le dirette conseguenze. L'attuale estremismo islamico è nato in misura significativa da lì. Il governo degli Stati Uniti, rispondendo alla criminale idiozia dei leader sovietici, si è comportato in maniera altrettanto stupida facendo del suo meglio per trasformare la guerra dei mujaheddin afghani contro l'URSS in una ''jihad'' islamica. All'epoca, negli anni Ottanta, arrivarono nella regione frotte di volontari da tutto il Medio Oriente e da un confronto tra socialismo e capitalismo – come insisteva a intenderlo l'URSS – il conflitto si trasformò in una guerra santa contro gli infedeli. Il disastroso errore di valutazione, però, fu credere che quanti avevano imbracciato le armi in difesa della propria religione potessero essere fermati da una decisione politica dicendo semplicemente: «Ok, ragazzi, adesso basta: abbiamo vinto, torniamo tutti a casa». Coloro che erano insorti sotto le bandiere verdi dell'Islam non si accontetarono di scacciare le truppe sovietiche: credevano davvero agli slogan che li avevano ispirati, quindi adesso chiedevano che l'Afghanistan si trasformasse in un paese guidato dalla ''sharia''. [[Osama bin Laden]], al quale gli americani avevano donato denaro e armi, si stava già trasformando nel loro nemico perché i reciproci obiettivi stavano cominciando a divergere. Gli Stati Uniti stavano perdendo interesse e non desideravano più finanziare la ''jihad''. Nella visione di un fanatico religioso, tuttavia, chi non è con noi è contro di noi. Ed è stato in Afghanistan, dove erano andati a scatenare una guerra santa, che i leader dello [[Stato islamico]] come [[Abu Bakr al-Baghdadi]] divennero ciò che erano. Quella guerra continua ancora oggi. (pp. 70-71) *Si scoprì che essere poveri era più sopportabile quando lo erano tutti, ma era intollerabile se vedevi il tuo vicino molto più ricco di te. Si sente spesso parlare dell'invidia del popolo russo o sovietico verso i primi imprenditori, e per questo motivo gli anni Ottanta furono un periodo tanto odiato. Credo tuttavia che la causa fosse l'ineguaglianza delle opportunità. Se Gorbačëv avesse potuto rendere agevole per tutti diventare imprenditori, se lo avessero fatto milioni di persone e non qualche decina di migliaia tra i più intelligenti, o i più furbi, oppure tra coloro che godevano di una buona posizione, le cose sarebbero potute andare diversamente. E invece fondare una cooperativa, e in seguito un'azienda, era un calvario burocratico di stampo sovietico. Volendo avviare un'attività, dovevi pagare tangenti oppure avere i contatti giusti, o almeno possedere carisma da vendere. Tutto questo creò la durevole immagine dell'uomo d'affari scaltro e subdolo, diventato tale con mezzi meno che legali. (p. 76) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Nella nostra cittadina nessuno batteva ciglio alla vista dei carri armati. I visitatori amavano essere fotografati accanto al cartello «Attenzione, carri armati» che era un po' il nostro simbolo. Quel giorno, però, sembrava tutto diverso. Anzitutto, percorrevano la strada asfaltata, cosa che abitualmente non facevano perché l'avrebbero distrutta. Poi sembrava che stessero andando in guerra o fossero impegnati in un'operazione speciale di qualche tipo. La scena aveva un che di caotico. Ma l'aspetto più importante era che si stavano dirigendo verso Mosca. Felice di avere una scusa per non andare alla dacia, tornai a casa e accesi il televisore per capire cosa stesse succedendo. Stavano trasmettendo ''Il lago dei cigni'', e per qualsiasi sovietico questo significava che stava accadendo qualcosa di grave. Fin da piccolo avevo imparato che, se invece dei cartoni animati trasmettevano un concerto di musica classica, con ogni probabilità era morto un leader e sarebbe cominciato un diluvio di cordoglio pubblico. Questa volta, però, non era affatto chiaro chi fosse deceduto. (p. 77) *[...] venne letto alla radio un lunghissimo discorso al popolo sovietico. Era incredibilmente prolisso, con frasi che sembravano tratte da un editoriale della «Pravda» (e nel 1991 gli editoriali della «Pravda» erano sinonimo di cliché, idiozia e disonestà). Rammento solo che veniva condannato con forza il fiorire della «speculazione». Il monito non poteva essere più chiaro: la nosra futura vita di agi grazie a capitalismo ed economia di mercato era a rischio. Ricordo anche la frase: «Mai nella storia del paese la propaganda di sesso e violenza ha assunto simili proporzioni, mettendo in pericolo la vita e la salute delle generazioni future». Un attacco vero e proprio alle migliori conquiste della nostra epoca. Le immagini di donne nude non avevano fatto in tempo ad apparire su giornali e periodici, e queste persone le volevano bandire con il pretesto che erano una minaccia per la nostra salute. Per aggiungere il danno alla beffa, era una replica di quegli stessi programmi che anni prima avevano condannato la musica rock perché conteneva «una propaganda sfrenata di sesso e violenza». Era chiaro come gli autori della dichiarazione l'avessero scritta con il sottile intento di toccare le più profonde corde del cuore del popolo sovietico. Nell'ascoltare le parole che vietavano il sesso e il profitto, e parlavano della necessità di rifornire i villaggi di carburante e lubrificanti (altro argomento dei golpisti), i sovietici avrebbero picchiato i pugni sul tavolo dicendo: «Ehi, i compagni del Comitato di emergenza stanno facendo proprio la cosa giusta! Era ora di aiutare i contadini e bandire il sesso!». (p. 79) *Sono stato fortunato a essere tra coloro che non hanno subito onde d'urto dal crollo dell'URSS. Se mio padre fosse stato un ufficiale dell'esercito non nella regione di Mosca, ma a Baku, nel Nagorno Karabakh, in Abcasia o negli Stati baltici, le cose sarebbero andate molto diversamente. Tutti i rancori accumulati negli anni divamparono infatti in conflitti e persino guerre. Scoprimmo da un momento all'altro che armeni e azerbaigiani si odiavano al punto che già stavano combattendo. Georgiani e abcasiani non erano certo vicini amichevoli che pranzavano insieme, anzi, si sarebbero reciprocamente scacciati dalle rispettive case. Le ragioni sottese a ciò che stava accadendo venivano spiegate in maniera dettagliata, e ogni paese aveva le proprie. Visto da Mosca tutto questo sembrava una pura e semplice follia. Perché si facevano guerra tra loro? Per anni avevano convissuto «nella famiglia unita e multietnica dei popoli sovietici», e adesso si massacravano per questioni territoriali e interetniche?<br>Si trattava senza dubbio della visione egocentrica e certamente ignorante di qualcuno che, per un colpo di fortuna, si era trovato in un posto dove non erano in corso guerre o conflitti nazionali, ma soltanto una caccia molto metropolitana al denaro. Non riuscivo a immaginarmi nei panni degli armeni o degli azerbaigiani, e in ogni caso non avevo il minimo desiderio di farlo. Per motivi altrettanto egocentrici, il solo problema interetnico che mi interessasse era la difficile situazione dei russi: d'un tratto, la nostra era diventata la diaspora più grande in Europa. Per me era abbastanza semplice fare un esperimento mentale. Immaginavo che mio padre fosse stato mandato a servire nella XIV Armata, di stanza in Moldavia, e io fossi diventato improvvisamente parte della «minoranza di lingua russa». Sarei stato quantomeno molto insoddisfatto di quell'istantaneo cambiamento e del mio status di «minoranza». (p. 85) *I nuovi leader saliti al potere in Russia – tra i quali Putin e tipi come lui erano di terza o quarta categoria – ignorarono il problema dei russi bloccati fuori dal paese. Si sarebbe potuto evitare un gran numero di conflitti, e si sarebbero salvate vite, se il governo dell'epoca avesse proposto anche solo un programma basilare per il rientro dei russi in uno qualsiasi dei territori ancora appartenenti a Mosca. Com'è ovvio, nessuno si sarebbe affrettato a tornare dai prosperi Stati baltici, e in quel caso sarebbero serviti approcci diversi. Eppure le domande confuse di chi viveva in Uzbekistan, Kirghizistan e in molte altre repubbliche – Qual è adesso il nostro posto? Che cosa dobbiamo fare? – avrebbero dovuto trovare risposta. È straordinario come, anche adesso che il probelam della «russofobia» e la violazione dei diritti dei russi sono diventati in pratica la massima priorità nell'agenda del Cremlino, tutto resti a livello di una demagogia spudorata e ipocrita dietro alla quale manca qualsiasi provvedimento costruttivo. [...] L'attuale regime preferisce parlare senza sosta di russi oppressi senza far nulla per aiutarli. (pp. 86-87) *Quelli come Putin sono nostalgici dell'URSS perché per loro equivaleva a uno status di superiorità inaccessibile a chiunque. Oggi, a dispetto di tutte le storture del sistema, uno specialista informatico di un paesino siberiano può diventare miliardario senza bisogno del permesso o del sostegno dello Stato, e andarsene in Costa Azzurra a bordo del suo jet privato. All'epoca c'era una barriera che valeva per tutti tranne che per quelli come Putin, il cui unico scopo era di impedire agli altri di fare qualunque cosa. (p. 89) *Con tutta la sua ipocrita esaltazione dei lavoratori, la società sovietica in realtà tracciava un confine molto netto: chi proseguiva gli studi era al vertice, mentre gli altri erano di seconda categoria. Molto probabilmente questo avvenne per incentivare tutti, qualsiasi fossero le loro origini, a tentare la strada degli studi universitari, il che non era una brutta idea. [...] Nella pratica, però, la cosa non funzionò bene. La conseguenza a lungo termine fu una catastrofica caduta del prestigio di qualsiasi professione associata al lavoro manuale, anche la più specializzata. Essere un ''PTUšnik'', ovvero lo studente di una scuola professionale, divenne sinonimo di asino. Era normale che un professore dicesse a un ragazzo: «Petrov, tu sei un idiota e puoi aspirare solo alle professionali». L'implicazione era che, dopo essere diventato idraulico, elettricista o operaio, Petrov sarebbe entrato nell'esercito dei perdenti e degli alcolizzati privi di prospettive nella vita. (p. 90) *[...] in URSS era praticamente contro la legge ammettere gli ebrei alle facoltà di matematica. [...] Secondo una barzelletta tipica dell'epoca, alle selezioni per l'ingresso all'Università statale di Mosca gli esaminatori non vogliono ammettere un candidato ebreo, quindi lo bersagliano di domande sempre più difficili, ma lui riesce a rispondere a tutte, quindi alla fine la commissione si riduce a chiedere: «Come spiega il fatto che Lev Tolstoj fosse capace di ricordare cose accadute quando aveva solo quaranta giorni?». «La cosa non mi sorprende. Io ricordo cose successe quando avevo otto giorni.» «E cosa ricorda?» «Ricordo un anziano ebreo con la barba e i ''peot'' che è arrivato e mi ha tagliato via la possibilità di fare l'università.» (pp. 102-103) *Ho già menzionato il decennio che passò alla storia come «i maledetti anni Novanta», un'espressione che vorrei spiegare, perché rappresenta una delle principali ragioni per le quali Putin continua a essere popolare in una fetta della società e perché il suo nome è associato alla «restaurazione dell'ordine» anche se, con lui al potere, l'amministrazione dello Stato è in totale degrado. [...] Ciò che rendeva «maledetti» gli anni Novanta era il fatto che in ogni centro abitato tutti sapessero esattamente chi fosse a capo della criminalità e quali gang fossero operative. In qualche modo, il crimine organizzato compariva dal giorno alla notte e assumeva all'istante un ruolo cruciale nella vita pubblica. [...] Nell'esatto istante in cui l'Unione Sovietica era crollata, lasciando il paese senza un unico centro di potere noto e accettato da tutti, le persone avevano scoperto all'improvviso che a comandare adesso erano le gang che stazionavano ogni sera al chiosco degli spiedini in fondo alla strada. [...] All'improvviso venne fuori che aver trascorso un periodo in carcere era qualcosa di positivo. In precedenza si sarebbe detto: «È stato sette anni in prigione. È una causa persa. Stagli lontano». Adesso, per qualche imperscrutabile ragione, la frase era diventata: «È stato sette anni in prigione, quindi ha contatti giusti e risolverà i nostri problemi». (pp. 106-107) *Sono convinto che prima o poi ogni cosa andrà al suo posto e tutto finirà bene, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà che dai primi anni Novanta ai Venti del Duemila la vita di una nazione è stata stoltamente sprecata in un'epoca di degenerazione e di incapacità di stare al passo. C'è una buona ragione se le persone come me, e quelle di cinque o dieci anni più vecchie, sono chiamate la generazione maledetta o perduta. Noi siamo quelli che avrebbero dovuto beneficiare della libertà politica e di mercato, ci saremmo potuti adattare in fretta a un nuovo mondo, in una maniera del tutto fuori dalla portata delle generazioni precedenti. Il 15 per cento di noi sarebbe dovuto diventare imprenditore, «come in America». Solo che la Russia non ce l'ha fatta. Nessuno dubita che adesso viviamo meglio che negli anni Novanta, ma, perdonatemi, sono passati trent'anni. Anche in Core del Nord le persone vivono meglio oggi che trent'anni fa. [...] Il confronto non dovrebbe essere tra come eravamo negli anni Novanta e come siamo adesso, ma tra come siamo adesso e come avremmo potuto essere al tasso di crescita medio globale. Avremmo ottenuto senza fatica quello che abbiamo visto ottenere da Cecoslovacchia, Germania dell'Est, Cina e Corea del Sud. Questo confronto non può che deprimerci. [...] Perché non ha funzionato? Perché i polacchi e i cechi la sfangano e noi no? Ho una risposta semplice, che, per quanto tecnicamente significhi rispondere a una domanda ponendone altre, aiuta ogni pezzo del rompicapo ad andare al suo posto: [[Leszek Balcerowicz]], l'architetto delle riforme polacche, è forse diventato un multimilionario come il nostro [[Anatolij Borisovič Čubajs|Anatolij Čubajs]]? La famiglia di [[Václav Havel]], il leader post-comunista ceco, ha forse comprato una villa da 15 milioni di dollari a Saint-Barthélemy, l'«isola dei milionari», e possiede altri beni per un totale di centinaia di milioni? Come mai in Russia quasi tutti i giovani democratici, riformatori e sostenitori del libero mercato degli anni Novanta sono diventati favolosamente ricchi e oggi hanno cambiato le loro posizioni diventando pilastri conservatori dello Stato? In Estonia o Ungheria, Slovacchia o Germania non è successo niente del genere. [...] Dovremmo ammettere che in Russia non c'è mai stato al potere un democratico, nel senso di una persona con una mentalità genuinamente liberale e democratica. (pp. 123-124) *Eltsin era privo di una sincera motivazione ideologica e spinto unicamente dalla sete di potere. Era senz'altro un individuo dal grande talento, un politico di enorme intuito che percepiva l'umore popolare e sapeva come sfruttarlo. Era pronto, all'occasione, ad agire con decisione e audacia, ma sempre negli interessi di se stesso e del proprio potere più che in quelli del popolo o della nazione. (p. 126) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alexei Navalny, ''Patriot'', traduzione di Teresa Albanese, Sara Crimi e Laura Tasso, Mondadori, Milano, 2024, ISBN 978-88-04-75686-6. ==[[Alberto Pollera]]== Alberto Pollera (1873 – 1939), militare e antropologo italiano. ==''Lo Stato etiopico e la sua Chiesa''== ===Incipit=== Questo libro vede la luce assai tempo dopo che fu compilato: debbo perciò pregare il benevolo lettore di tener presente trattarsi dell'esame di ordinamenti e costumi di un popolo che si avvia rapidamente ad una importante evoluzione civile, la quale, cominciata tardi, si affretta a raggiungere con ritmo sempre più accelerato, miglioramenti e sviluppi che, fino a pochi anni fa, sembrava assurdo sperare. ===Citazioni=== *Gli Abissini identificarono più tardi la regina Macheddà con Azieb, [[regina di Saba]], dando con ciò un seguito apparentemente logico a questa tradizione. [...] la leggenda della regina di Saba non deve in Abissinia aver acquistato valore che in epoca molto posteriore, e verosimilmente quando, con S. Frumenzio e coi santi predicatori e gli Abuna suoi successori, provenienti da Bisanzio, da Alessandria e da Roma, la religione cristiana si diffuse in Etiopia, e ciò perché [...] questi apostoli della fede, avevano ben ragione di credere che l'accennata tradizione potesse giovare, come giovò, ai loro intenti. (pp. 8-9) *A noi può sembrare che il concetto etiopico della parentela dinastica colla Vergine sia un po' troppo esagerato ed estensivo, a motivo della enorme distanza di tempo e del gran numero di generazioni trascorse; ma la mentalità etiopica non valuta le cose al modo nostro, perché già nelle piccole questioni interne di stirpe, è abituata a riconoscere legami di consanguineità molto arretrati nel tempo, sul quale non ferma affatto la sua attenzione. (p. 15) *Per evitare l'obiezione che nella Bibbia non si fa affatto cenno del trafugamento delle Tavole, che anzi si dice andassero distrutte in Babilonia, i manoscritti etiopici, narrando con assai maggior copia di particolari la leggenda [...], aggiungono che, appena il gran sacerdote Sadok ed il re Salomone si accorsero della scomparsa di quelle, decisero di tener celata la immane sciagura al popolo, per modo che questo non seppe mai niente di ciò, e continuò a venerare quell'Arca, la quale non era, pur troppo, che un semplice simulacro della prima. (p. 23) *Il popolo etiopico, orgoglioso delle tradizioni [...] e convinto di esser divenuto per volontà di Dio il vero popolo eletto sulla terra, a cagione della discendenza salomonica di [[Menelik I]], in sostituzione del popolo ebreo, resosene indegno, è andato a ricercare nella Bibbia tutte le promesse fatte da Dio ad Abramo e a David, e ritiene che esse siano ancora in pieno vigore per il proprio paese. (p. 24) *Direi quasi che l'orgoglio in Abissinia è una malattia contagiosa, cronica, permanente, che non risparmia nemmeno i più miseri. Non deve quindi stupire se questo orgoglio si trova elevato a potenza molto elevata nei legittimi regnanti di quel paese, che fanno seguire il loro nome da iperbolici titoli. (pp. 25-26) *Ora, i regnanti di Etiopia, nelle ingenua ma ferma convinzione di occupare di diritto e di fatto il primo posto fra i regnanti di tutto il mondo, ogni volta che hanno avuto occasione di indirizzare messaggi a regnanti europei, lo hanno fatto appunto nel modo da essi usato verso i loro inferiori, ossia iniziando la lettera col proprio nome, anche quando facevano ciò per invocare importanti servigi da loro. (p. 26) *Si dice [...] che il [[Teodoro II d'Etiopia|Negus Teodoro]], ritenendo l'Inghilterra il paese più ragguardevole dopo il suo, rivolgesse alla regina Vittoria domanda di matrimonio, e che la mancata risposta fosse il movente che lo indusse a imprigionare, per atto di rappresaglia e di sfida, tutti gli europei che tovavansi presso di lui [...].<br>In quella tragica vigilia, ma troppo tardi, Teodoro comprese che la superiorità etiopica era ormai una leggenda fantastica; il che non ha tuttavia impedito alla massa di continuare a credervi. Umili e grandi ne sono ugualmente convinti, e se ciò costituisce una ingenuità, non si può negare che costituisca anche una forza per lo stato che tali credenze coltiva, con pieno consenso, fra i suoi sudditi. (p. 27) *[...] degli Abissini si può dire quello che è stato detto degli Ebrei, e cioè che, credendosi di una stirpe privilegiata, hanno sempre voluto isolarsi, e mantenersi distinti da tutte le altre nazioni.<br>Questa credenza ispirò ad essi il concetto della autoglorificazione, perché ritennero di essere veramente i solo veri figli di Dio, discendenti diretti della linea primogenita di Adamo, senza riflettere che la funzione del popolo eletto venne necessariamente a cessare colla venuta di Gesù Cristo, immolatosi per la intera umanità, e non per la fortuna di un popolo. (p. 31) *[...] in Etiopia è pacificamente ammesso e riconosciuto, che la madre ha diritto di attribuire con giuramento la paternità del figlio a chi essa ritiene ne sia l'autore, senza bisogno di altra indagine o prova concomitante.<br>L'unione poi, sia pure effimera, con una schiava, decisamente biasimata e derisa quando si tratta di altri, è invece susata trattandosi di signori e di principi, i quali pur non tenendo un harem, come i mussulmani, ne seguono la pratica poligama. L'importante è che la discendenza dei salomonidi e la loro tradizione continui. (pp. 37-38) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Alberto Pollera, ''[https://dl.unito.it/it/ricerca/digitale/?id=mag:447 Lo Stato etiopico e la sua Chiesa]'', Roma, SEAI, 1926. ==Irridentismo russo== *L'idea secondo cui la Russia sarebbe a casa propria ovunque si parla russo [...] basterebbe, se fosse convalidata, a mettere l'Europa e il mondo a ferro e fuoco. Che succederebbe, se si ragionasse così, con i transilvani in Romania? Con i catalani in Francia? Con le tre comunità linguistiche di cui è composta la Svizzera? Con quella «minoranza vallona» di cui certi ideologi, a Mosca, già sostengono che sarebbe minacciata di «genocidio»? Con quella parte della California dove si parla spagnolo? Con la Gran Bretagna, che ha la lingua in comune con l'America? Il nazionalismo linguistico, sotto Putin non meno che all'epoca, nel 1938, dell'annessione dei tedeschi dei Sudeti al Terzo Reich, è un vaso di Pandora. [...] allora come si potrebbe impedire alla Lituania di rivendicare Smolensk? Alla Polonia di avanzare i suoi diritti su Leopoli? Alla Slovacchia di invadere l'oblast della Transcarpazia? Alla Moldavia di reclamare un pezzo di Transnistria? E perché la Russia, un Paese che, lo ripetiamo, non è mai stato uno Stato-nazione prima del 1991, avrebbe più titoli di altri da far valere sulle terre liberate dell'ex Unione Sovietica? ([[Bernard-Henri Lévy]]) ==Per Stepan Bandera== {{Int|Da ''[https://web.archive.org/web/20100426235947/http://www.stepanbandera.org/bandera_perspective_5.htm Ai principi della nostra politica di liberazione]''|Articolo pubblicato in ''Vizvolna Politika'', novembre-dicembre 1946; ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1.|h=4}} ===Citazioni su Stepan Bandera=== *L'estrema destra in Ucraina vede certamente Bandera come uno dei loro padri politici, ma l'estrema destra nel paese è molto debole, e la popolarità della figura di Bandera va molto al di là della destra. La ragione è che, sebbene Bandera fosse di estrema destra e – almeno per un periodo della sua vita – un fascista, in Ucraina oggi non è visto principalmente come tale. È considerato un combattente per l'indipendenza dell'Ucraina che morì per questo. Fu ucciso a Monaco di Baviera nel 1959 dal KGB – la stessa organizzazione nella quale si è formato Putin. Nel discorso pubblico la sua figura è quella di un liberatore, anche se naturalmente non avrebbe instaurato un regime liberale se fosse andato al potere. Del resto, i suoi rapporti con l'occupante tedesco durante la Seconda guerra mondiale erano stati conflittuali. Due dei suoi fratelli furono uccisi ad Auschwitz (apparentemente da compagni di prigionia). Un altro fratello morì durante l'occupazione tedesca in circostanze non chiare. Lo stesso Stepan Bandera è stato a lungo rinchiuso nel campo di concentramento di Sachsenhausen vicino a Berlino. Queste sono le cose che sono enfatizzate dalla memoria pubblica in Ucraina: una memoria selettiva, non una visione storica oggettiva. È un fenomeno che vediamo in molti Paesi, dove le pagine buie delle biografie degli eroi nazionali sono dimenticate o taciute. ([[Andreas Umland]]) *La Russia usa allegramente il culto ucraino di Bandera come prova che l'Ucraina è uno Stato nazista. Gli ucraini rispondono per lo più sbianchettando l'eredità di Bandera. È sempre più difficile per le persone concepire l'idea che qualcuno possa essere stato il nemico del tuo nemico e tuttavia non una forza benevola. Una vittima e anche un carnefice. O viceversa. ([[Maša Gessen]]) ==Bibliografia== *Степан Бандера, ''Перспективи Української Революції'' [''Prospettive della rivoluzione ucraina''], Дрогобич, Видавнича фірма "ВІДРОДЖЕННЯ", 1998, ISBN 966-538-059-1. ==Per [[Vera Politkovskaja]]== '''Vera Aleksandrovna Politkovskaja''' (1980 – vivente), giornalista russa. {{Int|Da ''[https://video.repubblica.it/mondo/mia-mamma-anna-politkovskaja/13099/14374 "Mia mamma, Anna Politkovskaja"]''|Intervista di Fiammetta Cucurnia, ''Video.repubblica.it'', 4 ottobre 2007.}} *Lei riceveva sempre minacce. Noi vivevamo con questa continua pena, paura. Però lei proprio non ne voleva neanche parlare. Lei diceva: «Questo è il mio paese. Io sono nata qui, voglio vivere qui, voglio lavorare qui. Quale sarà il mio valore se io prendo, lascio tutto e me ne vado?». *Era mia madre. Io penso che, durante la sua vita, lei ha fatto molto bene per le persone e ha lasciato sicuramente la sua traccia. E quindi col suo contributo qualcosa di meglio c'è nel nostro paese. Però contemporaneamente devo dire sarebbe stato molto meglio che lei non se ne fosse occupato, che non avesse fatto nulla e che fosse viva. Per me, al diavolo tutto. Io avrei voluto mia madre. {{Int|Da ''[https://www.balcanicaucaso.org/aree/Cecenia/Intervista-a-Vera-Politkovskaja-86280 Intervista a Vera Politkovskaja]''|Intervista di Giorgio Comai, ''Balcanicaucaso.org'', 3 dicembre 2010.}} *Non augurerei a nessuno di leggere sulla propria madre il tipo di frasi ed opinioni riguardanti Anna Politkovskaja che mi è capitato di trovare. *Alla procura si sono occupati di indagini per due anni prima di dare inizio al processo e hanno arrestato delle persone, che tra l'altro poi hanno liberato. E non sono neppure riusciti a contare correttamente la tempistica dell'omicidio. Quando hanno indicato i secondi che sono trascorsi tra il momento in cui mia madre è entrata nel nostro condominio a quando l'assassino è uscito, non corrispondevano con le ore che avevano fornito. Ce l'ha fatto notare una nostra amica giornalista proprio mentre eravamo in aula di fronte al giudice. È un piccolo errore, forse, ma dimostra con quanta poca serietà abbia lavorato chi si è occupato delle indagini. *Abbiamo ricevuto molte dimostrazioni di sostegno da rappresentanze diplomatiche estere. Ricordo che ad esempio il console francese è venuto di persona al funerale e ci ha passato una lettera di condoglianze firmata personalmente dal capo dello Stato del suo Paese. Ma i diplomatici non vengono certo a dire a noi di cosa parlano nei loro incontri ufficiali con i vertici russi. {{Int|Da ''[https://www.lsdi.it/2011/vera-politkovskaja-in-russia-sempre-peggio-per-la-liberta-di-stampa/ Vera Politkovskaja, in Russia sempre peggio per la libertà di stampa]''|Intervista di Valentina Barbieri, ''Lsdi.it'', 17 maggio 2011.}} *Nel nostro paese la libertà di stampa è un problema grave. Ogni giornalista si trova di fronte ad un bivio: può scegliere la carriera e scrivere quello che gli dicono oppure può fare una scelta diversa, scrivere quello che trova giusto e occuparsi di quello che gli interessa. Le conseguenze sono diverse: nel primo caso guadagnerà un posto di prestigio (ovvero statale), nel secondo caso potrebbe finire male. *Per quanto riguarda il mio vissuto di giornalista, cerco di evitare qualsiasi confronto tra l’esperienza di mia mamma e la mia. Non ho la sua ricchezza professionale, trent’anni di attività, la sua grande esperienza. Lei lavorava a modo suo, in una maniera personale, io lavoro in un altro modo, il mio. *Quando ti riferisci a qualcuno, inizi inevitabilmente a copiare, mentre nel giornalismo è più importante lavorare sul proprio stile. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2015/03/03/news/vera_politkovskaja_un_delitto_dimostrativo_come_quello_di_mia_madre_proveranno_a_insabbiare-108637090/ "Un delitto dimostrativo come quello di mia madre. Proveranno a insabbiare"]''|Intervista di Aleksej Tekhnenko, ''Repubblica.it'', 3 marzo 2015.}} *Quello di [[Boris Nemcov|Nemtsov]] è un omicidio politico, dimostrativo, arrogante. Come quello che ha distrutto la nostra famiglia. [...] Riconosco uno stile che mi preoccupa. Vaghezza, contraddizioni e troppe ipotesi che fanno solo confusione. Come allora. *A me basta la certezza che sia un omicidio politico. Chiunque abbia ucciso lo ha fatto per mettere a tacere una voce scomoda. È sempre la stessa storia. *Bisogna restare all'erta. Contrastare ogni voce falsa, chiedere giustizia sempre, instancabilmente. E mi auguro che gli amici e i compagni di movimento di Nemtsov riescano a tenere alta l'attenzione sui media. Lo so per esperienza, non è facile. Tutto si dimentica. {{Int|Da ''[https://www.la7.it/piazzapulita/video/parla-vera-la-figlia-di-anna-politkovskaja-i-russi-non-sono-abituati-a-pensare-05-05-2022-437048 «I russi non sono abituati a pensare»]''|Intervista di Sara Giudice, ''La7.it'', 5 maggio 2022.}} {{Int|Da ''[https://tg24.sky.it/mondo/2022/10/14/vera-politkovskaja-live-in-firenze-2022 "Putin indifferente a reazione Europa su Ucraina"]''|''Tg24.sky.it'', 14 ottobre 2022.}} {{Int|Da ''[https://www.lastampa.it/esteri/2023/02/21/video/massimo_giannini_intervista_vera_politkovskaja_anna_mia_madre-12655173/ "Anna, mia madre"]''|Intervista di Massimo Giannini, ''Lastampa.it'', 21 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.rainews.it/tgr/piemonte/video/2023/02/putin--un-dittatore-mia-madre-ora-sarebbe-in-ucraina-dalla-parte-delle-vittime-eb0c8871-076d-482a-b394-86db8efd34c9.html "Putin è un dittatore, mia madre ora sarebbe in Ucraina dalla parte delle vittime"]''|''Rainews.it'', 22 febbraio 2023.}} {{Int|Da ''[https://www.iodonna.it/attualita/storie-e-reportage/2023/05/20/vera-politkovskaja-un-libro-per-ricordare-la-madre-anna-politkovskaja/ Vera Politkovskaja: «In Russia la misoginia fa parte dei valori tradizionali»]''|''Iodonna.it'', 20 maggio 2023.}} *Se parliamo di questo momento storico, noto molti cambiamenti, ma in negativo. Non vedo segnali di miglioramento della situazione o di un prossimo futuro in cui la Russia sarà finalmente “un Paese felice”. La Russia precipita sempre di più in una realtà oscura e imprevedibile. Per uscirne impiegherà diversi decenni. *Oggi i diritti dell’uomo, così come sono intesi in Occidente, non esistono. Non solo, ma negli ultimi tempi politici e personaggi pubblici insistono nel criticare l’introduzione di queste concezioni in Russia, o a distorcerne il significato. Adesso ai diritti della persona vengono contrapposti i non del tutto chiari “valori tradizionali”. Risultato: l’attività di alcune persone sui social porta a procedimenti penali, il movimento Lgbt è di fatto vietato, tutti i media dell’opposizione sono stati bloccati in rete o chiusi. La Russia si è ritirata dalla convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Se si scava, poi, un po’ più a fondo, si scopre che non c’è più nemmeno lo spazio per tentare di difendere i diritti umani. *[...] in Russia la misoginia è un sentimento abbastanza diffuso e per qualche russo è addirittura parte di quei valori tradizionali cui accennavo prima. Però, a essere sinceri, in molti Paesi questo sentimento è comune almeno quanto in Russia, e in alcuni anche di più. Se poi contestualizziamo il tutto da un punto di vista storico, non è passato molto tempo da quando le donne hanno ottenuto almeno il diritto di voto. E ora, come allora, la parte femminile del mondo deve ancora lottare per ottenere le stesse possibilità degli uomini. Per questo continuare a conquistare i propri diritti è il compito più importante per tutte le donne del pianeta. {{Int|Da ''[https://www.r/robinson/2023/10/23/news/vera_politkovskaja_la_mia_russia_ora_e_mordor-418550449/ Vera Politkovskaja: “La mia Russia ora è Mordor”]''|''Repubblica.it'', 23 ottobre 2023.}} *Riconosco senza problemi che una parte della responsabilità per quello che accade è mia, in quanto cittadina proveniente dalla Russia, e i cittadini dell’Ucraina, finché la guerra non finirà, hanno tutto il diritto di accusare i cittadini della Federazione russa per quanto si sta verificando. Ma questo diritto è solo loro. *Come è possibile che l’odio verso i russi in tanti Paesi del mondo, specie in Europa, faccia ormai parte della normalità? La prima cosa che colpisce è la reazione serafica della comunità europea che vede in questo odio un dato di fatto, un normale stato delle cose. Va detto che anche l’invasione dell’Ucraina è un dato di fatto, ormai scontato, per molti russi. Qual è dunque la differenza tra comunità europea così civile e quella russa, che negli ultimi diciotto mesi è stata costantemente tacciata di non ribellarsi a sufficienza contro le autorità? Dove sono finiti tutti quelli a cui stridono i denti a forza di intestarsi la causa animalista, quella della comunità LGBTQIA+ o quella degli afroamericani? Siete tutti concordi nel dire che siamo tutti uguali ma prendersela con una persona solo perché possiede il passaporto russo vi sta bene? *La maggioranza degli stati che non accoglie più i russi e ha anche interrotto l’emissione di visti di transito è rappresentata da Paesi al confine con la Russia. Ovvero proprio quei Paesi in cui si sono rifugiati i miei concittadini in fuga dagli orrori del regime di Putin. L’hanno fatto in pena per il futuro e l’incolumità delle proprie famiglie, temendo di essere esposti a azioni persecutorie politiche, che oggi in Russia equivalgono a quelle penali. *Tra i Paesi che non concedono visti ai russi figurano la Polonia, la Finlandia, la Repubblica ceca, la Lettonia e tanti altri. Oltre a questo divieto, di recente i politici di tutti i Paesi europei che spartiscono la frontiera con la Russia hanno bloccato l’ingresso nei paesi membri dell’Unione Europea alle automobili immatricolate nel mio Paese. L’argomentazione utilizzata per giustificare la misura rimanda a una delle regole del regime sanzionatorio introdotto dopo lo scoppio della guerra: ora le automobili russe sono considerate merce d’importazione e quindi vietata. *«Russi, dovete soffrire! Ovunque siate, alla fine siete voi che avete invaso! Se non vi va bene ritornatevene a casa vostra e rovesciate Putin! Non avrete diritti finché ci sarà la guerra!». Ogni qual volta sento pronunciare queste frasi da parte degli ucraini, la mia mente va col pensiero alle loro città dove tutti i giorni cadono i missili russi. Mi sento capace di capirli e perdonarli ogni volta, perché mi mostrano un odio viscerale, ma per «una giusta causa». Tuttavia non posso non notare i parallelismi con la retorica del Cremlino: potete “invitare” i russi a tornare casa per rovesciare Putin quanto volete, ma rimane il fatto che ora tutti i critici del regime in vigore a Mosca si trovano o sotto terra, o in prigione o all’estero. Non dimentichiamo che è da diciotto mesi che lo stesso esercito ucraino non riesce a sconfiggere il regime putiniano, al netto di tutti gli aiuti provenienti dal mondo civile. *La guerra in Ucraina è il frutto di una politica pluriennale del Cremlino, smascherata sovente da chi ora non c’è più, è dietro le sbarre oppure se n’è andato. Al contempo è anche il fallimento totale della diplomazia non solo di Kiev e Mosca, ma anche di quella europea e americana. A pensarci bene, i responsabili delle ostilità in Ucraina al massimo sono i vertici del potere russo e i politici occidentali. Ora Putin potrà troneggiare legalmente fino al 2036. Il presidente di un paese immenso ha sistematicamente violato le leggi, anche quelle internazionali, ma in tutto il mondo civile hanno continuato a stringergli la mano. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/02/19/news/politkovskaja_morte_navalny_putin-422158715/ Putin temeva Navalny più di ogni altro e si è sbarazzato di lui come di mia madre Anna Politkovksaja]''|''Repubblica.it'', 19 febbraio 2024.}} *Per i politici europei e americani, l’omicidio di Navalny è solo l’ennesimo pretesto per prendere la parola e ancora una volta “dare uno schiaffo” alla Russia di Putin. *L’oppositore russo è stato in qualche modo il prigioniero personale di Vladimir Putin che lo temeva talmente da non osare pronunciare il suo nome ad alta voce, offrendo così il fianco ai giornalisti che glielo hanno fatto notare a più riprese. Navalny, dal canto suo, trovandosi già dietro le sbarre, non ha mai avuto paura a definire il capo di stato russo un omicida, un farabutto e un ladro. Con il sorriso sarcastico sul suo volto, in più di un’occasione ha schernito il presidente russo e tutto il sistema da lui costruito. Le numerose cause penali intentate ai suoi danni non facevano altro che dargli il pretesto per farsi una risata. *[...] le persone che si sono occupate di eliminare Navalny sono ufficialmente “a servizio dello stato” nei tribunali, nelle procure, nelle carceri e nelle case circondariali. Si tratta di persone che non per forza occupano posizioni di rilievo. Ma tutte loro, in un modo o nell’altro, sono complici e, qualora il caso relativo all’omicidio di Navalny dovesse arrivare in tribunale, sul banco degli imputati ci sarebbero decine di persone. *[...] le cose si svolgeranno come si erano svolte fino all’esecuzione di Navalny. Con l’aiuto delle forze dell’ordine, degli arresti e dei processi, metteranno il bavaglio a tutti quelli che oseranno pronunciare la verità sulla fine dell’oppositore. I politici occidentali si indigneranno ancora un po’, esprimeranno il loro orrore rispetto a quanto accade in Russia, salvo poi tornare subito a occuparsi delle loro vicende quotidiane. Succederà così perché non possono fare nulla, non hanno mai avuto e non hanno neanche ora delle reali possibilità per fare leva sulla situazione in modo da cambiarla. {{Int|Da ''[https://www.repubblica.it/venerdi/2024/03/08/news/vera_politkovskaja_il_futuro_della_russia_sara_scritto_dalle_donne-422277423/ Vera PolitkovskaJa: “Il futuro della Russia sarà scritto dalle donne”]''|''Repubblica.it'', 8 marzo 2024.}} *Mentre in tutto il mondo civilizzato il ruolo della donna nella società cresce, in Russia si susseguono prese di posizione che non fanno che danneggiarla. Non mi riferisco solo al divieto di abortire, già in vigore nelle strutture sanitarie private del Paese, ma anche agli appelli dei politici che chiedono di limitare l’accesso delle donne all’istruzione secondaria, in modo che non vengano distolte da quella che secondo lo Stato (e secondo una parte dei russi) è la loro funzione principale: fare figli. *In generale l’impressione è che – sempre nella visione statale – le donne russe, ancor più dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, siano destinate a ricoprire esclusivamente il ruolo di macchine per la riproduzione della popolazione. *Ad abbandonare la Russia sono state proprio quelle persone che avrebbero potuto influire sul futuro in maniera positiva. Neanche dall’estero riescono a far sentire la loro voce: la macchina della propaganda ha fatto presto a bollare come "traditore della patria” chi è andato via. Con il risultato che chiunque dall’estero osi criticare pubblicamente la situazione in Russia viene sommerso da una montagna di fango e screditato in tutti i modi possibili, compreso ritrovarsi oggetto di azioni civili e penali. Lo scopo è anche quello di rendere difficile il rientro in patria di queste persone. *{{NDR|Su [[Julija Naval'naja]]}} La denigrazione del nemico con ogni mezzo è pratica diffusa in Russia: se poi il nemico è una donna che ha osato mostrare al mondo un’immagine che non è solo quella della vedova inconsolabile e in preda al dolore, i denigratori sono capaci di tutto. La misoginia trova terreno fertile nella nostra società. *Nell’immaginario collettivo russo il campo d’azione legittimo della donna continua a essere quello della cucina e delle stanze da letto dei figli. Anche per quelle che riescono a uscire da questo schema la vita non è semplice: il divario salariale a parità di professione e di ore di lavoro, nel migliore dei casi, è del 30 per cento. Gli uomini non hanno nessun problema a cercare di ostacolare la carriera delle loro colleghe. *[...] nel Caucaso, e in particolare in Cecenia, la situazione per le donne è orribile. Qui, come all’epoca dei barbari, sono soggette a mutilazioni genitali e rischiano di venire uccise in nome dell’onore della famiglia. *Il 40 per cento circa dei russi è convinto che se un uomo mantiene una donna può vietarle di uscire di casa, incontrare gli amici e i parenti, lavorare o utilizzare le carte di credito senza il suo consenso. Certo, non tutti gli uomini russi la pensano così. Ma se ci riferiamo al cosiddetto “Paese profondo”, allora diciamo che questa visione della donna è molto diffusa. *Mi piace pensare che sia possibile, ma servirebbero sforzi giganteschi e un leader, o una leader, capace di unire moltissime persone che la pensano in maniera diversa sulla guerra e sull’operato di Putin. Yulia Navalnaya ha tutte le carte in regola per diventarla. Ha tutto quello che le serve, salvo il marito. *Credo che Yulia sia assolutamente in grado di unire tutte le forze di opposizione russe al di fuori del Paese. Ma l’apparato repressivo all’interno del Paese è talmente potente che riuscire a coinvolgere chi vive in Russia sarebbe ben altra impresa. Questo è un dato di fatto, e non può essere ignorato. *Le donne russe sono forti per natura e temprate dalle circostanze. Di “principesse sul pisello” io ne conosco poche. La mia speranza è che sulla scena politica emergano donne che sappiano guardare la realtà come la vede Yulia Navalnaya. Penso che solo loro potrebbero diventare la forza motrice che potrà far uscire la Russia dalle tenebre in cui si è impantanata. ==''Una madre''== ===Incipit=== Mia madre è sempre stata una persona scomoda, non solo per le autorità russe, ma anche per la gente comune che sfoglia un giornale e ne legge gli articoli. Purtroppo la maggioranza della popolazione russa crede a quello che le viene detto dagli schermi dei canali di Stato: un mondo virtuale creato dalla propaganda, dove, nel complesso, tutto va bene. E i problemi, che periodicamente vengono segnalati all’opinione pubblica, hanno origine nei Paesi occidentali o, come si dice in Russia con un sorrisetto, «nell’Occidente in decomposizione». ===Citazioni=== *I [[Dittatura|dittatori]] hanno bisogno di offrire sacrifici umani per consolidare il loro potere. (p. 10) *In Russia tutti si sono dimenticati in fretta di Anna Politkovskaja, soprattutto la gente che conta, perché mantenere la memoria di persone come mia madre è pericoloso. È molto più comodo perderne le tracce e dimenticare la sua verità. (p. 10) *In Occidente il nome Politkovskaja è fonte di orgoglio. A mia madre intitolano piazze e vie, la sua attività giornalistica viene studiata nelle università, i suoi libri si vendono in tutto il mondo. In Russia quel nome è avvolto dal silenzio. (p. 10) *Dopo il 24 febbraio 2022 il nostro cognome è tornato ad avere un peso, a essere oggetto di minacce, ancora di morte, questa volta contro mia figlia, che è solo un’adolescente. Da quando a scuola hanno iniziato a parlare del conflitto in Ucraina, i compagni si sono scagliati contro di lei. Pesantemente. Così abbiamo scelto l’esilio volontario, la fuga in un altro Paese. (p. 10) *Anna Politkovskaja si formò come giornalista proprio nel periodo della [[perestrojka]]. Ne ha incarnato perfettamente lo spirito, il desiderio di cambiamento: sognava una democrazia compiuta, e sognava di fare il suo mestiere in un Paese libero, come dovrebbe essere, come non è quasi mai, nel mondo. (p. 16) *Nella vita di tutti i giorni mia madre era una persona difficile. La gestione familiare, il desiderio di avere il meglio per noi, oltre alla sua acuta percezione di tutto ciò che accadeva intorno, prosciugavano le sue forze. A ripensarci ora, credo che la responsabilità di una famiglia le sia caduta addosso troppo presto. (p. 25) *{{NDR|Sul [[putsch di agosto]]}} Di quei momenti, dopo il ritorno a Mosca, ricordo questa scena in particolare: mia madre che piange seduta su una panchina nel cortile di casa. Ignara del motivo, pensavo fosse preoccupata per papà, che non era ancora tornato dalla Casa Bianca. Invece poi ho scoperto che quel giorno tre giovani manifestanti che si opponevano ai golpisti erano morti, schiacciati dalle ruote di un veicolo da combattimento della fanteria proprio nel centro di Mosca. Alla notizia, mamma non era riuscita a trattenere le lacrime. L'episodio fu per lei un chiaro esempio di come troppo spesso siano le persone comuni a subire le conseguenze di avvenimenti storici di portata epocale, anche pagando con la vita: un tema che percorre come una linea rossa tuta la sua carriera professionale. (p. 32) *In cabina di regia scherzavamo sul fatto che, per qualche motivo a noi sconosciuto, gli opinionisti filogovernativi risultavano sempre un po' retrogradi, dei sempliciotti, con il loro eloquio clericale, noioso e poco interessante, mentre gli avversari dimostravano grande acume, profonda conoscenza dell'argomento oggetto della discussione, e avevano un atteggiamento propositivo e idee concrete per trovare una soluzione al problema. Gli oppositori non pensavano solo a farsi belli di fronte alle telecamere, e lo spettatore era in grado di capire benissimo come stavano le cose. (p. 46) *Molti in Occidente non capiscono perché i russi accettino così docilmente tutto ciò che fanno le autorità. I cittadini non protestano, non scendono in piazza. Oltre al fatto che la maggior parte della popolazione è impegnata a sopravvivere in condizioni di povertà, le sanzioni per la partecipazione a picchetti o manifestazioni sono diventate così elevate che pochi osano esporsi. Se in Europa, al termine di una «protesta» pacifica, ciascuno può rientrare tranquillo a casa propria, in Russia la maggioranza dei manifestanti finisce in una stazione di polizia. E non è scontato che se la cavi con una «semplice» (comunque alta) sanzione amministrativa, anziché con quindici giorni di cella. Anzi, spesso rischia un processo penale. (p. 53) *Chi può, in Russia, evita il servizio militare come la peste, perché sa che nelle caserme potrebbe accadere di tutto, ammesso di sopravvivere al nonnismo incontrollato. È risaputo, inoltre, che in tempo di pace i soldati vengono spediti in zone impervie affinché diventino «veri uomini», imparando a cavarsela con misere razioni alimentari e attrezzature poco idonee. Il podersoso ammodernamento delle forze armate, per il quale è stato speso l'equivalente di milardi di euro, è in buona parte avvenuto solo formalmente e non si capisce dove siano finiti quei soldi. (p. 63) *{{NDR|Sull'[[invasione russa dell'Ucraina del 2022]]}} Secondo le stime dell'intelligence ucraina, in migliaia si sarebbero dati alla fuga dalla prima linea e in alcune unità si è arrivati al 60-70 per cento di disertori. I dissidenti russi si mantengono più cauti, calcolando gli abbandoni in circa un miglaio. Il Cremlino, proprio come sul numero dei morti, tace. (p. 66) *I familiari dei caduti raccontano che spesso apprendono della scomparsa dei congiunti dai commilitoni o dai canali Telegram ucraini. Oppure capiscono che è successo qualcosa di irreparabile quando il loro congiunto smette di chiamare a casa. I russi, al contrario, tendono a lasciare sul campo i corpi dei comilitoni russi. (p. 66) *Un'intera generazione di giovani pagherà un prezzo altissimo, come è già avvenuto ai tempi della Seconda guerra mondiale, del conflitto in Afghanistan e della Cecenia. E il prezzo non è solo la morte. Tra i fortunati che torneranno da questa guerra, le conseguenze psicologiche saranno incalcolabili, per non parlare dell'enorme quantità di invalidi che non sapranno di cosa vivere. (p. 69) *Io sono una cittadina russa, ma sono disgustata dal cieco nazionalismo e dallo pseudopatriottismo che stanno montando nel mio Paese. Quando un Paese aggredisce, chi subisce e soffre deve difendersi. Credo sia giusto che l'Occidente stia aiutando attivamente l'Ucraina a difendersi. Se così non fosse stato, la guerra sarebbe già finita. E penso che lo stesso Cremlino avesse scommesso sulla mancanza di sosteno da parte occidentale, quando ha cominciato l'aggressione. Quello che dico può apparire una contraddizione, per me che sono una pacifista convinta. Odio la guerra e le conseguenze che porta con sé. Ma si tratta di una contraddizione inevitabile. Voglio vedere la Russia come un Paese prospero, libero e sviluppato, non incosciente, povero e militarizzato. (p. 70) *La diffusione di informazioni da canali non ufficiali inizialmente comportava una multa, quindi la sospensione dell'attività, infine il ritiro della licenza per trasmettere, radio o televisione che fosse, o per stampare e vendere il giornale. Nel corso del primo mese di guerra, in Russia sono state varate alcune leggi che introducevano la responsabilità amministrativa e penale per la diffusione di «fake news» riguardanti le azioni dell'esercito russo, con una pena prevista fino a quindici anni di carcere. Ciò ha permesso di arrestare diverse persone che avevano criticato l'operato dei militari russi in Ucraina sui social o sui propri blog. (p. 76) *A tutte le difficoltà oggettive connesse con l'inizio della guerra se n'è aggiunta una ulteriore, che riguarda solo mia figlia: inconsapevolmente si è ritrovata anche lei sulla linea del fuoco. Lei si chiama come la nonna, Anna Politkovskaja, e per questo a scuola è stata subito oggetto di atti di violenza e di bullismo. A dire la verità, era già accaduto in passato. Quando Anna visitava una nuova palestra per un corso di ginnastica, le veniva spesso ricordato dai suoi coetanei, ovviamente in forma offensiva, da quale famiglia provenisse. Dopo il 24 febbraio 2022, però, la mancanza di rispetto si è trasformata in minaccia. (pp. 77-78) *Quando mamma era via, in pratica non avevamo alcun contatto con lei, perché non esistevano linee telefoniche adeguate. Eppure non sono mai rimasta a casa ad aspettare che tornasse. Del resto, lei non l'avrebbe mai voluto. Mia madre era una donna estremamente indipendente e con questo spirito ha cresciuto anche noi. Ancora adesso, quando ripenso a lei, la vedo seduta alla scrivania con la testa china sul computer a scrivere una «nota». Così le piaceva chiamare i suoi testi: non notizie, articoli, materiali, ma note. E mentre ci si dedicava era assente, anche quando era presente fisicamente. (pp. 89-90) *Mia madre non accettava mai compensi da parte delle persone che aiutava: era una questione di principio. (p. 95) *Lei cercava comprensione, ma riceveva sostegno solo dai colleghi della redazione del suo giornale e da pochissime altre redazioni di mezzi di informazione alternativi. E, ovviamente, dalle tante persone che aiutava. Perché solo questo contava per lei: fare il proprio lavoro, raccontare quello che vedeva, dare asilo a quanti non sapevano dove altro andare. Le loro storie non coincidevano con la versione ufficiale dei vari uffici competenti legati al Cremlino. (p. 105) *Questo era il suo modello di giornalismo. Raccontare i fatti, scrivere senza tener conto delle gerarchie. Un concetto forse banale per chi vive in una democrazia, ma in Russia era pura follia: significava dare per sontata la libertà e sfidare il sistema irritando tutti, compresi i colleghi che avrebbero dovuto farsi carico della stessa responsabilità, raccontando a loro volta la verità. Invece mia madre era sola, profondamente sola. (p. 106) *Scrivere la verità serve, anche se nessuno la vuole ascoltare. E serve anche fare il proprio lavoro bene, sempre. Mettere in discussione questo significherebbe riconoscere che il suo sacrificio è stato inutile. (p. 107) *Lei era profondamente convinta che, nel momento in cui si assiste a un'ingiustizia, si è costreti a intervenire. Se invece non la riconosci, o non ci credi, allora non ti senti coinvolto, anche se in fondo sospetti che un'ingiustizia esista. (p. 108) *{{NDR|Sulla [[crisi del teatro Dubrovka]]}} I terroristi avevano già ucciso diverse persone. Doveva avanzare con cautela, seguendo un certo percorso all'interno dell'edificio, e un passo sbagliato a sinistra o a destra poteva portare all'irreparabile. «Lì dentro ricordo di aver calpestato vetri rotti mescolati a qualcosa che sembrava sangue», c'erano vetri ovunque mi disse. «Una sensazione impossibile da dimenticare». (p. 117) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Dopo alcuni articoli si cominciò a dire che mia madre stava speculando sui morti, che «ballava sulle loro ossa» per fare carriera. Come spesso accade in Russia, parlare o scrivere di questa vile operazione, a seguito della quale morirono centotrenta persone, invece di essere liberate, significa mettere in discussione il lavoro delle forze speciali e le decisioni della leadership. Per questo, proprio perché la cosa era andata male ed erano morte molte persone, le dicevano di lasciar perdere. (p. 120) *{{NDR|Sulla crisi del teatro Dubrovka}} Mi sarei potuta trovare anche io in quel teatro. Tra gli ostaggi, le vittime o tra quanti, a causa di quella storia, portano cicatrici che non si rimarginano. Ma non avevo sentito la sveglia e l'audizione, quel famoso giorno, era saltata. (p. 122) *{{NDR|Sulla [[strage di Beslan]]}} Se fosse arrivata a Beslan, mia madre avrebbe provato a parlare con i terroristi, ma evidentemente troppe persone non volevano che accadesse. Non tolleravano come lavorava, il fatto che raccogliesse le testimonianze delle famiglie degli ostaggi. Su quell'aereo non hanno solo cercato di ucciderla. Le hanno impedito di fare il suo lavoro. (p. 139) *Nessuna autorità russa presenziò al funerale. Solo tanta gente comune in lacrime. Quel giorno mi resi davvero conto di quanto lei fosse tenuta in considerazione, di quanto le volessero bene e di quanto profondamente il suo assassinio avesse scosso l'opinione pubblica. In molti, da quel momento, non avrebbero avuto più voce, né una spalla su cui piangere. Per tante di quelle persone si era spenta l'ultima possibilità di avere giustizia, di vedere scritta la propria storia. (p. 165) *In Russia, i membri delle forze dell'ordine rappresentano una casta a sé. Per me è sempre stato un mistero dove e da chi imparino a comportarsi e a comunicare con la gente. Spesso il loro stile «da cavernicoli» sembra fatto apposta per innervosire gli interlocutori, farli sentire inferiori, poca cosa rispetto alla «macchina statale» e all'uniforme che hanno di fronte. La maggior parte delle persone normali, a cui non è mai capitato di avere a che fare con loro, la prima volta non sa come affrontarli. (p. 170) *La [[seconda guerra cecena]] è stata una delle meno raccontate della storia, spacciata per giunta come lotta al terrorismo islamico, uno dei pilastri su cui Putin costruì una parte consistente della retorica sulla sua nuova Russia. Un secondo, forte pilastro propagandistico fu individuato nella «[[Fronte orientale (1941-1945)|grande guerra patriottica]]», la resistenza al nazismo e la vittoria del 1945. Se il nazismo era stato il nemico e la sua sconfitta un atto fondativo della nuova Russia, chi ne sottovalutava la valenza politica e storia si poneva automaticamente al di fuori del pensiero dominante in Russia. Bisognava eliminare le scorie del decennio eltsiniano e degli anni della perestrojka, quando la ricerca storica aveva vissuto un periodo di grande libertà erano venute alla luce verità sgradevoli per i russi, legate ai crimini del regime staliniano. La storia e la democrazia dovevano diventare sovrane, mentre la libera ricerca storica era vista come una minaccia, perché capace di «leggere» in maniera critica la narrazione dominante del passato. [...] Il terzo pilastro su cui poggia la nuova dottrina nazionale è quella del vittimismo. Dopo il [[Dissoluzione dell'Unione Sovietica|crollo dell'Unione Sovietica]], la Russia è stata umiliata. Da chi, se non dall'Occidente, con i suoi valori così lontani da quelli della tradizione russa? (pp. 181-183) *Putin e i suoi, [...] oltre alla sbandierata denazificazione, non hanno mai dichiarato i veri scopi della guerra. In Russia è stato ripetuto che si trattava di proteggere la popolazione del Donbass dopo otto anni di continue aggressioni e che in Ucraina esisteva un regime nemico, pronto, secondo Mosca, a invadere il Paese su mandato dell'Occidente. La realtà è che il Cremlino non può tollerare un'Ucraina democratica, che cerca di porre le basi per il suo ingresso nell'Europa politica. Una guerra prolungata, comunque vada a finire, rallenterà il processo di democratizzazione ed europeizzazione dell'Ucraina. La dirigenza russa parla anche dell'esistenza di una minoranza nazionale russa in Ucraina che non può essere esclusa dal godimento dei pieni diritti tra cui, per esempio, l'uso del russo a scuola e negli uffici pubblici. Nel primo mese di guerra, tuttavia, i bombardamenti si sono concentrati proprio sui territori in cui è preponderante la popolazione russofona, così come russofona è la maggioranza dei profughi costretti a lasciare le proprie abitazioni. Dopo l'aggressione, addirittura, molti di loro stanno progressivamente privilegiando l'ucraino. (pp. 183-184) ===Explicit=== ==Bibliografia== *Vera Politkovskaja, ''Una madre. {{small|La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja}}'', traduzione di Marco Clementi, Rizzoli, ISBN 978-88-17-17882-2 ==Per [[Cristina Marsillach]]== {{Int|Da ''[http://www.money-into-light.com/2021/06/an-interview-with-cristina-marsillach.html An interview with Cristina Marsillach]''|Intervista di Paul Rowlands, ''money-into-light.com'', giugno 2021.}} *Girare i film dell'orrore è stressante, perché la paura deve sempre stare (deve sempre esserci la paura) su un piano psicologico. Devi continuare a lavorare con quella paura costantemente. Devi sentirla nelle tue emozioni. :''Making horror films is stressful, because the fear always has to be on a psychological plane. You have to keep working with that fear continuously. You have to feel it in your emotions.'' *Dario era un grande ammiratore di Edgar Allan Poe, e per lui i corvi erano un elemento molto importante del film. Quando stavamo girando un scena particolare del film, mi gettava addosso dei corvi vivi. Io gridavo "Basta! Basta!" e lui diceva "Devo farlo perché devi provare questa paura e questa sensazione". Litigavamo, ma era un periodo divertente per me. Stressante ma divertente. :''Dario was a big fan of Edgar Allan Poe, and ravens were a very important element of the film for him. When we were shooting a particular scene in the film, he threw actual live ravens at me. I shouted "Stop! Stop!" and he said "I have to do this because you need to experience this fear and sensation." We would fight with each other, but it was a fun time for me. Stressful, but fun.'' *Litigavamo tanto, ma c'era rispetto reciproco tra di noi. Lui mi rispettava come attrice ed io lui come regista. Era molto concentrato su elementi tecnici (questioni tecniche, dettagli tecnici), mentre io volevo fargli tante domande sugli aspetti psicologici del mio personaggio e della storia. Ma lui non diceva altro che "No, no, no, va tutto bene" e poi parlava di cosa stava per fare tecnicamente (sul piano tecnico). :''We fought a lot, but there was mutual respect between us. He respected me as an actress and I respected him as a director. He was very focused on technical things, whereas I wanted to ask him a lot of questions about the psychological aspects of my character and the story. But he would just say "No, no, no that's all fine" and then just talk about what he was going to do technically.'' ---------------------------------- '''David W. Macdonald''' (...), zoologo britannico. ==''Running with the fox''== *I lupi cacciano prede grandi; infatti, un alce può pesare 600 chili, dieci volte il peso del lupo più grande. Da solo, il lupo non sarebbe altro che pula per i palchi dell'alce. Un branco, però, può radunare la forza collettiva dei suoi membri. Infatti, lavorando in gruppo si trasformano in una nuova creatura, un super predatore la cui capacità collettiva oltrepassa l'abilità venatoria degli individui coinvolti. La volpe, al contrario, è circa 300 volte più pesante di un topo. La caccia volpina non comporta alcuna maratona affannante, nessuno squartamento, nessun duello contro gli zoccoli. Piuttosto, astuzia, agilità, un balzo aggraziato e un morsetto preciso segnano il destino del topo. :''Wolves hunt large prey; indeed, a moose may weigh 600 kg, ten-fold the weight of the largest wolf. Alone, the wolf would be little more than chaff to the moose's antlers. A pack, however, can muster the collective might of its members. Indeed, by working as a team they are transformed into a new creature, a super-predator whose summed capability exceeds the hunting prowess of the individuals involved. A fox, in contrast, is some 300 times heavier than a mouse. The vulpine hunt involves no lung-bursting marathon, no rip and rend, no sparring against hoofs. Rather, stealth, agility, a graceful leap and a precision nip seal the mouse's fate.'' (p. 10) *Le persone mi chiedono spesso perché ho scelto di lavorare con le volpi. Solitamente rispondo che questa specie offre il migliore di molti mondi: il brivido di osservare comportamenti raramente segnalati, la soddisfazione della lotta intellettuale per spiegare perché l'evoluzione ha lavorato ogni sfumatura strutturale in queste incredibili creature, e la convinzione che questa nuova conoscenza sarà utile, contribuendo alle soluzioni di problemi grandi quanto la rabbia e piccoli (ma irritanti) quanto la decapitazione di un pollo di cortile. Questa risposta è onesta, e le motivazioni alla base sono solide. Per dare un'altra risposta, però, non meno importante: io studio le volpi perché sono ancora impressionato dalla loro straordinaria bellezza, perché mi superano in astuzia, perché mantengono il vento e la pioggia sul mio volto, e perché mi conducono alla solitudine soddisfacente della campagna; tutto sommato – perché è divertente. :''People often ask why I chose to work with foxes. Generally I reply that this species offers the best of many worlds: the thrill of observing behaviour rarely seen before, the satisfaction of the intellectual wrestle to explain why evolution has worked each nuance of design into these remarkable creatures, and the conviction that this new knowledge will be useful, contributing to the solutions of problems as grand as rabies and as small (but annoying) as the beheading of a barnyard fowl. This reply is honest, and the arguments underlying it are robust. However, to give another answer, no less important: I study foxes because I am still awed by their extraordinary beauty, because they outwit me, because they keep the wind and rain on my face, and because they lead me to the satisfying solitude of the countryside; all of which is to say – because it's fun.'' (p. 15) *Sconfiggere le volpi in astuzia ha messo alla prova l'ingegno dell'uomo per almeno 2.000 anni. [...] Forse, allora, migliaia di generazioni di persecuzione (specialmente quando l'avversario ricorre a trucchi sporchi come marinare i gatti nell'orina) ha plasmato le volpi con le loro quasi sconcertanti abilità di evitare l'uomo e i suoi stratagemmi. :''Outwitting foxes has stretched man's ingenuity for at least 2,000 years. [...] Perhaps then, thousands of generations of persecution (especially when the opposition resorts to dirty tricks like marinading cats in urine) have fashioned foxes with their almost uncanny abilities to avoid man and his devices.'' (p. 16) *Rainardo è una volpe che ha avuto un impatto più grande sulla cultura e la sensibilità europea di qualsiasi altro animale selvatico. Adorna i rinfianchi delle chiese medievali, da Birmingham a Bucarest, ghignando dalle pagine dei salteri, e ha trionfato come genio malefico in più di un milione di poemi epici e di bestiari. Prospera nelle storie per bambini contemporanee e ha infiltrato le nostre lingue e perciò le nostre percezioni dei suoi cugini selvatici: poche sono le lingue in Europa in cui la parola "volpino" non è sinonimo di furbizia e inganno. :''Reynard is a fox who has had a greater influence upon European culture and perceptions than any other wild creature. He adorns the spandrels of mediaeval churches from Birmingham to Bucharest, leers from the pages of psalters, and has triumphed as an evil genius in more than a millennium of epic poems and bestiaries. He thrives in contemporary children's stories and has infiltrated our languages and thus our perception of his wild cousins: there is hardly a language in Europe in which the word "foxy" is not synonymous with trickery and deceit.'' (p. 32) *Tentare di catalogare l'umore e il risultato delle interazioni delle volpi non è sempre semplice. In particolare, l'osservatore si interroga molto sulla dalla somiglianza esteriore tra l'aggressione e il gioco. Il problema è che la lotta nel gioco ha gli stessi ingredienti della lotta sul serio, tranne per il paradosso che nessuno si ferisce. :''Attempting to categorize the mood and outcome of fox interactions is not always straightforward. In particular, the observer is bedevilled by the superficial similarity of aggression and play. The problem is that fighting in play has the same ingredients as fighting in earnest, except for the paradox that nobody gets injured.'' (p. 45) *Se c'è una cosa nella società delle volpi che "non si fa", è di avvicinarsi a qualcuno che sta mangiando. Sotto questo aspetto, il vecchio contrasto con i lupi suona veritiero: i lupi talvolta mangiano una preda fianco a fianco in relativa armonia; le volpi solitamente fanno di tutto per evitare anche di essere viste con del cibo e, nel peggiore dei casi, volteranno almeno le spalle l'una all'altra mentre mangiano. Questo contrasto è particolarmente marcato tra i giovani: i cuccioli di volpe invariabilmente lottano con ferocia sorprendente per il cibo e possono infliggere ferite gravi, i cuccioli di lupo sono più tolleranti. Ovviamente, come qualsiasi altra generalizzazione sulle volpi, ci sono eccezioni alla regola: le volpi maschio nutrono le loro compagne e gli adulti nutrono i cuccioli. :''If there is one thing in fox society that is "not done'", it is to approach somebody who is eating. In this respect, the old contrast with wolves holds true: wolves sometimes feed from a kill side by side in relative harmony; foxes generally do everything possible to avoid even being seen with food and, if the worst comes to the worst, will at least turn their backs to each other while eating. This contrast is especially marked among youngsters: fox cubs invariably fight with astonishing savagery over food and can inflict serious injury, wolf pups are much more tolerant. Of course, as with every other generalization about foxes, there are exceptions to the rule: dog foxes feed their vixens and adults feed cubs.'' (p. 45) *Ci sono poche cose affascinanti quanto un cucciolo di volpe, quindi la tentazione di allevarne uno come animale da compagnia è grande. Tuttavia, la gran maggioranza dei "salvataggi" finisce male per tutti i coinvolti. La maggior parte delle persone non ha idea del tempo, strutture, abilità, e soprattutto, tolleranza necessari per allevare una volpe. Da poppanti hanno bisogno di latte ogni quattro ore, giorno e notte, ma questo è un gioco da ragazzi in confronto al loro comportamento una volta svezzati: ogni cucciolo di volpe che ho conosciuto ha avuto una passione sia per il cuoio che per i cavi elettrici. La prima finisce con la distruzione dei portafogli, borsette, scarpe, giacche di camoscio e di montone, mentre la seconda devasta i cavi elettrici. Mi è sempre piaciuto l'odore persistente dell'orina di volpe, ma vale la pena notare che una proprietaria non poté trovare un altro inquilino per diversi mesi dopo che io e la mia volpe lasciammo la proprietà. :''There are few things as enchanting as a fox cub, so the temptation to rear one as a pet is great. Nonetheless, the great majority of "rescues" come to a sad end for all concerned. Most people have no idea of the time, dedication, facilities, skill and, above all, tolerance required to rear a fox. As sucklings they require milk at four hour intervals day and night, but this is a trifling difficulty compared with their behaviour once weaned: every fox cub I have known has had a passion for both leather and electric cables. The former results in destruction of wallets, handbags, shoes, suede or sheepskin coats, the latter wreaks havoc with household wiring. I have always rather liked the lingering smell of fox urine, but it is noteworthy that one landlady was unable to find another tenant for several months after my fox and I vacated the property.'' (p. 56) *I costumi della società delle volpi dettano che non c'è amicizia così profonda da poter anche solo tollerare il pensare al cibo di un altro. :''The mores of fox society dictate that there is no friendship so deep as to countenance even thinking about somebody else's food.'' (p. 58) *Penso che molto della vita di una volpe passa sul filo del rasoio, sommersa dall'acutezza dei suoi sensi. Nella volpe, l'evoluzione ha modellato una creatura per cui ogni stimolo viene elevato alla massima sensibilità: per la volpe c'è l'immagine fulminea della palpebra che si chiude di un coniglio, lo squittio chiassoso di un topo distante venti metri, il tanfo spaventoso dell'orma vecchia di un giorno di un cane. :''I think much of a fox's life is spent on a knife-edge, deluged by the acuteness of its senses. In the fox, evolution has fashioned a creature for which every input is turned to maximum sensitivity: for the fox there is the jolting image of a rabbit's blinking eyelid, the clamorous squeak of a mouse 20 metres off, the dreadful reek of a dog's day-old pawprint.'' (p. 61) *L'industria della selvaggina è probabilmente in gran parte responsabile per la morte spesso sgradevole nell'ordine di 100.000 volpi all'anno in Gran Bretagna, ma contro di questi bisogna valutare il fatto che questa industria fornisce il maggior incentivo per la conservazione dell'habitat su terre agricole. :''The game shooting industry is probably largely responsible for the frequently unpleasant deaths in the order of 100,000 foxes annually in Britain, but against these must be weighed the fact that this industry provides the major incentive for habitat conservation on farmland.'' (p. 173) *Le volpi urbane e i gatti si incontrano molto spesso ed è comune vederli insieme, spesso mangiando fianco a fianco. Se c'è una rissa per il cibo, il gatto di solito scaccia la volpe. Casi autentici di volpi che uccidono i gatti tendono a coinvolgere i gattini. Quindi, sebbene sia chiaro che la maggior parte delle volpi non uccidono i gatti, certe lo fanno. Il rischio però è molto meno significativo del rischio che corre il gatto di venire investito sulla strada dal traffico. :''Urban foxes and cats meet very frequently and it is commonplace to see them in a close company, often feeding side by side. If there is a squabble over food, the cat generally displaces the fox. Authenticated cases of foxes killing cats generally involve kittens. So, although it is clear that most foxes do not kill cats, some do so. However, this risk must rank very low amongst the worries besetting the urban cat-owner, and certainly is much less significant than the risk of the cat being killed on the road by traffic.'' (p. 181) *Scorte di cibo più ricche conducono a territori più piccoli e scorte di cibo più irregolari (eterogene) permettono gruppi più grandi. Un elevatissimo tasso di mortalità conduce a gruppi più piccoli e una proporzione più piccola di femmine sterili, probabilmente insieme a territori più grandi. Un tasso di mortalità intermedio può risultare insufficiente per diminuire sostanzialmente la grandezza d'un gruppo, me tuttavia può disturbare la stabilità sociale fino al punto di diminuire la proporzione di femmine sterili e perciò aumentare la produttività generale di cuccioli per ogni femmina, e probabilmente territori più piccoli. :''Richer food supplies lead to smaller territories and more patchy (heterogeneous) food supplies permit larger groups. A very high death rate leads to smaller groups and a smaller proportion of barren vixens, probably together with larger territories. An intermediate death rate may be insufficient to reduce group size substantially, but nonetheless may disrupt social stability sufficiently to diminish the proportion of barren vixens and thereby increase the overall productivity of cubs per female, and probably smaller territories.'' (p. 210) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) * :<nowiki>''''</nowiki> (p. ) ------------------- [[File:Ras Mangasha 1.jpg|thumb|Mangascià nel 1894]] '''Mangascià Giovanni''' (1868 – 1907), militare etiope. ==Citazioni su Mangascià Giovanni== *Era bello Mangascià, di una eleganza un po' femminile che non lo abbandonava neppure quando indossava lo sciamma di guerra, la criniera di leone e in battaglia impugnava la Remington finemente damascato. Anche se si comportava con l'aspra maestà di re, si intuiva subito che quell'energia era finta, mancava di una vera forza interiore. Il ras recitava il ruolo di principe battagliero e irriducibile, ma dentro era fiacco e floscio. ([[Domenico Quirico]]) *Era figlio di negus e non avrebbe mai dimenticato che il trono doveva toccare a lui. Sapeva che nella sua corte c'era un partito di irriducibili che lo istigava a battersi fino alla morte per riottenere il trono, che mormorava contro la vergognosa servitù nei confronti degli scioani, popolo debole, imbelle, che si era sempre prosternato quando passavano i tigrini. ([[Domenico Quirico]]) g107uwr7g2a3macpkx1pf3ckym7rfbh Fila 0 113502 1349842 1276479 2024-11-02T13:57:47Z CommonsDelinker 1592 Rimuovo l'immagine "FDR-Memorial-The-Breadline-detail.jpg", cancellata in Commons da [[commons:User:Krd|Krd]] perché per [[:c:Commons:Deletion requests/File:Franklin Delano Roosevelt Memorial.jpg|]]. 1349842 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''fila''' o '''coda'''. *''Darla vinta? Nah, non è nel mio stile; se la vita è stare in coda, salto le file!'' ([[Bassi Maestro]]) *L'unica cosa che mi fa stare in fila così tanto sono dei cellulari migliori. ([[I Simpson (ventitreesima stagione)|''I Simpson'', ventitreesima stagione]]) *''La gente non vuole mettersi in fila | sa che arriverà prima | chi comanda alla strada e ha la centomila.'' ([[Club Dogo]]) *Quasi tutti odiano le file. In banca, al supermercato, al bar. Io no. Se volete conoscere la natura umana mettetevi tra un uomo e il suo cappuccino. (''[[Dexter]]'') *Rivolgiti sempre agli dei altrui. Ti ascolteranno senza farti fare la fila. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Sapevo che le code mi stavano uccidendo. Non riuscivo ad accettarle, al contrario di tutti gli altri. Tutti gli altri erano normali. Per loro la vita era bella. Potevano far la coda senza provare dolore. Potevano mettersi in coda e starci per sempre. ([[Charles Bukowski]]) *Un pezzo grosso del mio partito sentì la necessità di spiegarmelo in modo sbrigativo: «Ciccio, a me hanno insegnato che a trentaquattro anni si rispetta la fila». Disse proprio così: si rispetta la fila. Come al supermercato, quando tutti abbiamo da svuotare il carrello. Uno per volta, rispettando la fila. Solo che facendo così in politica non si svuota il carrello, si svuota l'entusiasmo. Decisi che non volevo (e ancora oggi non voglio) fare il pollo di batteria. Non volevo che gli altri, loro decidessero i tempi. Non volevo stare alle loro regole, le regole di una generazione che ha già dato tutto quello che poteva dare. ([[Matteo Renzi]]) ==Voci correlate== *[[Attesa]] ==Altri progetti== {{Interprogetto|wikt|preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Antropologia sociale]] r6ie7nwtenp5zd00y8z0gh3f3rqcmfw 1349844 1349842 2024-11-02T14:13:14Z Spinoziano 2297 immagine 1349844 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Nicolae Tonitza - Coada la paine.jpg|miniatura|''In fila per il pane'' (Nicolae Tonitza, 1920)]] Citazioni sulla '''fila''' o '''coda'''. *''Darla vinta? Nah, non è nel mio stile; se la vita è stare in coda, salto le file!'' ([[Bassi Maestro]]) *L'unica cosa che mi fa stare in fila così tanto sono dei cellulari migliori. ([[I Simpson (ventitreesima stagione)|''I Simpson'', ventitreesima stagione]]) *''La gente non vuole mettersi in fila | sa che arriverà prima | chi comanda alla strada e ha la centomila.'' ([[Club Dogo]]) *Quasi tutti odiano le file. In banca, al supermercato, al bar. Io no. Se volete conoscere la natura umana mettetevi tra un uomo e il suo cappuccino. (''[[Dexter]]'') *Rivolgiti sempre agli dei altrui. Ti ascolteranno senza farti fare la fila. ([[Stanisław Jerzy Lec]]) *Sapevo che le code mi stavano uccidendo. Non riuscivo ad accettarle, al contrario di tutti gli altri. Tutti gli altri erano normali. Per loro la vita era bella. Potevano far la coda senza provare dolore. Potevano mettersi in coda e starci per sempre. ([[Charles Bukowski]]) *Un pezzo grosso del mio partito sentì la necessità di spiegarmelo in modo sbrigativo: «Ciccio, a me hanno insegnato che a trentaquattro anni si rispetta la fila». Disse proprio così: si rispetta la fila. Come al supermercato, quando tutti abbiamo da svuotare il carrello. Uno per volta, rispettando la fila. Solo che facendo così in politica non si svuota il carrello, si svuota l'entusiasmo. Decisi che non volevo (e ancora oggi non voglio) fare il pollo di batteria. Non volevo che gli altri, loro decidessero i tempi. Non volevo stare alle loro regole, le regole di una generazione che ha già dato tutto quello che poteva dare. ([[Matteo Renzi]]) ==Voci correlate== *[[Attesa]] ==Altri progetti== {{Interprogetto|wikt|preposizione=sulla}} [[Categoria:Antropologia sociale]] lz6zswfdgkmmvj16634m0k2rk7hwijz I bon bon magici di Lilly 0 139809 1349908 1230358 2024-11-02T19:11:46Z ~2024-8544 100175 typo grammaticale ("fornirli" => "fornirle") 1349908 wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titolo italiano=I bon bon magici di Lilly |titolo alfabetico=Bon bon magici di Lilly |titolo originale=ふしぎなメルモ |titolo traslitterato=Fushigi na Merumo |immagine= |tipofiction=Serie TV anime |anno=1971 – 1972 |genere=sentimentale/fantasy |episodi=26 |doppiatoriitaliani= *[[Gabriella Andreini]]: Lilly *[[Leo Valeriano]]: Professor W |note= }} '''''I bon bon magici di Lilly''''' (ふしぎなメルモ ''Fushigi na Merumo''), anime di 26 episodi del 1971, tratto dal manga di [[Osamu Tezuka]] pubblicato dal 1970 al 1972. ==Citazioni tratte dalla serie== ===Episodio 1, ''I confetti magici''=== *'''Saggio del cielo''': Il suo nome signora, per favore.<br>'''Hiromi''': Io mi chiamo Hiromi, ma scusi, dove siamo qui?<br>'''Saggio del cielo''': Lei ha avuto una terribile disgrazia.<br>'''Hiromi''': Come? Io?<br>'''Saggio del cielo''': Purtroppo sì. Lei è morta, signora.<br>'''Hiromi''': Morta?! Come sarebbe?<br>'''Saggio del cielo calcolatore''': Mi dispiace signora, ma questo capita molto spesso, e purtroppo a lei è successo a causa di un incidente stradale!<br>'''Hiromi''': Ma non è possibile! Non posso essere morta proprio adesso!<br>'''Saggio del cielo colto''': Tutte le persone che muoiono dicono così, ma i fatti sono fatti, signora, ecco!<br>'''Hiromi''': Io non posso essere morta improvvisamente, ho tre bambini a casa che mi aspettano! Per favore, i miei bambini sono ancora così piccoli che non possono rimanere senza la loro mamma, hanno ancora bisogno di me! Se io sono morta chi si prenderà cura di loro? Rimarranno soli al mondo perché anche loro padre è morto! Poveri bambini miei, cosa faranno senza di me?! Vi prego, non posso lasciarli soli!<br>'''Saggio del cielo colto''' {{NDR|separa gli anelli}}: Ahhh, ce l'ho fatta! Eheh! Gli Anelli del Destino! Sono riuscito a dividere gli Anelli del Destino!<br>'''Saggio del cielo grasso''': I miei complimenti, professore!<br>'''Saggio del cielo colto''': Ha capito, signora? Sono riuscito a dividerli, eh!<br>'''Hiromi''': Ma che vuole che m'importi dei suoi giochetti, adesso?!?<br>'''Saggio del cielo grasso''': Aspetti, quelli che li chiama "giochetti" possono interessarla, non è vero, professore, che si può fare qualcosa? <br>'''Saggio del cielo colto''': Stavo giusto cercando di dire alla signora che possono intervenire le fate!<br>'''Hiromi''': Cosa?<br>'''Saggio del cielo''': Sì, certo, non capita quasi mai che gli Anelli del Destino si dividano, ma quando succede le fate possono intervenire e fare cose incredibili.<br>'''Hiromi''': Allora... allora posso tornare ad essere viva!<br>'''Saggio del cielo''': Purtroppo no, mi dispiace, questo non è possibile. Invece sarebbe un'idea poter far crescere a piacere uno dei suoi bambini perché possa occuparsi lui degli altri. {{NDR|Hiromi lo bacia sulla guancia}} Ma!? Ma cosa le prende, non deve baciarmi e neppure deve ringraziarci, le assicuro che lo facciamo molto volentieri. *'''Hiromi''': Lilly!<br>'''Lilly''': Mamma! Mamma, sei tornata!<br>'''Hiromi''': Possiamo vederci solo per poco, Lilly...<br>'''Lilly''': Perché devi andartene ancora, io non voglio!!<br>'''Hiromi''': Purtroppo sì, purtroppo devo andar via presto, Lilly.<br>'''Lilly''': Oh, no...! {{NDR|piange}}<br>'''Hiromi''': Sei una brava bambina, non piangere, adesso devi ascoltarmi, dovrai ricordare bene tutto quello che ti dico: vedi, Lilly, in questo barattolo ci sono dei confetti magici, li hanno preparati per te le fate. Ogni volta che mangerai un confetto di colore azzurro, diventerai dieci anni più grande di quanto sei ora, se invece ti servirà di diventare più giovane di dieci anni non dovrai fare altro che mangiare un confetto di colore rosso. Non perdere questo barattolo, e non dire a nessuno di questo tuo segreto, mi raccomando, a nessuno! {{NDR|la bacia sulla fronte}} Brava, abbi cura dei tuoi fratellini. Devo andare ora, ciao, tesoro. Ciao, Lilly! La tua mamma ti guarderà sempre da lassù!<br>'''Lilly''': Non andartene, mamma! Mamma! Mamma!!<br>'''Hiromi''': Addio, bambina mia! ===Episodio 26, ''Ciao Lilly''=== *Ti auguro tanta felicità, Lilly. Non sai per quanto a lungo ho aspettato questo giorno! Ora che sei felicemente sposata, mi tornano in mente le mille avventure e difficoltà che hai dovuto superare nella tua giovane vita. ('''Professor W''') *Che cos'è dunque la felicità per l'uomo? Forse è la famiglia, o il lavoro. O forse è la vittoria di un'importante gara sportiva. Per uno studente potrebbe essere un buon voto a scuola, per una madre l'amore dei propri figli. È così in tutto il mondo: è l'[[amore]] che ci dà la forza di muoverci ovunque e ci fa sentire uguali. Difatti, è proprio dall'amore tra un uomo e una donna che nasce un bambino. I genitori che lo hanno atteso per nove lunghi mesi lo faranno crescere con amore nella felicità e nella gioia. E poi, nello stesso modo, anche un altro uomo e un'altra donna potranno in seguito gioire per la nascita del frutto del loro amore. È probabilmente la storia dell'uomo che tende a percorrere sempre lo stesso cammino, sia per soddisfare il suo bisogno d'amore sia per adempiere alle sue possibilità creative. Può essere vero che la felicità dell'uomo consista solo in questa eterna ripetizione? Non lo so. Ma certamente ogni bimbo che nasce porta un po' di felicità. ('''Professor W''') *'''Saggio del cielo''': No, assolutamente no! Non posso permetterlo, è impossibile! Siamo stati fin troppo buoni; aiutare Lilly significa che le dovremo fornirle altri confetti, e questo non è possibile!<br>'''Hiromi''': Ma io non posso arrendermi a rinunciare ad aiutarli, resto ancora la mamma di Lilly e dei suoi fratelli, anche qui in paradiso! Ma non vi sembra più che naturale che una madre si preoccupi dei suoi figlioli? {{NDR|piange}} Oh, e poi proprio adesso, ora che hanno esaurito i confetti magici! Voi mi dite di non preoccuparmi? Ora che sono rimasti completamente soli e abbandonati, devo far finta di dimenticare?!<br>'''Saggio del cielo grasso''': Il nostro verdetto è inappellabile.<br>'''Hiromi''': Oh, ve ne prego! Mi appello alla vostra bontà, aiutate i miei figlioli, vi prego!<br>'''Saggio del cielo grasso''': Ascoltatemi bene, so che Lilly e i suoi fratelli sono sempre stati dei bravi ragazzi, anche senza genitori hanno affrontato tutte le avversità con coraggio e pazienza! Da questo momento, però, dovranno affrontare problemi sempre più difficili senza l'aiuto dei confetti magici! Insomma, è ora che imparino a dipendere solo da loro stessi.<br>'''Hiromi''' {{NDR|piange}}: I miei poveri bambini...!<br>'''Saggio del cielo grasso''': Già saranno sicuramente dei brutti momenti per loro, ma saper affrontare le difficoltà della vita è il primo passo per diventare adulti.<br>'''Saggio del cielo''': Per essere più esatti, le ricordiamo che gli umani non devono avere poteri soprannaturali!<br>'''Saggio del cielo grasso''': Ne è convinta, ora? Cosa ne pensa? Sono sicuro che Lilly e i suoi fratelli ce la faranno, ne sono certo!<br>'''Hiromi''': Mi avete convinta. Avete ragione, vi chiedo scusa. Ma come loro madre, voglio esprimere ancora un ultimo desiderio.<br>'''Saggio del cielo grasso''': Su, avanti, parla...<br>'''Hiromi''': Ecco... vorrei poter vedere i miei bambini e parlare con loro un ultima volta! Volete concedermelo?<br>'''Saggio del cielo grasso''': Cooosa?! Ma non capisci cosa mi stai chiedendo, ora tu qui non hai più un corpo: ci è impossibile!<br>'''Hiromi''': Trovate voi un modo, fate qualcosa!<br>'''Saggio del cielo''': Taci, sfrontata! Sono stupito di sentirti dire queste cose! Taci o sarai punita!<br>'''Saggio del cielo colto''' {{NDR|riesce a separare di nuovo gli Anelli del Destino}}: Ah, ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta, li ho separati!<br>'''Saggio del cielo grasso''': È un vero miracolo!<br>'''Fate''': ''È un miracolo'' | ''è un miracolo'' | ''è un miracolo, trallalà!'' {{NDR|le fate i gli altri Saggi del cielo ballano e cantano felici}}<br>'''Saggio del cielo''': Ah, è inutile che io mi impegni! Non riesco a mantenere un po' d'ordine qui dentro per colpa di quelli stupidi anelli! Se non posso amministrare la giustizia come si deve me ne vado, basta!!!<br>'''Saggio del cielo grasso''': Signora Badari? <br>'''Hiromi''': Che c'è?<br>'''Saggio del cielo grasso''': È fortunata, noi soddisferemo il suo desiderio! <br>'''Saggio del cielo colto''': È un miracolo trallalà!<br>'''Hiromi''': Vi ringrazio infinitamente!<br>'''Saggio del cielo grasso''': Comunque siccome il suo è un desiderio veramente speciale, non possiamo decidere ora la data dell'appuntamento, lei capisce? <br>'''Hiromi''': Mi basta sapere che finalmente potrò incontrarli, posso attendere anche a lungo! *'''Professor W''': Dunque, adesso Lilly e Totto dovete ascoltarmi attentamente: nella mia terra d'origine c'è stata un'improvvisa rivoluzione, ecco. <br>'''Lilly''': Rivoluzione?<br>'''Professor W''': Sì, esatto, forse tu Lilly hai già sentito dire quanta povertà e quanta miseria c'erano un tempo e quanto fosse difficile se non impossibile vivere allora, per questo venni qui tanto tempo fa. Solo io so quanto mi è costato. Per me fu una cosa tanto triste, ma non potevo più rimanere: era orribile, disgustoso, e avveniva ogni giorno di più, ma i politici irragionevoli non possono governare per sempre! Il popolo che aveva sopportato troppo a lungo cominciò a organizzare una ribellione contro i tiranni. Il capo dei rivoltosi era un mio amico, la lotta fu aspra e sanguinosa, ma alla fine della rivoluzione il mio amico fu scelto come Presidente della nuova nazione. Nella mia terra brilla ora una luce di speranza, anche se per il mio amico c'è l'incognita di governare il nuovo Stato appena sciolto... Be', proprio oggi ho ricevuto una sua lettera in cui mi prega di raggiungerlo e certo non posso rifiutarmi, devo tornare il più presto a casa! Be', perciò... di conseguenza quando io andrò via voi rimarrete veramente soli, capisci, Lilly? Non ho trovato nessuna soluzione per ora, ma non fate quelle facce, mi rendete tutto molto difficile! Voi tre siete magnifici ragazzi, quindi sono sicuro che non troverete difficoltà nel cavarvela da soli. Non sapete quanto mi sarebbe piaciuto rimanere ancora con voi per educarvi e vedervi crescere giorno dopo giorno, ma purtroppo... il dovere mi chiama.<br>'''Lilly''': Dottore, ma...!<br>'''Professor W''': Non mi dimenticherò mai di voi, ma la patria mi chiama a gran voce, fratelli. *'''Lilly''': Oh, no! {{NDR|la sua figlia neonata mangia l'ultimo confetto azzurro}} Nooo... {{NDR|si trasforma in Hiromi}} Ah! Ma tu sei la mia mamma!<br>'''Hiromi''': Oh, Lilly mia adorata! Avevo così voglia di rivederti!<br>'''Lilly''': Oh, mamma, mamma!! {{NDR|si abbracciano e piangono}} Ma tu sei veramente la mia mamma?!<br>'''Hiromi''': Sì, Lilly, sono veramente io!<br>'''Lilly''': Mamma... ma tu sei la mia bambina trasformata!<br>'''Hiromi''': Tutto ciò è avvenuto perché i Saggi del cielo hanno finalmente esaudito il mio desiderio: di poterti parlare un ultima volta! Ed è per questo che ho usato il corpo della tua bambina...<br>'''Lilly''': Oh, mamma!<br>'''Hiromi''': Cara Lilly, purtroppo abbiamo soltanto un minuto per stare insieme, questo è tutto il tempo concessomi! Poi dovremo dividerci.<br>'''Lilly''': Solo un minuto?<br>'''Hiromi''': Sì. Ma vedi, questo unico minuto in cui abbiamo potuto finalmente parlarci rimarrà per noi eterno come un gioiello!<br>'''Lilly''': Tutto l'amore e tutto l'affetto che darò a mia figlia è come se fosse tuo, mamma!<br>'''Hiromi''' {{NDR|passano il resto del tempo abbracciate}}: Addio, Lilly... addio! Addio, bambina mia. {{NDR|mangia l'ultimo confetto rosso e riassume le sembianze della figlia di Lilly}}<br>'''Voce narrante''': Addio, Lilly. Ti lasciamo anche noi, dolcissima Lilly. Anche se così piccola, sei arrivata tanto lontana. Addio, Lilly. Addio. ==Altri progetti== {{interprogetto}} 5lblqelngsuk2lne386a10lyj1tewiv Margo Jefferson 0 140461 1349925 1235680 2024-11-03T08:05:40Z IppolitoN 23099 /* Citazioni di Margo Lillian Jefferson */ 1349925 wikitext text/x-wiki [[File:Margo Jefferson 2015.jpg|thumb|Margo Jefferson, 2015]] '''Margo Lillian Jefferson''' (1947 - vivente), critica teatrale e docente. == Citazioni di Margo Lillian Jefferson == * L'[[aborto]] è una scelta drammatica, e un atteggiamento di comprensione delle ragioni dell'altro è auspicabile, oltre che civile: nulla di peggio della caccia alle streghe o l'imposizione della propria verità. Tuttavia quanto ha fatto la Corte Suprema non ha nulla di dialogante e trascende il dibattito su cosa sia più importante tra la libertà e la vita: un tema così doloroso non può essere trattato con la semplice cancellazione di un diritto.<ref name=":0">Da intervista di Antonio Monda, [https://www.repubblica.it/cultura/2022/11/01/news/margo_jefferson_usa_elezioni_midterm_diritti_sinistra-372551242/?ref=RHVB-BG-I273288661-P6-S5-T1 ''La scrittrice Margo Jefferson: “Cari liberal siamo malati di elitismo”'']. ''repubblica.it'', 1 novembre 2022.</ref> * Quello che è successo il 6 gennaio 2021 a Capitol Hill è una mostruosità e i particolari che stanno emergendo delineano ogni giorno di più un quadro agghiacciante.<ref name=":0" /> * Una volta si fanno chiamano isolazionisti, un’altra [[Ku Klux Klan]] e un’altra ancora segregazionisti: hanno cambiato nome più volte ma sono rimasti sempre là. In certe epoche più sotterranei: salvo poi coagularsi in determinate congiunture storiche e risorgere, proprio come ora. L’estrema destra era già parte della base repubblicana. Ma per molto tempo le è mancato un leader carismatico come [[Donald Trump]]: che invece ha saputo usare la paura come terribile incentivo. Così molti pensano di sentirsi più al sicuro a stare dalla sua parte.<ref>Da ''[https://www.repubblica.it/esteri/2024/11/03/news/margo_jefferson_elezioni_americane_2024_commento-423593506/?ref=RHLF-BG-P12-S1-T1 La scrittrice Margo Jefferson: “Alle elezioni americane votare dem in nome della legge”], repubblica.it'', 3 novembre 2024.</ref> ==[[Incipit]] di ''Negroland''== '''Mi hanno insegnato a non mettermi in mostra.'''<br> Mi hanno insegnato a distinguermi con i comportamenti, evitando proclami, a eccellere con i fatti e le buone maniere, senza sfoggio.<br> Ma il memoir non è forse un modo di mettersi in mostra?<br> Questo, nella mia infanzia a Negroland, era un rischio. == Note == <references /> ==Bibliografia== *Margo Jefferson, ''Negroland'', traduzione di Sara Antonelli, 66thand2nd, 2017. ISBN 9788898970919 ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Critici teatrali]] [[Categoria:Scrittori statunitensi]] ctzhlf67xf7j57eob5w08r46d0fgmnz Template:Lingue/Dati 10 148341 1349911 1349731 2024-11-02T21:58:14Z ItwikiBot 66727 Bot: aggiornamento dati 1349911 wikitext text/x-wiki {{#switch:{{{1}}} |lingua1 = en |voci1 = 53947 |lingua2 = it |voci2 = 51587 |lingua3 = pl |voci3 = 28490 |lingua4 = ru |voci4 = 16984 |lingua5 = cs |voci5 = 13480 |lingua6 = et |voci6 = 13354 |lingua7 = pt |voci7 = 11796 |lingua8 = uk |voci8 = 10517 }} 9nttvjy9e613dcfo4xwh69vg6ltvm4m Arbëreshë 0 152749 1349827 1349817 2024-11-02T12:01:38Z Udiki 86035 1349827 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:L'Albanese d'Italia - Mappa.jpg|thumb|Gli insediamenti albanesi d'Italia (vedi [[:File:L'Albanese_d'Italia_-_Lista.jpg|lista]])]] Citazioni sugli '''arbëreshë''' o '''albanesi d'Italia'''. ==Citazioni== *I fedeli cattolici di rito greco che abitavano l'Epiro e l'Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, emigrarono nella vicina Italia, ove, accolti con generosa liberalità, si stabilirono nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevuto dai loro padri e avevano con somma cura e amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso sull'autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio cielo, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano. All'inizio, come suole accadere, tutto andò bene per ambedue le parti. Ma con l'andar del tempo, raffreddatasi la carità di chi li ospitava, cominciarono a sorgere con troppa frequenza gravi e fastidiose liti, che tristemente turbavano la pace dei fedeli, che pur professavano gli stessi dogmi della medesima Chiesa. ([[Papa Benedetto XV]]) *Quelli che conservano anche il rito orientale, lo fecero obbedendo ad un sapiente disegno della Provvidenza, perché fossero testimonianza ininterrotta della cattolicità della Chiesa e, vivendo in mezzo a popolazioni latine, facessero conoscere ed amare riti e tradizioni molteplici, di cui si ammanta la stessa unica Chiesa di Cristo. E Noi nutriamo fiducia, formulando i migliori auspici, nel loro rinnovamento post-conciliare, per una ripresa della loro tradizionale attività spirituale in Albania e per un più efficace inserimento di queste chiese locali orientali nello spirito e nell'azione ecumenica che anima e muove tutta la cristianità. ([[Papa Paolo VI]]) ===[[Sergio Mattarella]]=== *Gli ''arbëreshë'' costituiscono una storia di integrazione e accoglienza che ha avuto pieno successo, un esempio di come la mutua conoscenza e il reciproco rispetto delle culture siano strumento di crescita per le realtà territoriali e per i Paesi in cui le diverse comunità vivono. La preservazione delle antiche origini, la reciproca influenza, la fusione armonica di lingua, cultura e tradizioni, sono state nei secoli e sono ancora oggi il "valore aggiunto" di queste comunità. Realtà che svolgono un'essenziale funzione di ponte tra i due "popoli di fronte", come spesso ci si riferisce ad albanesi e italiani. *{{NDR|I popoli di [[Albania]] e [[Italia]]}} sono legati [...] da un rapporto di "[[fratellanza]]", a cui contribuiscono fortemente le comunità [[arbëreshë]] presenti in Italia. Da oltre 500 anni, queste comunità mantengono, con grande determinazione, il patrimonio culturale della propria origine; e questa singolare condizione suscita sincera ammirazione. Di discendenza albanese, ma da lungo tempo italiani, gli arbëreshë hanno conservato con orgoglio le antiche tradizioni, i riti religiosi, la lingua stessa della terra materna. *Un marcato dinamismo culturale e intellettuale è da sempre un tratto distintivo del popolo [[arbëreshë]], che si è anche espresso, nel corso dei secoli, in un impegno civico di vasta portata. [[Francesco Crispi]] - Zef Krispi - partecipe della [[spedizione dei Mille]] e in seguito più volte Presidente del Consiglio in Italia, si definiva "albanese di sangue e di cuore". *Oggi, la capacità della comunità [[arbëreshë]] di preservare un così ricco patrimonio rappresenta un modello, parte di quella ricchezza - di diversità, linguistiche e culturali, presenti in Italia - tutelata dalla nostra Costituzione, proprio quale elemento essenziale di una Repubblica rispettosa delle molteplici identità che la costituiscono; tutelata anche dalla legge 482 del '99, dedicata alle minoranze linguistiche storiche. Gli arbëreshë esprimono una storia di integrazione e di accoglienza che ha avuto pieno successo, un esempio di come [...] la mutua conoscenza e il rispetto reciproco siano fonte di arricchimento culturale e strumento di crescita per le realtà e i Paesi in cui vivono insieme le diverse comunità. Queste comunità arbëreshë rappresentano, inoltre, un ponte di amicizia con i popoli albanofoni sull'altra sponda dell'Adriatico. ==Voci correlate== *[[Albania]] *[[Kosovo]] *[[Italia]] *[[Lingua albanese]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Cultura dell'Italia]] [[Categoria:Gruppi etnici]] 38c4kr8zohsfr7cagniic4iy77q9tgc 1349953 1349827 2024-11-03T11:47:44Z Udiki 86035 Sistemo 1349953 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[Immagine:L'Albanese d'Italia - Mappa.jpg|thumb|Gli insediamenti albanesi d'Italia (vedi [[:File:L'Albanese_d'Italia_-_Lista.jpg|lista]])]] Citazioni sugli '''arbëreshë''' o '''albanesi d'Italia'''. ==Citazioni== *I fedeli cattolici di rito greco che abitavano l'Epiro e l'Albania, fuggiti a più riprese dalla dominazione dei turchi, emigrarono nella vicina Italia, ove, accolti con generosa liberalità, si stabilirono nelle terre della Calabria e della Sicilia, conservando, come del resto era giusto, i costumi e le tradizioni del popolo greco, in modo particolare i riti della loro Chiesa, insieme a tutte le leggi e consuetudini che essi avevano ricevuto dai loro padri e avevano con somma cura e amore conservate per lungo corso di secoli. Questo modo di vivere dei profughi albanesi fu ben volentieri approvato e permesso sull'autorità pontificia, di modo che essi, al di là del proprio cielo, quasi ritrovarono la loro patria in suolo italiano. All'inizio, come suole accadere, tutto andò bene per ambedue le parti. Ma con l'andar del tempo, raffreddatasi la carità di chi li ospitava, cominciarono a sorgere con troppa frequenza gravi e fastidiose liti, che tristemente turbavano la pace dei fedeli, che pur professavano gli stessi dogmi della medesima Chiesa. ([[Papa Benedetto XV]]) *Quelli che conservano anche il rito orientale, lo fecero obbedendo ad un sapiente disegno della Provvidenza, perché fossero testimonianza ininterrotta della cattolicità della Chiesa e, vivendo in mezzo a popolazioni latine, facessero conoscere ed amare riti e tradizioni molteplici, di cui si ammanta la stessa unica Chiesa di Cristo. E Noi nutriamo fiducia, formulando i migliori auspici, nel loro rinnovamento post-conciliare, per una ripresa della loro tradizionale attività spirituale in Albania e per un più efficace inserimento di queste chiese locali orientali nello spirito e nell'azione ecumenica che anima e muove tutta la cristianità. ([[Papa Paolo VI]]) ===[[Sergio Mattarella]]=== *Gli ''arbëreshë'' costituiscono una storia di integrazione e accoglienza che ha avuto pieno successo, un esempio di come la mutua conoscenza e il reciproco rispetto delle culture siano strumento di crescita per le realtà territoriali e per i Paesi in cui le diverse comunità vivono. La preservazione delle antiche origini, la reciproca influenza, la fusione armonica di lingua, cultura e tradizioni, sono state nei secoli e sono ancora oggi il "valore aggiunto" di queste comunità. Realtà che svolgono un'essenziale funzione di ponte tra i due "popoli di fronte", come spesso ci si riferisce ad albanesi e italiani. *{{NDR|I popoli di Albania e Italia}} sono legati [...] da un rapporto di "fratellanza", a cui contribuiscono fortemente le comunità arbëreshë presenti in Italia. Da oltre 500 anni, queste comunità mantengono, con grande determinazione, il patrimonio culturale della propria origine; e questa singolare condizione suscita sincera ammirazione. Di discendenza albanese, ma da lungo tempo italiani, gli arbëreshë hanno conservato con orgoglio le antiche tradizioni, i riti religiosi, la lingua stessa della terra materna. *Un marcato dinamismo culturale e intellettuale è da sempre un tratto distintivo del popolo arbëreshë, che si è anche espresso, nel corso dei secoli, in un impegno civico di vasta portata. [[Francesco Crispi]] – Zef Krispi – partecipe della [[spedizione dei Mille]] e in seguito più volte Presidente del Consiglio in Italia, si definiva "albanese di sangue e di cuore". *Oggi, la capacità della comunità arbëreshë di preservare un così ricco patrimonio rappresenta un modello, parte di quella ricchezza – di diversità, linguistiche e culturali, presenti in Italia – tutelata dalla nostra Costituzione, proprio quale elemento essenziale di una Repubblica rispettosa delle molteplici identità che la costituiscono; tutelata anche dalla legge 482 del '99, dedicata alle minoranze linguistiche storiche. Gli arbëreshë esprimono una storia di integrazione e di accoglienza che ha avuto pieno successo, un esempio di come [...] la mutua conoscenza e il rispetto reciproco siano fonte di arricchimento culturale e strumento di crescita per le realtà e i Paesi in cui vivono insieme le diverse comunità. Queste comunità arbëreshë rappresentano, inoltre, un ponte di amicizia con i popoli albanofoni sull'altra sponda dell'Adriatico. ==Voci correlate== *[[Albania]] *[[Kosovo]] *[[Italia]] *[[Lingua albanese]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sugli|w_preposizione=riguardante gli}} [[Categoria:Cultura dell'Italia]] [[Categoria:Gruppi etnici]] 8uer04rsgfzqcwtae7pvkex87qbhwom Pentola 0 158406 1349929 1278225 2024-11-03T08:28:41Z CommonsDelinker 1592 Replacing Toepfe_fcm.jpg with [[File:Toepfe_(fcm).jpg]] (by [[:c:User:CommonsDelinker|CommonsDelinker]] because: [[:c:COM:FR|File renamed]]: to harmonize the names of a set of images). 1349929 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Toepfe (fcm).jpg|thumb|Pentole]] Citazioni sulla '''pentola'''. ==Citazioni== *I pentolai, che vanno vendendo pentole, scudelle ed altri vasi per terra per le ville su l'[[asino]], si fermano ad ogni uscio. ([[Matteo Bandello]]) *''L'occhio ciclopico della pentola | non si lascia accecare | dalle zucchine della vivandiera.'' ([[Lillo Gullo]]) *Nessuno dei due aveva aspettato di vedere altro: l'ennesima pignatta ricolma di ceci fumanti rovesciati sul pavimento, in un mucchietto, le gallette sbriciolate sparpagliate a terra, lungo una linea parallela all'uscio di casa. ([[Toni Morrison]]) *{{NDR|[[Andrea Pozzo]]}} Quando gli giunse l'ordine di trasferirsi nell'eterna città, occupavasi più a rimenare con la [[mestolo|mestola]] nelle pentole, che a trattare pennelli, come quegli che teneva l'ufficio precipuo di aiutante del cuoco nella Casa Professa di Milano. ([[Pietro Tacchi Venturi]]) *''Serbansi i [[mela|pomi]] in orci unti di pece. | Anco serbansi in cave | dell'[[pioppo|oppio arbore]]<ref>L'''oppio arbore'' è il pioppo, mentre ''cave'' è plurale di segatura. Cfr. Nota a piè di pagina; in Gabriele D'Annunzio, ''Alcione'', a cura di Ilvano Caliaro, Einaudi, Torino, 2010, p. 74. ISBN 978-88-06-20324-5</ref>; ovver tra la vinaccia | in pentole, assai bene e lungamente.'' ([[Gabriele D'Annunzio]]) ==[[Modi di dire italiani]]== *Avere mangiato in pentola.<ref>Sposarsi in un giorno piovoso.</ref> *Correre alla pentola.<ref>Essere molto solleciti nel curare i propri interessi e bisogni materiali.</ref> *Essere fatto pentola e [[scodella]].<ref>Essere ormai morto e sepolto.</ref> *Fare la pentola a due manici.<ref>Porre le mani sui fianchi in atteggiamento di rimprovero o di minaccia.</ref> *Lavare la pentola con l'acqua del [[Parnaso]].<ref>Fare poesia in ogni occasione, anche a sproposito.</ref> ==[[Proverbi italiani]]== *A pentola che bolle, [[gatta]] non s'accosta. *Chi cerca di sapere ciò che bolle nella pentola d'altri, ha leccate le sue. *I guai della pentola li sa il [[mestolo]] che li rimescola. *Il caldo delle lenzuola non fa bollire la pentola. *Il [[diavolo]] fa le pentole ma non i coperchi. *La [[fretta]] fa rompere la pentola. *La pentola vuota è quella che suona. *Pignata 'ncumuni 'un vugghi mai.<ref>La pentola in comune non bolle mai.</ref> ([[Proverbi aliminusani|aliminusano]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== *[[Cucina]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la|wikt}} [[Categoria:Contenitori]] [[Categoria:Oggetti per la casa]] [[Categoria:Stoviglie]] rj2glyr7pop77spbjmtgw92rqxsollu Armand Duplantis 0 166946 1349905 1349755 2024-11-02T18:18:24Z Danyele 19198 fix incipit / minuzie minori 1349905 wikitext text/x-wiki [[File:Armand Duplantis (SWE) 2019.jpg|thumb|Armand Duplantis (2019)]] '''Armand Gustav Duplantis''', detto '''Mondo''' (1999 – vivente), astista svedese. ==Citazioni di Armand Duplantis == {{cronologico}} *{{NDR|Sul record del mondo di salto con l'asta}} Penso che il cielo sia il limite.<ref>Citato in Andrea Benatti, ''[https://www.atleticalive.it/duplantis-il-predestinato-non-avevo-mai-guardato-lasticella-ma-li-cera-il-record-del-mondo/ Duplantis, il predestinato: "non avevo mai guardato l'asticella, ma lì c'era il record del mondo"]'', ''atleticalive.it'', 5 febbraio 2020.</ref> *Ogni tanto sono in pedana e penso di essere di essere di nuovo un bimbo che salta nel suo giardino.<ref name="Jha">Citato in Nikhil Jha, ''[https://www.ultimouomo.com/armand-duplantis-record-salto-con-asta/ Duplantis verso l'infinito]'', ''ultimouomo.com'', 26 luglio 2022.</ref> *Provo a saltare più in alto che posso, a mettere su uno spettacolo, a divertire. Alla fine, siamo intrattenitori.<ref name="Jha"/> {{Int|''[https://www.corriere.it/sport/22_dicembre_06/duplantis-intervista-b6ad4478-74e9-11ed-96ff-6cd26eb698d3.shtml «Quando decolli non pensi a niente»]''|Intervista di Gaia Piccardi, ''corriere.it'', 6 dicembre 2022.}} *L'[[Salto con l'asta|asta]] è un'alchimia delicata: servono timing, costanza, rapidità combinate insieme. Un talento, da solo, non basta. *Mai avuto un piano B: non ricordo un periodo della mia vita in cui non abbia saltato con l'asta. Mio padre era un saltatore, mio fratello lo è stato. Mai voluto fare altro, è venuto tutto facile. Ho un talento? Lo coltivo. *Se non arrivi primo, sei ultimo: sono venuto su con questa mentalità. Ecco perché davanti a una sfida non mi tirerò mai indietro. *Se perdo, non mi diverto per niente. ==Citazioni su Armand Duplantis == *Vi sorprende quello che sta succedendo?<ref> Il riferimento al doppio record di Armand Duplantis che nel febbraio 2020 ha portato il primato mondiale assoluto indoor prima a 6,17 metri e una settimana dopo a 6,18 metri.</ref> Ma come può essere una sorpresa? Mondo ha vent’anni, ma ha iniziato a saltare che ne aveva quattro. E intanto che diventava grande migliorava ogni volta il record per la sua età. Ho gareggiato contro suo padre Greg, conosco la famiglia, la madre. L’hanno educato e guidato con passione, l’hanno formato pian piano, si sono concentrati su di lui, hanno studiato il modo migliore per farlo crescere. Credo sia molto bello per lo sport imbattersi in una storia come questa, di un campione così giovane, pieno di talento, che i bambini e i ragazzi possono guardare come fonte di ispirazione. ([[Serhij Bubka]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Duplantis, Armand}} [[Categoria:Atleti svedesi]] 5ri8any0s2z5nzg1mj4vicmkfhhna7g 1349906 1349905 2024-11-02T18:18:59Z Danyele 19198 /* Citazioni di Armand Duplantis */ fix intestazione 1349906 wikitext text/x-wiki [[File:Armand Duplantis (SWE) 2019.jpg|thumb|Armand Duplantis (2019)]] '''Armand Gustav Duplantis''', detto '''Mondo''' (1999 – vivente), astista svedese. ==Citazioni di Armand Duplantis == {{cronologico}} *{{NDR|Sul record del mondo di salto con l'asta}} Penso che il cielo sia il limite.<ref>Citato in Andrea Benatti, ''[https://www.atleticalive.it/duplantis-il-predestinato-non-avevo-mai-guardato-lasticella-ma-li-cera-il-record-del-mondo/ Duplantis, il predestinato: "non avevo mai guardato l'asticella, ma lì c'era il record del mondo"]'', ''atleticalive.it'', 5 febbraio 2020.</ref> *Ogni tanto sono in pedana e penso di essere di essere di nuovo un bimbo che salta nel suo giardino.<ref name="Jha">Citato in Nikhil Jha, ''[https://www.ultimouomo.com/armand-duplantis-record-salto-con-asta/ Duplantis verso l'infinito]'', ''ultimouomo.com'', 26 luglio 2022.</ref> *Provo a saltare più in alto che posso, a mettere su uno spettacolo, a divertire. Alla fine, siamo intrattenitori.<ref name="Jha"/> {{Int|''[https://www.corriere.it/sport/22_dicembre_06/duplantis-intervista-b6ad4478-74e9-11ed-96ff-6cd26eb698d3.shtml Duplantis: «Quando decolli non pensi a niente. La paura all'inizio c'era»]''|Intervista di Gaia Piccardi, ''corriere.it'', 6 dicembre 2022.}} *L'[[Salto con l'asta|asta]] è un'alchimia delicata: servono timing, costanza, rapidità combinate insieme. Un talento, da solo, non basta. *Mai avuto un piano B: non ricordo un periodo della mia vita in cui non abbia saltato con l'asta. Mio padre era un saltatore, mio fratello lo è stato. Mai voluto fare altro, è venuto tutto facile. Ho un talento? Lo coltivo. *Se non arrivi primo, sei ultimo: sono venuto su con questa mentalità. Ecco perché davanti a una sfida non mi tirerò mai indietro. *Se perdo, non mi diverto per niente. ==Citazioni su Armand Duplantis == *Vi sorprende quello che sta succedendo?<ref> Il riferimento al doppio record di Armand Duplantis che nel febbraio 2020 ha portato il primato mondiale assoluto indoor prima a 6,17 metri e una settimana dopo a 6,18 metri.</ref> Ma come può essere una sorpresa? Mondo ha vent’anni, ma ha iniziato a saltare che ne aveva quattro. E intanto che diventava grande migliorava ogni volta il record per la sua età. Ho gareggiato contro suo padre Greg, conosco la famiglia, la madre. L’hanno educato e guidato con passione, l’hanno formato pian piano, si sono concentrati su di lui, hanno studiato il modo migliore per farlo crescere. Credo sia molto bello per lo sport imbattersi in una storia come questa, di un campione così giovane, pieno di talento, che i bambini e i ragazzi possono guardare come fonte di ispirazione. ([[Serhij Bubka]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Duplantis, Armand}} [[Categoria:Atleti svedesi]] o9mpdv1zqci9bbqb9ax94ay6hmpxcjs Star Trek (serie animata) 0 171057 1349921 1298253 2024-11-03T04:26:03Z CommonsDelinker 1592 Replacing Star_Trek_TAS_logo.svg with [[File:Star_Trek_-_The_Animated_Series_logo.svg]] (by [[:c:User:CommonsDelinker|CommonsDelinker]] because: [[:c:COM:FR|File renamed]]: [[:c:COM:FR#FR2|Criterion 2]] (meaningless or ambiguous name)). 1349921 wikitext text/x-wiki {{FictionTV |titoloitaliano= Star Trek |tipofiction= Serie animata |immagine= Star Trek - The Animated Series logo.svg |dimensioneimmagine= |titolooriginale= Star Trek: The Animated Series |paese= Stati Uniti |anno= 1973 |genere= animazione |stagioni= 2 |episodi= 22 |regista= Hal Sutherland<br>Bill Reed |ideatore= [[Gene Roddenberry]] |doppiatorioriginali= |doppiatoriitaliani= |note= }} '''Star Trek''', spin-off animato dell'[[Star Trek (serie classica)|omonima serie]]. ==Prima stagione== ===Episodio 1, ''Oltre la più lontana stella''=== *'''Uhura''': È bellissima. Quale popolo può averla costruita per riuscire a darle un tale tocco di grazia e di bellezza?<br>'''Kirk''': Già, una civiltà così avanzata trecentomilioni di anni prima che la vita comparisse sulla Terra.<br>'''McCoy''': Trecentomilioni. Un istante per l'eternità. *'''McCoy''': Ho una strana sensazione. È come se qualcuno mi osservasse.<br>'''Scott''': Provo la stessa cosa, capitano.<br>'''Spock''': È solo un sintomo fisiologico di una certa superstizione ancestrale latente. La paura dei popoli primitivi di fronte a qualsiasi fenomeno sconosciuto.<br>'''Kirk''': Paragonati agli esseri che costruirono questa nave, noi ''siamo'' dei primitivi, signor Spock. ===Episodio 2, ''Viaggio a ritroso nel tempo''=== *'''Spock''': Gli [[andoriani]] non sono molto benevoli.<br>'''Thelin''': È vero. Una razza guerriera ha pochi sentimentalismi. Ma una cosa che rispettiamo è la famiglia. *'''Bambino vulcaniano #1''': Sei un terrestre, Spock. Non sarai mai un vero [[Vulcaniani|vulcaniano]].<br>'''Spock''': Questo invece non è vero! Mio padre...<br>'''Bambino vulcaniano #2''': Tuo padre ha disonorato Vulcano. Ha sposato una terrestre umana!<br>'''Bambino vulcaniano #1''': Non sai nemmeno parare una semplice presa iugulare vulcaniana, terrestre! *Essere un vulcaniano significa accettare la nostra disciplina e la nostra filosofia, che esigono il controllo della mente e del corpo. ('''Sarek''') *{{NDR|Rivolto a Spock}} Il momento in cui dovrai decidere di te stesso si avvicina. Dovrai scegliere se appartenere a Vulcano oppure alla società umana. Vulcano offre molto: niente guerre, niente delitti, ordine, logica e il controllo in cambio di crude emozioni e istinto. Una volta scelto la tua strada, non potrai tornare indietro. ('''Sarek''') *{{NDR|Rivolto a Spock}} So che tu non mi deluderai, specie se nel fondo del tuo cuore sei un vulcaniano. ('''Sarek''') *È molto difficile per un padre pretendere meno della perfezione dal proprio figlio. ('''Spock''') *Le prove del ''kahs-wan'' sono un antico rito del tempo in cui i vulcaniani erano guerrieri, quando si votarono alla logica e decisero che per una volta nella vita dovevano sostenere una prova di forza e coraggio per impedire che la sola logica li rendesse deboli e indifesi. ('''Spock''') *C'è del sangue umano anche nella mia famiglia, e ti assicuro che non è terribile. ('''Spock''') *I vulcaniani non mancano affatto di emotività, ma riescono a tenerla sotto controllo. La logica dona una serenità che raramente gli umani provano fino in fondo. Abbiamo le emozioni, ma le dominiamo e non le permettiamo di padroneggiarci. ('''Spock''') *Tu sei Spock, figlio di [[Sarek]]. O mi sbaglio? [...] Ho sentito parlare di te. So che hai una certa tendenza come quasi tutti gli umani a fare degli "scherzi". ('''Guaritore''') *Quando il suo tempo è venuto, si può rimpiangere una vita solo quando è stata sprecata. ('''Spock''') *Se questo voleva essere uno scherzo, le ricordo che di solito voi vulcaniani scherzate molto poco. ('''Leonard McCoy''') ===Episodio 3, ''È scomparso un pianeta''=== *'''Spock''': Capitano, uccidere un essere vivente è contro ogni regolamento.<br>'''Kirk''': Io conosco i regolamenti e rispetto qualsiasi forma di vita, signor Spock. Non sappiamo se questo essere sia intelligente, ma sappiamo che il popolo di Mantilles sarà sterminato se non riusciremo a fermarlo. Perciò, se devo scegliere, scelgo la vita del popolo di Mantilles. *Se spari a un animale selvatico che distrugge il tuo grano, ti difendi. ('''Leonard McCoy''') ===Episodio 4, ''Il segnale di Lorelei''=== *'''Spock''': Il loro aspetto è umanoide, ma le loro differenze interne sono notevoli. Il loro corpo sembra funzionare ad un livello psicocinetico insolito.<br>'''McCoy''': Come medico, ho sempre ammirato le funzioni dei corpi. ===Episodio 5, ''Animaletti pericolosi''=== *Il primo [[klingon]]iano che mette piede su questa nave sarà l'ultimo. ('''James T. Kirk''') *'''McCoy''': Non esiste nessun [[Triboli|tribolo]] sicuro.<br>'''Spock''': Considerarli innoqui sarebbe un insulto alla logica, soprattutto per quanto riguarda la loro eccezionale capacità di moltiplicarsi.<br>'''Cyrano Jones''': Infatti, allevarli è un investimento. *'''Kirk''': Perché i klingoniani la stavano inseguendo?<br>'''Cyrano Jones''': Che vuole che ne sappia? I klingoniani hanno un caratteraccio. Lo sanno tutti.<br>'''Spock''': Può essere vero. Ma raramente sconfinano nello spazio della Federazione e aprono il fuoco sulle nostre navi senza motivo. *Con dei triboli sulla nave, quintotriticale nei corridoi e klingoniani nel quadrante, finiremo per perdere il buon umore. ('''Montgomery Scott''') *'''Kirk''': Allora signor Spock, ha qualche idea?<br>'''Spock''': Potremo ad esempio bombardarli con i triboli.<br>'''Kirk''': Credevo che lei non avesse il senso dell'umorismo, Spock.<br>'''Spock''': Infatti non ce l'ho. *Piuttosto che avere pochi triboli giganti, è molto meglio averne in giro parecchi ma piccoli. ('''Montgomery Scott''') ===Episodio 7, ''Il tocco vulcanico''=== *Incoraggiamo sempre i nostri ufficiali a familiarizzare cogli indigeni. ('''James T. Kirk''') *'''Kirk''': La Federazione è già in pace da più di 400 anni.<br>'''Stavos Keniclius''': È una menzogna! Che ne dite delle orde eugenetiche? Delle orde galattiche? Della possibile invasione dei [[romulani]], dei [[klingon]]iani e dei canetechi? *Noi abbiamo già la pace in tutta la Federazione, e non è stata imposta. È stata concordata. ('''James T. Kirk''') *{{NDR|Su James T. Kirk}} Quando non diventa bellicoso, le riserve dei suoi formidabili talenti sono senza fine. ('''Spock''') ===Episodio 8, ''Le magie dei Megas-Tu''=== *Certo, noi abbiamo delle colpe: brama di potere, invidia, paura. Ma nei secoli dopo la caccia alle streghe di Salem, abbiamo imparato. Cerchiamo di capire e di rispettare tutte le forme di vita. ('''James T. Kirk''') ===Episodio 9, ''C'era una volta un pianeta''=== *Non è un disonore servire gli altri quando è fatto di propria volontà. ('''Uhura''') ===Episodio 10, ''Il filtro di Mudd''=== *'''Kirk''': Pensa che Harry Mudd sia da queste parti?<br>'''Spock''': Le probabilità della sua presenza su Motherlode sono con una certa aprossimazione dell'81,53%.<br>'''McCoy''': Spock, non poteva dire "molto probabilmente c'è"?<br>'''Spock''': È ciò che ho detto, dottore. *Alcuni rari momenti di amore pagati a duro prezzo con odio ingiustificato. ('''Spock''') ===Episodio 13, ''Pianeta subacqueo''=== *Diario medico, data astrale 5506.2. Il capitano Kirk e il primo ufficiale Spock sono stati salvati quarantott'ore fa. Non ricordano cos'è accaduto dopo l'attacco del mostro marino, ma le analisi mediche hanno accertato nel loro sangue la presenza di una sostanza non-identificata che ha cambiato tutto il loro metabolismo e li ha resi organicamente pesci. ('''Leonard McCoy''') *Non posso comandare la mia nave da un acquario! ('''James T. Kirk''') ===Episodio 14, ''L'arma degli Slavers''=== *È solo un vulcaniano! Non sento il bisogno di parlare con uno che mangia erba come uno yak. Gli uomini almeno sono onnivori. ('''Chuft''') ===Episodio 15, ''Con gli occhi dello spettatore''=== *'''Kirk''': Un comandante, qualunque sia il suo grado, deve rispettare il regolamento.<br>'''Spock''': Un comportamento dettato dall'emotività. Molto umano.<br>'''McCoy''': Voi vulcaniani siete impossibili! Non avete alcuna immaginazione. *'''Kirk''': Secondo quelle note, sono scesi qui da circa sei settimane.<br>'''Spock''': Cinque settimane, tre giorni, due ore e quattro minuti per essere esatti.<br>'''Kirk''': Oh, scusi la mia imprecisione! *Non ti capita tutti i giorni un dinosauro fra capo e corpo. ('''Leonard McCoy''') *'''Spock''': Dottore, trovo che in quanto interesse scientifico sia un po' carente.<br>'''McCoy''': Sarò lieto di contraddirla su questo punto se vorrà essere ospite del mio laboratorio. ===Episodio 16, ''Guerra Santa''=== *I vulcaniani non mi sono mai piaciuti. Creature a sangue freddo! ('''Lara''') *'''Lara''': Le interessa altro oltre la statistica, vulcaniano?<br>'''Spock''': Sì, ma filosofia e poesia sono fuori luogo qui. ==Seconda stagione== ===Episodio 1, ''I pirati di Orione''=== *{{NDR|Su Spock}} Per quanto alcune volte io possa dare l'impressione di essere un po' troppo duro con lui, in realtà gli sono affezionato. ('''Leonard McCoy''') *È sprecato usare le buone maniere con un vulcaniano! ('''Leonard McCoy''') *Dannato vulcaniano! Perché non possiedi sangue rosso come ogni uomo normale? ('''Leonard McCoy''') *A volte non serve essere un medico. Siamo buoni se ce lo permettono tecnologie medicinali. Quando ci vengono a mancare, la nostra esperienza rimane quella del Medioevo. ('''Leonard McCoy''') ===Episodio 2, ''Il comandante Bem''=== *'''Kirk''': Mi vuole spiegare per favore come mai finiamo sempre in questo modo?<br>'''Spock''': Soppongo che questa sia una domanda retorica, capitano, che non richieda risposta.<br>'''Kirk''': Stavo solo rilevando la nostra eccelsa abilità nel metterci in situazioni come questa.<br>'''Spock''': Destino, capitano. Destino. *'''Kirk''': In certi casi, penso che avrei dovuto fare il bibliotecario.<br>'''Spock''': Fare il bibliotecario credo sia altrettanto eccitante, capitano, anche se suppongo sia un po' meno pericoloso. *Gli errori devono essere riconosciuti, affinché si possano ripetere. ('''Entità di Delta Theta III''') *Cos'è la punizione? Una vendetta? Gli esseri intelligenti non hanno bisogno di vendetta, che è necessaria solo quando non si può imparare senza di essa. ('''Entità di Delta Theta III''') ===Episodio 3, ''Il computer si diverte''=== *Qualsiasi comportamento illogico esclude una soluzione logica. ('''Spock''') *I [[romulani]] temono il ridicolo più della morte. ('''James T. Kirk''') *La cosa peggiore per un burlone è rimanere giocato dai suoi stessi scherzi. ('''James T. Kirk''') ===Episodio 4, ''L'aurora che uccide''=== *Raramente le [[Epidemia|epidemie]] lasciano dietro di sé campi fioriti. ('''Demos''') *Un uomo che salva non potrebbe mai uccidere. ('''Kol-Tai''') *Jim, se mi dovessi trovare fra le fiamme dell'Inferno, non mandi quel vulcaniano a liberarmi. Preferisco arrostire. ('''Leonard McCoy''') ===Episodio 5, ''È più tagliente di un morso di un serpente''=== *Se i bambini sono resi totalmente dipendenti dai maestri, rimarranno sempre bambini. ('''James T. Kirk''') *Vulcano fu visitato da esseri stranieri che ripartirono molto più saggi. ('''Spock''') ===Episodio 6, ''Universi paralleli''=== *'''April''': {{NDR|Sull{{'}}''[[USS Enterprise (NCC-1701)]]''}} Per quanto io abbia viaggiato ovunque nella galassia, Jim, questo ponte è più casa mia di qualsiasi altro posto.<br>'''Kirk''': Sì, commodoro. Lo comprendo bene.<br>'''April''': Per me questa nave è un po' come una figlia. Io ero lì nei cantieri della marina di San Francisco, quando furono costruiti i suoi componenti. *Non posso distruggere questa nave con tutto l'equipaggio per salvare una persona. ('''James T. Kirk''') *'''Kirk''': Come vanno le cose?<br>'''Scott''': Be', a parte il fatto che abbiamo dovuto imparare a far funzionare i comandi al contrario, va tutto bene. *Sarebbe un grande dono avere la possibilità di ripetere la propria vita, ma solo nel caso che essa ti abbia lasciato insoddisfatto. ('''Robert April''') ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{Star Trek}} [[Categoria:Serie televisive di Star Trek|Animata]] n6l4lt9xarr255wz95fcrcbimikt460 Wikiquote:SheSaid 2020 4 175728 1349917 1343361 2024-11-03T00:52:12Z CommonsDelinker 1592 Replacing Wikiloveswomen_logo.svg with [[File:Wiki_Loves_Women_logo.svg]] (by [[:c:User:CommonsDelinker|CommonsDelinker]] because: [[:c:COM:FR|File renamed]]: [[:c:COM:FR#FR4|Criterion 4]] (harmonizing names of file set) · harmonize). 1349917 wikitext text/x-wiki [[File:Wiki Loves Women logo.svg|thumb|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women]] La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]] per celebrare le donne leader del mondo che si è svolta online dal 20 ottobre al 20 dicembre 2020. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid|Pagina su Meta]]''' | '''[[q:es:Wikiquote:Wiki Loves Women/SheSaid/Ella dice|Pagina in spagnolo]]''' | '''[[w:fr:Projet:Les sans pagEs/Shesaid|Pagina in francese]]''' ([[w:fr:Projet:Les_sans_pagEs/Articles_récents_et_améliorés#Wikiquote|voci proposte]]) | '''[[q:uk:Вікіцитати:Це сказала вона|Pagina in ucraino]]'''. == Perché questa campagna? == Per bilanciare la rappresentazione di genere nelle voci di Wikiquote. Ecco alcuni dati interessanti per illustrare la situazione: [[File:WikiQuote EN 06 10 2020.png|right|thumb|Screenshot di Wikiquote in inglese il 26 ottobre 2020. Controlla l'elenco delle persone e cerca le donne.]] Nella pagina principale di Wikiquote in inglese il 6 ottobre 2020, nella sezione ''Selected people'' sono presenti 29 uomini e solo 4 donne (guarda lo screenshot a destra) * Ci sono 233 donne che hanno un articolo in evidenza su Wikipedia in francese o in inglese, senza alcuna voce nella Wikiquote francese ([https://query.wikidata.org/#SELECT%20DISTINCT%20%3Fitem%20%3FitemLabel%20%3FFAsitelink%20%3FWQsitelink%0AWHERE%0A%20%7B%0A%20%20%20%3Fitem%20wdt%3AP31%20wd%3AQ5.%0A%20%20%20%3Fitem%20wdt%3AP21%20wd%3AQ6581072%20.%0A%20%20%20%20%20%3FFAsitelink%20%23%20There%20is%20a%20Wikipedia%20Featured%20article%0A%20%20%20%20%20schema%3Aabout%20%3Fitem%3B%0A%20%20%20%20%20wikibase%3Abadge%20wd%3AQ17437796%20.%20%23%20Sitelink%20is%20badged%20as%20a%20Featured%20Article%0A%20%20%20%7B%0A%20%20%20%20%20%3FFAsitelink%20schema%3AisPartOf%20%3Chttps%3A%2F%2Ffr.wikipedia.org%2F%3E%20.%0A%20%20%20%20%20%7D%0AUNION%0A%20%20%20%7B%0A%20%20%20%20%3FFAsitelink%20schema%3AisPartOf%20%3Chttps%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2F%3E%20.%0A%20%20%20%20%20%7D%0A%0A%20%20%20MINUS%0A%20%20%20%7B%0A%20%20%20%3FWQsitelink%20%23%20And%20a%20sitelink%20to%20a%20frwq%20page%0A%20%20%20%20%20schema%3Aabout%20%3Fitem%20%3B%0A%20%20%20%20%20schema%3AisPartOf%20%3Chttps%3A%2F%2Ffr.wikiquote.org%2F%3E.%20%20%0A%20%20%20%20%20%7D%0A%20%09SERVICE%20wikibase%3Alabel%20%7B%20bd%3AserviceParam%20wikibase%3Alanguage%20%22%5BAUTO_LANGUAGE%5D%2Cen%22%20%7D%0A%20%7D dai un'occhiata]) * Ci sono 141 articoli di donne presenti sulla Wikipedia in inglese senza alcuna voce in wikiquote ([https://query.wikidata.org/#SELECT%20DISTINCT%20%3Fitem%20%3FitemLabel%20%3FFAsitelink%20%3FWQsitelink%0AWHERE%0A%20%7B%0A%20%20%20%3Fitem%20wdt%3AP31%20wd%3AQ5.%0A%20%20%20%3Fitem%20wdt%3AP21%20wd%3AQ6581072%20.%0A%20%20%20%20%20%3FFAsitelink%20%23%20There%20is%20a%20Wikipedia%20Featured%20article%0A%20%20%20%20%20schema%3Aabout%20%3Fitem%3B%0A%20%20%20%20%20wikibase%3Abadge%20wd%3AQ17437796%20.%20%23%20Sitelink%20is%20badged%20as%20a%20Featured%20Article%0A%3FFAsitelink%20schema%3AisPartOf%20%3Chttps%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2F%3E%20.%0A%0A%0A%20%20%20MINUS%0A%20%20%20%7B%0A%20%20%20%3FWQsitelink%20%23%20And%20a%20sitelink%20to%20a%20enwq%20page%0A%20%20%20%20%20schema%3Aabout%20%3Fitem%20%3B%0A%20%20%20%20%20schema%3AisPartOf%20%3Chttps%3A%2F%2Fen.wikiquote.org%2F%3E.%20%20%0A%20%20%20%20%20%7D%0A%20%09SERVICE%20wikibase%3Alabel%20%7B%20bd%3AserviceParam%20wikibase%3Alanguage%20%22%5BAUTO_LANGUAGE%5D%2Cen%22%20%7D%0A%20%7D controlla]) * Ci sono [https://query.wikidata.org/#SELECT%20DISTINCT%20%3Fitem%20%3FitemLabel%20%3FWQsitelink%20%28GROUP_CONCAT%28%3FFAlang%3Bseparator%3D%22%2C%20%22%29%20AS%20%3FFAlanguages%29%20%3Fsitelinks%20WHERE%20%7B%0A%20%20%3Fitem%20wdt%3AP31%20wd%3AQ5%20%3B%0A%20%20%20%20%20%20%20%20wdt%3AP21%20wd%3AQ6581072%20%3B%0A%20%20%20%20%20%20%20%20wikibase%3Asitelinks%20%3Fsitelinks%20.%0A%20%20%0A%20%20%3FWQsitelink%20%23%20And%20a%20sitelink%20to%20a%20frwq%20page%0A%20%20%20%20%20schema%3Aabout%20%3Fitem%20%3B%0A%20%20%20%20%20schema%3AisPartOf%20%3Chttps%3A%2F%2Ffr.wikiquote.org%2F%3E.%20%20%0A%0A%20%20SERVICE%20wikibase%3Alabel%20%7B%20bd%3AserviceParam%20wikibase%3Alanguage%20%22fr%2Cen%22%20%7D%20.%0A%7D%20GROUP%20BY%20%3Fitem%20%3FitemLabel%20%3FWQsitelink%20%3Fsitelinks%0AORDER%20BY%20DESC%28%3Fsitelinks%29 519 donne] e [https://query.wikidata.org/#SELECT%20DISTINCT%20%3Fitem%20%3FitemLabel%20%3FWQsitelink%20%28GROUP_CONCAT%28%3FFAlang%3B%20SEPARATOR%20%3D%20%22%2C%20%22%29%20AS%20%3FFAlanguages%29%20%3Fsitelinks%20WHERE%20%7B%0A%20%20%3Fitem%20wdt%3AP31%20wd%3AQ5%3B%0A%20%20%20%20wdt%3AP21%20wd%3AQ6581097%3B%0A%20%20%20%20wikibase%3Asitelinks%20%3Fsitelinks.%0A%20%20%3FWQsitelink%20schema%3Aabout%20%3Fitem%3B%0A%20%20%20%20schema%3AisPartOf%20%3Chttps%3A%2F%2Ffr.wikiquote.org%2F%3E.%0A%20%20SERVICE%20wikibase%3Alabel%20%7B%20bd%3AserviceParam%20wikibase%3Alanguage%20%22fr%2Cen%22.%20%7D%0A%7D%0AGROUP%20BY%20%3Fitem%20%3FitemLabel%20%3FWQsitelink%20%3Fsitelinks%0AORDER%20BY%20DESC%20%28%3Fsitelinks%29 3117 uomini] elencati in wikiquote in francese Ovviamente, non tutte le donne hanno buone citazioni per le quali vale la pena avere una voce in wikiquote, conta per quelle che hanno detto cose memorabili. Allora cosa potresti fare per aiutare? * Aggiungi il tuo nome di seguito (facoltativo ma bello vedere chi è interessato ad aiutare :)) * Dimostra un po' di affetto verso Wikiquote nella lingua che preferisci. Controlla le voci delle donne esistenti e vedi se pssono essere migliorate. Oppure crea nuove voci per donne enciclopediche che hanno prodotto citazioni importanti oppure aggiungi citazioni di donne in altre voci. * Quando migliori le voci, aggiungi #SheSaid nella textbox dei commenti in modo che possiamo misurare l'impatto! * Lanceremo ufficialmente l'iniziativa #SheSaid martedì 20 ottobre (<small>see [https://summit.creativecommons.org/2020-sessions-and-speakers/ vedi perché questa data]</small>) fino al 20 dicembre * Useremo la [https://hashtags.wmflabs.org ricerca su hashtag di Wikimedia] per vedere l'impatto :) Dai un'occhiata se non conosci lo strumento. * Condividi la campagna #SheSaid con i tuoi amici e la comunità! ===Cartoline #SheSaid da condividere=== <gallery mode=packed heights=120px> SheSaid campaign quoting Malala Yousafza.jpg SheSaid campaign quoting Melinda Gates.jpg SheSaid campaign quoting Angelique Kidjo.jpg She Said campaign quoting Aya Chebbi.jpg She Said Campaign quoting Clare Akamanzi.jpg SheSaid campaign quoting Maya Angelo.jpg She Said campaign with Alexandra David-Néell quote.jpg She Said campaign with Graca Machel quote.jpg SheSaid campaign quoting Amelia Nothomb.jpg SheSaid campaign quoting Angelique Kidjo.jpg SheSaid campaign quoting Charlize Theron.jpg SheSaid campaign quoting Chimamanda Ngozi Adichie.jpg SheSaid campaign postcards featuring Loujain al-Hathloul.jpg SheSaid campaign postcards featuring Alicia Garza.jpg SheSaid campaign postcards featuring Caster Semenya.jpg SheSaid campaign postcards featuring Coco Chanel.jpg SheSaid campaign postcards featuring Delia Scala.jpg SheSaid campaign postcards featuring Giovanna Iannantuoni.jpg SheSaid campaign postcards featuring Greta Thunberg in French.jpg SheSaid Campaign postcard featuring Elia Galla Placidia in Italian.jpg SheSaid campaign postcards featuring Louise Mushikiwabo.jpg SheSaid campaign postcards featuring Monique Wittig.jpg SheSaid campaign postcards featuring Olympe de Gouge.jpg SheSaid campaign postcards featuring Mariama Bâ.jpg SheSaid campaign postcards featuring Marie Curie.jpg SheSaid campaign postcards featuring Mia Angelo French.jpg SheSaid campaign postcards featuring Michelina Di Cesare.jpg SheSaid campaign postcards featuring Greta Thurnburg.jpg </gallery> == Webinar == Webinar trasmesso live su * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw&ab_channel=WikipediaWeekly WikipediaWeekly], canale YouTube * [https://www.facebook.com/groups/wikipediaweekly/permalink/3414320428615764/ WikipediaWeekly], gruppo Facebook '''Screenshots''': <gallery mode=packed> SheSaid campaign Wikiquote webinar 1.png SheSaid campaign Wikiquote webinar 2.png SheSaid campaign Wikiquote webinar 3.png SheSaid campaign Wikiquote webinar 4.png </gallery> '''Slides''': <gallery> WDG - Editing Wikiquote with SheSaid campaign.pdf Webinar Wikiquote SheSaid 2020.pdf </gallery> * [[:File:WDG - Editing Wikiquote with SheSaid campaign.pdf]] * [[:File:Webinar Wikiquote SheSaid 2020.pdf]] (in italiano) == Voci scritte == === Nuove === {{div col | 2}} # [[Kamala Harris]] {{done|Camelia}} # [[Amy Goodman]] {{done|Camelia}} # [[Roberta Bondar]] {{done|GryffindorD}} # [[Kathryn Bigelow]] {{done|GryffindorD}} # [[Sheryl Swoopes]] {{done|GryffindorD}} # [[Diane di Prima]] {{done|Ibisco}} # [[Megan Thee Stallion]] {{done|GryffindorD}} # [[Costanza Calenda]] {{done|DonatoD}} # [[Iris van Herpen]] {{done|GryffindorD}} # [[Denise Levertov]] {{done|Ibisco}} # [[Lise Meitner]] {{done|DonatoD}} # [[Natalie Cole]] {{done|GryffindorD}} # [[Gretha Jünger]] {{done|Sun-crops}} # [[Vivien Leigh]] {{done|[[Speciale:Contributi/79.12.97.92|79.12.97.92]]}} # [[Frida Giannini]] {{done|GryffindorD}} # [[Chiara Galiazzo]] {{done|GryffindorD}} # [[Brigitte Girardin]] {{done|Sun-crops}} # [[Florbela Espanca]] {{done|Sun-crops}} # [[Prassilla]] {{done|Sun-crops}} # [[Inmaculada Mengíbar]] {{done|Sun-crops}} # [[Anna Tyszkiewicz]] {{done|Superchilum}} # [[Margherita Costa]] {{done|Sun-crops}} # [[Sulpicia]] {{done|Sun-crops}} # [[Antonella Anedda]] {{done|Sun-crops}} # [[Maria Pia Quintavalla‎]] {{done|Sun-crops}} # [[Cinisca]] {{done|Sun-crops}} # [[Lucia Votano]] {{done|DonatoD}} # [[Amrita Pritam]] {{done|Sun-crops}} # [[Mahadevi Varma]] {{done|Sun-crops}} # [[Maricla Boggio]] {{done|Sun-crops}} # [[Maria Angela Ardinghelli]] {{done|DonatoD}} # [[Chiara Matraini]] {{done|Sun-crops}} # [[Jessye Norman]] {{done|Sun-crops}} # [[Elisaveta Bagrjana]] {{done|Sun-crops}} # [[Hedvig Charlotta Nordenflycht]] {{done|Sun-crops}} # [[Ginestra Giovene]] {{done|Sun-crops}} # [[Laura Fermi]] {{done|Sun-crops}} # [[Gabourey Sidibe]] {{done|Laportoghese}} # [[Harriet Tubman]] {{done|Laportoghese}} # [[Licia Maglietta]] {{done|Laportoghese}} # [[Serra Yılmaz]] {{done|Laportoghese}} # [[Marzia Ubaldi]] {{done|Laportoghese}} # [[Kerry Washington]] {{done|Laportoghese}} # [[Shonda Rhimes]] {{done|Laportoghese}} # [[Jennifer Doudna]] {{done|Laportoghese}} # [[Jane Anger]] {{done|GryffindorD}} # [[Rita Gross]] {{done|Sun-crops}} # [[Speranza Scappucci]] {{done|Sun-crops}} # 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[[Sandra Petrignani]] {{done|Ibisco}} # [[Romana Petri]] {{done|Ibisco}} # [[Moglie del sarto]] {{done|Ibisco}} # [[Teodora (X secolo)]] {{done|Sun-crops}} # [[Catherine Pozzi]] {{done|Sun-crops}} # [[Torild Skard]] {{done|Laportoghese}} # [[Maria de Lourdes Pintasilgo]] {{done|Laportoghese}} # [[Cixi]] {{done|Sun-crops}} # [[Violeta Barrios de Chamorro]] {{done|Laportoghese}} # [[Corazón Aquino]] {{done|Laportoghese}} # [[Tiziana Ferrario]] {{done|Ibisco}} # [[Marie Colvin]] {{done|Ibisco}} # [[Michelina Di Cesare]] {{done|Sun-crops}} # [[Zehra Doğan]] {{done|Ibisco}} # [[Janet Yellen]] {{done|Ibisco}} # [[Andrea Motis]] {{done|Sun-crops}} # [[Ute Lemper]] {{done|Sun-crops}} # [[Evgenija Solomonovna Ginzburg]] {{done|Sun-crops}} # [[Marguerite di Blessington]] {{done|Superchilum}} # [[Linda Villari]] {{done|Superchilum}} # [[Annamaria Bernardini de Pace]] {{done|Ibisco}} # [[Paola romana]] {{done|Ibisco}} # [[Giulia Eustochio]] {{done|Ibisco}} # [[Giovanna Iannantuoni]] {{done|Ibisco}} # [[Maria João Pires]] {{done|Sun-crops}} # [[Luciana Stegagno Picchio]] {{done|Ibisco}} # [[Galla Placidia]] {{done|Sun-crops}} # [[Giuliana di Nicomedia]] {{done|Ibisco}} # [[Tsai Ing-wen]] {{done|Ibisco}} # [[Marie Under]] {{done|Sun-crops}} # [[Ana Luisa Valdés]] {{done|Sun-crops}} # [[Avril Haines]] {{done|Ibisco}} # [[Linda Thomas-Greenfield]] {{done|Ibisco}} # [[Linuccia Saba]] {{done|Ibisco}} # [[Emilia Lanier]] {{done|Sun-crops}} # [[Stéphanie Frappart]] {{done|Ibisco}} # [[Michèle Roberts]] {{done|Sun-crops}} # [[Barbara Sanseverino]] {{done|Ibisco}} # [[Mitsuko Uchida]] {{done|Sun-crops}} # [[Angela Luce]] {{done|Sun-crops}} # [[Maria Egiziaca]] {{done|Ibisco}} # [[Apollonia di Alessandria]] {{done|Ibisco}} # [[Lucrezia Marinelli]] {{done|Sun-crops}} # [[Fabiana Dadone]] {{done|Ibisco}} # [[Santa Petronilla]] {{done|Ibisco}} # [[Marina di Bitinia]] {{done|Ibisco}} # [[Cristina di Bolsena]] {{done|Ibisco}} # [[Clotilde Tambroni]] {{done|Gaux}} # [[Aimée-Olympe Desclée]] {{done|Gaux}} # [[Luisa Sanfelice]] {{done|Gaux}} # [[Meghan, duchessa di Sussex‎]] {{done|Spinoziano}} # [[Carol Alt]] {{done|Spinoziano}} # [[Marta di Betania]] {{done|Ibisco}} # [[Eufemia di Calcedonia]] {{done|Ibisco}} # [[Maria Gaetana Agnesi]] {{done|Gaux}} # [[Leonor Fini]] {{done|Sun-crops}} # [[Tarquinia Molza]] {{done|Gaux}} # [[Caterina Corner]] {{done|Gaux}} # [[Maria Carta]] {{done|Sun-crops}} # [[Eleonora d'Arborea]] {{done|Gaux}} # [[Fiona Swarovski]] {{done|Ibisco}} # [[Sant'Orsola]] {{done|Ibisco}} # [[Alfonsina Storni]] {{done|[[Speciale:Contributi/79.17.110.30|79.17.110.30]]}} # [[Arcangela Paladini]] {{done|Gaux}} # [[Sarah Siddons]] {{done|Gaux}} # [[Cesária Évora]] {{done|Sun-crops}} # [[Teresa Salgueiro]]{{done|Sun-crops}} # [[Juliette Récamier]] {{done|Gaux}} # [[Isla Fisher]] {{done|Ibisco}} # [[Silvia Salis]] {{done|Ibisco}} # [[Ol'ga Kuzenkova]] {{done|Ibisco}} # [[Francisca van Dunem‎]] {{done|Sun-crops}} # [[Anita Włodarczyk]] {{done|Ibisco}} # [[Elvira Fortunato]] {{done|Sun-crops}} # [[Barbara Sukowa]] {{done|Ibisco}} # [[Angelika Kauffmann]] {{done|Gaux}} # [[Rosa Bonheur]] {{done|Gaux}} # [[Elena Lucrezia Corner]] {{done|Gaux}} # [[Dulce Pontes]] {{done|Sun-crops}} # [[Beatriz Nunes]] {{done|Sun-crops}} # [[Ana Moura]] {{done|Sun-crops}} # [[Tilly Wedekind]] {{done|Sun-crops}} # [[Caterina Bon Brenzoni]] {{done|Gaux}} # [[Beatrice Lascaris di Ventimiglia]] {{done|Gaux}} # [[Elisabeth Rachel Félix]] {{done|Gaux}} # [[Laure Junot d'Abrantès]] {{done|Gaux}} # [[Nzinga di Ndongo e Matamba]] {{done|Gaux}} # [[Delia Scala]] {{done|Sun-crops}} # [[Jane Birkin]] {{done|Ibisco}} # [[Françoise Hardy]] {{done|Ibisco}} # [[Laura Lanza]] {{done|Ibisco}} # [[Luisa Ferida]] {{done|Ibisco}} # [[Jane Grey]] {{done|Gaux}} # [[Catherine Grey]] {{done|Gaux}} # [[Maria Letizia Ramolino]] {{done|Gaux}} # [[Marina Confalone]] {{done|Ibisco}} # [[Silvia Bre]] {{done|Sun-crops}} # [[Margarethe von Trotta]] {{done|Ibisco}} # [[Carola Stagnaro]] {{done|Ibisco}} # [[Valeria Ciangottini]] {{done|Ibisco}} # 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[[Jenny Tamburi]] {{done|Ibisco}} # [[Simona Cavallari]] {{done|Ibisco}} # [[Clelia Grillo Borromeo]] {{done|Gaux}} # [[Ginestra Paladino]] {{done|Ibisco}} # [[Caterina Dolfin]] {{done|Gaux}} # [[Wanda Nara]] {{done|Ibisco}} # [[Paola Di Benedetto]] {{done|Ibisco}} # [[Cecilia Capriotti]] {{done|Ibisco}} # [[Giulia Lama]] {{done|Gaux}} # [[Teresa Grillo Pamphili]] {{done|Gaux}} # [[FKA twigs]] {{done|Imheree}} # [[Antonia Klugmann]] {{done|Ibisco}} # [[Johanna Kirchner]] {{done|Sun-crops}} # [[Carrie Underwood]] {{done|Imheree}} # [[Sonia Wieder-Atherton]] {{done|Sun-crops}} # [[Yuja Wang]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Matilda De Angelis]] {{done|Ibisco}} # [[Stella Egitto]] {{done|Ibisco}} # [[Cristina Roccati]] {{done|Gaux}} # [[Daphne Scoccia]] {{done|Ibisco}} # [[Selene Caramazza]] {{done|Ibisco}} # [[Carlotta Antonelli]] {{done|Ibisco}} # [[Blu Yoshimi]] {{done|Ibisco}} # [[Lidia Vitale]] {{done|Ibisco}} # [[Kelly Clarkson]] {{done|Imheree}} # [[Diletta Leotta]] {{done|Ibisco}} # [[Hanna Schygulla]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Barbara Ronchi]] {{done|Ibisco}} # [[Fiona Apple]] {{done|Imheree}} # [[Billie Eilish]] {{done|Imheree}} # [[Maria Algranati]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Missy Elliott]] {{done|Imheree}} # [[Christina Aguilera]] {{done|Imheree}} # [[Lily Allen]] {{done|Imheree}} # [[Gea Martire]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Dionisia García]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Ingrid Fliter]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Julianna Andreevna Avdeeva]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Annie Fischer]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Eva Herzigová]] {{done|Ibisco}} # [[Sophie Marceau]] {{done|Ibisco}} # [[Liv Tyler]] {{done|Ibisco}} # [[Victoria Principal]] {{done|Ibisco}} # [[Gabriella Pession]] {{done|Ibisco}} # [[Jessica Lange]] {{done|Ibisco}} # [[Diane Keaton]] {{done|Ibisco}} # [[Norah Jones]] {{done|Ibisco}} # [[Anjelica Huston]] {{done|Ibisco}} # [[Farrah Fawcett]] {{done|Ibisco}} # [[Patricia Arquette]] {{done|Ibisco}} # [[Jennifer Aniston]] {{done|Ibisco}} # [[Angela Nogarola]] {{done|Gaux}} # [[Jhené Aiko]] {{done|Imheree}} # [[Sara Bareilles]] {{done|Imheree}} # [[Fergie]] {{done|Imheree}} # [[Lauren Jauregui]] {{done|Imheree}} # [[Eugénie Lemoine-Luccioni]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[ORLAN]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Marina Abramović]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Marisa Merz]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Fanny Ardant]] {{done|Ibisco}} # [[Sabine Azéma]] {{done|Ibisco}} # [[Sandrine Bonnaire]] {{done|Ibisco}} # [[Irene di Spilimbergo]] {{done|Gaux}} # [[Kelly Rowland]] {{done|Imheree}} # [[Ashlee Simpson]] {{done|Imheree}} # [[Jordin Sparks]] {{done|Imheree}} # [[Emmanuelle Béart]] {{done|Ibisco}} # [[Alice Sara Ott]] {{done|Sun-crops}} # [[Madame (rapper)]] {{done|Ibisco}} # [[Lisa Kudrow]] {{done|Imheree}} # [[Isabelle Huppert]] {{done|Ibisco}} # [[Juliette Gréco]] {{done|Ibisco}} # [[Wanda Landowska]] {{done|Sun-crops}} # [[Chiara Mastroianni]] {{done|Ibisco}} # [[Shania Twain]] {{done|Imheree}} # [[Jeanne Moreau]] {{done|Ibisco}} # [[Michèle Mercier]] {{done|Ibisco}} # [[Charlène Wittstock]] {{done|Ibisco}} # [[Rosalyn Tureck]] {{done|Sun-crops}} # [[Esperanza Spalding]] {{done|Imheree}} # [[Dionne Warwick]] {{done|Imheree}} # [[Arletty]] {{done|Ibisco}} # [[Cozbi]] {{done|Spinoziano}} # [[Isabella de' Medici]] {{done|Gaux}} # [[Olimpia Morata]] {{done|Gaux}} # [[Annie Girardot]] {{done|Ibisco}} # [[Anne-Marie]] {{done|Imheree}} # [[Elisabeth Schwarzkopf]] {{done|Sun-crops}} # [[LeToya Luckett]] {{done|Imheree}} # [[Montserrat Caballé]] {{done|Sun-crops}} # [[Zarah Leander]] {{done|Ibisco}} # [[Nadja Tiller]] {{done|Ibisco}} # [[Elsa Martinelli]] {{done|Ibisco}} # [[Dolly Parton]] {{done|Imheree}} # [[Angèle]] {{done|Imheree}} # [[Angélique Kidjo]] {{done|Imheree}} # [[Luisa De Santis]] {{done|Ibisco}} # [[Loreena McKennitt]] {{done|Imheree}} # [[Bernadette Lafont]] {{done|Ibisco}} # [[Ani DiFranco]] {{done|Imheree}} # [[Loretta Lynn]] {{done|Imheree}} # [[Patsy Cline]] {{done|Imheree}} # [[Rita Rusić]] {{done|Ibisco}} # [[Linda Ronstadt]] {{done|Imheree}} # [[Jacqueline Risset]] {{done|Sun-crops}} # [[Lina Schwarz]] {{done|Sun-crops}} # [[Matilde Brandi]] {{done|Imheree}} # [[Stefania Orlando]] {{done|Imheree}} # [[Alma Mahler Schindler]] {{done|Sun-crops}} # [[Regina Spektor]] {{done|Imheree}} {{div col end}} === Migliorate === # [[Sara Rattaro]] (+ 2 citazioni) {{done|Superchilum}} # [[Elsa Morante]] (+ 1 citazione su...) {{done|Ibisco}} # [[Faustina Maratti]] (+ 1 citazione su...) {{done|Ibisco}} # [[Isabella di Morra]] (+ 1 citazione su...) {{done|Ibisco}} # [[Vittoria Colonna]] (+ 1 citazione su...) {{done|Ibisco}} # [[Gaspara Stampa]] (+ 1 citazione su...) {{done|Ibisco}} # [[Susanna Tamaro]] (+ 1 citazione) {{done|Ibisco}} # [[Antonella Anedda]] (+ 3 citazioni) {{done|Ibisco}} # [[Teresa Bandettini]] (+ 1 citazione) {{done|Ibisco}} # [[Diodata Roero Saluzzo]] (+ sezione nuova opera) {{done|Ibisco}} # [[Maria di Francia]] (+ 1 citazione) {{done|Ibisco}} # [[Vigdís Finnbogadóttir]] (+ 2 citazioni) {{done|Laportoghese}} # [[Sansa Stark]] (+ 3 citazioni) {{done|Laportoghese}} # [[Elizabeth Berkley]] (+ 2 citazioni) {{done|Laportoghese}} # [[Bette Midler]] (+ 1 citazione) {{done|Laportoghese}} # [[Goldie Hawn]] (+ 1 citazione) {{done|Laportoghese}} # [[Kate Hudson]] (+ 2 citazioni) {{done|Laportoghese}} # [[Portia de Rossi]] (+ 2 citazioni) {{done|Laportoghese}} # [[Bellamy Young]] (+ 2 citazioni) {{done|Laportoghese}} # [[Mo'Nique]] (+ 2 citazioni) {{done|Laportoghese}} # [[Tiziana Ferrario]] (+ 3 citazioni) {{done|Ibisco}} # [[Oriana Fallaci]] (+ 1 citazione su...) {{done|Ibisco}} # [[Simone de Beauvoir]] (+ 1 citazione) {{done|Ibisco}} # [[Sandra Petrignani]] (+ 1 citazione) {{done|Ibisco}} # [[Alda Merini]] (+ 1 citazione su...) {{done|Ibisco}} # [[Ilaria Capua]] (+ 1 citazione su...) {{done|Ibisco}} # [[Vittoria Puccini]] (+2 citazioni) {{done|Ibisco}} # [[Marija Veniaminovna Judina]] (+2 citazioni) {{done|Sun-crops}} # [[Edith Piaf]] (+1 citazione su...) {{done|Sun-crops}} # [[Ada Lovelace]] (+ 1 citazione + sezione "Citazioni su..." + destub) {{done|Ibisco}} # [[Valérie Perrin]] (+ 1 citazione) {{done|Ibisco}} # [[Fabiola Gianotti]] (+ 3 citazioni) {{done|Ibisco}} # [[Stéphanie Frappart]] (+ sezione "Citazioni su..." con 2 citazioni) {{done|Ibisco}} # [[Janet Yellen]] (+ 1 citazione) {{done|Ibisco}} # [[Maria Alinda Bonacci Brunamonti‎]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Maria Maddalena]] (+ 1 citazione su) {{done|Ibisco}} # [[Caterina d'Alessandria]] (+ 1 citazione su...) {{done|Ibisco}} # [[Teresa Bandettini]] (+2 citazioni) {{done|Gaux}} # [[Sofonisba Anguissola]] (+2 citazioni) {{done|Gaux}} # [[Amália Rodrigues]] (+2 citazioni) {{done|Sun-crops}} # [[Donatella Versace]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Emily Dickinson]] (+3 citazioni su) {{done|Sun-crops}} # [[Agatha Christie]] (+1 citazione su) {{done|Sun-crops}} # [[Anna Proclemer]] (+ 1 citazione) {{done|Ibisco}} # [[Margarethe von Trotta]] (+ 1 citazione) {{done|Ibisco}} # [[Paolina Bonaparte]] (+2 citazioni e destub) {{done|Gaux}} # [[Margherita Guidacci]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Giuseppina di Beauharnais]] (+1 citazione) {{done|Gaux}} # [[Helen Hunt Jackson]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Lucrezia Borgia]] (+2 citazioni) {{done|Gaux}} # [[Maria Goretti]] (+ 3 citazioni su) {{done|Ibisco}} # [[Isabella Andreini]] (+1 citazione) {{done|Gaux}} # [[Laura Battiferri]] (+1 citazione) {{done|Gaux}} # [[Veronica Franco]] (+1 citazione) {{done|Gaux}} # [[Margaret St. Clair]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Angela Veronese]] (+2 citazioni su e destub) {{done|Gaux}} # [[Costanza Monti]] (+2 citazioni su e destub) {{done|Gaux}} # [[Andrea Delogu]] (+ 6 citazioni) {{done|Ibisco}} # [[Maria Angela Ardinghelli]] (+2 citazioni su e destub) {{done|Gaux}} # [[Luisa Bergalli]] (+1 citazione su) {{done|Gaux}} # [[Maria Selvaggia Borghini]] (+2 citazioni su e destub) {{done|Gaux}} # [[Elfriede Jelinek]] (+1 citazione) {{done|Sun-crops}} # [[Clotilde Tambroni]] (+3 citazioni su e destub) {{done|Gaux}} # [[Teresa Albarelli]] (+1 citazione di, 1 citazione su e destub) {{done|Gaux}} # [[Giovanna d'Arco]] (+ 1 citazione su) {{done|Ibisco}} # [[Vincenza Armani]] (+3 citazioni su e destub) {{done|Gaux}} # [[Caterina de' Medici]] (+ 1 citazione su) {{done|Gaux}} # [[Maria Stuarda]] (+ 2 citazione su) {{done|Gaux}} # [[Veronica Gambara]] (+2 citazioni su e destub) {{done|Gaux}} # [[Emma Watson]] (+2 citazioni) {{done|Spinoziano}} == Scritte o migliorate dopo la fine della campagna (20 dicembre 2020) == ;nuove # [[Erika Mann]] {{done|Sun-crops}} # [[Therese Giehse]] {{done|Sun-crops}} # [[Pamela Wedekind]] {{done|Sun-crops}} # [[Elīna Garanča]] {{done|Sun-crops}} # [[Macy Gray]] {{done|Imheree}} # [[Brandy Norwood]] {{done|Imheree}} # [[Queen Latifah]] {{done|Imheree}} ;migliorate == Partecipanti == # [[Utente:Camelia.boban|Camelia]] # [[Utente:GryffindorD|GryffindorD]] # [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # [[Utente:DonatoD|DonatoD]] # [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] # [[Utente:79.12.97.92|79.12.97.92]] # [[Utente:Superchilum|Superchilum]] # [[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] # [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] # [[Utente:Gaux|Gaux]] # [[Utente:79.17.110.30|79.17.110.30]] # [[Utente:Imheree|Imheree]] == Risultati == '''335''' voci create e '''70''' migliorate (+ altre 7 dopo la chiusura della campagna) con il contributo di 12 utenti: [[Categoria:Campagna SheSaid]] lhv4zynw48v6tdtccicrh586y55t6ge Wikiquote:SheSaid 2021 4 186754 1349918 1343360 2024-11-03T00:59:20Z CommonsDelinker 1592 Replacing Wikiloveswomen_logo.svg with [[File:Wiki_Loves_Women_logo.svg]] (by [[:c:User:CommonsDelinker|CommonsDelinker]] because: [[:c:COM:FR|File renamed]]: [[:c:COM:FR#FR4|Criterion 4]] (harmonizing names of file set) · harmonize). 1349918 wikitext text/x-wiki [[File:Wiki Loves Women logo.svg|thumb|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women]] La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]] per celebrare le donne leader del mondo. La seconda edizione, quella del 2021, si è svolta online dal 20 ottobre al 20 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid|Pagina su Meta]]'''. Verranno assegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]], organizzatore della campagna in Italia. == Galleria == <gallery mode=packed heights=120px> SheSaid Campaign postcard featuring Elia Galla Placidia in Italian.jpg SheSaid campaign postcards featuring Michelina Di Cesare.jpg SheSaid campaign postcards featuring Delia Scala.jpg </gallery> === Segnalibri === <gallery mode=packed heights=300px> SheSaid Campaign back cover sample.png SheSaid Campaign Front cover sample.png SheSaid campaign bookmark.png SheSaid campaign quoting Malala Yousafza.png SheSaid campaign quoting Charlize Theron.png SheSaid campaign quoting Melinda Gates.png </gallery> == Partecipanti == # [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # [[Utente:Syd Storm|Syd Storm]] # [[Utente:Sun-crops|Sun-crops]] # [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # [[Utente:Gaux|Gaux]] # [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] # [[Utente:Laportoghese|Laportoghese]] # [[Utente:Imheree|Imheree]] # [[Utente:Danyele|Danyele]] # [[Utente:Camelia.boban|Camelia]] # [[Utente:Superchilum|Superchilum]] # [[Utente:Cris77|Cris77]] == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} #[[Shoshana Zuboff]] {{fatto|Ibisco}} #[[Virginie Viard]] {{fatto|Ibisco}} #[[Myrta Merlino]] {{fatto|Ibisco}} #[[Sahra Wagenknecht]] {{fatto|Syd Storm}} #[[Ginevra Bompiani]] {{fatto|Ibisco}} #[[Ursula Hirschmann]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Margherita (nome)]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Edoarda Masi]] {{fatto|Ibisco}} #[[Clara Gallini]] {{fatto|Ibisco}} #[[Matilde Callari Galli]] {{fatto|Ibisco}} #[[Tiziana Panella]] {{fatto|Ibisco}} #[[Anna Maria Mori]] {{fatto|IppolitoN}} #[[Adelia Arrivabene]] {{fatto|Gaux}} #[[Laura Marinoni]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Adelaide Tessero]] {{fatto|Gaux}} #[[Virginia Marini]] {{fatto|Gaux}} #[[Andrée Ruth Shammah‎]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Gabriella Poli]] {{fatto|IppolitoN}} #[[Maria Minicuci]] {{fatto|Ibisco}} #[[Renata Pisu]] {{fatto|Ibisco}} #[[Melissa Satta]] {{fatto|Ibisco}} #[[Costanza Caracciolo]] {{fatto|Ibisco}} #[[Noliwe]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Federica Nargi]] {{fatto|Ibisco}} #[[Carmen Lasorella]] {{fatto|Ibisco}} #[[Giacinta Pezzana]] {{fatto|Gaux}} #[[Luana Ravecca‎]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Costanza Calabrese]] {{fatto|Ibisco}} #[[Lina Cavalieri]] {{fatto|Gaux}} #[[Margherita Granbassi]] {{fatto|Ibisco}} #[[Miriam Candurro]] {{fatto|Ibisco}} #[[Irma Brandeis]] {{fatto|Ibisco}} #[[Drusilla Tanzi]] {{fatto|Ibisco}} #[[Michela Moioli]] {{fatto|Ibisco}} #[[Raffaella Brutto]] {{fatto|Ibisco}} #[[Luljeta Lleshanaku]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Fanny Salvini Donatelli]] {{fatto|Gaux}} #[[Anna Campori]] {{fatto|Ibisco}} #[[Giovanna, la nonna del Corsaro Nero]] {{fatto|Ibisco}} #[[Isabella Teotochi Albrizzi]] {{fatto|Gaux}} #[[Urvashi]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Edvige Carboni]] {{fatto|Spinoziano}} #[[Enza Sampò]] {{fatto|Ibisco}} #[[Cristina Caboni]] {{fatto|IppolitoN}} #[[Alda Grimaldi]] {{fatto|Ibisco}} #[[Carlotta Gilli‎]] {{fatto|Laportoghese}} #[[Maria Teresa Chiramel Mankidiyan]] {{fatto|Spinoziano}} #[[Benedetta Bianchi Porro]] {{fatto|Spinoziano}} #[[Oxana Corso‎]] {{fatto|Laportoghese}} #[[Shirley Bassey]] {{fatto|Imheree}} #[[Debbie Harry]] {{fatto|Imheree}} #[[Bianca Atzei]] {{fatto|Ibisco}} #[[Laura Balbo]] {{fatto|Ibisco}} #[[Carla Collicelli]] {{fatto|Ibisco}} #[[Mary de Rachewiltz]] {{fatto|Ibisco}} #[[Olga Rudge]] {{fatto|Ibisco}} #[[Brigida]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Erminia Fuà Fusinato]] {{fatto|Gaux}} #[[Katia Aere‎]] {{fatto|Laportoghese}} #[[Fanny Van de Grift]] {{fatto|Ibisco}} #[[Lucia Albani Avogadro]] {{fatto|Gaux}} #[[Carolyn Smith]] {{fatto|Ibisco}} #[[Anastasia Kuzmina (ballerina)]] {{fatto|Ibisco}} #[[Milly Carlucci]] {{fatto|Ibisco}} #[[Twiggy]] {{fatto|Ibisco}} #[[Valeria Fabrizi]] {{fatto|Ibisco}} #[[Elettra (figlia di Agamennone)]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Anna Morichelli Bosello]] {{fatto|Gaux}} #[[Samanta Togni]] {{fatto|Ibisco}} #[[Monique Wittig‎]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Lesbismo‎]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Anna Billò]] {{fatto|Ibisco}} #[[Augusta Albertini Baucardè]] {{fatto|Gaux}} #[[Maria Baderna]] {{fatto|Gaux}} #[[Crisotemi (figlia di Agamennone)]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Kaia Gerber]] {{fatto|Ibisco}} #[[Sara Morganti‎]] {{fatto|Laportoghese}} #[[Arianna Schivo]] {{fatto|Laportoghese}} #[[Menadi]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Marie Sallé]] {{fatto|Gaux}} #[[Ofelia Malinov]] {{fatto|Danyele}} #[[Yeol Eum Son]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Bianca Gascoigne]] {{fatto|Ibisco}} #[[Madelyn Cline]] {{fatto|Ibisco}} #[[Emma Corrin]] {{fatto|Ibisco}} #[[Amalia Moretti Foggia]] {{fatto|IppolitoN}} #[[Ana Carrasco]] {{fatto|Danyele}} #[[Katheryn Winnick]] {{fatto|Danyele}} #[[Adriana Zarri]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Eve Hewson]] {{fatto|Ibisco}} #[[Teresa Neumann]] {{fatto|Spinoziano}} #[[Tamara Ecclestone]] {{fatto|Ibisco}} #[[Nina Morić]] {{fatto|Ibisco}} #[[Marie Dorval]] {{fatto|Gaux}} #[[Coco Rocha]] {{fatto|Ibisco}} #[[Arjola Trimi]] {{fatto|Laportoghese}} #[[Alessia Berra]] {{fatto|Laportoghese}} #[[Vittoria 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{{fatto|Ibisco}} #[[Amber Valletta]] {{fatto|Ibisco}} #[[Desideria Pasolini dall'Onda]] {{fatto|IppolitoN}} #[[Irma Gramatica]] {{fatto|Gaux}} #[[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} #[[Elisa Sednaoui]] {{fatto|Danyele}} #[[Maria Pia Calzone]] {{fatto|Ibisco}} #[[Grace Elizabeth]] {{fatto|Ibisco}} #[[Carolyn Murphy]] {{fatto|Ibisco}} #[[Scolastica da Norcia]] {{fatto|Spinoziano}} #[[Giovanna di Valois (1464-1505)]] {{fatto|Spinoziano}} #[[Marianne Faithfull]] {{fatto|Ibisco}} #[[Giovanna di Castiglia]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Francesca Dominici]] {{fatto|Ibisco}} #[[Alda Borelli]] {{fatto|Gaux}} #[[Christy Turlington]] {{fatto|Ibisco}} #[[Micol Di Segni]] {{fatto|Danyele}} #[[Micol Ronchi]] {{fatto|Danyele}} #[[Sarah Hay]] {{fatto|Laportoghese}} #[[Benedetta Ponticelli]] {{fatto|Laportoghese}} #[[Cassandra (mitologia)]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Medea]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Ero e Leandro]] {{fatto|Sun-crops}} #[[Jill Biden]] {{fatto|Ibisco}} #[[Karen Elson]] {{fatto|Ibisco}} #[[Angela 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utenti == # Ibisco - 277 voci create e 44 migliorate # Danyele - 107 voci create e 34 migliorate # Gaux - 83 voci create e 86 migliorate # Sun-crops - 71 voci create e 34 migliorate # Laportoghese - 21 voci create e 12 migliorate == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2022/01/24/shesaid-2021-global-campaign-results/ SheSaid 2021 Global Campaign Results!!!], sito Wiki Loves Women, 24 gennaio 2021 * [https://www.herald.co.zw/embrace-internet-for-development/ Embrace Internet for Development], Herald.co.zw. 28 settembre2021 * [https://diff.wikimedia.org/2021/02/18/shesaid-amplifying-womens-voices-via-wikiquote/ "#SheSaid Amplifies Women’s Voices via WikiQuote"] dal blog Diff (Wikimedia) * [https://actualitte.com/article/98989/archives/shesaid-rendre-compte-de-la-parole-des-femmes-sur-wikiquote #SheSaid : rendre compte de la parole des femmes, sur WikiQuote] di Antoine Oury, 22 febbraio 2021 [[Categoria:Campagna SheSaid]] 5fn06pn41jwh2roydvw4zl0udaehtxt Wikiquote:SheSaid 4 187251 1349919 1338660 2024-11-03T01:06:19Z CommonsDelinker 1592 Replacing Wikiloveswomen_logo.svg with [[File:Wiki_Loves_Women_logo.svg]] (by [[:c:User:CommonsDelinker|CommonsDelinker]] because: [[:c:COM:FR|File renamed]]: [[:c:COM:FR#FR4|Criterion 4]] (harmonizing names of file set) · harmonize). 1349919 wikitext text/x-wiki [[File:Wiki Loves Women logo.svg|thumb|right]] La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]] in collaborazione con altri gruppi che si occupano di diversità e gender gap ([[m:WikiDonne|WikiDonne]], [[m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. Edizioni: *[[Wikiquote:SheSaid 2020|2020]] *[[Wikiquote:SheSaid 2021|2021]] *[[Wikiquote:SheSaid 2022|2022]] *[[Wikiquote:SheSaid 2023|2023]] *[[Wikiquote:SheSaid 2024|2024]] ==Galleria== <gallery mode=packed> SheSaid campaign Wikiquote webinar 1.png SheSaid campaign Wikiquote webinar 2.png SheSaid campaign Wikiquote webinar 3.png SheSaid campaign Wikiquote webinar 4.png WDG - Editare Wikiquote con la campagna -SheSaid.pdf </gallery> [[Categoria:Campagna SheSaid]] ktyqlv9lck0aob5ym1ho4wgpjqyzu1c Sciarada (film) 0 197717 1349938 1234764 2024-11-03T09:52:07Z ~2024-8342 100184 /* Dialoghi */Brian -> Reggie 1349938 wikitext text/x-wiki {{Film |genere = thriller, commedia, sentimentale |soggetto = Marc Behm e Peter Stone (racconto) |attori = * [[Cary Grant]]: Peter Joshua/Alexander Dyle/Adam Canfield/Brian Cruikshank * [[Audrey Hepburn]]: Regina "Reggie" Lampert * [[Walter Matthau]]: Hamilton Bartholomew/Carson Dyle * [[James Coburn]]: Tex Penthollow * [[George Kennedy]]: Hermann Scobie * [[Dominique Minot]]: Sylvie Gaudel * [[Ned Glass]]: Leopold W. Gideon * [[Jacques Marin]]: Ispettore Edouard Grandpierre * [[Paul Bonifas]]: ''Monsieur'' Felix * [[Thomas Chelimsky]]: Jean-Louis Gaudet |doppiatori italiani= * [[Gualtiero De Angelis]]: Brian Cruikshank * [[Maria Pia Di Meo]]: Regina "Reggie" Lampert * [[Renato Turi]]: Hamilton Bartholomew/Carson Dyle * [[Glauco Onorato]]: Tex Penthollow * [[Emilio Cigoli]]: Hermann Scobie * [[Flaminia Jandolo]]: Sylvie Gaudel * [[Bruno Persa]]: Leopold W. Gideon * [[Carlo Romano]]: Ispettore Edouard Grandpierre * [[Massimo Turci]]: Marine di guardia all'ambasciata }} '''''Sciarada''''', film statunitense del 1963 con [[Cary Grant]] e [[Audrey Hepburn]], regia di [[Stanley Donen]]. ==Frasi== {{cronologico}} *Quando mando a lavare qualcosa mi restituiscono soltanto le macchie. ('''Bartholomew/Carson Dyle''') *Le parole possono uccidere. ('''Reggie''') ==Dialoghi== {{cronologico}} *'''Sylvie''': Però non capisco. Perché vuoi il [[divorzio]]?<br/>'''Reggie''': Perché io non lo amo più e lui non ama più me.<br/>'''Sylvie''': Allora non c'è bisogno del divorzio: con un marito ricco e gli ultimi modelli di quest'anno non ti sarà difficile {{sic|trovarti}} qualche amico. *'''Brian''': Noi ci conosciamo?<br/>'''Reggie''': Che cos'è che glielo fa credere?<br/>'''Brian''': Non so, me lo stavo chiedendo.<br/>'''Reggie''': Vede, io conosco già tante di quelle persone che finché non ne muore qualcuna non posso far conoscenza con nessun'altra.<br/>'''Brian''': Hm! Be', se qualcuno dovesse entrare in agonia mi avverta. *'''Reggie''': Lei mi nasconde il panorama.<br/>'''Brian''': Ehm, scusi. Ehm, quale parte del panorama preferisce?<br/>'''Reggie''': Quella che mi nasconde lei. *'''Reggie''': Non è Shakespeare che ha detto "Quando due sconosciuti si incontrano in terra lontana presto si incontreranno di nuovo"?<br/>'''Brian''': Shakespeare non se l'è mai sognato.<br/>'''Reggie''': E lei come lo sa?<br/>'''Brian''': È terribile! Lo ha inventato lei.<br/>'''Reggie''': Be', forse ha ragione. *'''Bartholomew/Carson Dyle''': Lei lo sa che cos'è la CIA?<br>'''Reggie''': Non è la sigla di una linea aerea?<br>'''Bartholomew/Carson Dyle''': È la Central Intelligence Agency, CIA.<br>'''Reggie''': Vuol dire spie e cose del genere?!<br>'''Bartholomew/Carson Dyle''': Noi li chiamiamo agenti. *'''Reggie''': Lo sa qual è il suo difetto?<br/>'''Brian''': No. Quale?<br/>'''Reggie''': Nessuno. *'''Reggie''': Ma perché gli uomini dicono sempre delle [[bugie]]?<br/>'''Brian''': Di solito lo fanno perché vogliono una cosa e temono che la verità non basti a procurargliela. *'''Reggie''': Alexander, come si fa a capire se uno sta mentendo o no?<br/>'''Brian''': He, he! Non si può.<br/>'''Reggie''': Ci dev'essere un sistema!<br/>'''Brian''': No, vedi, c'è un [[Indovinelli dai film|indovinello]] su due tribù d'indiani: i piedi bianchi che dicono sempre la verità e i piedi neri che non la dicono mai. Tu incontri un indiano e gli dici: "Ciao indiano! Cosa sei, un sincero piedi bianchi o un bugiardo piedi neri?" E lui ti dice: "Sono della tribù dei piedi bianchi." Ma sarà vero?<br/>'''Reggie''': Be', si potrà vedere come sono i piedi.<br/>'''Brian''': No, perché porta i mocassini.<br/>'''Reggie''': Allora deve essere della tribù dei piedi bianchi.<br/>'''Brian''': E perché non un piedi neri bugiardo? ==Citazioni su ''Sciarada''== *E il film è interessante anche per il mix di generi tipico dell'epoca, quando il gioco vorticoso di maschere, di inganni e di false identità si snoda ai confini tra due generi sotto questo punto di vista analoghi, come la spy-story e la commedia sofisticata. Con gran finale alla Comedie Française e almeno un paio di gag famose: prima il ballo con l'arancia di Cary Grant, poi Coburn che minaccia la Hepburn lanciandole addosso fiammiferi accesi. ([[Renato Venturelli]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film commedia d'azione]] [[Categoria:Film commedia romantica]] gv2jcstc07s5rcjt7gvm5me3vi0rnl0 Utente:Gaux/tabelle 2 198119 1349894 1349716 2024-11-02T17:01:53Z Gaux 18878 Voci nuove inserite 1349894 wikitext text/x-wiki +------------------------------------------------------------------------+ | Voci nuove inserite (ultimo aggiornamento 02/11/24) | +------------------------------+ +------------+------------+-------------+ | Tipologia | | Persone | Altre voci | Totali anno | | Persone 2525 | | 2017 141 | 2017 89 | 2017 230 | | Tematiche e affini 695 | | 2018 314 | 2018 96 | 2018 410 | | Doc, libri, op non temat 19 | | 2019 335 | 2019 98 | 2019 433 | | Disambigue 86 | | 2020 372 | 2020 103 | 2020 475 | | Totale voci nuove 3325 | | 2021 501 | 2021 92 | 2021 593 | | | | 2022 367 | 2022 105 | 2022 472 | | | | 2023 272 | 2023 133 | 2023 405 | | | | 2024 223 | 2024 84 | 2024 307 | | | |Totale 2525 |Totale 800 | Totale 3325 | +------------------------------+ +------------+------------+-------------+ +------------------------------------------------------------------------+ | Campagne SheSaid | +------+-----------------------------------------------------------------+ | 2020 | 40 voci nuove e 19 migliorate (da 05/12/20 a 20/12/20) | +------+-----------------------------------------------------------------+ | 2021 | 83 voci nuove e 86 migliorate (da 21/10/21 a 20/12/21) | +------+-----------------------------------------------------------------+ | 2022 | 153 voci nuove e 82 migliorate (da 20/10/22 a 20/12/22) | +------+-----------------------------------------------------------------+ heooguyujsqxcpifa82f744e87krrit 1349897 1349894 2024-11-02T17:33:19Z Gaux 18878 Voci nuove inserite 1349897 wikitext text/x-wiki +------------------------------------------------------------------------+ | Voci nuove inserite (ultimo aggiornamento 02/11/24) | +------------------------------+ +------------+------------+-------------+ | Tipologia | | Persone | Altre voci | Totali anno | | Persone 2532 | | 2017 141 | 2017 89 | 2017 230 | | Tematiche e affini 695 | | 2018 314 | 2018 96 | 2018 410 | | Doc, libri, op non temat 19 | | 2019 335 | 2019 98 | 2019 433 | | Disambigue 86 | | 2020 372 | 2020 103 | 2020 475 | | Totale voci nuove 3332 | | 2021 501 | 2021 92 | 2021 593 | | | | 2022 367 | 2022 105 | 2022 472 | | | | 2023 272 | 2023 133 | 2023 405 | | | | 2024 230 | 2024 84 | 2024 314 | | | |Totale 2532 |Totale 800 | Totale 3332 | +------------------------------+ +------------+------------+-------------+ +------------------------------------------------------------------------+ | Campagne SheSaid | +------+-----------------------------------------------------------------+ | 2020 | 40 voci nuove e 19 migliorate (da 05/12/20 a 20/12/20) | +------+-----------------------------------------------------------------+ | 2021 | 83 voci nuove e 86 migliorate (da 21/10/21 a 20/12/21) | +------+-----------------------------------------------------------------+ | 2022 | 153 voci nuove e 82 migliorate (da 20/10/22 a 20/12/22) | +------+-----------------------------------------------------------------+ 41ci4i7ihjv0ucxf9bg5qxy9ixgcksv Golshifteh Farahani 0 200211 1349932 1325881 2024-11-03T09:15:45Z Ibisco 49387 + 1 citazione 1349932 wikitext text/x-wiki [[File:Golshifteh Farahani Cannes 2018.jpg|thumb|Golshifteh Farahani nel 2018]] '''Golshifteh Farahani''' (1983 – vivente), attrice e cantautrice iraniana naturalizzata francese. ==Citazioni di Golshifteh Farahani== *Ho passato la mia infanzia con la paura delle bombe irachene. La mia gente è in ostaggio: l'80% di noi vuole la fine della Repubblica Islamica. Ed è per questo che lottiamo per la rivoluzione.<ref>Dall'intervista di Greta Privitera, ''L'attrice Farahani: «La mia gente ostaggio del regime»'', ''Corriere della Sera'', 27 ottobre 2024.</ref> {{Int|''«La vita di ogni donna in Iran è una guerra senza tregua»''|Intervista di Stefano Montefiori sulle [[proteste per la morte di Mahsa Amini]], ''Corriere della Sera'', 24 dicembre 2022.}} *Come tutte le donne in quella dittatura fascista che è il regime dei mullah, ho avuto la sensazione di passare dal ventre di mia madre al campo di battaglia. Essere una donna in [[Iran]] è il combattimento di ogni giorno, non c'è tregua. *Si comincia a soffrire subito, dalla nascita, è un'accumulazione continua. A un certo punto non è più possibile sopportare l'ingiustizia. Le ragazze che manifestano a [[Teheran]] e nelle altre città sanno che rischiano la vita ma non possono fermarsi, non ci riescono. Sono guerriere, senza saperlo, perché lottano da sempre. *L'Iran è come uno strumento al quale sia stata messa una grossa sordina, la voce è rimasta soffocata per decenni e adesso vuole farsi sentire. Siamo diventati tutti attivisti, anche io che sono un'attrice. Non abbiamo scelta, è più forte di noi. *Credo che non si sia mai visto nella storia dell'umanità. Donne che fanno la rivoluzione, e uomini che si schierano dalla loro parte. Non abbiamo ma avuto così tanto sostegno, è straordinario. Quando il regime ha instaurato l'obbligo del velo, un anno dopo aver preso il potere, nessun uomo si è ribellato. Mio padre all'epoca non è sceso in strada, e tutti gli altri hanno fatto come lui. Oggi è completamente diverso, gli uomini difendono le loro sorelle, madri, figlie. Senza il riconoscimento dei diritti delle donne non ci saranno diritti oper nessuno. *{{NDR|Sul [[velo islamico]]}} È il simbolo della tirannia. Il regime è costruito sulla sottimisione delle donne: l'obbligo di portare il velo evoca anche il fatto che un uomo possa sposare una bambina tredicenne, ottenere sempre la custodia dei figli in caso di divorzio, negare alla moglie il diritto di entrare o uscire dal Paese. Il velo è solo la punta della piramide, toglierselo significa lottare per la libertà di tutti, anche degli uomini. ==Filmografia== *''[[Nessuna verità]]'' (2008) *''[[There Be Dragons - Un santo nella tempesta]]'' (2011) *''[[Exodus - Dei e re]]'' (2014) *''[[Pirati dei Caraibi - La vendetta di Salazar]]'' (2017) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Farahani, Golshifteh}} [[Categoria:Attori iraniani]] [[Categoria:Attori francesi]] [[Categoria:Cantautori francesi]] aqqebd88904t7ls6n0dccyux2pu3vuw Dick Fosbury 0 202380 1349903 1349754 2024-11-02T18:13:58Z Danyele 19198 /* Citazioni di Dick Fosbury */ typo 1349903 wikitext text/x-wiki [[File:Dick Fosbury 1968.jpg|thumb|Dick Fosbury (1968)]] '''Dick Fosbury''' (1947 – 2023), altista statunitense. ==Citazioni di Dick Fosbury== *{{NDR|Sulla vittoria dell'oro olimpico a Città del Messico 1968}} Una volta che ero in aria, potevo sentire lo spazio tra il mio corpo e l'asticella. Sapevo di aver superato l'asticella più alta della mia vita. L'intero stadio è esploso, è stato un grande momento. Non lo dimenticherò mai.<ref name=morto>Citato in ''[https://www.ansa.it/sito/notizie/sport/altrisport/2023/03/13/morto-dick-fosbury-rivoluziono-il-salto-in-alto_ea1b1b20-a505-46f3-a31d-e16d1a97e232.html Morto Dick Fosbury, rivoluzionò il salto in alto]'', ''ansa.it'', 13 marzo 2023.</ref> *{{NDR|Sullo [[stile Fosbury]]}} Pensavo che dopo aver vinto l'oro, uno o due saltatori avrebbero iniziato a usarlo, ma non ho mai pensato che sarebbe diventata la tecnica universale.<ref name=morto/> ==Citazioni su Dick Fosbury== *Fosbury apparteneva [...] a quella genìa di uomini che sanno vedere le cose dall'altra parte. ([[Aldo Cazzullo]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== *[[Stile Fosbury]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Fosbury, Dick}} [[Categoria:Altisti statunitensi]] dmh6puu82jfm8w6a4l17ia7js8obpzk Storia d'Italia 0 205174 1349828 1349814 2024-11-02T12:02:47Z Udiki 86035 Non è più un abbozzo 1349828 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Hayez, Meditazione (1851).jpg|thumb|''Meditazione'' (Francesco Hayez, 1851)]] Citazioni sulla '''storia d'Italia''' *Fino al 1860 il termine ''Italia'' serviva a designare non tanto una nazione, quanto una penisola, e Metternich poteva scrivere in tono di sprezzo di questa «espressione geografica». Ed è con la geografia che qualsiasi storia di questo paese deve cominciare. Fin troppo spesso la responsabilità della sua miseria e arretratezza politica è stata attribuita al malgoverno e allo sfruttamento straniero piuttosto che al clima e alla mancanza di risorse naturali. Ora è certo che non bisogna arrivare al punto di ritenere che i destini di una nazione siano interamente determinati dalle sue ricchezze naturali e dalla sua posizione geografica; una situazione peninsulare nel Mediterraneo potrà suggerire ma non rendere inevitabili determinate alleanze; la mancanza di materie prime potrà rendere un paese debole oppure aggressivo (o entrambe le cose); un clima sfavorevole potrà essere con altrettanta facilità uno stimolo o un fattore di depressione. Ma la geografia è un fattore che segna decisamente la vita di una nazione. Storicamente è sempre stato di grande importanza che gli Appennini dividano l'Italia e che le Alpi la separino dal resto d'Europa. ([[Denis Mack Smith]]) *La storia d'Italia è storia di Spagna e di Francia, d'{{sic|Allemagna}} e di Austria, e in fondo, storia di Europa. Lo sforzo degli storici per creare una storia d'Italia dimostra come si possa spendere molto ingegno per una causa poco ingegnosa, come accade a quei capitani che si fanno valorosamente ammazzare per una causa infame. ([[Giuseppe Prezzolini]]) *La storia italiana è fatta di [[emigrazione]] e di [[immigrazione]]. ([[Sergio Mattarella]]) ==Voci correlate== *[[Italia]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante la|preposizione=sulla}} [[Categoria:Storia d'Italia| ]] 3hncw8ar5e8fbymj74ujaamvs3io8jz Claudio Cecchetto 0 206253 1349896 1291622 2024-11-02T17:33:12Z Ibisco 49387 Citazioni su 1349896 wikitext text/x-wiki [[File:Claudio Cecchetto R101.jpg|thumb|upright=1.2| Cecchetto a R101 (1975)]] '''Claudio Cecchetto''' (1952 – vivente), produttore discografico, disc jockey, conduttore radiofonico e televisivo italiano. ==Citazioni di Claudio Cecchetto== *Nascere in una grande città ha i suoi vantaggi dal punto di vista dei servizi, però per "fame" e voglia di arrivare è meglio nascere in provincia.<ref>Citato in ''[https://billboard.it/business/i-mille-volti-di-claudio-cecchetto-leggi-lintervista/2017/12/061946/ I mille volti di Claudio Cecchetto]'', ''billboard.it'', 6 dicembre 2017.</ref> *Se un pezzo non mi piace sono comunque contento perché ho espresso un giudizio e se esprimo un giudizio significa che ho ascoltato e quando ascolto non sono mai infastidito.<ref name=eff></ref> *{{NDR|Su [[Max Pezzali]]}} Un autore indimenticabile, come persona diciamo che lo è un po' meno.<ref name=eff>Citato in ''[https://corrieredibologna.corriere.it/notizie/cultura-e-tempo-libero/23_aprile_19/claudio-cecchetto-compie-71-anni-festa-con-il-lancio-della-sua-nuova-radio-sono-nato-dj-e-moriro-dj-04814ead-e547-4acc-9954-e87e2506bxlk.shtml Claudio Cecchetto: «Max Pezzali? Indimenticabile, come persona un po’ meno»]'', ''corrieredibologna.corriere.it'', 19 aprile 2023.</ref> ==Citazioni su Claudio Cecchetto== *Per me è il [[Walt Disney]] italiano, è uno che ha saputo concretizzare le sue intuizioni, come lui ha creato tanti personaggi. Per la personalità che emana sembra quasi un'entità spirituale. ([[Mauro Repetto]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Cecchetto, Claudio}} [[Categoria:Conduttori radiofonici italiani]] [[Categoria:Conduttori televisivi italiani]] [[Categoria:Disc jockey italiani]] [[Categoria:Produttori discografici italiani]] rfksvfmsm6cscwya7hitmxoyewp6s0t Discussioni utente:Wüstenspringmaus 3 212745 1349899 1334616 2024-11-02T17:45:07Z Pathoschild 2615 global user pages ([[m:Synchbot|requested by Wüstenspringmaus]]) 1349899 wikitext text/x-wiki [[File:Redirect arrow without text.svg|46px|link=]][[m:User talk:Wüstenspringmaus|m:User talk:Wüstenspringmaus]] s48bp6md0bqlqfh7qca2oj8x1jbdi2a Wikiquote:SheSaid 2024 4 213902 1349840 1349793 2024-11-02T13:39:39Z Ibisco 49387 /* Nuove */ + 1 1349840 wikitext text/x-wiki [[File:WDG - SheSaid 2023 (big).svg|thumb|300px|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women. In Italia viene organizzato da WikiDonne.]] <div style="font-family:'Verdana';font-size:30px;font-weight:bold;color:#662D91;text-align:center;"> Diamo loro voce!<br/><small>Celebriamo le donne che ci hanno ispirato, una wikicitazione alla volta.</small> </div> La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]], che vede la partecipazione di altri gruppi interessati alla diversità e al gender gap ([[:w:Progetto:WikiDonne|WikiDonne]], [[:m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[:m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[:m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. La quinta edizione, quella del 2024, si svolgerà online dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid/SheSaid 2024|Pagina su Meta]]'''. A chi scriverà più di 5 nuove voci, verranno consegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] - organizzatore della campagna in Italia. {{Cassetto |larghezza = 1000px |colore = #662D91 |coloresfondo = orange |allineamento = centro |titolo = <span style="color:white;">Materiale grafico tradotto in italiano</span> |testo = ; Post Intagram <gallery> Sonia Sotomayor - post Instagram SheSaid.png|Sonia Sotomayor Françoise Vergès - post Instagram SheSaid.png|Françoise Vergès Serena Williams - post Instagram SheSaid.png|Serena Williams Sofia Loren - post Instagram SheSaid.png|Sofia Loren Simone De Beauvoir - post Instagram SheSaid.png|Simone De Beauvoir Johanna Westerdijk - post Instagram SheSaid.png|Johanna Westerdijk Sasheer Zamata - post Instagram SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Segnalibri <gallery> Wiki Loves Women - segnalibro SheSaid.png|Wiki Loves Women Yasmina Reza - segnalibro SheSaid.png|Yasmina Reza Johanna Westerdijk - segnalibro SheSaid.png|Johanna Westerdijk Mo Abudu - segnalibro SheSaid.png|Mo Abudu Fatema Mernissi - segnalibro SheSaid.png|Fatema Mernissi Dalida - segnalibro SheSaid.png|Dalida Sasheer Zamata - segnalibro SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Cartoline <gallery> Islam Elbeiti - cartolina SheSaid.png|Islam Elbeiti Johanna Westerdijk - cartolina SheSaid.png|Johanna Westerdijk Nana Ama Agyemang Asante - cartolina SheSaid.png|Nana Ama Agyemang Asante Wiki Loves Women - cartolina SheSaid.png|Wiki Loves Women </gallery> }} <br /> == Liste Wikidata di voci presenti in itWikipedia ma mancanti in itWikiquote== {{div col | 3}} '''[[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote|Query SPARQL di voci mancanti]]''' (voci di donne presenti in Wikipedia in Italiano, ma non in Wikiquote in Italiano) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Artiste|Artiste]] (pittrici, scultrici, disegnatrici, fotografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attiviste|Attiviste]] (attiviste sociali, culturali, per i diritti, per il clima) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attrici|Attrici]], donne in teatro, film e spettacolo (attrici, registe, sceneggiatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Ballerine|Ballerine]] (ballerine, danzatrici, coreografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Cantanti|Cantanti]] (cantanti, cantautrici, musiciste, strumentiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in materie umanistiche|Donne nelle materie umanistiche]] (filosofe, filologhe, storiche, critiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in scienze sociali|Donne nelle scienze sociali]] (psicologhe, pedagogiste, sociologhe, antropologhe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in STEM|Donne in STEM]] (biologhe, chimiche, fisiche, matematiche, informatiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne nelle professioni sanitarie|Donne nelle professioni sanitarie]] * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Figure storiche|Figure storiche]] (figure storiche, imperatrici, regine, first ladies) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Imprenditrici|Imprenditrici]] (imprenditrici, lavoratrici, operaie, sindacaliste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Modelle|Modelle]] (modelle, stiliste, sarte, professioniste della moda) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Politiche|Politiche]] (politiche, sindache, ministre, capi di Stato) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Religiose|Religiose]] (sante, martiri, suore, badesse) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Scrittrici|Scrittrici]] (scrittrici, poetesse, drammaturghe e saggiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Sportive|Sportive]] (atlete, para atlete, allenatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Altre professioni|Altre professioni]] (economiste, avvocate, giuriste, architette, archeologhe) {{div col end}} == Partecipanti== # --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 09:14, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:15, 1 ott 2024 (CEST) # '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 17:54, 1 ott 2024 (CEST) # --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:15, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # -- [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # --[[Utente:Wiccio|Wiccio]] ([[Discussioni utente:Wiccio|scrivimi]]) 14:20, 3 ott 2024 (CEST) == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} # [[María Guadalupe García Zavala]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Vittoria Ferdinandi]] {{fatto|Danyele}} # [[Angela Brambati]] {{fatto|Superchilum}} # [[Bernardette Chirac]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isa Bellini]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Elinor Ostrom]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Elsa Zylberstein]] {{fatto|Wiccio}} # [[Eusebia Palomino Yenes]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Gerty Theresa Cori]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Rosalyn Yalow]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Sarah Silverman]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara McClintock]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Gertrude B. Elion]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Clara Morgane]] {{fatto|Danyele}} # [[Clotilde Courau]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mary Katrantzou]] {{fatto|Ibisco}} # [[Lorela Cubaj]] {{fatto|Danyele}} # [[Priyanka Chopra]] {{fatto|Camelia}} # [[Aishwarya Rai]] {{fatto|Camelia}} # [[Kim Kardashian]] {{fatto|Camelia}} # [[Candy (nome)]] {{fatto|Superchilum}} # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Superchilum}} # [[Guadalupe Nettel]] {{fatto|Wiccio}} # [[Giuseppina Leone]] {{fatto|Danyele}} # [[Linda Buck]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Michela Ponzani]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Caselli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Atena Daemi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Guðrún Eva Mínervudóttir]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Efionayi]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Carling Bassett-Seguso]] {{fatto|Danyele}} # [[Raffaella Reggi]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara Demick]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Crocifissa Di Rosa]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Elizabeth Blackburn]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Josefa Naval Girbés]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Clare Crockett]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Giulia Conti]] {{fatto|Danyele}} # [[Sharon den Adel]] {{fatto|Camelia}} # [[Florence Griffith-Joyner]] {{fatto|Danyele}} # [[Kornelia Ender]] {{fatto|Danyele}} # [[Paula Badosa]] {{fatto|Danyele}} # [[Angelique Kerber]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Mirella D'Angelo]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Ionescu]] {{fatto|Danyele}} # [[Zheng Qinwen]] {{fatto|Danyele}} # [[Tinì Cansino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Claudia Roth]] {{fatto|Ibisco}} # [[Abby Johnson]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Rebecca Marder]] {{fatto|Danyele}} # [[Sandrine Kiberlain]] {{fatto|Danyele}} # [[Joey King]] {{fatto|Danyele}} # [[Aitana Bonmatí]] {{fatto|Danyele}} # [[Daina Opolskaitė]] {{fatto|Wiccio}} # [[Susana Chávez]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Adriani]] {{fatto|Ibisco}} # [[Hrafnhildur Hagalín]] {{fatto|Wiccio}} # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Ibisco}} # [[Edmonda Aldini]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isabelle Autissier]] {{fatto|Danyele}} # [[Sonia Aquino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Sonia Antinori]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Angiulli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Nina Simone]] {{fatto|Camelia}} # [[Alice Arcuri]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elisa Longo Borghini]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Walewska]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Evi Maltagliati]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Carole Lombard]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Ulrike Meyfarth]] {{fatto|Danyele}} # [[Rosemarie Ackermann]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Dejanira Bada]] {{fatto|Ibisco}} # ... {{div col end}} === Migliorate === {{div col}} # [[Elena Bellò]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, - 2 citazioni, sistemazioni # [[Mia Ceran]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Annalisa (cantante)]] {{fatto|Danyele}} + 12 citazioni # [[Catherine Deneuve]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Assunta Legnante]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Lina Merlin]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Silvia Cosimini]] {{fatto|Wiccio}} + 4 citazioni # [[Laura di Santa Caterina da Siena]] {{fatto|Spinoziano}} + 2 citazioni su # [[Lea Pericoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Ema Stokholma]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni, sistemazioni # [[Francesca Michielin]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni # [[Padma Lakshmi]] {{fatto|Camelia}} + 4 citazioni # [[Beatrice Rana]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni, sistemazioni # [[Martha Argerich]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Clara Schumann]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rosa Luxemburg]] {{fatto|Superchilum}} + 7 citazioni # [[Alda Merini]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione # [[Sarah Fahr]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, immagine, sistemazioni # [[Laura Conti]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Elena Ferrante]] {{fatto|Wiccio}} + 1 citazione, + 2 incipit # [[Gabriella Ferri]] {{fatto|Ibisco}} + 2 citazioni # [[Chris Evert]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Fernanda Romagnoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Donna]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rita Guarino]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Cantore]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Arianna Caruso]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni # [[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni # [[Paula Hawkins (scrittrice)|Paula Hawkins]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni + 1 opera in Bibliografia + destub # [[Lolita Chammah]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Isabelle Huppert]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Julija Naval'naja]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Daria Galateria]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione + sistemazioni # [[Berthe Morisot]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Concita De Gregorio]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Aurora Ruffino]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sophia Flörsch]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Alessandra Necci]] {{fatto|Spinoziano}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sara Simeoni]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni # [[Santa Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} + 1 citazione, sistemazioni # ... {{div col end}} == Risultati == ToDo == Risorse == * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw Editing Wikiquote with #SheSaid campaign], YouTube * [[:m:Wiki Loves Women/SheSaid/Resources and Tools|Resources and Tools]] (Wiki Loves Women) * [[:c:Category:SheSaid 2024 visuals|SheSaid 2024 visuals]] (categoria in Commons) == Risultati (tool Quarry) == * [https://quarry.wmcloud.org/query/85775 Nuove voci] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85776 Voci implementate] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85777 Nuove voci (ultimi 14 giorni)] (2024) == Edizioni precedenti == * [[Wikiquote:SheSaid|SheSaid]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2023|SheSaid 2023]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2022|SheSaid 2022]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2021|SheSaid 2021]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2020|SheSaid 2020]] ==Altri progetti== * [https://meta.wikimedia.org/wiki/Wiki_Loves_Women/SheSaid/it SheSaid su Meta] == Dashboard == * [https://outreachdashboard.wmflabs.org/courses/WikiDonne/WDG_-_SheSaid_2024 Dashboard], tool di monitoraggio dell'attività == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2023/02/08/the-shesaid-campaign-3-years-of-celebrating-women/ The #SheSaid campaign: 3 years of celebrating Women!], di Afek, Wiki Loves Women, 8 febbraio 2023. * [https://diff.wikimedia.org/2023/10/18/empowering-through-words-celebrating-women-and-their-powerful-quotes/ Empowering Through Words: Celebrating Women and Their Powerful Quotes], di Afek91, Diff Wikimedia, 18 ottobre 2023. * [https://www.wikidonne.org/blog/wikiquote-shesaid-2023/ Wikiquote SheSaid 2023], blog WikiDonne, 29 ottobre 2023. [[Categoria:Campagna SheSaid]] erzc1e33m1o0fu3mhjys1t753rjfm65 1349928 1349840 2024-11-03T08:09:15Z IppolitoN 23099 /* Migliorate */ 1349928 wikitext text/x-wiki [[File:WDG - SheSaid 2023 (big).svg|thumb|300px|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women. In Italia viene organizzato da WikiDonne.]] <div style="font-family:'Verdana';font-size:30px;font-weight:bold;color:#662D91;text-align:center;"> Diamo loro voce!<br/><small>Celebriamo le donne che ci hanno ispirato, una wikicitazione alla volta.</small> </div> La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]], che vede la partecipazione di altri gruppi interessati alla diversità e al gender gap ([[:w:Progetto:WikiDonne|WikiDonne]], [[:m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[:m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[:m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. La quinta edizione, quella del 2024, si svolgerà online dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid/SheSaid 2024|Pagina su Meta]]'''. A chi scriverà più di 5 nuove voci, verranno consegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] - organizzatore della campagna in Italia. {{Cassetto |larghezza = 1000px |colore = #662D91 |coloresfondo = orange |allineamento = centro |titolo = <span style="color:white;">Materiale grafico tradotto in italiano</span> |testo = ; Post Intagram <gallery> Sonia Sotomayor - post Instagram SheSaid.png|Sonia Sotomayor Françoise Vergès - post Instagram SheSaid.png|Françoise Vergès Serena Williams - post Instagram SheSaid.png|Serena Williams Sofia Loren - post Instagram SheSaid.png|Sofia Loren Simone De Beauvoir - post Instagram SheSaid.png|Simone De Beauvoir Johanna Westerdijk - post Instagram SheSaid.png|Johanna Westerdijk Sasheer Zamata - post Instagram SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Segnalibri <gallery> Wiki Loves Women - segnalibro SheSaid.png|Wiki Loves Women Yasmina Reza - segnalibro SheSaid.png|Yasmina Reza Johanna Westerdijk - segnalibro SheSaid.png|Johanna Westerdijk Mo Abudu - segnalibro SheSaid.png|Mo Abudu Fatema Mernissi - segnalibro SheSaid.png|Fatema Mernissi Dalida - segnalibro SheSaid.png|Dalida Sasheer Zamata - segnalibro SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Cartoline <gallery> Islam Elbeiti - cartolina SheSaid.png|Islam Elbeiti Johanna Westerdijk - cartolina SheSaid.png|Johanna Westerdijk Nana Ama Agyemang Asante - cartolina SheSaid.png|Nana Ama Agyemang Asante Wiki Loves Women - cartolina SheSaid.png|Wiki Loves Women </gallery> }} <br /> == Liste Wikidata di voci presenti in itWikipedia ma mancanti in itWikiquote== {{div col | 3}} '''[[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote|Query SPARQL di voci mancanti]]''' (voci di donne presenti in Wikipedia in Italiano, ma non in Wikiquote in Italiano) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Artiste|Artiste]] (pittrici, scultrici, disegnatrici, fotografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attiviste|Attiviste]] (attiviste sociali, culturali, per i diritti, per il clima) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attrici|Attrici]], donne in teatro, film e spettacolo (attrici, registe, sceneggiatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Ballerine|Ballerine]] (ballerine, danzatrici, coreografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Cantanti|Cantanti]] (cantanti, cantautrici, musiciste, strumentiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in materie umanistiche|Donne nelle materie umanistiche]] (filosofe, filologhe, storiche, critiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in scienze sociali|Donne nelle scienze sociali]] (psicologhe, pedagogiste, sociologhe, antropologhe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in STEM|Donne in STEM]] (biologhe, chimiche, fisiche, matematiche, informatiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne nelle professioni sanitarie|Donne nelle professioni sanitarie]] * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Figure storiche|Figure storiche]] (figure storiche, imperatrici, regine, first ladies) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Imprenditrici|Imprenditrici]] (imprenditrici, lavoratrici, operaie, sindacaliste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Modelle|Modelle]] (modelle, stiliste, sarte, professioniste della moda) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Politiche|Politiche]] (politiche, sindache, ministre, capi di Stato) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Religiose|Religiose]] (sante, martiri, suore, badesse) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Scrittrici|Scrittrici]] (scrittrici, poetesse, drammaturghe e saggiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Sportive|Sportive]] (atlete, para atlete, allenatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Altre professioni|Altre professioni]] (economiste, avvocate, giuriste, architette, archeologhe) {{div col end}} == Partecipanti== # --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 09:14, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:15, 1 ott 2024 (CEST) # '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 17:54, 1 ott 2024 (CEST) # --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:15, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # -- [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # --[[Utente:Wiccio|Wiccio]] ([[Discussioni utente:Wiccio|scrivimi]]) 14:20, 3 ott 2024 (CEST) == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} # [[María Guadalupe García Zavala]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Vittoria Ferdinandi]] {{fatto|Danyele}} # [[Angela Brambati]] {{fatto|Superchilum}} # [[Bernardette Chirac]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isa Bellini]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Elinor Ostrom]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Elsa Zylberstein]] {{fatto|Wiccio}} # [[Eusebia Palomino Yenes]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Gerty Theresa Cori]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Rosalyn Yalow]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Sarah Silverman]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara McClintock]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Gertrude B. Elion]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Clara Morgane]] {{fatto|Danyele}} # [[Clotilde Courau]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mary Katrantzou]] {{fatto|Ibisco}} # [[Lorela Cubaj]] {{fatto|Danyele}} # [[Priyanka Chopra]] {{fatto|Camelia}} # [[Aishwarya Rai]] {{fatto|Camelia}} # [[Kim Kardashian]] {{fatto|Camelia}} # [[Candy (nome)]] {{fatto|Superchilum}} # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Superchilum}} # [[Guadalupe Nettel]] {{fatto|Wiccio}} # [[Giuseppina Leone]] {{fatto|Danyele}} # [[Linda Buck]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Michela Ponzani]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Caselli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Atena Daemi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Guðrún Eva Mínervudóttir]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Efionayi]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Carling Bassett-Seguso]] {{fatto|Danyele}} # [[Raffaella Reggi]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara Demick]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Crocifissa Di Rosa]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Elizabeth Blackburn]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Josefa Naval Girbés]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Clare Crockett]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Giulia Conti]] {{fatto|Danyele}} # [[Sharon den Adel]] {{fatto|Camelia}} # [[Florence Griffith-Joyner]] {{fatto|Danyele}} # [[Kornelia Ender]] {{fatto|Danyele}} # [[Paula Badosa]] {{fatto|Danyele}} # [[Angelique Kerber]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Mirella D'Angelo]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Ionescu]] {{fatto|Danyele}} # [[Zheng Qinwen]] {{fatto|Danyele}} # [[Tinì Cansino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Claudia Roth]] {{fatto|Ibisco}} # [[Abby Johnson]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Rebecca Marder]] {{fatto|Danyele}} # [[Sandrine Kiberlain]] {{fatto|Danyele}} # [[Joey King]] {{fatto|Danyele}} # [[Aitana Bonmatí]] {{fatto|Danyele}} # [[Daina Opolskaitė]] {{fatto|Wiccio}} # [[Susana Chávez]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Adriani]] {{fatto|Ibisco}} # [[Hrafnhildur Hagalín]] {{fatto|Wiccio}} # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Ibisco}} # [[Edmonda Aldini]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isabelle Autissier]] {{fatto|Danyele}} # [[Sonia Aquino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Sonia Antinori]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Angiulli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Nina Simone]] {{fatto|Camelia}} # [[Alice Arcuri]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elisa Longo Borghini]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Walewska]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Evi Maltagliati]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Carole Lombard]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Ulrike Meyfarth]] {{fatto|Danyele}} # [[Rosemarie Ackermann]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Dejanira Bada]] {{fatto|Ibisco}} # ... {{div col end}} === Migliorate === {{div col}} # [[Elena Bellò]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, - 2 citazioni, sistemazioni # [[Mia Ceran]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Annalisa (cantante)]] {{fatto|Danyele}} + 12 citazioni # [[Catherine Deneuve]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Assunta Legnante]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Lina Merlin]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Silvia Cosimini]] {{fatto|Wiccio}} + 4 citazioni # [[Laura di Santa Caterina da Siena]] {{fatto|Spinoziano}} + 2 citazioni su # [[Lea Pericoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Ema Stokholma]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni, sistemazioni # [[Francesca Michielin]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni # [[Padma Lakshmi]] {{fatto|Camelia}} + 4 citazioni # [[Beatrice Rana]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni, sistemazioni # [[Martha Argerich]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Clara Schumann]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rosa Luxemburg]] {{fatto|Superchilum}} + 7 citazioni # [[Alda Merini]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione # [[Sarah Fahr]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, immagine, sistemazioni # [[Laura Conti]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Elena Ferrante]] {{fatto|Wiccio}} + 1 citazione, + 2 incipit # [[Gabriella Ferri]] {{fatto|Ibisco}} + 2 citazioni # [[Chris Evert]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Fernanda Romagnoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Donna]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rita Guarino]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Cantore]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Arianna Caruso]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni # [[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni # [[Paula Hawkins (scrittrice)|Paula Hawkins]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni + 1 opera in Bibliografia + destub # [[Lolita Chammah]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Isabelle Huppert]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Julija Naval'naja]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Daria Galateria]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione + sistemazioni # [[Berthe Morisot]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Concita De Gregorio]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Aurora Ruffino]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sophia Flörsch]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Alessandra Necci]] {{fatto|Spinoziano}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sara Simeoni]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni # [[Santa Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Margo Jefferson]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # ... {{div col end}} == Risultati == ToDo == Risorse == * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw Editing Wikiquote with #SheSaid campaign], YouTube * [[:m:Wiki Loves Women/SheSaid/Resources and Tools|Resources and Tools]] (Wiki Loves Women) * [[:c:Category:SheSaid 2024 visuals|SheSaid 2024 visuals]] (categoria in Commons) == Risultati (tool Quarry) == * [https://quarry.wmcloud.org/query/85775 Nuove voci] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85776 Voci implementate] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85777 Nuove voci (ultimi 14 giorni)] (2024) == Edizioni precedenti == * [[Wikiquote:SheSaid|SheSaid]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2023|SheSaid 2023]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2022|SheSaid 2022]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2021|SheSaid 2021]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2020|SheSaid 2020]] ==Altri progetti== * [https://meta.wikimedia.org/wiki/Wiki_Loves_Women/SheSaid/it SheSaid su Meta] == Dashboard == * [https://outreachdashboard.wmflabs.org/courses/WikiDonne/WDG_-_SheSaid_2024 Dashboard], tool di monitoraggio dell'attività == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2023/02/08/the-shesaid-campaign-3-years-of-celebrating-women/ The #SheSaid campaign: 3 years of celebrating Women!], di Afek, Wiki Loves Women, 8 febbraio 2023. * [https://diff.wikimedia.org/2023/10/18/empowering-through-words-celebrating-women-and-their-powerful-quotes/ Empowering Through Words: Celebrating Women and Their Powerful Quotes], di Afek91, Diff Wikimedia, 18 ottobre 2023. * [https://www.wikidonne.org/blog/wikiquote-shesaid-2023/ Wikiquote SheSaid 2023], blog WikiDonne, 29 ottobre 2023. [[Categoria:Campagna SheSaid]] hcniha6dao42fw7yuqktpy9iwiy30zi 1349933 1349928 2024-11-03T09:17:30Z Ibisco 49387 /* Migliorate */ + 1 1349933 wikitext text/x-wiki [[File:WDG - SheSaid 2023 (big).svg|thumb|300px|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women. In Italia viene organizzato da WikiDonne.]] <div style="font-family:'Verdana';font-size:30px;font-weight:bold;color:#662D91;text-align:center;"> Diamo loro voce!<br/><small>Celebriamo le donne che ci hanno ispirato, una wikicitazione alla volta.</small> </div> La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]], che vede la partecipazione di altri gruppi interessati alla diversità e al gender gap ([[:w:Progetto:WikiDonne|WikiDonne]], [[:m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[:m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[:m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. La quinta edizione, quella del 2024, si svolgerà online dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid/SheSaid 2024|Pagina su Meta]]'''. A chi scriverà più di 5 nuove voci, verranno consegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] - organizzatore della campagna in Italia. {{Cassetto |larghezza = 1000px |colore = #662D91 |coloresfondo = orange |allineamento = centro |titolo = <span style="color:white;">Materiale grafico tradotto in italiano</span> |testo = ; Post Intagram <gallery> Sonia Sotomayor - post Instagram SheSaid.png|Sonia Sotomayor Françoise Vergès - post Instagram SheSaid.png|Françoise Vergès Serena Williams - post Instagram SheSaid.png|Serena Williams Sofia Loren - post Instagram SheSaid.png|Sofia Loren Simone De Beauvoir - post Instagram SheSaid.png|Simone De Beauvoir Johanna Westerdijk - post Instagram SheSaid.png|Johanna Westerdijk Sasheer Zamata - post Instagram SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Segnalibri <gallery> Wiki Loves Women - segnalibro SheSaid.png|Wiki Loves Women Yasmina Reza - segnalibro SheSaid.png|Yasmina Reza Johanna Westerdijk - segnalibro SheSaid.png|Johanna Westerdijk Mo Abudu - segnalibro SheSaid.png|Mo Abudu Fatema Mernissi - segnalibro SheSaid.png|Fatema Mernissi Dalida - segnalibro SheSaid.png|Dalida Sasheer Zamata - segnalibro SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Cartoline <gallery> Islam Elbeiti - cartolina SheSaid.png|Islam Elbeiti Johanna Westerdijk - cartolina SheSaid.png|Johanna Westerdijk Nana Ama Agyemang Asante - cartolina SheSaid.png|Nana Ama Agyemang Asante Wiki Loves Women - cartolina SheSaid.png|Wiki Loves Women </gallery> }} <br /> == Liste Wikidata di voci presenti in itWikipedia ma mancanti in itWikiquote== {{div col | 3}} '''[[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote|Query SPARQL di voci mancanti]]''' (voci di donne presenti in Wikipedia in Italiano, ma non in Wikiquote in Italiano) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Artiste|Artiste]] (pittrici, scultrici, disegnatrici, fotografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attiviste|Attiviste]] (attiviste sociali, culturali, per i diritti, per il clima) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attrici|Attrici]], donne in teatro, film e spettacolo (attrici, registe, sceneggiatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Ballerine|Ballerine]] (ballerine, danzatrici, coreografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Cantanti|Cantanti]] (cantanti, cantautrici, musiciste, strumentiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in materie umanistiche|Donne nelle materie umanistiche]] (filosofe, filologhe, storiche, critiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in scienze sociali|Donne nelle scienze sociali]] (psicologhe, pedagogiste, sociologhe, antropologhe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in STEM|Donne in STEM]] (biologhe, chimiche, fisiche, matematiche, informatiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne nelle professioni sanitarie|Donne nelle professioni sanitarie]] * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Figure storiche|Figure storiche]] (figure storiche, imperatrici, regine, first ladies) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Imprenditrici|Imprenditrici]] (imprenditrici, lavoratrici, operaie, sindacaliste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Modelle|Modelle]] (modelle, stiliste, sarte, professioniste della moda) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Politiche|Politiche]] (politiche, sindache, ministre, capi di Stato) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Religiose|Religiose]] (sante, martiri, suore, badesse) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Scrittrici|Scrittrici]] (scrittrici, poetesse, drammaturghe e saggiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Sportive|Sportive]] (atlete, para atlete, allenatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Altre professioni|Altre professioni]] (economiste, avvocate, giuriste, architette, archeologhe) {{div col end}} == Partecipanti== # --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 09:14, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:15, 1 ott 2024 (CEST) # '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 17:54, 1 ott 2024 (CEST) # --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:15, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # -- [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # --[[Utente:Wiccio|Wiccio]] ([[Discussioni utente:Wiccio|scrivimi]]) 14:20, 3 ott 2024 (CEST) == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} # [[María Guadalupe García Zavala]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Vittoria Ferdinandi]] {{fatto|Danyele}} # [[Angela Brambati]] {{fatto|Superchilum}} # [[Bernardette Chirac]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isa Bellini]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Elinor Ostrom]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Elsa Zylberstein]] {{fatto|Wiccio}} # [[Eusebia Palomino Yenes]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Gerty Theresa Cori]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Rosalyn Yalow]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Sarah Silverman]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara McClintock]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Gertrude B. Elion]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Clara Morgane]] {{fatto|Danyele}} # [[Clotilde Courau]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mary Katrantzou]] {{fatto|Ibisco}} # [[Lorela Cubaj]] {{fatto|Danyele}} # [[Priyanka Chopra]] {{fatto|Camelia}} # [[Aishwarya Rai]] {{fatto|Camelia}} # [[Kim Kardashian]] {{fatto|Camelia}} # [[Candy (nome)]] {{fatto|Superchilum}} # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Superchilum}} # [[Guadalupe Nettel]] {{fatto|Wiccio}} # [[Giuseppina Leone]] {{fatto|Danyele}} # [[Linda Buck]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Michela Ponzani]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Caselli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Atena Daemi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Guðrún Eva Mínervudóttir]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Efionayi]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Carling Bassett-Seguso]] {{fatto|Danyele}} # [[Raffaella Reggi]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara Demick]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Crocifissa Di Rosa]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Elizabeth Blackburn]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Josefa Naval Girbés]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Clare Crockett]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Giulia Conti]] {{fatto|Danyele}} # [[Sharon den Adel]] {{fatto|Camelia}} # [[Florence Griffith-Joyner]] {{fatto|Danyele}} # [[Kornelia Ender]] {{fatto|Danyele}} # [[Paula Badosa]] {{fatto|Danyele}} # [[Angelique Kerber]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Mirella D'Angelo]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Ionescu]] {{fatto|Danyele}} # [[Zheng Qinwen]] {{fatto|Danyele}} # [[Tinì Cansino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Claudia Roth]] {{fatto|Ibisco}} # [[Abby Johnson]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Rebecca Marder]] {{fatto|Danyele}} # [[Sandrine Kiberlain]] {{fatto|Danyele}} # [[Joey King]] {{fatto|Danyele}} # [[Aitana Bonmatí]] {{fatto|Danyele}} # [[Daina Opolskaitė]] {{fatto|Wiccio}} # [[Susana Chávez]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Adriani]] {{fatto|Ibisco}} # [[Hrafnhildur Hagalín]] {{fatto|Wiccio}} # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Ibisco}} # [[Edmonda Aldini]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isabelle Autissier]] {{fatto|Danyele}} # [[Sonia Aquino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Sonia Antinori]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Angiulli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Nina Simone]] {{fatto|Camelia}} # [[Alice Arcuri]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elisa Longo Borghini]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Walewska]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Evi Maltagliati]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Carole Lombard]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Ulrike Meyfarth]] {{fatto|Danyele}} # [[Rosemarie Ackermann]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Dejanira Bada]] {{fatto|Ibisco}} # ... {{div col end}} === Migliorate === {{div col}} # [[Elena Bellò]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, - 2 citazioni, sistemazioni # [[Mia Ceran]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Annalisa (cantante)]] {{fatto|Danyele}} + 12 citazioni # [[Catherine Deneuve]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Assunta Legnante]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Lina Merlin]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Silvia Cosimini]] {{fatto|Wiccio}} + 4 citazioni # [[Laura di Santa Caterina da Siena]] {{fatto|Spinoziano}} + 2 citazioni su # [[Lea Pericoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Ema Stokholma]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni, sistemazioni # [[Francesca Michielin]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni # [[Padma Lakshmi]] {{fatto|Camelia}} + 4 citazioni # [[Beatrice Rana]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni, sistemazioni # [[Martha Argerich]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Clara Schumann]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rosa Luxemburg]] {{fatto|Superchilum}} + 7 citazioni # [[Alda Merini]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione # [[Sarah Fahr]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, immagine, sistemazioni # [[Laura Conti]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Elena Ferrante]] {{fatto|Wiccio}} + 1 citazione, + 2 incipit # [[Gabriella Ferri]] {{fatto|Ibisco}} + 2 citazioni # [[Chris Evert]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Fernanda Romagnoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Donna]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rita Guarino]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Cantore]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Arianna Caruso]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni # [[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni # [[Paula Hawkins (scrittrice)|Paula Hawkins]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni + 1 opera in Bibliografia + destub # [[Lolita Chammah]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Isabelle Huppert]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Julija Naval'naja]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Daria Galateria]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione + sistemazioni # [[Berthe Morisot]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Concita De Gregorio]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Aurora Ruffino]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sophia Flörsch]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Alessandra Necci]] {{fatto|Spinoziano}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sara Simeoni]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni # [[Santa Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Margo Jefferson]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Golshifteh Farahani]] {fatto|Ibisco}} + 1 citazione # ... {{div col end}} == Risultati == ToDo == Risorse == * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw Editing Wikiquote with #SheSaid campaign], YouTube * [[:m:Wiki Loves Women/SheSaid/Resources and Tools|Resources and Tools]] (Wiki Loves Women) * [[:c:Category:SheSaid 2024 visuals|SheSaid 2024 visuals]] (categoria in Commons) == Risultati (tool Quarry) == * [https://quarry.wmcloud.org/query/85775 Nuove voci] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85776 Voci implementate] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85777 Nuove voci (ultimi 14 giorni)] (2024) == Edizioni precedenti == * [[Wikiquote:SheSaid|SheSaid]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2023|SheSaid 2023]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2022|SheSaid 2022]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2021|SheSaid 2021]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2020|SheSaid 2020]] ==Altri progetti== * [https://meta.wikimedia.org/wiki/Wiki_Loves_Women/SheSaid/it SheSaid su Meta] == Dashboard == * [https://outreachdashboard.wmflabs.org/courses/WikiDonne/WDG_-_SheSaid_2024 Dashboard], tool di monitoraggio dell'attività == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2023/02/08/the-shesaid-campaign-3-years-of-celebrating-women/ The #SheSaid campaign: 3 years of celebrating Women!], di Afek, Wiki Loves Women, 8 febbraio 2023. * [https://diff.wikimedia.org/2023/10/18/empowering-through-words-celebrating-women-and-their-powerful-quotes/ Empowering Through Words: Celebrating Women and Their Powerful Quotes], di Afek91, Diff Wikimedia, 18 ottobre 2023. * [https://www.wikidonne.org/blog/wikiquote-shesaid-2023/ Wikiquote SheSaid 2023], blog WikiDonne, 29 ottobre 2023. [[Categoria:Campagna SheSaid]] f7ps8hukm6jf4rob9qno34vwuw1a2qv 1349941 1349933 2024-11-03T10:06:00Z Ibisco 49387 /* Nuove */ + 1 1349941 wikitext text/x-wiki [[File:WDG - SheSaid 2023 (big).svg|thumb|300px|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women. In Italia viene organizzato da WikiDonne.]] <div style="font-family:'Verdana';font-size:30px;font-weight:bold;color:#662D91;text-align:center;"> Diamo loro voce!<br/><small>Celebriamo le donne che ci hanno ispirato, una wikicitazione alla volta.</small> </div> La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]], che vede la partecipazione di altri gruppi interessati alla diversità e al gender gap ([[:w:Progetto:WikiDonne|WikiDonne]], [[:m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[:m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[:m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. La quinta edizione, quella del 2024, si svolgerà online dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid/SheSaid 2024|Pagina su Meta]]'''. A chi scriverà più di 5 nuove voci, verranno consegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] - organizzatore della campagna in Italia. {{Cassetto |larghezza = 1000px |colore = #662D91 |coloresfondo = orange |allineamento = centro |titolo = <span style="color:white;">Materiale grafico tradotto in italiano</span> |testo = ; Post Intagram <gallery> Sonia Sotomayor - post Instagram SheSaid.png|Sonia Sotomayor Françoise Vergès - post Instagram SheSaid.png|Françoise Vergès Serena Williams - post Instagram SheSaid.png|Serena Williams Sofia Loren - post Instagram SheSaid.png|Sofia Loren Simone De Beauvoir - post Instagram SheSaid.png|Simone De Beauvoir Johanna Westerdijk - post Instagram SheSaid.png|Johanna Westerdijk Sasheer Zamata - post Instagram SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Segnalibri <gallery> Wiki Loves Women - segnalibro SheSaid.png|Wiki Loves Women Yasmina Reza - segnalibro SheSaid.png|Yasmina Reza Johanna Westerdijk - segnalibro SheSaid.png|Johanna Westerdijk Mo Abudu - segnalibro SheSaid.png|Mo Abudu Fatema Mernissi - segnalibro SheSaid.png|Fatema Mernissi Dalida - segnalibro SheSaid.png|Dalida Sasheer Zamata - segnalibro SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Cartoline <gallery> Islam Elbeiti - cartolina SheSaid.png|Islam Elbeiti Johanna Westerdijk - cartolina SheSaid.png|Johanna Westerdijk Nana Ama Agyemang Asante - cartolina SheSaid.png|Nana Ama Agyemang Asante Wiki Loves Women - cartolina SheSaid.png|Wiki Loves Women </gallery> }} <br /> == Liste Wikidata di voci presenti in itWikipedia ma mancanti in itWikiquote== {{div col | 3}} '''[[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote|Query SPARQL di voci mancanti]]''' (voci di donne presenti in Wikipedia in Italiano, ma non in Wikiquote in Italiano) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Artiste|Artiste]] (pittrici, scultrici, disegnatrici, fotografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attiviste|Attiviste]] (attiviste sociali, culturali, per i diritti, per il clima) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attrici|Attrici]], donne in teatro, film e spettacolo (attrici, registe, sceneggiatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Ballerine|Ballerine]] (ballerine, danzatrici, coreografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Cantanti|Cantanti]] (cantanti, cantautrici, musiciste, strumentiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in materie umanistiche|Donne nelle materie umanistiche]] (filosofe, filologhe, storiche, critiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in scienze sociali|Donne nelle scienze sociali]] (psicologhe, pedagogiste, sociologhe, antropologhe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in STEM|Donne in STEM]] (biologhe, chimiche, fisiche, matematiche, informatiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne nelle professioni sanitarie|Donne nelle professioni sanitarie]] * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Figure storiche|Figure storiche]] (figure storiche, imperatrici, regine, first ladies) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Imprenditrici|Imprenditrici]] (imprenditrici, lavoratrici, operaie, sindacaliste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Modelle|Modelle]] (modelle, stiliste, sarte, professioniste della moda) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Politiche|Politiche]] (politiche, sindache, ministre, capi di Stato) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Religiose|Religiose]] (sante, martiri, suore, badesse) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Scrittrici|Scrittrici]] (scrittrici, poetesse, drammaturghe e saggiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Sportive|Sportive]] (atlete, para atlete, allenatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Altre professioni|Altre professioni]] (economiste, avvocate, giuriste, architette, archeologhe) {{div col end}} == Partecipanti== # --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 09:14, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:15, 1 ott 2024 (CEST) # '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 17:54, 1 ott 2024 (CEST) # --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:15, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # -- [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # --[[Utente:Wiccio|Wiccio]] ([[Discussioni utente:Wiccio|scrivimi]]) 14:20, 3 ott 2024 (CEST) == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} # [[María Guadalupe García Zavala]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Vittoria Ferdinandi]] {{fatto|Danyele}} # [[Angela Brambati]] {{fatto|Superchilum}} # [[Bernardette Chirac]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isa Bellini]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Elinor Ostrom]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Elsa Zylberstein]] {{fatto|Wiccio}} # [[Eusebia Palomino Yenes]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Gerty Theresa Cori]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Rosalyn Yalow]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Sarah Silverman]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara McClintock]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Gertrude B. Elion]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Clara Morgane]] {{fatto|Danyele}} # [[Clotilde Courau]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mary Katrantzou]] {{fatto|Ibisco}} # [[Lorela Cubaj]] {{fatto|Danyele}} # [[Priyanka Chopra]] {{fatto|Camelia}} # [[Aishwarya Rai]] {{fatto|Camelia}} # [[Kim Kardashian]] {{fatto|Camelia}} # [[Candy (nome)]] {{fatto|Superchilum}} # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Superchilum}} # [[Guadalupe Nettel]] {{fatto|Wiccio}} # [[Giuseppina Leone]] {{fatto|Danyele}} # [[Linda Buck]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Michela Ponzani]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Caselli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Atena Daemi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Guðrún Eva Mínervudóttir]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Efionayi]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Carling Bassett-Seguso]] {{fatto|Danyele}} # [[Raffaella Reggi]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara Demick]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Crocifissa Di Rosa]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Elizabeth Blackburn]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Josefa Naval Girbés]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Clare Crockett]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Giulia Conti]] {{fatto|Danyele}} # [[Sharon den Adel]] {{fatto|Camelia}} # [[Florence Griffith-Joyner]] {{fatto|Danyele}} # [[Kornelia Ender]] {{fatto|Danyele}} # [[Paula Badosa]] {{fatto|Danyele}} # [[Angelique Kerber]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Mirella D'Angelo]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Ionescu]] {{fatto|Danyele}} # [[Zheng Qinwen]] {{fatto|Danyele}} # [[Tinì Cansino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Claudia Roth]] {{fatto|Ibisco}} # [[Abby Johnson]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Rebecca Marder]] {{fatto|Danyele}} # [[Sandrine Kiberlain]] {{fatto|Danyele}} # [[Joey King]] {{fatto|Danyele}} # [[Aitana Bonmatí]] {{fatto|Danyele}} # [[Daina Opolskaitė]] {{fatto|Wiccio}} # [[Susana Chávez]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Adriani]] {{fatto|Ibisco}} # [[Hrafnhildur Hagalín]] {{fatto|Wiccio}} # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Ibisco}} # [[Edmonda Aldini]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isabelle Autissier]] {{fatto|Danyele}} # [[Sonia Aquino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Sonia Antinori]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Angiulli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Nina Simone]] {{fatto|Camelia}} # [[Alice Arcuri]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elisa Longo Borghini]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Walewska]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Evi Maltagliati]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Carole Lombard]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Ulrike Meyfarth]] {{fatto|Danyele}} # [[Rosemarie Ackermann]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Dejanira Bada]] {{fatto|Ibisco}} # [[Jenny Erpenbeck]] {{fatto|Ibisco}} # ... {{div col end}} === Migliorate === {{div col}} # [[Elena Bellò]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, - 2 citazioni, sistemazioni # [[Mia Ceran]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Annalisa (cantante)]] {{fatto|Danyele}} + 12 citazioni # [[Catherine Deneuve]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Assunta Legnante]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Lina Merlin]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Silvia Cosimini]] {{fatto|Wiccio}} + 4 citazioni # [[Laura di Santa Caterina da Siena]] {{fatto|Spinoziano}} + 2 citazioni su # [[Lea Pericoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Ema Stokholma]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni, sistemazioni # [[Francesca Michielin]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni # [[Padma Lakshmi]] {{fatto|Camelia}} + 4 citazioni # [[Beatrice Rana]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni, sistemazioni # [[Martha Argerich]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Clara Schumann]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rosa Luxemburg]] {{fatto|Superchilum}} + 7 citazioni # [[Alda Merini]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione # [[Sarah Fahr]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, immagine, sistemazioni # [[Laura Conti]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Elena Ferrante]] {{fatto|Wiccio}} + 1 citazione, + 2 incipit # [[Gabriella Ferri]] {{fatto|Ibisco}} + 2 citazioni # [[Chris Evert]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Fernanda Romagnoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Donna]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rita Guarino]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Cantore]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Arianna Caruso]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni # [[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni # [[Paula Hawkins (scrittrice)|Paula Hawkins]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni + 1 opera in Bibliografia + destub # [[Lolita Chammah]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Isabelle Huppert]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Julija Naval'naja]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Daria Galateria]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione + sistemazioni # [[Berthe Morisot]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Concita De Gregorio]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Aurora Ruffino]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sophia Flörsch]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Alessandra Necci]] {{fatto|Spinoziano}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sara Simeoni]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni # [[Santa Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Margo Jefferson]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Golshifteh Farahani]] {fatto|Ibisco}} + 1 citazione # ... {{div col end}} == Risultati == ToDo == Risorse == * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw Editing Wikiquote with #SheSaid campaign], YouTube * [[:m:Wiki Loves Women/SheSaid/Resources and Tools|Resources and Tools]] (Wiki Loves Women) * [[:c:Category:SheSaid 2024 visuals|SheSaid 2024 visuals]] (categoria in Commons) == Risultati (tool Quarry) == * [https://quarry.wmcloud.org/query/85775 Nuove voci] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85776 Voci implementate] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85777 Nuove voci (ultimi 14 giorni)] (2024) == Edizioni precedenti == * [[Wikiquote:SheSaid|SheSaid]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2023|SheSaid 2023]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2022|SheSaid 2022]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2021|SheSaid 2021]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2020|SheSaid 2020]] ==Altri progetti== * [https://meta.wikimedia.org/wiki/Wiki_Loves_Women/SheSaid/it SheSaid su Meta] == Dashboard == * [https://outreachdashboard.wmflabs.org/courses/WikiDonne/WDG_-_SheSaid_2024 Dashboard], tool di monitoraggio dell'attività == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2023/02/08/the-shesaid-campaign-3-years-of-celebrating-women/ The #SheSaid campaign: 3 years of celebrating Women!], di Afek, Wiki Loves Women, 8 febbraio 2023. * [https://diff.wikimedia.org/2023/10/18/empowering-through-words-celebrating-women-and-their-powerful-quotes/ Empowering Through Words: Celebrating Women and Their Powerful Quotes], di Afek91, Diff Wikimedia, 18 ottobre 2023. * [https://www.wikidonne.org/blog/wikiquote-shesaid-2023/ Wikiquote SheSaid 2023], blog WikiDonne, 29 ottobre 2023. [[Categoria:Campagna SheSaid]] kmje29fytzecimodk2vtyl06e8ijrr7 1349943 1349941 2024-11-03T10:08:39Z Camelia.boban 17423 /* Migliorate */+11 citazioni Maathai 1349943 wikitext text/x-wiki [[File:WDG - SheSaid 2023 (big).svg|thumb|300px|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women. In Italia viene organizzato da WikiDonne.]] <div style="font-family:'Verdana';font-size:30px;font-weight:bold;color:#662D91;text-align:center;"> Diamo loro voce!<br/><small>Celebriamo le donne che ci hanno ispirato, una wikicitazione alla volta.</small> </div> La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]], che vede la partecipazione di altri gruppi interessati alla diversità e al gender gap ([[:w:Progetto:WikiDonne|WikiDonne]], [[:m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[:m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[:m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. La quinta edizione, quella del 2024, si svolgerà online dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid/SheSaid 2024|Pagina su Meta]]'''. A chi scriverà più di 5 nuove voci, verranno consegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] - organizzatore della campagna in Italia. {{Cassetto |larghezza = 1000px |colore = #662D91 |coloresfondo = orange |allineamento = centro |titolo = <span style="color:white;">Materiale grafico tradotto in italiano</span> |testo = ; Post Intagram <gallery> Sonia Sotomayor - post Instagram SheSaid.png|Sonia Sotomayor Françoise Vergès - post Instagram SheSaid.png|Françoise Vergès Serena Williams - post Instagram SheSaid.png|Serena Williams Sofia Loren - post Instagram SheSaid.png|Sofia Loren Simone De Beauvoir - post Instagram SheSaid.png|Simone De Beauvoir Johanna Westerdijk - post Instagram SheSaid.png|Johanna Westerdijk Sasheer Zamata - post Instagram SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Segnalibri <gallery> Wiki Loves Women - segnalibro SheSaid.png|Wiki Loves Women Yasmina Reza - segnalibro SheSaid.png|Yasmina Reza Johanna Westerdijk - segnalibro SheSaid.png|Johanna Westerdijk Mo Abudu - segnalibro SheSaid.png|Mo Abudu Fatema Mernissi - segnalibro SheSaid.png|Fatema Mernissi Dalida - segnalibro SheSaid.png|Dalida Sasheer Zamata - segnalibro SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Cartoline <gallery> Islam Elbeiti - cartolina SheSaid.png|Islam Elbeiti Johanna Westerdijk - cartolina SheSaid.png|Johanna Westerdijk Nana Ama Agyemang Asante - cartolina SheSaid.png|Nana Ama Agyemang Asante Wiki Loves Women - cartolina SheSaid.png|Wiki Loves Women </gallery> }} <br /> == Liste Wikidata di voci presenti in itWikipedia ma mancanti in itWikiquote== {{div col | 3}} '''[[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote|Query SPARQL di voci mancanti]]''' (voci di donne presenti in Wikipedia in Italiano, ma non in Wikiquote in Italiano) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Artiste|Artiste]] (pittrici, scultrici, disegnatrici, fotografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attiviste|Attiviste]] (attiviste sociali, culturali, per i diritti, per il clima) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attrici|Attrici]], donne in teatro, film e spettacolo (attrici, registe, sceneggiatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Ballerine|Ballerine]] (ballerine, danzatrici, coreografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Cantanti|Cantanti]] (cantanti, cantautrici, musiciste, strumentiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in materie umanistiche|Donne nelle materie umanistiche]] (filosofe, filologhe, storiche, critiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in scienze sociali|Donne nelle scienze sociali]] (psicologhe, pedagogiste, sociologhe, antropologhe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in STEM|Donne in STEM]] (biologhe, chimiche, fisiche, matematiche, informatiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne nelle professioni sanitarie|Donne nelle professioni sanitarie]] * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Figure storiche|Figure storiche]] (figure storiche, imperatrici, regine, first ladies) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Imprenditrici|Imprenditrici]] (imprenditrici, lavoratrici, operaie, sindacaliste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Modelle|Modelle]] (modelle, stiliste, sarte, professioniste della moda) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Politiche|Politiche]] (politiche, sindache, ministre, capi di Stato) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Religiose|Religiose]] (sante, martiri, suore, badesse) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Scrittrici|Scrittrici]] (scrittrici, poetesse, drammaturghe e saggiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Sportive|Sportive]] (atlete, para atlete, allenatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Altre professioni|Altre professioni]] (economiste, avvocate, giuriste, architette, archeologhe) {{div col end}} == Partecipanti== # --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 09:14, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:15, 1 ott 2024 (CEST) # '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 17:54, 1 ott 2024 (CEST) # --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:15, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # -- [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # --[[Utente:Wiccio|Wiccio]] ([[Discussioni utente:Wiccio|scrivimi]]) 14:20, 3 ott 2024 (CEST) == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} # [[María Guadalupe García Zavala]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Vittoria Ferdinandi]] {{fatto|Danyele}} # [[Angela Brambati]] {{fatto|Superchilum}} # [[Bernardette Chirac]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isa Bellini]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Elinor Ostrom]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Elsa Zylberstein]] {{fatto|Wiccio}} # [[Eusebia Palomino Yenes]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Gerty Theresa Cori]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Rosalyn Yalow]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Sarah Silverman]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara McClintock]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Gertrude B. Elion]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Clara Morgane]] {{fatto|Danyele}} # [[Clotilde Courau]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mary Katrantzou]] {{fatto|Ibisco}} # [[Lorela Cubaj]] {{fatto|Danyele}} # [[Priyanka Chopra]] {{fatto|Camelia}} # [[Aishwarya Rai]] {{fatto|Camelia}} # [[Kim Kardashian]] {{fatto|Camelia}} # [[Candy (nome)]] {{fatto|Superchilum}} # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Superchilum}} # [[Guadalupe Nettel]] {{fatto|Wiccio}} # [[Giuseppina Leone]] {{fatto|Danyele}} # [[Linda Buck]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Michela Ponzani]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Caselli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Atena Daemi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Guðrún Eva Mínervudóttir]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Efionayi]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Carling Bassett-Seguso]] {{fatto|Danyele}} # [[Raffaella Reggi]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara Demick]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Crocifissa Di Rosa]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Elizabeth Blackburn]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Josefa Naval Girbés]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Clare Crockett]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Giulia Conti]] {{fatto|Danyele}} # [[Sharon den Adel]] {{fatto|Camelia}} # [[Florence Griffith-Joyner]] {{fatto|Danyele}} # [[Kornelia Ender]] {{fatto|Danyele}} # [[Paula Badosa]] {{fatto|Danyele}} # [[Angelique Kerber]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Mirella D'Angelo]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Ionescu]] {{fatto|Danyele}} # [[Zheng Qinwen]] {{fatto|Danyele}} # [[Tinì Cansino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Claudia Roth]] {{fatto|Ibisco}} # [[Abby Johnson]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Rebecca Marder]] {{fatto|Danyele}} # [[Sandrine Kiberlain]] {{fatto|Danyele}} # [[Joey King]] {{fatto|Danyele}} # [[Aitana Bonmatí]] {{fatto|Danyele}} # [[Daina Opolskaitė]] {{fatto|Wiccio}} # [[Susana Chávez]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Adriani]] {{fatto|Ibisco}} # [[Hrafnhildur Hagalín]] {{fatto|Wiccio}} # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Ibisco}} # [[Edmonda Aldini]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isabelle Autissier]] {{fatto|Danyele}} # [[Sonia Aquino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Sonia Antinori]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Angiulli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Nina Simone]] {{fatto|Camelia}} # [[Alice Arcuri]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elisa Longo Borghini]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Walewska]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Evi Maltagliati]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Carole Lombard]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Ulrike Meyfarth]] {{fatto|Danyele}} # [[Rosemarie Ackermann]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Dejanira Bada]] {{fatto|Ibisco}} # [[Jenny Erpenbeck]] {{fatto|Ibisco}} # ... {{div col end}} === Migliorate === {{div col}} # [[Elena Bellò]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, - 2 citazioni, sistemazioni # [[Mia Ceran]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Annalisa (cantante)]] {{fatto|Danyele}} + 12 citazioni # [[Catherine Deneuve]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Assunta Legnante]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Lina Merlin]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Silvia Cosimini]] {{fatto|Wiccio}} + 4 citazioni # [[Laura di Santa Caterina da Siena]] {{fatto|Spinoziano}} + 2 citazioni su # [[Lea Pericoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Ema Stokholma]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni, sistemazioni # [[Francesca Michielin]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni # [[Padma Lakshmi]] {{fatto|Camelia}} + 4 citazioni # [[Beatrice Rana]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni, sistemazioni # [[Martha Argerich]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Clara Schumann]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rosa Luxemburg]] {{fatto|Superchilum}} + 7 citazioni # [[Alda Merini]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione # [[Sarah Fahr]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, immagine, sistemazioni # [[Laura Conti]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Elena Ferrante]] {{fatto|Wiccio}} + 1 citazione, + 2 incipit # [[Gabriella Ferri]] {{fatto|Ibisco}} + 2 citazioni # [[Chris Evert]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Fernanda Romagnoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Donna]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rita Guarino]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Cantore]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Arianna Caruso]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni # [[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni # [[Paula Hawkins (scrittrice)|Paula Hawkins]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni + 1 opera in Bibliografia + destub # [[Lolita Chammah]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Isabelle Huppert]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Julija Naval'naja]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Daria Galateria]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione + sistemazioni # [[Berthe Morisot]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Concita De Gregorio]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Aurora Ruffino]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sophia Flörsch]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Alessandra Necci]] {{fatto|Spinoziano}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sara Simeoni]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni # [[Santa Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Margo Jefferson]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Golshifteh Farahani]] {fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Wangari Maathai]] {fatto|Camelia}} + 11 citazioni # ... {{div col end}} == Risultati == ToDo == Risorse == * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw Editing Wikiquote with #SheSaid campaign], YouTube * [[:m:Wiki Loves Women/SheSaid/Resources and Tools|Resources and Tools]] (Wiki Loves Women) * [[:c:Category:SheSaid 2024 visuals|SheSaid 2024 visuals]] (categoria in Commons) == Risultati (tool Quarry) == * [https://quarry.wmcloud.org/query/85775 Nuove voci] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85776 Voci implementate] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85777 Nuove voci (ultimi 14 giorni)] (2024) == Edizioni precedenti == * [[Wikiquote:SheSaid|SheSaid]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2023|SheSaid 2023]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2022|SheSaid 2022]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2021|SheSaid 2021]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2020|SheSaid 2020]] ==Altri progetti== * [https://meta.wikimedia.org/wiki/Wiki_Loves_Women/SheSaid/it SheSaid su Meta] == Dashboard == * [https://outreachdashboard.wmflabs.org/courses/WikiDonne/WDG_-_SheSaid_2024 Dashboard], tool di monitoraggio dell'attività == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2023/02/08/the-shesaid-campaign-3-years-of-celebrating-women/ The #SheSaid campaign: 3 years of celebrating Women!], di Afek, Wiki Loves Women, 8 febbraio 2023. * [https://diff.wikimedia.org/2023/10/18/empowering-through-words-celebrating-women-and-their-powerful-quotes/ Empowering Through Words: Celebrating Women and Their Powerful Quotes], di Afek91, Diff Wikimedia, 18 ottobre 2023. * [https://www.wikidonne.org/blog/wikiquote-shesaid-2023/ Wikiquote SheSaid 2023], blog WikiDonne, 29 ottobre 2023. [[Categoria:Campagna SheSaid]] n7lwu9o504xm9qeomc10s0yl5xqmeme 1349944 1349943 2024-11-03T10:09:37Z Camelia.boban 17423 /* Migliorate */Parentesi mancanti 1349944 wikitext text/x-wiki [[File:WDG - SheSaid 2023 (big).svg|thumb|300px|right|#SheSaid fa parte dell'iniziativa Wiki Loves Women. In Italia viene organizzato da WikiDonne.]] <div style="font-family:'Verdana';font-size:30px;font-weight:bold;color:#662D91;text-align:center;"> Diamo loro voce!<br/><small>Celebriamo le donne che ci hanno ispirato, una wikicitazione alla volta.</small> </div> La campagna '''#SheSaid''' è un'iniziativa di [[m:Wiki Loves Women|Wiki Loves Women]], che vede la partecipazione di altri gruppi interessati alla diversità e al gender gap ([[:w:Progetto:WikiDonne|WikiDonne]], [[:m:Les sans pagEs|Les sans pagEs]], [[:m:Wikimujeres|Wikimujeres]], [[:m:Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia|Muj(lh)eres latinoamericanas en Wikimedia]]), per celebrare le donne leader del mondo. La quinta edizione, quella del 2024, si svolgerà online dal 1º ottobre al 31 dicembre. Il progetto mira ad aumentare la visibilità delle donne attraverso la creazione di nuove voci in Wikiquote o il miglioramento di quelle esistenti. '''[[m:Wiki Loves Women/SheSaid/SheSaid 2024|Pagina su Meta]]'''. A chi scriverà più di 5 nuove voci, verranno consegnati dei gadget da parte di [[:m:WikiDonne|WikiDonne User Group]] - organizzatore della campagna in Italia. {{Cassetto |larghezza = 1000px |colore = #662D91 |coloresfondo = orange |allineamento = centro |titolo = <span style="color:white;">Materiale grafico tradotto in italiano</span> |testo = ; Post Intagram <gallery> Sonia Sotomayor - post Instagram SheSaid.png|Sonia Sotomayor Françoise Vergès - post Instagram SheSaid.png|Françoise Vergès Serena Williams - post Instagram SheSaid.png|Serena Williams Sofia Loren - post Instagram SheSaid.png|Sofia Loren Simone De Beauvoir - post Instagram SheSaid.png|Simone De Beauvoir Johanna Westerdijk - post Instagram SheSaid.png|Johanna Westerdijk Sasheer Zamata - post Instagram SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Segnalibri <gallery> Wiki Loves Women - segnalibro SheSaid.png|Wiki Loves Women Yasmina Reza - segnalibro SheSaid.png|Yasmina Reza Johanna Westerdijk - segnalibro SheSaid.png|Johanna Westerdijk Mo Abudu - segnalibro SheSaid.png|Mo Abudu Fatema Mernissi - segnalibro SheSaid.png|Fatema Mernissi Dalida - segnalibro SheSaid.png|Dalida Sasheer Zamata - segnalibro SheSaid.png|Sasheer Zamata </gallery> ; Cartoline <gallery> Islam Elbeiti - cartolina SheSaid.png|Islam Elbeiti Johanna Westerdijk - cartolina SheSaid.png|Johanna Westerdijk Nana Ama Agyemang Asante - cartolina SheSaid.png|Nana Ama Agyemang Asante Wiki Loves Women - cartolina SheSaid.png|Wiki Loves Women </gallery> }} <br /> == Liste Wikidata di voci presenti in itWikipedia ma mancanti in itWikiquote== {{div col | 3}} '''[[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote|Query SPARQL di voci mancanti]]''' (voci di donne presenti in Wikipedia in Italiano, ma non in Wikiquote in Italiano) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Artiste|Artiste]] (pittrici, scultrici, disegnatrici, fotografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attiviste|Attiviste]] (attiviste sociali, culturali, per i diritti, per il clima) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Attrici|Attrici]], donne in teatro, film e spettacolo (attrici, registe, sceneggiatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Ballerine|Ballerine]] (ballerine, danzatrici, coreografe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Cantanti|Cantanti]] (cantanti, cantautrici, musiciste, strumentiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in materie umanistiche|Donne nelle materie umanistiche]] (filosofe, filologhe, storiche, critiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in scienze sociali|Donne nelle scienze sociali]] (psicologhe, pedagogiste, sociologhe, antropologhe) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne in STEM|Donne in STEM]] (biologhe, chimiche, fisiche, matematiche, informatiche) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Donne nelle professioni sanitarie|Donne nelle professioni sanitarie]] * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Figure storiche|Figure storiche]] (figure storiche, imperatrici, regine, first ladies) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Imprenditrici|Imprenditrici]] (imprenditrici, lavoratrici, operaie, sindacaliste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Modelle|Modelle]] (modelle, stiliste, sarte, professioniste della moda) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Politiche|Politiche]] (politiche, sindache, ministre, capi di Stato) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Religiose|Religiose]] (sante, martiri, suore, badesse) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Scrittrici|Scrittrici]] (scrittrici, poetesse, drammaturghe e saggiste) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Sportive|Sportive]] (atlete, para atlete, allenatrici) * [[:m:User:Camelia.boban/Voci mancanti in Wikiquote/Altre professioni|Altre professioni]] (economiste, avvocate, giuriste, architette, archeologhe) {{div col end}} == Partecipanti== # --[[Utente:Camelia.boban|Camelia]] ([[Discussioni utente:Camelia.boban|scrivimi]]) 09:14, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 15:15, 1 ott 2024 (CEST) # '''''[[Utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:black;">— dany</span>]][[Discussioni utente:Danyele|<span style="font-family:Times New Roman; color:grey;">ele</span>]]''''' 17:54, 1 ott 2024 (CEST) # --'''[[Utente:Superchilum|<span style="color:#209090;">Superchilum</span>]]'''<sup>([[Discussioni_utente:Superchilum|scrivimi]])</sup> 22:15, 1 ott 2024 (CEST) # -- [[Utente:Ibisco|Ibisco]] # -- [[Utente:IppolitoN|IppolitoN]] # --[[Utente:Wiccio|Wiccio]] ([[Discussioni utente:Wiccio|scrivimi]]) 14:20, 3 ott 2024 (CEST) == Voci scritte == === Nuove === {{div col}} # [[María Guadalupe García Zavala]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Vittoria Ferdinandi]] {{fatto|Danyele}} # [[Angela Brambati]] {{fatto|Superchilum}} # [[Bernardette Chirac]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isa Bellini]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Elinor Ostrom]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Elsa Zylberstein]] {{fatto|Wiccio}} # [[Eusebia Palomino Yenes]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Gerty Theresa Cori]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Rosalyn Yalow]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Sarah Silverman]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara McClintock]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Gertrude B. Elion]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Clara Morgane]] {{fatto|Danyele}} # [[Clotilde Courau]] {{fatto|Ibisco}} # [[Mary Katrantzou]] {{fatto|Ibisco}} # [[Lorela Cubaj]] {{fatto|Danyele}} # [[Priyanka Chopra]] {{fatto|Camelia}} # [[Aishwarya Rai]] {{fatto|Camelia}} # [[Kim Kardashian]] {{fatto|Camelia}} # [[Candy (nome)]] {{fatto|Superchilum}} # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Superchilum}} # [[Guadalupe Nettel]] {{fatto|Wiccio}} # [[Giuseppina Leone]] {{fatto|Danyele}} # [[Linda Buck]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Michela Ponzani]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Caselli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Atena Daemi]] {{fatto|Ibisco}} # [[Guðrún Eva Mínervudóttir]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Efionayi]] {{fatto|IppolitoN}} # [[Carling Bassett-Seguso]] {{fatto|Danyele}} # [[Raffaella Reggi]] {{fatto|Danyele}} # [[Barbara Demick]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Crocifissa Di Rosa]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Elizabeth Blackburn]] {{fatto|GryffindorD}} # [[Josefa Naval Girbés]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Clare Crockett]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Giulia Conti]] {{fatto|Danyele}} # [[Sharon den Adel]] {{fatto|Camelia}} # [[Florence Griffith-Joyner]] {{fatto|Danyele}} # [[Kornelia Ender]] {{fatto|Danyele}} # [[Paula Badosa]] {{fatto|Danyele}} # [[Angelique Kerber]] {{fatto|Danyele}} # [[Chiara Beccari]] {{fatto|Danyele}} # [[Mirella D'Angelo]] {{fatto|Wiccio}} # [[Sabrina Ionescu]] {{fatto|Danyele}} # [[Zheng Qinwen]] {{fatto|Danyele}} # [[Tinì Cansino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Claudia Roth]] {{fatto|Ibisco}} # [[Abby Johnson]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Rebecca Marder]] {{fatto|Danyele}} # [[Sandrine Kiberlain]] {{fatto|Danyele}} # [[Joey King]] {{fatto|Danyele}} # [[Aitana Bonmatí]] {{fatto|Danyele}} # [[Daina Opolskaitė]] {{fatto|Wiccio}} # [[Susana Chávez]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Adriani]] {{fatto|Ibisco}} # [[Hrafnhildur Hagalín]] {{fatto|Wiccio}} # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Ibisco}} # [[Edmonda Aldini]] {{fatto|Ibisco}} # [[Isabelle Autissier]] {{fatto|Danyele}} # [[Sonia Aquino]] {{fatto|Ibisco}} # [[Sonia Antinori]] {{fatto|Ibisco}} # [[Laura Angiulli]] {{fatto|Ibisco}} # [[Nina Simone]] {{fatto|Camelia}} # [[Alice Arcuri]] {{fatto|Ibisco}} # [[Elisa Longo Borghini]] {{fatto|Danyele}} # [[Maria Walewska]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Evi Maltagliati]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Carole Lombard]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Ulrike Meyfarth]] {{fatto|Danyele}} # [[Rosemarie Ackermann]] {{fatto|Danyele}} # [[Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} # [[Dejanira Bada]] {{fatto|Ibisco}} # [[Jenny Erpenbeck]] {{fatto|Ibisco}} # ... {{div col end}} === Migliorate === {{div col}} # [[Elena Bellò]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, - 2 citazioni, sistemazioni # [[Mia Ceran]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Annalisa (cantante)]] {{fatto|Danyele}} + 12 citazioni # [[Catherine Deneuve]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Assunta Legnante]] {{fatto|Danyele}} + 6 citazioni, sistemazioni # [[Lina Merlin]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Silvia Cosimini]] {{fatto|Wiccio}} + 4 citazioni # [[Laura di Santa Caterina da Siena]] {{fatto|Spinoziano}} + 2 citazioni su # [[Lea Pericoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Ema Stokholma]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni, sistemazioni # [[Francesca Michielin]] {{fatto|Danyele}} + 8 citazioni # [[Padma Lakshmi]] {{fatto|Camelia}} + 4 citazioni # [[Beatrice Rana]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni, sistemazioni # [[Martha Argerich]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Clara Schumann]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rosa Luxemburg]] {{fatto|Superchilum}} + 7 citazioni # [[Alda Merini]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione # [[Sarah Fahr]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, immagine, sistemazioni # [[Laura Conti]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Elena Ferrante]] {{fatto|Wiccio}} + 1 citazione, + 2 incipit # [[Gabriella Ferri]] {{fatto|Ibisco}} + 2 citazioni # [[Chris Evert]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Fernanda Romagnoli]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Donna]] {{fatto|Superchilum}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Rita Guarino]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Sofia Cantore]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Arianna Caruso]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni # [[Cristiana Girelli]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni # [[Paula Hawkins (scrittrice)|Paula Hawkins]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni + 1 opera in Bibliografia + destub # [[Lolita Chammah]] {{fatto|Danyele}} + 2 citazioni, sistemazioni # [[Isabelle Huppert]] {{fatto|Danyele}} + 4 citazioni, sistemazioni # [[Julija Naval'naja]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Daria Galateria]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione + sistemazioni # [[Berthe Morisot]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Concita De Gregorio]] {{fatto|Ibisco}} + 3 citazioni # [[Aurora Giovinazzo]] {{fatto|Danyele}} + 10 citazioni, sistemazioni # [[Aurora Ruffino]] {{fatto|Danyele}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sophia Flörsch]] {{fatto|Danyele}} + 1 citazione # [[Alessandra Necci]] {{fatto|Spinoziano}} + 3 citazioni, sistemazioni # [[Sara Simeoni]] {{fatto|Danyele}} + 19 citazioni # [[Santa Lucia]] {{fatto|Spinoziano}} + 1 citazione, sistemazioni # [[Margo Jefferson]] {{fatto|IppolitoN}} + 1 citazione # [[Golshifteh Farahani]] {{fatto|Ibisco}} + 1 citazione # [[Wangari Maathai]] {{fatto|Camelia}} + 11 citazioni # ... {{div col end}} == Risultati == ToDo == Risorse == * [https://www.youtube.com/watch?v=BeHTpFVYdOw Editing Wikiquote with #SheSaid campaign], YouTube * [[:m:Wiki Loves Women/SheSaid/Resources and Tools|Resources and Tools]] (Wiki Loves Women) * [[:c:Category:SheSaid 2024 visuals|SheSaid 2024 visuals]] (categoria in Commons) == Risultati (tool Quarry) == * [https://quarry.wmcloud.org/query/85775 Nuove voci] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85776 Voci implementate] (2024) * [https://quarry.wmcloud.org/query/85777 Nuove voci (ultimi 14 giorni)] (2024) == Edizioni precedenti == * [[Wikiquote:SheSaid|SheSaid]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2023|SheSaid 2023]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2022|SheSaid 2022]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2021|SheSaid 2021]] ** [[Wikiquote:SheSaid 2020|SheSaid 2020]] ==Altri progetti== * [https://meta.wikimedia.org/wiki/Wiki_Loves_Women/SheSaid/it SheSaid su Meta] == Dashboard == * [https://outreachdashboard.wmflabs.org/courses/WikiDonne/WDG_-_SheSaid_2024 Dashboard], tool di monitoraggio dell'attività == Rassegna stampa == * [https://www.wikiloveswomen.org/2023/02/08/the-shesaid-campaign-3-years-of-celebrating-women/ The #SheSaid campaign: 3 years of celebrating Women!], di Afek, Wiki Loves Women, 8 febbraio 2023. * [https://diff.wikimedia.org/2023/10/18/empowering-through-words-celebrating-women-and-their-powerful-quotes/ Empowering Through Words: Celebrating Women and Their Powerful Quotes], di Afek91, Diff Wikimedia, 18 ottobre 2023. * [https://www.wikidonne.org/blog/wikiquote-shesaid-2023/ Wikiquote SheSaid 2023], blog WikiDonne, 29 ottobre 2023. [[Categoria:Campagna SheSaid]] bqpxr08bbgxzfcn8xj242b2cjaw7agv Naim Qassem 0 214997 1349924 1349490 2024-11-03T06:37:28Z ~2024-7917 100183 1349924 wikitext text/x-wiki [[File:Naim Qassem Visits Tasnim Office (cropped).jpg|thumb|Naim Qassem nel 2014]] '''Naim Qassem''' (1953 – vivente), politico e religioso e libanese. ==Citazioni di Naim Qassem== {{Cronologico}} *[[Hezbollah]] è una forza di resistenza che ha superato il problema del tesseramento. Siamo parte della società, donne, uomini, bambini e miliziani tutti resistono. Per questo lavoriamo in ogni campo: dalla pedagogia all'assistenza sociale e sanitaria, dalla cultura alla politica. L'unione tra solidarietà e militanza formano un ecosistema solido. Per noi [[Israele]] non ha diritto di esistere, il diritto è dei proprietari della terra palestinesi. Quindi, invece di parlare di una soluzione per i palestinesi, noi chiediamo una soluzione per gli ebrei. Domandate perché non riconosciamo Israele, noi ci chiediamo come mai Israele e l'Occidente non riconoscano i diritti degli arabi.<ref name=Nicastro>Citato in Andrea Nicastro, ''Qassem, da chimico a guida spirituale. Ora è capo di Hezbollah. Gallant: durerà poco'', ''Corriere della Sera'', 30 ottobre 2024.</ref> *Quanti massacri hanno compiuto gli israeliani in 75 anni? Quel che è successo il [[Guerra Hamas-Israele del 2023|7 ottobre]] va considerato un atto di resistenza di gente oppressa contro gli occupanti. Noi {{NDR|di Hezbollah}} comunque siamo estranei all'operazione Diluvio Al Aqsa. L'accusa che sia stata una decisione unitaria dell'Asse della Resistenza è falsa<ref name=Nicastro/> ==Citazioni su Naim Qassem== *{{NDR|In riferimento alla nomina di Qassem a capo di Hezbollah}} È un incarico provvisorio. Durerà poco. ([[Yoav Gallant]]) ==Note== <references /> ==Voci correlate== *[[Hezbollah]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Qassem, Naim}} [[Categoria:Politici libanesi]] [[Categoria:Religiosi libanesi]] ku7hraoyy0dn37vqk2ygq2ee71xoie0 Auguste Barbier 0 215039 1349849 1349713 2024-11-02T14:19:00Z Gaux 18878 /* Citazioni su Auguste Barbier */ Giosuè Carducci 1349849 wikitext text/x-wiki [[File:Auguste Barbier.png|thumb|Auguste Barbier]] '''Henri-Auguste Barbier''' (1805 – 1882), poeta, scrittore, critico d'arte e traduttore francese. ==Citazioni su Auguste Barbier== *Il Barbier – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un dantoniano, e, tanto meno, un hebertista. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. ([[Giosuè Carducci]]) *Maggiore argomento di lode e più sicuro pegno di fama al Barbier è che da lui comincia la letteratura, la quale io mi fo lecito chiamare del quarto stato.<br>Egli primo a nudare con mano coraggiosa e sicura le piaghe del popolo, egli primo a scagliare contro la sordida tirannide borghese, gli {{sic|anátemi}} che sono oggi divenuti il ''pathos'',<br><div style="text-align:center;">des faiseurs d'emphase,<br>Des tous les baladins qui dansent sur la phrase:</div>egli primo a contrassegnare con marchio rovente gli sfruttatori delle rivoluzioni, ad accusarli innanzi al popolo con tale una precisa vigoria di linguaggio e tale un impeto lirico, che in Francia non aveva esempi e la cui eco si ripercuote talvolta fra noi nei ''Decennali'' e nelle ''Nuove poesie'' del [[Giosuè Carducci|Carducci]]. ([[Ferdinando Martini]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Barbier, Auguste}} [[Categoria:Critici d'arte francesi]] [[Categoria:Poeti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] [[Categoria:Traduttori francesi]] rammrkt9yxk1sr4ig6xcxnqn8csbtzs 1349852 1349849 2024-11-02T14:23:27Z Gaux 18878 /* Citazioni su Auguste Barbier */ wlink 1349852 wikitext text/x-wiki [[File:Auguste Barbier.png|thumb|Auguste Barbier]] '''Henri-Auguste Barbier''' (1805 – 1882), poeta, scrittore, critico d'arte e traduttore francese. ==Citazioni su Auguste Barbier== *Il Barbier – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. ([[Giosuè Carducci]]) *Maggiore argomento di lode e più sicuro pegno di fama al Barbier è che da lui comincia la letteratura, la quale io mi fo lecito chiamare del quarto stato.<br>Egli primo a nudare con mano coraggiosa e sicura le piaghe del popolo, egli primo a scagliare contro la sordida tirannide borghese, gli {{sic|anátemi}} che sono oggi divenuti il ''pathos'',<br><div style="text-align:center;">des faiseurs d'emphase,<br>Des tous les baladins qui dansent sur la phrase:</div>egli primo a contrassegnare con marchio rovente gli sfruttatori delle rivoluzioni, ad accusarli innanzi al popolo con tale una precisa vigoria di linguaggio e tale un impeto lirico, che in Francia non aveva esempi e la cui eco si ripercuote talvolta fra noi nei ''Decennali'' e nelle ''Nuove poesie'' del [[Giosuè Carducci|Carducci]]. ([[Ferdinando Martini]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Barbier, Auguste}} [[Categoria:Critici d'arte francesi]] [[Categoria:Poeti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] [[Categoria:Traduttori francesi]] 8etuk1lo6ijgudtcgunpwa91plnzjuc 1349856 1349852 2024-11-02T14:38:14Z Gaux 18878 /* Citazioni su Auguste Barbier */ altra di Carducci 1349856 wikitext text/x-wiki [[File:Auguste Barbier.png|thumb|Auguste Barbier]] '''Henri-Auguste Barbier''' (1805 – 1882), poeta, scrittore, critico d'arte e traduttore francese. ==Citazioni su Auguste Barbier== *Egli il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. ([[Giosuè Carducci]]) *Il Barbier – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. ([[Giosuè Carducci]]) *Maggiore argomento di lode e più sicuro pegno di fama al Barbier è che da lui comincia la letteratura, la quale io mi fo lecito chiamare del quarto stato.<br>Egli primo a nudare con mano coraggiosa e sicura le piaghe del popolo, egli primo a scagliare contro la sordida tirannide borghese, gli {{sic|anátemi}} che sono oggi divenuti il ''pathos'',<br><div style="text-align:center;">des faiseurs d'emphase,<br>Des tous les baladins qui dansent sur la phrase:</div>egli primo a contrassegnare con marchio rovente gli sfruttatori delle rivoluzioni, ad accusarli innanzi al popolo con tale una precisa vigoria di linguaggio e tale un impeto lirico, che in Francia non aveva esempi e la cui eco si ripercuote talvolta fra noi nei ''Decennali'' e nelle ''Nuove poesie'' del [[Giosuè Carducci|Carducci]]. ([[Ferdinando Martini]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Barbier, Auguste}} [[Categoria:Critici d'arte francesi]] [[Categoria:Poeti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] [[Categoria:Traduttori francesi]] eizm8v15ubcebtrwqgwwosiudvvlmyr 1349857 1349856 2024-11-02T14:38:40Z Gaux 18878 no stub 1349857 wikitext text/x-wiki [[File:Auguste Barbier.png|thumb|Auguste Barbier]] '''Henri-Auguste Barbier''' (1805 – 1882), poeta, scrittore, critico d'arte e traduttore francese. ==Citazioni su Auguste Barbier== *Egli il poeta, traeva nella pubblica luce il quarto Stato e le sue piaghe, non per {{sic|conscienza}} politica o previsione ch'egli avesse del prossimo avvenire; ma per un sentimento di benigna equità, direi quasi di carità, direi quasi di sdegno evangelico contro i godenti e i trionfanti del secolo; si spingeva fino al socialismo, ma all' ombra della croce. Simile in ciò a molti di quella nobile ma debole generazione romantica. ([[Giosuè Carducci]]) *Il Barbier – discorriamo un po' di politica, se pure la politica quando passi per l'arte ha da chiamarsi ancora così –, non ostante i suoi entusiasmi per ''la grande populace'', non era mica un [[Georges Jacques Danton|dantoniano]], e, tanto meno, un [[Jacques-René Hébert|hebertista]]. Saltando su la restaurazione {{sic|constituzionale}} e l'impero conquistatore, egli fermavasi, è vero, alla repubblica vittoriosa, giusta, costumata, illuminata, che fu l'ideale dei migliori di Francia per più anni dopo il '93. Ma egli, come tutti quasi i cresciuti dopo il '15, era inzuppato di quell'idealismo che avendo per {{sic|gaz}} alimentatore il cristianesimo civile coronava il suo quieto e quasi lunare irraggiamento co 'l mistico alone del romanticismo liberale. ([[Giosuè Carducci]]) *Maggiore argomento di lode e più sicuro pegno di fama al Barbier è che da lui comincia la letteratura, la quale io mi fo lecito chiamare del quarto stato.<br>Egli primo a nudare con mano coraggiosa e sicura le piaghe del popolo, egli primo a scagliare contro la sordida tirannide borghese, gli {{sic|anátemi}} che sono oggi divenuti il ''pathos'',<br><div style="text-align:center;">des faiseurs d'emphase,<br>Des tous les baladins qui dansent sur la phrase:</div>egli primo a contrassegnare con marchio rovente gli sfruttatori delle rivoluzioni, ad accusarli innanzi al popolo con tale una precisa vigoria di linguaggio e tale un impeto lirico, che in Francia non aveva esempi e la cui eco si ripercuote talvolta fra noi nei ''Decennali'' e nelle ''Nuove poesie'' del [[Giosuè Carducci|Carducci]]. ([[Ferdinando Martini]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Barbier, Auguste}} [[Categoria:Critici d'arte francesi]] [[Categoria:Poeti francesi]] [[Categoria:Scrittori francesi]] [[Categoria:Traduttori francesi]] 0js5kdn5zdzuni1uruxlq3hzwp768zv Stile Fosbury 0 215048 1349902 1349757 2024-11-02T18:13:43Z Danyele 19198 typo 1349902 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Jamie Nieto 3.jpg|thumb|Salto in stile Fosbury]] Citazioni sullo '''stile Fosbury'''. *Era un cavallerizzo sfortunatissimo: tutte le volte che arrivava sull'ostacolo il suo cavallo saltava col metodo Fosbury. ([[Gene Gnocchi]]) *Passando dal ventrale al Fosbury bisognava azzerare ciò che si sapeva di salto in alto e inventarsi strade nuove. ([[Sara Simeoni]]) *Pensavo che dopo aver vinto l'oro {{NDR|a Città del Messico 1968}}, uno o due saltatori avrebbero iniziato a usarlo, ma non ho mai pensato che sarebbe diventata la tecnica universale. ([[Dick Fosbury]]) ==Voci correlate== *[[Dick Fosbury]] *[[Salto in alto]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante lo|preposizione=sullo}} [[Categoria:Atletica leggera]] [[Categoria:Terminologia sportiva]] j3m4q3q0x63hxwt2ak0hr9xet4nt61r Alberto Radicati di Passerano 0 215067 1349834 1349811 2024-11-02T13:23:51Z Udiki 86035 +1 1349834 wikitext text/x-wiki '''Alberto Radicati, conte di Passerano e Cocconato''' (1698 – 1737), filosofo italiano. ==Citazioni di Alberto Radicati di Passerano== *Sembra che con questa [[Parabola del buon samaritano|parabola {{NDR|del buon samaritano}}]] Gesù Cristo abbia voluto dichiararci che la maggior parte dei preti furono sempre privi di carità; e ci sarebbe pure da notare che, mentre i Giudei consideravano i Samaritani come increduli, perché non ammettevano il Pentateuco, Gesù Cristo in questa parabola loda il Samaritano e biasima i preti giudei; come in un'altra giustifica il pubblicano e condanna il fariseo. Da questo paragone vergognosissimo per i dottori della legge e per i preti giudei, e assai glorioso per gli increduli e i peccatori, come i Samaritani e i Pubblicani, sembra che Gesù Cristo abbia voluto farci capire che questi uomini, detti comunemente deisti o atei, i quali non hanno lo spirito guastato e pervertito dalla superstizione, sono più ricchi di carità e infinitamente migliori di quelli corrotti dai vizi e dalle crudeltà ispirate dalle superstizioni. Io dico deisti e atei perché questi due nomi sono sinonimi: il nome di atei infatti è dato abusivamente a quelli che negano le tradizioni, quasi non ci fosse modo di riconoscere una divinità senza accettare come verità santissima le più assurde ed esecrabili menzogne umane come quelle di Zoroastro, Maometto, ecc., e di tanti altri non meno assurdi e grossolani che hanno avvelenato lo spirito degli uomini dando loro idee ridicole, stravaganti ed empie di Dio e rendendoli più perversi e feroci di tutti gli animali. Ma è falso che i deisti siano [[Ateismo|atei]] perché tutti quelli così chiamati dal popolino e dai maldicenti ammettono una causa prima sotto vari nomi: Dio, natura, principio eterno, movimento e anima universale; tali furono Democrito, Epicuro, Luciano, Socrate, Anassagora, Seneca, Hobbes, Spinoza, Vanini, Bayle, e generalmente tutti quelli che si chiamano atei speculativi; nessuno ha mai negato una causa prima, né può negarla, se non sia sciocco o insensato. Perciò dobbiamo dire che la parola ateo significa deista, altrimenti non significherebbe nulla; perché non c'è al mondo gente di questa specie, come credono gli ignoranti o come vogliono far credere i preti quando colpiscono con questo nome odioso, per esporli al furore insensato del popolo, quelli che svelano le loro imposture.<ref>Da ''Discours moraux, historiques et politiques'', I, in ''Recueil de pièces curieuses sur les matières les plus intéressantes'', Rotterdam, 1736, pp. 23-25; citato in Gobetti.</ref> *Se Gesù Cristo ha comandato l'umiltà e la carità ed è stato umile e caritatevole, se gli Apostoli hanno insegnato le dottrine di Gesù Cristo e imitato il suo esempio; e i primi cristiani durante duecento anni sono stati gli imitatori degli Apostoli, noi dobbiamo credere positivamente che le dottrine insegnate in seguito – assolutamente opposte a quelle di Gesù Cristo, degli Apostoli e dei primi cristiani – e i costumi dei moderni cristiani così lontani da quelli di Gesù Cristo e dei suoi primi discepoli; dobbiamo credere positivamente, dico, che non siano più le stesse dottrine né gli stessi costumi, né in una parola gli stessi cristiani: quelli furono umili e questi sono ambiziosi. Quelli furono caritatevoli e disprezzarono le ricchezze, questi perversi e vendicativi. Dunque bisogna chiamarli nemici di Gesù Cristo e delle sue leggi e non suoi discepoli.<br>Poiché Gesù Cristo non ha comandato nulla che sia contrario alla giustizia e alla virtù, ma ha stabilito savie leggi e se tutti le avessero osservate gli uomini vivrebbero pacificamente e sarebbero felici. Ma per loro estrema sventura essi non osservarono più le dolci leggi di Gesù Cristo, bensì quelle dei preti suoi nemici, leggi crudeli ed inique, che privano gli uomini della libertà data loro dalla natura e da Cristo e li rendono miseri schiavi delle loro ambizioni.<ref>Da ''Discours moraux, historiques et politiques'', II, in ''Recueil de pièces curieuses sur les matières les plus intéressantes'', Rotterdam, 1736, pp. 36-37; citato in Gobetti.</ref> ==Citazioni su Alberto Radicati di Passerano== *Nato intorno al 1690, morto nel 1737, è il primo illuminista della penisola. Giannone, Verri, Beccaria sono anticipati. La sua passione vive nell'atmosfera europea del libero pensiero. Sulle orme di Locke indovina Rousseau, parlando di stato di natura e di governo del popolo. Teorizza i governi costituzionali; riconosce l'eguaglianza pratica delle varie forme statali (monarchia, aristocrazia, democrazia), quando siano liberamente accettate e si fondino sulle leggi (''Discours'', X, pp. 184-86). La laicità è un risultato chiaro e definitivo del suo pensiero.<br/>Tuttavia anche nelle più acute disquisizioni teoriche c'è sempre un fondo di dilettantismo. Si trovano proposizioni rigorosamente moderne, ma non si vince il dubbio che le parole corrano oltre le intenzioni, che la sua cultura resti vaga e indipendente dal suo istinto e dal suo carattere. Per credergli vorremmo la costanza, come prova di convinzioni meditate e troviamo invece segni di mutevole esotismo. Non saremo lontani dal vero concludendo questa circoscrizione dei suoi limiti di pensatore col segnalare come enciclopedista piuttosto la sua curiosità che il suo pensiero. La categoria del romanticismo, o del protoromanticismo di cui parla Croce per l'Alfieri, aderisce meglio a questo spirito di avventura. Così resterebbero senz'altro definiti certi suoi spunti di cristianesimo ostile ai dogmi e alle intransigenze del cattolicismo, vago cristianesimo che ricorre, durante tutto il Risorgimento, nei nemici dell'ortodossia. ([[Piero Gobetti]]) ==Note== <references /> ==Bibliografia== *Piero Gobetti, ''Risorgimento senza eroi'', cap. II, ''Il Piemonte nel Settecento'', § 1, ''Il conte Radicati'', in ''[https://liberliber.it/autori/autori-g/piero-gobetti/risorgimento-senza-eroi/ Risorgimento senza eroi e altri scritti storici]'', introduzione di Franco Venturi, G. Einaudi, Torino, 1976. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Alberto, Radicati di Passerano}} [[Categoria:Filosofi italiani]] rcacqv7hwmclxfk3hbdrnitsszjrygq FAO 0 215069 1349955 1349826 2024-11-03T11:55:57Z Udiki 86035 1349955 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} [[File:Food and Agriculture Organization HQ 2008.jpg|thumb|Il quartier generale della FAO a Roma.]] Citazioni sull'''Organizzazione delle Nazioni unite per l'alimentazione e l'agricoltura''', in sigla '''FAO''' (dall'inglese '''''Food and Agriculture Organization of the United Nations'''''). *Assistiamo, al tempo stesso, a paradossi: mentre milioni di persone patiscono la fame, altri milioni di persone soffrono obesità e sovra-alimentazione. Mentre in alcune regioni c'è un'impressionante penuria di cibo in altre si registrano diffusi quanto assurdi sprechi alimentari. In questo quadro fatto di ingiustizie e di pericolosi squilibri, che creano contrapposizioni e fratture, a volte utilizzate in modo strumentale da chi deliberatamente coltiva divisioni in seno alla Comunità internazionale, è sempre più urgente dotare le collettività più fragili di strumenti nuovi per garantire uno sviluppo sostenibile dei sistemi agricoli, alimentari e ambientali. Ovunque, acqua e suolo rappresentano beni comuni fondamentali da tutelare sempre meglio e da ricondurre con più forza all'interesse generale delle comunità. L'imperativo deve essere "produrre meglio, consumando meno". E, certamente, l'innovazione, la ricerca e le nuove tecnologie possono oggi aiutare gli esseri umani a raggiungere questo fondamentale traguardo. È questo il difficile ma prezioso compito che la FAO da decenni sviluppa. ([[Sergio Mattarella]]) ==Voci correlate== *[[Organizzazione delle Nazioni Unite]] ==Altri progetti== {{interprogetto|w_preposizione=riguardante la|preposizione=sulla}} {{s}} [[Categoria:Nazioni Unite]] [[Categoria:Organizzazioni internazionali]] 8md1xl61dqjyyb2byqytuu6210esgg9 Libertà d'informazione 0 215070 1349830 2024-11-02T12:42:48Z Dispe 2786 Creata pagina con "{{voce tematica}} Citazioni sulla '''libertà d'informaizone'''. *La [[libertà]] e il [[pluralismo]] dei media garantiscono il pieno dispiegarsi di alcuni dei [[dirotto|diritti]] irrinunziabili per la democrazia e la misurazione della sua qualità: il diritto alla [[libertà di parola|libertà di espressione]] e di informazione. L’informazione libera, indipendente, plurale è un diritto dei cittadini; è per tutti un dovere esigerla. È l’antidoto per contrastare f..." 1349830 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''libertà d'informaizone'''. *La [[libertà]] e il [[pluralismo]] dei media garantiscono il pieno dispiegarsi di alcuni dei [[dirotto|diritti]] irrinunziabili per la democrazia e la misurazione della sua qualità: il diritto alla [[libertà di parola|libertà di espressione]] e di informazione. L’informazione libera, indipendente, plurale è un diritto dei cittadini; è per tutti un dovere esigerla. È l’antidoto per contrastare fenomeni manipolativi. ([[Sergio Mattarella]]) ==Voci correlate== *[[Libero pensatore]] *[[Libertà]] *[[Libertà di stampa]] *[[Libertà di parola]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Conoscenza]] [[Categoria:Diritti umani]] [[Categoria:Concetti e principi filosofici]] 18od9xtw701nlgnq0o54o94j4z1njb4 1349831 1349830 2024-11-02T12:43:37Z Dispe 2786 1349831 wikitext text/x-wiki {{voce tematica}} Citazioni sulla '''libertà d'informaizone'''. *La [[libertà]] e il [[pluralismo]] dei media garantiscono il pieno dispiegarsi di alcuni dei [[diritto|diritti]] irrinunziabili per la democrazia e la misurazione della sua qualità: il diritto alla [[libertà di parola|libertà di espressione]] e di informazione. L’informazione libera, indipendente, plurale è un diritto dei cittadini; è per tutti un dovere esigerla. È l’antidoto per contrastare fenomeni manipolativi. ([[Sergio Mattarella]]) ==Voci correlate== *[[Libero pensatore]] *[[Libertà]] *[[Libertà di stampa]] *[[Libertà di parola]] ==Altri progetti== {{interprogetto|preposizione=sulla|w_preposizione=riguardante la}} [[Categoria:Conoscenza]] [[Categoria:Diritti umani]] [[Categoria:Concetti e principi filosofici]] 8r0ogs96pfm9nwfjlx6qqjpbwtlel0r Discussioni utente:Superjupara 3 215071 1349836 2024-11-02T13:30:03Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349836 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:30, 2 nov 2024 (CET)}} ftdgmfizpqdho08atu5icx6tlh48vn1 Dejanira Bada 0 215072 1349837 2024-11-02T13:35:04Z Ibisco 49387 Nuova voce bio 1349837 wikitext text/x-wiki '''Dejanira Bada''' (1984 – vivente), scrittrice e giornalista italiana. ==Citazioni di Dejanira Bada== *Alla fine la vita dello scrittore è una vita d'ufficio. Ci vuole molta disciplina e impegno, e questa cosa pochi la capiscono. Molti pensano che gli artisti siano colti improvvisamente da un'illuminazione e poi non facciano più niente tutto il giorno, ma non è così. [...] C'è tantissimo lavoro dietro ogni opera d'arte, che si tratti di un libro, di un quadro o di un disco.<ref>Dall'intervista di Elena Sassi, ''[https://www.sottolineando.it/interviste-sottolineate/dalla-scrittura-allo-yoga-con-i-commenti-di-pinketts/ Dalla scrittura allo Yoga: con i commenti di Pinketts]'', 'sottolineando.it'', 19 settembre 2024.</ref> *C'è chi è cresciuto in famiglie amorevoli e ha imparato a volersi bene e ad amare fin da subito. C'è chi è cresciuto in famiglie disfunzionali e non ha potuto imparare che cosa sia l'amore. A certi viene naturale, per altri è un'impresa quasi impossibile. Ma ci si può lavorare, si può imparare ad amarsi, per fortuna. Come? Serve una grande elaborazione del proprio passato. Serve accettazione e conoscenza di sé, soprattutto per chi ha vissuto situazioni difficili. È un percorso lungo e complicato imparare ad amarsi, per nulla scontato, sono necessarie molta forza e determinazione. Ma una volta che ci si riesce, tutto cambia, tutto acquisisce una luce nuova e la vita diventa degna di essere vissuta, soprattutto perché, di conseguenza, s'imparerà ad amare, ed è questo quello che conta.<ref>Dall'intervista di Andrea Paolucci, ''[https://www.rocknread.it/dejanira-bada-intervista/ I Sentieri Della Meditazione – Intervista Dejanira Bada]'', ''rocknread.it'', 19 settembre 2024.</ref> *Dopo innumerevoli pellegrinaggi, anni di studio, di ricerca, di pratica, sto ancora rincorrendo l'elefante. Ma certi giorni riesco a raggiungere un diffuso senso di pace e la mente mi appare come un limpido cielo: allora mi sembra di non aver bisogno di altro.<ref>Dall'intervista di Maria Beatrice Toro, ''[https://mindfulnessinterpersonale.com/2021/10/22/11007/ Il pensiero tibetano: intervista a Dejanira Bada]'', ''mindfulnessinterpersonale.com'', 22 ottobre 2021.</ref> ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Bada, Dejanira}} [[Categoria:Giornalisti italiani]] [[Categoria:Scrittori italiani]] 3xpstkri8k9jomxxq5uwztaijfr42e9 Discussioni utente:PastelLilac 3 215073 1349841 2024-11-02T13:55:34Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349841 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 14:55, 2 nov 2024 (CET)}} a685h05w8snz2pphycebsxg3htuxs4e Discussioni utente:Dalvans 3 215074 1349847 2024-11-02T14:15:16Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349847 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 15:15, 2 nov 2024 (CET)}} 2ya9jm448wn1tjj7815fa9xe3iwyb55 Discussioni utente:Sčet de berghem 3 215075 1349850 2024-11-02T14:20:00Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349850 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 15:20, 2 nov 2024 (CET)}} 0zi7h9nvp5o07iayc2u2yxp79m50dve Discussioni utente:Atena1224 3 215076 1349855 2024-11-02T14:35:35Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349855 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 15:35, 2 nov 2024 (CET)}} s43v9fw492wspwxiainopu86gn7u8o8 Discussioni utente:Sofiemama 3 215077 1349858 2024-11-02T14:40:03Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349858 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 15:40, 2 nov 2024 (CET)}} 05hnfn4j3de98q5b0t6vykhy90ebaid Mauro Repetto 0 215078 1349867 2024-11-02T15:35:10Z Ibisco 49387 Nuova voce bio 1349867 wikitext text/x-wiki '''Mauro Antonio Repetto''' (1984 – vivente), paroliere italiano naturalizzato francese, fondatore degli [[883]]. {{Int|''«Claudio come Walt Disney. Max? Il mio miglior amico»''|Intervista di Renato Franco, ''Corriere della Sera'', 30 0ttobre 2024.|h=2}} *{{NDR|Su [[Claudio Cecchetto]]}} Per me è il [[Walt Disney]] italiano, è uno che ha saputo concretizzare le sue intuizioni, come lui ha creato tanti personaggi. Per la personalità che emana sembra quasi un'entità spirituale. *{{NDR|Su [[Max Pezzali]]}} È stato il mio migliore amico in assoluto, non potrò mai avere un migliore amico come lui. Quando sei suo amico diventi una sola persona, ha inventiva e generosità, ha la capacità fusionale di farti divertire. *{{NDR|Sull'[[Uomo Ragno]]}} Penso che Peter Parker fosse di Pavia, è uno di provincia, agisce d'istinto, è il supereroe di quartiere non osannato come gli altri Avengers, è quasi un antieroe. Uno che a volte poteva essere [[Johnny Depp]] e a volte [[Ugo Fantozzi|Fantozzi]]. È anche io a volte mi sento così, a volte Depp, a volte Fantozzi; a volte pirata dei Caraibi, a volte umile impiegato della Megaditta. ==Voci correlate== *[[Max Pezzali]] *[[883]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Repetto, Mauro}} [[Categoria:Parolieri francesii]] [[Categoria:Parolieri italiani]] fm9zmugdcfd14qx166ybjs1z9twfthz 1349868 1349867 2024-11-02T15:35:56Z Ibisco 49387 /* Altri progetti */ 1349868 wikitext text/x-wiki '''Mauro Antonio Repetto''' (1984 – vivente), paroliere italiano naturalizzato francese, fondatore degli [[883]]. {{Int|''«Claudio come Walt Disney. Max? Il mio miglior amico»''|Intervista di Renato Franco, ''Corriere della Sera'', 30 0ttobre 2024.|h=2}} *{{NDR|Su [[Claudio Cecchetto]]}} Per me è il [[Walt Disney]] italiano, è uno che ha saputo concretizzare le sue intuizioni, come lui ha creato tanti personaggi. Per la personalità che emana sembra quasi un'entità spirituale. *{{NDR|Su [[Max Pezzali]]}} È stato il mio migliore amico in assoluto, non potrò mai avere un migliore amico come lui. Quando sei suo amico diventi una sola persona, ha inventiva e generosità, ha la capacità fusionale di farti divertire. *{{NDR|Sull'[[Uomo Ragno]]}} Penso che Peter Parker fosse di Pavia, è uno di provincia, agisce d'istinto, è il supereroe di quartiere non osannato come gli altri Avengers, è quasi un antieroe. Uno che a volte poteva essere [[Johnny Depp]] e a volte [[Ugo Fantozzi|Fantozzi]]. È anche io a volte mi sento così, a volte Depp, a volte Fantozzi; a volte pirata dei Caraibi, a volte umile impiegato della Megaditta. ==Voci correlate== *[[Max Pezzali]] *[[883]] ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Repetto, Mauro}} [[Categoria:Francesi]] [[Categoria:Parolieri italiani]] f6v4uncwwvtear611b5o4t4pw85oasg Discussioni utente:Marco2885 3 215079 1349871 2024-11-02T15:45:01Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349871 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 16:45, 2 nov 2024 (CET)}} 4dnf4nefsnycffgpirhlep176rs78dx Maria Teresa Gozzadini 0 215080 1349872 2024-11-02T15:45:42Z Gaux 18878 Maria Teresa Gozzadini 1349872 wikitext text/x-wiki '''Maria Teresa Gozzadini''', nota anche con lo pseudonimo di '''Nina''' (1812 – 1881), nobile e patriota italiana. ==Citazioni su Maria Teresa Gozzadini== *La {{sic|imagine}} della contessa Gozzadini a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. ([[Giosuè Carducci]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Gozzadini, Maria Teresa}} [[Categoria:Nobili italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] fh98ceidpwyel0413gsbp572um2i62m 1349873 1349872 2024-11-02T15:52:48Z Gaux 18878 immagine 1349873 wikitext text/x-wiki [[File:Maria Teresa Gozzadini.jpg|thumb|Maria Teresa Gozzadini]] '''Maria Teresa Gozzadini''', nota anche con lo pseudonimo di '''Nina''' (1812 – 1881), nobile e patriota italiana. ==Citazioni su Maria Teresa Gozzadini== *La {{sic|imagine}} della contessa Gozzadini a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. ([[Giosuè Carducci]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Gozzadini, Maria Teresa}} [[Categoria:Nobili italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] rfq6g9wg3cmmw7ovugn5iomyb8n0qc8 1349874 1349873 2024-11-02T15:54:32Z Gaux 18878 nome di nascita 1349874 wikitext text/x-wiki [[File:Maria Teresa Gozzadini.jpg|thumb|Maria Teresa Gozzadini]] '''Maria Teresa Gozzadini''', nata '''Maria Teresa Serego Alighieri''', nota anche con lo pseudonimo di '''Nina''' (1812 – 1881), nobile e patriota italiana. ==Citazioni su Maria Teresa Gozzadini== *La {{sic|imagine}} della contessa Gozzadini a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. ([[Giosuè Carducci]]) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Gozzadini, Maria Teresa}} [[Categoria:Nobili italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] qfx334tij04n0k28khbmswgdbbozymd 1349877 1349874 2024-11-02T15:58:31Z Gaux 18878 nota su Ronzano 1349877 wikitext text/x-wiki [[File:Maria Teresa Gozzadini.jpg|thumb|Maria Teresa Gozzadini]] '''Maria Teresa Gozzadini''', nata '''Maria Teresa Serego Alighieri''', nota anche con lo pseudonimo di '''Nina''' (1812 – 1881), nobile e patriota italiana. ==Citazioni su Maria Teresa Gozzadini== *La {{sic|imagine}} della contessa Gozzadini a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano<ref>Località nei pressi di Bologna.</ref> più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. ([[Giosuè Carducci]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Gozzadini, Maria Teresa}} [[Categoria:Nobili italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] be653k3sxetqg7wb7j6leesco28h7xn 1349880 1349877 2024-11-02T16:05:26Z Gaux 18878 /* Citazioni su Maria Teresa Gozzadini */ altra di Carducci 1349880 wikitext text/x-wiki [[File:Maria Teresa Gozzadini.jpg|thumb|Maria Teresa Gozzadini]] '''Maria Teresa Gozzadini''', nata '''Maria Teresa Serego Alighieri''', nota anche con lo pseudonimo di '''Nina''' (1812 – 1881), nobile e patriota italiana. ==Citazioni su Maria Teresa Gozzadini== *La {{sic|imagine}} della contessa Gozzadini a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano<ref>Località nei pressi di Bologna.</ref> più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. ([[Giosuè Carducci]]) *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di [[Dante Alighieri|Dante]]. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. ([[Giosuè Carducci]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Gozzadini, Maria Teresa}} [[Categoria:Nobili italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] 45hq7vw21r716c82ih2a52zycam1vt3 1349882 1349880 2024-11-02T16:15:39Z Gaux 18878 /* Citazioni su Maria Teresa Gozzadini */ il nobile sentire della Gozzadini 1349882 wikitext text/x-wiki [[File:Maria Teresa Gozzadini.jpg|thumb|Maria Teresa Gozzadini]] '''Maria Teresa Gozzadini''', nata '''Maria Teresa Serego Alighieri''', nota anche con lo pseudonimo di '''Nina''' (1812 – 1881), nobile e patriota italiana. ==Citazioni su Maria Teresa Gozzadini== *La contessa Gozzadini avendo, oltre il nobil sentire, un singolar temperamento di facoltà vive fini ed argute, di ciò che sentiva e osservava s'era avvezza a rendersi ragione, facendosene un concetto suo ed esprimendolo con verità ferma e immediata. Non enfasi mai, ch'è indizio di anima debole e falsa: non sentimentalità, ch'è accusa d'anima debole e dura: un gran disprezzo della volgarità, vizio ormai comune in basso ed in alto: un ragionar fitto, serrato, giusto, con un guardarvi fiso e chiaro negli occhi, con lampi d'amori e di sdegni, e di quando in quando uno scatto o una scrollata di spalle, poetica, ghibellina. ([[Giosuè Carducci]]) *La {{sic|imagine}} della contessa Gozzadini a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano<ref>Località nei pressi di Bologna.</ref> più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. ([[Giosuè Carducci]]) *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di [[Dante Alighieri|Dante]]. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. ([[Giosuè Carducci]]) ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Gozzadini, Maria Teresa}} [[Categoria:Nobili italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] 01hbwix9m6inkvpv3w6abpghcas4dfe 1349883 1349882 2024-11-02T16:17:17Z Gaux 18878 sistemo e tolgo stub 1349883 wikitext text/x-wiki [[File:Maria Teresa Gozzadini.jpg|thumb|Maria Teresa Gozzadini]] '''Maria Teresa Gozzadini''', nata '''Maria Teresa Serego Alighieri''', nota anche con lo pseudonimo di '''Nina''' (1812 – 1881), nobile e patriota italiana. ==Citazioni su Maria Teresa Gozzadini== ===[[Giosuè Carducci]]=== *La contessa Gozzadini avendo, oltre il nobil sentire, un singolar temperamento di facoltà vive fini ed argute, di ciò che sentiva e osservava s'era avvezza a rendersi ragione, facendosene un concetto suo ed esprimendolo con verità ferma e immediata. Non enfasi mai, ch'è indizio di anima debole e falsa: non sentimentalità, ch'è accusa d'anima debole e dura: un gran disprezzo della volgarità, vizio ormai comune in basso ed in alto: un ragionar fitto, serrato, giusto, con un guardarvi fiso e chiaro negli occhi, con lampi d'amori e di sdegni, e di quando in quando uno scatto o una scrollata di spalle, poetica, ghibellina. *La {{sic|imagine}} della contessa Gozzadini a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano<ref>Località nei pressi di Bologna.</ref> più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di [[Dante Alighieri|Dante]]. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Gozzadini, Maria Teresa}} [[Categoria:Nobili italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] 8nnqf46t6zslbhy0rfa02h3jj0h3oet 1349889 1349883 2024-11-02T16:32:17Z Gaux 18878 /* Citazioni su Maria Teresa Gozzadini */ leggeva Dante, ma non lo citava 1349889 wikitext text/x-wiki [[File:Maria Teresa Gozzadini.jpg|thumb|Maria Teresa Gozzadini]] '''Maria Teresa Gozzadini''', nata '''Maria Teresa Serego Alighieri''', nota anche con lo pseudonimo di '''Nina''' (1812 – 1881), nobile e patriota italiana. ==Citazioni su Maria Teresa Gozzadini== ===[[Giosuè Carducci]]=== *La contessa Gozzadini avendo, oltre il nobil sentire, un singolar temperamento di facoltà vive fini ed argute, di ciò che sentiva e osservava s'era avvezza a rendersi ragione, facendosene un concetto suo ed esprimendolo con verità ferma e immediata. Non enfasi mai, ch'è indizio di anima debole e falsa: non sentimentalità, ch'è accusa d'anima debole e dura: un gran disprezzo della volgarità, vizio ormai comune in basso ed in alto: un ragionar fitto, serrato, giusto, con un guardarvi fiso e chiaro negli occhi, con lampi d'amori e di sdegni, e di quando in quando uno scatto o una scrollata di spalle, poetica, ghibellina. *La {{sic|imagine}} della contessa Gozzadini a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano<ref>Località nei pressi di Bologna.</ref> più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. *Leggeva Dante, e se ne recava seco il volume anche nelle ascensioni alpine; ma non lo teneva in mostra, né mai ne le udii far citazioni e sol una ne ho veduta nelle lettere. Grande amica dell'[[Aleardo Aleardi|Aleardi]], e pure non baciava mai le amiche, e non diceva ''angelo'' né anche alle bambine. Così forte uscì dalla fantastica morbidezza della società veronese, cosi schietta passò tra la compassata e liscia gravità bolognese: senza sforzi e atteggiamenti da originale, temperando la franchezza con una gran gentilezza signorile. *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di [[Dante Alighieri|Dante]]. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Gozzadini, Maria Teresa}} [[Categoria:Nobili italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] lmiksym3o4b10q4d1nezr86vfdrk9w4 1349890 1349889 2024-11-02T16:33:46Z Gaux 18878 wlink alla prima occorrenza 1349890 wikitext text/x-wiki [[File:Maria Teresa Gozzadini.jpg|thumb|Maria Teresa Gozzadini]] '''Maria Teresa Gozzadini''', nata '''Maria Teresa Serego Alighieri''', nota anche con lo pseudonimo di '''Nina''' (1812 – 1881), nobile e patriota italiana. ==Citazioni su Maria Teresa Gozzadini== ===[[Giosuè Carducci]]=== *La contessa Gozzadini avendo, oltre il nobil sentire, un singolar temperamento di facoltà vive fini ed argute, di ciò che sentiva e osservava s'era avvezza a rendersi ragione, facendosene un concetto suo ed esprimendolo con verità ferma e immediata. Non enfasi mai, ch'è indizio di anima debole e falsa: non sentimentalità, ch'è accusa d'anima debole e dura: un gran disprezzo della volgarità, vizio ormai comune in basso ed in alto: un ragionar fitto, serrato, giusto, con un guardarvi fiso e chiaro negli occhi, con lampi d'amori e di sdegni, e di quando in quando uno scatto o una scrollata di spalle, poetica, ghibellina. *La {{sic|imagine}} della contessa Gozzadini a me piace ricercarla nell'amena solitudine di Ronzano<ref>Località nei pressi di Bologna.</ref> più ancora che nel salottino pompeiano del suo palazzo di via Santo Stefano, ove pure lo spirito di lei scattava cosi luminoso dall'attrito della varia conversazione. Io amo ricollocarla lassù, tra quelle grandi querce, tra quei cipressi nella loro vecchiezza immobili quasi {{sic|mète}} di secoli. Ella, che in gioventù dipinse il paesaggio, che era cresciuta in mezzo a' poeti, aveva della natura un sentimento e una percezione profonda, e sapeva farsene una rappresentazione affettuosa e prossima più che i paesisti e poeti italiani, troppo vagando sui colori e la superficie, non usino avere e rendere. *Leggeva [[Dante Alighieri|Dante]], e se ne recava seco il volume anche nelle ascensioni alpine; ma non lo teneva in mostra, né mai ne le udii far citazioni e sol una ne ho veduta nelle lettere. Grande amica dell'[[Aleardo Aleardi|Aleardi]], e pure non baciava mai le amiche, e non diceva ''angelo'' né anche alle bambine. Così forte uscì dalla fantastica morbidezza della società veronese, cosi schietta passò tra la compassata e liscia gravità bolognese: senza sforzi e atteggiamenti da originale, temperando la franchezza con una gran gentilezza signorile. *Quando conobbi da prima la contessa Gozzadini, mi parve di ravvisare specialmente nelle linee degli angoli frontali i tratti del viso di Dante. Non lo dissi allora; ma un artista di poi mi notò con più franca asseveranza quello che a me era parso vedere: e ora leggo fatta la stessa osservazione da uno scienziato americano, e so che lo zio Serego offeriva una strana somiglianza co 'l ritratto dell'Alighieri. ==Note== <references /> ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Gozzadini, Maria Teresa}} [[Categoria:Nobili italiani]] [[Categoria:Patrioti italiani]] 146mgr9g4ow32gonzyuhs7ahvlhimjd Maria Teresa Serego Alighieri 0 215081 1349875 2024-11-02T15:55:51Z Gaux 18878 nome alla nascita 1349875 wikitext text/x-wiki #RINVIA[[Maria Teresa Gozzadini]] 4hzat9l6x2xdkpcrcjtxkzyrxrsccpg Discussioni utente:Sven Neuhaus 3 215082 1349876 2024-11-02T15:55:52Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349876 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 16:55, 2 nov 2024 (CET)}} n0nz0ookhimle0vbgpzbbp3vzobclz3 Discussioni utente:Noreen2419 3 215083 1349885 2024-11-02T16:25:02Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349885 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 17:25, 2 nov 2024 (CET)}} dwq7mocrbeiz8td9jsfd79o29y1jbub Discussioni utente:Mainos80 3 215084 1349888 2024-11-02T16:30:02Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349888 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 17:30, 2 nov 2024 (CET)}} gdld5cz3yf4tczfhvki7a4ped3bcoiq Discussioni utente:Mashkawat.ahsan 3 215085 1349893 2024-11-02T16:50:01Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349893 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 17:50, 2 nov 2024 (CET)}} 5hzmp869scop6v11sz0cg3l8p8k4amx Discussioni utente:Thereal Matt 3050 3 215086 1349895 2024-11-02T17:20:13Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349895 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 18:20, 2 nov 2024 (CET)}} 48ga78f8cjqnmpj6nvfy5j1er91bcom Discussioni utente:Arton9 3 215087 1349900 2024-11-02T17:55:58Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349900 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 18:55, 2 nov 2024 (CET)}} 1mz4hdenuucvw8j8wda7pvbn69dqm9f Discussioni utente:Ivan3891 3 215088 1349901 2024-11-02T18:10:02Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349901 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 19:10, 2 nov 2024 (CET)}} lrlx1v8xf3fmvtx24aov9x257rs781l Discussioni utente:Luigi Iperti 3 215089 1349904 2024-11-02T18:15:54Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349904 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 19:15, 2 nov 2024 (CET)}} 49nve44bf5iz5siryl1yrixm007isqy Discussioni utente:Leonardo Borghesi 3 215090 1349907 2024-11-02T19:00:10Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349907 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 20:00, 2 nov 2024 (CET)}} mkcxghhc9oz6bx02pmqq1ypv17g71br Discussioni utente:Stefania Maria Giulia Di Benedetto 3 215091 1349909 2024-11-02T19:20:02Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349909 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 20:20, 2 nov 2024 (CET)}} 9jg88k47ts8x2gkz7los2vt4prael5d Discussioni utente:Dagosjt 3 215092 1349910 2024-11-02T20:35:03Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349910 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 21:35, 2 nov 2024 (CET)}} bwkvb69uvn5qph0m4hlux9iwrx0jrgj Discussioni utente:SENZUZENKAI 3 215093 1349922 2024-11-03T06:00:01Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349922 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 07:00, 3 nov 2024 (CET)}} ic39rxolflc1o9czdgx67yzm8t79y2h Discussioni utente:GabrielaMistral53 3 215094 1349923 2024-11-03T06:05:07Z Homer 215 Benvenuto/a su Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà! 1349923 wikitext text/x-wiki {{Benvenuto2|nome={{PAGENAME}}|firma=[[Utente:Homer|Homer]] ([[Discussioni utente:Homer|scrivimi]]) 07:05, 3 nov 2024 (CET)}} qe9hyjh8a927995z46hh29lswew1abv Discussioni utente:~2024-8326 3 215095 1349927 2024-11-03T08:08:23Z Spinoziano 2297 Creata pagina con "{{avviso fonti}}--~~~~" 1349927 wikitext text/x-wiki {{avviso fonti}}-- [[Utente:Spinoziano|Spinoziano]] ([[Discussioni utente:Spinoziano|msg]]) 09:08, 3 nov 2024 (CET) 7g90g68a6cj4g1ratf9anc7bujty3v2 Caratterista 0 215096 1349930 2024-11-03T08:30:30Z Spinoziano 2297 Redirect alla pagina [[Attore caratterista]] 1349930 wikitext text/x-wiki #RINVIA [[Attore caratterista]] nmojau700wrxja31h1lprfeefpwjl2d Edward Everett Horton 0 215097 1349931 2024-11-03T09:03:45Z Spinoziano 2297 Creata pagina con "[[File:Edward Everett Horton.jpg|miniatura|Edward Everett Horton]] '''Edward Everett Horton''' (1886 – 1970), attore statunitense. ==Citazioni su Edward Everett Horton== *{{NDR|In ''[[Partita a quattro]]''}} E.E. Horton, principe dei caratteristi, riesce a sopravanzare le 2 star maschili. (''[[il Morandini]]'') ==Filmografia== *''[[La Bohème (film 1926)|La Bohème]]'' (1926) *''[[Partita a quattro]]'' (1933) *''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]'' (1937) *''L'ottava m..." 1349931 wikitext text/x-wiki [[File:Edward Everett Horton.jpg|miniatura|Edward Everett Horton]] '''Edward Everett Horton''' (1886 – 1970), attore statunitense. ==Citazioni su Edward Everett Horton== *{{NDR|In ''[[Partita a quattro]]''}} E.E. Horton, principe dei caratteristi, riesce a sopravanzare le 2 star maschili. (''[[il Morandini]]'') ==Filmografia== *''[[La Bohème (film 1926)|La Bohème]]'' (1926) *''[[Partita a quattro]]'' (1933) *''[[Angelo (film 1937)|Angelo]]'' (1937) *''[[L'ottava moglie di Barbablù (film 1938)|L'ottava moglie di Barbablù]]'' (1938) *''[[Banana split (film 1943)|Banana split]]'' (1943) *''[[Arsenico e vecchi merletti]]'' (1944) *''[[Angeli con la pistola]]'' (1961) ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{s}} {{DEFAULTSORT:Horton, Edward Everett}} [[Categoria:Attori statunitensi]] qmcgw1p43xzvmm1ufuoezanx8r01toq Jenny Erpenbeck 0 215098 1349939 2024-11-03T10:02:52Z Ibisco 49387 Nuova voce bio 1349939 wikitext text/x-wiki [[File:Jenny Erpenbeck im Burgberggarten 2021 - 2.jpg|thumb|Jenny Erpenbeck nel 2021]] '''Jenny Erpenbeck''' (1967 – vivente), scrittrice e regista teatrale tedesca. {{Int|''[https://www.lindiceonline.com/incontri/interviste/lannegato-che-muta-la-realta-intervista-a-jenny-erpenbeck/ L'annegato che muta la realtà: intervista a Jenny Erpenbeck]''|Intervista di Anna Chiarloni, ''lindiceonline.it'', 1 giugno 2017.|h=2}} *{{NDR|Leggendo ''Voci del verbo andare'' si percepisce un'esperienza diretta col mondo dei profughi. Ci si sbaglia?}} No, è proprio così. Riflettendo sulle biografie spezzate, su identità ed esistenza mi sono avvicinata ai profughi africani. Per un intero anno li ho seguiti nella loro vita quotidiana, nel loro peregrinare da un quartiere all'altro di [[Berlino]]. Mi ha colpito vedere come riuscivano a sopravvivere a quell'eterna attesa dei documenti, con quante angosce dovessero confrontarsi, e cercavo di capire cosa li tenesse in vita. *{{NDR|Le voci dei profughi narrano di un perdurante sfruttamento capitalista in [[Africa]], dunque nulla è cambiato?}} Purtroppo la [[globalizzazione]] va sempre in un verso solo: globale diventa il profitto delle grandi multinazionali che in tutto il mondo viene fatto a spese delle popolazioni locali. E alla gente che proviene da quei paesi, obbligata a fuggire a causa dello sfruttamento delle loro terre e proprio a queste persone noi neghiamo asilo! Ma l'anelito verso l'uguaglianza è irresistibile, ci vorrà tempo prima che si realizzi e in certe situazioni potrebbe anche comportare l'uso della violenza. Non so prevedere quando tutto ciò potrebbe verificarsi. Ma certo non tutti i poveri del mondo continueranno a tacere come agnelli di fronte all'esclusione perenne, non dico dal benessere ma almeno da quel minimo necessario per vivere. *{{NDR|Restiamo in Germania. La generosità del suo protagonista – Richard – sembra rimandare alla nota locuzione, anno 2015, di [[Angela Merkel]]: "Ce la faremo!"}} Le parole della cancelliera mi sono sembrate davvero notevoli: lei ha reagito spontaneamente come essere umano proponendo l'unica cosa ragionevole, ossia evitare quella certa isteria in cui stava scadendo il dibattito. Purtroppo nel frattempo diverse pressioni l'hanno costretta a retrocedere. D'altra parte i cambiamenti giuridici dello status dei profughi sono possibili solo se tutti gli europei si siedono intorno ad un tavolo con lo stesso intento. Finora chi si è mosso per una pacifica integrazione dei nuovi arrivati in Germania sono soprattutto le organizzazioni private. ==Altri progetti== {{interprogetto}} {{DEFAULTSORT:Erpenbeck, Jenny}} [[Categoria:Registi teatrali tedeschi]] [[Categoria:Scrittori tedeschi]] jn74zsq3i5ay31vpovpn7xegdcpwgvk Quell'incerto sentimento 0 215099 1349947 2024-11-03T10:18:37Z Spinoziano 2297 Creata pagina con "{{Film |titolo italiano = Quell'incerto sentimento |immagine = That Uncertain Feeling 2.jpg |didascalia = [[Merle Oberon]] e [[Melvyn Douglas]] nel film |genere = commedia |regista = [[Ernst Lubitsch]] |soggetto = [[Victorien Sardou]], [[Émile de Najac]] |sceneggiatore = [[Donald Ogden Stewart]], [[Walter Reisch]] |produttore = Ernst Lubitsch, [[Sol Lesser]] |attori = *[[Merle Oberon]]: Jill Baker *[[Melvyn Douglas]]: Larry Baker *[[Burgess Meredith]]: Alexander Sebast..." 1349947 wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Quell'incerto sentimento |immagine = That Uncertain Feeling 2.jpg |didascalia = [[Merle Oberon]] e [[Melvyn Douglas]] nel film |genere = commedia |regista = [[Ernst Lubitsch]] |soggetto = [[Victorien Sardou]], [[Émile de Najac]] |sceneggiatore = [[Donald Ogden Stewart]], [[Walter Reisch]] |produttore = Ernst Lubitsch, [[Sol Lesser]] |attori = *[[Merle Oberon]]: Jill Baker *[[Melvyn Douglas]]: Larry Baker *[[Burgess Meredith]]: Alexander Sebastian *[[Alan Mowbray]]: dottor Vengard *[[Olive Blakeney]]: Margie Stallings *[[Harry Davenport]]: Jones *[[Sig Ruman]]: Kafka *[[Eve Arden]]: Sally }} '''''Quell'incerto sentimento''''', film statunitense del 1941 con [[Merle Oberon]] e [[Melvyn Douglas]], regia di [[Ernst Lubitsch]]. ==Frasi== {{cronologico}} *Se una moglie osserva suo [[marito]] con la lente, trova sempre qualche difetto. ('''Jill''') *Ho sempre pensato che l'ideale del [[matrimonio]] sia conservare un po' di mistero. Tuo marito dovrebbe rimanere il meraviglioso straniero, qualcuno da continuare a scoprire ogni giorno. ('''Jill''') ==Dialoghi== {{cronologico}} *'''Vengard''': Lo sa, la maggior parte delle persone non [[Conoscere sé stessi|si conoscono]], per niente. La loro vera personalità è un continente misterioso. Ora, quello che cercherò di fare è presentarla a sé stessa: lei farà conoscenza col suo io interiore. Non è felice di conoscersi?<br>'''Jill''': No. Sa, sono molto timida. *'''Margie''': Mia cara, questo è il vero guaio del novantacinque percento dei matrimoni: i mariti non si [[Rasatura|radono]].<br>'''Jill''': Ma non se ne accorgono che la [[barba]] non smette di crescere dopo le otto? ==Citazioni su ''Quell'incerto sentimento''== *Un po' artificiosa e meccanica, è l'ultima delle commedie classiche di [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]]. La vicenda è banale, ma il ritmo è scattante e [[Burgess Meredith|B. Meredith]] spiritosissimo. (''[[il Morandini]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film commedia]] 4dc8ahm95zx85wiybph6di0ta3rm13v 1349951 1349947 2024-11-03T10:51:51Z Spinoziano 2297 1349951 wikitext text/x-wiki {{Film |titolo italiano = Quell'incerto sentimento |immagine = That Uncertain Feeling 2.jpg |didascalia = [[Merle Oberon]] e [[Melvyn Douglas]] nel film |genere = commedia |regista = [[Ernst Lubitsch]] |soggetto = [[Victorien Sardou]], [[Émile de Najac]] |sceneggiatore = [[Donald Ogden Stewart]], [[Walter Reisch]] |produttore = Ernst Lubitsch, [[Sol Lesser]] |attori = *[[Merle Oberon]]: Jill Baker *[[Melvyn Douglas]]: Larry Baker *[[Burgess Meredith]]: Alexander Sebastian *[[Alan Mowbray]]: dottor Vengard *[[Olive Blakeney]]: Margie Stallings *[[Harry Davenport]]: Jones *[[Sig Ruman]]: Kafka *[[Eve Arden]]: Sally }} '''''Quell'incerto sentimento''''', film statunitense del 1941 con [[Merle Oberon]] e [[Melvyn Douglas]], regia di [[Ernst Lubitsch]]. ==Frasi== {{cronologico}} *Ho sempre pensato che l'ideale del [[matrimonio]] sia conservare un po' di mistero. Tuo [[marito]] dovrebbe rimanere il meraviglioso straniero, qualcuno da continuare a scoprire ogni giorno. ('''Jill''') *Il successo in affari dipende al cinquanta percento dal lavoro e al cinquanta percento da un buon [[sigaro]]. ('''Larry''') ==Dialoghi== {{cronologico}} *'''Vengard''': Lo sa, la maggior parte delle persone non [[Conoscere sé stessi|si conoscono]], per niente. La loro vera personalità è un continente misterioso. Ora, quello che cercherò di fare è presentarla a sé stessa: lei farà conoscenza col suo io interiore. Non è felice di conoscersi?<br>'''Jill''': No. Sa, sono molto timida. *'''Jill''': Se una moglie osserva suo marito con la lente, trova sempre qualche difetto.<br>'''Margie''': Sì, questo lo credo anch'io.<br>'''Jill''': Difetti che non avevi mai visto prima, direi nemmeno notati.<br>'''Margie''': Per esempio?<br>'''Jill''': Per esempio? È solo una sciocchezza, ma come ieri mattina: tu sai che mi riesce difficile addormentarmi; be', quando stavo per prendere sonno, finalmente, a un quarto alle otto, lo sai che rumore mi ha svegliato? Un gargarismo.<br>'''Margie''': Naturale. È come la tromba delle caserme: un gargarismo ti sveglia e un russare ti addormenta. *'''Margie''': Mia cara, questo è il vero guaio del novantacinque percento dei matrimoni: i mariti non si [[Rasatura|radono]].<br>'''Jill''': Ma non se ne accorgono che la [[barba]] non smette di crescere dopo le otto? ==Citazioni su ''Quell'incerto sentimento''== *Un po' artificiosa e meccanica, è l'ultima delle commedie classiche di [[Ernst Lubitsch|Lubitsch]]. La vicenda è banale, ma il ritmo è scattante e [[Burgess Meredith|B. Meredith]] spiritosissimo. (''[[il Morandini]]'') ==Altri progetti== {{interprogetto}} [[Categoria:Film commedia]] p0708rh79ir5is7kygyp2c1x3ctq3rh